Obsessive Coffee Disorder

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    Caffeina, la caffeina era il vero segreto e l'unica cosa che le impediva di crollare addormentata sul banco durante la lezione. L'università era un impegno a tempo pieno, senza contare le ore che dedicava al tirocinio che aveva ottenuto presso l'infermeria di Hogwarts. La maggior parte delle volte era un miracolo che non tornasse strisciando al suo cottage, dove veniva accolta dagli uggiolii di Oliver a cui dedicava qualche coccola prima di lasciarsi letteralmente cadere sul letto. Un sonno tormentato che non le consentiva di riposare correttamente, ad un occhio più attento infatti si potevano notare delle occhiaie leggermente più scure sotto i suoi grandi occhi blu. La stanchezza iniziava a metterla a dura prova e nell'ultimo periodo aveva arrancato in pozioni applicate, motivo che l'aveva spinta a chiedere al professore di assegnarle un tutor che potesse darle una mano a recuperare. Mentre raccoglieva le sue cose notò il professore le fece cenno di avvicinarsi. « Miss Branwell ho esaminato attentamente la sua richiesta e nell'ultimo compito non mi sembrava avesse bisogno di un tutor... » Betty sapeva di avere un'ottima media, ma sapeva benissimo che sotto quella pressione avrebbe potuto spezzarsi e piuttosto che pensare alle conseguenze preferiva giocare d'anticipo. « Lo so professore, ma gli ultimi argomenti sono abbastanza complessi e con le ore di tirocinio non vorrei rimanere troppo indietro...preferisco sanare i miei dubbi ora piuttosto che vedere calare il mio rendimento. » Il professore la guardò annuendo, dopotutto perchè negarle un tutor se sentiva di averne bisogno?! « Va bene, allora l'affiderò ad uno dei migliori studenti è al secondo anno e in pozioni applicate ha ottenuto eccellenti risultati. » Le consegnò un piccolo foglietto piegato che la ragazza appoggiò sui libri che teneva tra le braccia, grata della disponibilità del professore ad assecondare una sua richiesta. « La ringrazio. » « Certamente, ora mi scusi ma ho un'altra lezione. Arrivederci Miss Branwell. » La tassorosso si scostò per lasciar passare il professore, rimanendo l'unica persona all'interno della spaziosa aula di pozioni. Prese il bigliettino che le era stato consegnato e lo dispiegò sotto i suoi occhi. Strabuzzò gli occhi quando lesse il nome vergato a mano dalla calligrafia del professore. Judah Carrow. Ora Betty non poteva dire di conoscere il ragazzo, avevano avuto un breve scambio di battute alla festa di Natale, ma da quel momento in poi le loro strade si erano incrociate raramente. Se la situazione tra lei e Mun non fosse stata tanto tesa le avrebbe fatto un colpo di telefono per avere qualche dritta su come comportarsi con lui; ma dato gli ultimi avvenimenti se la sarebbe cavata da sola. Una parte di sé stessa la rimproverava di aver protetto il suo segreto a scapito del vestito e della location che Mun aveva scelto per il matrimonio, ma un'altra parte di lei le impediva di sentirsi dispiaciuta. Quando i torti venivano commessi nei suoi confronti tutti non si aspettavano altro che lei si dipingesse un bel sorriso sul volto e perdonasse tutti i torti subiti, una cortesia che non veniva riservata anche a lei a quanto sembrava. Quando uscì dall'aula si imbatté nell'unica persona che sperava sempre di evitare. « Betty Branwell, proprio la persona che cercavo... » Che Merlino me ne liberi. Lavanda sempre n prima fila, inopportuna come mai e pronta a farti esplodere le meningi. « Ti ho cercato alla festa, ma sei letteralmente sparita e forse ti sei persa lo scoop del secolo... » Che sicuramente mi racconterai per filo e per segno. « Si ero leggermente brilla prima ancora che la festa arrivasse al suo culmine... » I piccoli shot che aveva ingollato uno dietro l'altro le avevano dato velocemente alla testa e in men che non si dica si era ritrovata a biascicare le parole in una lingua incomprensibile. « La Carrow ha sbroccato contro Fawn, lei e Albus hanno più o meno litigato davanti a tutti...una scena epica, dovrei fare un articolo per la mia rubrica rosa. » Allora avevo fatto più che bene ad andarmene. « Sembra che tra gli Almun tiri brutta aria da quella sera. » Roteò gli occhi al cielo, per niente colpita dall'impellente bisogno di gossip di Lavanda, se non fosse stato per i drammi degli altri probabilmente non avrebbe avuto niente di cui parlare. « Vedrai che passerà, sono semplicemente due muli che cozzano le teste tra di loro. » Avevano una famiglia e prima o poi avrebbero risolto le cose, lo Shame aveva semplicemente seminato zizzania e ognuno di loro rispondeva in maniera diversa a tutta quella tensione. « Ora perdonami, ma non voglio essere trascinata in un dramma che con me non ha niente a che fare....anzi ti è per caso capitato di vedere Judah, il fratello di Mun, da qualche parte? » Probabilmente sperava di strapparle qualche indiscrezione sul dramma Potter-Carrow, ma Betty ne era completamente all'oscuro e tale voleva rimanere. « Il fratello di Mun? Come mai? » La guardò con le sopracciglia sollevate, provocandole l'insensato bisogno di darle un libro in testa. « Per l'università corso di pozioni applicate...» Una cosa che non puoi capire perchè è fin troppo complicata per il tuo cervello che funziona solo in modalità provvisoria. « Mi è sembrato di vederlo in un'aula studio...proprio quella di medicina se non sbaglio. Ma tu..» « Io devo andare. » La sorpassò senza curarsi dell'ennesima stupidaggine che stava per uscire dalla sua bocca. Sapeva che prima o poi le avrebbero chiesto di ciò che era avvenuto alla festa, ma la verità era che lei non ne sapeva niente; non era presente al momento della sfuriata e non aveva la minima idea di cosa avesse spinto Mun a scattare e forse non lo voleva neanche sapere. Betty aveva i suoi drammi a cui pensare e non voleva minimamente essere trascinata in quelli degli altri, indifferentemente da quanto tenesse alle parti in causa. Ora come ora l'unica cosa a cui doveva pensare era il suo rendimento, il tirocinio e come impedire allo Shame di sputtanare la sua vita. Si diresse verso l'aula studio e non poté fare a meno di chiedersi se il professore avesse accennato qualcosa a Judah o se l'avesse data in pasto ai lupi. Si affacciò dalla porta e trovò il ragazzo seduto da solo, ad un tavolo piuttosto riservato, lontano da occhi indiscreti e proprio sotto una delle numerose finestre. Che sarà mai, non morde mica...se Sirius sta con lui non può essere poi così burbero. « Oh andiamo Betty, dopo le ultime settimane questa sarà una passeggiata. » Parlò a sé stessa, attirando gli sguardi insospettiti delle due ragazze che le passarono di fianco. Ignorò la piccola figura da pazza e si mosse a passo di carica verso il tavolo occupato da Judah. Si schiarì brevemente la voce, come per annunciare la sua presenza. Si sedette di fronte a lui e gli regalò un sorriso incerto quasi imbarazzato. « Ehm...non se il professore ti ha avvisato, ma ho richiesto il tutoraggio in pozioni applicate e oggi mi ha dato il tuo nome. » Betty era quasi del tutto convinta che molto probabilmente l'avrebbe fulminata con lo sguardo, cercando il modo di farla evaporare nel minor tempo possibile. « Ti prego non farmi cambiare tutor, lui dice che tu sei il migliore e io sono un'ottima allieva...imparerò in fretta e mi leverò di torno. » Quasi giunse le mani in segno di preghiera. « Prometto che in cambio di porterò tutto il caffè di cui avrai bisogno..o dei biscotti, sono davvero bravissima a cucinarli. »
     
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    Non era mai stato il tipico topo da biblioteca, Judah Carrow. Non aveva mai nutrito una profonda passione per la lettura, per i libri e per qualunque altra cosa richiedesse un certo sforzo mentale per essere compreso. Non gli era mai piaciuto studiare, in realtà, tantomeno gli era mai piaciuta la scuola. Se Judah Carrow non fosse nato dov'era nato, probabilmente a quest' ora non si sarebbe ritrovato a frequentare il college, ed ancora più inverosimile sarebbe stato vederlo alle lezioni di medimagia. Seduto tra i primi banchi. Il collegiale era stato formato come un militare dalle aspirazioni di famiglia, ed il ché gli aveva quasi uniformato il cervello in un compatto cubo che non vedeva altro se non gli insegnamenti ed i rigidi valori che sin da piccolo aveva imparato a far propri. Jude non aveva un briciolo di carattere, questo ormai è assodato, e si perdeva spesso in dettagli che assolutamente non facevano parte di lui, ma erano stati rubati a qualcun altro. Maniaco della precisione, rigido nelle regole, serrato nello studio, l'ex serpeverde era come una bibita messa nella bottiglia sbagliata: la coca-cola nel cartone dell'aranciata. Questo era il motivo principale per cui non si accettava, per cui fosse il primo nemico di sè stesso, e come avrebbe potuto sentirsi differentemente? Ogni più sua piccola inclinazione era stata spazzata via dalle inclinazioni di qualcun altro, e quando finiva le scorte di ossigeno rubate, si ritrovava sempre a boccheggiare senza sapere cosa fare o mettendo in atto stupidaggini a cui poi non sapeva come porre rimedio. L'unica stupidaggine compiuta che era quasi riuscito ad accettare in tutta la sua vita era la relazione con Sirius. Non che Sirius valesse come stupidaggine, ovviamente, visto che per Jude rientrava tra i motivi principali per cui non avesse ancora tentato di togliersi la vita, ma il fatto di essere stato così cretino da aver esternato una così profonda inclinazione che non riusciva ad identificare come sua - perchè da nessuno gli era stata insegnata -. Anzi, dagli altri gli era stato sempre insegnato tutt'altro: avrebbe dovuto sposarsi con una donna di buona famiglia ed avrebbe dovuto portar prestigio al proprio nome, magari diventando primo ministro o un pezzo grosso del Ministero. La medimagia? A casa Carrow non era nemmeno contemplata, almeno non per Jude. Ma dopotutto ormai Abraxis era morto, ed a quanto sembrava - almeno unicamente per quella scelta - la famiglia sembrava sostenerlo. Riusciva a cavarsela bene nella disciplina, in fondo, seppur ci fossero alcune immense discrepanze che però, tutto sommato, stavano diventando secondarie. Incredibilmente Jude si stava appassionando davvero a qualcosa, per la prima volta, senza che nessuno lo costringesse o lo minacciasse di non diventare, un giorno, così importante come desiderava essere. Ma anche quest'ultimo, ormai, sembrava ritornato ad essere il sogno di qualcun altro. Il tirocinio ad Azkaban di quell'anno, poi, lo stava davvero mettendo a contatto con una realtà a cui mai aveva immaginato di potersi avvicinare e, seppur in un primo momento avesse duramente criticato le scelte del Ministero, gli stava piacendo immergersi nelle menti dei detenuti, quasi fosse la cosa che da sempre avrebbe voluto fare. Era dura, sì, ma gli dava tanta soddisfazione; così come gli dava soddisfazione mettersi nell'aula studio durante le mattine in cui non aveva lezione, aprire i libri e divorare ogni singola riga di testo sotto lo sguardo attento, sentendosi sollevato ogni volta che in mente gli balenava il pensiero che quello che studiava non fosse il Codice Penale o statistica, ma fosse qualcosa che sentisse pienamente suo. No, con questo non sto dicendo che Jude avesse ritrovato il piacere di affondare il naso fra i libri, o fosse diventato un secchione di punto in bianco: aveva semplicemente scoperto il piacere di sentirsi libero. Proprio come si sentiva con Sirius. Seduto ad uno di tavoli, con una matita ferma tra pollice ed indice, Jude fulminava chiunque minasse alla sua concentrazione, motivo per il quale fosse ancora seduto da solo benchè la stanza fosse gremita di persone intente - a far finta - di studiare. Nell'esatto istante in cui sentì tossicchiare davanti a lui, infatti, alzò gli occhi dai suoi appunti con fare già prevenuto, spingendo sul fondo del tavolo il libro, quasi a dire guarda che questo tavolo è già tutto occupato. « Ehm...non se il professore ti ha avvisato, ma ho richiesto il tutoraggio in pozioni applicate e oggi mi ha dato il tuo nome. » Dopo quel Natale, Jude non aveva più avuto modo di parlare con Betty, benchè praticamente fossero iscritti allo stesso corso. Non lo negava, nè dagli sguardi che gli lanciava, nè dalla superficialità con la quale la ignorò, poggiando la schiena contro la sedia e rivolgendo gli occhi altrove: Jude non nutriva una particolare simpatia per la ragazza. Il collegiale era fin troppo orgoglioso e, più di tutto, perdonava con grande difficoltà i torti che gli venivano fatti. Ricordava perfettamente le paroline acide che la ragazza gli rivolse il giorno della Vigilia, benchè lui volesse probabilmente solo essere gentile, simpatico e volesse far ingelosire Sirius. « Puoi ricordarmi il tuo nome, cortesemente? » Soffiò semplicemente, aprendo l'agenda al suo fianco quasi a controllare i propri impegni, atteggiandosi come lo stronzo che proprio non sapeva chi avesse davanti « Il professore mi aveva chiesto effettivamente di aiutare qualcuno in cambio di qualche credito extra, ma in questi giorni ci stavo ripensando, sai? Dopotutto ho così tanta roba da fare, forse sacrificarmi non mi gioverebbe » Si strinse brevemente fra le spalle, inarcando le sopracciglia scure « Ti prego non farmi cambiare tutor, lui dice che tu sei il migliore e io sono un'ottima allieva...imparerò in fretta e mi leverò di torno. » Ah, sì? E tutta quell'aria da ragazzina saccente dove l'hai lasciata Branwell? « Quindi adesso hai bisogno dei miei brillanti geni, dopotutto » Commentò infine Jude, schioccando la lingua contro il palato con brillante sagacia, intrecciando le dita fra di loro con un monito di soddisfazione sul volto. « Comunque non ho bisogno di biscotti, tantomeno di qualcuno che mi porti il caffè, so benissimo dove si trova la caffetteria ed ho abbastanza soldi per comprarmene uno. Così non rischio che le persone possano avvelenarmi. » Le fece segno di sedersi davanti a lui, sfilandole il libro dalle mani per trascinarlo sul proprio già aperto ed iniziarlo a sfogliare rapidamente, arricciando le labbra « Hai un'edizione vecchia, sei una da libri usati? » Mugugnò, senza riuscire a trattenere una risata di scherno fra le labbra, richiudendo rapidamente il tomo sotto un soffice tonfo. « Plausibile.» La osservò dall'alto al basso con cipiglio sinceramente ambiguo, quasi a sottolineare che fosse alquanto verosimile comprasse libri usati, visto come andava vestita in giro - una cattiveria assolutamente gratuita, atta a farle sorgere qualche dubbio di troppo e forse metterla in imbarazzo. Non era assolutamente vestita male, tantomeno dava l'aria di essere una staccione: Jude stava deliberatamente bluffando. « Allora, facciamo che ti presto il mio libro, che è più nuovo e meno sottolineato di questo e tu in cambio non solo sparirai dopo aver finito questo tutoraggio, ma devi anche ammettere che sia incredibilmente intelligente e che abbia un corredo genetico da far invidia a chiunque» Lo sentite il sapore della rivincita?
     
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    « Puoi ricordarmi il tuo nome, cortesemente? » Tsk, e dire che Betty se lo ricordava più simpatico di quanto non sembrasse in quel momento. Spostò i libri che il ragazzo aveva strategicamente messo davanti a lei e si appoggiò con le braccia al tavolo. Doveva davvero attenersi a quella ridicola commedia in cui lui fingeva di non conoscerla?! Oppure doveva semplicemente far finta di niente e cercare di assecondare le piccole manie del ragazzo?! Possible che le brevi parole che si erano scambiati durante l'affollata cena di Natale lo avessero infastidito a tal punto?! « Elizabeth. » Rispose semplicemente. La tassorosso dopotutto non era una persona che si aggrappava con le unghie e con i denti all'orgoglio, lo riteneva una grandissima perdita di tempo che non l'avrebbe portata da nessuna parte. «Il professore mi aveva chiesto effettivamente di aiutare qualcuno in cambio di qualche credito extra, ma in questi giorni ci stavo ripensando, sai? Dopotutto ho così tanta roba da fare, forse sacrificarmi non mi gioverebbe » Studiò l'espressione palesemente divertita e quasi trionfante del ragazzo, cercando di capire cosa lo spingesse a gioire tanto. Ripercorse mentalmente la loro breve conversazione, alla ricerca di qualsiasi ragione che potesse spingerlo ad avercela con lei. Ovviamente i numerosi impegni che li avrebbero fantomaticamente impedito di seguirla sorgevano solamente nel momento in cui era lei a chiedergli aiuto; palesando senza vergogna un astio che alla ragazza sembrava del tutto immotivato. « Allora chiederò al professore un altro tutor, avendo cuore di specificare che ti sei tirato indietro. » E che forse quei crediti non sono poi così importanti per te. Anche perchè per guadagnare qualche credito in più Betty era più che disposta a fare da tutor a Lavanda; una sorta di purgatorio o primo girone dell'inferno se si considerava l'inettitudine della ragazza allo studio. « Quindi adesso hai bisogno dei miei brillanti geni, dopotutto » Geni?! La ragazza coprì la risata spontanea schiarendosi la gola. Mai avrebbe pensato che tutta quella ritrosia nascesse semplicemente dal fatto che Betty aveva gentilmente rifiutato l'offerta del ragazzo di prestarle metà del suo patrimonio genetico per avere un figlio. Betty adorava Lily e aveva una particolare simpatia per i bambini, ma non era assolutamente pronta ad avere figli; senza contare che la stranezza della proposta l'aveva presa un po' in contro piede. L'espressione tronfia e soddisfatta del ragazzo la divertiva, le poche volte che aveva osservato Jude le era sempre sembrato estraneo a ciò che lo circondava; non sicuramente l'aspetto di una persona divertita. «Comunque non ho bisogno di biscotti, tantomeno di qualcuno che mi porti il caffè, so benissimo dove si trova la caffetteria ed ho abbastanza soldi per comprarmene uno. Così non rischio che le persone possano avvelenarmi. » Avvelenarti?! La ragazza alzò un sopracciglio, era la prima volta che qualcuno l'accusava pubblicamente di dubbie intenzioni; senza contare che riteneva alquanto improbabile che qualcuno potesse aver voglia di avvelenare il ragazzo. Fargli perdere quell'aria tronfia da padrone dell'universo? Sicuramente, ma dubitava che per farlo si sarebbero spinti a tanto. « Attentare alla tua vita? Vorrei tranquillizzarti dicendoti che non sei così importante. » Senza contare che in questo momento sono io quella che teme di essere avvelenata. Possibile che tutto ciò fosse la conseguenza di quella breve discussione? Senza contare che da che mondo e mondo si offrivano in quel modo sfacciato i propri gameti per generare un figlio?! Si era sentita una giumenta a cui veniva finalmente trovato il suo stallone. « Hai un'edizione vecchia, sei una da libri usati? Plausibile.» Betty era seriamente tentata di fare dietrofront, andare dal professore e chiedergli qualcuno che avesse un po' meno il culo girato. Le frecciatine ai libri usati o l'occhiata di traverso al suo maglioncino non la sfioravano minimamente. Aveva sempre preferito i vecchi volumi usati, le pagine ingiallite e le copertine consunte non erano difetti, ma il chiaro segno che quei libri avevano un'anima. Spesso passava ore a leggere le note ai margini, senza contare che più di una volta le erano tornate molto utili. « Fossi in te cambierei caffetteria, nel caffè che prendi ci deve essere qualcosa che non va... » ...probabilmente stai così simpatico ai camerieri che ci pisciano dentro. Un pensiero che Betty si trattenne dall'esprimere a voce. La tassorosso era solita andare d'accordo con le persone, raramente infatti si trovava obbligata a mettersi sulla difensiva; ma Jude sapeva prenderla alla sprovvista. « Allora, facciamo che ti presto il mio libro, che è più nuovo e meno sottolineato di questo e tu in cambio non solo sparirai dopo aver finito questo tutoraggio, ma devi anche ammettere che sia incredibilmente intelligente e che abbia un corredo genetico da far invidia a chiunque» Oh mio dio. Incapace di trattenersi roteò gli occhi in maniere plateale e si mise a ridere di fronte alla richiesta del ragazzo; la conferma che quella piccola conversazione, che lei aveva letteralmente dimenticato, fosse rimasta ben impressa nella mente del ragazzo. Il suo rifiuto l'aveva forse fatto sentire sminuito?! Betty stentava a crederci. « Fammi capire, tu vorresti che io ammettessi che i tuoi geni sono quanto di meglio si possa trovare sulla piazza? » Perchè ovviamente, nella mente contorta di Jude quando Betty avrebbe voluto avere un figlio si sarebbe messa a sfogliare un catalogo che elencava le qualità e le doti di ogni candidato. « Lo sai vero di non essere uno stallone da riproduzione? » Sicuramente sua madre se solo avesse sentito l'offerta che il ragazzo le aveva fatto a Natale le avrebbe detto di accettare, di farsi mettere tutto nero su bianco e magari di chiedere anche un anello. Non aveva mai fatto mistero della sua avversione nei confronti di Albus, il suo sogno più grande era quello di sistemarla con l'erede di una facoltosa famiglia magica, con un corredo genetico da far invidia a chiunque. « E poi scusa ti sei mai chiesto cosa sarebbe successo se avessi risposto: sì grazie, accetto volentieri il tuo pool genetico da paura?!» Invece di metterla in croce avrebbe dovuto ringraziarla. Nelle famiglie di maghi purosangue non era insolito combinare matrimoni alla ricerca della miglior combinazione possibile; ma era un mondo di cui Betty non si era mai sentita veramente parte. « Per la persona con cui deciderai di metter su famiglia sarai molto di più di un patrimonio genetico da paura. » Un augurio che Betty faceva anche a sé stessa, la famiglia disfunzionale in cui era cresciuta la spingeva a desiderare con tutta sé stessa una famiglia che fosse tutta sua. « Ora posso considerarti il mio tutor o c'è qualcos'altro che vogliamo mettere in chiaro? » Togliersi ogni sassolino dalla scarpa era forse il modo migliore di cominciare.


    Edited by undercover - 17/10/2019, 09:08
     
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2 replies since 25/9/2019, 22:11   92 views
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