The children of a lesser God

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    A parecchi giorni dall'inizio dell'anno scolastico Janis Jones poteva dire di sapere ancora poco sui suoi colleghi Caposcuola. Certo, non poteva dirsi del tutto estranea alle personalità con cui condivideva le responsabilità della sua carica, ma fino a quel momento non c'era stato un vero momento in cui avesse avuto modo di parlare con loro in maniera sufficientemente approfondita. Non sapeva se fossero i tipi di persone con cui avrebbe dovuto scontrarsi per il resto dell'anno oppure se in alternativa tra loro ci sarebbe stato un clima di collaborazione. Ciò che la spinse a fare un passo avanti fu un episodio piuttosto isolato di quella mattina. Eccola una Janis Jones intenta a strappare uno dei manifesti dei Giovani Merlini con un sonoro fascisti del cazzo mentre si dirigeva verso la lezione mattutina di Difesa contro le Arti Oscure - un evento già di per sé traumatico, considerato che le lezioni le teneva niente di meno che Holden Morgenstern. Dopo l'incontro-scontro di Inverness si era fatta l'idea che le avrebbe dato un Troll a settimana per il resto dell'anno, non solo perché Janis tendeva ad applicarsi poco nelle materie curricolari, ma anche e soprattutto perché era certa di essersi attirata tutta l'ira funesta del giovane docente. Figuriamoci, ha tormentato Sirius per molto meno. Minimo io me la prendo nel culo una volta al giorno. E infatti da quella lezione se ne uscì con dei compiti per caso che rasenta amo il ridicolo: tre pergamene da riempire per venerdì suloa classificazione degli maledizioni di secondo grado, in ordine alfabetico e in ordine di pericolosità, da consegnare per il lunedì successivo. Inutile dire che gli aveva augurato il peggio, specie perché, durante l'weekend iniziavano gli allenamenti di Quidditch e per giunta Janis voleva anche passare un po' di tempo a Hogsmeade con i suoi amici e suo fratello. Anche Bobby avrebbe fatto loro visita, il che significava armarsi di tutta la sua pazienza e tentare di dividersi in quattro per tenere fede a tutti gli impegni. Mannaggia a me e al giorno in cui ho deciso che prendersi il diploma era una cosa saggia. Niente da fare; gli impegni erano stati disposti, ma in tutto ciò non solo era incazzata per tutta quella campagna di reclutamento dei Giovani Merlini, ma era anche estremamente seccata dall'idea che lei è gli altri dovessero spartirsi i primi veri turni nel castello che sarebbero iniziati dalla settimana a venire. Così decise di mandare un biglietto a tutti gli altri Caposcuola, invitandoli a presentarsi nel bagno dei Prefetti dopo cena. Uno dei pochi privilegi che avevano, era il permesso di trovarsi fuori dalle Sale Comuni, appunto dopo cena, cosa di cui Janis approfittò, convinta che semmai avessero deciso di disertare, sarebbe stato unicamente perché antipatici e sassoni. E così decise di etichettare chiunque decidesse di non presentarsi a quella riunione clandestina.
    Giunta quindi nel bagno all'ora stabilita, si guardò per un istante attorno roteando su se stessa. Ormai liberatasi dalla divisa, si sentiva già più se stessa. « Ehilà? C'è qualcuno? Ragazzi? » L'eco nel bagno si fece quasi inquietante. Col castello ormai semivuoto e il buio, quel luogo aveva tutta un'altra aura. Per un istante si ritrovò a rabbrividire ripensando a quei momenti di puro terrore che avevano sperimentato non più lontano di un anno prima, quando il castello era davvero buio e vuoto e grigio, colmo di corpi esanimi e una sempre più pressante consapevolezza di non avere più la certezza di giungere al giorno seguente. Trasalì quando la porta del bagno si aprì per la prima volta, obbligandola a lasciar settare gli occhi color nocciola in direzione della stessa, portandosi una mano sul petto. I campanellini tra i capelli tintinnarono così violentemente da rompere completamente il silenzio nell'ambiente. Il primo dei tre giunse, facendole quasi scoppiare il cuore nel petto. « Cazzo, mi hai fatto prendere un colpo. » Asserì con un che di sollevato. Certo che sei proprio sciocca, Jones! Poco dopo anche gli altri si unirono alla combriccola e a quel punto, Janis decise di prendere posto sulla superficie in marmo tra due lavandini schivare dosi la voce. Era una riunione informale, ma da qualche parte bisognava pur iniziare, e in un certo qual modo, Janis, il peso delle sue responsabilità iniziava a sentirlo. « Ho pensato che siccome l'anno è già cominciato e noi siamo sulla stessa barca, sarebbe opportuno conoscerci un po' meglio. Non so voi, ma a me non va che le cose vadano come tra i nostri predecessori. » Per anni gli studenti delle quattro casate hanno visto Caposcuola e Prefetti sconarsi a vicenda, spesso nemmeno per le motivazioni più istituzionali possibili. Quello era uno dei primi anni, da parecchio, in cui i rappresentati delle quattro casate erano delle figure pressoché neutre. « È poi insomma, dobbiamo spartirci i turni per Ottobre, quindi prima ci togliamo il dente meglio è. Da quello che ho capito dobbiamo farli in coppia, quindi prima capiamo le nostre esigenze, prima ci organizziamo e possiamo fare bene il nostro dovere. » Più o meno. Infine tira fuori dalla tasca posteriore dei jeans il manifesto a4 che ha strappato a caso quella stessa mattina. « È poi c'é questa cosa. Non so quanto ne sapete, ma io personalmente credo che indipendementemente dalle inclinazioni personali, la politica non deve entrare a scuola, specie se è guidata da ragazzi del college ed è portata avanti unicamente da un'ideologia priva di contraddittorio. » Si stringe nelle spalle. « Voi cosa ne pensate? »



     
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    Ha appena chiuso il libro di Erbologia, storcendo un po' il naso per quella definizione che proprio non le va giù, quando riceve un bigliettino scritto da Janis Jones. Indecisa se aprirlo e scoprire quale rogna ci sia da risolvere, oppure cestinarlo fingendo di non averlo mai ricevuto - e guai a chi sostiene il contrario -, alla fine opta per la prima opzione, vedendosi obbligata ad un incontro con gli altri tre Caposcuola in carica. Inspira e trattiene a lungo, prima di buttare fuori tutta l'anidride carbonica che il sangue ha finalmente deciso di cedere. Il suo programma per quella sera, prevedeva di applicare una maschera viso per la durata di circa un'ora e mezza, finché non fosse diventata secca e quindi inutilizzabile, chiacchierando del più e del meno con Max e Saw ed ascoltando i racconti di quest'ultima sull'ennesima botta e via finita male, oppure inaspettatamente bene - con la promessa che il giovincello di turno sarebbe stato richiamato. E invece no, perché miss Jones ha deciso che oggi i Caposcuola si debbano incontrare. Rotea gli occhi, Domiziana, scocciata all'idea di condividere il proprio spazio vitale con delle persone che conosce poco, piuttosto che con le amiche di sempre, personalità decisamente più accattivanti. Non giudicare il libro dalla copertina, anche se questa copertina ha come protagonista la ragazza coi campanellini, si dice, promettendosi di non fare una scenata ogni qual volta il tintinnio di quegli aggeggi snervanti avesse minacciato la serafica pace della sua mente. Si rivolge a Max, dicendo soltanto: «Per colpa della Jones, stasera non ci sono.», e sperando al contempo non si divertissero troppo, non senza di lei. Ha la brutta abitudine, Domiziana, di tollerare poco, molto poco, le riunioni delle amiche cui non può partecipare, invidiando ogni singolo secondo del loro tempo libero, da lei malauguratamente non sfruttato, per via di impegni burocratici che boicotterebbe volentieri. Anche se, comunque, non rinuncerebbe affatto alla sua carica di Caposcuola. Per molti è possibile non rappresenti un così grande traguardo. Per lei è uno spartiacque decisivo, una piccola vittoria personale dopo il famoso Accettabile in Pozioni dell'anno scorso - se glielo ricordate, rischiate un dito mozzato. O di peggio. All'orario prestabilito, Nana segue il percorso in direzione dei Bagni dei Prefetti, soffermandosi a porre qualche domanda ai quadri; questo perché il coprifuoco, se non sei un Serpeverde, lo devi prendere sul serio, o la tua principessina preferita ti farà correre dritto dal preside Yaxley a supplicare perdono. Apre la porta e si trova già subito assaltata dalla Jones, piccolo concentrato di energia squillante che se hai il mal di testa da un giorno intero ti converrebbe carinamente evitare. E invece no, tutti insieme appassionatamente nel Bagno dei Prefetti. Nana rabbrividisce per quell'uso poco accorto di parole scurrili che lei tanto aborre, rispondendo semplicemente: «Pensa fossi stata un Troll.», perché il famosissimo episodio del Troll ad Hogwarts l'ha sempre fatta pensare molto - la Dragomir sente il bisogno compulsivo di organizzare ogni secondo della propria vita, calcolando eventuali imprevisti ed elaborando una soluzione ad essi, in anticipo. Compreso l'eventuale attacco da parte di Troll, draghi, mezzi-giganti ed ogni tipo di bestia feroce immaginabile. Senza troppe spiegazioni, toglie i vestiti e s'immerge nella vasca, il suo corpo fasciato da un costume intero coprente. Mentre attende che gli altri ragazzi arrivino, controlla scocciata le stories di Wiztagram, alla ricerca di un'eventuale prova di imperdibili divertimenti nel Dormitorio Serpeverde, mentre lei è a lavoro.
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    A squadra riunita, Janis avvia un sermone su quanto sia importante la collaborazione tra loro, sulla necessità di organizzare i turni ed infine sulla politica. Domiziana ascolta soppesando ogni parola, e suo malgrado si trova a concordare. Benché non le piaccia esplicitare approvazione nei confronti di qualcuno o qualcosa, in quanto dà all'interlocutore la possibilità di fare leva sull'assenso mostrato, che potrebbe essere eventualmente sfruttato anche quando non concesso. «Credevo che i turni fossero già stabiliti. Io e Carrow i giorni dispari, tu e Paciock i pari. L'ho letto nella circolare.», sostiene, chiamandoli per cognome perché va bene non mettere bastoni tra le ruote, ma neanche stendere un tappeto rosso per lasciare che calpestino la sua persona. Un po' le dispiace, però, per il Carrow, ed infatti gli rivolge un mezzo sorriso tirato, a ricordargli che non ha intenzione di morderlo. «E mi sono organizzata di conseguenza. Vorreste modificarli?», chiede scocciata, avendo impiegato due preziosissime orette del proprio tempo a far coincidere tutti gli impegni, compresi quelli delle attività extra-curricolari e gli allenamenti di cheerleading. «Per quanto riguarda la politica, fastidio condiviso a parte, credo sia impossibile bandirla dal castello. Proprio il fatto che sia off limits inciterebbe i più coraggiosi ad appendere altre pubblicità, dato che il brivido del proibito sembra essere il trend del momento qui a scuola.», afferma, non rivelando - ovviamente - quanto quel concetto valga anche per lei. «E poi con internet le notizie circolano lo stesso.»


     
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    «Ah, aspè, ma te l'ho detto che ti è arrivato questo da parte di Janis Jones?» Una giornata che inizia col piede sbagliato, non può di certo finire nel migliore dei modi. E' una teoria che ho sempre avuto e che continuo ad avere, perchè una giornata storta rimane storta e basta. Stop, caso chiuso, LA CORTE HA DELIBERATO. Non è che la penso così perchè sono un pessimista o una di quelle persone talmente tanto autodistruttive che, appena qualcosa inizia ad andare nel verso sbagliato, fanno di tutto per far sì che ogni singola cosa si sfracelli rovinosamente a terra invece di prendere il volo; la penso così perchè nel corso della mia vita, ho accumulato così tante prove a sostegno della mia credenza, che, cioè, non provo nemmeno a negare l'evidenza. E' impossibile negare l'evidenza. In molti diranno che la mia sia semplice suggestione - la scusa più rinomata nella storia della psicologia per giustificare ogni singola patologia esistente -, ma posso assolutamente dimostrare che non sia così. E chi mi conosce sa quanto mi piaccia dimostrare le cose con prove alla mano. Prendiamo in esame, ad esempio, quella tranquillissima serata di metà settembre, quando il mio caro compagno di stanza iniziò a sventolare tranquillamente per aria un messaggio che avrei dovuto come minimo ricevere tre/quattro ore prima. Quel giorno già si era prospettato di merda sin dalla mattina, quando un gufo dello stracacchio aveva pensato bene di farmela sulla divisa mentre correvo in aula; poi era continuata all'ora di pranzo, quando mi ero completamente dimenticato di dover aiutare Simus con gli Ippogrifi - ed infatti era finito in infermeria -; ed infine si era conclusa con una simpaticissima serpe che, mentre ero al bagno, ha fatto impazzire lo sciacquone del water con un incantesimo. Cioè, quando alle 21:00 sono rientrato in camera tutto quello che sognavo di fare era farmi una doccia - che feci -, ficcarmi il pigiama - feci anche questo -, e prepararmi per andare finalmente a dormire così da mettere fine a quel disastroso capitolo. Punto e a capo. Ma no, a quanto sembrava le sorprese non erano ancora finite e, mentre gonfiavo il cuscino di piume, prooontissimoooo a buttarci il capo sopra, Zac decise di consegnarmi quel bigliettino. F-a-n-t-a-s-t-i-c-o. «E quando pensavi di darmelo, l'anno prossimo?» Borbottai, sgranando leggermente gli occhi nel leggere che ci sarebbe stata una riunione dei Caposcuola nel bagno dei prefetti. No, non è che ci sarebbe stata, la riunione in questione si stava svolgendo proprio in quell'esatto momento. «AAAAHHHHHH, io ti odio Zac!» Come un fulmine, mi precipitai fuori dal dormitorio ed iniziai a correre in pigiama e pantofole, verso il bagno dei prefetti al quinto piano. Potevo mancare alla prima riunione? No, assolutamente, ma potevo benissimo mettermi in ridicolo con un pigiama a righe, i capelli scompigliati e lo sguardo di una casalinga esaurita e disperata che aveva dimenticato di andare a prendere i figli a scuola. «OOOOOKKKEEEIIIIII, ci sono...ci sono!» Esordii di botto, nel silenzio, aggrappandomi allo stipite dell porta per riprendere fiato mentre i ricci penzolavano avanti ed indietro sul mio volto. « Cazzo, mi hai fatto prendere un colpo. » - «...oddioscusanonvolevo» Stranamente ero stato uno dei primi ad arrivare, infatti oltre a me c'era solo la Jones...poi arrivarono anche gli altri: Carrow e Dragomir. « Ma perchè ci hai fatto venire fin qui, di cosa dobbiamo parlare?» Mugugnai verso Janis, non che la cosa mi dispiacesse, ma avrei preferito dormire ed oltretutto non vedevo problemi all'orizzonte « Ho pensato che siccome l'anno è già cominciato e noi siamo sulla stessa barca, sarebbe opportuno conoscerci un po' meglio. Non so voi, ma a me non va che le cose vadano come tra i nostri predecessori. » Conoscerci meglio alle 21:40 di una pessima giornata, saggia scelta. Non potevamo fare domani, no eh? Restai ad ascoltarla, arricciando appena il naso e passando lo sguardo sui volti degli altri due caposcuola, umettandomi le labbra sottili. Ma i turni non l'ha già decisi Yaxley? «Credevo che i turni fossero già stabiliti. Io e Carrow i giorni dispari, tu e Paciock i pari. L'ho letto nella circolare. E mi sono organizzata di conseguenza. Vorreste modificarli?» Ecco, infatti, lo credevo pure io. Però sì, Domiziana si rendeva conto di fare un po' paura con quella faccia ultramega scocciata? Un po' mi dispiaceva per Emi, il quale se la sarebbe dovuta sorbire per tutti i giorni pari da lì ad un anno. SOLIDARIETA' MASCHIILEEEE! « A me in realtà non dispiacerebbe ruotare e scambiarci, una volta ogni tanto» Ed il chè sarebbe significato anche dover capitare in coppia con Domiziana e liberarmi di una persona che sembrava simpatica, ma in fondo Emi che aveva fatto di male per meritarsi una serpe? « Insomma, sarebbe grandioso conoscerci meglio, si crea più spirito di squadra (?)» Mugugnai, stringendomi appena fra le spalle. Una domanda che non era una domanda ma lo era diventata, sì, ero piuttosto poco convinto di quello che dicevo. « È poi c'é questa cosa. Non so quanto ne sapete, ma io personalmente credo che
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    indipendentemente dalle inclinazioni personali, la politica non deve entrare a scuola, specie se è guidata da ragazzi del college ed è portata avanti unicamente da un'ideologia priva di contraddittorio. Voi cosa ne pensate? »
    - «Per quanto riguarda la politica, fastidio condiviso a parte, credo sia impossibile bandirla dal castello. Proprio il fatto che sia off limits inciterebbe i più coraggiosi ad appendere altre pubblicità, dato che il brivido del proibito sembra essere il trend del momento qui a scuola. E poi con internet le notizie circolano lo stesso.» La politica, un argomento off-limits per i Paciock da circa venti generazioni. Mio fratello non ci capiva niente, mia madre nemmeno, mio padre era già tanto se sapeva il nome del primo ministro ed io mi sforzavo di capire qualcosa ma ne sapevo si e no meno di tutti e quattro noi messi assieme. Il che era particolarmente strano per un attivista come me ma, insomma, salvare le puffole pigmee dall'estinzione o gli elfi dalla schiavitù non presupponeva avere conoscenze politiche approfondite. « Anch'io la penso esattamente così anche perchè, cioè, guardiamoci nelle palle degli occhi, l'anno scorso i Seniors con 'sta scusa della politica sono riusciti a sovrastare le cariche anche diqquà. Mo vabbè che la maggior parte di loro sono stati prefetti o caposcuola, però che palle, io non mi faccio spodestare da due deficienti che si credono Obama alla Casa Bianca solo perchè stanno al college. Io ve lo dico da subito, io non ho intenzione di farmi mettere i piedi in testa. Già quest'anno è difficile così senza prefetti - non so voi ma ho dovuto risolvere ottocentomila problemi nel giro di due giorni -, e poi è il mio ultimo anno e vorrei passarlo come Merlino comanda» Inarcai le sopracciglia, eloquente, benchè fossi poco credibile con un pigiama oversize addosso e le mani posate sui fianchi a mo' di rimprovero. Mi sentivo mia nonna. « Però anche io credo che sia impossibile bandire la politica, perchè come dice Domi - e vado già di soprannomi? PROPRIO CON DOMIZIANA? Mièscappato - c'è internet che comunque diffonde le notizie. Piuttosto secondo me dovremmo trovare un diversivo, qualcosa che distolga l'attenzione e ci metta sul piedistallo. » Li guardai uno ad uno, prima di annuire convinto, la stavo per sparare grossa « Secondo me il miglior modo di allontanare la politica dalla scuola, è portarla a scuola. Ascoltate, non è così assurdo se ci pensate! Tanto a breve inizieranno a formarsi i comitati per le feste studentesche, chi ci vieta di organizzare dei fintissimi partiti tra di noi, farci guerra per finta ed attirare l'attenzione così da distoglierla dai Giovani Merlini o altre cavolate siano emerse dall'inizio della scuola fino ad ora. Gli studenti si sentiranno molto più vicini ad una causa che li vede direttamente coinvolti - come la scuola - piuttosto che andare a guardare cose che in fin dei conti non li riguardano minimamente. Sarebbe tutto programmato e pilotato! » Eppure a me sembrava una bella trovata.
     
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