|
|
Come aveva fatto a finire in un pantano simile, neanche Scorpius lo sapeva. L'aspetto veramente frustrante della vicenda, poi, era che ci si era andato a ficcare da solo, senza alcun bisogno di spintarelle o sabotaggi altrui. Aveva voluto troppo e improvvisamente si era trovato con una patata bollente tra le mani. Fino a due giorni prima, infatti, Scorpius Malfoy non era altro che l'ennesimo rampollo di buona famiglia, con tutte le carte firmate e protocollate per poter frequentare il primo anno del corso di Magisprudenza, un appartamento a Londra e una smisurata ambizione. Fino a due giorni prima, faceva le ore piccole insieme a Ippolito e gli altri membri dello staff dei Giovani Merlini, il suo circolo politico, alla ricerca del tema più ghiotto su cui tuffarsi per iniziare a strillare nel bel mezzo della piazza pubblica; avevano trovato negli sfollati dell'ultima Guerra e su quella scia avevano rilasciato comunicati stampa e scritto Gufi al Ministero. Cioè, giusto per dar fiato alla bocca. Fino a due giorni prima, la sua unica preoccupazione era quella di reintrodursi in un gruppo di coetanei che aveva lasciato due anni prima, al momento del diploma a Hogwarts, per studiare in giro per l'Europa. Zurigo, Firenze, Bruxelles. Una parte di sé si era sentita esiliata, in una gabbia dorata ai confini d'Europa. E poi, lo spartiacque: il comizio dei Giovani Merlini nella piazza principale del campus di Hogsmeade. Là, tra una chiacchiera, una foto di gruppo e un discorso di circostanza, uno dei suoi storici amici aveva parlato dello Shame. Aveva parlato di rapimenti e al diavolo ogni possibilità di continuare con la serafica vita del ragazzino il cui unico problema è l'orario delle lezioni del primo semestre e la morbosa ambizione di diventare Ministro della Magia. Nate Douglas ci ha reso tutti testimoni di un molteplice sequestro di persona, dannazione! Come si gestisce qualcosa di tanto grave? Era roba da Wizengamot, da Auror e da altri tredici corpi speciali del ministero di cui a Scorpius neanche venivano in mente i nomi. Non certo un qualcosa da politicante alle prime armi. Avrebbe potuto cavalcare l'onda, ma si sa che se non surfi da Dio, rischi di cadere dalla tavola e affogare. Far finta di nulla, poi, era impossibile: sul palco del comizio, preso alla sprovvista, aveva messo in piedi un accorato appello alle vittime circa l'importanza della denuncia e la vicinanza delle istituzioni - ordinaria amministrazione, insomma - ma, a freddo, la situazione era tutt'altro che semplice. Ne avrebbe potuto parlare con Basil, lo Stregone Capo che per una fortunatissima coincidenza era anche lo zio di sua madre, ma era un'arma a doppio taglio; scomodare lo Stregone Capo significa esporsi e Scorpius aveva in mano null'altro che una testimonianza frettolosa e vecchia di mesi. Perché diavolo nessuno ha detto niente e Nate Douglas, di punto in bianco, si sveglia dal torpore delle vacanze estive per gettare questa bomba? Aveva bisogno di molto più che un racconto per procedere. In un marasma simile, zia Daphne era riapparsa come una madrina provvidenziale! Scorpius non aveva mai fatto mistero del fatto che il lato materno della famiglia fosse il suo preferito, uno dei tanti tasti dolenti del proprio rapporto con suo padre Draco, e Daphne Greengrass lo era sempre stata in modo particolare. Soprattutto dopo il diploma, si era rivisto molto in lei: una donna in carriera, forte e indipendente, che viaggia tantissimo e mangia carne di avvocatucoli d'ufficio perdenti a colazione. Se si era iscritto a Magisprudenza, sotto sotto, era anche perché sua zia l'aveva ispirato e non poteva esserci un corso migliore per un oratore quale si sentiva. Le aveva mandato un messaggio il giorno dopo il comizio, aveva assolutamente necessità di tornare con i piedi per terra e affrontare il proprio pantano con la maggior razionalità possibile. Archer Prince, in questo, non l'aveva aiutato affatto; il suo vecchio amico gli aveva confessato di aver sempre provato per lui un interesse tutt'altro che amichevole, avevano continuato la conversazione a casa di lui e dopo una pioggia torrenziale e qualche bicchiere di troppo, Scorpius ne era uscito.. scosso. Per una sera aveva dimenticato tutto, le grandi speranze e i propri demoni. Aveva dimenticato perfino che, oltre l'uscio dell'appartamento di Archie, a Scorpius Malfoy piacciono le donne e così gli altri avrebbero dovuto continuare a pensare. A distanza di due giorni, quasi riusciva a percepire ancora il profumo dell'amico, che sapeva di liberazione, di sfogo e al tempo stesso di confusione totale. Sua zia l'avrebbe senza dubbio aiutato, ne era certo; aveva scoperto che era ritornata in patria e colse allora la palla al balzo per offrirle un appuntamento. Si incontrarono alla caffetteria Starbucks, un luogo di certo inusuale per entrambi e, proprio per questo, perfetto per parlare. Daphne Greengrass poi era una donna che non accennava a voler invecchiare neppure di un'ora, quasi avrebbero potuto scambiarla per una studentessa!, e Scorpius intendeva dare di sé l'immagine del tipico ragazzo della porta accanto, talmente alla mano da passare le sue ore in una delle più popolari catene mondiali. Chi mai voterebbe un ricco rampollo che fa il suo brunch al country club? Meglio mettere la croce sul ragazzo gentile che possiamo trovare tra di noi quando meno ce l'aspettiamo. Arrivò con qualche minuto di anticipo nel locale già affollato e, in punta di piedi, cercò la chioma dorata della zia che individuò al bancone, seduta come una regina in mezzo ai cortigiani. Ci sarebbe arrivato al volo se una ragazzina con l'apparecchio ai denti non l'avesse bloccato. « Un belliffimo difcorfo domenica, Fcorpiuf! » Il ragazzo si bloccò a guardarla, incontri del genere non gli capitavano quasi mai a Hogwarts; ai tempi, non era poi molto diverso da tutti gli altri ragazzini viziati e con la puzza sotto il naso. « Io fono Farah, mi fono tefferata ai Merlini! » e gli mostrò, tutta giuliva, la tesserina provvisoria che le avevano fornito. A quel punto, Malfoy non poté far altro che sorriderle e abbracciarla. « Allora, sono molto contento di averti conosciuto.. Sarah. Ti arriverà una mail con la data del prossimo incontro, che credo faremo la settimana prossima. Sai, per discutere su come procedere. » Ovvero, io deciderò come procedere e comunicherò la decisione presa a tutti gli altri. Se ci fossero pareri discordanti, li convincerò. « Ora devo proprio andare, davvero. Seguimi su Wiztagram! » Solo quando le ebbe dato le spalle, alzò gli occhi al cielo con un tiepido sospiro e marciò in fretta in direzione della zia, pronto ad evitare qualunque altra interruzione. Si liberò di fortuna un posto accanto e lei e ci si infilò di gran carriera, stampandosi in faccia un sorriso a trentadue denti. « Eccomi zia, ciao! Sono felicissimo di vederti! Sei sempre mozzafiato. » Si sporse per abbracciarla, in un moto di sincero affetto. Non avevano poi modo di frequentarsi assiduamente, ma incontrarla di nuovo era sempre una gioia. Attirò l'attenzione del barista con un cenno del braccio. « Ciao, io prendo un caffè lungo latte e caramello e.. tu cosa prendi? » Lasciò alla zia Daphne il tempo di ordinare che il barista li lasciò nuovamente soli. « Ti avrei voluto scrivere prima, quando sono tornato in Inghilterra, ma a sorpresa papà mi ha chiesto di andare con Lyra e mamma in Francia.. e poi tra l'immatricolazione e il comizio che ho organizzato, è stato un macello! Però.. meglio tardi che mai, no? »
|
|