Buon sangue non mente

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    Roccia Del Drago

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    «E con questo dichiaro il caso chiuso. L’udienza è tolta!»
    Due colpi di martello da parte del giudice avevano decretato la fine di quel processo durato per ben tre ore e mezza. La sala iniziò pian piano a svuotarsi, lasciando infine i vincitori di quella battaglia dai colpi ben assestati. La provocazione era alla base del suo lavoro, senza contare che per tutta la vita aveva fatto solo che quello. Dai tempi della scuola, fino a lì.
    Alzandosi dalla sedia, Daphne Greengrass non poté fare a meno di ghignare in modo fin troppo evidente, lanciando uno sguardo in direzione della controparte. Il suo cliente si aggiudicava un bel bottino e lei un piccolo extra per aver ricavato le informazioni che avevano cambiato le carte in tavola. In questo era sempre stata molto brava. Ma doveva ammettere che, alla lunga, quei piccoli processi senza reali motivazioni iniziavano ad annoiarla. Insomma, era diventato fin troppo facile ed era stanca di dover difendere proprietari di allevamenti di draghi che accusavano di essere molestati dai vicini. E per cosa poi? Per un pezzo di terra in meno.
    Tuttavia, doveva ammettere che di casi complicati, nella sua carriera, ne aveva avuti. E forse Daphne chiedeva solo quello. Vincere un processo di quel calibro, ormai, era come scommettere di scolarsi due bottiglie di rum di ribes rosso senza collassare. I suoi tempi d’oro avevano visto anche quella bravata e, al solo pensiero, ne assaporò nuovamente gli attimi, quei frammenti che ogni tanto tornavano a disturbarla senza renderla troppo sentimentale. Almeno fino al momento di levare l’ancora, salutando calorosamente i suoi clienti e raccomandandoli di passare nel suo studio, la mattina seguente. Era un bene accertarsi che la sua seconda mansione, ovvero sedersi a contare soldi, non avesse intoppi di alcun tipo.
    Uscendo dall’aula, Daphne si tolse la veste color prugna, cambiandosi con abiti più… da lei. Attraversò il corridoio del Ministero, stingendo in una mano l’elegante borsa di un raffinato marchio, in tinta perfetta con la sua camicetta bianca dal profondo scollo e la gonna nera con uno spacco vertiginoso, e andando dritta alla sua prossima metà. Era stanca di fermarsi a pranzare sempre con le solite facce, le solite storie, le solite lamentele. Quel giorno avrebbe fatto qualcosa di molto diverso che dar retta ad allevatori di draghi che si contendevano pochi centimetri di terra in più o in meno.
    La sua carriera aveva bisogno di una svolta. Ma non di una svolta monetaria, anche se non ne aveva mai abbastanza vista la sua ingordigia in fatto di denaro, benché di una di notorietà. La sua ambizione era grande, forse oltre ogni previsione ma non si sarebbe arresa. Avrebbe sacrificato anche l’ultimo giorno della sua vita dentro quelle aule ma ci sarebbe riuscita. Sì, anche a costo di scendere a mezzi di conoscenze intime, come elegantemente li chiamava lei. E quasi non le scappò da ridere in mezzo al corridoio, al solo pensiero.
    Per Salazar se ci riesco! Pensò con un solito ghigno vittorioso, degna di una fiera ex Serpeverde, beffeggiandosi del mondo e rispondendo al saluto di alcuni colleghi con la stessa enfasi con la quale si rientra dalle vacanze. E anche lei, per un certo senso, non vedeva l’ora di programmare le sue. Già aveva un quadro completo della situazione: lei, dall’altra parte del mondo, con i suoi soldi e il suo visino angelico pronta a divertirsi. Avrebbe dovuto pazientare ancora un po' e avrebbe detto, di nuovo e per poco, addio all’aria di Londra.
    Ma prima non poteva non andare a salutare qualcuno. Una persona, forse tra le poche care al suo cuore, quelle erano davvero contate. Come un circolo alla quale erano ammessi pochissimi soggetti e ben selezionati. Il suo soggetto in questione ci era entrato di diritto. Pochi giorni dopo essere tornata dall’ultimo suo viaggio, aveva ricevuto una lettera dal suo caro nipote, Scorpius. L’ultima volta che l’aveva visto… non lo ricordava neanche, ma era certa che fosse passato del tempo. Troppo. Ed entrambi avevano concordato che valeva la pena vedersi. Era tremendamente curiosa di vedere con quale bel ragazzo aveva a che fare! Scosse la testa, arrivando finalmente alla sua destinazione. Il campus non era popolatissimo, verso quell’ora, e forse era un bene. Non che le dispiacesse essere guardata da dei giovani studenti maschi con i bollori a mille. Del resto, le cose belle venivano create per essere guardate e ammirate, magari seguito da un sospiro teatrale di chi guarda qualcosa ma sa di non poterla conquistare facilmente.
    Lasciò scorrere i suoi pensieri di caccia, dal momento in cui mise piede nella caffetteria dove aveva appuntamento con suo nipote. Prendendo posto al bancone con tanto di regale accavallamento di gambe che scoprivano parte di pelle, Daphne ripeté il nome del locale. Doveva pur far qualcosa, nell’attesa. «Starbucks.»
     
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    Come aveva fatto a finire in un pantano simile, neanche Scorpius lo sapeva. L'aspetto veramente frustrante della vicenda, poi, era che ci si era andato a ficcare da solo, senza alcun bisogno di spintarelle o sabotaggi altrui. Aveva voluto troppo e improvvisamente si era trovato con una patata bollente tra le mani. Fino a due giorni prima, infatti, Scorpius Malfoy non era altro che l'ennesimo rampollo di buona famiglia, con tutte le carte firmate e protocollate per poter frequentare il primo anno del corso di Magisprudenza, un appartamento a Londra e una smisurata ambizione. Fino a due giorni prima, faceva le ore piccole insieme a Ippolito e gli altri membri dello staff dei Giovani Merlini, il suo circolo politico, alla ricerca del tema più ghiotto su cui tuffarsi per iniziare a strillare nel bel mezzo della piazza pubblica; avevano trovato negli sfollati dell'ultima Guerra e su quella scia avevano rilasciato comunicati stampa e scritto Gufi al Ministero. Cioè, giusto per dar fiato alla bocca. Fino a due giorni prima, la sua unica preoccupazione era quella di reintrodursi in un gruppo di coetanei che aveva lasciato due anni prima, al momento del diploma a Hogwarts, per studiare in giro per l'Europa. Zurigo, Firenze, Bruxelles. Una parte di sé si era sentita esiliata, in una gabbia dorata ai confini d'Europa. E poi, lo spartiacque: il comizio dei Giovani Merlini nella piazza principale del campus di Hogsmeade. Là, tra una chiacchiera, una foto di gruppo e un discorso di circostanza, uno dei suoi storici amici aveva parlato dello Shame. Aveva parlato di rapimenti e al diavolo ogni possibilità di continuare con la serafica vita del ragazzino il cui unico problema è l'orario delle lezioni del primo semestre e la morbosa ambizione di diventare Ministro della Magia. Nate Douglas ci ha reso tutti testimoni di un molteplice sequestro di persona, dannazione! Come si gestisce qualcosa di tanto grave? Era roba da Wizengamot, da Auror e da altri tredici corpi speciali del ministero di cui a Scorpius neanche venivano in mente i nomi. Non certo un qualcosa da politicante alle prime armi. Avrebbe potuto cavalcare l'onda, ma si sa che se non surfi da Dio, rischi di cadere dalla tavola e affogare. Far finta di nulla, poi, era impossibile: sul palco del comizio, preso alla sprovvista, aveva messo in piedi un accorato appello alle vittime circa l'importanza della denuncia e la vicinanza delle istituzioni - ordinaria amministrazione, insomma - ma, a freddo, la situazione era tutt'altro che semplice. Ne avrebbe potuto parlare con Basil, lo Stregone Capo che per una fortunatissima coincidenza era anche lo zio di sua madre, ma era un'arma a doppio taglio; scomodare lo Stregone Capo significa esporsi e Scorpius aveva in mano null'altro che una testimonianza frettolosa e vecchia di mesi. Perché diavolo nessuno ha detto niente e Nate Douglas, di punto in bianco, si sveglia dal torpore delle vacanze estive per gettare questa bomba? Aveva bisogno di molto più che un racconto per procedere. In un marasma simile, zia Daphne era riapparsa come una madrina provvidenziale! Scorpius non aveva mai fatto mistero del fatto che il lato materno della famiglia fosse il suo preferito, uno dei tanti tasti dolenti del proprio rapporto con suo padre Draco, e Daphne Greengrass lo era sempre stata in modo particolare. Soprattutto dopo il diploma, si era rivisto molto in lei: una donna in carriera, forte e indipendente, che viaggia tantissimo e mangia carne di avvocatucoli d'ufficio perdenti a colazione. Se si era iscritto a Magisprudenza, sotto sotto, era anche perché sua zia l'aveva ispirato e non poteva esserci un corso migliore per un oratore quale si sentiva. Le aveva mandato un messaggio il giorno dopo il comizio, aveva assolutamente necessità di tornare con i piedi per terra e affrontare il proprio pantano con la maggior razionalità possibile. Archer Prince, in questo, non l'aveva aiutato affatto; il suo vecchio amico gli aveva confessato di aver sempre provato per lui un interesse tutt'altro che amichevole, avevano continuato la conversazione a casa di lui e dopo una pioggia torrenziale e qualche bicchiere di troppo, Scorpius ne era uscito.. scosso. Per una sera aveva dimenticato tutto, le grandi speranze e i propri demoni. Aveva dimenticato perfino che, oltre l'uscio dell'appartamento di Archie, a Scorpius Malfoy piacciono le donne e così gli altri avrebbero dovuto continuare a pensare. A distanza di due giorni, quasi riusciva a percepire ancora il profumo dell'amico, che sapeva di liberazione, di sfogo e al tempo stesso di confusione totale. Sua zia l'avrebbe senza dubbio aiutato, ne era certo; aveva scoperto che era ritornata in patria e colse allora la palla al balzo per offrirle un appuntamento.
    giphy
    Si incontrarono alla caffetteria Starbucks, un luogo di certo inusuale per entrambi e, proprio per questo, perfetto per parlare. Daphne Greengrass poi era una donna che non accennava a voler invecchiare neppure di un'ora, quasi avrebbero potuto scambiarla per una studentessa!, e Scorpius intendeva dare di sé l'immagine del tipico ragazzo della porta accanto, talmente alla mano da passare le sue ore in una delle più popolari catene mondiali. Chi mai voterebbe un ricco rampollo che fa il suo brunch al country club? Meglio mettere la croce sul ragazzo gentile che possiamo trovare tra di noi quando meno ce l'aspettiamo. Arrivò con qualche minuto di anticipo nel locale già affollato e, in punta di piedi, cercò la chioma dorata della zia che individuò al bancone, seduta come una regina in mezzo ai cortigiani. Ci sarebbe arrivato al volo se una ragazzina con l'apparecchio ai denti non l'avesse bloccato. « Un belliffimo difcorfo domenica, Fcorpiuf! » Il ragazzo si bloccò a guardarla, incontri del genere non gli capitavano quasi mai a Hogwarts; ai tempi, non era poi molto diverso da tutti gli altri ragazzini viziati e con la puzza sotto il naso. « Io fono Farah, mi fono tefferata ai Merlini! » e gli mostrò, tutta giuliva, la tesserina provvisoria che le avevano fornito. A quel punto, Malfoy non poté far altro che sorriderle e abbracciarla. « Allora, sono molto contento di averti conosciuto.. Sarah. Ti arriverà una mail con la data del prossimo incontro, che credo faremo la settimana prossima. Sai, per discutere su come procedere. » Ovvero, io deciderò come procedere e comunicherò la decisione presa a tutti gli altri. Se ci fossero pareri discordanti, li convincerò. « Ora devo proprio andare, davvero. Seguimi su Wiztagram! » Solo quando le ebbe dato le spalle, alzò gli occhi al cielo con un tiepido sospiro e marciò in fretta in direzione della zia, pronto ad evitare qualunque altra interruzione. Si liberò di fortuna un posto accanto e lei e ci si infilò di gran carriera, stampandosi in faccia un sorriso a trentadue denti. « Eccomi zia, ciao! Sono felicissimo di vederti! Sei sempre mozzafiato. » Si sporse per abbracciarla, in un moto di sincero affetto. Non avevano poi modo di frequentarsi assiduamente, ma incontrarla di nuovo era sempre una gioia. Attirò l'attenzione del barista con un cenno del braccio. « Ciao, io prendo un caffè lungo latte e caramello e.. tu cosa prendi? » Lasciò alla zia Daphne il tempo di ordinare che il barista li lasciò nuovamente soli. « Ti avrei voluto scrivere prima, quando sono tornato in Inghilterra, ma a sorpresa papà mi ha chiesto di andare con Lyra e mamma in Francia.. e poi tra l'immatricolazione e il comizio che ho organizzato, è stato un macello! Però.. meglio tardi che mai, no? »

     
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