Adattarsi alle norme di comportamento e allo stile di vita di Hogwarts, per un
ragazzo di vita come Jonas, non era il più semplice degli obiettivi. Non era finito il secondo mese che già aveva rischiato di finire dal preside almeno una decina di volte e in diverse situazioni ci sarebbe pure finito, se Janis non gli avesse parato il fondoschiena. Una sorella caposcuola faceva parecchio comodo, si ritrovò ad ammettere. Ma Janis era all'ultimo anno e Jonas, che invece frequentava il terzo in mezzo ad una mandria di tredicenni sottosviluppati, si ritrovava sguarnito della voce della coscienza proprio a orario lezioni. I suoi compagni di corso erano divisi tra chi vedeva in lui una simpatica macchietta, chi un bullo e chi semplicemente un deficiente; in ogni caso, era riuscito a diventare ben presto una figura trainante della classe.. cosa non sempre positiva. Basti vedere la lezione di trasfigurazione di quel giorno. Il professor Clemént faceva da supplente fintanto che la cattedra non veniva assegnata ad un professore di ruolo e quella mattina aveva deciso di fare un ripasso sui principali incanti del secondo, compreso il Feraverto. Ad ogni studente era stato consegnato un piccolo animaletto - l'aula era piena di criceti, pulcini e topolini da laboratorio - con lo scopo di trasformarlo in un calice d'acqua. Jonas aveva preso il suo roditore tra le dita e, guardandolo nel fondo degli occhietti, aveva capito che quel sorcetto faceva proprio una vita da cani.
« Te chiamo Hamtaro che me pari proprio er sorcio della tivvù! » Tra i due, il cui quoziente intellettivo probabilmente non si discostava più di tanto, si instaurò subito una magica alchimia. Così, quando il professor Clemént prese a ricapitolare l'incantesimo, dando tutte le istruzioni per trasfigurare i piccoli animaletti, Jonas esplose in un poco consono:
« Aaaaaa coso ma che ti se' ammattito? » Non era la prima né sarebbe stata l'ultima volta che Jonas Jones parlava senza essere interpellato, tanto più aveva alzato la mano per prendere parola.
Figurarsi per insultare il professore. Ma, nel suo branco di tredicenni, lui che era più grande - ma non tanto più alto - più grosso e più indisciplinato di loro, si sentiva una specie di alpha.
« C'è qualcosa problema, monsieur Jones? » chiese il trasfiguratore, seguendo le decine di sguardi puntati sul rosso, di capelli e di casata. E anche un po' di faccia, perché una sorta di intestina collera gli stava montando dentro. Da quando era diventato lycan
e non sapeva proprio il perché, il suo già di per sé belligerante caratterino era diventato ancora più insofferente e bastava un nonnulla per farlo esplodere di eccessi d'ira.
« Embe'? Pure l'indiano fa', che il franscese mangialumache nun te bbasta? Anvedi te questo, prima vole manda' al criatore sti sorcetti e ora pure orecchie da mercante mi fa!! » Un silenzio di gelo calò nell'aula, rotto solo da qualche squittio qua e là tra i banchi degli alunni. Il professore, pietrificato, si avvicinò al banco del grifondoro, il quale era già scattato in piedi, con Hamtaro sul ciuffo pel di carota.
« Non credo di aver capito bene, monsieur Jones. Puo' ripetere? » Gli occhi dei compagni indugiavano dal supplente all'americano, che si ficcò una mano sul fianco e una, aperta, rivolta verso l'uomo con fare di sfida.
« Aaaaa mangialumachee, ma che pure scemo sei? T'ho detto che tu 'sto sorcio nun lo tocchi!! Ringrazia che nun sò na spia o la soffiata al WWF manco la madonnina te a levava!! » e Greta Thumberg spostati. E le bocche dei tredicenni si spalancarono, stupefatte. Nessuno aveva mai insultato così apertamente un professore, anche se supplente! Equivaleva a scavarsi la fossa da soli, specie perché a scuola ci sarebbero dovuti stare altri quattro anni.
E sicuro qualcuno di più, per Jonas Jones. Se non lo avessero cacciato prima. C'è chi avrebbe giurato di aver visto spuntare una pericolosa vena nella fronte del supplente e di avergli visto stringere la bacchetta in maniera assai poco rassicurante. A posteriori, il professor Clemént avrebbe ammesso di aver pensato di voler trasfigurare Jonas Jones
prima in un furetto e
poi in un calice d'acqua. Ma l'unica cosa che fece fu indicare la porta dell'aula.
« Fuori. FUORI! » Con un muso più lungo di lui, Jonas non si premurò neppure di recuperare le proprie cose sparse sul banco.
« Annamo Hamtaro! Qui nun ce vojono. » e marciò a passo pesante verso la porta. Con il criceto ancora sulla testa e lo stesso passo pesante, scese di un piano e si andò a ficcare in un corridoio laterale nei pressi del ripostiglio delle scope, dove si buttò a peso morto in una nicchia nel muro. A quell'ora la maggior parte degli studenti era a lezione e con loro i professori. Si guardò intorno con fare circospetto.
« Via libera Hamta'. » Si tolse la stupida tunica nera bordata di rosso, che appallottolò e buttò da una parte e rimase a maniche di camicia arrotolate; dalla tasca dei pantaloni, cacciò fuori una cartina e una manciata di tabacco.
« Le civette di Hogwarts mi hanno detto che qualcuno è stato appena sbattuto fuori...ma indovina un po'?! Non sei il solo. » Una voce conosciuta gli fece girare la faccia sulla spalla, per vedere che uno dei suoi primi amici di Hogwarts era giunto in tempo per fargli compagnia.
« Abbelloooo! Cia'! » Tenne in equilibrio su una mano la sigaretta non ancora arrotolata e lo salutò facendo battere le loro mani amichevole.
« Dici che se mangialumache desse una botta alla signora Anderson smetterebbero entrambi di essere una spina nel culo? » Con lo sguardo fisso sul lavoro manuale che stava facendo, si mise a ridere sotto i baffi.
« Seh, lallero! Anvedi però che linguacciute in culo sono 'ste civette de Hogwàrts! » Nemmeno il tempo di essere sbattuto fuori che già si davano al pettegolezzo, cosa normalissima per delle ragazzine di tredici anni. Alzò gli occhi quando Harvey gli porse il pacchetto di sigarette, ma Jonas rifiutò.
« Oggi offre 'a casa, tie'! Una Jones pura 100% tabbacco de qualità made in USA! » e lanciò la cartina arrotolata verso il serpeverde, prima di riacciuffare dalla tasca tutti gli ingredienti e prepararsene una per sé.
« Ah quasi dimenticavo...questo week end uscita libera, che ne dici di un falò, una tenda e nessun rompicoglioni? » Una certa luce di infantile divertimento brillò negli occhi scuri di Jonas. Da quant'era che non si prendeva un weekend intero per divertirsi? Sicuramente da prima che partisse per la Gran Bretagna.. anche perché, di amici con cui divertirsi, ne poteva contare sulle dita di una mano. Monca.
« Che idea gagliarda! Daje, ce sto! » Ai tempi di Ilvermorny era andato tantissime volte in campeggio al lago, ma quando era ritornato a Venice l'oceano era ad un passo da casa e non aveva sentito più il bisogno di rifugiarsi altrove.
Che poi non ho neppure un sacco a pelo ma sticazzi. Quando me trasformo ho pure troppo pelo. E a proposito di cose che non aveva.
« Senti maaaaa.. che un manico de scopa in più cell'hai? Che 'o porti ndo cazzo andiamo? » Finì di girarsi la sigaretta e la accese a entrambi, sbirciando prima a destra e a sinistra che non ci fosse il custode di torno.
« Ho fatto domanda pe' 'a squadra de quidditch, ho le selezioni.. boh, 'a settimana che vviene. Magari giochiamo un po'.. se te va eh! »