Too much is never enough

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.      
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    473
    Reputation
    0

    Status
    Anonymes!
    E' talmente abituata a fare di tutto per farsi detestare da sua madre che, quando le arriva una strilettera, a differenza di sua sorella Liv, il suo umore ne trae giovamento. E' nei momenti in cui le ottave nel tono di voce di Cassandra Black salgono talmente tanto, da farle credere che stia per strozzarsi, da un momento all'altro, che Max sorride, alzando lo sguardo, con orgoglio, per guardarsi attorno, nella speranza di incontrare gli sguardi di quei quattro o cinque ficcanaso che non sanno farsi i cazzi propri, dai loro tavoli. Ed è così che ora guarda il ragazzino di Tassorosso che la stava fissando, fino a quel momento. Continua a guardarlo, con la speranza che, prima o poi, la curiosità lo colga nuovamente e rialzi quei suoi due occhi da porcellino, andandoli a posare sulla ragazza la cui madre - o meglio, le sue urla - stanno inondando la Sala Grande. Forza, chi è il prossimo che vuole farsi avanti? Ricerca quelle occhiate inopportune, quasi le ritenesse il suo degno premio per tutto lo sforzo che impiega nel far incazzare sua madre. « E che ti sia chiaro, Maxime, questo è l'ultimo avvertimento. » La lettera, dalla lunga lingua di carta che le carezza la guancia, tanto è avvelenata e piena di patos, prosegue nella sua invettiva, mentre la moretta si stringe nelle spalle, in un sorriso divertito, prima che il cucchiaio si tuffi nuovamente nel latte, alla ricerca dell'ennesimo cerchietto di cioccolato. « Scommettiamo per quanto ancora tirerà avanti? Venti galeoni che non la finisce prima di dire che sono tutta mia padre e che sono impossibile come lui. » Butta là, la scommessa, prima di incrociare gli occhi di Nana e poco dopo quelli di Saw. Scoppiano a ridere tutte e tre, noncuranti e ormai, onestamente, abituate a quella specie di rituale che si ripresenta quasi ogni giovedì mattina, durante l'ora della posta. E' quasi confortante sentire le urla di quella pazza allietare la loro colazione, come un sottofondo di puro e magico metal, accompagnato da un'ampia sessione di growling. « Non siamo nemmeno a due mesi dall'inizio della scuola, che mi sono già arrivate due lettere. DUE, MAXIME. Difesa Contro le Arti Oscure, poi, ma seriamente? » La lettera sospira e Max riesce ad immaginarsi la megera mentre la scrive, con tanto accoramento, con tanto trasporto, quasi da risultare una madre premurosa e attenta veramente ai bisogni della figlia. « Max, ti prego, falla smettere. » Dal tavolo di Grifondoro, si alza la vocina di Liv. La mora si volta a guardarla e un sorriso furbo si dipinge sulle sue labbra. « E il divertimento dove sarebbe, scusa? » Le risponde, con un ghigno. « Non posso di certo privare nostra madre dei suoi fan. Guarda come la reclamano. » Alza le sopracciglia, andando ad indicarle, uno ad uno, i ragazzi che la stanno guardando, gli stessi che distolgono lo sguardo, imbarazzati dell'essere colti in flagrante e con le mani nel sacco. « Vedi di rigare dritto, signorina, altrimenti sai come andrà a finire. » Che mi manderai un altro paio di strilettere? Magico. Commenta, tra sé e sé, portandosi nuovamente il cucchiaio alla bocca. « Intanto, per farti capire quanto sono seria, io e il professor Morgenstern abbiamo avuto un incontro. E abbiamo deciso che verrai seguita da un tuo compagno di scuola per colmare le lacune e cercare di arrivare a fine anno con una parvenza di base culturale. » La mora si strozza con il latte. Lo manda giù, velocemente, con gli occhi cristallini che si gonfiano di lacrime, per poi cominciare a tossire, completamente rossa in volto. « Ma col cazzo. » Sbraita, con una mano che si alza in aria per agguantare la lettera. Tenta di prenderla, invano. « Spero che coglierai l'opportunità, riconoscendo la vera occasione che ti viene offerta. L'ennesima. Buona giornata, tesoro. » La busta rossa si piega su se stessa, per poi oscillare, lentamente, verso il tavolo. Max ha gli occhi fuori dalle orbite, mentre stringe un pugno e guarda il pezzo di carta in cagnesco, prima di stracciarlo in mille pezzi. « Ah. Finalmente sta zitta. Come se nulla fosse successo. » Sciabola le sopracciglia in direzione delle amiche, prima di sorridere, convinta di aver appena messo il punto finale di quella storia. E come si sbaglia.
    Viene contatta dal professore di DCAO, che la rende partecipe che incontrerà il suo tutor quello stesso pomeriggio. E' tutto già programmato, a sua insaputa. Cillian Doherty, un nome che le è completamente nuovo. Non per passare per la snob di turno, ma si guarda poco intorno. Per lei sono importanti soltanto Nana, Saw e..basta. Non le è mai interessato di avere amici al di fuori di loro, di conoscere gente, fin troppo presa dall'idea che possa essere più interessata al successo di cui sarebbe inondata nell'avere una modella come lei tra le conoscenza che veramente alla sua amicizia. Pochi, ma buoni. Da sempre questo è il suo mantra, andandosi ad accentuare non appena ha rimesso piede in quel castello, lì dove la cosa più dolce che si sente dire dietro è "Ma non era crepata quella tossica?" E, come se non bastasse la sua totale sfiducia nel genere umano, ci si mette anche quella bagascia di sua madre. Con le sue stronzate riguardo il finire la scuola, finire gli studi decentemente. Ma se io non so nemmeno se ci arrivo a diciotto anni. Pensa, nello stesso istante in cui si sente pervasa da un impellente bisogno di fumare qualcosa. Di farsi di qualcosa. Di assentarsi da quello schifo e smettere di essere lucida e vigile giusto per qualche ora. Per uscire da quella realtà che, a dirla tutta, le fa non poco ribrezzo, eccetto qualche eccezionale costante. Si tasta la gonna - divenuta fin troppo mini - alla ricerca di qualcosa sul fondo delle tasche incantate. Ma niente, nemmeno una stracazzo di sigaretta, o perlomeno una sua parvenza. In compenso, trova il pacchetto di Api Frizzole che le ha regalato Liv la sera prima e decide di darci dentro con quelle, mentre si avvia verso il salone ricreativo. E' la prima volta che ci mette piede per studiare, effettivamente. Solitamente ci ha sempre fatto, beh, qualcosa di ricreativo, ma non dello stesso tipo inteso dal regolamento scolastico, questo è sicuro. Si butta in bocca la quarta, con gli occhi che si lucidano per il pizzicore piacevole che le provoca la caramella sulla punta della lingua, quando adocchia il ragazzo. O meglio, crede sia lui, dopo aver degnato di un'occhiata gli altri quattro presenti, oltre loro. Due sono ragazze e quindi niente, escluse a prescindere, l'altro ragazzo ha due fondi di bottiglia al posto degli occhiali e il naso appiccicato al libro che sta leggendo. Spera, Max, che non sia lui il suo tutor, perché sa già che andrebbe con il finire a litigarci sul fatto che lui sia troppo più intelligente di lei. Matematico. Così si avvicina all'altro, immerso anche lui in una lettura, ma perlomeno ha l'aria meno da disadattato, l'odore di erba che percepisce, non appena le si fa più vicina, glielo fa pensare all'istante. « Sei tu Cillian? » Le domanda, con le mani che scivolano sopra il tavolo, davanti a lui, andandosi ad arpionarsi ai suoi angoli. « Cosa ti hanno promesso? Crediti formativi anticipati per il college? » Sembri proprio uno di quelli che non vede l'ora di specializzarsi in qualcosa nel prossimo step che il nostro servizio scolastico ci offre. Gli occhi da gatta scivolano sul suo petto, a riconoscere i colori di Corvonero sulla sua cravatta. « Oh, capisco tutto ora... » sorride, maliziosamente. « Dimmi perlomeno che ti valgo un sacco di punti per la Coppa. » Sospira. A lei, tutta quella storia dei punti, della corsa alla Coppa delle Case, non è mai fregata davvero nulla, ma non è un mistero che alcuni tra gli studenti farebbero carte pazze per ottenere più punti e prestigio per la propria casata. Al contrario suo che solitamente si ritrova a far perdere punti a Serpeverde, anche quando non ha davvero intenzione di mettercisi di impegno affinché questo accada. « Allora, devi essere proprio bravo se mister paloinculo ti ha scelto da mandare al patibolo. Cosa mi vuole insegnare, professore? » Gli chiede, prendendo posto di fronte a lei, con un sorriso furbo sulle labbra, di chi la sa lunga. « Sappia che sono molto più brava nella pratica che nella teoria. »
     
    .
0 replies since 17/10/2019, 19:03   69 views
  Share  
.