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    « Quanto è curioso tutto ciò? » Si piega leggermente in direzione di Thomas, mentre parla a bassa voce, sì da non interrompere il silenzio quasi tombale di quegli uffici, allietato unicamente dal rumore di fogli, macchine da scrivere e promemoria che svolazzano da una scrivania ad un'altra seppur con ordine. « Che tra tutte le persone con cui potevo capitare per questa cosa, scelgono proprio te. Come se non ne avessi già abbastanza della tua faccia. Ho come la sensazione che la Ministra l'abbia quasi fatto apposta. » Nate e Thomas se ne stanno seduti su due comode poltrone dell'atrio dell'Ufficio del Ministro della Magia, e chiunque li adocchiasse in questo preciso istante potrebbe confermare che non c'è nulla di fuori posto. Le gambe accavallate e le espressioni rilassate, chiacchierano e si lasciano andare di tanto in tanto a qualche risata dai toni moderati, ben attenti a non disturbare in alcun modo l'ambiente professionale che li circonda. Coi loro completi da giovani perbene, i saluti e le strette di mano cordiali che hanno rivolto al personale non appena entrati, sembrano perfettamente a loro agio in quell'ambiente. Se da una parte Montgomery e Douglas sono bravi a dissimulare, dall'altra quella non è nemmeno la prima volta che si ritrovano in quegli uffici. Nathan è già stato lì più volte in compagnia di suo padre, per ultimo durante il colloquio avuto con Alek Marchand prima di entrare a far parte dell'Inquisizione.
    Di certo in quell'ufficio nello specifico non era mai stato convocato personalmente, e la questione dei tirocini gli sarebbe parsa proprio un nonnulla, se non fosse stata proprio la Ministra in persona a convocarli. Thomas e Nate avevano rimuginato per del tempo sulle motivazioni per cui ad una mansione tipicamente da segretario, o da Responsabile degli Uffici di formazione dell'Università, fosse direttamente subentrata Eurus Flamel in persona. Dopo tante ipotesi lanciate per aria i due Serpeverde avevano però rinunciato a tentare di capire la ratio della cosa, e avevano semplicemente risposto affermativamente all'invito arrivato con sigillo ministeriale. In primis perché, ovviamente, un colloquio con la più alta istituzione del mondo magico, qualunque sia la motivazione, perfino la più stupida, non va mai rifiutato; e poi perché Nate per lo meno non vedeva l'ora di poter cogliere l'occasione di far sapere alla Ministra ciò che pensava riguardo a quello stupido posizionamento ad Azkaban, al lavoro pressoché inutile che gli era stato dato da svolgere e alla generale insensatezza di tutto il programma. Se l'obiettivo è quello di tenere aggiornato il Ministero circa l'andamento dei tirocini alla prigione di Azkaban, Nate si ritiene la persona più adeguata a fornire una relazione adeguata. In parte, certo, dubita dell'utilità di Thomas, che ha visto divertirsi fin troppo negli scorsi mesi in quanto Social Media Manager della prigione, ma conosce il ragazzo abbastanza bene da sapere che non gli metterà i bastoni tra le ruote, specie perché sa quanto questo argomento gli sia caro.
    « Finalmente. » Dopo minuti e minuti d'attesa, l'assistente personale della Ministra indica loro la porta, invitandoli ad entrare. Il giovane Serpeverde bussa leggermente, con educazione, prima di aprire la porta. Eurus Flamel è seduta alla propria scrivania, e nel medesimo istante in cui Nate ne scorge la figura, si rende conto di non averla mai vista prima di presenza, e solo sui giornali. Possibile che non l'abbia mai incrociata prima, né vista di sfuggita, a qualche serata? « Buongiorno, signora Ministra. » Nate si chiude la porta alle proprie spalle e, insieme a Thomas, avanza all'interno dell'ufficio. Nota subito quanto sia diverso da come se lo ricorda, ai tempi di Marchand. Si allunga oltre la scrivania, per stringerle la mano con cordialità. Evita di proposito il baciamano, perché poco professionale. « Mi chiamo Nate Douglas, e sono uno studente di Magisprudenza. È davvero un piacere incontrarla. » Lascia che anche Thomas si presenti, prima di continuare. « Negli ultimi mesi abbiamo svolto entrambi il tirocinio curricolare nella prigione di Azkaban. » Aggiunge, per chiarire al meglio il quadro alla donna, che immagina sia più che bombardata di informazioni quotidianamente per ricordare perfino questi dettagli. A questo punto le sorride, rimanendo in attesa che sia lei a pilotare da questo momento in poi la conversazione.
     
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    Quella mattina era cominciata con un'agenda non particolarmente fitta. Ma potrebbe diventarla. Da un momento all'altro. Ufficialmente a capo della massima istituzione dello Stato Magico Britannico da un paio di mesi, Eurus aveva imparato che le situazioni possono precipitare da un momento all'altro. Era già stato così in tutti quei mesi in cui, aveva fatto da Commissario Straordinario per le trattative di pace messi in atto durante la Restaurazione. E lo era a maggior ragione ora, in una fase di transizione della società. Periodo post-bellico; così lo avrebbero chiamato i manuali di Storia della Magia. Un periodo delicato in cui qualunque ago fuori posto, avrebbe potuto dare il via a situazioni decisamente spiacevoli. Ecco perché aveva deciso di non dare nulla per scontato, e quando, messa al corrente di eventuali questioni fumose a Hogwarts da parte del Capo dell'Wizengamot, Eurus aveva deciso di sentire personalmente quanto quegli studenti avessero da dire. Anche solo sentir nominare la parola sequestro in un ambito puramente ipotetico e lontano dalla realtà dei fatti, avrebbe potuto far insorgere metà del mondo magico. E' già tanto se i genitori mandano ancora i propri figli ad Hogwarts; figuriamoci spargere voci di sequestro. Se ne sarebbe occupata personalmente dell'accaduto prima di passarlo nelle abili mani degli Auror, anche solo per evitare un allarmismo inutile. Se si trattava di un'esagerazione o di uno stupido gioco tra ragazzi, avrebbe messo a tacere la questione; se invece si trattata di qualcosa di più serio, la questione andava trattata con la giusta cura. Quando Thomas Montgomery e Nathan Douglas varcarono la porta del suo ufficio, la donna si alzò in piedi e sorrise premurosamente ad entrambi, accarezzando le loro figure con la tipica tenerezza che si riserva alle giovani generazioni. Che Eurus avesse un debole per i suoi figli e i loro coetanei, era abbastanza evidente. Trovava che loro avrebbero prima o poi fatto tutto ciò che la sua generazione e quelle precedenti non erano stati in grado di fare - se solo indirizzati nella maniera corretta. « Buongiorno! Grazie di aver trovato il tempo per recarvi al Ministero quest'oggi. So che gli impegni accademici non sono pochi, quindi apprezzo molto la vostra disponibilità. » Fatte le presentazioni e strette le mani di entrambi, lo sguardo di Eurus si rivolge in direzione del giovane Montgomery. « Signor Montgomery, le chiederei di attendere fuori finché avrò finito col suo collega.
    I miei collaboratori saranno ben lieti di offrirle una buona bevanda calda di sua scelta nel mentre, se lo desidera. »
    Attese quindi che il ragazzo si accomodasse fuori, prima di indicare una delle sedie di fronte alla propria scrivania al giovane Douglas, accomodandosi a sua volta sulla propria poltrona. Lo osservò per qualche istante, tentando di comprendere lo stato d'animo con cui il Serpeverde pensava di affrontare quel colloquio. Di certo doveva sentirsi leggermente confuso. Eurus non aveva menzionato le vere motivazioni per cui lo aveva convocato. « Gradisce del tè? » Chiese quindi indicandogli la postazione in cui non mancava mai la sua bevanda prediletta. A quel punto decise di passare dritta al sodo.« Ricordo bene a quale ufficio è stato assegnato, signor Douglas. Spero che stia traendo il massimo dalla sua esperienza. La Kernberger, che io e il direttore Gaunt abbiamo individuato come sostituta di Hornette, è una mia ex collega di corso. E' una professionista estremamente preparata. » I tirocini non erano partiti precisamente con il piede giusto, ma lentamente si stavano aggiustando man mano che gli stessi uffici si abituavano alla presenza degli studenti. Eurus ha fatto attentamente i compiti per casa, prima di convocare i due ragazzi, motivo per cui, sposta il discorso in una direzione ben precisa. « Ricordo anche che lei è stato uno degli stagisti estivi del Inquisitore Capo. Ho avuto modo di scambiarmi in merito con lui giusto la settimana scorsa. » E abbiamo evidentemente le nostre differenze in merito allo svolgimento dei tirocini. Ma non era questo il punto, e tanto meno quella la direzione in cui stava andando quel discorso. Avrebbe verificato da sé, in fondo, nel corso di quella chiacchierata, di che pasta era fatto Nathan Douglas. « Ha un ottimo rapporto con l'Inquisitore Greengrass, non è così? » Ti fidi di lui. « E' stato un suo particolare racconto a spingermi a convocarla qui. Sembra che le ha raccontato qualcosa che lo ha fatto leggermente preoccupare. Qualcosa che riguarda la sicurezza a Hogwarts. » Pausa. « Le dispiacerebbe riferire anche a me ciò che ha riferito a lui? Off records - » Continuò mettendo le mani avanti. Niente di ufficiale, a meno che non sia necessario. « Vorrei sapere, signor Douglas, se c'è qualcosa di cui dovrei essere messa al corrente. Le assicuro che qui può parlare liberamente. »



     
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    Segue con la coda dell'occhio la sagoma di Thomas allontanarsi dalla stanza per poi richiudere la porta alle proprie spalle, rimanendo con lo sguardo fisso sulla figura della Ministra. Nate si accomoda su una delle due poltrone di fronte alla scrivania solo nel momento in cui vede la donna fare altrettanto. I suoi occhi cerulei approfittano di quei secondi di silenzio per esplorare rapidamente lo spazio intorno a sé e, quando la donna lo fa notare al ragazzo, si posano su di un tavolino poco distante contenente un vassoio con teiera e tazzine. « Molto volentieri, grazie. Un tè caldo non si rifiuta mai. » Accavalla le gambe, e pare distrattamente seguire i movimenti delle tazzine fumanti che pochi istanti dopo attraversano la stanza e si posizionano di fronte a loro, seppur non smetta di osservare la donna che sta dall'altra parte della scrivania. Nate non è il tipo di persona che dà peso ai presentimenti: sensazioni troppo lontane dalla realtà per uno che necessita di prove, concretezza, verità. E per quanto li reputi concetti trascendenti del tutto incerti e inaffidabili, in quegli istanti, mentre incontra lo sguardo della donna, non può fare a meno di avvertire un curioso sentore che non saprebbe descrivere a parole. La signora Flamel non lascia trapelare nulla dai suoi gesti, né Nathan può dire di essere colto da una qualche folgorante illuminazione riguardante quell'incontro: nessun procedimento dialettico che si inerpica tra i percorsi più profondi della sua mente, nessuna verità improvvisa che gli piomba addosso nella forma di pensiero - viene semplicemente colto dalla percezione di un qualcosa di tanto inconsueto quanto indefinibile.
    Ma l'intervento della donna lo costringe a focalizzarsi nuovamente sul reale, il tangibile, e ciò per cui è stato convocato. « Ricordo bene a quale ufficio è stato assegnato, signor Douglas. » Ah, se lo ricorda? Il giovane abbozza un sorriso educato, mentre nella sua mente, quasi in modo automatico, comincia ad elencare tutte le cose che ha da dire sull'argomento: di certo non si è presentato lì impreparato. « Spero che stia traendo il massimo dalla sua esperienza. La Kernberger, che io e il direttore Gaunt abbiamo individuato come sostituta di Hornette, è una mia ex collega di corso. E' una professionista estremamente preparata. » Annuisce con serenità, accavalla una gamba sull'altra e prende un breve respiro prima di introdursi nella conversazione con la medesima placidità della donna. « Assolutamente. Ritengo di aver imparato molto negli ultimi mesi. Sebbene non si trattasse della mia scelta primaria, quest'esperienza mi ha dato l'opportunità di approfondire la conoscenza della materia penale, più di qualunque altro impegno d'Ufficio, immagino. » Una recita ben studiata, tanto che quando la pronuncia è quasi impossibile scovare del dissenso nei suoi occhi. E in fin dei conti un po' ci crede anche lui: non è una persona trasparente, Nathan, che si lascia scivolare qualunque cosa addosso, e per quanto l'abbia detestata e continui a farlo, Azkaban lo ha messo di fronte a casistiche indubbiamente interessanti. Certo, niente a che vedere con la dinamicità degli Uffici del Wizengamot, ovviamente. E lì Eurus Flamel sembra quasi leggergli nel pensiero. « Ricordo anche che lei è stato uno degli stagisti estivi del Inquisitore Capo. Ho avuto modo di scambiarmi in merito con lui giusto la settimana scorsa. » Un sorrisetto vispo si allarga sulle labbra del giovane. Che abbia sentito da parte di Basil Greengrass del puntuale ed eccellente lavoro che ha svolto lì, quell'estate? Che si sia trovata a sfogliare il suo curriculum e abbia pensato di convocarlo per un colloquio informale, per assumerlo come stagista negli uffici del Ministro della Magia? E se così fosse, che ci fa lì Thomas? Deve considerarlo un suo rivale? Tutti questi pensieri, è inutile dirlo, sono frutto della sua mente, che ad ogni parola, movimento delle labbra o degli occhi della donna riflettono sulle possibili cause e implicazioni. Nuovamente, è necessario sottolineare la forte discrepanza che Nate avverte tra la natura delle riflessioni che si ritrova a partorire in quegli istanti, e le sensazioni che quella conversazione sembra evocare. Ma lui non crede ai presentimenti: e dunque, essendo la risposta più probabile anche quella che ritiene più logica, sceglie di cogliere l'occasione per mettersi un po' in mostra e sbaragliare un'eventuale concorrenza. « Mi fa piacere. Ho imparato moltissimo nel corso di quelle settimane. E, in particolar modo, lavorare a stretto contatto con un alto ufficiale come il giudice Greengrass mi ha dato la sicurezza ed il desiderio di percorrere quella strada per il mio futuro. Sa, personalmente ammiro moltissimo il suo percorso, Ministra, e per il tirocinio del prossimo anno la mia intenzione è quella di inserire i suoi uffici come prima preferenza. Se saranno inseriti nel programma, ovviamente. » L'ennesimo sorriso compiacente e poi un sorso di tè, senza mai interrompere il contatto oculare con la donna.
    « Ha un ottimo rapporto con l'Inquisitore Greengrass, non è così? » Aggrotta la fronte. « Oh, questo senza dubbio. È un uomo di buon cuore, seppur estremamente professionale. » Evita di aggiungere altro. Sa bene che cosa si dice in giro, e come qualcuno sia convinto che il suo tirocinio sia semplicemente derivato dalla stretta amicizia che lega suo padre a Basil, e alla predilezione che quest'ultimo ha da sempre riservato nei confronti del giovane. Nate sa di non avere potere su certe dicerie, così come non ha mai avuto effettivamente potere sulle decisioni dell'uomo, che lo ha selezionato in una lista di candidati altrettanto meritevoli, ma, sebbene non ritenga di essere stato "privilegiato" in alcun modo rispetto agli altri, preferisce sempre evitare di alimentare certi pettegolezzi di propria mano. « E' stato un suo particolare racconto a spingermi a convocarla qui. Sembra che le ha raccontato qualcosa che lo ha fatto leggermente preoccupare. Qualcosa che riguarda la sicurezza a Hogwarts. » Rimane interdetto, per qualche istante. Non ha bisogno di qualche momento in più per capire di che cosa stia parlando: e la sua espressione, da rilassata e serena, s'indurisce di colpo. Istintivamente si ritrova a guardarsi intorno, non tanto a disagio, bensì, quasi come un riflesso automatico, a controllare: che nessuno lo stia osservando, che non ci siano incantesimi nascosti negli angoli della stanza pronti a incastrarlo. Dall'ultimo colloquio avuto con Basil non hanno più parlato della questione dello Shame, un po' perché Nate sentiva di doversi muovere con piedi di piombo e un po' perché non aveva avvertito da parte dell'uomo il massimo della comprensione. Gli aveva parlato di necessità di prove, incertezza, ambiguità: dal suo punto di vista, non c'era niente di poco certo in un gruppo di ragazzi che venivano rapiti, anche se solo per una sera, e costretti a vivere nel terrore. Per tale motivo il giovane Douglas non può che risultare sorpreso nel vedere la questione portata sul tavolo - metaforico - della Ministra, specie quando chiunque sembrava voler sottovalutare la problematica. « Le dispiacerebbe riferire anche a me ciò che ha riferito a lui? Off records. Vorrei sapere, signor Douglas, se c'è qualcosa di cui dovrei essere messa al corrente. Le assicuro che qui può parlare liberamente. »
    Nate si stringe nelle spalle, e prende un profondo respiro prima di iniziare a parlare. « Sinceramente, Signora Ministra, non sono certo di poter parlare liberamente nemmeno qui. Non lo prenda come un'offesa, ma nel corso degli ultimi anni ho assistito alle cose più impensabili dal punto di vista della sicurezza, quindi spero non la prenda sul personale se le dico che, anche se spero questo non sia il caso, immagino sia possibile che anche questa nostra conversazione possa essere intercettata da qualcuno. » Si morde il labbro inferiore. Parlare non è certo facile, ma ha riflettuto molto sulla questione: ha sempre considerato il ricatto come la cosa peggiore da cui farsi piegare, e per quanto spaventoso possa essere aprire bocca e raccontare tutto, è disposto a farlo, anche a discapito delle conseguenze. Non esiste niente, si ripete in quel momento, che reputi più importante della sua libertà: nemmeno i suoi segreti, per quanto infidi. « All'inizio di questa estate io e un gruppo di altri studenti siamo stati rapiti e tenuti in ostaggio per una sera. Alcuni di noi sono stati manipolati, ricattati, altri semplicemente presi con la forza. Mi rendo conto che è difficile credermi così, sulla parola, e senza la presenza di prova alcuna, ma le garantisco che è successo, e se le altre vittime non parlano è semplicemente perché sono spaventate e ancora traumatizzate da quello che è successo. Siamo stati per mesi sotto costante ricatto, da parte di un'applicazione che i più consideravano "un giochino per ragazzi". » Ricordava ancora uno dei primi articoli del Settimanale della Strega al riguardo. "La moda dello Shame impazza a Hogwarts" era il titolo di un paragrafetto insulso abbandonato in fondo alla rivista, appena prima della rubrica di cuore di Merilda Kirby, quell'astrologa fallita che ogni tanto faceva le supplenze ad Hogwarts. « Sono le stesse persone che un anno fa hanno manomesso le clessidre di Hogwarts, con una fattura che è stata spezzata solo dopo settimane dagli Spezza-Incantesimi. Non mi permetterei di suggerire nulla, e anzi sono estremamente grato per l'attenzione che mi sta volendo rivolgere. Ma la prego di credermi, Signora Ministra, se le dico che non si tratta di una faccenda da poco. Non lo è più da mesi ormai. »
     
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    « Mi fa piacere. Ho imparato moltissimo nel corso di quelle settimane. E, in particolar modo, lavorare a stretto contatto con un alto ufficiale come il giudice Greengrass mi ha dato la sicurezza ed il desiderio di percorrere quella strada per il mio futuro. Sa, personalmente ammiro moltissimo il suo percorso, Ministra, e per il tirocinio del prossimo anno la mia intenzione è quella di inserire i suoi uffici come prima preferenza. Se saranno inseriti nel programma, ovviamente. » Eurus annuisce di fronte a quelle parole, piuttosto compiaciuta delle parole precedentemente dette dal ragazzo. Lo osserva con attenzione, mentre si annota di qualche parte poche parole rivolte solo a se stessa. « Chissà, forse non dovrà attendere così a lungo. E' stato reso piuttosto chiaro che le proprie posizioni potrebbero cambiare in qualunque momento.. per i più meritevoli. » E dicendo ciò lo osserva con uno sguardo eloquente, annuendo tra se e se. E a quel punto il discorso si sposta in un'altra direzione, fino a giungere finalmente al punto di quel colloquio. « Sinceramente, Signora Ministra, non sono certo di poter parlare liberamente nemmeno qui. Non lo prenda come un'offesa, ma nel corso degli ultimi anni ho assistito alle cose più impensabili dal punto di vista della sicurezza, quindi spero non la prenda sul personale se le dico che, anche se spero questo non sia il caso, immagino sia possibile che anche questa nostra conversazione possa essere intercettata da qualcuno. » Eurus storse leggermente il naso portandosi la tazza di té alle labbra, ma infine annuì bonariamente. « Credo sia un po' tardi preoccuparsi di ciò, signor Douglas, considerando che ha già affidato le sue preoccupazioni, oltre che all'Onorevole Greengrass, a una platea abbastanza numerosa. » Le cose si erano in un certo qual modo smosse; RJ Moore aveva intercettato alcune denunce, rimaste sepolte da qualche parte nel suo ufficio. Sulla scia di ciò, una delle più giovani reclute, giunte al Quartier Generale grazie al programma dei tirocini ne aveva parlato con lo stesso di una particolare assemblea studentesca a cui aveva assistito, e da lì, qualcuno aveva iniziato a fare due più due. Eurus non era ancora certa se si trattasse di un semplice gioco tra ragazzi, o di qualcosa di più serio, ma non era ancora disposta a rischiare di trovarsi per le mani un vero problema, prima di aver verificato. Dicendo ciò mise inoltre sotto il naso del ragazzo, la copia del documento ritrovato tra le scartoffie del Quartier Generale, osservandolo con eloquenza. Le parole che Nathan Douglas aveva rivolto all'assemblea non erano poi molto diverse da quelle stese su carta. Prima o poi tutti i nodi vengono al pettine; e se ciò che quei ragazzi dicevano era vero, non poteva immaginarsi un solo motivo per cui avessero tenuto tutto segreto. Non riusciva a comprendere i metodi di ciò che avevano ipoteticamente sperimentato e soprattutto perché avevano deciso di tacere così a lungo, per poi tentare di sbrigarsela da soli, in piccoli gruppi organizzati. « Voglio la verità, signor Douglas. E' stato lei a sottoscrivere questa denuncia? » Lo osserva con un'espressione tutto sommato gentile, seppur il suo sguardo sia intransigente. « Saprà da sé, in quanto studente di Magisprudenza, che l'intralcio alla giustizia è un reato penale. » Continua con un tono morbido, ma pur sempre attento a far capire al ragazzo in quale situazione si sta mettendo. « Così come lo è la falsa testimonianza. » In quanto giurista, Eurus sapeva bene come trattare le materie legislative. Non esercitava da molto tempo, ma un determinato modo di agire e trattare ce l'aveva nel sangue. « Non prenda le mie parole come minatorie. La prego però di ponderare molto bene le sue azioni. Siamo ancora in una sede ufficiosa.. ha ancora tutte le possibilità per mettere chiarezza in questa situazione. » E non sprecare ulteriore tempo prezioso. Mio e tuo, Nathan.
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    « All'inizio di questa estate io e un gruppo di altri studenti siamo stati rapiti e tenuti in ostaggio per una sera. Alcuni di noi sono stati manipolati, ricattati, altri semplicemente presi con la forza. Mi rendo conto che è difficile credermi così, sulla parola, e senza la presenza di prova alcuna, ma le garantisco che è successo, e se le altre vittime non parlano è semplicemente perché sono spaventate e ancora traumatizzate da quello che è successo. Siamo stati per mesi sotto costante ricatto, da parte di un'applicazione che i più consideravano "un giochino per ragazzi". Sono le stesse persone che un anno fa hanno manomesso le clessidre di Hogwarts, con una fattura che è stata spezzata solo dopo settimane dagli Spezza-Incantesimi. Non mi permetterei di suggerire nulla, e anzi sono estremamente grato per l'attenzione che mi sta volendo rivolgere. Ma la prego di credermi, Signora Ministra, se le dico che non si tratta di una faccenda da poco. Non lo è più da mesi ormai. » Alla fine di quel discorso Eurus è piuttosto contrariata. Nathan parlava di un'azione di gruppo. Al Ministero erano giunte solo due scartoffie anonime. Evidentemente però, dal modo in cui parlava il giovane Douglas, la questione era molto più ampia di quanto sembrasse. Il tono grave in cui parlava, le disse, istintivamente, che il ragazzo non stava mentendo. E' difficile arrivare d'altronde a tanto pur di attirare l'attenzione su di sé. Nathan d'altronde è, a detta di molti, un ragazzo brillante. E' perfettamente consapevole di quanto potrebbe risultare complessa la propria situazione, se non fosse assolutamente certo di ciò che dice. In fondo, non si trova nemmeno di fronte all'ultimo impiegato del Ministero. Sta confessando quelle malefatte alla più alta carica dello stato. Per un istante la donna deglutisce, presa da un attacco di sconforto. Si rende conto che il Ministero non è stato sufficientemente reattivo per impedire tutto ciò. Ora bisogna solo indagare sulla vera portata del evento. « Si calmi, signor Douglas. » Asserisce in tono solenne. « Io.. le credo. » O per lo meno, voglio fidarmi della tua intelligenza, ragazzo. « Le assicuro che verificherò quanto mi ha detto. Gli Auror sono già al lavoro. Il suo contributo non ha fatto altro che confermare quanto stavamo già temendo. » Ora bisogna solo capire se l'avete gonfiata o meno.« Però il suo ruolo in questo è molto importante. Ha parlato di un'azione di gruppo. Qualcosa di abbastanza.. grande. » Cerca di ripercorrere le sue parole. Durante il suo intervento ha preso nota di alcune delle sue parole, e ora sta cercando di riprendere il suo discorso pezzo per pezzo. « Quando è stata l'ultima volta che lei o altri hanno avuto contatti con questo.. gioco? » Si sente piuttosto sciocca a seguire quella pista, ma in fondo, un giurista è abituato a cominciare abbastanza spesso da situazioni ai confini della realtà. « Dovrà fornirmi tutti i dettagli che conosce. Dove e cosa siete stati costretti a fare.. e soprattutto, chi è coinvolto. » Pausa. « Dovrà fornirmi una lista di tutte le persone che sono state nella sua medesima condizione, e lei dovrà rilasciare una dichiarazione su tutti gli eventi che l'hanno vista coinvolta. M'impegnerò affinché il Quartier Generale mantenga l'anonimato sull'indagine, coinvolgendo soltanto persone fidate che verranno attentamente controllate. » Si ferma per un istante a guardarlo. E' combattuto, e ancora piuttosto incredula. « Sta succedendo - faremo del nostro meglio.. ma lei, signor Douglas, deve assicurarmi che è assolutamente certo del fatto che si tratta di una questione che necessita di un intervento molto mirato da parte del Ministero.. » Altrimenti, avrai impiegato le risorse del Ministero in una caccia alle streghe, ragazzo.



     
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    « Credo sia un po' tardi preoccuparsi di ciò, signor Douglas, considerando che ha già affidato le sue preoccupazioni, oltre che all'Onorevole Greengrass, a una platea abbastanza numerosa. » Annuisce, mentre si prende un istante per bere un altro sorso del tè caldo gentilmente offerto dalla donna. « Certamente. Intendevo dire che qualunque cosa le dirò, per quanto confidenziale, potrebbe non essere del tutto off records. Magari fuori dai registri del Ministero lo è, certo, ma non è detto che lo sia in assoluto. » Si rende conto, mentre parla, di quanto deve suonare folle un ragazzo di ventun anni seduto nell'ufficio del Ministro della Magia che parla di come potrebbero Essere ascoltati da qualcuno o cose del genere. Indubbiamente l'esperienza dello Shame ha fatto diventare tutti loro un po' paranoici, ma l'ipotesi che gli ideatori del gioco stiano intercettando quella conversazione non è del tutto remota - al contrario. In ogni caso non sa decifrare al meglio nei lineamenti della Flamel una determinata reazione che gli faccia intendere che cosa pensi davvero di quella sua illazione. Una parte di lui sente di star interpretando il ruolo del matto del villaggio che va a lamentarsi urlando dalle autorità perché "Le mura ci ascoltano! Sentono tutto quello che diciamo! Ci spiano!". In fin dei conti, per quanto reputi competente la donna, non ne conosce il modo di ragionare, e questa è la cosa peggiore del ritrovarsi di fronte a qualcuno a lui completamente sconosciuto, la cui conoscenza non ha avuto modo di approfondire in nessuna occasione che non fosse istituzionale.
    Le sue riflessioni si dissolvono nel momento in cui un documento a lui ben noto viene allungato sulla scrivania dalla donna, e viene posto sotto i suoi occhi chiari. Nell'osservarlo, l'espressione di Nathan, che dapprima aveva assunto un'aria più sicura, comincia a farsi più torva. Lo sfoglia più volte, le sue dita viaggiano avanti e indietro su quei fogli con una smania quasi febbrile, sotto lo sguardo attento di una Eurus Flamel che si accerta di fargli presente informazioni di rito sulla sua situazione. E nonostante il suo tono indubbiamente grave, nonostante il peso ormai evidente di quella situazione in cui sembrava essersi messo con le sue stesse mani, Nate le presta attenzione solo in parte, visibilmente scombussolato dal vedere di fronte a sé la denuncia esposta da lui mesi prima, sì, ma carente di alcune parti. Nello specifico, la sua firma. « Signora Ministra... » comincia, passandosi una mano sul volto, stancamente. Non se ne è andato, è chiaro. E lo sa. Non che quest'informazione sia qualcosa di completamente inaspettato per lui - al contrario, era forse più plausibile che sarebbe accaduta una cosa del genere, e che lo Shame si sarebbe in qualche modo intromesso nel suo insignificante tentativo di fare giustizia - ma di certo non è una bella notizia da ricevere. Deglutisce. « Sì, questa denuncia l'ho sottoscritta io. Firmandola con il mio nome e cognome. Che adesso non vedo più da nessuna parte. » Quella che ha tra le mani è chiaramente una denuncia compilata in forma anonima, che lui aveva considerato sulle prime, ma aveva poi scelto di scartare perché convinto che un documento di questo tipo recante il suo nome - che non era un nome qualunque - avrebbe destato un maggiore interesse anche tra i funzionari. Una scelta ragionata, la sua, così come evidentemente lo era stata la contromossa dello Shame. E sì, probabilmente adesso deve risultare più che paranoico, un folle a immaginarsi che una denuncia custodita dal Ministero sia stata addirittura manomessa da qualcuno. Una parte di sé avverte una punta di offesa nel sentirla parlare addirittura di intralcio alla giustizia, e, orgoglioso com'è, sente quasi il bisogno di farle notare come sia del tutto assurdo supporre che proprio lui, uno degli studenti più brillanti di Magisprudenza e del College, nonché membro di una delle più rispettabili famiglie del mondo magico, abbia tempo in abbondanza e soprattutto così poco da perdere per arrivare a mettere in piedi un teatrino di quelle proporzioni. Ma non dice nulla, perché capisce che non è un tipo di discorso che avrebbe senso fare con la donna che ha davanti.
    E così le racconta di quella notte, per come può, le fornisce i dettagli più importanti e la prega di crederle, quanto meno perché a questo punto farebbe davvero a meno di una macchia addirittura penale sul suo curriculum.
    E nonostante il suo fervore nel raccontare e l'incredibile serietà che mantiene durante tutto il tempo, si ritrova comunque sorpreso nel sentirla pronunciare, con tranquillità e senza apparenti remore: « Io... le credo. » Di riflesso, emette un leggero sospiro di sollievo. « Le assicuro che verificherò quanto mi ha detto. Gli Auror sono già al lavoro. Il suo contributo non ha fatto altro che confermare quanto stavamo già temendo. Però il suo ruolo in questo è molto importante. Ha parlato di un'azione di gruppo. Qualcosa di abbastanza.. grande. » Annuisce, in silenzio. « Sì. Diversi studenti di Hogwarts e del College sono stati coinvolti. È un miracolo che fin'ora nessuno ne sia venuto a conoscenza in altri modi. » Non è mai riuscito a quantificare effettivamente il numero degli Spettatori che avevano visto lui e i suoi compagni attraverso degli schermi, ma è sempre stato certo che fossero in tanti. Allo Shame piace essere teatrale, dopo tutto. « Quando è stata l'ultima volta che lei o altri hanno avuto contatti con questo.. gioco? » « Il primo giorno del tirocinio ad Azkaban. Per quanto mi riguarda, quanto meno, l'ultimo contatto con me è stato lì. Abbiamo ricevuto tutti lo stesso messaggio, mentre eravamo sul battello che ci avrebbe portati all'isola. » Sospira. Mentre parla, si rende conto che non è così facile come avrebbe pensato. Che ogni confessione fatta è una nuova minaccia che potrebbe ricevere di lì a poco. « Dovrà fornirmi tutti i dettagli che conosce. Dove e cosa siete stati costretti a fare.. e soprattutto, chi è coinvolto. Dovrà fornirmi una lista di tutte le persone che sono state nella sua medesima condizione, e lei dovrà rilasciare una dichiarazione su tutti gli eventi che l'hanno vista coinvolta. M'impegnerò affinché il Quartier Generale mantenga l'anonimato sull'indagine, coinvolgendo soltanto persone fidate che verranno attentamente controllate. » Resta in silenzio, per un attimo interdetto da quella raffica di informazioni. Procedure standard, facilmente immaginabili anche da uno studente del secondo anno di Magisprudenza come lui, eppure si ritrova a tentennare. Eurus Flamel non si lascia sfuggire nemmeno questo dettaglio. « Sta succedendo - faremo del nostro meglio.. ma lei, signor Douglas, deve assicurarmi che è assolutamente certo del fatto che si tratta di una questione che necessita di un intervento molto mirato da parte del Ministero... »
    La guarda, in silenzio. Non mi crede ancora. Non ha come biasimarla, e in effetti non ha davvero strumenti per provarle in modo schiacciante che tutto ciò che sta dicendo è vero: l'unico modo che ha per guadagnare la sua completa fiducia, è fare ciò che gli dice. Dimostrare di voler andare fino in fondo perché ne vale la pena. Perché è giusto così. « Al cento per cento. » Sostiene il suo sguardo, nella sua voce evidente una freddezza e una determinazione che prima non aveva lasciato intendere. Sospira. « Le fornirò tutto quello che vuole, ma le chiedo di concedermi l'anonimato. Capirà che si tratta di questioni delicate, e che se io oggi sono qui è non perché sia particolarmente audace, ma perché ho avuto la fortuna di ricevere un tipo di minacce che mi hanno fatto ritenere possibile quest'ipotesi. » E questo non significa che non dovrò stare col cuore in gola per le prossime settimane. Sospira pesantemente, prima di incrociare le braccia al petto e rilassarsi meglio sulla poltrona. E poi inizia a parlare.
     
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