Darkest Hour

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  1. 80's baby;
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    Le ultime ore di quell'ottobre erano state cruciali. Il Ministero era stato letteralmente bombardato da una serie di notizie non prettamente piacevoli. Ogni ufficio aveva qualcosa per le mani; se non fossero appena usciti da un processo costituente già di per sé complicato, che aveva in fine portato all'elezione di un nuovo capo del governo e di nuovi collaboratori per ciascun ufficio, chiunque di sua conoscenza avrebbe potuto pensare che, piuttosto che in un periodo di pace, si trovavano nuovamente sull'orlo di una crisi. Com'è potuto accadere? Sotto il loro naso, Edith Cornelia Brown era stata letteralmente giustiziata in pubblica piazza senza che nessuno potesse impedire quell'orrido spettacolo. La mattina del giorno successivo, quando ormai il corpo della Brown era stato restituito allo stato inglese e spedito al San Mungo per accertamenti che Ginny sospettava potessero arrivare da un momento all'altro, il suo ufficio taceva. C'erano stati un paio di incidenti la sera prima; il campo di Quidditch permanente, poco fuori Londra, era stato messo a ferro e fuoco da qualche teppista ultrà e alcuni magazzini della Nimbus erano stati messi fuori uso. Nel silenzio assordante del suo ufficio semideserto al Quartier Generale della Lega Britannico-Irlandese di Quidditch, Ginny si portò alle labbra la tazza di caffè bollente. Aveva diversi comunicati stampa da scrivere e inviare prima all'ufficio stampa del Ministero e poi alle varie testate giornalistiche. Un lavoro che avrebbe preferito lasciar fare a qualcun altro. Molti dei suoi colleghi invece, stavano prestando supporto agli Auror per le indagini, calcolando assieme agli emissari delle società assicurative l'ammontare dei danni. Sapeva che non era stata l'unica ad avere problemi di quella natura per le mani. C'era stato un tentativo di effrazione alla Gringott, la notte prima; alcuni Goblin erano rimasti feriti. I Dissennatori ad Azkaban sembravano essere impazziti; da quel che ha sentito qualche detenuto e guardia è stata attaccata. Dall'alto del suo egoismo, in merito, Ginny ha tirato un sospiro nel sapere che i suoi figli non erano lì per assistere a quel terribile spettacolo. Ogni minuto, qualche nuova notizia sembrava attraversare le retrovie del Ministero. Come se non bastasse, il più grande vaso di Pandora, era stato già scoperchiato. « Lo sapevo. Io lo sapevo che questa storia avrebbe portato solo guai. Uno stato nello stato? Come pensavano di far funzionare una cosa del genere! » George Meyer dell'Ufficio Brevetti Ridicoli, commenta la questione dal suo cubicolo, leggendo la prima pagina della Gazzetta di quella mattina scuotendo la testa con disdegno. Commenti di quel genere se ne sono sentiti per tutta la giornata e anche per tutta quella precedente, sin da quando le prime indiscrezioni erano state rilasciate sul bollettino pomeridiano del Prophet.
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    Da allora le notizie erano state piuttosto scarse, avvolte da un'aura di mistero e decine di supposizioni più o meno radicali. Ginny dal canto suo non si era sbilanciata. Aveva più di una ragione a non gonfiare il petto prima del tempo. Prima di tutto suo figlio era un membro di quella società, questione che a dirla tutta l'aveva sempre lasciata leggermente perplessa. Non capiva per quale ragione Albus dovesse necessariamente decidere di restare lì. Se è vero che i bambini hanno bisogno di stabilità, è altrettanto vero che hanno bisogno della loro famiglia. Più di una volta la signora Potter aveva tentanto di inserire in maniera casuale nel discorso proposte allusive sulla possibilità di venire ad abitare a Godric's Hollow, oppure in alternativa spostarsi a Londra o in alternativa a Hogsmeade. Era lieta infatti di sapere che tanto Sirius quanto Olympia avevano deciso di mantenere la loro residenza vicino al college, in una zona che era strettamente sorvegliata dal Ministero e priva di influenze esterne possibilmente negative. Non è che non si fidasse di Inverness; è solo che non li capisco appieno. La più umana delle condizioni è temere ciò che non si conosce appieno - e non è che Inverness ci da poi molto modo di conoscere cosa c'è tra quelle mura. Il fatto che la città fosse rimasta completamente blindata per quasi un'intera giornata ne era la prova. Anche così, finché Albus ne sarebbe stato parte, e Rudy inesorabilmente uno di loro, Ginny non avrebbe mai avuto il coraggio di scagliarsi contro di loro. Aveva paura che qualunque ripercussione sui vertici, potesse infrangersi anche sui suoi cari; su Olympia il cui matrimonio con Rudy persisteva ancora, su Sirius e James, che passavano spesso tempo a casa del fratello, su Teddy, che tutto sommato passava a sua volta spesso del tempo con loro e anche su se stessa e suo marito, che facevano di tutto per dare una mano alla fresca famigliola per conciliare lavoro, scuola e impegni famigliari. Forse dovremmo convincerli a lasciare quel posto. E infatti, nel pensare ciò, Ginny afferra tra le mani l'annuncio immobiliare di quella casa al centro di Godric's Hollow che è stata messa in vendita solo qualche mese prima. Aveva persino pensato di parlarne con Harry e fare un'offerta, ma sapeva che tutto ciò non solo avrebbe contraddetto tutte le sue credenze in materia di crescita dei propri figli, ma li avrebbe anche messi ad uno ad uno sulla difensiva. Colta da un senso di insoddisfazione e irrequietezza, prese quindi un paio di pergamene su cui scrisse poche parole, per poi toccarli sulla bacchetta. I pezzi di carta si piegarono a mo di aeroplanini, prendendo a svolazzare verso i loro destinatari, in primis Harry, Ron e Hermione. Pausa caffé? - Gin Era una specie di rituale che portavano avanti da molto tempo. "Pausa caffè" era un segnale utilizzato tanto per momenti in cui il carico di lavoro diventata opprimente tanto per momenti in cui parlare era assolutamente necessario. Poco dopo raggiunse quindi la caffetteria del Ministero; era piuttosto affollata, e tutti parlavano pressoché delle stesse cose. Gli impiegati del Ministero sembravano essere dei dischi rotti in quel periodo. Il primo che vide fu suo fratello che raggiunse dopo essersi riempita una grossa tazza di caffè - l'ennesima della giornata a dirla tutta. « Mi spieghi che accidenti sta succedendo? Sto impazzendo; a breve irrompo al Quartier Generale e faccio una scenata. » Asserisce in un tono abbastanza basso per tentare di non aumentare ulteriormente il tasso di allarmismo generale. In molti, seduti ai tavolini, hanno tra le mani una copia della Gazzetta di quella mattina; reca la foto di Edith Brown e un titolo sensazionalistico di prima categoria. « Che cos'è questa storia delle lettere per l'indagine? Da chi sono partite? » Chiede scrutando i tanti impiegati. Voleva assolutamente parlarne con Hermione della questione. Se erano partite dal suo ufficio di certo ne sapeva di più in merito. « Guarda io questa storia non l'accetto. Va bene indaganare, per carità, ma se osano sospettare del mio bambino, la gente in croce inizio a metterla io. » Ginevra Mama Bear Potter, signori e signore. « Il prossimo step è che accusino Olympia di aver bruciato lo stadio visto il suo passato da piromane. » Sbuffa e alza gli occhi al cielo prima di osservare Ron con uno sguardo eloquente. Ti rendi conto di quanto tutto ciò sia ridicolo? E' alquanto stanca di veder sempre i suoi bambini nell'occhio del ciclone. E' stanca di vedere sempre la sua famiglia risucchiata in qualche scandalo per via di effetti collaterali. Vivremmo mai un periodo di pace? Proprio in quel momento, un fiume di gente si rigetta nella caffetteria per il pranzo. Solo allora Gin si guarda l'orologio sul polso e si colpisce la fronte col palmo della mano. Addio discussione tranquilla e discreta.


    Questa role rientra nel Progetto "Realtà aumentata" che permette la partecipazione alla stessa di chiunque ne voglia far parte nei termini della coerenza on game. Imprevisti possono succedere in qualunque momento. Partecipando, tal imprevisti si accettano implicitamente.


     
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    Quante ne hai vissute, di crisi, Hermione... Ormai sarebbe inutile mettersi a contarle e dare ad ognuna di esse un nome ed un cognome. I problemi originari sono cominciati che avevi soltanto undici anni, quando un Troll impazzito ha iniziato a far baldoria nei Sotterranei. Credevi di aver visto tutto, e invece era niente. Credevi che, nell'esatto momento in cui microscopici residui dell'Oscuro Signore fossero stati spazzati via dal vento sferzante, il buio avrebbe avuto fine. La pace, l'amore, la famiglia, l'ultimo anno ad Hogwarts da ripetente, il lavoro. I figli. Chi avrebbe mai detto che la guerra ed il terrore sarebbero riemersi proprio a causa della popolazione babbana? Eri - e sei - una di loro, ti sei resa spettatrice della loro smania di distruzione di secoli, secoli di pace e taciti accordi con il mondo magico. E proprio quando i maghi hanno iniziato a rispondere a tono, è degenerato tutto. Adesso sei nel tuo ufficio, al Ministero, rabbrividisci ad ogni carta che ti capita tra le mani perché non si fa che parlare della stessa storia. Una storia nuova, ma che in un certo senso si ripete. La ragione insegna che agire in maniera estremizzante sia quanto di più pericoloso possa verificarsi. Va bene tutto, vanno bene mille religioni, mille credenze, la diversità, molteplici etnie... Ma quando si inizia a puntare i piedi con autorità, non cedendo a nessun compromesso, quello diventa un problema. E come al solito, l'origine dei problemi sta nella famiglia. Perché non soltanto hai adottato un ragazzo: lui ha persino sposato tua nipote, vi ha mollati tutti ed appartiene alla realtà di Inverness. Quella stessa realtà che, appunto, sta diventando un po' troppo separatista ed estrema per i tuoi gusti. E' impossibile non leggervi tra le righe qualcosa di sbagliato, di esagerato, di nascosto. Tanto più che le porte di Inverness si sono chiuse con un tempismo perfetto, quello idoneo ad indirizzare i calcoli ed i sospetto proprio verso di loro. Tralasciando il fatto che la Preside Brown fosse una donna di tutto rispetto, era anche una personalità piacevole e cordiale. Alla notizia del suo presunto rapimento, Hermione era rimasta di sasso. Non solo per la gravità dell'evento, bensì per la consapevolezza che, se si arriva con tanta facilità alla Preside, nulla toglie che si possa molto più rapidamente e con molti meno ostacoli arrivare a dei comuni mortali come i suoi figli. Detto questo, si potrebbe pensare che la Granger sia una madre iperprotettiva e del tutto irrazionale, ma dobbiamo davvero iniziare ad elencare tutte le ragioni possibili per cui anche un evento come questo possa verificarsi? Non è stata forse Olympia a parlarle dell'applicazione dello Shame e di quello che è stata costretta a fare? Per quanto concerne l'opinione di Hermione, la situazione era già grave in partenza. Adesso... Adesso ha direttamente preso per la tangente. E loro sono già in ritardo se l'obiettivo è quello di arginare un fiume in piena.
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    Ci pensa Ginny a dar voce ai suoi dubbi, con un biglietto con su scritto 'pausa caffé?' che lascia poco spazio ad altre interpretazioni. Hermione lo piega con cura, lo ripone nella tasca della giacca e lascia che la piuma prendi-appunti continui il lavoro che fino a pochi istanti fa stava svolgendo lei stessa. Non che l'argomento sia così tranquillo da abbandonarlo così, su due piedi - d'altronde si tratta di un caso che riguarda proprio Azkaban, argomento per il quale ci sarebbe da aprire un capitolo a parte, intitolato il malcontento di Hermione Granger, madre e zia terrorizzata all'idea di nipotini allo sbaraglio in una realtà del genere -, ma ritiene che una chiacchierata con Ginevra Potter, in un momento come quello, sia ben più importante. «Hermione!», una voce la riporta sull'attenti, facendole nervosamente portare la mano alla bacchetta per la sorpresa. Ma non è nulla di grave. E' soltanto Kate, una sua collega. Le si avvicina a passo spedito, ed ha uno sguardo visibilmente atterrito. Si continua con i problemi, dunque. «Le lettere.», e subito Hermione afferra il foglio di carta stropicciato che la donna le consegna. Si tratta di una delle fantomatiche lettere indirizzate agli abitanti di Inverness. La Granger le aveva chiesto di trovarne un esemplare, di ricopiarlo per lei e di... Beh, non dire nulla. Non ci sperava nemmeno, ma probabilmente Kate aveva gli agganci giusti. Santa donna. Ad attendere conferma da suo figlio Rudy, sarebbe prima arrivata l'estate. «Grazie, Kate. Ti devo un favore.», le sorride, più per cortesia che per altro. Perché il contenuto della lettera non le dà, diciamo, tante motivazioni per comportarsi da raggio di sole. Abbiamo già sottolineato quanto l'estremismo sia problematico, no?
    Gentili cittadini... l'Alto Consiglio per la Sicurezza e Intelligence dei Paesi del Patto Scandinavo, legge. I piani alti hanno deciso di giocare, e di andarci giù pesante, dunque. Ora, lei stessa non ripone piena fiducia nella fazione di Inverness - d'altro canto è lì che il corpo della Brown è rinvenuto il trentuno di Ottobre, è lì che ogni tipo d'indagine porta. Ma dubita fortemente che suo nipote Albus, per esempio, abbia a che fare con questa storia. Eppure è anche lui un residente. Ed anche a lui verrà applicato lo stesso tipo di trattamento, chiaro. Hermione piomba nella caffetteria che si è fatto mezzogiorno, spintonata da colleghi e da gente che non ha mai visto in faccia, dopo aver opportunamente incenerito la copia della lettera. Quando vede le sue due chiome Weasley, si sente un attimo più fiduciosa. Ma dura poco, perché l'argomento è sulla bocca di tutti e parole come mandato, colpa, crocifissione, lycan le martellano i timpani, arrivando a farla iperventilare. Ma deve mantenere la calma, perché è sempre stata lei quella razionale del gruppo. Fino... A prova contraria. Ed in realtà il materiale per confutare la tesi esposta ci sarebbe, basti pensare a quando ha tirato un pugno a Malfoy o a quando è fuggita dalla Gringott a dorso di drago. Ma va bene anche così. «Vi anticipo. Sì, sono partite dall'Intelligence. No, non ho notizie di Rudy. Albus?», chiede a Ginny. «E, sì... A occhio e croce, direi che ci dovremmo spostare.»

    Interagito con Ginny e Ron <3

     
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1 replies since 13/11/2019, 12:08   67 views
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