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Privata.

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    Se solo fosse stato umanamente possibile, a quel punto vero fumo rovente avrebbe preso ad uscire dalle orecchie e dalle narici della Plenty per rendere palese al mondo intero la sua rabbia. No, rabbia non rendeva bene il concetto... Shannon era incazzata nera. Uscita dalla doccia, con mosse veloci e prive di fronzoli si infilò in un maglione grande il doppio di lei ed in un paio di Jeans strappati. Con la sciarpa al collo ed un'ultima occhiata a Max, il gatto rosso che dormicchiava sul divano, uscì di casa sbattendosi la porta alle spalle. Non sarebbe stata con le mani in mano, non era un'opzione contemplata in alcun modo, soprattutto dopo lo scontro avuto con Rudy. Che Olympia fosse arrivata all'altare con un simile coglione era per lei inspiegabile. Non che lei per prima non fosse mai stata attirata dal fascino dello scontroso e tenebroso, ma crescendo era arrivata a capire che ragazzi del genere andavano al massimo bene per una notte, non di certo per relazioni durature. Figurarsi arrivare alla sola idea di sposarsi un tipo simile. Forse si era trattato del famoso spirito della crocerossina... e sì, che quello la Plenty, così egoista per natura, non sarebbe mai giunta a capirlo. Che il Black forse una causa persa le era sembrato chiaro dal principio. Non era difficile figurarselo mentre con sguardo tenebroso e pieno di tormento, il tono da telenovela di serie B, si presentava davanti alla Potter per sputarle in faccia frasi ad effetto. “Non avrei dovuto trascinarti nella mia vita maledetta... non avrei mai dovuto permettere che ci innamorassimo” oppure l'intramontabile: “Mi sono allontanato per metterti in salvo”. La cosa peggiore era che qualcosa all'altezza dello stomaco le faceva temere che Olympia avrebbe alla fine creduto a quella massa di stronzate. La verità? Shannon pensava di essere più simile ad una persona come Rudy di quanto lo sarebbe mai stata alla rossa. Una versione migliore del Black, ma pur sempre simili nella sostanza. Le persone come loro erano semplicemente progettate per credersi il centro del mondo, per percepire il proprio dolore come predominante rispetto a quello degli altri. Per chi era cresciuto con una simile visione del mondo era comprensibile sparire nel nulla senza avvertire nessuno, credendo poi di poter tornare e riprendersi la propria vita. Non erano loro a sbagliare, erano gli altri a non capire che le loro sofferenze avevano di certo un peso maggiore di quello degli altri comuni mortali. Rudy avrebbe creduto fino alla fine dei suoi giorni di essere in qualche modo scomparso dalla circolazione anche per il bene della Potter. Oh, che marea di stronzate. La realtà era che qualsiasi fosse il profondo motivo che l'aveva convinto a scappare, il moro era semplicemente stato troppo codardo per cercare sostegno nella donna che aveva promesso di amare per il resto della vita. Lei non era stata altrettanto codarda nel nascondere la morte del padre, una volta tornata sul suolo inglese? Avrebbe potuto raggiungere i livelli di egoismo del Black rimanendosene in America senza fornire per anni alcuna spiegazione della sua scomparsa a quelle persone che erano rimaste in pensiero per lei... oh no, nemmeno in quel caso sarebbe stata tanto pessima, visto che almeno aveva avuto la decenza di non sposarsi nessuno. Camminando a passo quasi militare attraverso il giardino del College, una sigaretta stretta nervosamente tra le dita, si diresse senza esitazione verso l'edificio dove avevano luogo la maggior parte delle lezioni della facoltà di pozionistica. Attese di essere vicino ad uno studentello sbarbato per placcarlo, piazzandosi ad un palmo dal suo naso con il mento alzato e lo sguardo di chi non ammette repliche. Dove posso trovare Peter Paciock? L'altro, evidentemente preso alla sprovvista e con una tazza di caffè bollente alle labbra, si limitò ad indicarle con un dito il ragazzo che era intento a scendere velocemente i gradini della facoltà, ritrovandosi a pensare che qualsiasi cosa Peter avesse fatto, a giudicare dallo sguardo della ragazza, era solo molto felice di non essere nei suoi panni.
    Shannon dal canto suo superò il ragazzo senza degnarlo più di una parola, caricando invece a testa bassa verso l'ignaro Paciock. Arrivata a solo pochi passi da lui fece scattare una mano a colpire con forza la pila di libri che teneva in mano, facendoli rotolare per gli scalini e lasciandolo immobile e del tutto confuso da quell'attacco in apparenza immotivato. Ti sei per caso fottuto del tutto il cervello, Peter Paciock? Rudy Black torna in città e tu te ne stai qui tranquillo con quella faccia da cazzo... quanto tempo pensi possa passare prima che Olympia torni a cascare tra le braccia di quel fottuto narcisista? E non provare a farmi perdere tempo negando, ho visto come la guardavi alla festa. Allora? Hai un piano? Hai anche solo pensato a qualcosa per farti notare in confronto ad un coglione che è due volte te ed ha dalla sua il fascino del bello e maledetto, o pensi che quel ciuffo ridicolo con cui vai in giro ti sarà di qualche aiuto?
     
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    Una notifica sul portale degli studenti informa Peter del suo venticinque in Pozioni Applicate Uno. Non che sia un brutto voto, anzi. Solo che per tutto l'impegno che c'è stato dietro, come minimo avrebbero dovuto dargli il bacio accademico e la laurea ad honorem. Sei sicuro di aver pensato ai bezoar e non ad altro?, gli chiede una vocina disturbante, che spesso e volentieri nella sua testa assume le sembianze di Trilly della Disney. Una fatina scodinzolante che non ti lascia respirare nemmeno un attimo. Va bene, ammettiamolo. Forse sei stato più concentrato su altro. Ma sarebbe il caso di redimerti in fretta, se hai intenzione di rimanere in carreggiata e non perdere la scommessa con Olympia. Giusto per ricordartelo, eh. «Brutta cera, Peter?», ma fatti i cazzi tuoi, per dire?, risponde mentalmente ad una collega di corso, sorridendole in uno di quei falsissimi modi che esistono appositamente per testimoniare quanto poco due persone si sopportino. «No, vai tranquilla, Lucy. E' quasi Natale, il mio compleanno, «- non potrei essere più felice di così. Grazie per il pensiero. Auguri a te e famiglia.», io ti consiglierei di toccare parti visibili e non visibili, Lucy. Poi fai te. «Fino a ieri eri convinto che saresti stato il primo della classe quest'anno. Ci hai pure scommesso sopra.», sì, ecco, Peter, diciamo che dovresti darti un attimo una regolata con la storia delle scommesse. Su questo appoggiamo Lucy a pieno titolo. «I miei dieci Galeoni?», domanda, sbattendo le ciglia come solo una stronzetta di prima categoria sa fare. «Giusto. Rinnovo gli auguri. Vatti a comprare il gelato, eh?», le dice, mentre paga il suo pegno, fingendosi la tipica nonnina amorevole e premurosa che sgancia paghette inaspettate dal nulla, adducendo la scusa del deperimento del nipotino - che ovviamente va in ogni modo evitato. Perché, per le nonne, obeso è sano. Insomma, si potrebbe dire che la mattinata di Peter Paciock non sia stata delle più brillanti. Se poi vogliamo aggiungere un due-tre orette di lezione, la previsione di un pranzo con dei soporiferi parenti Abbott - che, davvero, fategli una flebo d'allegria -, ed una minacciosissima presenza che sembra averlo appena puntato, tirando le somme il risultato è una magnifica giornata di merda. Probabilmente Karma ne ha combinata una delle sue. No, non il karma col capolettera minuscolo: parliamo di sua sorella. Peter è profondamente convinto che le due cose siano collegate: di conseguenza, non tarda a prendersela con lei se, per caso, una serie di sfortunati eventi minacci di abbattersi sulla famiglia Paciock, per il puro gusto di portare scompiglio. Sta per scriverle qualcosa del tipo ti prego, smetti di fare qualunque cosa tu stia facendo, quando una ragazza gli lancia i libri per aria - uno lo colpisce in testa, graffiandolo, gli altri si riversano sul pavimento sporco di macchie di caffè. Per la cronaca, gran parte di quei libri sono di Olympia Potter. Peter la guarda sconvolto, non riuscendo a comprendere il motivo di tanto astio nei suoi confronti. Cioè, non può essere Kickmyass007, perché Zip è riuscito a risalire al suo contatto Wiztagram - con dei metodi che non staremo qui a spiegare approfonditamente, basti considerare che c'è stato l'intervento di un hacker - e no, alla fine era un quindicenne spagnolo che pensava di poterli fregare, ma che dopo tante peripezie era rimasto lui stesso fregato, nonché costretto a sborsare cinque mila Galeoni virtuali. Ecco, Kickmyass007 è giustificato ad avercela con Peter. Ma questa specie di nana malefica che si trova di fronte anche no. «Ma che cazzo... Ma chi cazzo...», riesce a dire solo queste sei parole, dato che lei gli sciorina un discorsetto coi fiocchi impossibile da interrompere. Ma cosa cazzo pensa di sapere lei, di Peter Paciock? Ma chi si crede? Cioè, sbuca fuori dal nulla, tipo talpe dei Pokemon nel giochino in cui devi riuscire a prenderle col martello in testa, fa il predicozzo del secolo e, soprattutto, crede di aver ragione?! Crede che Peter abbia gli occhi a cuore quando guarda Olympia?
    E niente, poco da aggiungere. O la tipa è una divinatrice, oppure è una Legilimens.
    Ma ovviamente, la tattica che un Peter Paciock adotta in queste situazioni, è quella della negazione. E' la fase che si verifica prima dell'accettazione, no? Procediamo per gradi, per carità, che altrimenti gli fonde il cervello.
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    «Non so, vogliamo continuare qui in mezzo al casino o ci spostiamo a chiacchierare amichevolmente da un'altra parte? No perché, se avessi avuto intenzione di far teatrino, il corso è alle sette di sera. E ci sono le scenografie incluse nel prezzo.», la informa, come se lei gli avesse fatto la posta con l'intenzione di andare a scimmiottare insieme a lui e Fawn Byrne nel musical di Anastasia. No, caro mio, adesso facciamo una bella conversazione tra grandi, e ci ritiriamo a casa con un QI aumentato di venti punti - ammesso e non concesso che non mandi tutto a fanculo come sei tanto bravo a fare. Perché hai davvero talento, nell'ambito delle rispostine del cazzo. «Che ha questa contro il mio ciuffo?», borbotta, convinto che lei non possa sentirlo, mentre se la tira dietro di forza, lanciando un Wingardium Leviosa ai libri, affinché li seguano a ruota. Quasi sembrerebbero la famiglia del Mulino Bianco, vicini vicini, che camminano a fianco, se nei loro pensieri non aleggiassero maledizioni senza perdono che fortunatamente non sono ancora state pronunciate. Ma poco ci manca. «Senti...», ok, inizia il tentativo numero uno di negazione: «Non è che perché uno guarda una persona, ci studia insieme, ci scambia messaggi, ci esce e ci pensa, ora automaticamente...», ora automaticamente sei fottuto. «Cioè, mi spiego, no?», eccome. Un oratore d'eccellenza. «Ma poi cazzo, potresti anche non urlarlo, che James m'ha sicuro sparato una cimice addosso, porca miseria.», ed ecco che le mostra una protuberanza sull'avambraccio sinistro, con una puntina rossa alla sommità. «Dimmi tu se questa non è chiaramente una cimice. Senti, io te lo rivelo in confidenza, amica, James dà un po' di matto negli ultimi tempi. E io non c'entro niente, capito? C'era bisogno di arrivare alle cimici? No, tu adesso me lo spieghi. Io gli voglio un bene dell'anima, ma insomma, questa è violazione della privacy, cazzo.», ottimo tentativo di cambiare discorso. Un premio per l'improvvisazione non glielo diamo?



    Edited by peterpan - 25/12/2019, 08:52
     
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