I got news for you baby: you're looking at the man

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  1. underpressure
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    Roman non era un ragazzo molto studioso. Nessuno lo credeva possibile, visti i suoi risultati eccellenti e i suoi voti invidiabili, ma in realtà era uno strenuo sostenitore della politica: massimo risultato con il minimo sforzo. Era abbastanza furbo da capire cosa si aspettavano i professori, cosa volevano sentirsi dire, cosa volevano vedere da uno studente e cercava di dargli quello che volevano, ignorando tutto il resto. Salvo in quelle poche materie che gli interessavano, come Pozioni e Trasfigurazioni, di cui approfondiva ogni sfaccettatura, ma per un suo interesse personale, non certo per dimostrare qualcosa a qualcuno.
    E poi c’erano quelle materie che proprio… no, non gli interessavano minimamente. Non riusciva nemmeno a fare quel minimo indispensabile per fare il suo teatrino da secchione con i professori.
    Non era la prima volta, ad esempio che il professore di storia della magia lo fermava alla fine della lezione, per sapere cosa ci fosse che non andava, perché non riusciva nella sua materia come in tutte le altre. Roman annuiva passivamente e assicurava che si sarebbe impegnato di più. Ma il suo libro di storia della magia era ancora immacolato. Proprio non gliene poteva importare di meno della storia del mondo magico: studiare quella materia per lui era come leggere un’infinita saga fantasy, cosa che già non era il suo genere, ma in più era noiosa e confusionaria, senza un minimo di coerenza e con così tante cose assurde da rendere impossibile cercare un filo logico. Eppure era accaduto realmente, quella era la vera storia del mondo magico! Ma niente, Roman non riusciva proprio a prendere la cosa sul serio. E oltretutto non lo affascinava minimamente. Aveva nella testa la storia dei Cacciatori, dei Lycan e di Iverness e qualsiasi cosa fosse accaduta nel contorno che era la comunità magica non lo interessava affatto.
    Per fortuna il professore, oltre a chiedere cosa ci fosse che non andava, non premeva molto per farlo interessare a quello che insegnava.
    Discorso diverso valeva invece per il professore di Antiche Rune. Lui non lo aveva preso in disparte per cercare di comprenderlo. Veramente, era solo risentito del fatto che avesse voti tanto alti nelle altre materie e nella sua non si impegnasse affatto.
    Roman si pentì di aver scelto quella materia al quinto anno, perché se possibile era ancora più noiosa di Storia della Magia. Avrebbe dovuto scegliere una buffonata come Babbanologia, ma gli sembrava troppo idiota anche solo per fingere il minimo sforzo. In ogni caso, forse sarebbe stato meglio umiliare il suo intelletto allora, invece di ritrovarsi al sesto anno con la minaccia di una bocciatura per non andare bene nelle cavolo di Antiche Rune. Si, era questo che gli aveva detto il professore, quando lo aveva trattenuto a fine lezione.
    «Lo so che nelle altre materie hai voti molto alti e che sei una specie di star del quidditch. Magari pensi che questo ti dia il diritto di ignorare la mia materia.»
    Roman stava per scoppiare a ridergli in faccia. Lui ignorava la sua materia perchè era un unitile spreco di ore e di alberi. In ogni caso, non aveva replicato al professore, perché odiava le discussioni quasi quanto la sua materia. «In ogni caso, voglio darti un’ultima possibilità: devi prendere almeno una O al test finale, o proporrò al collegio la tua bocciatura.»
    Roman dubitava che gli altri insegnanti avrebbero permesso che venisse bocciato, ma la verità era che se un professore si impuntava poteva succedere di tutto. Così, tornato nel dormitorio, non aveva potuto fare a meno di prendere quel dannatissimo libro. Ma nella sua stanza studiare era impossibile, visti i suoi coinquilini, e la sala comune era troppo affollata. Così si spostò in aula vecchia.
    Era chiaro che il suo umore fosse nero, quando entrò lì dentro. Forse avrebbe dovuto fumarsi una sigaretta dopo quella strigliata, e rilassarsi un attimo prima di buttare quel dannatissimo libro sul tavolo dell’aula vecchia. Ma era troppo nervoso anche solo per pensare di rilassarsi, così non ci fece caso.
    E anzi, si voltò quasi irritato sentendo una vocina flebile che gli faceva notare che « Accidenti, mi hai fatto prendere un colpo! Avresti potuto essere un po’ più delicato, c'è gente che studia qui! »
    «Potresti tacere, se proprio hai bisogno di studiare, invece di cercare scuse per alzare il musetto dai libri.» ribattè. Il suo tono non era irritato, in realtà era molto neutro, come al solito. Roman non era un tipo molto espressivo o emotivo, ma in realtà le sue parole lasciavano sempre il segno, anche senza bisogno di essere troppo accorati. Le persone che si scaldavano troppo facilmente, a Roman facevano solo ridere.


     
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0 replies since 5/2/2020, 22:07   46 views
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