Aula studio college

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    what would david bowie do?
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    E poi è successo. Non che si aspettasse nulla di diverso. Conosceva Mia abbastanza bene da sapere che non sarebbe mai andata volontariamente a mettersi nei guai con la Loggia. Eppure una parte di lei voleva ostinarsi a credere che, con la giusta volontà, fosse possibile evitare quella vita, voltando le spalle alle responsabilità che nessuno di loro aveva scelto di accollarsi. Non ho mai chiesto di essere sin eater, nemmeno penso di essere adatta a quel compito. Non lo voglio, non so cosa farmene e nessuno può obbligarmi a scegliere altrimenti. « Senti.. posso chiederti una cosa? » Sollevò lo sguardo sull'amica, riportata bruscamente alla realtà dalla sua domanda. « Mmh-mmh. » « Tu come l'hai capito? Che Pervinca era la tua lei.. A me sembra di essere rimasta un po' indietro. Pare che quasi tutti si sono trovati. Tutti hanno qualcuno a cui badare e con cui confrontarsi.. tranne me. E' una stronzata lo so.. alla fine non è che ho bisogno di una persona nello specifico. Alla fine siamo un po' tutti portati a stare insieme. Però boh.. a volte mi fa un po' rosicare tutta questa cosa che c'è chi sta un po' più insieme degli altri. » Corrugò la fronte, appoggiando le spalle contro lo schienale della sedia mentre un'espressione pensosa si insinuava sul suo volto. Non era di certo la domanda più semplice a cui rispondere. « Mh..non saprei. Cioè, è stata una cosa molto istintiva. Pur con tutto il mio rigetto nei confronti dell'intera questione, mi sentivo sempre..bo..come trascinata, capisci? Avevo bisogno di sapere dove fosse, cosa stesse facendo e così via. Lo stesso, immagino, è accaduto a lei. » Si strinse nelle spalle. « A un certo punto immagino che l'ho saputo e basta. Quando tutta la storia è venuta fuori e ci hanno detto di cosa si trattasse, ho capito immediatamente che Pervinca era la mia spalla. Non c'era dubbio che tenesse. » Fece una pausa, posando lo sguardo su Mia. « E tu? Non l'hai mai sentita questa cosa? »

     
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    the devil inside;

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    Ascoltò le parole dell'amica con un velo abnegazione, col desiderio di ritrovarsi in qualche maniera nelle parole di lei. « A un certo punto immagino che l'ho saputo e basta. Quando tutta la storia è venuta fuori e ci hanno detto di cosa si trattasse, ho capito immediatamente che Pervinca era la mia spalla. Non c'era dubbio che tenesse. » Non lo so.. non credo ci siano tutorial per queste cose. E a volte preferirei che qualcuno lo avesse fatto - un tutorial, uno qualunque, una risposta qualsiasi alle mille domande che abbia di tanto in tanto. « E tu? Non l'hai mai sentita questa cosa? » Si strinse nelle spalle, conscia di non avere la più pallida idea di cosa dovesse sentire di preciso. E' un po' come quando ti chiedono se hai mai provato l'empatia. Dovresti prima sapere cos'è l'empatia. Infine si schiarisce la voce e si inumidisce appena le labbra. « Ho appreso da poco che Scorpius è un sin eater. » Disse infine alzando gli occhi al cielo. « Ero rimasta un po' indietro con chi lo è e chi no. » Ormai non è più nemmeno chiaro chi fa parte di questo mondo e chi no. E un mondo fottutamente complicato questo in cui vivamo. « Non ha un lycan. Però boh.. spesso mi sto impegnando più a tenerlo a debita distanza piuttosto che capire. Senza contare che.. hai visto cosa è successo con Miriam e Wulfrich. » Wulfrich era morto appeso su una croce. Da allora, Miriam non era mai più stata la stessa. « E' un cazzo di casino il fatto che un po' mi piace. Non voglio finire come Miriam. E dopo questa cosa del rave ho capito che è più di una probabilità. » Sospirò tirandosi indietro con una nota di palese fastidio. « Non lo so Aly, voglio una vacanza dalla vita. E anche da questa merda.. » Disse richiudendo il libro di Trasfigurazione. « Tu però devi promettermi che non farai di testa tua. » Pausa. « Per favore. Là fuori ci sarà anche un'intera suicide squad pronta a combattere Logge, mostri e qualunque altra cosa stia succedendo. Ma qui dentro ormai siamo rimasti in pochi. Dobbiamo guardarci le spalle. » Prese quindi a girarsi una sigaretta seguendola con uno sguardo indagatore pronta a carpire le sue reazioni. « Per me possiamo pure smettere, tanto per sto compito o copio o non arrivo nemmeno al Troll.. »


     
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    Più che sabato sera in discoteca era sabato sera in aula studio, il triste destino degli studenti di medicina. Erano le sette di sera passate, ma Betty non ne aveva voluto sapere di tornare a casa. Casa voleva dire comodità, voleva dire avere il proprio letto a portata di mano e ciò l'avrebbe influenzata negativamente; facendola desistere dal suo proposito di fare nottata. Aveva appena mandato un messaggio ad Aidan, mostrandole la desolazione dell'aula studio in quel momento. Gli ultimi studenti erano andati via pochi minuti prima, lasciandola da sola con i libri. Fuori dalle finestre era ormai buio pesto, una coltre scura che d'inverno li catapultava in una notte infinita. L'imminente esame stava mettendo a dura prova la sua pazienza, oltre che il suo sonno; costringendola a fare le ore piccole e ad ingurgitare quantità impressionanti di caffè. Di fatto anche quella sera, oltre ad un goloso pacchi di biscotti, aveva il suo inseparabile termos di caffè caldo. Il tomo davanti a lei sembrava guardarla minaccioso, rimproverandole il suo momento di distrazione. Quei piccoli momenti le permettevano di svagarsi un po', evitando di scoppiare per il troppo studio. Proprio mentre recuperava da dove era rimasta venne distratta da quello che sembrava un rumore di passi. Si voltò alla ricerca dell'origine di quel rumore ma non vide nessuno. « Troppo studio fa brutti scherzi... » Disse tra sé e sé, forse quell'illusione era un chiaro segnale di stanchezza; un modo di farle capire che era arrivato il momento di chiudere. Decisa a terminare il capitolo tirò a sé il libro, sorseggiando un po' di caffè dalla tazza. Giunta alla fine del primo paragrafo fu di nuovo tormentata dallo scalpiccio udito poco prima. « C'è nessuno? » Si guardò attorno allungando il collo, cercando di guardare al di là dei separé che servivano per separare le varie postazioni. Vedendo che nessuno si palesava decise di fare un breve giro d'ispezione. Fu vicino all'ingresso che si scontrò all'improvviso con la causa di quel rumore. Spaventata fece un salto all'indietro che la portò ad inciampare sui suoi stessi piedi. « Santa Morgana che colpo...I-io mi dispiace, credevo non fosse rimasto più nessuno. » Evidentemente qualcun altro aveva approfittato della calma del sabato sera per portarsi avanti con lo studio.
     
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    «Ehy, Dory. Vieni con noi a bere qualcosa, stasera?» La ex Grifondoro sistemò la borsa in spalla, infilandoci dentro l’ultimo libro e chiudendo le fibbie. «Scusa, Missy, ma non credo di farcela.. Ho l’esame di cronaca la prossima settimana e se non finisco gli ultimi appunti so già che passerei tutta la sera a pensare “Non dovrei essere qui, ma a casa a studiare”, rovinando l’umore a tutti quanti.» Ninfadora alzò lo sguardo incontrando gli occhi smeraldini di Melissa Brown. «Eddai, ti farebbe bene sfogarti un po’!» Miseriaccia, se hai ragione, Missy! La Weasley allungò un sorriso dispiaciuto. «Prometto che superato l’esame mi farò trascinare ovunque. Parole di lupetto!» e, nel pronunciare quella frase, rivolse il palmo della mano verso la compagna di banco, in quello che doveva essere una vera e propria promessa da scout. La ragazza roteò gli occhi. «Va bene, tanto so che non riuscirò a convincerti.» Dory annuì lentamente, esibendo un’espressione colpevole. Era esattamente così che stavano le cose. «Ma mi devi una super seratona, sappilo! Non lo dimenticherò.» E Dory sapeva che era davvero così. Se si parlava di studio, Missy aveva la memoria di un pesce rosso. Spesso dava persino l’impressione di non sapere dove si trovasse. Si comportava come se si trovasse lì per puro caso, caduta dal cielo e finita in un quel girone infernale chiamato “College”. Ma se si cominciava a parlare di fare serata, andare in discoteca o in qualsiasi altro posto offrissero alcol e divertimenti, la Brown tirava fuori una memoria di ferro. Si salutarono. Mancavano quindici minuti alle sette e Dory decise di fermarsi a prendere un caffè da portare via. Le piaceva andare in biblioteca. A quell’ora non c’era mai nessuno e a lei piaceva gironzolare tra i corridoi, respirando l’odore inconfondibile di libri antichi che le arrivava dritto dritto al cervello, inebriandola. Quando entrò nella stanza, la segretaria se n’era già andata. Il foglio attaccato alla scrivania diceva che il suo turno terminava alle diciannove, ma mancavano ancora cinque minuti. Si diresse a passo spedito verso l’ala della biblioteca dove saprebbe che avrebbe trovato ciò che cercava. I più grandi giornalisti di cronaca del Mondo Magico. Tanto valeva trovare qualche informazione sui migliori reporter, una sorta di “studiare il nemico per apprendere meglio”. Cominciò a scorrere con lo sguardo sulle costole dei vari libri, seguendo l’ordine alfabetico, finché non lo trovò. Lo prese, passando una mano sopra la copertina leggermente imperlata di polvere. Ma non appena girò l’angolo, sovrappensiero e felice per il proprio bottino, che finì per scontrarsi con qualcuno ed il libro le scivolò dalle mani, cadendo a terra. Strinse automaticamente la presa sul bicchiere di caffè che, per fortuna, era quasi finito e ben sigillato sotto un tappo di plastica. « Santa Morgana che colpo...I-io mi dispiace, credevo non fosse rimasto più nessuno. » A quanto pareva, erano state in due ad avere lo stesso pensiero. Si abbassò con le ginocchia, raccogliendo il libro da terra e, rialzandosi, scoprì contro chi si era imbattuta. «Betty!» Le rivolse un sorriso. Si erano conosciute a scuola e Dory l’aveva sempre trovata una persona molto piacevole con cui passare il tempo. «Perdonami ero sovrappensiero.. Come stai?» Breve pausa durante la quale si guardò intorno, constatando che la biblioteca era più vuota di quanto pensasse. «A quanto pare siamo le uniche due fuori di testa a trovarci qui stasera.»


     
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    «Betty!» Ok forse Betty era leggermente suscettibile, ma chi poteva biasimarla? Solitamente rumori sospetti e simili non portavano a niente di buono. Per sua fortuna l'origine di quel rumore era Dory, motivo per cui tirò un sospiro di sollievo. Si conoscevano visti i suoi più he ovvi legami con la famiglia Potter-Weasley; uno dei suoi cugini era uno dei suoi più cari amici, mentre l'altro il suo ex ragazzo. Proprio per questo era stata inclusa più e più volte alle affollate feste in casa Potter-Weasley. Dory era senza dubbio spigliata e coraggiosa, il suo animo curioso l'aveva però colpita più di ogni cosa. «Perdonami ero sovrappensiero.. Come stai?» Sorrise all'amica, non era colpa sua se nonostante i passi avanti fatti continuava a vivere sul chi va là. « Bene dai, anche se questo esame non sembra darmi pace. » Una brutta gatta da pelare l'avrebbe definito sua sorella. « Tu come stai? Anche tu qui intenzionata a sacrificare il stuo sabato sera in favore del sapere? » Una scelta che, vista la solitudine dell'aula, nessun altro aveva preso. «A quanto pare siamo le uniche due fuori di testa a trovarci qui stasera.» Già le uniche che avevano scelto di sfidare le basse temperature di dicembre, rinunciando ad un divano confortevole che purtroppo l'avrebbe portata a distrarsi. Per sua fortuna Betty si era armata di caffè e biscotti, totalmente indifferente all'aria gelida che tirava fuori. « Forse sono stati più furbi di noi, ma a casa c'è Oliver che non fa altro che guardarmi con il suo dolce musino...quasi come se cercasse di indurmi in tentazione. » Quando si trattava di coccole il suo cagnolino era un vero e proprio arraffone, un protagonista assoluto. Betty dal canto suo non era capace di resistere a quegli occhioni languidi che la guardavano sempre con amore. « Tu da cosa stai scappando? » Le fece segno di raggiungerla al suo tavolo, nonostante l'imbarazzante quantità di libri e appunti sparso su di esso c'era ancora sufficiente spazio per un'altra persona. Inoltre, dato il suo buon cuore, era disposta a dividere i suoi preziosissimi biscotti fatti in casa. « Ovviamente favorisci pure...caffè e biscotti non possono mancare in serate così produttive. » Per Betty l'avvicinarsi del Natale significava calore e una casa al profumo di biscotti era un must have che non poteva mancare. Era capace di alzarsi nel bel mezzo della notte per prepararli e infornarli, pronta a distribuirli tra gli amici. « Seti può interessare a casa ne ho un barattolo pieno e non è proprio il caso che io lo mangi tutto da sola. » Altrimenti avrebbe finito per non alzarsi più dal divano.
     
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    « Bene dai, anche se questo esame non sembra darmi pace. » Dory le sorrise con gentilezza, dispiaciuta per averla spaventata in quel modo. Aveva sempre pensato che Betty somigliasse ad una principessa di quelle fiabe che suo padre le leggeva per farla addormentare. Possedeva una gentilezza eterea, rara al giorno d’oggi e non mancava mai di rivolgere un sorriso cordiale a tutti. « Tu come stai? Anche tu qui intenzionata a sacrificare il stuo sabato sera in favore del sapere? » Una risatina le salì su per la gola stringendo il libro tra le mani come a volerlo mostrare alla ragazza. «Più che “intenzionata” direi “obbligata”!» Si strinse nelle spalle, con un’espressione divertita, le labbra increspate in una smorfia. «Mi sarebbe piaciuto uscire a bere qualcosa con dei compagni di corso, ma sono più che consapevole che avrei passato il resto della serata a rimuginare sull’esame e su ciò che in quel momento non stavo studiando.» Scosse delicatamente la testa, spostando il pesante libro da un braccio all’altro. «Non mi andava di rovinare la serata a tutti con il mio pessimo umore!» « Forse sono stati più furbi di noi, ma a casa c'è Oliver che non fa altro che guardarmi con il suo dolce musino...quasi come se cercasse di indurmi in tentazione. » Sorrise di riflesso nel vedere Betty così sognante nel parlare del proprio animale domestico. Pensò a Parker che sicuramente dormiva profondamente dentro la gabbia. Era sicuramente la Puffola Pigmea più pigra dell’intero Mondo Magico. «Oh, ci credo.. Con questo tempo poi non c’è di meglio che starsene accoccolati nel divano sotto una coperta con il proprio animaletto che richiede le coccole.. Oh, basta, altrimenti scappo a casa in un attimo!» Roteò gli occhi sospirando pesantemente. Seguì la ragazza al tavolo in cui si era precedentemente sistemata e si mise seduta davanti a lei. « Tu da cosa stai scappando? » Alzò il libro prima di posarlo sul tavolo, in modo che la Branwell leggesse il titolo nella copertina. «Spero che i loro spiriti mi aiutino a superare il prossimo esame.» Ridacchiò. « Ovviamente favorisci pure...caffè e biscotti non possono mancare in serate così produttive. » Solo allora notò i graziosi biscotti natalizi. Avevano un’aria così invitante che non riuscì assolutamente a rinunciare. «Grazie mille! Non so dire di no ai biscotti.» Ne prese uno a forma di alberello e gli diede un morso. I suoi occhi si spalancarono automaticamente. «Oh, miseriaccia, è buonissimo!» esclamò mettendosi una mano davanti alle labbra mentre finiva di masticare il boccone. «Se sapevo di trovarti qui con certe leccornie di sicuro sarei arrivata prima!» Rise, infilandosi il resto del biscotto in bocca. « Seti può interessare a casa ne ho un barattolo pieno e non è proprio il caso che io lo mangi tutto da sola. » «Non dire così perché potresti ritrovarmi sotto casa tua ad elemosinarne altri! Sei davvero un’ottima pasticciera!» Bevve l’ultimo sorso del suo caffè che ormai si era raffreddato. «Tu invece? Come mai hai scelto di odiarti stasera?» le chiese facendo riferimento al suo studio serale ed allungandosi appena in avanti cercando di sbirciare tra gli appunto.
     
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