le giornate di Mabel

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  1. bëosa
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    Le giornate felici nella vita di Mabel Sherwood potevano benissimo essere contate su una mano. La sua depressione cronica la faceva cadere sempre in uno stato di trans in cui non riusciva mai a vedere il buono, il giusto e quelle piccole cose che l'avrebbero fatta sorridere. Ma tutto ha un eccezione, il suo dottore definiva quei giorni come " le giornate di Mabel" ogni tanto si svegliava e sentiva che la sua vita stava prendendo la giusta piega e che d'ora in avanti avrebbe sempre pensato in positivo, ovviamente erano momenti fulminei che presto o tardi sarebbero tornati in un angoletto della sua mente sorpassati dalle giornate no, ma un eccezione è un eccezione e in quanto tale era bello godersela fino a che potesse. Quel giorno era stranamente di buon umore e forse per questo o forse perchè era troppo che non usciva da casa decise di scrivere ad uno dei suoi amici di lunga data Dean. Effettivamente i due si conoscevano da parecchi anni, non erano migliori amici e di certo non avrebbe mai alzato il telefono per chiamare il ragazzo quando ne aveva bisogno ma era piacevole passare il tempo con lui e raccontargli un pò della sua vita, in effetti sembrava quasi che lo usasse un pò come un secondo psicologo ma la cosa funzionava no?
    Il non capire le relazioni umane era cosi da Mabel, cadeva sulle basi, su come approciarsi ad un qualsiasi tipo di persona senza sembrare una matta o una menefreghista ma supponeva che se quella poca manciata di amici che aveva la sopportava infine qualcosa ci capiva , molto poco. Come ogni buona giornata che si rispetti aveva bisogno di essere accompagnata da un buon caffè, purtroppo per lei non aveva tempo di arrivare fuori dal campus quindi si sarebbe accontentata di un caffè mediamente buono allo starbucks, troppe volte era stato il suo salva vita nei momenti di depressione quel posto; così diede appuntamento al suo amico- definiamolo così la fà sembrare meno disumana di quanto si possa pensare- dentro quelle quattro mura che a quell'ora del pomeriggio sembravano essere le più attraenti di tutto il campus, forse c'èra un raduno di malati del caffè e lei non ne era a conoscenza, fatto sta che entro nel bar con un sorriso a trentadue denti e ben ventiquattro minuti di anticipo al suo appuntamento, era una cosa che faceva spesso quando era felice, essere in anticipo si intende non sorridere come una scema a tutti quelli che passavano. Arrivò alla cassa pagò il suo salted caramel mocha frappuccino che per chi non lo conoscesse era soltanto una brodaglia di ingredienti super zuccherosi dove Mabel osava anche aggiungere della buona e fresca panna . Un altro problema che suo padre le aveva fatto notare l'ultima volta che si erano visti «Mabel ti trovo decisamente ingrassata, dovresti stare più attenta alla linea» a quelle parole avrebbe solo voluto rispondergli che tanto nessuno dei suoi amici l'avrebbe vista mai quindi poteva diventare anche una cozza, ma aveva evitato, come faceva tutte le volte che suo padre gli lanciava quel tipo di sentenze contro perchè si suo padre era uno sputa sentenza a manetta. Non conosceva persona più fredda, quell'uomo cercava sempre l'approvazione degli altri senza pensare a quali cose contassero veramente, come la salute di sua figlia o il fatto che magari dopo 19 anni avrebbe potuto portarla a corte con loro ma per carità non era giusto presentare al mondo una ragazza con problemi psicologici e, a quanto pare, anche fisici a detta sua.
    Ma no i pensieri sul padre non le avrebbero tolto il sorriso quel giorno, avrebbe passato una bellissima giornata in compagnia di un amico e poi magari sarebbe andata al parco o forse avrebbe guardato un film. Si guardò intorno cercando un tavolino per mettersi seduta e quando lo trovò si sbrigò a posare il suo culo sulla sedia. Non si sarebbe più mossa di lì per paura di perdere quell'unico posto in cui sembrava si potesse respirare. Decise di prendere un libro per ammazzare il tempo, ma nella sua borsa aveva poca scelta: Il pensiero simbolico o La divinazione nel mondo antico, entrambi erano testi universitari che avrebbe dovuto leggere per le lezioni ma non aveva mai trovato la voglia e il tempo, così scegliendo un pò a occhi chiusi prese il primo e lo aprì, cannuccia stretta tra le labbra e occhi fissi su quella miriade di parole che presto o tardi le avrebbero fatto venire un bel emicrania.
    Una ragazza gli si avvicinò e lei alzò subito gli occhi dalle pagine nuove del libro «Scusa posso prendere la sedia?» le chiese la ragazza con un tono un pò troppo pretenzioso per i suoi gusti. Posò il libro aperto sul tavolino difronte a lei e scosse la testa mandando giù, prima di parlare, un sorso della sua bevanda. «no, sto aspettando una persona» le rispose con un mezzo sorriso la ragazza, inutile dire che l'altra la guardò male come se avesse appena detto una bugia con le gambe parecchio corte, come se una come lei non potesse star aspettando veramente qualcuno. Era vista così da fuori? eppure era solo seduta a leggere sorseggiando un frappuccino con troppo zucchero non stava mica accoltellando una persona. Storse la bocca e ritorno al suo libro.
     
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0 replies since 12/2/2020, 22:47   36 views
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