Everybody's gotta live

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    Senza la Wiznet a disposizione era diventato più difficile lavorare. Fino a un mese prima bastava che uno studente le scrivesse mandandole l'emoji di un arcobaleno e il gioca era fatto: un paio di messaggi, data, ora, luogo di incontro. Estremamente semplice - e con la semplicità, gli affari andavano a gonfie vele. Tuttavia i nuovi decreti emergenziali avevano dato un colpo piuttosto grosso alla sua clientela, che non si sentiva altrettanto protetta nell'utilizzare i normali canali di comunicazione magica. E come biasimarli? I firmatari di quelle disposizioni avevano messo nero su bianco il fatto che la posta sarebbe stata controllata - e sì, tecnicamente le loro indagini erano mirate a scovare atti simili o collegati allo Shame, ma ciò non significava che avrebbero lasciato passare attività illegali diverse da quella. Il panico aveva presto invaso la giovane Rigby, che si era dovuta ingegnare e fare salti mortali per trattenere a sé quanto meno i clienti più assidui, promettendogli omaggi o sconti a cui non avrebbero di certo saputo resistere. Una soluzione temporanea, ovviamente. Si sentiva come se si trovasse letteralmente tra l'incudine e il martello: da una parte vi erano i decreti di sicurezza pronti a dare l'estrema unzione al suo business, mentre dall'altra vi stava la consapevolezza del fatto che il suo lavoretto part time non sarebbe stato sufficiente a farla campare. Di quel passo avrebbe dovuto lasciare Hogwarts e mettersi a lavorare seriamente..come tutti gli altri membri della sua famiglia prima di lei. Quel pensiero, tuttavia, era lo stesso che la teneva a galla, spronandola ad andare avanti con la testardaggine di un mulo. Non importava quanti stratagemmi dovesse escogitare per comunicare con i suoi clienti in maniera sicura - era disposta a farlo, almeno temporaneamente, fin quando non avrebbe trovato una soluzione più stabile per condurre i propri affari. E poi ci sta Harvey.. pensò, picchiettando nervosamente la matita sul libro di testo aperto a cui non stava dando la minima attenzione. E Harvey va pagato. Sono questi gli accordi. Aveva assunto il ragazzo poche settimane dopo aver cominciato quel business, quando si era reso evidente che una ragazzina di neanche cinquanta chili poteva essere vista come un facile bersaglio da derubare. Assumerlo era stata la scelta migliore: da quel momento in poi non si era più sentita minacciare neanche velatamente da alcun cliente, e in generale si sentiva meno in pensiero quando doveva andare a qualche appuntamento in tarda serata. Tuttavia, sebbene i due fossero ormai diventati amici, ciò non toglieva che il loro rapporto era prima di tutto d'affari e che il ragazzo avrebbe avuto tutte le ragioni di voltarle le spalle nel caso in cui lei gli avesse ridotto la quota o gliela avesse addirittura tolta in tronco. Un fragile castello di carte, quello che la Rigby tentava di tenere in piedi - pronto a cadere al minimo soffio. Se non avesse trovato una soluzione in tempi celeri, lasciare gli studi sarebbe presto diventata l'unica opzione a lei disponibile. « Rigby? Potresti continuare a leggere da dove il tuo compagno ha lasciato? » Gli occhi della Grifondoro si spalancarono come quelli di un cerbiatto in procinto di essere investito da un camion, puntandosi sul professore con aria completamente persa. Cazzo. « Ehmmm... » Presa dal panico abbassò lo sguardo sul libro, cercando di ritrovare il segno del paragrafo che non aveva affatto seguito. Voltò in fretta la pagina, facendo cadere la matita e chinandosi velocemente a raccoglierla. « Un secondo. » Ma ci volle ben più di un secondo. Gli istanti passarono lenti come ore, facendole sentire addosso tutto il peso degli sguardi che aveva puntati addosso mentre diventava sempre più evidente il fatto che no, Veronica non stava seguendo la lettura di classe. Il professore sospirò pesantemente, sollevando un sopracciglio con aria contrita. « Taylor..continua a leggere tu. Vorrei finire il capitolo entro stasera. » Rossa in volto e con lo sguardo colpevole di un bambino trovato con le mani nel barattolo delle caramelle, la giovane Grifondoro mormorò delle scuse frutto di quella piccola umiliazione appena subita, abbassando poi gli occhi sul libro e costringendosi a seguire fino alla fine della lezione. Una volta terminata e raggruppati tutti i suoi materiali in fretta e furia, raggiunse l'uscita a passo veloce, picchiettando nervosamente sulla spalla di Harvey per dirgli poche parole a bassa voce. « Dopo pranzo, secondo piano, bagno delle ragazze.. » si guardò intorno con aria circospetta « ..summit. »
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    Il pasto consumato dalla Rigby fu piuttosto veloce e scarno. L'ansia che provava nei confronti del proprio business e quella sottile vergogna strisciante della figuraccia fatta a lezione le avevano chiuso lo stomaco al punto da obbligarla a fare uno sforzo cosciente per mettere qualcosa sotto i denti. Fosse stato per lei, si sarebbe fermata al bicchier d'acqua, ma sapendo di avere lezione di Volo nel pomeriggio non voleva rischiare di svenire di fronte a tutti per un'improvviso calo di zuccheri. Ci mancherebbe solo quello. Così mezza scuola comincia a pensare che o sono una cretina, o sono incinta..oppure entrambe le cose. Mandò giù la zuppa di ceci ad una velocità impressionante, senza nemmeno fermarsi a scambiare due parole con Janis come d'abitudine. Piuttosto raccolse in fretta le proprie cose e si diresse a passo svelto verso il luogo dell'appuntamento, roteando vistosamente gli occhi nel sentire il pianto disperato di Mirtilla Malcontenta. « Che è successo stavolta? » La giovane fantasma uscì dallo scomparto in cui si era rintanata, singhiozzando a più non posso. « Ursula Irving. Ecco cosa è successo. Ha detto che devo stare lontana dal suo ragazzo. MA NOI CI AMIAMOOOO! » Fu difficile combattere contro l'istinto di mandarla semplicemente a fare in culo e ricordarle che da fantasma, comunque, non avrebbe potuto fare chissà cosa con quel ragazzo. Piuttosto si limitò ad annuire, issandosi a sedere su uno dei lavelli vuoti e accendendosi una sigaretta. « Mmh..capisco. Tragico. » disse, palesemente disinteressata, per far poi schioccare la lingua contro il palato. « Beh, secondo me dovresti parlare con lui e dirgli cosa è successo. Cioè, è lui che deve prendere una posizione, no? Uomini..prima fanno i pavoni e poi si nascondono dietro le gonnelle di noi ragazze quando si tratta di risolvere situazioni scomode. No no. Affrontalo di petto e digli di decidersi. » Che poi, a ben vedere, era il consiglio che avrebbe dato ad ogni sua amica in quella stessa situazione; il fatto che Mirtilla partisse palesemente perdente era solo un effetto collaterale. In fin dei conti quella ragazza aveva un grande amore ogni settimana, dunque dubitava che l'ennesimo rifiuto l'avrebbe buttata giù più del solito. Infatti il fantasma tirò su col naso, alzando il mento con uno sguardo deciso negli occhi vitrei. « Hai ragione. Sì sì, hai proprio ragione da vendere. Lo sai che ti dico? Vado subito a dirgliene quattro! Se mi ama veramente, allora lascerà quella poco di buono per stare con me. » In tutta risposta, Veronica alzò un pugno in un gesto che doveva darle carica. « You go girl. » disse, assottigliando appena le palpebre per dare ancor più intensità alla scena. Chi la conosceva bene sapeva quanto sarcasmo fosse intriso ai suoi gesti e alle sue parole, ma l'ingenuità di Mirtilla era piuttosto proverbiale, e infatti scomparve presto oltre una parete, alla ricerca del suo amato. Ebbe giusto il tempo di scuotere il capo tra sé e sé prima di vedere la figura di Harvey varcare la soglia del bagno. Con la sigaretta alle labbra, gli rivolse un cenno di saluto col mento. « Ho appena mandato via Mirtilla, quindi siamo al sicuro. » disse, rimanendo in silenzio per qualche istante prima di tirare un sospiro. « Harv..bisogna trovare un modo per contattare i clienti. Lo so che tecnicamente non è nei tuoi compiti, ma non so più che pesci prendere. Questi decreti stanno affossando tutti gli affari: senza i telefoni e con la posta controllata, nessuno vuole rischiare di essere beccato. » Si riportò la sigaretta alle labbra, lanciando al ragazzo uno sguardo che aveva una sfumatura piuttosto vicina all'implorante. « Ti prego, dimmi che hai qualche asso nella manica o un'idea che possiamo sfruttare per superare questo stallo. »


     
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