Capitolo tre: l'appuntamento

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    [...] Mi sentivo terribilmente deficiente. Mentre l'elfo domestico ci accompagnava verso le cucine, con tanto di candela in mano e sguardo sospettoso che di tanto in tanto si girava ad osservarci, io non sapevo cosa dire o fare, nè dove puntare gli occhi. Se la guardo troppo sembro un maniaco, se non la guardo per niente sembro disinteressato; se attacco a parlare divento logorroico e pesante mentre se sto zitto divento noioso. Merlino! Agitato, continuavo a torturare il bordo del maglione e cercavo di non restare indietro. Ancora mi chiedevo se Nessie fosse rimasta accesa per gentilezza o perchè le interessassi davvero, chissà se la mia scelta l'avesse sorpresa e se, internamente, avesse sbuffato con un sonoro "ma non poteva scegliere qualcun altro?". Magari avrebbe voluto solamente andare a dormire come tutti gli altri e non passare altre due ore con me. Dopotutto ero stato sciocco, ora che ci pensavo bene: Agnes stava dentro al giornalino, così come Otis, e già prima di iniziare l'evento ci eravamo detti "mi raccomando, siamo gli organizzatori, dobbiamo essere gentili con i concorrenti!". Ed io ero uno di loro, in fin dei conti. Cretino, cretino, CRETINO! « Ness?» Mugugnai finalmente, dopo aver preso il coraggio a pieni polmoni, sbilanciandomi in avanti per farmi vedere meglio. « Io non...cioè, so che probabilmente non avrei dovuto scegliere te perchè, insomma, essendo gli organizzatori della serata era giusto rimanessimo accesi a prescindere» Continuai a camminare, lasciando rimbalzare i ricci davanti al volto ad ogni passo, posizionando le mani dietro alla schiena aka "vecchio che guarda i cantieri" « Però, non sapevo chi altro scegliere e poi..» e se qui ci fosse stato Peter presente so che mi avrebbe fatto gomito-gomito, seguito da un'occhiolino eloquente « ..sei molto carina stasera» Ed un sorriso imbarazzato fece capolino sulle labbra già curve, lasciando anche imporporare leggermente gli zigomi alti. Beh, un complimento sentivo di doverglielo, anche per sembrare boh galante? Un vero cavaliere? Ci credete se vi dico che quello, in assoluto, era il primo vero simil appuntamento che avevo in vita mia? Non sapevo nemmeno come ci si comportasse agli appuntamenti, nè cosa si dicesse o se ci fossero particolari registri linguistici da dover seguire. Per me era tutto nuovo, ed era mia ultima intenzione mettere Nessie a disagio; perciò, alla fine, scelsi di essere lo stesso di sempre - anche se un tantino più nervoso. Arrivati alle cucine, l'elfo domestico si affrettò a farci entrare e sedere ad un tavolo che era stato allestito a tema. Niente di troppo complicato in realtà: una tovaglia
    a quadri rossi e bianchi - molto tema Lilly ed il Vagabondo, ed una bella candela piazzata nel centro del tavolo - sempre moooolto tema Lilly ed il Vagabondo. Caspita, qualcuno nella redazione dev'essere davvero fissato con Lilly ed il Vagabondo, mi devo aspettare degli spaghetti e un napoletano che suoni il mandolino? « Speriamo non ci facciano mangiare troppo, oggi ho decisamente esagerato a cena...Tipo con i cosci di pollo e la crostata di zucca » No, in realtà avevo un metabolismo pazzesco e non era raro, di norma, che verso la mezzanotte o giù di lì mi venissero i crampi allo stomaco per la fame. Ma quella sera avevo lo stomaco caput, chiuso! Nemmeno una torta di trecento piani con qualsiasi crema del mondo spalmata sopra sarebbe riuscita a farmi cambiare idea. Posai la testa sul pugno chiuso della mano, sentendo la guancia sprofondare sulle nocche chiuse. Nessie era così graziosa illuminata alla flebile fiamma della candela - già consumata, per giunta -, ed i suoi occhioni già incredibilmente grandi, sembravano ancora più grandi visti da così vicino. Mi ci sarei potuto perdere dentro, ma era meglio rimanere coscienti e togliersi dalla faccia qualsiasi espressione da babbeo rincitrullito. « Hai visto? C'era tantissima gente stasera! Abbiamo davvero fatto un bel lavoro, credo ne possano venire fuori articoli molto interessanti, tu che dici? Che poi, ti immagini? Dovremo essere intervistati anche noi, ed il chè è assurdo! Spero solo che nessuno pensi che sia stato tutto architettato dietro alle quinte » E mi strinsi fra le spalle, facendole volare addosso la forchetta alla quale, per sbaglio, diedi un colpo netto col palmo della mano. Sui denti, tipo catapulta. Cercai anche di riafferrarla a mezz'aria, invano - perchè dopotutto io e la coordinazione viviamo su due pianeti differenti -, facendo sicuramente la figura della foca intenta a prendere una saponetta fra le pinne. Devo togliermi questo viziaccio di gesticolare quando parlo! « Accidenti! Ti ho fatto male?» Ecco, sanvalentino col botto! Ci manca solo che se ne vada via senza un occhio. Sono un caso disperato, miseriaccia!
     
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    « ..Scelgo...Agnès?» “Eh?” Pur avendo udito Louis pronunciare il suo nome, la giovane Serpeverde impiegò qualche istante per rendersi conto che sì, effettivamente, Paciock aveva scelto proprio lei. D’un tratto, le guance pallide si colorirono di un acceso rossore, accompagnate da una vampata di calore. Nel raggiungere Louis, sentendo su di sé gli occhi dei presenti e, in particolare, quelli di Maddie, Nessie si trattenne a stento dallo sventolarsi con la mano. Fortunatamente poterono lasciare immediatamente la Stanza delle Necessità e mentre l’eco della voce di Weasley presentava il nuovo tronista, un elfo domestico si affrettò a far loro strada fuori dalla stanza e, da lì, sino alle cucine. Procedettero per lo più in silenzio, fatta eccezione per i rumori dei loro passi nei corridoi ormai semi-deserti, attorniati da un imbarazzo palpabile. Di tanto in tanto, Nessie si era voltata appena in direzione di Louis, nella speranza di rivolgergli un sorriso e allentare la tensione, ma il Caposcuola sembrava rifuggire il suo sguardo, guardando altrove e giocherellando insistentemente con il maglione, a tal punto che Nessie dovette reprimere la tentazione di prenderlo per mano, anche solo per dare un po’ di tregua a quel povero indumento. Davanti a loro, l’elfo continuava a scoccare occhiate dubbiose, quasi fosse scettico nei confronti della coppia formatasi, di uno dei due o dell’intera faccenda di San Valentino. “Ma gli elfi lo festeggiano San Valentino, poi?” Quell’interrogativo si insinuò tra i suoi pensieri, più curiosa che mai. Era assai più probabile che la povera creatura non gradisse il ruolo di chaperon che gli era stato imposto ma, ingenuamente, quella possibilità non sfiorò nemmeno la Serpeverde. “Mh. Forse Louis lo sa.” Dopotutto, chi avrebbe potuto saperlo, se non un Corvonero? Prima che potesse domandarglielo, però, fu il ragazzo a interrompere il silenzio. « Ness?» Agnès quasi sobbalzò, girandosi nella sua direzione. « Sì?! » Sbottò, con un po’ troppa enfasi, raddrizzandosi ed intrecciando le dita sottili davanti a sé. Mentre Louis parlava, l’espressione di Nessie mutò: la fronte si corrugò, le sopracciglia nette si incresparono e, al centro, vi comparve una piccola fossetta che tradiva una certa apprensione. Forse Louis si era già pentito di averla scelta, forse aveva sonno e voleva andare a dormire, oppure… « Però, non sapevo chi altro scegliere e poi..sei molto carina stasera. » Nel minuto di silenzio che seguì, Agnès non riuscì a nascondere una sfumatura di sorpresa. « Oh. » Mormorò, stupita, battendo le lunghe ciglia nell’assimilare il significato di quelle parole. Espirò e la sua postura divenne più morbida, naturale. « Grazie a Merlino! » Gli rivolse un sorriso nervoso, scostando una ciocca di capelli dalla spalla. « Per un attimo ho avuto paura che... » Esitò, lanciando a Louis un’occhiata di sottecchi. Si stava ancora tormentando le mani, intrecciando assiduamente le dita. « Beh, ecco ho pensato che magari eri stanco o preferivi fare altro piuttosto che questo. » Gesticolò appena con la mano destra, indicando prima sé stessa e poi Louis, senza riuscire a frenare una risatina vezzosa. « Cioè, non che sia un problema, nel caso. Se preferisci andare a dormire o qualunque altra cosa, davvero, giuro che non mi offenderei. » Riprese, quasi immediatamente, parlando più velocemente del solito, senza alzare la voce. I modi eleganti con cui si sforzava di condurre la propria vita – muoversi senza fretta, non dire parolacce, parlare con una cadenza piacevole – sembravano momentaneamente spariti. « Perciò se dovesse essere così… » Si strinse timidamente nelle spalle, lasciando cadere la questione. Non voleva che Louis si sentisse in dovere di trascorrere la serata con lei, qualora preferisse fare altro. Certo, se le avesse detto che voleva rinunciare all’appuntamento ci sarebbe rimasta male – e una parte del suo orgoglio femminile ne sarebbe uscita ferita a morte, sì – ma non glielo avrebbe rinfacciato; non più di tanto, almeno. Si mordicchiò il labbro inferiore, prima di schiarirsi la voce. « …comunque, grazie. » Sollevata dalle sue parole, si era quasi dimenticata del complimento che le aveva rivolto. Distolse lo sguardo da quello di Louis, arrossendo. « Anche tu stai molto bene. » Aggiunse, scrutando insistentemente le proprie mani come se fossero la cosa più interessante del mondo. Per quanto la buona educazione richiedesse di ricambiare un complimento con qualcosa di altrettanto gentile, Agnès lo pensava davvero. Trovava Louis molto carino, forse un po’ impacciato rispetto ai ragazzi con cui era solita uscire ma, probabilmente, anche quel dettaglio faceva parte del suo charme. Inoltre, pur essendo un Corvonero – e, di conseguenza, sicuramente molto intelligente – nelle poche occasioni in cui si era trovata in sua compagnia, Nessie non si era mai sentita stupida. « Siamo arrivati. Qui, ecco. » L’elfo li condusse ad un tavolo già apparecchiato e li fece accomodare senza smettere di rivolgere occhiate inquisitorie ad entrambi con i grandi occhi acquosi. A dispetto dell’atmosfera romantica, non era affatto facile rilassarsi con tutte quelle vibrazioni negative. Mentre Louis parlva, Agnès prese il tovagliolo e lo aprì, sistemandolo in grembo. « Davvero? » Domandò, senza però lasciargli il tempo di rispondere. « Io ho mangiato la frittata e un po’ di patate. La carne non mi piace molto e sono vegetariana. O almeno ci provo, a casa spesso mi rifilano lo stesso lo spezzatino. » Roteò gli occhi al cielo, con aria rassegnata. La famiglia di suo padre in particolare sembrava avere qualche difficoltà a concepire il concetto di “vegetariano” o, come diceva suo nonno, “la stupida moda mangia-erba”. “Come se i vegetariani si cibassero solo d’insalata, poi.” « Avrei assaggiato volentieri un po’ di crostata, ma alla fine ho scelto la macedonia con il gelato. Della frutta così bella e profumata in pieno inverno era una tentazione troppo forte. La crostata era buona? » Sentendola parlare così, chiunque avrebbe pensato che Nessie fosse una ragazzina dal metabolismo veloce e dal sano appetito, eppure per quanto il suo piatto non fosse mai vuoto, la quantità di cibo che ingeriva realmente era scarsa, in particolare dopo quanto successo a Capodanno. Durante i pasti si limitava a giocare con la forchetta, sventolando il cibo in faccia al suo interlocutore, spesso decantandone il sapore buonissimo, farcendo il tutto con chiacchiere su qualunque argomento sino a quando, convinta di aver mangiato sin troppo, abbandonava le posate con un sospiro soddisfatto, proclamandosi sazia fino a scoppiare. Pur essendo un atteggiamento scaturito all’epoca del Lockdown e non totalmente inconscio, Agnès ne aveva sempre sminuito le implicazioni, al pari di un fisiologico ed occasionale calo di appetito. Era diventata talmente brava nel dissimularlo che, sino a quel momento, nessuno sembrava averci fatto caso. Il segreto, dopotutto, stava proprio nel non rifiutare apertamente il cibo. Afferrò dunque un grissino dal cestino del pane e ne spezzò un pezzetto. « Secondo te possiamo chiedere un po’ di burrobirra? O dell’acqua tonica, magari. » Si guardò intorno, alla ricerca dell’elfo. Dubitava che le cucine di Hogwarts potessero offrire loro degli alcolici, ma sarebbe stato carino fare un piccolo brindisi e Nessie aveva sete, forse a causa della tensione. Quando riportò le iridi olivastre sul suo accompagnatore, Louis la stava fissando, il capo lievemente inclinato di lato ed appoggiato alla mano; alla luce della candela, i riccioli scuri disegnavano qualche ombra sulla guancia opposta. Era molto tenero, a tal punto che a Nessie ricordò un morbidissimo coniglietto, uno di quelli testa di leone, dal ciuffo folto, che era impossibile non voler baciare su tutto il nasino. Non che avesse intenzione di farlo con Louis, non era mica matta. E poi, solo baci sulla guancia al primo appuntamento. « Hai visto? C'era tantissima gente stasera! Abbiamo davvero fatto un bel lavoro, credo ne possano venire fuori articoli molto interessanti, tu che dici? Che poi, ti immagini? Dovremo essere intervistati anche noi, ed il chè è assurdo! Spero solo che nessuno pensi che sia stato tutto architettato dietro alle quinte » Louis urtò la forchetta che, compiendo un arco voltaico, mancò per un soffio il profilo di Nessie, prima di ricadere sul pavimento con un suono metallico. « Accidenti! Ti ho fatto male?» Nessie scosse il capo, la folta coda che ondeggiava, sulla nuca. Louis sembrava davvero mortificato. « No, non ti preoccupare! Sto bene, davvero. » Gli sorrise, allungando una mano a sfiorargli il braccio per tranquillizzarlo. Era stato solo un piccolo incidente e nessuno aveva riportato dei danni, dunque il problema non sussisteva. « Però la forchetta è caduta. Aspetta. » Si chinò di lato per recuperarla e, una volta raddrizzata, sobbalzò nel trovarsi accanto un elfo domestico diverso dal precedente, rischiando che la posata sfuggisse anche a lei. « Grazie. » Mormorò, porgendogli la forchetta di Louis e ricevendone, in cambio, una pulita. « Ecco, tieni. Così puoi prendere meglio la mira. » Scherzò, stuzzicandolo innocentemente, mentre gliela allungava. Nel mentre, il loro chaperon portò loro una bottiglia di acqua. Non era Champagne, ma meglio di niente. « Ti va un po’ di acqua? Potremmo fare un brindisi a… mh. » Si mordicchiò l’interno della guancia. « Alla riuscita della serata? » Propose, inclinando lievemente il viso di lato. « Non vedo l’ora di scoprire quali sono le altre coppie e cosa ne pensano i partecipanti. » Gli occhi chiari le brillarono d’entusiasmo. « Di sicuro è stata una buona ide per fare un po’ di pubblicità al giornalino. Scommetto che un sacco di persone non vedono l’ora che esca l’intervista. A tutti piace sperare nelle storie a lieto fine. » Nessie, poi, amava qualunque cosa sprizzasse romanticismo. « Tra l’altro, dato che io e te faremo la parte degli intervistati… chi pensi che si occuperà di scrivere l’articolo? » In genere Louis scriveva qualcosina di cronaca dalle sfumature rosa, mentre lei ed Otis si occupavano dei consigli romantici ma, dl suo punto di vista, il Tassorosso aveva un approccio molto più razionale che sentimentale nei confronti delle relazioni. Sarebbe stato curioso scoprire chi li avrebbe intervistati. « Spero solo che non ci facciano domande imbarazzanti. » Arricciò il naso, leggermente in imbarazzo alla sola prospettiva che qualcuno dei loro colleghi redattori domandasse loro dei dettagli di quell’appuntamento e di eventuali sviluppi che, a prescindere, Agnès avrebbe preferito mantenere privati. Scrollò le spalle, scacciando quell’argomento. Pensarci li avrebbe solo messi a disagio. « Prima hai detto che ti piace leggere. Che generi preferisci? » Era sinceramente incuriosita. Non conosceva bene Louis, ma ne aveva tratto una buona impressione e le sarebbe piaciuto poter approfondire il loro rapporto, anche solo come amici. « Anzi. Prima ti abbiamo già fatto mille domande, perciò se vuoi chiedermi qualcosa anche tu… Oppure per iniziare potremmo rispondere entrambi o farci una domanda a vicenda, così non sembrerà un interrogatorio. » Ridacchiò, sporgendosi lievemente verso di lui. Non era sua intenzione rendere quella chiacchierata forzata o preimpostata, al contrario. Magari chiacchierando del più e del meno si sarebbero presto sentiti maggiormente a loro agio e si sarebbero persino dimenticati di quell’imbarazzo iniziale.
     
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    Forse Axel di grifondoro mi avrebbe fatto un applauso, a quel punto. Cioè, ero riuscito ad ottenere un appuntamento da Nessie - ossia, quasi riuscito visto che in realtà ero stato io a costringerla ad averne uno - , l'avevo quasi uccisa con una forchetta, ma lei era ancora lì, a fissarmi con quel suo grazioso sorriso che, un po' - lo ammetto -, mi faceva salire i brividi lungo la nuca. Poi, come se non fosse bastato, mi aveva anche detto che stavo bene vestito in quel modo! Con quel maglione fregato a Peter per l'occasione - era un maglione fregato anni prima a Peter per l'occasione. Ma non in questa occasione in particolare. Occasione nel senso semmai un'occasione sarebbe mai arrivata - che probabilmente ancora stava cercando nell'armadio di casa chiedendosi dove diavolo l'avesse ficcato. Già, erano anni che aspettavo un momento del genere, e mai avrei immaginato che sarei stato così fortunato. Il quattordici febbraio è diventato il mio giorno preferito! E poi Nessie sembrava avere i miei stessi interessi, ad esempio era vegetariana! Per un attimo dovetti affondare i denti nel labbro inferiore e reprimere l'impulso di dirle tutto d'un fiato: "chebelloancheiosonovegetariano!". No, non potevo decisamente uscirmene con una frase simile dopo averle chiaramente detto di aver esagerato con i cosci di pollo a cena. Mi avrebbe preso per scemo, oppure per una persona priva di carattere che, pur di piacere agli altri, si riempiva la bocca di fesserie facilmente sgamabili. « La costrata...co-costra..CRO-stata era davvero buonissima! Tanto credo la rifaranno, devi proprio assaggiarla perchè è la fine del mondo. E poi c'è la panna! » Sarebbe
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    stato troppo complicato spiegarle perchè fossi tornato a mangiare la carne - gn, ero sottopeso -, ma credevo fermamente negli ideali di chi lottava per abolire quell'abominio. Gli occhi mi brillavano da sotto le ciglia scure, mentre ogni tanto la guancia scivolava sul palmo chiuso della mano, sul quale avevo appoggiato il capo. Se fossi in adorazione? Qualcosa del genere. Mi piaceva la compagnia di Nessie. « Secondo te possiamo chiedere un po’ di burrobirra? O dell’acqua tonica, magari. » Mi guardai attorno prima di annuire lentamente, alla ricerca di un elfo. Nessie aveva ragione, era arrivata l'ora di bere qualcosa, anche perchè sentivo la gola terribilmente secca e, di lì a poco, non mi sarei sorpreso se mi fosse uscita una fiammata dalla bocca. Tipo drago. « Una burrobirra sarebbe l'ideale, anche se non ne vado proprio pazzo. Dopo un po' mi disgusta, a te no? » Forse ero l'unico caso in tutta Hogwarts. Attesi che arrivasse l'elfo domestico e che Ness mi riconsegnasse la forchetta - che pessima figura! - prima di ridacchiare e, probabilmente, diventare paonazzo in volto « Ecco, tieni. Così puoi prendere meglio la mira. » - « Tranqui, non ho intenzione di colpirti di nuovo e, semmai lo facessi, sceglierei sicuramente un'arma più efficace » COOOSAAA?! MA TI SEI BEVUTO IL CERVELLO, SONO COSE DA DIRE AD UNA RAG - « O-ovviamente scherzo, non mi azzarderei mai: le ragazze non vanno sfiorate nemmeno con un fiore. » Mamma sarebbe stata fiera di me. E anche mia sorella, visto che sembrava essere una femminista convinta. Al posto delle burrobirre, al posto dell'acqua tonica o del vino rosso di mirtilli che il guardiacaccia coltivava vicino alla torre dei gufi, l'ennesimo elfo domestico che apparve dal nulla ci servì una bella, piena, caraffa d'acqua. Dell'acqua, quando avevamo specificatamente richiesto di mettere almeno delle bibite come BOH la cocacola. Comunque non mi tirai indietro dal farmene versare un bicchiere - anche se avrei dovuto essere io quello a versarle l'acqua - e lasciai roteare per un pò il liquido contro il bordo prima di allungare un braccio verso Nessie e proporre il brindisi « Alla riuscita della serata? » - « Se mi farai il superfavore di dimenticare questo appuntamento una volta tornata in camera, possiamo davvero brindare alla riuscita di questa serata. Cin! » Ma come avrebbe mai potuto scordare la sua prima esperienza di quasimorte causata da una forchetta volante lanciata da un corvo distratto? Bevvi il bicchiere tutto d'un fiato prima di asciugarmi le labbra col dorso della mano, senza pensarci troppo. Ops, poco elegante? « Non vedo l’ora di scoprire quali sono le altre coppie e cosa ne pensano i partecipanti. Di sicuro è stata una buona ide per fare un po’ di pubblicità al giornalino. Scommetto che un sacco di persone non vedono l’ora che esca l’intervista. A tutti piace sperare nelle storie a lieto fine. Tra l’altro, dato che io e te faremo la parte degli intervistati… chi pensi che si occuperà di scrivere l’articolo?» - « Non ne mancavano poi molti, ma adesso nemmeno ricordo chi ci fosse rimasto! Di sicuro Mortimer, perchè ha fatto un casino dietro le quinte » Mi strinsi fra le spalle, senza toglierle gli occhi di dosso « Siamo in sei, comunque, qualcuno se ne occuperà! Volendo ce ne possiamo occupare anche io e te, anzi, magari sarebbe sicuramente meglio così che possiamo evitare le domande imbarazzanti, appunto. » Tralasciai di commentare volutamente la parte delle "storie a lieto fine", mi sarei vergognato troppo a ricalcare la mano sulla faccenda. Per assurdo anche io mi consideravo un romanticone, ma, di certo, non potevo palesarlo in quel modo. E poi se c'era una cosa che avevo imparato, era che alle ragazze non si doveva mai dare troppo spago su argomenti simili. Mi sarei ritrovato vecchio e con la barba lunga in un batter d'occhio: le femmine passerebbero giornate intere a parlare di amore. « Prima hai detto che ti piace leggere. Che generi preferisci? » Un nuovo elfo domestico si riavvicinò al tavolo con un piattino di dolci che, alzandosi sulle punte dei piedi, spine al centro della tovaglia. Venni momentaneamente distratto dai piccoli cupcakes che assomigliavano stranamente a quelli dati a colazione il giorno prima. Wow, niente bibite e cibo riciclato! Anzi. Prima ti abbiamo già fatto mille domande, perciò se vuoi chiedermi qualcosa anche tu… Oppure per iniziare potremmo rispondere entrambi o farci una domanda a vicenda, così non sembrerà un interrogatorio. » Mh, che? Sì, mi distraevo facilmente, avevo una labile concentrazione. Marchio di fabbrica di tutti i dislessici. Inarcai le sopracciglia prima di sbatacchiare le palpebre e cercare di riprendere le redini del discorso - ah, sì, i libri! « In realtà leggo tipo di tutto, ma mi piacciono di più i libri babbani rispetto a quella magici. Li trovo un sacco pesanti ed arretrati, tipo, hai mai letto un libro di Trelawney? Due. Palle. Tante Ed afferrai un biscotto, addentandolo « ha una scrittura arcaica che non riesci a goderti proprio. Comunque faccio parte del laboratorio di lettura, e fortunatamente abbiamo un prof simpatico che sceglie bei libri. Ce ne fa leggere uno a settimana, tipo che per giovedì devo finire di leggere Viaggio al Centro della terra. Un classicone!» Avrei potuto parlare di libri per sempre, se avessi potuto. Ma non potevo. No, decisamente no, dovevo far parlare anche lei. « Invece, tu? Hai un genere preferito? Se ti piace tanto leggere dovresti fare un salto in biblioteca, la prossima volta. Ci incontriamo ogni giovedì pome; potresti sederti vicino a me, ti tengo il posto!» Un sorrisone mi spuntò fra le labbra, andando da orecchio ad orecchio. Tanto già sapevo che non era come me; Nessie dava l'impressione di essere una persona davvero indaffarata, quindi non mi sarei offeso, nè l'avrei presa male, se avesse declinato l'invito. « Quindi...niente, tu fai parte di qualche laboratorio...corso? Tipo teatro, hai una faccia da ragazza a cui potrebbe piacere recitare. Ti vedo a fare tipo, boh, Giulietta!» Poi mi spiaccicai un palmo sulla faccia, improvvisamente, quasi a ricordare qualcosa tutto d'un tratto « Ah no, aspetta! Tu hai un porcellino come animale domestico, vero? Sei anche amica della sorella di Emil, quella che fa la radio, andate tipo a fare volontariato assieme nei rifugi? Credo di aver visto a settembre qualche manifesto sparso per il castello in cui chiedevate coperte...spero di non essermi confuso»
     
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    Una cena nelle cucine di Hogwarts, per di più nel giorno di San Valentino, non era l’appuntamento più ambito o romantico del mondo, eppure Nessie si stava divertendo. In seguito al leggero imbarazzo iniziale, corroborato da una discreta dose di timidezza da parte di entrambi, sembravano aver superato il momento peggiore e l’atmosfera era più rilassata rispetto a quando avevano lasciato la Stanza delle Necessità, rigidi come due stoccafissi. « Una burrobirra sarebbe l'ideale, anche se non ne vado proprio pazzo. Dopo un po' mi disgusta, a te no? » Nessie si mordicchiò il labbro inferiore, pensierosa. Tutto sommato la burrobirra le piaceva, ma non era la sua bevanda preferita. « In realtà mi piace abbastanza, soprattutto in inverno. Però da sola, senza cibo o altro, e se posso scegliere preferisco un thè caldo. Adoro il thé. » Rivolse a Louis un largo sorriso, unendo le mani tra loro davanti a sé. Nonostante il suo tentativo di sdrammatizzare la situazione, Louis arrossì furiosamente quando gli passò la forchetta pulita. « Tranqui, non ho intenzione di colpirti di nuovo e, semmai lo facessi, sceglierei sicuramente un'arma più efficace » Angnès battè velocemente le palpebre, confusa. Aveva sentito bene? « Come? » Domandò, nello stesso momento in cui Louis si affrettava a correggersi. « O-ovviamente scherzo, non mi azzarderei mai: le ragazze non vanno sfiorate nemmeno con un fiore. » Nessie si scostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio, intrecciando le dita tra loro. « H-hai un senso dell’umorismo insolito. » Quella battuta l’aveva colta alla sprovvista ed impiegò qualche secondo per rendersi conto che la sua osservazione poteva essere fraintesa. « Non che ci sia niente di male, eh! » Aggiunse subito, gesticolando un poco e alzando la voce di un’ottava. « È solo che…. Io non sono molto sveglia, ecco. » Si strinse nelle spalle, spostando lo sguardo dl viso di Louis alla tovaglia a quadretti del tavolo. La fissò come se fosse la cosa più interessante che avesse mai visto, in imbarazzo per aver aperto bocca senza pensare, cosa che capitava più spesso di quanto avrebbe voluto, finché l’arrivo dell’ennesimo elfo con una caraffa piena d’acqua fresca le fornì il perfetto pretesto per proporre un brindisi e – con un po’ di fortuna – dimenticarsi di quella piccola gaffe. « Se mi farai il superfavore di dimenticare questo appuntamento una volta tornata in camera, possiamo davvero brindare alla riuscita di questa serata. Cin! » Dopo aver sfiorato il bicchiere di Louis con il proprio, Agnès spalancò i grandi occhi verdi per la sorpresa. « Oh, no! » Scosse il capo con tanta foga che i lunghi capelli scuri si agitarono sulle piccole spalle. « Non è così male. Dico davvero. » Annuì più volte, con decisione. Non voleva certo che Louis pensasse che si stesse annoiando! « Non è nemmeno lontanamente paragonabile all’appuntamento peggiore che ho avuto. Una volta sono uscita con… » Esitò, realizzando che non sarebbe stato carino pronunciare il nome di un altro ragazzo nel bel mezzo di un appuntamento. Lo aveva letto sull’ultimo numero di TeenWitch, in un articolo intitolato “I dieci comandamenti per un appuntamento perfetto”: « beh, non importa con chi… comunque, eravamo da Mielandia e mi ha regalato un sacchetto di caramelle alla fragola. » Attese un istante, per lasciar crescere la suspance e si sporse verso Louis, quasi volesse confidargli un segreto. « Io sono allergica alle fragole. » Sussurrò, sollevando entrambe le sopracciglia con aria eloquente. « Quando le ho mangiate le mie mani sono diventate tutte rosse e gonfie e sono dovuta correre in Infermeria. Mi hanno tenuta lì tutta la notte e ho dovuto bere una pozione davvero disgustosa. » Arricciò il nasino, senza riuscire a nascondere il disgusto al ricordo di quell’intruglio denso e maleodorante. « Tu non mi hai avvelenata, perciò… » Accompagnò quelle parole con una risatina frivola, portando finalmente il bicchiere alle labbra: aveva una sete spaventosa! « Siamo in sei, comunque, qualcuno se ne occuperà! Volendo ce ne possiamo occupare anche io e te, anzi, magari sarebbe sicuramente meglio così che possiamo evitare le domande imbarazzanti, appunto. » Un’espressione assorta affiorò sul viso di Nessie mentre ascoltava il suggerimento di Louis. Era un’ottima idea ma non era sicura che gli altri membri del giornalino sarebbero stati d’accordo.« Sarebbe sicuramente più facile. » Convenne.« Ma forse se ci auto-intervistassimo potremmo essere poco obbiettivi, non credi? Però potremmo sempre intervistare un’altra coppia. Per esempio, mi piacerebbe un sacco occuparmi di Max e Domiziana. Anche se non era il proposito dell’evento, è molto bello che Max abbia scelto di trascorrere l’appuntamento con la sua migliore amica. Sarebbe carino prendere spunto per un articolo sull’importanza dell’amicizia. » Dopotutto, l’amicizia era una forma di affetto e troppo spesso veniva messa in secondo piano, se paragonata all’amore o alle relazioni di coppia. Nessie ci sarebbe rimasta malissimo se, dopo essersi fidanzati, i suoi amici l’avessero messa da parte. L’avrebbe presa come un’offesa personale e probabilmente avrebbe anche pianto - avrebbe sicuramente pianto. « In realtà leggo tipo di tutto, ma mi piacciono di più i libri babbani rispetto a quella magici. Li trovo un sacco pesanti ed arretrati, tipo, hai mai letto un libro di Trelawney? Due. Palle. Tante I gusti di Nessie in fatto di libri erano sempre stati ben definiti, ristretti per lo più a storie d’amore, favole a lieto fine e, di tanto in tanto, qualche opera teatrale. Non sapeva granché della letteratura babbana né degli altri generi magici e ascoltò Louis con tanta curiosità da non accorgersi nemmeno che il giovane Corvonero aveva detto una parolaccia. Parlare di libri era stata la mossa giusta: Louis aveva iniziato a chiacchierare con entusiasmo, completamente dimentico dell’imbarazzo di poco prima. « […] Invece, tu? Hai un genere preferito? Se ti piace tanto leggere dovresti fare un salto in biblioteca, la prossima volta. Ci incontriamo ogni giovedì pome; potresti sederti vicino a me, ti tengo il posto! » Louis le rivolse un sorriso enorme e, senza nemmeno rendersene conto, Nessie fece altrettanto « Davvero? » Domandò, arrossendo leggermente. Era sorpresa. Non le capitava spesso che qualcuno al di fuori dei suoi amici la invitasse a passare del tempo insieme – se non per sbaciucchiarsi, ovviamente –, tantomeno che si offrisse di tenerle il posto. « Il giovedì pomeriggio non ho impegni. Se… se ti fa piacere potrei passare, magari. A che ora inizia? » Mormorò, giocherellando con un filo tirato della tovaglia. Quando se ne accorse lo lasciò andare di scatto, posando le mani in grembo e raddrizzandosi. Le signorine stanno composte a tavola, sua nonna glielo ripeteva di continuo.
    Prima che potesse rispondere, Louis si colpì il viso con il palmo della mano, come colto da un lampo improvviso. Fu un gesto talmente veloce ed improvviso che colse Nessie di sorpresa, facendola sobbalzare: se si fosse trattato di un fumetto, attorno al viso del Corvonero sarebbe stata stampata l’onomatopea sciaf!. « Ah no, aspetta! Tu hai un porcellino come animale domestico, vero? Sei anche amica della sorella di Emil, quella che fa la radio, andate tipo a fare volontariato assieme nei rifugi? Credo di aver visto a settembre qualche manifesto sparso per il castello in cui chiedevate coperte...spero di non essermi confuso » Nessie si alzò, sporgendosi verso di lui oltre il tavolo. « Per tutti gli Schiopodi, Louis! Ti sei fatto male? » Aveva la fronte increspata e il tono di voce tradiva una certa apprensione. « Sei tutto rosso, proprio qui. » Gli toccò un punto sulla fronte, vicino al sopracciglio. « Aspetta, dovrei avere un fazzoletto pulito nella borsa. » Gli passò un fazzoletto di stoffa. « Bagnalo un po’ e metticelo sopra, così non ti resterà il segno. » Si risedette e bevve un sorso d’acqua, prendendosi qualche istante per fare mente locale. « Non ti sei confuso. Conosco Émi e Maddie da… beh, tipo da sempre, suppongo. » Delle graziose fossette comparirono ai lati delle labbra. I fratelli Carrow erano una parte integrante dei suoi ricordi d’infanzia. « Le coperte ci servivano per il rifugio di Hogsmeade. Ne abbiamo raccolte un sacco, qualcuno ci ha dato anche dei vecchi maglioni e siamo riuscite a riutilizzarli per gli animali. Con alcuni ci hanno fatto dei cappottini, altri sono stati messi nelle cucce. Avresti dovuto vedere gli animaletti, erano tutti bellissimi! E poi ho imparato a cucire – solo un po’, non sono ancora molto brava – e una delle volontarie mi ha aiutata a fare un vestitino natalizio anche per Hamlet! Era a – d – o – r – a – b – i – l – e. » Non riuscì a sopprimere una risata al ricordo del piccolo maialino vestito da elfo di Babbo Natale. « Spesso la gente pensa che fare volontariato sia noioso, ma secondo me è un sacco divertente! Si conoscono persone nuove, si imparano cose e si fa anche una buona azione, praticamente vincono tutti! Ogni tanto in estate vado anche a suonare al San Mungo – so suonare il violino ma non sono brava come mio zio, però sto migliorando. E poooi » Gonfiò leggermente le guance, pensierosa. « ah, sì! Beh, mi piace leggere libri di poesia o con un bel finale e l’anno scorso mi sono iscritta al Club di Scrittura e a quello di Scacchi. Non mi ricordo mai le regole e spesso mi perdo a metà gioco, però mi piacerebbe riuscire a vincere una partita. Mio nonno dice sempre che i giochi di logica rendono intelligenti. » Nonostante tutti i suoi sforzi, Nessie non era ancora riuscita a vincere nemmeno una partita – e non solo perché, puntualmente, si ritrovava a fissare Blackwater come ipnotizzata, dimenticandosi completamente di tutto il resto. « Scommetto che tu sei bravo con la logica! » Sbottò, con una punta d’invidia, soffocando un sospiro rassegnato. Come faceva a dirlo? Semplice: Louis era un Corvonero e un Caposcuola, era naturale che fosse anche molto intelligente.
     
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3 replies since 29/2/2020, 12:41   163 views
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