Capitolo quattro: l'ufficio

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    « Scusa, chi cerchi tuuu? » Uno strabuzzamento di occhi ed un'alzata di sopracciglia da parte del grifondoro - dieci volte più grosso del sottoscritto - mi intimorirono decisamente. Oh, t'ho chiesto 'na cosa non è che ho dato a tua madre della... « N-no, cioè, tu non stai in cl-classe con lei? » Ritentai tra un balbettio e l'altro, gesticolando ed allungando il collo oltre una sua spalla per vedere se la Jones fosse ancora in classe. « Sì, sta in classe con me, ma si dilegua sempre tipo dieci minuti prima che la lezione finisca » Ah. Perchè la Jones aveva questi privilegi e io no seppur ricoprissimo la stessa carica? Probabile fosse per quel suo progetto di cui si vociferava in giro? Che poi chissà se, in ballo, un progetto ci fosse davvero. Le notizie al riguardo erano così contrastanti che addirittura io - un cane da tartufo per le fake news -, faticavo a capire cosa fosse vero e cosa, invece, fosse totalmente inventato. Beh, sicuramente quella voce che gira su una presunta storyline tra lei e Charlie Weasley è assolutamente inventata! « Perchè poi uno del primo anno dovrebbe cercare il mio caposcuola? Non puoi rivolgerti al tuo? » Scusa? Il mio sguardo improvvisamente stranito si girò verso quello del grifone che ancora se ne stava impalato sulla soglia della porta dell'aula di astronomia. Davvero non aveva alcuna idea del fatto che anche io fossi un caposcuola? SERIO? Mi impettii a quel punto, girando un po' il capo di lato in una posa da lord inglese mancato per pochissimissimo al trono d'Inghilterra. Primo: la vedi la mia spilletta brutto muflone? Secondo: sto al quarto anno; terzo: « ...E' che mi serve proprio lei, ecco. » Perchè tra me e Janis Jones c'era qualcosa rimasto in sospeso dalla sera di sanvalentino, e visto che in quella settimana non saremmo capitati assieme in nessuna ronda notturna, volevo approfittarne dell'ora di buco per parlare con lei. Avevo come l'impressione che, con la domanda che mi aveva rivolto, avesse qualcosa da dirmi o da propormi « Và, giusto perchè oggi mi sento gentile: trovi Janis nel suo ufficio, ma non dirle che te l'ho detto io. Non le piace essere disturbata. » Ora aveva anche un ufficio? Fantastico, avrei dovuto parlarne con Emil, non era tipo una cosa da privilegiati? Chissà, magari a letto con Charlie Weasley ci andava davvero! Già fantasticavo di vederla in un aula tutta sua vicino alla sala professori, o addirittura aveva la sua scrivania proprio nell'ufficio del preside! « La trovi nel bagno dei Prefetti » Ora si spiegava T-U-T-T-O. Si spiegava perchè ci fosse un andirivièni continuo e perchè, inspiegabilmente, la maggiorparte dell volte comparisse un "OUT OF ORDER" scritto a caratteri cubitali sulla porta. Tipo che c'era la mattina ed il pomeriggio spariva o viceversa. Morale della favola: io ero coglione e nessuno aveva privilegiato Janis di niente. Era stata lei a privilegiarsi da sola. E poi ora che ci penso la prima volta che ci siamo visti, ci siamo visti proprio nel bagno dei Prefetti. Ci aveva convocati tutti lì! Quindi non avevo nessun succulento scoop tra le mani, ma solamente un grifondoro che ancora aspettava una mia qualche reazione e mi scrutava da sotto le ciglia scure. Forse mi ero un attimo perso a ragionare. Statua di sale. « Tranqui broh, dalla mia bocca non uscirà assolutamente
    una mosca »
    Ma le mosche non escono dalla bocca. Sistemandomi lo zainetto in spalla e rivolgendo al ragazzo due pistole con le dita alla "ehy Fonzie", mi dileguai in fretta e furia lungo il corridoio, diretto verso il quinto piano. Usai un paio di scorciatoie attraverso i quadri per accelerare il tutto - merlino, essere un caposcuola aveva i suoi privilegi tipo sapere gran parte delle parole d'ordine -, arrivando tipo due minuti e mezzo dopo davanti ai bagni. Ed ecco infatti riapparire di nuovo quel cartello sulla porta che diceva chiaramente: "Shò, TUTTO CHIUSO, CESSI ROTTI!"; innegabilmente Janis Jones avrebbe dovuto essere lì dentro a fare chissà cosa. Mi guardai attorno circospetto prima di fare un lungo respiro e bussare un paio di volte alla porta, perchè immaginavo si dovesse fare questo. Bussare. Qualche studente di passaggio mi rifilò delle occhiate torve, qualcuno ridacchiò alle mie spalle. Sì, già, un deficiente che bussa alla porta di un bagno, eccomi! Già non godevo di una buona reputazione, figurarsi se si fosse iniziata a spargere la voce che bussassi alle porte dei bagni fuori servizio. Fortuna che i cellulari li avessero banditi, altrimenti immagino che qualcuno mi avrebbe ripreso e postato su tutti i social possibili ed immaginabili. Sarei entrato nelle tendenze di twitter. « Jaaaaaniiiisssss?!! » Iniziai a chiamare, portandomi una mano al lato delle labbra e piegandomi verso il buco della serratura, convinto potesse sentirmi meglio « Sono Paciock...Louis! Il Caposcuola corvonero! - meglio ricordarlo - Posso entrareeee? » Forse iniziavo a temere che quella fosse stata una grossa presa per il culo. Che non esistesse nessun ufficio e quell'armadio giocatore di quidditch senza cervello mi avesse teso solamente una grossa trappola per farmi sentire ancora più cretino ed incapace. Ed io ci sono cascato in pieno.
     
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