Ti fidi di me? Erano bastate queste quattro parole per mandarla nel pallone. E ad inaridirle la gola. E a sentire le farfalle che, svolazzanti, avevano preso a muoversi nel suo stomaco. Da lì, la scelta era stata automatica. Non era dovuta nemmeno starci troppo a pensare, nemmeno le era passata per la testa l'idea di mettersi anche solo a valutare gli altri rimasti ancora accesi. C'era Nana davanti ai suoi occhi, sorridente, con quel suo sguardo che riusciva ad illuminarle anche la giornata più di merda e tanto bastava.
Non poteva che essere lei.« E' per questo che abbiamo deciso di partecipare a questa cosa? » Domanda all'amica, mentre le cammina al fianco, le nocche delle mani che si sfiorano di tanto in tanto. Davanti a loro un elfo domestico le scorta dentro la cucina, lì dove un tavolino è stato apparecchiato solo per loro.
« Per una cena leggermente più elegante della solita? » Ridacchia, nel notare quanto anche la mise en place provi un po' a strizzare l'occhio a qualcosa di vagamente più fancy dei pasti comunitari da mensa a cui Hogwarts ha abituato i suoi studenti. Ci sono addirittura due forchette, un coltello dall'impugnatura decorata e il cucchiaino da dessert posato di fronte ai piatti. E due bicchieri, non i classici argentati, ma di vetro. I piatti, d'altro canto, sono esattamente quelli di sempre e la tovaglia, proprio come si aspettava la mora, è la tipica da trattoria, con i quadrettoni bianchi e rossi.
Che raffinatezza, si ritrova a commentare mentre si fa avanti per spostare indietro la sedia per Nana. Scoppia a ridere, perché l'ha fatto con il puro intento di farla ridere, seppur, in tutta onestà, riesca a percepire una punta d'imbarazzo che la spinge, come succede sempre, a fare la stupida di turno, per dissimulare il tutto.
« Un po' di galanteria.. se l'aspettava il nostro amico, dico bene? » Si rivolge direttamente all'elfo che sembra spaventarsi da quell'essere interpellato improvvisamente, senza alcun preavviso. Farfuglia qualcosa che Max non riesce a capire, ma decide di non chiedere spiegazioni ulteriori, per non farlo sentire a disagio. Mima un
"Oooookay!" con le labbra alla bionda, dopo essersi seduta di fronte a lei. L'elfo si mette in mezzo e accende la candela, prima di lasciare che le altri luci della cucina si abbassino d'intensità, così da rendere l'atmosfera ancora più intima.
Oddio. « Hanno pensato a tutto. » Sgrana gli occhi, ridacchiando, non appena il loro amico porta al tavolo acqua e burrobirra analcolica.
Sia mai che Yaxley permetta un po' di divertimento. « E io che speravo in qualcosa di pesante per festeggiare anche il mio compleanno. Cioè, io posso anche bere legalmente ora, lo sai? » Si rivolge nuovamente all'elfo che questa volta sorride, o almeno è così che Max interpreta la smorfia che gli riempie il viso di rughe.
« La cena sta per essere servita, signorine. » Si allontana, facendo qualche passo all'indietro e Max ne segue i movimento, vedendolo fermarsi, appena qualche metro oltre il loro tavolino.
« Sorvegliate a vista. » Alza le sopracciglia allusivamente, per poi sciogliersi in un sorriso.
« Cosa pensa che potremmo mai fare? » Una domanda, quella, che le fa venire in mente fin troppi scenari. Immagini a cui non dovrebbe pensare, non
mentre sta guardando negli occhi Domiziana.
E ora viene il bello. Perché Max sa benissimo che l'ha scelta per una spinta istintiva ben precisa, la stessa che sente ormai da qualche mese per l'amica. La stessa che l'ha
costretta ad iscriversi a quella roba di San Valentino, una volta appreso dalla bionda che lei avrebbe partecipato.
Vado per fare qualcosa tutte insieme, figurati. Si era detta, ma c'era una vocina, quella costante vocina, che la continuava a disturbare da un angolo della testa.
Per quanto altro tempo continuerai a prenderti in giro? E la stessa, stridula e fastidiosa, parla ancora, in quel momento.
L'hai scelta perché siete miglior amiche..bella scusa. La guarda, ne fissa gli occhi che sono la parte che le è subito rimasta più impressa di lei, la prima volta che l'aveva vista, e si schiarisce la voce.
« Sei molto bella. » Ammette, senza alcun velo di scherzo nel tono della voce. Glielo dice spesso, quando si guardano allo specchio, prima di uscire per una serata, quando si provano gli abiti appoggiandoseli addosso, quando una trucca l'altra, ma questa volta lo fa diversamente. Guardandola dritta negli occhi, con un'autenticità tale da spiazzare persino se stessa.
Trova qualcosa di stupido da dire, cazzo, non fare la faccia da triglia lessa. « Brindiamo? » Butta lì, un po' alla
cazzo di cane, parafrasando, mentre si appresta ad agguantare l'acqua per versagliene un po', ben cosciente che "la burrobirra contiene troppi zuccheri che non posso permettermi se voglio fare la maratona di Hogsmeade".
« Boh, a che brindiamo? A noi? A questo strano appuntamento? » Si ritrova a dire, priva di qualsiasi fantasia in quel frangente. Si sente come rimbambita e si appresta a bere, dopo aver fatto cozzare il proprio bicchiere con quello di lei, per cercare di buttare giù quell'imbarazzo che la fa sentire così impacciata.
« Secondo te Maeve con chi finirà all'appuntamento? E Saw? Dietro le quinte ho visto Paciock, non mi ricordo il nome, e Mortimer, quello strambo ma simpatico. Al solo pensiero di lei con uno dei due, muoio. » Si ritrova a dire, con una risata, nell'esatto momento in cui l'elfo posa davanti a loro due piatti colmi di spaghetti. Con tanto di polpette.
« Sembra che abbiano voluto fare un tributo speciale alla tua bella nazione. » Prende la forchetta, andando a spostare una polpetta dal centro verso la parte più esterna. Comincia a girare i spaghetti, quando si sente di volerle fare un'altra domanda.
« Nana.. » comincia, vagamente incerta sul come voler proseguire. Non la guarda, ma continua a guardare la pasta che sembra essere così interessante in quell'istante.
« Ma se io non fossi stata la prima, no? Se prima di me fosse venuto qualcun altro. Maeve, Paciock, Mortimer.. tu che avresti fatto? » Sei rimasta accesa solo perché ero la prima, perché sono la tua miglior amica o per qualche altro motivo? 
