There's a light

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +6    
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Ricercati
    Posts
    1,867
    Reputation
    +2,294

    Status
    Anonymes!

    I quindici anni sono quel momento della vita di una persona in cui tutto si riduce all'esplorazione: si esplora se stessi, si esplorano gli altri e si esplora un po' tutto il mondo circostante. Quel mondo di cui si vuol far parte in maniera definita, affannandosi alla ricerca di un posto ben preciso a cui appartenere. La classica domanda ancestrale: chi sono io? A quell'età, nessuno lo sa con certezza. Forse, addirittura, non lo si sa mai davvero. Ma l'adolescenza è per antonomasia il momento in cui più ci si arrovella attorno a tale domanda, buttandosi un po' a destra e a manca e appiccicandosi etichette in fronte per ricevere l'effimera consolazione di una pseudo-determinazione. Chi non si riferisce a momenti della propria adolescenza con frasi quali "quello era il mio periodo punk" o "mi ricordo di aver passato un momento in cui mi vestivo come un rapper, andavo in giro con lo skate e inveivo contro la musica commerciale". Vestiti, gusti musicali, luoghi e attività specifici..categorie preconfezionate del tipo di persona che vogliamo essere in un determinato periodo della nostra vita. Perché è rassicurante, definirsi: ci fa sentire parte di un qualcosa di unitario, nascondendo i tipici contrasti di cui ogni persona è continuamente in balia. Un rocker nasconderà sempre canzoni di Britney Spears nel proprio mp3, imbarazzandosi al solo pensiero di ammetterlo. Così come un topo di biblioteca leggerà i libri di Twilight sotto le coperte a tarda notte, premurandosi di apporgli la copertina di Orgoglio e Pregiudizio se dovesse sentire l'impulso di portarli fuori dalla propria tana di vergogna. Un impulso strano, quello che porta i più giovani a desiderare tanto il sentirsi unici, quanto il sollievo di appartenere a un gruppo. E poi ci sono quelli che scelgono un'altra strada, più tortuosa, più nascosta, ma sempre incline allo stesso ragionamento: i bastian contrari. Coloro che devono necessariamente etichettarsi come le voci dissonanti, i cani sciolti, gli spiriti liberi. Albus Potter faceva parte di quest'ultima categoria. A lui non piaceva mai nulla di ciò che andava di moda, più per punto preso che per altro. E di solito, per sfuggire a una modernità portatrice delle insicurezze verso il futuro, si rintanava nel passato - nella scoperta di ciò che c'era stato prima: un'ipotetica età dell'oro a cui lui sarebbe dovuto appartenere. Così almeno sentiva in cuor suo, ignaro di quanto ciò fosse indice di un profondo senso di inadeguatezza che, in fin dei conti, li accomunava un po' tutti pur con diverse estrinsecazioni.
    Tutto molto ironico, se questo contesto viene adottato nel considerare un Albus quindicenne, che passeggia per le strade di Londra in una t-shirt nera con stampata la faccia di Frank-n-Furter sopra al motto "Don't dream it. Be it." Aveva portato (o meglio dire obbligato) la sua ragazza e i suoi amici a vedere proprio il Rocky Horror Picture Show. Quel pomeriggio, il film veniva proiettato in un piccolo cinema di Londra che aveva scoperto durante l'estate passata. Lì facevano vedere vecchi film, organizzavano double features e proiezioni di mezzanotte: tutto in uno stile così rétro da stuzzicare quelli che pian piano sarebbero diventati i naturali gusti di Albus. Lui, il Rocky Horror, lo aveva già visto un paio di volte e se ne era innamorato, cominciando a scavare nel substrato culturale che lo aveva fatto nascere. Di quel film, ormai, sapeva pure i più piccoli cavilli, per quanto ci aveva letto sopra tra saggi e articoli. Il che, per chiunque si buttasse in quel discorso con lui, poteva essere decisamente fastidioso. Eppure, l'adolescenza, in alcuni casi è anche genuinità. La purezza dell'affacciarsi con occhi ancora infantili a un mondo tutto da scoprire è intrinseca di quell'età. E c'era comunque del bello, nel modo in cui i suoi occhi brillavano nel parlare di certi argomenti, facendogli quasi tremare la voce dall'emozione - nell'amore profondo che si leggeva nel suo sguardo quando si sedeva in una sala cinematografica o quando scorreva le righe di un libro interessante. Nel momento esatto in cui le luci erano calate nel cinema e le prime strofe di Science Fiction/Double Feature avevano cominciato a risuonare nella stanza polverosa, le sue iridi si erano tinte di azzurro intenso, traboccanti di una passione ancora cruda e poco plasmata. Si era voltato verso Betty, sorridendole entusiasta e stringendole la mano, elettrizzato all'idea di poter condividere con lei quel suo amore, forse nella speranza di passarglielo.
    tumblr_pxl28ymDh51y2onn3o1_250
    Una volta usciti dalla sala, Albus sembrava camminare a un metro da terra. Come al solito finirono a rintanarsi nella solita tavola calda che usavano frequentare quando andavano a Londra. E sempre come al solito, per poterci andare, il genio da falsario del giovane Potter era tornato utile per scarabocchiare quattro permessi che ricalcavano in tutto e per tutto la calligrafia dei rispettivi genitori.
    « Allora? Su, vi è piaciuto? Canzone preferita? Voglio ogni singolo commento. » aveva esordito, una volta scavalcato con un salto agile lo schienale dei divanetti per prendere posto, facendo spazio per Betty accanto a sé. Le scoccò un sorriso, avvolgendole il braccio attorno alla vita per attirarla più vicina a sé e, in seguito, cingerle le spalle. Un momento, quello, in cui tutto sembrava perfetto nella vita di Albus: aveva un gruppo stabile di amici, aveva una ragazza bellissima che amava con tutto se stesso e persino la sua media scolastica sembrava stabile. Poco ne sapeva, il moro, che dall'altro capo della città c'era una ragazza che portava in grembo suo figlio.
    « Per me patatine fritte con bacon e cheddar e da bere.. » storse appena il naso « ..una Pepsi, grazie. » Sollevò lo sguardo verso la cameriera, stirandole un sorriso di cortesia prima che gli altri procedessero con le rispettive ordinazioni. L'unica cosa che non gli piaceva del mondo babbano era la mancanza di burrobirra. Tuttavia si era messo l'anima in pace all'idea che dell'alcool lo avrebbe trovato in seguito: lui e Fred erano due segugi nel beccare i bangladini che gli credevano sulla parola quando dicevano di essere maggiorenni. Lasciò dunque che la cameriera si allontanasse prima di sporgersi leggermente in avanti per poter parlare ai compagni con un tono di voce più basso.
    « Questa cosa della traccia magica è una vera rottura di palle. Quando compirò diciassette anni sarete tutti invitati al bar crowl per Londra, dove mi vedrete sfoggiare un controllo mentale à la Obi Wan Kenobi. » Fissando intensamente Fred negli occhi, mosse la mano in aria in un gesto imitativo del personaggio. « Questi non sono i minorenni che state cercando. » Perché in fondo, che festa era se solo il festeggiato poteva bere? Ma anche qui, poco ne sapeva Albus che il proprio diciassettesimo compleanno lo avrebbe festeggiato in riformatorio. Una risata di candida ingenuità gli affiorò sulle labbra poco prima che lo sguardo del moro si perdesse per qualche istante fuori dalla finestra, osservando il cielo tingersi di arancio al tramonto mentre canticchiava a bocca chiusa la melodia di Over at the Frankenstein Place tra sé e sé. Il chiacchiericcio degli amici diventò per alcuni secondi un vago sottofondo al perdersi nei propri pensieri, assorto in chissà quali considerazioni fuori dallo spazio e dal tempo. Poi, come se nulla fosse, tornò presente all'arrivo del cibo, mormorando un ringraziamento alla cameriera prima di iniziare a darci dentro. Mise le patatine tra sé e Betty, chinandosi in avanti per poggiarle una mano sulla guancia e scoccarle un bacio tenero. Rimase in silenzio per alcuni istanti, perdendosi con un sorriso negli occhi cerulei della ragazza. Prese poi un sospiro, lasciando che quel sorriso si stirasse in una smorfia insoddisfatta. Tutto questo è divertente, ma preferirei di gran lunga stare da solo con te. « Se qualcuno vuole favorire, io ho ancora sullo stomaco il pranzo di nonna Molly. » disse quindi, distogliendo lo sguardo dalla bionda per invitare anche gli altri a condividere il cibo che aveva ordinato. Si mise in bocca una patatina, battendo poi il palmo sul tavolo. « Ok, avete rispettato tutti il patto e mi avete dato fiducia sull'attività pomeridiana, quindi - come promesso - lascio a voi la scelta su cosa fare stasera. Idee? »

     
    .
0 replies since 5/5/2020, 20:30   67 views
  Share  
.