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.Quasi all'inizio del Dormitorio Femminile di Grifondoro, aldilà del ritratto della Signora Grassa e all'interno dell'imponente Torre Grifondoro, si trova la camera n. 13, che ha il piacere di ospitare, rispettivamente, Alice Watson, Veronica Rigby, Olivia Picquery e Lucy Weasley. La camera, con quattro letti a baldacchino nel solito stile di Hogwarts, senza chissà quali fronzoli, riesce comunque a rispecchiare, nei quattro diversi angoli, le differenti personalità delle ragazze, così divergenti tra di loro nei caratteri.
Questa discussione rientra nel progetto quotidianità
Edited by {LAST HORCRUX} - 21/9/2020, 23:13. -
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1 Settembre - dopo il banchetto
Ronnie uscì dal bagno con l'asciugamano avvolto in testa per tamponare i capelli bagnati e un paio di strisce bianche appiccicate sotto gli occhi - una maschera che, sperava, sgonfiasse un po' quelle terribili borse sotto gli occhi che le erano venute in seguito al rave. Tra il pianto isterico, il trauma e la notte insonne, nutriva tuttavia poche speranze nel loro effettivo funzionamento. « Liv, se te lo stai chiedendo, sì, ti ho fregato una delle maschere per il contorno occhi. » Cercò di rivolgerle un sorriso di discolpa, sebbene sapesse quanto in quel momento ogni sua espressione facciale dovesse sembrare artefatta agli occhi altrui. Si buttò quindi a sedere a gambe incrociate sul proprio letto, sollevando un cuscino per appoggiarvi la schiena. Rispose velocemente a qualche messaggio su whatsapp, riponendo poi il telefono sul comodino e guardando le altre ragazze; nel farlo, passando le iridi da una all'altra, si schiarì appena la voce. « Mmh..ok ragazze, odio fare queste parti ma l'aria qui dentro si taglia con un coltello e non è colpa del vapore della doccia. » Forse ci sto mettendo anche io del mio, con la poca allegria che apporto al momento, ma questi sono dettagli. Non voleva pensare a ciò che era successo la sera prima, non prima di andare a dormire quanto meno. Preferiva di gran lunga concentrarsi su qualsiasi dramma si stesse svolgendo tra le loro compagne di stanza, calandosi in una normalità che sentiva di aver perso nel giro di una notte. « Che è successo ieri sera tra voi due? » chiese dunque, indicando Alice e Liv per poi spostare lo sguardo su Lucy. « Giuro che normalmente siamo una stanza più allegra e simpatica. Bisogna solo capire quale dramma si sia consumato e fare un po' di female bonding per tornare all'ordinaria amministrazione. ». -
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.« Liv, se te lo stai chiedendo, sì, ti ho fregato una delle maschere per il contorno occhi. » Alzò lo sguardo dal suo libro soltanto quando la voce dell'amica spezzò quel silenzio tombale nel quale sembrava esser sprofondata la camera da quando avevan fatto tutte e quattro ritorno dal banchetto. Se ne era rimasta infatti lì, Olivia, completamente in disparte dal resto del gruppetto, la copia originale del suo libro preferito -Le streghe di Salem- saldamente stretta tra le dita. « Non preoccuparti » Dice dunque, staccando lo sguardo scuro dalle pagine soltanto in un secondo momento, e non riuscendo a trattenere un risolino alla vista della compagna tutta impacchettata ed impiastrata in asciugamani e striscioline cotonate. « Ti ammazzerò soltanto nel sonno per questo » Scherza, con quel suo solito umorismo inquietante che probabilmente ha fatto sempre ridere solo e soltanto lei. Più chi ha solitamente troppa paura per contraddirla, s'intende. « Scheeeerzo » Aggiunge, dopo qualche minuto « Sei troppo sexy così, per ammazzarti. Ah, se non avessi il cellulare scarico, saresti già sugli schermi dei miei ottantamila followers! » Sospira, come affranta, prima di tornare al suo libro, ignorando completamente e volutamente la restante compagnia della camera. Non le ha degnate di uno sguardo, nè di chissà quale altra confidenza, per tutto il viaggio ed il banchetto, e di certo non ha intenzione di farlo adesso, stanca per com'è. Non minaccerà il suo bel viso di porcellana con delle antiestetiche quanto antipatiche rughe d'espressione solo perchè Alice Watson è un'ipocrita. « Mmh..ok ragazze, odio fare queste parti ma l'aria qui dentro si taglia con un coltello e non è colpa del vapore della doccia. Che è successo ieri sera tra voi due? » Ma è Ronnie, inaspettatamente, a tradirla. Okay, mi rimangio lo scherzo di prima e la ammazzerò davvero nel sonno. Pensa, Liv, senza però alzare lo sguardo dalla pagina 74 del suo libro. « Penso che Liv saprebbe spiegarlo molto meglio di me. » Trattiene a fatica una risata che ha dell'acido, questa volta « Sempre che non voglia che Lucy tolga il disturbo, per dircelo. O che io tolga il disturbo. » Ma non riesce a perpetuare il suo intento di rimanere placida e tranquilla, per quella sera, perchè il tono di voce provocatorio di Alice, la costringe ad alzare lo sguardo verso di lei. Incontra degli occhi smeraldo che hanno in sè la convinzione di chi non ha paura di sostenere uno sguardo velenoso e fulminante quanto il suo, ma al tempo stesso mantengono la solita bontà che ha sempre caratterizzato la concasata. Una bontà che ha sempre apprezzato, Liv, servendosene come perno per diventarle e restarle amica -nonostante tutto- ma che al momento la infastidisce, più di ogni altra cosa. Chiude il libro, in un tonfo sordo. « Non fare la vittima con me, Watson, che mi fai solo girare le palle » Annuncia così, d'istinto, senza pensarci su nemmeno un istante. « E no, tranquilla, la tua amata Lucy può restare qui quanto le pare. Sinceramente mi è del tutto indifferente » Come le sono indifferente io, a quanto pare, avendomi abbastanza ignorata sia al banchetto, che al rave. « Non è lei il problema, ma tu » Si stringe nelle spalle « Tu che mi consideri quasi meno di zero per tutta un'estate, e che ti fai trovare ad un rave senza nemmeno dirmelo » Pausa. « Tu che sai quanto mi costi esserti amica, vista la tua inutile quanto senza senso crociata verso mia sorella e le sue amiche -che per la cronaca, sono anche mie amiche- » La fissa, senza abbassare lo sguardo neanche per un secondo. « E che nonostante tutto, te ne freghi di quello che posso pensare o provare io, quando tratti di merda Max per un'intervista sul giornalino, o quando ti presenti ad una festa senza nemmeno dirmelo con la tua amichetta del cuore » Un'altra piccola pausa, il tempo di posare il libro a suo fianco, sul materasso. « Quindi cos'è che c'è? Nulla. Solo accettare che a quanto pare è questo il tuo ringraziamento ».
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.« Quello è il tuo letto Lu, domani ti spiego bene tutto ciò che c'è da sapere. Ho troppo sonno anche per pensare », annuisce, Lucy, gettandosi di schiena sul letto a peso morto. Ipotizzare che sia stanca è un eufemismo, considerando tutto ciò che è successo in nemmeno ventiquattro ore — il rave ed il conseguente fiume di alcool, la rissa, le pochissime ore di sonno, il viaggio in treno e, per finire, il banchetto.
È la comparsa di Ronnie a smuovere gli animi, quando sottolinea ciò che è già ovvio: « Mmh..ok ragazze, odio fare queste parti ma l'aria qui dentro si taglia con un coltello e non è colpa del vapore della doccia. ».
Si lascia scappare quasi un sorriso, Lucy, sospirando appena dalle narici — non ha capito nemmeno lei tutto ciò che è successo tra Alice ed Olivia alla festa, e più tardi non c’è stato decisamente il tempo per sviscerare la questione con la Watson. Quello che Lucy sa, però, è che non ha fatto nulla di male e che, anche per il bene della convivenza civile, deve ingoiare il rospo e cercare di essere gentile — in fondo, se Olivia è amica di Alice significa tutto sommato che dev’essere una ragazza a posto. Non la conosce bene, ci ha parlato sì e no qualche volta al tavolo di Grifondoro o in Sala Comune, e, soprattutto per Alice e per il fatto che deve vedere la Picquery ogni giorno almeno per il resto dell’anno, non ha niente contro di lei.
Annuisce, quindi, in direzione di Ronnie, e fa per prendere la parola, ma Alice la precede: « Penso che Liv saprebbe spiegarlo molto meglio di me. », e quel tono risentito fa alzare ancora di più la tensione di quanto non fosse prima.
« Giuro che normalmente siamo una stanza più allegra e simpatica. Bisogna solo capire quale dramma si sia consumato e fare un po' di female bonding per tornare all'ordinaria amministrazione. », e sorride, voltando ancora il capo verso Veronica, prima di scrollare le spalle, come a dire: Non fa niente. «Sono d’accordo sullo sviscerare la questione e cercare di conoscerci un po’ meglio», annuisce, cercando di incontrare lo sguardo di Olivia. La sotterriamo quest’ascia di guerra, mh?
« Sempre che non voglia che Lucy tolga il disturbo, per dircelo. O che io tolga il disturbo. », ed è lì che alza gli occhi, Lucy, spostandoli poi su Alice nel tentativo di farsi guardare, ancora seduta sul suo letto, per implorarla di lasciar perdere.
« Non fare la vittima con me, Watson, che mi fai solo girare le palle. E no, tranquilla, la tua amata Lucy può restare qui quanto le pare. Sinceramente mi è del tutto indifferente », ignora una frecciatina bella e buona, bloccandosi in un sorrisetto che ha del sarcastico, per poi tentare un approccio più tranquillo: «Guarda, Olivia…», comincia, cercando di formare nella mente un discorso coerente, «Nemmeno io ho nulla contro di te, e… dobbiamo solo conoscerci meglio, come dicevamo prima, no?», domanda, retorica, il capo piegato di lato, «Se ho fatto o detto qualcosa che non ti è andato a genio ieri…», si morde un labbro, prima di pronunciare le fatidiche parole: «Beh, allora mi dispiace, non ne avevo intenzione. Che lezioni hai domani? Se vuoi possiamo scendere a colazione insieme e… parlare un po’, no?», propone, quasi imbarazzata, visibilmente tolta dal suo elemento. È sempre stata amichevole e non ha mai avuto problemi ad approcciarsi con le persone, Lucy, ma cominciare una conoscenza con frecciatine ed un mezzo cataclisma pronto ad esplodere nel loro dormitorio non è certo la cosa più rassicurante del millennio.
Ma quando Liv continua, Lucy rizza appena la schiena, andando ad accomodarsi meglio contro al cuscino. « Non è lei il problema, ma tu. Tu che mi consideri quasi meno di zero per tutta un'estate, e che ti fai trovare ad un rave senza nemmeno dirmelo ». Non aveva idea che fossero così amiche, Lucy, ma in quel caso, anche lei vorrebbe delle spiegazioni — sposta lo sguardo su Alice, per captare la sua espressione, tenendo le orecchie ben aperte. « Tu che sai quanto mi costi esserti amica, vista la tua inutile quanto senza senso crociata verso mia sorella e le sue amiche -che per la cronaca, sono anche mie amiche- E che nonostante tutto, te ne freghi di quello che posso pensare o provare io, quando tratti di merda Max per un'intervista sul giornalino, o quando ti presenti ad una festa senza nemmeno dirmelo con la tua amichetta del cuore ».
Ci sono più informazioni da immagazzinare, nel discorso di Olivia, ma quelle certe sono due — è la sorella di Max, e su questo non aveva mai riflettuto a fondo, Lucy, ma non è il tipo da odiare le persone per partito preso o perché hanno lo stesso cognome di qualcun altro. E poi, innegabile e chiaro come il sole malato che si specchia sul Lago Nero in inverno, è gelosa di me, e non riesce nemmeno a capire il perché, Lucy, non riesce a comprendere il fondo di tutto quel risentimento, probabilmente perché non conosce Olivia e non conosce il tipo di rapporto che ha stretto con Alice. In fondo, però, sono compagne di stanza da anni, quindi non deve essere facile. Prova a metterti nei panni degli altri, sente già la voce di nonna Molly che le carezza le orecchie, mentre quella di Ted, che somiglia pericolosamente alla propria, nella sua testa, le suggerisce di ignorare e studiare meglio la minaccia. Minaccia per cosa, Lucy non saprebbe dirlo, se non ipotizzare della quiete pubblica.
Si volta verso Ronnie, quindi, nonostante la curiosità che galoppa per il resto del litigio che, è sicura, sta per scoppiare, «Ascoltate… questo è un discorso vostro, l’hai detto anche tu, no?», guarda Olivia di sottecchi, «Quindi se volete parlarne in tranquillità noi possiamo… andare giù davanti al fuoco, magari possiamo provare a corrompere Maddie per farci arrivare fino alle cucine… ci starebbe una cioccolata calda, no?», e sente già lo stomaco Weasley che brontola, infame, come una pentola a pressione. «Ma se… ci volete qua, possiamo provare a risolvere la cosa… innanzitutto perché non… state più tranquille e provate a parlarne senza volervi visibilmente strappare i capelli?».. -
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Lo sguardo di Ronnie passava da una compagna all'altra a seconda di chi prendeva la parola in un determinato momento. Non si aspettava che il problema fosse quello, ma d'altro canto si era imbarcata nella situazione senza nemmeno prefigurarsi ipotesi a riguardo. Una parte di lei era convinta che qualunque cosa fosse, di certo doveva essere frutto delle enormi differenze caratteriali tra Alice e Olivia - e in parte, forse, era stato proprio così. Eppure era rimasta abbastanza stupita nell'apprendere che Liv si fosse sentita messa da parte, per giunta in favore di Lucy. Una cosa, però, la colpì: il riferimento a Max e alle sue amiche. Veronica non conosceva bene la Picquery di Serpeverde, ma a pelle aveva sempre sentito una qualche forma di simpatia nei suoi confronti, forse vedendola simile a sé in alcuni tratti. Il rapporto con Alice, però, non era mistero che non fosse proprio dei migliori. Solo adesso riusciva a vedere e comprendere l'ovvio disagio di Olivia, divisa tra due affetti distinti che non sembravano volerla smettere di darsi guerra. E in effetti non riesco a biasimarla - sono pur sempre quella che ha tirato un pugno in faccia al tipo che ha dato del fallito a mio fratello. « Ascoltate… questo è un discorso vostro, l’hai detto anche tu, no? Quindi se volete parlarne in tranquillità noi possiamo… andare giù davanti al fuoco, magari possiamo provare a corrompere Maddie per farci arrivare fino alle cucine… ci starebbe una cioccolata calda, no? » Sospirò, Ronnie. In effetti non si era immaginata che il problema fosse così personale. Cosa avrebbe mai potuto dire lei per risolvere la situazione? « Ma se… ci volete qua, possiamo provare a risolvere la cosa… innanzitutto perché non… state più tranquille e provate a parlarne senza volervi visibilmente strappare i capelli? » Fu un altro sospiro, quello che Veronica prese prima di imbarcarsi nella missione più suicida di sempre. Che magari servirà a poco, o potrebbe addirittura aggravare la situazione..ma chi lo sa. « Alice non ci voleva nemmeno andare a quel rave. » disse veloce, in direzione di Liv, prima di guardarsi intorno. « Cioè..non voglio prendere le parti in questa situazione perché non avrebbe alcun senso, ma se posso dare una mano a..contestualizzare..sono stata io a spingerla a venirci. Perché beh, su, siamo oneste, Alice alle feste con noi non ci viene mai e volevo includerla almeno questa volta, prima che ci si mettessero di mezzo i compiti e il coprifuoco. » Un coprifuoco che lei non violerebbe mai, neanche sotto tortura. « E qui penso che sia necessario aggiungere che se anche io non ti ho scritto, Liv, non era perché non ti volessi, ma perché ho dato per scontato che ti avrei già trovata lì con Max e le altre. » Si morse un labbro, lanciando poi un'occhiata alla Watson. « Non voglio parlare per Alice, ma essendo stata la sua una decisione un po' forzata e presa all'ultimo..credo sia accaduta la stessa cosa. ». -
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.Ascolta le versioni delle altre due compagne, Olivia, senza aprir bocca. Dapprima è la Weasley a parlare, cercando di appianare un po' le cose. Si mostra amichevole, con lei, peccato che sia ormai troppo tardi. D'altra parte, non ci si può far nulla se Olivia Picquery è fatta così. Esiste un tempo per ogni cosa ed è proprio quello stesso tempo che lei è solita offrire alle persone. Un tempo in cui agire, giocarsi tutte le proprie carte e mosse speciali. Un tempo in cui conoscersi e legare dei legami che, se giocati bene, state pur certi che -almeno dalla sua parte- dureranno senza variazioni di sorta per sempre. La povera Lucy Weasley, di certo ignara della faccenda, questo tempo lo ha lasciato correre e sprecato sin da principio. E non è certo colpa sua, questo è chiaro, ma a Liv di questo non importa. A lei importa solo delle sue regole, stabilite sin dal primo giorno in cui ha messo piede in questo mondo, e per tanto, nonostante le parole della rossa nulla abbiano di irritante nè tanto meno fastidioso, è un semplice sospiro di piuttosto annoiata indifferenza ciò che riesce a trarne unicamente come risposta. Poi è la volta di Ronnie, alla quale si sforza di prestare attenzione. Non le ha fatto nulla di male, la Grifondoro, ma la giovane Picquery sembra aver capito la situazione: Alice è la vittima e lei la pazza isterica che si attacca alle piccole cose. E questo pensiero, per quanto giusto o sbagliato che sia, altro non fa che renderla ancora più ostile ed infuriata, seppur le parole delle ragazze nulla abbiano in sè di offensivo. E infine è a lei che tocca, la pietra dello scandalo. Alice Watson inizia a parlare, ed Olivia mantiene lo sguardo fisso su di lei, senza mai distoglierlo. In tempi diversi, le chiederebbe cosa mai possa esser successo a quella festa del cazzo. Non ti preoccupare, ci penso io, le direbbe a quel punto, per poi uscir fuori dalla loro camera e -senza farselo ripetere due volte- andare alla ricerca di chicchessia per prenderlo a pugni. Nessuno fa soffrire le mie puttanelle preferite. E' sempre stato il suo (molto elegante) motto con le sue amiche. Ma cosa succede, quando sono proprio le sue puttanelle a far soffrire lei? « Ma riguardo al The Doxy: per favore, chiedi a Max com'è andata davvero. Lei mi tratta costantemente come se le avessi fatto qualcosa, quando io non ho nulla di personale contro di lei. Nulla! Mi ha messo in difficoltà con l'intervista e ho perso la pazienza, certo... Ed ho pensato che ce l'avesse con me di riflesso per Nana, mi sembrava ovvio, ma la verità è che faccio fatica ad avercela anche con lei... Nonostante quello che è successo. » « MAX NON HA NIENTE CONTRO DI TE! » E' il modo in cui sbotta, d'improvviso, come se fosse stata colpita da chissà quale scarica elettrica. E non c'è da stupirsi, d'altra parte, essendo la sorella da sempre il suo punto debole. « O meglio non aveva, sicuramente, prima che tu ti fissassi del contrario per rendere..Non so, forse più interessante la tua quotidianità e sicuramente molto più fastidiosa quella di mia sorella. Se solo ti fossi fermata un secondo, soltanto un secondo a valutare la situazione prima di buttarla sul solito vittimismo come ti piace tanto fare, avresti capito che Max tratta così chiunque! » Il tono di voce è alto, adesso. « A Max non importa un cazzo, di nessuno. Cristo, è già tanto se degna di qualche sorriso me, sua sorella! Figuriamoci quanto possa importarle una persona che nemmeno conosce, se non di vista, tanto da doversi addirittura impegnare ad avercela con lei! » Fa una piccola pausa, il tempo di prendere respiro « Ti fermi ogni tanto a pensare quali possano essere i problemi ed il vissuto della gente, prima di porti in primo piano tu, come causa? » E' protratta verso di lei, mentre le rivolge queste parole. Ma non si alza, tuttavia. Perchè si conosce, Olivia, basterebbe un solo sguardo che non le va bene, una sola virgola sull'espressione della Grifondoro, per farla scattare. Non è stupida. Pazza ed isterica lei lo è per davvero. E sono situazioni come questa, situazioni in cui la verità le viene sbattuta in faccia senza pietà, a renderla più fragile di quanto non sia già. E la fragilità è un'arma a doppio taglio, per lei. La fragilità corrisponde ad innalzare muri e barriere, ancora più alti, ancora più invalicabili, ed attaccare. Attaccare e ancora attaccare. « E comunque ti ringrazio, per avermi fatta passare per la pazza isterica che ti attacca senza motivo anche di fronte alle nostre compagne di stanza » E tu lo sai, lo sai, quanto questo possa farmi star male. « Quindi no, delle tue scuse non me ne frega niente, non quando il danno -i danni- sono ormai belli che fatti » Si scosta una ciocca di capelli violacea da sopra la fronte « Per questo motivo, se volete una convivenza pacifica, tolgo gentilmente il disturbo e siam tutti più contenti » Fa per alzarsi. « Alice l'Immacolata 1 - Olivia la pazza isterica 0 ».
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21 Marzo - h.22.00
Dopo aver coinvolto Shai e Jessie, le compagne di stanza erano immediatamente slittate in cima alla lista di persone da portare a bordo nel progetto che Mia le aveva esposto una settimana prima. Che fosse nel loro interesse riprendere ad allenarsi nell'eventualità in cui le Logge fossero tornate a far parte delle loro vite in maniera preponderante, questo era chiaro, ma meno chiaro - almeno dal punto di vista di Ronnie - era se le ragazze fossero effettivamente disposte ad accettare quel pensiero e mantenere una certa discrezione. Se con Shai e Jessie aveva potuto affrontare la situazione di petto, lo stesso non poteva fare con le compagne di stanza, con le quali fu subito evidente la necessità di tastare prima il terreno. Alice è sorella di Percival Watson: probabile che sappia già qualcosa della situazione, ma in ogni caso dubito che ne ignorerà l'importanza. Lucy, idem: la sua famiglia è invischiata in questa storia da tempo, quindi dovrebbe capire. Olivia..lei è un'incognita, ma mi fido. Pensieri, quelli, che le solcarono la mente nel passare furtivamente lo sguardo sulle compagne in stanza, ciascuna impegnata nelle proprie occupazioni. Aveva scelto la domenica sera per aprire quel discorso: un momento in cui tutte si trovavano in stanza e sulle loro spalle non gravava la stanchezza di una giornata di lezioni. Seduta a gambe incrociate per terra, la giovane Rigby mescolava con precisione il decotto nel proprio calderone, gettandovi di tanto in tanto qualche ingrediente. Sospirò, ad un certo punto, allungandosi verso il piccolo timer babbano che teneva accanto a sé e impostandolo sui venti minuti. Ok. È l'ora. Si stiracchiò appena, tamburellando le dita sul pavimento prima di far schioccare la lingua contro il palato. « Vi capita mai di pensare ai mesi nel lockdown? » chiese, puntando il proprio sguardo assorto sul libro aperto di Pozioni, facendolo saettare poi in quello delle compagne. « Ascoltate. » le intimò, sollevando un indice vicino al proprio all'orecchio, come a far loro cenno di rimanere in silenzio. Nulla. Un tempo non era così. Me lo ricordo. Qualunque giorno fosse della settimana, si sentivano un sacco di voci a quest'ora. E adesso niente. Silenzio. Il perché era semplice: tanti loro compagni avevano perso la vita in quella tragedia, così tanti che i dormitori del castello ospitavano una popolazione quasi dimezzata. Molte stanze erano rimaste vuote. « La dodici e la quattordici sono vuote. » Ovvero le due stanze tra le quali si incastrava la loro. Sospirò, mordicchiandosi il labbro. Eravamo così impreparati. È stata una carneficina. « Lo so che dopo tutto quello che è successo c'è stato un po' questo tacito accordo tra tutti di non parlarne mai più.. » Forse perché era troppo fresco, troppo doloroso. Volevamo dimenticare e tornare ad essere semplici adolescenti. Nessuno di noi può essere biasimato per questo. « ..ma..voi ve lo siete mai chiesto: e se dovesse tornare? Perché io sì. » Specialmente dopo ciò che è successo al rave. « E non so se sarei pronta ad affrontare di nuovo una cosa del genere. Lo so che l'ultima volta sono solo stata fortunata e che se non ci fossero stati i lycan, probabilmente non sarei qui. » Era solo la verità. Veronica era piccola e la sua istruzione magica ancora a metà, quando quella tragedia si era consumata; era stata coraggiosa e aveva dato il meglio di sé, ma era evidente che ciò, da solo, non sarebbe stato sufficiente a risparmiarle la vita se non fosse stato coadiuvato da una giusta protezione e da un pizzico di fortuna. Fece una pausa, passando lo sguardo da una ragazza all'altra. « Voi, invece? Credete che stavolta sareste pronte? » E intanto vediamo come reagiscono, nella speranza che a nessuna venga un attacco di panico al solo ricordo.. -
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