Stanza n. 13

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    « Quello è il tuo letto Lu, domani ti spiego bene tutto ciò che c'è da sapere. Ho troppo sonno anche per pensare », annuisce, Lucy, gettandosi di schiena sul letto a peso morto. Ipotizzare che sia stanca è un eufemismo, considerando tutto ciò che è successo in nemmeno ventiquattro ore — il rave ed il conseguente fiume di alcool, la rissa, le pochissime ore di sonno, il viaggio in treno e, per finire, il banchetto.
    È la comparsa di Ronnie a smuovere gli animi, quando sottolinea ciò che è già ovvio: « Mmh..ok ragazze, odio fare queste parti ma l'aria qui dentro si taglia con un coltello e non è colpa del vapore della doccia. ».
    Si lascia scappare quasi un sorriso, Lucy, sospirando appena dalle narici — non ha capito nemmeno lei tutto ciò che è successo tra Alice ed Olivia alla festa, e più tardi non c’è stato decisamente il tempo per sviscerare la questione con la Watson. Quello che Lucy sa, però, è che non ha fatto nulla di male e che, anche per il bene della convivenza civile, deve ingoiare il rospo e cercare di essere gentile — in fondo, se Olivia è amica di Alice significa tutto sommato che dev’essere una ragazza a posto. Non la conosce bene, ci ha parlato sì e no qualche volta al tavolo di Grifondoro o in Sala Comune, e, soprattutto per Alice e per il fatto che deve vedere la Picquery ogni giorno almeno per il resto dell’anno, non ha niente contro di lei.
    Annuisce, quindi, in direzione di Ronnie, e fa per prendere la parola, ma Alice la precede: « Penso che Liv saprebbe spiegarlo molto meglio di me. », e quel tono risentito fa alzare ancora di più la tensione di quanto non fosse prima.
    « Giuro che normalmente siamo una stanza più allegra e simpatica. Bisogna solo capire quale dramma si sia consumato e fare un po' di female bonding per tornare all'ordinaria amministrazione. », e sorride, voltando ancora il capo verso Veronica, prima di scrollare le spalle, come a dire: Non fa niente. «Sono d’accordo sullo sviscerare la questione e cercare di conoscerci un po’ meglio», annuisce, cercando di incontrare lo sguardo di Olivia. La sotterriamo quest’ascia di guerra, mh?
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    « Sempre che non voglia che Lucy tolga il disturbo, per dircelo. O che io tolga il disturbo. », ed è lì che alza gli occhi, Lucy, spostandoli poi su Alice nel tentativo di farsi guardare, ancora seduta sul suo letto, per implorarla di lasciar perdere.
    « Non fare la vittima con me, Watson, che mi fai solo girare le palle. E no, tranquilla, la tua amata Lucy può restare qui quanto le pare. Sinceramente mi è del tutto indifferente », ignora una frecciatina bella e buona, bloccandosi in un sorrisetto che ha del sarcastico, per poi tentare un approccio più tranquillo: «Guarda, Olivia…», comincia, cercando di formare nella mente un discorso coerente, «Nemmeno io ho nulla contro di te, e… dobbiamo solo conoscerci meglio, come dicevamo prima, no?», domanda, retorica, il capo piegato di lato, «Se ho fatto o detto qualcosa che non ti è andato a genio ieri…», si morde un labbro, prima di pronunciare le fatidiche parole: «Beh, allora mi dispiace, non ne avevo intenzione. Che lezioni hai domani? Se vuoi possiamo scendere a colazione insieme e… parlare un po’, no?», propone, quasi imbarazzata, visibilmente tolta dal suo elemento. È sempre stata amichevole e non ha mai avuto problemi ad approcciarsi con le persone, Lucy, ma cominciare una conoscenza con frecciatine ed un mezzo cataclisma pronto ad esplodere nel loro dormitorio non è certo la cosa più rassicurante del millennio.
    Ma quando Liv continua, Lucy rizza appena la schiena, andando ad accomodarsi meglio contro al cuscino. « Non è lei il problema, ma tu. Tu che mi consideri quasi meno di zero per tutta un'estate, e che ti fai trovare ad un rave senza nemmeno dirmelo ». Non aveva idea che fossero così amiche, Lucy, ma in quel caso, anche lei vorrebbe delle spiegazioni — sposta lo sguardo su Alice, per captare la sua espressione, tenendo le orecchie ben aperte. « Tu che sai quanto mi costi esserti amica, vista la tua inutile quanto senza senso crociata verso mia sorella e le sue amiche -che per la cronaca, sono anche mie amiche- E che nonostante tutto, te ne freghi di quello che posso pensare o provare io, quando tratti di merda Max per un'intervista sul giornalino, o quando ti presenti ad una festa senza nemmeno dirmelo con la tua amichetta del cuore ».
    Ci sono più informazioni da immagazzinare, nel discorso di Olivia, ma quelle certe sono due — è la sorella di Max, e su questo non aveva mai riflettuto a fondo, Lucy, ma non è il tipo da odiare le persone per partito preso o perché hanno lo stesso cognome di qualcun altro. E poi, innegabile e chiaro come il sole malato che si specchia sul Lago Nero in inverno, è gelosa di me, e non riesce nemmeno a capire il perché, Lucy, non riesce a comprendere il fondo di tutto quel risentimento, probabilmente perché non conosce Olivia e non conosce il tipo di rapporto che ha stretto con Alice. In fondo, però, sono compagne di stanza da anni, quindi non deve essere facile. Prova a metterti nei panni degli altri, sente già la voce di nonna Molly che le carezza le orecchie, mentre quella di Ted, che somiglia pericolosamente alla propria, nella sua testa, le suggerisce di ignorare e studiare meglio la minaccia. Minaccia per cosa, Lucy non saprebbe dirlo, se non ipotizzare della quiete pubblica.
    Si volta verso Ronnie, quindi, nonostante la curiosità che galoppa per il resto del litigio che, è sicura, sta per scoppiare, «Ascoltate… questo è un discorso vostro, l’hai detto anche tu, no?», guarda Olivia di sottecchi, «Quindi se volete parlarne in tranquillità noi possiamo… andare giù davanti al fuoco, magari possiamo provare a corrompere Maddie per farci arrivare fino alle cucine… ci starebbe una cioccolata calda, no?», e sente già lo stomaco Weasley che brontola, infame, come una pentola a pressione. «Ma se… ci volete qua, possiamo provare a risolvere la cosa… innanzitutto perché non… state più tranquille e provate a parlarne senza volervi visibilmente strappare i capelli?».
     
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