Food for thoughts

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    All'indomani della chiacchierata a cuore aperto con Mun sotto il porticato di casa loro, Albus si era svegliato alle prime luci dell'alba per affrontare quella che già si prospettava come una lunga giornata. Tra le lezioni, il tirocinio, le riunioni con i Senior e gli addestramenti, non avrebbe avuto tempo nemmeno di fumarsi una sigaretta in santa pace. Ma la sua priorità non erano tutti quegli appuntamenti che ormai facevano parte della sua quotidianità. No, la prima cosa era mettere al corrente Tris, la sua parabatai, di ciò che stava accadendo all'interno di quel mondo mistico che, loro malgrado, avevano ormai imparato a conoscere sin troppo bene. Si era dunque alzato di buona lena, curandosi di far piano per non disturbare il sonno di Jay e Mun. Come al solito, si affacciò sulla cameretta di Lily, tutta intenta a mugolare e scalciare. Conoscendola, avrebbe cominciato a piangere nel giro di qualche minuto se qualcuno non fosse andato lì in tempo ad occuparsi di lei. Un sorriso stanco si distese sulle labbra del ragazzo nello sporgersi sulla culla, prendendo la bimba tra le braccia. « Buongiorno amore mio. » disse piano, poggiandole un bacio sulla testolina piena di capelli scuri. « Facciamo colazione? » Lily strepitò tra le sue braccia a quelle parole, annuendo vigorosamente. « Va bene, ma prima ci cambiamo, che già a prenderti su ho sentito un certo odore di violetta. » Parole, quelle, dette più tra sé e sé che altro, dato che dubitava fortemente la piccola Potter potesse capirne a fondo il senso. Tuttavia non fece troppe storie quando venne distesa sulla nursery, lasciandosi cambiare il pannolino in tutta tranquillità. Quel pannolino che, come Albus sospettava, aveva riservato lui una parvenza ben poco gradita - per il giubilo e il divertimento di Lily, che si era messa a ridere a crepapelle per le facce del padre. Pulita e cambiata, la portò quindi al piano inferiore, sistemandola sul seggiolone per servirle una di quelle pappette al sapore di frutta che ancora costituivano tutto l'universo culinario per le conoscenze della piccola. Dal canto suo, Albus si limitò a prendersi un caffè e finire quel poco di porridge che era rimasto in scatola, incantando una penna per aggiungerlo alla lista della spesa attaccata al frigo.
    Erano ancora le prime ore del giorno quando Albus finì di vestirsi, affacciandosi alla camera da letto per controllare Jay e Mun. Essendo entrambi ancora addormentati, decise di mettere Lily sul passeggino e portarla con sé, infilandole un berretto e avvolgendole una sciarpina intorno al collo per non farle prendere freddo. Conoscendo Tris, d'altronde, lei doveva già essere sveglia da un bel pezzo per i suoi rituali mattutini; infatti quella, di solito, era l'ora a cui tornava a casa dalla corsa. « No, Audrey. Con te usciamo dopo. » disse alla cagnolina festante, che doveva aver interpretato l'apertura della porta come il segnale ovvio dell'uscita mattutina. In altre circostanze l'avrebbe pure portata con sé, ma non voleva affollare casa Morgenstern di bambini e cani. A quelle parole, seguite dal modo in cui Albus le sbarrò la strada, Audrey mugolò tristemente prima di tornare indietro con la coda tra le gambe, accucciandosi accanto ad Arthas.
    Da una casa all'altra, il tragitto fu breve. Gli bastò aspettare pochi istanti dal suono del campanello per farsi aprire la porta da una Tris ancora in tenuta sportiva, decisamente pimpante per l'orario. « Buongiorno, Morgenstern. » disse, mentre di controcanto la piccola Lily allargava le labbra in un sorriso che le fece cadere il ciuccio di bocca. Un saluto a modo suo, prima di ricercare l'arnese attaccato al giacchetto tramite un cordino e ricacciarselo in bocca. « Possiamo entrare? Avrei delle novità da comunicarti urgentemente. » Sebbene tranquillo, il tono del ragazzo lasciava intendere una certa fretta nel togliersi dalla scarpa quel sassolino. In realtà non sapeva bene cosa Tris potesse farsene di quell'informazione, ma se già a lui era stato evidente che ci fosse un pattern importante da ricavarne, con ogni probabilità lo sarebbe stato anche per lei.
    Una volta entrati, dunque, appese il giacchetto all'attaccapanni vicino alla porta, liberando una Lily già scalciante dal passeggino. « Scusami..ieri è stata una giornata lunga, quindi ho preferito non svegliare Mun. Per questo l'ho portata. » Alle proteste della bimba, che già cominciava a sentir caldo con tutti quegli strati addosso e la temperatura della casa, Albus si inginocchiò. « Aspetta..sennò comincia a piangere come una fontana. » In tutta velocità, quindi, slacciò il giacchetto alla piccola e le tolse tanto il berretto quanto la sciarpa, chiudendo la clip del cordino che teneva il ciuccio sul tessuto della maglietta. A quel punto, presa in braccio la bimba, seguì Tris verso la cucina.
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    Sebbene gli sembrasse strano, intraprendere un discorso di quell'entità con sua figlia di un anno attaccata al collo che gli tirava i capelli e si metteva a ridere nel prendergli il naso, non aveva chissà quale altra scelta. Ormai Lily era entrata nella fase in cui toccava e metteva in bocca qualsiasi cosa le capitasse a tiro; una fase normale, che poteva accettare e controllare in casa propria, ma che non avrebbe mai imposto in quella altrui. D'altronde, dubitava fortemente che Tris avrebbe gioito nel ritrovarsi ogni oggetto sotto il metro di altezza all'interno della cucina cosparso di saliva.
    « Allora..comincerò col dire che a Berlino ho avuto un sogno strano. Non te lo racconto tutto perché sarebbe davvero lungo e pieno di cose che non so ripormi, ma in sostanza ho visto Wulfrich e Agnes.. » le lanciò un'occhiata eloquente, come a verificare qualcosa che già sapeva. La mattina di Halloween, entrambi avevano visto lo scempio che era stato fatto del corpo dei due sin eater - un ricordo ancora troppo fresco, la cui cicatrice non si era del tutto rimarginata. « Non hanno detto nulla, mi hanno solo.. » la sua fronte si aggrottò a quelle parole, quasi non riuscisse ancora a capire del tutto il senso di ciò che era accaduto. « ..baciato?! » Si strinse nelle spalle quanto gli era possibile, nel dirlo. « Sulle prime ho pensato fosse solo un sogno strano, sai, di quelli che capitano ogni tanto e che non hanno davvero un senso. Poi però sono successe delle cose..e credo che quello non fosse propriamente un sogno che scaturiva del tutto dal mio subconscio. Ma più un qualcosa di..indotto. Capisci? » In realtà nemmeno lui sapeva bene cosa fosse o perché. Le sue supposizioni avevano vagliato così tante ipotesi plausibili da non infondere in lui alcuna certezza a riguardo. « Ciò che è accaduto in seguito, qualche settimana fa, con Mun, è un classico episodio da sin eater. Di punto in bianco, ho detto delle cose.. » a quelle parole, scosse appena il capo, come a farle intendere che non aveva alcuna importanza cosa avesse detto. Era una questione privata tra lui e Mun, una che a Tris non sarebbe affatto interessata in ogni casa. « ..e subito dopo è venuta fuori quella melma scura terribile. » Storse appena il naso con disgusto al solo ricordo di quell'odore, di quella sensazione, di quel dolore che gli bruciava ogni qualvolta si ritrovasse a manifestare la propria natura. « E poi ieri è successo lo stesso pure a Fred. » Completò, sospirando, mentre cullava Lily tra le braccia per non darle quell'impressione di staticità che l'avrebbe sicuramente fatta lamentare a gran voce per scendere a terra. « Insomma..non si tratta più di coincidenze, ecco cosa volevo dirti. E sinceramente non so nemmeno come questa informazione possa aiutarti, ma pensavo fosse giusto dirtelo..sai..per avere l'intero quadro della situazione. E anche perché a questo punto credo proprio che il branco si debba preparare a qualche sorpresa..se già non ce ne sono state. »


     
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    Per Beatrice Morgenstern la giornata non inizia senza una buona corsa. Scandisce il corso della giornata; se la corsa va liscia, è molto probabile che il restante della giornata fili giù con altrettanta facilità. Le sue buone abitudini, in netto contrasto con la colazione ipercalorica che si concede subito dopo, non sono solo un modo salutare per mantenersi in forma. Da quando si è trasferita definitivamente a Inverness, correre sulle strade della sua città significa renderle onore e augurarle buona giornata prima ancora che il sole sorga. Inverness si sveglia presto. Le massaie stendono il bucato all'alba e i mastri artigiani della città preparano le loro botteghe prima ancora che i cacciatori inizino a popolare le strade. Spesso Tris si ferma a parlare con loro, si scambia sulle ultime notizie e tasta il terreno grazie a informazioni di prima mano - da coloro che ogni giorno stanno a stretto contatto con le persone - sugli umori e le voci che corrono per le strade. Proprio quella mattina ha avuto una conversazione piuttosto interessante col mastro Talbot, uno dei mastri armaioli più di spicco della città, sulle riserve di materie prime della città. Così quando torna a casa, getta il vecchio mp3 sul tavolino accanto all'entrata e si precipita di sopra per farsi una doccia, continuando a tenere a mente quanto le era stato riferito. Quando il campanello suona, si trova effettivamente in cucina seduta su uno degli sgabelli di fronte all'isola al centro della della stanza principe del focolaio domestico. Il suo gatto randagio, fa le fusa sullo sgabello accanto, obbligando la giovane Morgenstern a fargli una carezza di tanto in tanto. Continua ad annotare su un grosso registro informazioni da tenere a mente circa le materie prima per le quali gli alti emissari, in primis suo nonno, dovranno trattare nelle settimane a venire. I materiali pregiati non mancano, ma l'argento consacrato continua a essere la loro principale preoccupazione. Ci sarebbe da chiedere per quale ragione continuano a forgiare così tante armi di quella natura; a quella domanda, Tris aveva una risposta piuttosto univoca. Finché i nostri moriranno all'interno della nostra città, ci sarà sempre un ottimo motivo per forgiare un certo tipo di armi. Più che in un periodo di pace, Inverness sembrava prepararsi a una guerra clandestina. « Buongiorno, Morgenstern. Possiamo entrare? Avrei delle novità da comunicarti urgentemente. » Di tutte le persone le persone che pensava potessero bussare alla sua porta quella mattina, Albus Potter era probabilmente l'ultimo che si aspettasse. Seppur fossero buoni vicini di casa, non entravano mai più di tanto l'uno nelle sfere dell'altro. Tris non era una grande chiacchierona, e lui probabilmente questo se aveva imparato ad accettarlo. Avevano una buona intesa, ma non era certa potessero catalogarsi nella schiera degli amici. Lo sguardo scese automaticamente sulla bimba; deglutì istintivamente sgranando appena gli occhi, stirando infine un leggero sorriso stranamente intenerito. Seppur Tris fosse la prima persona che abbia mai saputo della sua esistenza, ne è rimasta sempre alla larga. Forse perché in fondo, aveva sempre provato uno strano senso di colpa nei suoi confronti e dei suoi genitori. Se non avesse fatto quella sceneggiata in presenza di Rebekah Daggerman, probabilmente molte cose sarebbero andate diversamente, e questo Tris lo sapeva. « Uhm.. si certo.. entra. » Disse facendosi da parte per osservare il giovane Potter nel pieno della sua premura genitoriale. Si sentì stranamente a disagio, come se assistesse a qualcosa che semplicemente non le competeva, né che aveva il diritto di vedere. Distolse infatti lo sguardo sospirando appena. « Scusami..ieri è stata una giornata lunga, quindi ho preferito non svegliare Mun. Per questo l'ho portata. » « Nessun problema davvero. » Lily era davvero bella e cresceva a vista d'occhio. Nonostante Tris avesse detto che la piccola era una di loro, e non solo una qualunque, bensì la prima dopo tutta la serie infelice degli eventi che aveva visto protagonisti Ribelli e Inverness al completo, non poteva dire né di averla mai conosciuta di persona, né di aver mai dimostrato un particolare interesse nel farlo. Solo allora si rese conto di quanto effettivamente fosse stupido il suo atteggiamento, e quanto il suo orgoglio le avesse impedito in ultima istanza anche di costruire un rapporto saldo con una delle persone che maggiormente doveva contare nella sua vita. Ti ho dato una casa e un riparo, protezione e serenità, ma non ti ho mai dato davvero una possibilità. Fu quello il pensiero ossessivo con cui gli fece strada verso la cucina, mettendo da parte tutte le scartoffie con un tocco di bacchetta, scivolando dietro il bancone.
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    « Caffé? » Chiede mentre si versa una tazza per se stessa attendendo il responso del ragazzo in merito. « Non so se posso offrire qualcosa anche a lei.. » ..non di certo il caffé. « Ecco.. non ho poi questa grande esperienza. Forse.. biscotti? Semplici. » Dice infine stappando un barattolo dei biscotti allungandolo nella sua direzione prima di sedersi accanto a lui accavallando le gambe. Continua a osservare la bambina che, dal canto suo sembra studiarla con la stessa curiosità. Non ci siamo mai conosciute io e te, eh? E davvero strano vivere per un anno e mezzo nella casa accanto e non avere la più pallida idea di chi sono i tuoi vicini. Sono d'accordo. E' da stronzi. Infine, vedendo la bambina sempre più spazientita, raddrizza appena la schiena. « Posso? » Chiese infine sull'orlo di un istinto che non seppe proprio reprimere. « ..cioè, solo se ti va. Almeno potrai bere il caffè tranquillo. Io ne ho già preso una tazza. » Si stringe nelle spalle - ottima scusa del cazzo, Morgenstern - accogliendo infine la bambina tra le proprie braccia. Si osservando ancora, mentre Tris sorride colta da un nuovo velo di tenerezza che non sa nemmeno da dove sgorga di preciso. Ha un profumo così buono e sembra così piccola. Ciao Lily, sei molto carina, sai?
    Ma il clima non è destinato a restare così disteso. « Allora..comincerò col dire che a Berlino ho avuto un sogno strano. Non te lo racconto tutto perché sarebbe davvero lungo e pieno di cose che non so ripormi, ma in sostanza ho visto Wulfrich e Agnes.. » Come? I nomi dei due sin eater morti a Halloween erano tornati e tornati ancora nei suoi pensieri. In città avevano creato una lacerazione che nessuno si aspettava. Non eravamo pronti a un simile colpo. Non sapevamo che, questa ferita avrebbe fatto così tanto male. « Non hanno detto nulla, mi hanno solo.. baciato?! » « Ti hanno.. baciato. » Ripete quelle parole piuttosto perplessa, seppur Lily spezzi il dramma del momento tirandole con poca delicatezza una ciocca di capelli. Trova tuttavia ben presto qualcos'altro su cui concentrarsi, giocherellando con la collana che la ragazza porta perennemente al collo; un pendant col simbolo del credo. « Ok.. continua. » « Sulle prime ho pensato fosse solo un sogno strano, sai, di quelli che capitano ogni tanto e che non hanno davvero un senso. Poi però sono successe delle cose..e credo che quello non fosse propriamente un sogno che scaturiva del tutto dal mio subconscio. Ma più un qualcosa di..indotto. Capisci? Ciò che è accaduto in seguito, qualche settimana fa, con Mun, è un classico episodio da sin eater. Di punto in bianco, ho detto delle cose.. e subito dopo è venuta fuori quella melma scura terribile. » Ma cosa cazzo stai dicendo. L'incredulità sul suo volto fu visibile. I sin eater non espiavano più peccato più o meno da quando i lycan avevano smesso di percepirsi a vicenda. « E poi ieri è successo lo stesso pure a Fred. Insomma..non si tratta più di coincidenze, ecco cosa volevo dirti. E sinceramente non so nemmeno come questa informazione possa aiutarti, ma pensavo fosse giusto dirtelo..sai..per avere l'intero quadro della situazione. E anche perché a questo punto credo proprio che il branco si debba preparare a qualche sorpresa..se già non ce ne sono state. » Due sin eater erano scattate nel giro di poche settimane; qualcosa non quadrava affatto. Quando Tris aveva visto quelle scie color petrolio sui volti di Wulfrich e Agnes aveva pensato si trattasse di una sorta di messaggio, un avvertimento. E se.. e se Wulfrich e Agnes fossero scattati davvero? Corrugò la fronte permettendo alla bambina di scendere dalle proprie braccia. Chiuse le porte della cucina restava pur sempre confinata dove il padre potesse vederla. Ovviamente, la sua meta prediletta fu il gatto, che, dal canto suo, sembrò reagire con fare estremamente pigro e disinteressato di fronte alle attenzioni della moretta. Quella scena la distolse per qualche istante dal topic principale, ma poi, scosso il capo per qualche istante tornò in sé. « Ok. » Resta calma, Tris. Ed effettivamente tenta di rielaborare il tutto in maniera estremamente razionale, senza tirare le somme prima di aver compreso affondo quanto le è stato appena riferito. « Quindi i sin eater si stanno riattivando. Abbiamo subito un attacco in piena regola e qualcuno si sta impegnando davvero tanto a farci la guerra. » Che sorpresa. « Per un po' ho tentato di raccontarmi che si trattasse.. beh, sai di qualche invidioso » Alzò gli occhi al cielo stringendosi nelle spalle, cercando di sdrammatizzare per quanto possibile una situazione piuttosto al limite. « Ma.. » Deglutì volgendo lo sguardo verso la finestra che dava sul giardino interno alle spalle di Albus. « ..non credo che i sin eater sono gli unici ad attivarsi. A Halloween.. uhm.. credo di essere finita nella testa di qualcuno. » Chiuse gli occhi trovando davvero assurdo aver finalmente confessato quella storia a voce alta. « Lì sul momento.. ho pensato si trattasse di una cosa mia.. » D'altronde non ho visto una persona qualsiasi. « ..ero sconvolta da quello che avevo visto nel villaggio dei sin eater e.. beh mi è già capitato di vedere cose.. » La mia testa è un cazzo di trauma post-traumatico. « A questo punto però, quante possibilità ci sono perché si tratti di una serie di sfortunati eventi? » Conoscendo il loro trascorso, nemmeno una. « Uhm.. beh.. non possiamo fare molto, per ora. Però, dobbiamo tutelarci. Devi aiutarmi, capito? Non c'è nessuno che comprenda i sin eater meglio di te. Sei stato il primo, probabilmente, e sei anche quello che ci ha capito di più. Dobbiamo capire che cos'è che ci lega di preciso, come funziona tutta questa cosa e perché.. perché sta tornando. Perché ora. » C'erano troppe domande a cui non avevano risposta alcuna. « Devi tenere gli occhi aperti e guardare le spalle agli altri.. ma soprattutto - ti prego Albus, niente cazzate! - promettimi che starai attento! Uhm.. io farò la mia parte. Vi terremo d'occhio. Tutti quanti. Troverò un modo non invasivo.. però.. non lacerò nessuno indietro. » Abbiamo perso già troppo. Ci siamo persi già troppo. « Farò del mio meglio.. te lo prometto. »


     
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