Hustle for that muscle

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    Ormai l'estate era alle porte e, con essa, anche la festa per la chiusura dell'anno accademico. Per il Midsummer, Albus si adoperava tutti i giorni: in qualità di Senior, una buona parte dell'organizzazione era caduta sulle sue spalle e su quelle dei suoi colleghi, dandogli ulteriori grattacapi. « Come lo vedi? » chiese, la testa appena inclinata di lato, gli occhiali da sole a schermarsi dai raggi del mezzogiorno e la sigaretta pendente dalle labbra. Sembriamo due vecchi che fissano i cantieri. E infatti ci sarebbe solo mancato che lui e Byrne si mettessero in postura ricurva, con le mani dietro la schiena, perché di certo l'espressione di giudizio ci stava già. « Secondo me è un po' storto. » asserì infine la mora, con le braccia conserte sotto al petto e lo sguardo accigliato che si ergeva da sopra il bordo dei rayban. Rimasero in silenzio per qualche istante, voltandosi poi l'uno verso l'altra e annuendo mestamente. Erano fermi lì da ore, incartati sulla posizione di un maledetto gazebo che doveva ospitare alcuni tavolini per la festa. Più lo giravano e più sembrava storto, costringendoli puntualmente a impugnare le bacchette e trovare un angolo migliore. Lo sguardo tornò ancora una volta al gazebo, facendo calare il silenzio. « Ma secondo me è il terreno, sai. Mi pare un po' scosceso qui. » Altro silenzio. « Siamo due vecchi che fissano i cantieri, Albus? » « Ci ho pensato trenta secondi fa, giuro. » Si voltarono un'altra volta, guardandosi per poi darsi velocemente il cinque. « Great minds. » « Great minds indeed. » Tra una cosa e un'altra, scoprirono che spostando il gazebo dall'altro lato dell'area disponibile per la festa, effettivamente il problema si andava a risolvere subito. Magari non ci sarebbe stato lo scenario del sole che calava sopra le travi di legno adornate di fiori, ma dalla vita non si poteva avere proprio tutto. « Ti smaterializzi anche tu ad Hogsmeade? » A quella domanda, Albus fece velocemente cenno di no con il capo. « Inverness. Ho appuntamento con Ellie. Sai..la aiuto un po' ad allenarsi. » La Byrne sembrò leggermente stupita da quella notizia: una reazione che lo portò ad elaborare meglio il tutto. « Sì, è da un po' che le do una mano. I cacciatori e il Corso Auror mi stanno insegnando un po' di cose e quindi niente, le passo a lei e con l'occasione le metabolizzo meglio anche io. Poi con la corsa che incombe.. » Fawn annuì, mettendo su un'espressione saggia. « Bisogna sapersi difendere, altroché! » Con quelle e poche altre parole, dunque, le strade dei due amici si divisero.
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    Il giovane Potter raggiunse il centro d'addestramento sotterraneo in tutta velocità, affrettando il passo per le vie di Inverness quanto più poteva. Ormai Elaine, così come chiunque altro, sapeva che Albus non era mai puntuale; nei suoi appuntamenti andavano sempre calcolati quei dieci o quindici minuti in più a cui ormai lo stesso Potter si era arreso. Non ci poteva fare nulla: le cose andavano sempre così, che lo volesse o meno. Non a caso, una volta entrato in quella parte della palestra dove normalmente si incontravano, Elaine era già lì. Alzò le mani, Albus, quasi a discolparsi per l'ennesima volta di quel suo continuo ritardare. « Lo so, lo so..scusa. So anche che non ti dispiace troppo, ma scusa lo stesso. » In tutta velocità si liberò del giacchetto di pelle, lanciandolo in un angolo e tirandosi su i capelli in una veloce man bun. Il cambio di look aveva introdotto qualche nuova abitudine, tra cui, appunto, quella di doversi legare i capelli quando si trattava di fare attività fisica. Ormai lo faceva spesso, anche solo per uscire o stare in casa: trovava il tutto piuttosto comodo e anche, in certi casi, di buon gusto. Ancora, tuttavia, doveva abituarsi soprattutto alla presenza della barba. Non aveva mai passato più di pochi giorni senza radersi, e sebbene il suo essere metamorfomagus potesse porre rimedio a ogni decisione riguardante l'aspetto fisico, ogni mattina doveva farsi violenza per non prendere in mano il rasoio com'era abituato a fare normalmente.
    « Dai, cominciamo con un po' di riscaldamento. » le aveva dunque detto, battendo le mani come a decretare l'inizio ufficiale di quella sessione di allenamento. Esercizi semplici, molto basilari, ma tuttavia necessari a preparare il proprio corpo per quelli veri e propri. Inoltre, fungevano anche da ottima occasione per comunicare un po' nel mentre. « Siccome si avvicina la corsa.. » Cinque giorni. Li sto contando. Solo cinque ne mancano al momento in cui potrò nuovamente sbattere Mun contro un muro. « ..mi chiedevo se preferissi concentrarti su quello. Sai..tipo scatti di velocità, ostacoli..cose del genere. » La buttò lì, piegandosi in avanti per raggiungere i propri piedi con le mani. La testa, tuttavia, rimase un po' rialzata, così da poter guardare in faccia la sua interlocutrice. « Suppongo che ci andrai, dato che ti ho vista al Maypole. » Pausa. « Qual è il mindset? Correre per la sopravvivenza o scappare per finta? » Fece un'altra pausa, sollevando entrambe le sopracciglia. « O magari darti all'inseguimento?! » Si rialzò, ridacchiando appena. « Sai..per capire la tattica. Così capiamo su cosa concentrarci per oggi. »


     
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    Crack. Il suono della smaterializzazione risuonò nel salone di casa Noble ad Inverness. Era stata al Maypole qualche giorno prima e mancavano veramente pochi giorni all’inizio del Midsummer. Elaine nonostante avesse accettato di partecipare non si reputava entusiasta di quella festa, non sapeva veramente a cosa andava incontro, se non per quello che aveva studiato ad Hogwarts. Correre…Ma chi me lo fa fare… In effetti l’ex corvonero era piuttosto pigra, non amava quel tipo di competizioni, ma ormai l’adesione era stata data e non poteva tirarsi indietro, lo aveva promesso alla zia e lo avrebbe fatto anche per suo padre, era la sua festa preferita no? Non avrebbe messo da parte la sua competitività nemmeno durante la corsa, se doveva farsi prendere da qualcuno, doveva essere una persona all’altezza della sua vena agonistica.
    Casa Noble, al rientro di Elaine, era come l’aveva lasciata qualche mese prima, solo la polvere ne faceva padrona. Estraendo la bacchetta incantò gli oggetti per le pulizie in modo che risolvessero loro il problema della sporcizia in giro per casa. Ho tempo, Albus ritarderà come sempre alla fine. Si era abituata ai ritardi del maestro, anche se le prime volte non riusciva proprio a mandare giù il tutto, ma ad ogni allenamento che programmavano Ellie ne approfittava per prendere più tempo per se stessa, iniziando a conoscere meglio le tempistiche del signorino Potter.
    Non ci volle molto ad arrivare al centro d'addestramento nell'undeground di Inverness, ormai conosceva perfettamente le vie della città, in quel tragitto da casa sua, Elaine ne approfittò per fare una breve corsa di riscaldamento. Una volta all'interno dell'undeground, arrivata al centro d'addestramento si andò a sedere a centro della stanza per riprendere un po' di fiato. Sì, non si allenava da un po' ed Albus le diceva sempre di non smettere mai o, come voleva dimostrare, avrebbe avuto più difficoltà nel riprendere gli allenamenti, come inizio quella seduta d'allenamento solitaria era iniziata con il piede sbagliato, ma quando mai iniziava con il piede giusto un allenamento?
    Stava seduta con le gambe incrociate e la schiena dritta iniziando degli esercizi di respirazione diaframmatica, inspirò lentamente per circa cinque secondi fino a riempire i polmoni e poi espirò fuori l'aria lentamente. Chiuse gli occhi continuando con quell'esercizio concentrando l'udito su ciò che la circondava. I sensi sviluppati le permettevano di sentire i passi delle persone sopra la città, ma oltre al brusio della città riuscì a distinguere dei passi piuttosto veloci che si avviavano verso il centro d'addestramento, capì subito che Albus stava arrivando.
    « Lo so, lo so..scusa. So anche che non ti dispiace troppo, ma scusa lo stesso. » Sapeva già che si sarebbe scusato, ma Albus aveva centrato il punto, nonostante il solito ritardo, Ellie non era mai entusiasta degli allenamenti e non lo aveva mai nascosto al maestro.
    « Accetto le tue scuse solo perché oggi sono stati dieci minuti e non mezz'ora » Le uscì una risata spontanea, spostò lo sguardo verso Albus e notò la nuova capigliatura con annessa barbetta: « Quando ti ho chiamato Sensei scherzavo eh, non c'era bisogno di farsi crescere i capelli così. » Cercò di dire il tutto con un tono piuttosto serio, ma non appena fece una breve pausa prima di parlare sul suo viso le spuntò un bel sorriso: « Lo so non sono brava a fare battute. Stai molto bene la barba ti dona.» Elaine non era una persona che si tirava indietro nel fare i complimenti, Albus stava veramente bene con quel nuovo look e la barbetta era un vero tocco di classe.
    L'allenamento iniziò non appena Albus invitò la Lycan al riscaldamento e, nonostante lei avesse iniziato un po' prima, decise di fare stretching insieme al maestro, non guastava mai ed aiutava a riscaldare i muscoli.
    « Siccome si avvicina la corsa mi chiedevo se preferissi concentrarti su quello. Sai..tipo scatti di velocità, ostacoli..cose del genere. » Eccolo lì, sapevo sarebbe finita così, allenamento pre corsa. Il pensiero di Elaine andò ai cinque giorni rimanenti prima della corsa nella foresta, forse quell'allenamento l'avrebbe aiutata. Abbassò la gamba sinistra ed iniziò a molleggiare leggermente per dieci secondi alternando il riscaldamento su entrambe le gambe. « Ottima idea, non sarebbe male un allenamento pre midsummer » Albus l'aveva vista al Maypole e le chiese quale fosse il mindset per la parte successiva dell'evento.
    Correre per la sopravvivenza o scappare per finta? O magari darti all'inseguimento? Le parole del ragazzo rimbombarono nella testa della bionda e quando Albus finì di parlare, Elaine iniziò a pensare seriamente a cosa avrebbe fatto quel giorno: « Correre per la sopravvivenza...» Fece una breve pausa guardando Albus negli occhi, non era convinta della risposta che aveva dato, ma doveva essere lo spunto per iniziare l'allenamento odierno. «…Penso, cioè ecco… Non ho pensato seriamente in questi giorni a cosa avrei fatto.» Pensando al tutto come una festa, non aveva adottato minimamente una strategia per la corsa del 5 giugno, un po’ la cosa la spaventava, ma sapeva che quella corsa, alla fine della fiera sarebbe stato solamente un gioco delle coppie. « Va bene, correre per la sopravvivenza. Qualche scatto, un percorso ad ostacoli. » Battè le mani convinta di aver fatto la scelta giusta. Era una competizione no? Non poteva tirarsi indietro ed avrebbe lottato fino all’ultimo, per cosa? Non lo sapeva, ma in cuor suo sentiva che non avrebbe mai accettato l’invito di qualcuno se avesse corso per finta. «Se devo farmi prendere Aprì le virgolette con un gesto delle dita … Quel qualcuno deve riuscirci no? Non posso permettermi di correre per finta, non lo accetterei mai » Correre per finta... Una sconfitta in partenza.
     
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