The beginning of the rest of our lives

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    22 Giugno 2020

    I ricordi che Sirius aveva del Midsummer erano allegramente sfocati. Ricordava benissimo l'orribile kimono che Makoto gli aveva procurato e che aveva dovuto indossare in mancanza di alternative migliori; ricordava altrettanto bene la figura barbina che aveva fatto con Scorpius Malfoy e la caccia con Tommy, col suo coinquilino Tristan, con Lyra Malfoy - che aveva sempre creduto una strega e che invece l'aveva perfino taggato su un post di Witzagram! Mai disfare ciò che il Midsummer unisce - e altre nuove conoscenze. Il fatto è che poi si erano fatti prendere un po' la mano e il resto è storia. Siri si era risvegliato nella sua camera del dormitorio ma senza sapere bene come vi fosse tornato; l'unica cosa certa era il grosso mal di testa che si era portato dietro tutta la mattina e le occhiatacce di disapprovazione di Maki. Che poi lo sanno tutti che i samurai si sbronzavano a schifo peggio degli irlandesi, perché io non posso? Fortuna, insomma, che il Midsummer era capitato proprio nel weekend, il che aveva permesso a Sirius di ributtarsi a letto, dormicchiare ancora qualche ora, risvegliarsi più dolorante di prima e impiegare il resto della mattinata a giocare col cellulare e scorrere i social. Si era ritrovato in galleria qualcosa come una cinquantina di fotografie, tre quarti delle quali mosse e irriconoscibili, ma una - palesemente scattata da qualcun altro - era risultata abbastanza carina da essere pubblicata su Witzagram. Ed è proprio su Witzagram che inizia la nostra storia quando, scorrendo la home, il piccolo Potter incappa in un post che di equivoco aveva ben poco. « Toh, un matrimonio.. lo dice sempre nonna che al Midsummer si quaglia.. » a meno che non ti chiami Sirius Cedric Potter. Lasciamo perdere. Si voltò verso Maki e, con la bocca un po' secca, recitò: « Ho DeTtO dI sI aLl'UoMo PiU' bElLo DeL mOnDo ahahah che togo però! » Un esserino vissuto all'ombra dell'eterno amore di Harry e Ginny Potter non poteva che vedere di buon occhio e con una certa fantasticheria l'istituzione del matrimonio. Si scorse un po' i commenti, inconsapevolmente felice per quella "Jasmine Blue" di cui, un po' assonnato, non aveva riconosciuto nick o foto profilo. Un nome però gli saltò subito all'occhio tra la lunghissima sfilza di commenti: lebimbedeglialmun. Un primo campanellino si accese. « Ah molestano qualcuno che non siano gli Almun? » Guarda meglio Siri. Risalì con uno scrollo veloce del pollice il post. Non è Jasmine Blue, è Bluejasmine. E' la Madama, Siri. Oh cazzo. « Oh cazzo. »
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    Viaggiò velocemente verso il profilo di suo fratello, in cui una bella fotografia di Amunet e una didascalia tutt'altro che elusiva fugarono ogni dubbio.. e finirono di svegliarlo. « OH CAZZO! Fermi tutti.. » « Maki è immobile. » « ...si sposano!! DI NUOVO! » Gli sfuggì tra le lenzuola il cellulare, mentre prese a battere vigorosamente le mani. « SECONDO ROUND!! E stavolta ci sei tu Maki! Se Olympia brucia anche questo, lo aggiusterai tu, è deciso! » L'elfo scrollò le spalle e gli occhi. Avrebbe voluto dirgli che era quasi certo ci fossero mille modi con cui gli sposini si sarebbero potuti procurare un vestito e una location nuovi ma forse non volevano; sarebbe stato inutile, Sirius era ufficialmente entrato in quella sua tipica fase in cui gli occhi gli brillavano di una luce infantile, magica perfino, ed ogni cosa al mondo gli sembrava possibile. Saltò giù dal letto, provocandosi un turbolento giramento di testa che tuttavia non lo fermò minimamente. « Maki, oggi andiamo a Inverness ok? ...sì, non fare quella faccia, vieni anche tu. Devi fare gli auguri! » L'entusiasmo di Sirius non riuscì a contagiare l'elfo domestico, che rimase impassibile nel suo stoicismo orientale. Siri, d'altro canto, era in visibilio per una notizia che aveva scoperto per puro caso. E come dargli torto? Si era mentalmente preparato a quell'evento mesi e mesi prima, quando insieme a James aveva accompagnato Albus in una fase di preparazione che, a conti fatti, era nelle mani di Mun. Per come la vedeva il ragazzo, il matrimonio tra i due piccioncini non era molto diverso da una proclamazione di laurea: una mera formalità. Con due bambini sulle spalle, di cui una concepita insieme, e un posto fisso a tavola alla Tana, Amunet Carrow era divenuta sua cognata da tantissimo tempo e non restava altro da fare se non mettere qualche firma e fare una grandissima festa. Sotto la doccia e poi con la testa ficcata dentro l'armadio alla ricerca di qualcosa da mettere, la testa del giovanotto viaggiava. Pensava che fosse il momento perfetto per riprendere in mano le ceneri - è il caso di dirlo - del primo tentativo di matrimonio: da quasi sette mesi si respirava un clima di serenità, non era più morto nessuno e il Midsummer era stato un successo clamoroso. I vertici ministeriali erano stati completamente rimodernati e Sirius per primo aveva voluto dare fiducia al nuovo Progetto Minerva. Come aveva scritto anche a Judah la sera prima, era stufo di aver paura dei fantasmi e passare i vent'anni chiuso in cameretta. Tutti siamo stufi di avere paura. Abbiamo bisogno di questo, di stare insieme, di condividere la felicità di qualcun altro senza alcun tornaconto, solo per il gusto di farlo. Siamo stufi dei ricatti, dei giochetti mentali, dei messaggi che dovevamo tenere nascosti. Siamo stufi marci.

    Una persona con un po' di sale in zucca, che si prefigge l'obiettivo di invadere casa altrui durante il weekend, avrebbe quantomeno avuto l'accortezza di mandare un messaggio. Ma Sirius Potter aveva la zucca piena di zucchero e non gli passò neppure per l'anticamera del cervello che gli Almun potessero non essere in casa o che suo fratello fosse già partito per il Suspiria. Dettagli. Con un cacofonico crack, Makoto fece apparire entrambi proprio di fronte all'immensa magione dei Morgenstern. Siri vi lanciò un'occhiata circospetta, poteva quasi sentire il dolore alle orecchie tirate dalla mano di piombo di Holden Morgenstern, dopo la messa di Natale di due anni prima. Quando tutto era semplicemente perfetto. Anche essere sgridato dal prof. « Leviamoci di qua. Magari c'è qualche regola stramba e non si può guardare le case a Inverness. Sono strani forte qui, lo sapevi? In questa casa poi.. » e fischiò, facendo ondeggiare l'indice contro la tempia destra. « No vabbè dai, Tris è a posto. E' solo.. beh.. Tris. » Sirius aveva fatto pace con l'idea che non sarebbe mai riuscito a capire il popolo delle Highlands, gli bastava sapere che l'avevano salvato, l'avevano tenuto al sicuro nel momento più buio della sua vita. Gliene sarebbe stato riconoscente per il resto dei suoi giorni. Girò i tacchi e si mise a correre verso una casa decisamente meno vistosa della precedente, ma che preferiva sotto ogni punto di vista. « AAAAAALLLL! SEI IN CASAAAAA?? » starnazzò, per annunciarsi. Non era nuovo a improvvisate del genere. Privilegi da padrino, toglietevi tutti devo vedere mia nipote! Si attaccò al campanello e un suono ovattato di passi preannunciò l'arrivo di Mun. « Sorpresaaa! Passavo di qua e.. c'è Albus? E Lily?? » Erano, da rito, le domande che poneva sempre ad Amunet quando era lei ad aprire la porta. A onor del vero, quando l'onere spettava ad Albus, Sirius chiedeva di Mun. « Vabbè.. cioè mezzo non è vero che passavo proprio di qua. E' che.. MA E' VERO?? Cioè l'ho letto su Witzagram e.. boh, ieri sono arrivato tardissimo e non vi ho visto e poi è tutto molto confuso ma.. » ...ma Amunet portava un anello al dito, uno diverso dal solito. Un anello impegnativo. Senza aggiungere altro, ancora sulla porta di casa, la abbracciò istintivamente. « Sono super feliceeeee! » mugolò, con la faccia schiacciata sulla sua spalla. « E.. sì, anche Maki voleva farvi le congratulazioni. Vero Maki?? » Si scansò di lato, per lasciar spazio all'elfo domestico, i cui zoccoletti di legno risuonarono rumorosi. L'esserino alzò i grandi e duri occhi verso la sua vecchia padrona e si inchinò al suo cospetto, talmente tanto da toccare il terreno col suo lungo naso adunco. « Go takō o inoru. » Silenzio. Nessuna traduzione. Spero non l'abbia maledetta per venti generazioni per essere stato trascinato qui. « Go tacos.. sì.. quello che ha detto lui! »
     
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    A ben guardare, non molto era cambiato rispetto alla sera precedente, fatta eccezione per un'orda di parenti inferociti che aveva chiamato, mandato lettere, oppure si erano addirittura presentati alla loro porta col chiaro intento di farli sentire in colpa per non aver ancora informato direttamente ciascuno di loro. Non si sarebbe aspettata una tale risposta da parte di così tante persone; certo, non erano mancati gli imprevisti, come quello scontro passivo-aggressivo portato avanti per ore con Malia. Ma nonostante ciò, poteva dirsi tutto sommato piacevolmente sorpresa che la risposta positiva del lieto evento. Albus e Mun si erano addirittura guadagnato un ben meritato pranzo, ad opera di Molly Weasley, che si era presentata insieme a Lily e Jay attorno all'ora di pranzo, come un'orda piacevolmente inferocita. Anche nonno Arthur era giunto con loro, e insieme si erano goduti un pranzo decisamente più rilassato, seppur sotto l'attento occhio della signora Weasley che aveva studiato con un po' troppa attenzione, il desiderio di sfuggire al suo continuare a intimarla di mangiare. Perché si sa, se non fai almeno il bis, con Molly Weasley non solo sei maleducato, ma significa anche che non apprezzi la sua cucina. Alla fine si era sottratta da altro cibo con la scusa di voler ancora entrare un vestito da sposa alla fine di quell'estate, e ciò era bastato per spostare l'attenzione su altro. Albus e Mun si sarebbero sposati abbastanza presto - non in fretta e furia, certo, ma nemmeno avrebbe aspettato troppo. Si sarebbero avvalsi delle migliori menti in circolazione in fatto di organizzazione, per fare in modo che l'evento andasse in porto, questa volta senza imprevisti. Condotti alla porta i due sposi Weasley, i due futuri sposini erano rimasti stesi sul divano a lungo assieme ai bambini, dando modo a Jay di fare nuovamente tutte le domande del caso circa l'organizzazione del matrimonio, e circa il suo fondamentale ruolo nella messinscena. Ovviamente avrebbe portato le fedi sull'altare, e quello era un compito importantissimo se non addirittura fondamentale. Solo ad un certo punto poco definito della giornata, avevano ripreso il moto naturale della giornata. Albus si era proposto di andare a fare la spesa mentre Mun si sarebbe occupata di riordinare la casa - non che Mun conoscesse seriamente il disordine, ma in fondo.. sia mai che arriva qualcuno. E infatti quel qualcuno arrivò. Per la maggior parte delle donne, quel qualcuno è del tutto ipotetico e improbabile, ma non quando la tua casa è importo di mare dove la gente organizza improvvisate di continuo. « AAAAAALLLL! SEI IN CASAAAAA?? » Appunto. Sirius era ormai un membro onorario del nucleo ristretto. Era piuttosto normale vedere lui e James colonizzare il suo divano; ormai si era abituata alla loro presenza, e anzi, reputava la casa troppo silenziosa quando non c'erano. Ed è tutto dire quando hai per casa due bambini sotto i vent'anni. Finito di arrangiare i piatti nella credenza, Mun si precipitò verso la porta d'entrata andando a sbattere con l'espressione luminosa di Sirius, al quale sorrise elettrizzata. « Sorpresaaa! Passavo di qua e.. c'è Albus? E Lily?? » « Siri! Ma che sorpresa! » Che sorpresa è una frase tipica di Mun, anche se ormai su Sirius Cedric Potter non si può davvero applicare. La sorpresa era ormai non ritrovarsi il ragazzo sulla soglia di casa. Avanza un passo e gli getta le braccia al collo abbracciandolo, per poi stampandogli un caloroso bacio sulla guancia. « Mamma mia quanto sei stangone! Ma che vi hanno dato da mangiare? Dai su entra! » Si fa infine da parte invitandolo a entrare. E' solo allora che si accorge della presenza del suo ormai ex elfo domestico. Beh, non proprio mio mio, ma comunque di casa. « Vabbè.. cioè mezzo non è vero che passavo proprio di qua. E' che.. MA E' VERO?? Cioè l'ho letto su Witzagram e.. boh, ieri sono arrivato tardissimo e non vi ho visto e poi è tutto molto confuso ma.. » In tutta risposta, gli occhi della giovane Carrow si accendono di una luce di pura felicità, mentre alza la mano di fronte al suo volto, lasciando che il suo bellissimo anello di fidanzamento splenda alla luce del giorno. E' così bello che non ha fatto altro che guardarlo e guardarlo ancora per tutta la giornata, fermandosi a volte per diversi minuti per osservarlo da ogni angolazione possibile, fantasticando su quali fossero i capi che lo avrebbero valorizzato di più nel suo immenso armadio. « Sono super feliceeeee! »
    La mora ricambia il suo abbraccio con enfasi ridacchiando piuttosto elettrizzata. « Sto per sposarmi Siri! Ci credi? Io ancora non ci credo. E' stato tutto troppo bello.. » Ed effettivamente il modo in cui le era stata fatta nuovamente la proposta, era davvero da favola. Mun e Albus avevano passato una serata bellissima. Finalmente erano andati insieme a un ballo scolastico, ed era stato anche uno piuttosto divertente. Non avrò vinto la corona, ma quando si parlerà di questo ballo tra tanti anni, si parlerà della reginetta di maggio, o della piùbellapropostadimatrimoniodisempre? Mun aveva le idee piuttosto chiare in merito, e alla fine, si era convinta che quella sarebbe stata solo una stupidaggine. Anche se vorrei davvero davvero scoprire chi non ha votato per me tra i nostri amici. Non che se la fosse legata al dito, per carità. L'elfo fece a sua volta le congratulazioni, e per un istante Mun provò un senso di nostalgia di casa. Lei e Makoto non erano mai stati dei grandi amiconi; d'altronde Mun tendeva a evitare tutti gli elfi domestici, per paura di essere tentata di liberarli, scatenando l'ira funesta del padre, ma non per questo non poteva ammettere di essere lieta di vedere un piccolo pezzo di casa nel suo nuovo salotto. « Arigatō? » Disse infine facendo un'ampia riverenza di fronte all'elfo seppur fosse certa di aver capito cosa aveva detto solo in parte. « Albus e Jay sono andati a fare la spesa. Dovrebbero tornare credo tra un'oretta.. » ..considerato che Jay minimo si ferma nel negozio di giocattoli per almeno quaranta minuti prima che venga trascinato via a forza. « Lily è di sopra.. si dovrebbe svegliare tra poco. » Continua, informandolo circa le condizioni attuali della famiglia. « Resti per cena vero? Tua nonna ha portato un sacco di cibo oggi quando ha riportato i bambini, quindi non mi dispiacerebbe sbarazzarmi di un po' di avanzi. » Audrey trotterella proprio in quel momento al loro fianco, iniziando a prendersela con la veste dell'elfo domestico. « No.. Audrey.. fermati! » La cagnolina continua ad abbaiare, obbligando la mora a prenderla in braccio, beccandosi di conseguenza scodinzolanti baci che tenta di eludere, dandole diverse carezze sul morbido pelo color caramello. « No comunque sono un sacco contenta davvero.. vieni vieni, siediti. Vuoi qualcosa da mangiare o da bere? » Chiede mentre si dirige verso la cucina in attesa che il ragazzo si decida su cosa vuole prendere. « Comunque è stata una serata un sacco bella. Sono troppo contenta di esserci andata. Stavamo fantasticando da un sacco su questa cosa di andare a un ballo insieme, e boh.. è stato davvero bellissimo, Siri. Ma poi si è impegnato un sacco per organizzare tutto. Non me lo aspettavo proprio.. non così almeno. » Pausa. « Ti dico solo che ad un certo punto c'è questa fatina che deve portarci alla cascata. E cosa mi chiede come prezzo? Un anello. » Nella sua mente tutto si ricollega. Tutto ha senso. E' tutto così magico che non riesce nemmeno a nascondere la felicità e la meraviglia che ha provato in quel momento. « Mi sono pure lamentata di questa squinzietta che mi ha fregato l'anello capisci? E lui lì che mi prendeva in giro. » Scoppia a ridere mentre si versa un bicchiere di spremuta fresca, servendo a Sirius quanto le è stato precedentemente chiesto. E in fine sospira; un sospirino sognante e pieno di rinnovata speranza. « Io non so come fa, davvero! Non capisco come ci riesce sempre! Ne avevamo davvero un sacco bisogno.. dopo tutto. » Deglutisce, provando un leggero senso di ansia al ripensare a tutte le cose che sono andate male nelle loro vite nell'ultimo anno. « Tuo fratello è davvero speciale.. cioè lo è per me. E'.. » ..com'è che dici tu? « ..tanta roba. » Non sarebbe in grado di esprimere effettivamente a parole quanto lo ama e quanto è felice. Può solo osservare per l'ennesima volta il suo anello di fidanzamento squittendo di felicità prima di sedersi sul divano accanto a lui, mettendosi comoda. « Però basta parlare di me. Dimmi della tua serata. Non ti ho proprio visto! Dov'eri? Che hai fatto? Con chi stavi? » Una domanda buttata lì apparentemente a caso. Era davvero casuale? Probabilmente no; non quando in gioco c'è la serata più romantica di tutto il 2020. Fatta eccezione per il mio matrimonio. In confronto, il Midsummer sembrerà una barzelletta. Ma il mio matrimonio farà impallidire qualunque altra cosa, questo mi sembra ovvio.



     
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    L'emozione era palpabile e Sirius, da sempre aperto alla condivisione della felicità altrui, resistette a stento all'istinto di saltellare di qua e di là, alla vista del primo vero anello di fidanzamento che avesse mai visto. Insomma, ho grande esperienza di fedi nuziali, a casa mia a momenti s'è sposato anche il cane.. ma fidanzamenti? Quando mai! Se aspetto James.. E che non si dica che il piccolo Siri non fosse un tipetto romantico. Sortivano un certo effetto, in lui, i matrimoni e le dichiarazioni in pompa magna, sebbene il suo lato da teenager maschio lo volesse nascondere senza troppo successo. Come può un Potter, cresciuto in mezzo a tanto amore, esserne refrattario? Mentre Mun ringraziava il suo vecchio elfo domestico, Siri già aveva percorso una decina di metri, avanti e indietro per il salotto, seguito da una Audrey assai curiosa. « Albus e Jay sono andati a fare la spesa. Dovrebbero tornare credo tra un'oretta.. Lily è di sopra.. si dovrebbe svegliare tra poco. » Ecco spiegato perché non fosse ancora riuscito ad investire il fratello con un'ondata emotiva. « Ti giuro che ho anche mezzo pensato di avvisarvi prima.. una volta.. ero quasi arrivato. » e alzò le braccia. Sarà per la prossima volta.. in cui mi presenterò comunque senza avvisare. « Resti per cena vero? Tua nonna ha portato un sacco di cibo oggi quando ha riportato i bambini, quindi non mi dispiacerebbe sbarazzarmi di un po' di avanzi. » Istintivamente, un moto di acquolina fece capolino. « Ti pare che non rimango?? Devo fare le congratulazioni ad Al e giocare con Jay e coccolare Lily! e poi.. non torno a casa da un paio di settimane.. sai che significa? Solo mensa e cucina fai-da-te! Cacchio, sono tre giorni che mangio patatine fritte. » Prima la scusa era il non avere tempo a causa di un esame in arrivo, ma era subentrata la pigrizia e il resto è storia. Avrei potuto chiedere a Makoto ma non voglio diventare quel tipo di mago che sfrutta gli elfi. Cioè, finché mi dà uno strappo ok ma non esageriamo. Gli lanciò un'occhiata, mentre rimaneva stoico e impassibile nonostante la cagnetta facesse di tutto per appropriarsi del piccolo kimono dell'elfo. « Dai Maki, torna nella mia stanza. Ti chiamo io quando ho bisogno, ok? » L'elfo non si fece pregare: con uno schiocco di dita, svanì come un fantasma. L'atmosfera si fece subito più distesa, senza le occhiate torve della piccola creatura; Siri si buttò sul divano, girandosi poi sullo schienale per seguire con lo sguardo Mun diretta in cucina. « Mmmh.. quello che prendi tu, basta che non sia tè, c'è caldissimo! ...a meno che non sia freddo! Ne hai tè freddo?? » Non aspettò però che Mun gli rispondesse, decise di raggiungerla in cucina per curiosare in prima persona. Il tè freddo apparve dal frigo come un miraggio nel deserto. Gli gnegni siano lodati! Non servirono molte spinte perché Mun facesse esattamente ciò che Siri desiderava: un racconto dettagliato di tutto ciò che si era perso. « Comunque è stata una serata un sacco bella. Sono troppo contenta di esserci andata. Stavamo fantasticando da un sacco su questa cosa di andare a un ballo insieme, e boh.. è stato davvero bellissimo, Siri. Ma poi si è impegnato un sacco per organizzare tutto. Non me lo aspettavo proprio.. non così almeno. » « Ma tipo?? » « Ti dico solo che ad un certo punto c'è questa fatina che deve portarci alla cascata. E cosa mi chiede come prezzo? Un anello. Mi sono pure lamentata di questa squinzietta che mi ha fregato l'anello capisci? E lui lì che mi prendeva in giro. » Lì per lì, il ragazzo non comprese esattamente la dinamica, ma si immaginò piuttosto bene il modo in cui la Madama si era potuta lamentare - lamenti che aveva imparato ad imitare nel tempo alzando la voce di quante più ottave possibili. Rise a crepapelle insieme a lei. « Ma neanche le fate che fanno il loro lavoro, lasci in pace!! » ragliò, soffocando la risata in una bella sorsata di tè ghiacciato. « Io non so come fa, davvero! Non capisco come ci riesce sempre! Ne avevamo davvero un sacco bisogno.. dopo tutto. » Annuì, rabbuiandosi un poco. Capiva perfettamente come si sentiva Mun e fu inevitabile vedere in lei ciò che lui non aveva ricevuto. « Tuo fratello è davvero speciale.. cioè lo è per me. E'.. tanta roba. » Fece su e giù con la testa, un tiepido sorriso sulle labbra. « E' bravo in queste cose Al, sempre stato. E' il più creativo in casa a mani basse! E ha bisogno di queste cose, secondo me.. farle.. e anche riceverle ogni tanto. » Non siamo un po' tutti così? Era ciò che, senza successo, aveva provato a spiegare a Judah durante l'ultimo litigio avvenuto via messaggio, fresco di giornata. Dopo un acceso di diverbio, in cui Sirius Il gemello di Mun l'aveva accusato di essere semplicemente invidioso. Alzò gli occhi verso la padrona di casa, in cui momento in cui si era persa a guardare nuovamente l'anello. Sono invidioso di te e Al? Ma che c'è di male? Non credo di essere invidioso in senso brutto. Sono invidioso perché avete tutto quello che io penso sia bello: una casa, una famiglia, dei bambini bellissimi, perfino i cani! Sai perché vengo qui così spesso, Mun? Perché mi regalate serenità. E' come tornare dai miei, ma con meno genitori e più amici. « Però basta parlare di me. Dimmi della tua serata. Non ti ho proprio visto! Dov'eri? Che hai fatto? Con chi stavi? » Non si era neppure accorto di essersi perso, mentre fissava la superficie del tè freddo. Sbatté gli occhioni verso Mun, prima di fare spallucce. « Mah.. sono arrivato tardi e non volevo neanche andare sai.. ma poi Tommy mi ha convinto e sono rimasto con lui e.. Lyra Malfoy.. » Già. In una festa iper magica col più alto tasso di concepimenti nel mondo magico, io passo la serata col mio migliore amico e Lyra Malfoy. « ..che per inciso è la ex James, non so se lo sapevi. Non credo neanche che mi veda come un essere umano.. cioè mezzo sono un pupazzetto che si muove ai suoi occhi, cioè capisci? Il FrAtElLiNo Di GeImS. » E magari ti stai chiedendo perché non fossi alla festa iper magica col più alto tasso di concepimenti nel mondo magico con la persona con cui tecnicamente non posso concepire ma insomma ci si può sempre provare? Già. Buttò fuori un gran sospiro. « Però non voglio rovinarti il mood con le mie storie.. storie molto trigger che tra parentesi potrebbero mezzo prevedere anche una litigata fresca di stasera mentre venivo qui.. cosatihaportatononnaapranzo? »
     
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    « Ma neanche le fate che fanno il loro lavoro, lasci in pace!! » Sedutisi comodamente sul divano con i bicchiere di tè freddo, Mun guardò Sirius con un'espressione apertamente scettica. « SENTI! Quell'anello costava un sacco di soldi. Ed io non è che ho soldi da buttare. Va bene tutto, ma ho già due figli.. » ..per ora. Si morse istintivamente la lingua decidendo di tacere il resto del discorso. Non sapeva perché, ma per qualche motivo, l'indole di Sirius la portava spesso a dire più di quanto intendesse fare. A volte non riusciva proprio a trattenersi con lui, seppur sapesse che, nonostante la fiducia cieca che riponeva nel giovane Potter, quest'ultimo non sapeva tenersi un cencio in bocca. « Però lui è stato davvero bravo.. » « E' bravo in queste cose Al, sempre stato. E' il più creativo in casa a mani basse! E ha bisogno di queste cose, secondo me.. farle.. e anche riceverle ogni tanto. » Un sorriso tenero comparve sul volto pensieroso di lei mentre annuiva. Conosceva bene il lato tenere di Albus.. e anche quello fantasioso. Alzò gli occhi al cielo scuotendo la testa con un sospirino prima di sentir vibrare il telefono per l'ennesima volta. « Però fa le cose troppo in grande.. a quanto pare.. » E dicendo ciò gli passò il cellulare sollevando un sopracciglio con fare leggermente snervata. « Ti giuro Siri.. a volte non capisco. Cioè io capisco tutto.. Fred e tutto.. - che poi ho pure litigato con Fred! Non hai idea! - però alcuni vostri amici mi odiano! O meglio.. non credo che capiranno mai fino in fondo che non sono una specie di diavolo veste Prada. » Sospirò piuttosto frustrata prima di stringersi nelle spalle. Ad un certo punto aveva semplicemente accantonato quelle preoccupazioni. Persino gli sguardi torvi di Molly Weasley che si offende perché non mangia abbastanza del suo cibo, e non cresce i figli secondo le sue concezioni, hanno iniziato a scivolarle di dosso. Riprese il cellulare, digitò poche cose, per poi gettarlo sul bancone, incrociando le braccia al petto. « Mi dispiace un sacco di aver portato questa specie di aura.. soprattutto attorno ad Albus. Soprattutto perché so com'è fatto lui.. è sempre attento coi suoi amici, e ama farsi le birre, e scherzare, e giocare a carte e calcetto.. e probabilmente fare anche un sacco di battute sconce in quelle vostre chat. » Solleva un dito di ammonimento in direzione del piccolo Potter. « Non voglio saperne niente.. » ..cioè oddio.. magari qualcosina? E' davvero un animale? « E poi so anche come siamo noi. Siamo.. equilibrati.. tranquilli. » Erano una sana coppia di giovani con tanti momenti di tenerezza, ma la maggior parte si consumavano a porte chiuse o comunque quando si trovavano da soli. Entrambi erano consapevoli di avere dinamiche sin troppo intense e in più non amavano dimostrarlo in pubblico, semplicemente perché, ciò che c'era tra loro, era tra loro e basta. Ad un certo punto tuttavia, decise di abbandonare il giro delle lamentele concentrandosi sulla serata di Sirius, che non aveva avuto modo di vedere affatto la sera prima. Era curiosa di scoprire come l'aveva passata, specie perché era decisamente indietro circa i suoi giri. Non sapeva a che punto fossero lui e Jude, né se tra i due c'era ancora la stessa intesa che ha sempre intuito ci fosse tra loro. Anche il fratello era discreto - molto più di quanto non lo fosse Mun, e per questo, per quanto Mun amasse vederli felici, non si era mai intromessa particolarmente nella loro storia, a meno che non fossero i due a permetterle di immischiarsi. Jude poi, le aveva confessato la serata prima che avevano avuto uno screzio, motivo per cui voleva sapere il punto di vista di Sirius, soprattutto perché di lì a qualche giorno aveva già progettato di rincontrare il gemello. Mi sento una cupido. Finalmente! Oppure una divorzista. Vedremmo. « Mah.. sono arrivato tardi e non volevo neanche andare sai.. ma poi Tommy mi ha convinto e sono rimasto con lui e.. Lyra Malfoy.. che per inciso è la ex James, non so se lo sapevi. Non credo neanche che mi veda come un essere umano.. cioè mezzo sono un pupazzetto che si muove ai suoi occhi, cioè capisci? Il FrAtElLiNo Di GeImS. » Conosceva abbastanza bene Lyra Malfoy, e del suo trascorso con James Potter a Hogwarts ne sapevano parecchio pure i quadri di Hogwarts. Era stato un big deal ai tempi, a tal punto che, lei ed Emilia avevano pure ammesso che fossero carini insieme. Cosa fosse successo dopo e perché si fossero lasciati, Mun non l'ha mai saputo. Quando James è diventato un frequentatore assiduo di casa sua, ormai approfondire il discorso era del tutto inutile, né lei aveva sentito così tanto bisogno di quel tipo di gossip.
    « Tu.. Tommy e Lyra Malfoy. Ma io dov'ero?? » E perché mi sono persa questo quadretto. Oddio aspetta che lo dico Albus. Minimo vola per tre giorni. « Però non voglio rovinarti il mood con le mie storie.. storie molto trigger che tra parentesi potrebbero mezzo prevedere anche una litigata fresca di stasera mentre venivo qui.. cosatihaportatononnaapranzo? » Afferra istintivamente il polso del ragazzo, osservandolo con uno sguardo eloquente. Sa già che lui e Jude hanno litigato. L'unica cosa che non sa è perché. Inclina appena la testa di lato e sbatte le ciglia entrando già in quella che Sirius definisce modalità Madama. S'inumidisce le labbra e si volta nella sua direzione, portandosi le ginocchia al petto. « Senti.. non fraintendermi! Lungi da me intromettermi nei tuoi affari con mio fratello. Cioè tu ci hai dato spazio quando è accaduto a noi.. ed io non intendo assolutamente mettermi in mezzo a questa situazione - anche perché minimo Jude finisce per esplodere nuovamente e se la prende col primo che gli capita a tiro. » Lo conosce bene, Mun. Non è cattiveria, quella di Jude. Semplicemente non riesce a canalizzare molto bene la sua rabbia, finendo spesso per riversarla in maniera arbitraria. « Però.. a che punto state? Io e Albus non ci stiamo capendo niente e non sappiamo nemmeno come muoverci. Dobbiamo evitare di mettervi nella stessa stanza? Al matrimonio starete a due tavoli separati? Riuscite a stare intorno allo stesso tavolo a cena senza tirarvi i piatti? » Sta cercando di alleggerire il più possibilmente la situazione. Sapeva sin dal principio che non sarebbe stato facile avere due fratelli che stanno insieme, ma d'altronde Sirius e Judah potevano dire la stessa cosa dalla loro prospettiva. « Per esempio.. perché non ti ha portato la ballo? » Mun e Jude avevano tagliato le comunicazioni volutamente dopo il confronto circa la questione delle denunce. Si erano detti che avrebbe lavorato separatamente per lo stesso obiettivo da due prospettive differenti. Poi era arrivata la sessione, e seppur si sentissero spesso, non avevano più affrontato la questione relazioni. Anche perché in realtà non lo facciamo mai. « Cosa sta accadendo tra voi due? »


     
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    Sirius non si era mai sentito a proprio agio sotto i riflettori, benché la sua naturale vivacità - e il piccolissimo particolare d'essere il figlio del Bambino-che-è-sopravvissuto - lo portassero non di rado a ricevere attenzioni non richieste. Non era, insomma, il tipo di persona che andava volontariamente a casa di una persona reduce da una proposta di matrimonio da favola solo per parlare dei propri affari. Era sincero, quando le propose di parlare di tutt'altro, per non scoperchiare un vaso di Pandora che avrebbe rubato almeno una mezz'ora buona tra analisi delle prove, valutazione di tutte le possibili ipotesi sul perché la sua relazione fosse tanto disfunzionale, commenti a caldo e un pizzico di dramma. Non si sarebbe di certo offeso se Mun avesse riattaccato a parlare della festa, della proposta o di qualche altro particolare assolutamente irrisorio; meglio ancora se Lily avesse iniziato a piangere a dirotto dal piano di sopra. Ma la piccolina dormiva ancora beatamente, di Albus e Jay nemmeno l'ombra e Mun sembrava interessatissima all'ennesimo casino combinato dal suo fratello gemello. Perché l'ha combinato lui, sia chiaro. Gli afferrò perfino il polso, con quel suo fare da dolcissima psicopatica che qualche anno prima gli avrebbe messo i brividi e dato spunti per prenderla in giro per mesi e che oggi è diventato pura normalità. Normalità con spunti per prenderla in giro per mesi, sia chiaro anche questo. La Madama resta la mia imitazione migliore! « Senti.. non fraintendermi! Lungi da me intromettermi nei tuoi affari con mio fratello. Cioè tu ci hai dato spazio quando è accaduto a noi.. ed io non intendo assolutamente mettermi in mezzo a questa situazione - anche perché minimo Jude finisce per esplodere nuovamente e se la prende col primo che gli capita a tiro. » Annuì sommessamente, senza bisogno di aggiungere molto altro. Lo conoscevano entrambi molto bene. « Però.. a che punto state? Io e Albus non ci stiamo capendo niente e non sappiamo nemmeno come muoverci. Dobbiamo evitare di mettervi nella stessa stanza? Al matrimonio starete a due tavoli separati? Riuscite a stare intorno allo stesso tavolo a cena senza tirarvi i piatti? » Mun provava a buttarla sul comico ma non aveva tutti i torti, se la questione veniva messa nella prospettiva dei Potter-Weasley. Non c'era passata lei stessa, con Fred? O tutto il resto della famiglia con Fred. Che dramma quel ragazzo. La tavola domenicale di tanto in tanto diventava più calda delle Nazioni Unite, ma con un'equilibrio più precario. Se Siri fosse stato fidanzato con chiunque altro, non ci sarebbero stati problemi.. ma i Potter-Weasley avevano notoriamente un talento incredibile nel complicare le cose a dismisura.
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    « Per esempio.. perché non ti ha portato la ballo? Cosa sta accadendo tra voi due? » La fissò per qualche secondo, sorridendole triste. Se potessi rispondere, avrei un problema in meno, credo. « Mi credi se ti dico che non lo so? Non lo so davvero.. » ..né perché non mi ha portato al ballo, né a che punto siamo. Se siamo ad un punto o se abbiamo messo un punto. Tirò fuori dalla tasca dei pantaloni il cellulare, cercò velocemente l'ultima chat con Judah e tese la mano verso Mun. Non si preoccupò affatto di ciò che avrebbe potuto dire Jude se avesse scoperto che stava permettendo alla sorella di ficcare il naso nei loro affari. Mun ha ragione, un po' sono affari anche loro. Le lasciò qualche minuto perché si spulciasse tutta la conversazione, che però aveva bisogno di qualche chiarimento. « Boh, non so che è successo. Ti ricordi che ero in fissa con sta roba del Midsummer? Perché nonna Molly ce lo raccontava sempre e ai suoi tempi era una cosa top. In pratica, il giorno del Palo, la mattina, stavamo studiando insieme.. sì perché sono un paio di mesi che ci stiamo rivedendo. Cioè.. non stiamo insieme.. abbiamo deciso di "conoscerci meglio".. no? Tipo hai presente i periodi di pausa ma al contrario, ci siamo presi una pausa dalla rottura. » Non ha il minimo senso da fuori, lo so, ma giuro che il senso c'è! « Vabbè, stavamo insieme quella mattina. E gli dico "oh, ora vado che devo recuperare un po' di fiori per il Palo. Spero di vederti là.." cioè molto della serie "Vorrei andarci con te." Ma lo sai già anche tu, non è venuto. » Il totale vuoto di messaggi in quel periodo fece capire visivamente anche a Mun come ci fosse stato un silenzio quasi totale tra i due ragazzi. « E alla Caccia, idem. Insomma, mi ha preso male e non ci volevo più andare al Mid. Poi Tommy mi ha fatto cambiare idea.. ed ecco che Jude mi manda quel messaggio. » e il resto lo poté leggere anche Mun. Benché non si fosse mai fatto scrupolo a manifestare i propri sentimenti, non era comunque facile per Siri esporsi così tanto, far vedere di sé una parte che riservava a pochissime persone; solitamente, il suo lato più romantico veniva a galla in pubblico attraverso l'entusiasmo per le gioie del cuore altrui. Forse, Mun neppure sapeva quanto nel piccolo Siri, lo scapestrato ragazzino rumoroso e amante della trap, si nascondesse un piccolo principe in attesa del proprio lieto fine. « Cosa sbaglio Mun? » mugolò mogio. Perché sbaglio qualcosa o andrebbe tutto alla grande. « Non lo so... forse erano davvero capricci? Sono solo geloso di te e Al? Io.. io non credo di chiedere tanto.. vorrei solo.. boh.. che le cose andassero bene senza farle andare bene. Invece mi sembra che devo sempre studiare un piano perché tutto fili liscio.. non lo so.. » Imitando la ragazza, si levò velocemente le scarpe per portarsi le gambe la petto, abbracciandole con entrambe le braccia. « Forse sono sbagliato io.. » ma un'idea molto diversa aveva paura di fuggire dalla sua gola. Non si sentiva sbagliato. Non si sentiva in difetto nella pretesa di vivere una relazione sana e piena, costellata di momenti speciali che sì, di tanto in tanto dovevano avvenire alla luce del sole, sotto gli occhi di tutti. Vivere una relazione socialmente ufficiale. « ..o forse ho sbagliato ragazzo. Lo amo, ma forse non basta più. »
     
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    « Mi credi se ti dico che non lo so? Non lo so davvero.. » Quella risposta, ai comportamenti di Jude, Mun l'aveva dovuta adoperare più e più volte. Riusciva di conseguenza con lo stato d'animo del giovane amico che, come era accaduto tante volte prima a lei, non riusciva a destreggiarsi tra i tanti cambi d'umore del gemello. Se avesse dovuto trovargli una scusa, Mun non avrebbe saputo farlo, e seppur l'etica le imponeva farlo per una questione di solidarietà, sul momento non trovò una ragione che fosse una che potesse effettivamente aiutarla a navigare nella psiche complessa del giovane Carrow. Quando Siri le allungò il telefono, Mun prese a scorrere la chat tra i due, scuotendo di tanto in tanto la testa; Jude si giustificava dicendo dicendo di non sentirsi più al sicuro. E chi si sente effettivamente al sicuro? Chi ancora crede fortemente nelle istituzioni e nella loro capacità di proteggerci? Dopo tutto ciò che avevano passato, era un ragionamento più che naturale, la vivere nella paura non era la risposta giusta. Forse Mun stava guardando quella situazione da una posizione privilegiata; se anche avesse voluto abbandonarsi alla paura, su di lei ricadevano responsabilità troppo grandi per abbattersi. Aveva sulle spalle la vita e il futuro di ben due creature, che contavano su di lei e su Albus; avevano già sperimentato non molto addietro che, vivere timorosi di quello che potrebbe accadere non era la cosa migliore. « Boh, non so che è successo. Ti ricordi che ero in fissa con sta roba del Midsummer? Perché nonna Molly ce lo raccontava sempre e ai suoi tempi era una cosa top. In pratica, il giorno del Palo, la mattina, stavamo studiando insieme.. sì perché sono un paio di mesi che ci stiamo rivedendo. Cioè.. non stiamo insieme.. abbiamo deciso di "conoscerci meglio".. no? Tipo hai presente i periodi di pausa ma al contrario, ci siamo presi una pausa dalla rottura. Vabbè, stavamo insieme quella mattina. E gli dico "oh, ora vado che devo recuperare un po' di fiori per il Palo. Spero di vederti là.." cioè molto della serie "Vorrei andarci con te." Ma lo sai già anche tu, non è venuto. » Mun annuisce, continuando a scorrersi la chat di tanto in tanto per fare il confronto diretto tra quanto detto da Siri e quanto scritto effettivamente sul telefono. A tratti, Judah è freddo, a tratti è estremamente possessivo. Un comportamento quello che seppur a livello subconscio è consapevole sia insito nell'indole del ragazzo, in quel momento le appare estremamente egoista e odioso. Corruga infatti la fronte su certi passaggi, scuotendo la testa. « E alla Caccia, idem. Insomma, mi ha preso male e non ci volevo più andare al Mid. Poi Tommy mi ha fatto cambiare idea.. ed ecco che Jude mi manda quel messaggio. » Lo vedo. Mun sospirò alzando gli occhi al cielo, continuando a leggere la chat con spirito di disapprovazione.
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    « Cosa sbaglio Mun? Non lo so... forse erano davvero capricci? Sono solo geloso di te e Al? Io.. io non credo di chiedere tanto.. vorrei solo.. boh.. che le cose andassero bene senza farle andare bene. Invece mi sembra che devo sempre studiare un piano perché tutto fili liscio.. non lo so.. Forse sono sbagliato io.. o forse ho sbagliato ragazzo. Lo amo, ma forse non basta più. » Seduti uno di fronte all'altro, con le ginocchia al petto, Mun e Siri sembravano l'uno lo specchio dell'altro. Entrambi gli ultimi arrivati in famiglia, viziatelli e sognatori di natura, entrambi inseriti in contesti che a volte sembravano essere semplicemente avversi alla loro indole innocente e sognante. Mun raddrizzò la schiena e scosse la testa. « In tanto questo lo spegniamo e non ci pensi più per adesso. Questi cosi ogni tanto sono il male. Non si può parlare di certe cose per messaggio. » Pausa. « Sai cosa ci vuole? » E dicendo ciò spense il cellulare, lo gettò sul tavolino da caffè e saltò in piedi dirigendosi verso il frigo da dove tirò fuori una vaschetta di gelato, corredandolo di soli due cucchiaini che trovò nella cassetto, per poi tornare di fronte al ragazzo. Mise la vaschetta tra di loro e afferrò uno dei due cucchiaini, facendosi un'abbondante scorpacciata di gelato alla crema. « Gelato! Dio solo sa come ho fatto a non diventare una balena mentre io e Albus dormivano in stanze separate. » Si strinse nelle spalle. Un dettagli che nessuno al di fuori di quelle mura aveva saputo sul conto della loro crisi. Che la famiglia avesse intuito che qualcosa non andava tra loro, era evidente, ma nessuno doveva aver pensato che quella rottura era stata così profonda da costringerli a vivere in angoli opposti della casa. « Senti.. sarò sincera. E' comprensibile che Jude si senta in un certo modo.. considerato il nostro passato. So che per lui non deve essere stato semplice. Prima il Lockdown, poi io che gli distruggo il sogno di una famiglia perfetta, che non è mai stata perfetta, poi l'ardua scelta di fare coming out in un gruppo di.. » E dicendo ciò utilizza le virgolette per citare una frase che ha sentito sin troppe volte in maniera scherzosa. « .."no homo", poi lo Shame, poi il treno, di mezzo Deimos che scopre di avere un figlio dal giorno alla notte, il fallimento con magisprudenza e il cambio di facoltà.. » Mio fratello ha una vita di merda. « Una ad una a Jude sono state tolte tutte le sicurezze che aveva.. a cominciare da papà. » Deglutisce con forza nel tornare su quel discorso. « Nonostante tutto.. Judah lo venerava. So che in fondo avrebbe voluto diventare come lui. Ma.. la verità è che non ne ha mai avuto la stoffa. Conosco mio fratello e so com'è quando si fissa su qualcosa. Pensa che se non raggiunge quello specifico obiettivo, allora nient'altro avrà valore. » Compie una leggera pausa, nel discorso, tempo in cui continua a tentare di soppesare il più possibile le parole. « So che per molto tempo ha colpevolizzato me.. paradossalmente io ho ucciso il mito di suo padre. Credo che in maniera subconscia colpevolizzi anche te.. amarti significa che lui come suo padre non ci diventerà mai. » Si stringe nelle spalle. « Ultimamente ha lavorato parecchio su se stesso. L'ho visto di persona che qualcosa è cambiato. Sta cambiando.. molto lentamente, ma sta accadendo. » Non di meno però, la colpa è anche tua, Siri. E infatti, dopo aver assaggiato un'altra cucchiaiata di gelato, lo osserva con più eloquenza. « Tu però.. devi smettere di fare il sottone. » Boom! L'ha detto. « Li ho letti i vostri messaggi e fondamentalmente tu sei sempre carino e disponibile con lui. Gli dai l'impressione che qualunque cosa lui faccia e in qualunque modo si comporti, tu sarai sempre lì a rispondere ai suoi messaggi e offrirgli la spalla su cui piangere. » Ti stia annullando Siri. E va bene, essere naturalmente sottoni, ma è una cosa ben diversa lasciarsi calpestare dai desideri altrui, anche se qual qualcuno è mio fratello. « Andando al Midsummer senza di lui, hai fatto banalmente la cosa più giusta. Lasciare che qualcuno - chiunque - ti privi di ciò che vuoi, per puro egoismo è tossico. » Pausa. « Judah è un maschio alfa bianco, ricco, viziato, abituato ad avere tutto ciò che vuole e pretendere qualunque cosa senza conseguenza alcuna. » Però? « Però a nessun maschio alfa piace che gli venga detto sempre di sì. Ad un certo punto sentono di non essersela sudata abbastanza, capisci? Hanno bisogno della caccia - » Oh si.. la caccia. Un leggero sorriso poco raccomandabile comparve sul volto di lei. « Fidati! Ho incastrato il maschio alfa per eccellenza. » Dovrò pur avere una qualche forma di esperienza se l'ho convinto a mettere su famiglia. E forse nel loro caso, Albus e Mun si sono un po' convinti a vicenda, ma poco contava. Una caccia c'era stata sì, e anche parecchio lunga e travagliata. « Devi solo capire se sei disposto a scoprire se ci tiene veramente o meno.. » Che sia o meno mio fratello poco conta. Io voglio che tu sia felice, Siri. Ti voglio troppo bene per vederti così. E infatti, prese a carezzargli il ginocchio con estrema premura, posandovi la tempia contro.


     
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    Crescere è, da sempre, la più grande impresa dell'uomo e Sirius Potter non faceva eccezione. Si sentiva come un giocoliere che cerca di far volare delle palline colorate e la vita, col passare del tempo, era impegnatissima nell'aumentarne il numero. Sempre più difficile, sempre più colorato, un gran casino saltellante. A nulla serviva l'estrema positività del giovane Potter e la naturale propensione a trovare soluzioni semplici a problemi complicati: per la famosa legge di Murphy, le cose semplicemente prendevano la peggior piega possibile. Prendi la mia relazione. Poteva andare tutto liscio.. ma perché non incasinarla tutto molto random? Sirius avrebbe imparato solo col tempo che la realtà non è solo bianca o nera ma neppure grigia: è di un indecifrabile colore formato da una moltitudine infinita di piccolissimi pigmenti fatti di attitudine e temperamento, di pensieri e convinzioni più o meno esatte, di razionalità e istintività, di azioni prevedibili e puro e semplice caso. Poteva quindi continuare a chiedersi all'infinito cosa ci fosse di sbagliato in sé, in Judah, nella precaria eppure unica alchimia che insieme creavano. Se ci fosse una risposta, la vita e l'amore non sarebbero i più grandi segreti dell'uomo e non verrebbero nemmeno studiati all'Ufficio Misteri. Riuscirò mai a capirci qualcosa? Il viso di Mun nel leggere i messaggi era comunque tutto un programma, motivo per cui - seppur nel tripudio di dubbi in cui stava sguazzando - forse un po' di ragione la aveva. « In tanto questo lo spegniamo e non ci pensi più per adesso. Questi cosi ogni tanto sono il male. Non si può parlare di certe cose per messaggio. » Anche un millennial perennemente attaccato al cellulare come Siri non poteva che concordare. Ma come fare quando anche vedersi sembrava un'impresa titanica? Lezioni, tirocinio, esami, studio, il lavoro part time, la vita. Sembra che debba sempre chiedere un appuntamento. Che casino.
    « Sai cosa ci vuole? » Un piano ingegnosissimo per riuscire a far bere a Judah del Veritaserum che ci procureremo illegalmente tipo come avevo fatto per la tua bacchetta ai tempi del regime? « Gelato! Dio solo sa come ho fatto a non diventare una balena mentre io e Albus dormivano in stanze separate. » Non era proprio la risposta che si sarebbe aspettato da un genio del male come Mun ma doveva ammettere che non era affatto male.. e anche se non avesse funzionato, perché boicottarla? Ogni momento è quello giusto per un buon gelato! L'intera situazione - condividere il gelato con Mun da una stessa vaschetta - gli sembrava contemporaneamente strana e familiare. Non era abituato a momenti simili, perché ogni problema l'aveva sempre risolto in maniera trasversale, pensando ad altro finché non avesse dovuto trovare una soluzione su due piedi, senza troppo stare a sentire il cuore. Ma al tempo stesso, sentiva di aver sviluppato con Amunet Carrow una particolarissima sintonia e un sincero affetto. Non provò vergogna nel viversi un momento di tale intimità con quella che stava per diventare ufficialmente sua cognata, al contrario provò una singolare sensazione di conforto, certamente molto diversa da quella che avrebbe provato parlando dello stesso problema con Albus o James. Che non ci avrebbero capito una sega perché sono Albus e James. Accettò quindi di buon grado il cucchiaino e il gelato alla crema. « Però l'avete superata alla grande.. » commentò. Non era una domanda ma una pura e semplice constatazione, che mascherata una disperata richiesta di consigli. Dopo i suoi nonni - che avevano superato insieme una vita di stenti e la perdita di un figlio - e i suoi genitori, Albus e Amunet erano un esempio di "coppia che ce la fa nonostante tutto": certo era ancora troppo presto per giudicare, ma abbiamo già parlato dell'inguaribile ottimismo di Siri, no? In tal senso, Mun era ai suoi occhi una persona più che titolata nel poter dare consigli in fatto di amore. Il fatto che avesse condiviso letteralmente l'utero con la fonte di tutti i problemi la rendeva doppiamente titolata. In poche parole, Sirius pendeva dalle sue labbra. « Senti.. sarò sincera. E' comprensibile che Jude si senta in un certo modo.. considerato il nostro passato. So che per lui non deve essere stato semplice. Prima il Lockdown, poi io che gli distruggo il sogno di una famiglia perfetta, che non è mai stata perfetta, poi l'ardua scelta di fare coming out in un gruppo di.. "no homo", poi lo Shame, poi il treno, di mezzo Deimos che scopre di avere un figlio dal giorno alla notte, il fallimento con magisprudenza e il cambio di facoltà.. » E infatti, Mun riuscì immediatamente a far fare alla mente di Siri un primo passo, a mettere un po' più in prospettiva quel ragazzo che era stato idealizzato fin troppo. Non era un mistero che Sirius adorasse Judah, uno dei tanti motivi per cui gli aveva perdonato così tante mancanze. Non era cieco né stupido, sapeva coscientemente quali fossero i limiti di Jude ma aveva una spiccata tendenza a giustificarlo. « ...aspetta, Deimos ha un figlio? L'ha tipo comprato di e-bay? » Smettila di focalizzarti sulle cose sbagliate! Segui il discorso per favore! « Scusa, continua ti prego. » Anche perché Mun era capacissima di virare e parlare per due mesi di come fosse diventata Zia Madama di punto e in bianco. Argomento su cui comunque contava di tornare, sembrava fin troppo succulento. « Una ad una a Jude sono state tolte tutte le sicurezze che aveva.. a cominciare da papà. Nonostante tutto.. Judah lo venerava. So che in fondo avrebbe voluto diventare come lui. Ma.. la verità è che non ne ha mai avuto la stoffa. Conosco mio fratello e so com'è quando si fissa su qualcosa. Pensa che se non raggiunge quello specifico obiettivo, allora nient'altro avrà valore. » Annuì appena, mentre flashback della pessima serata passata all'Alexandria Manor a causa dello Shame tornarono a dargli i brividi. Non avrebbe mai dimenticato ciò che aveva visto dentro il pensatoio di Abraxis Carrow. Era un mostro. Mi fa rabbia che ancora abbia così tanto potere dopo anni dalla sua morte. Ancora una volta, Mun aggiunse un tassello del puzzle. Siri non aveva mai veramente collegato ciò che aveva visto, la figura e le atrocità del mitico patriarca dei Carrow, con quel ragazzo arrogante e manipolatore che lo aveva avvicinato due anni prima e che così tanto era cambiato. Ora finalmente intravedeva come Judah avesse provato disperatamente ad emulare le gesta del padre, senza tuttavia veramente riuscirci. Credo sia molto positivo che non ci sia mai riuscito. Significa che non è un completo svitato. « So che per molto tempo ha colpevolizzato me.. paradossalmente io ho ucciso il mito di suo padre. Credo che in maniera subconscia colpevolizzi anche te.. amarti significa che lui come suo padre non ci diventerà mai. » Sentì come un pugno all'addome, l'amara realtà fasciata da un sottile velo di senso di colpa. « Ultimamente ha lavorato parecchio su se stesso. L'ho visto di persona che qualcosa è cambiato. Sta cambiando.. molto lentamente, ma sta accadendo. » « E' vero.. » dovette ammettere. Aveva ancora e molto spesso i suoi momenti da totale stronzo, ma l'attuale Judah Carrow non era neanche minimamente paragonabile all'ammasso di oscurità a piede libero dopo il Lockdown. Gliene doveva dare atto, Jude aveva fatto passi da gigante e, che li colpevolizzasse o no, il merito era tanto di Sirius quanto di Mun. Entrambi erano stati complici del dargli l'opportunità di una famiglia. Guardatelo ora, si preoccupa anche di essere "lo zio preferito"! ...illuso, tsk. « Tu però.. devi smettere di fare il sottone. » « C-cosa? Io non.. » « Li ho letti i vostri messaggi e fondamentalmente tu sei sempre carino e disponibile con lui. Gli dai l'impressione che qualunque cosa lui faccia e in qualunque modo si comporti, tu sarai sempre lì a rispondere ai suoi messaggi e offrirgli la spalla su cui piangere. » Sirius rimase col cucchiaino a metà altezza e le labbra leggermente dischiuse. Non era "un'impressione" ma la verità nuda e cruda: come una novella crocerossina, ma con l'aggravante d'essere totalmente inconsapevole, Sirius si era piegato alle mareggiate degli umori e dei capricci di Judah Carrow. Era stato felice quando c'era da esserlo e si era mangiato le lacrime accettando passivamente le decisioni nette dell'altro. Perfino il Midsummer. Non ho fatto molto per fargli cambiare idea, ho solo accettato il suo no e ne ho sofferto. « Andando al Midsummer senza di lui, hai fatto banalmente la cosa più giusta. Lasciare che qualcuno - chiunque - ti privi di ciò che vuoi, per puro egoismo è tossico. Judah è un maschio alfa bianco, ricco, viziato, abituato ad avere tutto ciò che vuole e pretendere qualunque cosa senza conseguenza alcuna. Però a nessun maschio alfa piace che gli venga detto sempre di sì. Ad un certo punto sentono di non essersela sudata abbastanza, capisci? Hanno bisogno della caccia. » La.. caccia? Tutto sembrava così straordinariamente nuovo agli occhi di Sirius, che coi sentimenti e le relazioni era pressoché un novellino. Non aveva mai provato un sentimento simile, proprio perché non si sentiva un maschio alfa. Non che si sentisse neppure un maschio beta, sottomesso al prossimo - per quanto così si fosse comportato con Judah. Sirius Potter si sentiva semplicemente diverso. « Fidati! Ho incastrato il maschio alfa per eccellenza. » Whoooo! « Anche Albus è così?! » mugolò, visibilmente sorpreso. Buongiornissimo Siri! « Devi solo capire se sei disposto a scoprire se ci tiene veramente o meno.. » Serrò le labbra, pensieroso, per qualche secondo. Era più facile a dirsi che a farsi e avrebbe passato dei giorni di riflessione totale ma era necessario. « Grazie Mun, mi hai aiutato molto. » ed era sincero, la chiacchierata con la Carrow avrebbe aiutato tanto nei giorni a venire. « Soprattutto a mettere.. sai.. le cose in prospettiva. Nel senso, erano cose che sapevo ma.. boh, sai quando non riesci ad unire i puntini perché ci stai troppo dentro? » Aveva sempre avuto davanti agli occhi tutti i tasselli, dal gruppo di amici di Judah al suo passato. « Credo che l'abbia scusato così tanto perché mi sono sempre reso conto di averlo spinto molto fuori dalla sua comfort zone, con i suoi amici e tutto. Ma alla fine, non è tipo da spingersi dove non voglia andare già di suo. Hai ragione, mi devo proprio dare una svegliata. » Davvero, quando sono diventato così sottone? Non sono così! Scosse la testa, divorando una cucchiaiata enorme di gelato, che finì per fargli venire i brividi e un leggero dolore alle tempie. « OK, ORA BASTA! Prometto che ci penserò su molto molto bene ma non ora! Ora voglio tornare a parlare del matrimonio perché davve', ho bisogno di un po' di cose felici! Tipo sapete già chi invitate? » In fondo, sapeva benissimo quali volti avrebbe sicuramente visto al ricevimento. O quasi tutti.. « Ah, a proposito di gente che non sai con chi mettere vicino.. davvero non te lo chiedo per farti triggerare, giuro.. ma Fawn ci sarà? » Era quasi sicuro di sì ma l'ultima volta che aveva visto le due ragazze insieme era stato alla festa di compleanno di James. « Sai, non l'ho più sentita.. da mesi. Molti mesi. »


     
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    « Anche Albus è così?! » Mun sollevò un sopracciglio con fare piuttosto eloquente di fronte allo stupore più che comprensibile di Sirius. Dall'esterno Albus doveva sembrare il perfetto gentiluomo, e in un certo senso lo era; Mun non aveva mai incontrato un ragazzo che potesse capirla e corrisponderla come Albus. Ma questo non significava che era perfetto - e nemmeno lei lo era, quindi in fondo siamo pari. Al di là della pattina di perfezione che davano all'esterno, i due avevano sin troppi scheletri nell'armadio. Era stato d'altronde, letteralmente uno scheletro nell'armadio a unire i loro destini, ma noi ne abbiamo fatto qualcosa di migliore. « Beh.. che dire Sirius.. questo tuo stupore mi fa cascare dal pero. » Il tono divertito mentre saggiava un'altro cucchiaino di gelato, questa volta al cioccolato fondente stringendosi nelle spalle. « E' uno dei motivi per cui lo amo così tanto.. » Sospira. « ..mi fa incazzare non poco alle volte. » E d'altronde, era una cosa che teneva accesa la fiamma, se tenuta sotto controllo. A volte, ad Albus e Mun sfuggiva di mano, come era d'altronde successo non più lontano di un anno prima. Però ne siete usciti più forti.. le parole di Sirius riecheggiano nella sua mente. Sì. Ne siamo usciti più forti. « Grazie Mun, mi hai aiutato molto. Soprattutto a mettere.. sai.. le cose in prospettiva. Nel senso, erano cose che sapevo ma.. boh, sai quando non riesci ad unire i puntini perché ci stai troppo dentro? » Mun carezza con dolcezza il dorso della mano di lui sorridendo. « E davvero Siri, spero di non averti offeso.. io.. » Si stringe nelle spalle. « Personalmente non ci trovo niente di male nel non essere il partner dominante in una coppia.. » A Mun piaceva essere protetta; le piaceva sentirsi come se Albus fosse pronto a farle da scudo contro tutto il resto. « E' questione di carattere. Questo non ti rende più debole o succube dell'altro. Devi però mettere le cose in chiaro e parlare chiaramente di quello che vuoi e quello che non vuoi. » In fatto di relazioni, Mun si sentiva ormai abbastanza forte da poter dare consigli. Lei e il suo fidanzato avevano cominciato a tastoni, e non avevano la più pallida idea di quanto in là la loro relazione sarebbe andata. Nonostante ciò, qualcosa lungo il percorso era funzionato, e loro non avevano fatto altro che innamorarsi sempre di più l'uno dell'altro. « Credo che l'abbia scusato così tanto perché mi sono sempre reso conto di averlo spinto molto fuori dalla sua comfort zone, con i suoi amici e tutto. Ma alla fine, non è tipo da spingersi dove non voglia andare già di suo. Hai ragione, mi devo proprio dare una svegliata. » Parlare con Siri era a volte così semplice. Era come guardarsi allo specchio; erano due persone decisamente differenti, ma condividevano un terreno comune piuttosto forte. Non si sarebbe mai aspettata che proprio lui diventasse più di tutti gli altri un punto di riferimento e un confidente. Ma ora non riesco a immaginare la mia vita senza di te, e sono così tanto felice che mia figlia ha un padrino come te. Quelle parole se le tenne con sé, seppur lo sguardo di affetto che rivolse al giovane Potter valeva più di mille parole. « Oh credimi.. è testardo, ma se premi i tasti giusti, diventa un gattino. Basta vedere gli occhioni che fa appena qualcuno parla di Lily - stiamo parlando dello stesso tipo che si è presentato con una mazza chiodata sotto casa di Vicky. » Che storia la loro - di tutti e quattro. E' cominciato tutto nella maniera più sbagliata possibile, eppure, in un modo o nell'altro, quasi tre anni dopo, erano ancora lì. « OK, ORA BASTA! Prometto che ci penserò su molto molto bene ma non ora! Ora voglio tornare a parlare del matrimonio perché davve', ho bisogno di un po' di cose felici! Tipo sapete già chi invitate? » « Cioè dici a parte i parenti fino all'ottavo grado che non sapevi nemmeno di avere e che se non inviti poi ti becchi la lavata di capo di nonne, zii, cugini e chissà chi altro? » Scoppia a ridere scuotendo la testa. « Sarà un incubo. Mettere insieme i Carrow, i Rosier, i Potter e gli Weasley.. e credo anche tutti gli amici di genitori nonni e chissà chi altro. » La cerchia ristretta di Albus e Mun era piuttosto ristretta, ma appena si usciva dai contorni della casetta di Inverness e degli amici più stretti, là fuori c'era sin troppa gente che quanto meno pro-forma avrebbero dovuto invitare. « Credo che sarà una cosa abbastanza in grande. » E abbastanza antipatica. « Coi nuovi progetti di Albus e tuo padre, dovremmo tentare di sfruttare questo evento per sembrare la coppia più bella e stabile del mondo - non che ci sia davvero qualcosa su cui fingere, perché noi lo siamo. » Asserisce sollevando un sopracciglio con fare malizioso. Modestamente. « La gente deve proprio fare a pugni per essere invitata - sei in o sei out. » Che Mun volesse ristabilire un nuovo ordine della gente che conta, non era mai stato un segreto; che avesse già iniziato il suo progetto, lo realizzava solo mentre ne parlava con Siri.
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    « Ah, a proposito di gente che non sai con chi mettere vicino.. davvero non te lo chiedo per farti triggerare, giuro.. ma Fawn ci sarà? » Quella domanda bastò da sé perché Mun si bloccasse. Raddrizzò istintivamente la schiena, scostando lo sguardo dal ragazzo. Posò il cucchiaino nella vaschetta con apparente naturalezza, incrociando le braccia al petto. Un'ombra improvvisa si materializzò sul volto di lei, mentre gli occhi si facevano più assenti. « Sai, non l'ho più sentita.. da mesi. Molti mesi. » Se Siri avesse avuto modo di guardare anche solo per un istante nella testa di Mun in quel momento, sarebbe scappato a gambe legante. In un istante così tante cose tornarono a gala; la lite, le carte di adozione strappate, la rottura del fidanzamento, altre liti, pianti e urla. Nemmeno si accorse Mun di aver stretto i pugni così forte da conficcarsi le unghie nei palmi delle mani fino a lasciarvi profondi solchi. Di scatto, lo sguardo spiritato di lei tornò sul ragazzo, dischiuse le labbra per dire qualcosa, ma quelle parole non abbandonarono mai la sua mente, in cui si arrovellavano in maniera caotica, facendole tremare il labbro superiore per via delle forti emozioni suscitate da quell'unico istante. Lo frenò di scatto con una mano tremante, mentre, allontanata la vaschetta con l'altra altrettanto penzolante, ritornò coi piedi per terra, allungandosi quanto necessario, per aprire il portasigarette sul tavolino da caffé, estraendone una e accedendosela con lo stesso tremore incontrollabile. Avrebbe voluto piangere, urlare, sbattersi i pugni contro il petto; con Siri avrebbe potuto farlo, e voleva farlo. Tu mi capiresti; capiresti così tante cose. Tu saresti dalla mia parte. E forse sarebbe stato anche l'unico. Ma non poteva, Mun, parlarne. L'ultima volta che quel discorso era stato intavolato, per poco non aveva perso tutta la sua famiglia, la sua vita. Sacrificare la sua felicità era troppo; e seppur quella restava un'ombra mai risolta tra lei e Albus, era ingiusto privarsi della sua felicità in quel momento. Fissò per qualche istante l'anello di fidanzamento incastrato sulla propria mano; quanto era stata felice la sera prima, e quanto era impaziente di sposare l'uomo che ama. Ne vale davvero la pena. No, non ne valeva la pena, seppur la cosa non le andava bene. Mi fa schifo mentire. Mi fa schifo proteggerla. Mi fa schifo reprimere tutto quanto; e Mun, più di tutto stava ancora una volta reprimendo la propria rabbia. Si alzò in piedi, tirò dalla sigaretta e prese a camminare lungo un'invisibile linea retta fino al bancone della cucina, contro il quale si appoggiò; prima di spalle, per tentare di stemperare la tensione, poi si voltò di scatto verso Siri, sospirando affondo. Non sa quanto tempo durò quel silenzio; se il ragazzo aveva detto qualcos'altro, probabilmente Mun non l'aveva nemmeno sentito. La sua voce appariva ovattata e lontana - tutto ciò che sembrò regnare in quella sua mente frastornata, fu l'odio. « Come mai non vi vedete più? Credevo foste molto amici. » Di scatto era fredda, seppur volesse apparire naturale. « Ma certo che ci sarà, Siri. Ti pare! » Stira un sorriso affabile, così poco naturale che sente il contrarsi i muscoli in maniera forzata. « Cioè è la migliore amica di Albus.. questa casa è praticamente casa sua.. specie quando non ci sono io. Non capisco proprio per quale ragione non dovrebbe esserci. » Si stringe nelle spalle e scoppia a ridere; una risata amara, così sofferta che si conclude con un palese scuotere la testa. « Che poi, lei è praticamente amica di tre quarti dei nostri amici comuni. Non invitarla significherebbe sentirmi chiedere per tutta la serata e Fawn? Va bene tutto.. ma l'assenza è la migliore forma di protagonismo possibile. Ci mancherebbe solo che al mio matrimonio non sono io il centro dell'attenzione. » Questo è il mio cazzo di matrimonio. Nessuno me lo rovinerà. Nessuno ha diritto di dirmi che non posso essere felice di sposarmi. « Anzi ti dirò di più: inviterò io sia lei che Marchand. Partecipazione scritta di mio pugno. Cioè ti pare che non invito Marchand al mio matrimonio? Suo padre ha messo il mio ragazzo sui manifesti perché sospetto traditore della patria. No no, ti pare che lo relego a semplice plus one. Le colpe dei padri non possono ricadere sui figli! L'ho detto! » Scoppiò a ridere di nuovo scuotendo la testa. D'altronde mica io pago per le colpe di mio padre da quando sono nata. Mica combatto coi pregiudizi di chiunque ogni giorno? « Però strano che voi due non parlate più. Eravate tipo culo e camicia. » Pausa, tempo in cui ispira dalla sigaretta, volgendo lo sguardo verso l'alto. « Questa cosa proprio non me l'aspettavo. » Per niente.. sono proprio sorpresa. « E' successo qualcosa tra voi due? »


     
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    Che Sirius non avesse posto quella specifica domanda con malizia, era evidente. Ciò che aveva mosso la curiosità del ragazzo era piuttosto una certa punta di disagio: con nessuna delle mille persone che era sicuro sarebbero state invitate Sirius aveva dei problemi, neppure con Fred che sembrava essersi lasciato alle spalle i teatrini stile San Mungo e al piccolo Potter tanto bastava. Con Fawn Byrne però la questione era molto diversa. Era bastata una sola notte per farli passare da "migliori amici" a perfetti sconosciuti e, sebbene l'ex Grifondoro si sentisse tradito e deluso dal comportamento della ragazza, sebbene si sentisse nel giusto, sentiva un certo nodo allo stomaco all'idea di incontrarla in un'occasione simile. Per dirle cosa? Sarebbe meglio far finta di niente.. ma riuscirei a far finta di niente? Sì, per Albus ci riuscirei.. mi sforzerei al massimo, perlomeno. Mi morderei le mani cento volte per non sbraitarle contro, per il solo fatto di essersi presentata ad una cerimonia della famiglia a cui ha voltato le spalle. Pensava che davvero ci fosse qualcosa sotto che gli era stato tenuto nascosto e, per estensione, era stato tenuto nascosto a tutta la famiglia. Fawn, ai suoi occhi, aveva tradito tutti. Per questo motivo aveva posto ad Amunet una domanda che, in fondo, sapeva essere retorica. Ma certo che ci sarà. Io non vorrei ma Albus la vorrà a tutti i costi e io non farò nulla per intromettermi. Non voglio neanche farlo. Se averla lo farà felice, che ci sia pure. L'aveva posta col candore e l'innocenza che lo contraddistinguevano e, sì, con un vero e proprio meccanismo di autodifesa in atto. Ciò che accadde fu totalmente inaspettato e riuscì a gelargli il sangue; probabilmente non se ne sarebbe neanche accorto se i due cognati non si fossero trovati da soli, se il silenzio non fosse piombato pesantissimo sopra i due, se Mun non avesse iniziato a comportarsi in maniera così tanto diversa dalla calda e gentile confidente in cui si era calata fino ad un secondo prima. Lo sguardo che la Carrow rivolse a Sirius fu indescrivibile, lo specchio di una realtà in cui tutto è immobile, spento ed eterno. « Mun..? » mormorò, cercando di stimolare in lei una qualche reazione. Amunet Carrow sembrava semplicemente sparita, mentre il suo corpo si muoveva in maniera automatica, come sotto una maledizione Imperius. Ne seguì ogni movimento, provò a sfiorarle la spalla mentre armeggiava col portasigarette e si alzò con lei dal divano, quando la padrona di casa marciò verso la cucina. Con gli occhi puntati contro le spalle di Mun, Sirius, in piedi al centro del salotto, le mani lungo i fianchi e la bocca appena dischiusa, sembrava semplicemente troppo confuso per capire. Ho chiesto solo se Fawn verrà invitata. Ho fatto solo una semplice domanda.. e Mun.. Mun reagisce così? Non l'ho mai vista così. Fà.. fà quasi paura. Forse perché, nella miglior tradizione dei film horror di serie Z che aveva visto e rivisto, si aspettava che da un momento all'altro Amunet tirasse fuori un lungo coltello da cucina per fare a pezzi tutti i presenti in casa. Albus sarebbe tornato e l'avrebbe trovata piena di sangue, in stato confusionale, sopra il corpo di quel povero ragazzino che aveva semplicemente chiesto troppo. « Mun! Cos- » si bloccò quando la ragazza si voltò di scatto, la stessa espressione spiritata sul viso. A momenti non sembrava neppure lei. « Come mai non vi vedete più? Credevo foste molto amici. » Il suo tono di voce gli fece venire i brividi. « Ma certo che ci sarà, Siri. Ti pare!
    Cioè è la migliore amica di Albus.. questa casa è praticamente casa sua.. specie quando non ci sono io. Non capisco proprio per quale ragione non dovrebbe esserci. »
    Lei rise; lui a malapena riuscì a strappare un sorriso tirato dal nervosismo. « Certo.. sì, ovvio » riuscì confusamente a dire, annuendo piano. Perché cavolo stai dando di matto Mun? Che cavolo è successo? « Che poi, lei è praticamente amica di tre quarti dei nostri amici comuni. Non invitarla significherebbe sentirmi chiedere per tutta la serata e Fawn? Va bene tutto.. ma l'assenza è la migliore forma di protagonismo possibile. Ci mancherebbe solo che al mio matrimonio non sono io il centro dell'attenzione. » No, Mun non stava semplicemente dando di matto: era completamente in tilt. L'aveva vista arrabbiata qualche volta.. ma se fosse questa la sua reale esternazione di rabbia? O di qualcosa di molto più profondo. Siri neanche immaginava quanto profondi e violenti fossero i sentimenti che ardevano nel cuore di Amunet Carrow. « Anzi ti dirò di più: inviterò io sia lei che Marchand. Partecipazione scritta di mio pugno. Cioè ti pare che non invito Marchand al mio matrimonio? Suo padre ha messo il mio ragazzo sui manifesti perché sospetto traditore della patria. No no, ti pare che lo relego a semplice plus one. Le colpe dei padri non possono ricadere sui figli! L'ho detto! » Strinse involontariamente i pugni. Non conosceva Erik Marchand ma sapeva bene cosa suo padre avesse fatto, facendo diventare tre quarti della sua famiglia fuggitivi e traditori del paese, costringendo lo stesso Siri ad una serie infinita di interrogatori ogni volta che provava a superare le barriere tra distretti. Solo per il cognome che portava. Ora come ora, trovo molto ironico che quella che considero una traditrice stia con un Marchand. Lo trovi divertente anche tu, Mun? I segnali erano tutti là sotto ai miei occhi ma ero troppo cieco o stupido per vederli? Fawn Byrne è della stessa risma dei Marchand, lo è sempre stata: quel che mancava era l'occasione. Un germoglio di pensiero che non sentiva gli appartenesse, che gli faceva male in un certo senso ma che non rifiutò. « Però strano che voi due non parlate più. Eravate tipo culo e camicia. Questa cosa proprio non me l'aspettavo. » « Già, lo eravamo.. » « E' successo qualcosa tra voi due? » « Lo sai. » C'eri anche tu. Si avvicinò lentamente e posò entrambe le mani sopra il tavolo della cucina che li separava. Mun ostentava una finta naturalezza, Sirius al contrario aveva il viso tirato dalla serietà. « Al compleanno di James, l'anno scorso.. quando hai sclerato. Tu, che sai essere forse la tipa più diplomatica che conosca e che sai benissimo come gira il mondo.. tu, alla festa di un giocatore di quidditch della Lega Inglese, dove sai benissimo che ci possono essere mille orecchie.. tu hai sclerato. E ci metto le mani sul fuoco che avresti preferito affogarti in quel lago piuttosto che sclerare in una situa così ma l'hai fatto comunque. » Si piegò in avanti, quasi volesse avvicinarsi a lei più di quanto il tavolo non gli permettesse. Non la stava accusando di nulla, di certo non di aver fatto una scenata pubblica. Ma quella specifica scenata da questa specifica persona era stata talmente tanto eclatante, talmente diretta e tagliente da far aprire gli occhi anche ad un candido qual era Sirius Potter. « Non lo so, forse sono davvero il più scemo della cucciolata ma non fino a questo punto. So che è successo qualcosa, anche se non so cosa. E dopo il cazziatone di Albus forse nemmeno mi interessa saperlo, fatti suoi! Ma.. » Le circostanze avvenute l'anno prima erano state uno scorrere costante di negatività. Dopo la notte della sfida all'Alexandria Manor, dopo aver sentito la maledizione Cruciatus sulla sua pelle - per pochissimi secondi, grazie al cielo, tanto da permettergli un recupero veloce.. almeno quello fisico - dopo che insomma lo Shame aveva devastato la sua e le vite di chissà chi altri, i Potter avevano penato al capezzale di un Albus divenuto il fantasma di sé stesso. Se solo Sirius avesse saputo di aver condiviso col fratello un'esperienza molto simile! Ma non immaginava neppure come fossero andate le cose. « So che tu hai fatto casino e lei non ha aperto bocca. Devo essere davvero scemo per non pensare che non sia successo qualcosa di grave. Ma non è questo il punto. Il punto è che.. che lei non ha aperto bocca. Né quella sera, né quella dopo.. né per tutto l'anno che è passato. E' la migliore amica di Albus ma si proclamava anche la mia migliore amica.. e quella di Olympia. Magari ha detto la stessa cosa anche a James! La miglior amica di tutti! Che scemi siamo stati. » Circumnavigò il tavolo per farsi più vicino alla padrona di casa, sperando che si fosse calmata un pochino e soprattutto che rimanesse lontana dai coltelli da cucina. « Mi dispiace se ti ho arrabbiare.. ti ho chiesto di lei solo perché.. boh, perché sono deluso e mi sento tradito e ormai do per certo che mi ha nascosto qualcosa di grande. E so che se la vedessi, forse partirei di testa tipo il San Mungo e Fred. Oddio.. non sto dicendo che se la vedrò, ti rovinerò il matrimonio con una scenata! Volevo solo.. boh.. arrivare pronto. » Alzò le spalle, provando a distendere l'atmosfera con un sorriso. « Voglio che tutto vada alla grande e mi farò in dieci perché accada. Ve lo meritate. Non lascerò che qualunque cosa sia successa.. qualunque cosa ti faccia incazzare così tanto.. ti rovini il giorno più bello. Te lo prometto Mun. » Piegò la testa da un lato, in una posizione che lo faceva assomigliare ad un piccolo cucciolo di labrador, nonostante il leggero filo di barba facesse immaginare il tipo di uomo che sarebbe diventato di lì a qualche anno. « Lo vuoi un abbraccio? Sono gratis! »
     
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    E' successo qualcosa tra voi due? Forse quella domanda era stata del tutto inopportuna. Mun sapeva esattamente cosa era successo, o almeno poteva intuirlo. Sul momento persino Sirius e Albus avevano avuto problemi; il maggiore gli aveva urlato contro, facendolo desistere dal continuare a indagare circa le questioni in sospeso tra i tre diretti interessati, e Siri, in tutta risposta, aveva deciso di ritirarsi. Non c'era cosa che tuttavia non veniva superata tra i Potter; il loro legame sembrava indissolubile, e dopo un po', quel piccolo problema diplomatico, era rimasto come una sorta di pattina altra che galleggiava tra tutti loro. Ignorare sembrava la cosa migliore. Ma per quanto puoi davvero ignorare qualcosa che ti pesa dentro? « Al compleanno di James, l'anno scorso.. quando hai sclerato. Tu, che sai essere forse la tipa più diplomatica che conosca e che sai benissimo come gira il mondo.. tu, alla festa di un giocatore di quidditch della Lega Inglese, dove sai benissimo che ci possono essere mille orecchie.. tu hai sclerato. E ci metto le mani sul fuoco che avresti preferito affogarti in quel lago piuttosto che sclerare in una situa così ma l'hai fatto comunque. » Mun abbassò istintivamente lo sguardo, eludendo gli occhi del giovane Siri, colta da un improvvisa vergogna che tinse le sue guance di rosso. Quello spettacolo era stato molto più evidente di quanto Mun e Albus pensavano. L'analisi di Sirius lo confermò. « Non lo so, forse sono davvero il più scemo della cucciolata ma non fino a questo punto. So che è successo qualcosa, anche se non so cosa. E dopo il cazziatone di Albus forse nemmeno mi interessa saperlo, fatti suoi! Ma.. » No. Non sono fatti suoi. La rabbia che alimentò quelle parole la obbligò a scuotere la testa e incrociare le braccia al petto. Ci voleva così poco per liberarsi di quel peso a quel punto. Avrebbe potuto sbraitare e nessuno l'avrebbe sentita, nessuno al di fuori di Sirius. Eppure.. voglio davvero farlo? Sa che Sirius non reagirebbe bene. Lo sa, perché in fondo, i due, sono fatti della stessa pasta. Non sapresti tenertelo per te. Lo so. E non avresti tutti i torti. E a quel punto cosa avrebbe fatto? Avrebbe ricominciato a litigare con Albus, predisponendolo ad allontanarsi di nuovo? Ci siamo appena fidanzati. Stiamo per sposarci. Dalla padella alla brace; questa era la condizione in cui si trovava Mun. Dirlo a Siri significava tradire Albus, non dirglielo, significava tradire il ragazzo che aveva di fronte. Tu mi hai dato così tanto; nessuno te lo ha chiesto ma tu l'hai fatto comunque. « So che tu hai fatto casino e lei non ha aperto bocca. Devo essere davvero scemo per non pensare che non sia successo qualcosa di grave. Ma non è questo il punto. Il punto è che.. che lei non ha aperto bocca. Né quella sera, né quella dopo.. né per tutto l'anno che è passato. E' la migliore amica di Albus ma si proclamava anche la mia migliore amica.. e quella di Olympia. Magari ha detto la stessa cosa anche a James! La miglior amica di tutti! Che scemi siamo stati. » Scuote la testa con veemenza. « Non è la migliore amica di Albus. » Asserisce di scatto con velocità e sin troppo pathos. « Deve solo fare la superiore. » Pausa. « Hai mai visto una questione di cuore in cui le persone riescono a restare così dignitose? Io no.. Siri.. non quando le cose finiscono come sono finite tra tutti noi. » Si stringe nelle spalle. « Io ne sono rimasta umiliata, ferita ed emarginata.. e non ero nemmeno la parte lesa. Però.. se sei superiore puoi comunque avere tutto. E pestare per giunta la coda a chi viene dopo di te. » E' semplice non trovi? « Alla fine sono io la fidanzata psicopatica che chiede troppo.. gelosa. Figurati.. è lei stessa ad aprirmi gli occhi su chi Albus ha deciso di sposare.. » Scoppia a ridere. Una risata amara, quella della Carrow. « Che dire! Non mi sento affatto umiliata.. » Devo sempre ingoiare qualche rospo. « Ma non è questo il punto.. o il problema.. » E di scatto Mun se lo ritrovò davanti; il volto pallido ormai sul punto di crollare. Il labbro appena tremante e la palese sensazione di non riuscire più a tenersi tutto quel gorgoglio dentro di sé. « Mi dispiace se ti ho arrabbiare.. ti ho chiesto di lei solo perché.. boh, perché sono deluso e mi sento tradito e ormai do per certo che mi ha nascosto qualcosa di grande. E so che se la vedessi, forse partirei di testa tipo il San Mungo e Fred. Oddio.. non sto dicendo che se la vedrò, ti rovinerò il matrimonio con una scenata! Volevo solo.. boh.. arrivare pronto. Voglio che tutto vada alla grande e mi farò in dieci perché accada. Ve lo meritate.
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    Non lascerò che qualunque cosa sia successa.. qualunque cosa ti faccia incazzare così tanto.. ti rovini il giorno più bello. Te lo prometto Mun. »
    Lei annuisce, silenziosa, e colta da un profondo dispiacere aumentando quei cenni della testa non appena il moro le propone quell'abbraccio. « Lo vuoi un abbraccio? Sono gratis! » Si lascia avvolgere dalle abbraccia di lui, affondando il viso contro la sua spalla, preoccupata e lieta in un certo qual modo di non doverlo ancora guardare negli occhi, mentendogli spudoratamente. « Non odiarmi Siri.. ti prego. Non odiare nemmeno Albus. » Deglutì posando la guancia contro la sua spalla, tirando su col naso, non riuscendo a trattenere le lacrime. « Non c'è più niente da fare. E' andata così. » Dobbiamo solo raccogliere i cocci di tutto questo. « Tu è Albus vi volete un sacco bene. Non ne vale la pena. » Si staccò a sufficiente per poterlo guardare direttamente negli occhi. « Forse un giorno te ne parlerà. » O forse lo farà lei. O forse ce ne dimenticheremo per sempre. « Ora va tutto bene ok? » Deve convincersene, Mun, mentre accarezza la guancia del futuro cognato, stirando un leggero sorriso. « Noi stiamo bene. Tutti noi abbiamo altro a cui pensare. Tu hai altro a cui pensare. Devi farti rispettare » E dicendo ciò scoppiò appena a ridere. « ..e concentrarti sugli studi, sulle persone che ti sono accanto.. la famiglia. Noi tutti ce la faremo.. finché resteremo uniti. » Parole quelle, che non avrebbe mai pensato di poter dire. Il concetto di Mun era sempre stato decisamente ambiguo. Eppure, ora una famiglia riusciva a vederla davvero. L'aveva; Siri era la sua famiglia, ne era ormai entrato a tutti gli effetti. « Sento che le cose andranno sempre meglio. Non importa cosa è successo in passato. Ne stiamo pagando le conseguenze anche troppo. » Il passato è passato. Almeno finché non lo è più. « Andiamo a svegliare Lily? »


     
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