The room where it happens

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    Era stata una delle prime cose che Albus aveva fatto dopo il Midsummer, mandare un gufo a Deimos per accordare un incontro. Due erano le ragioni di quella visita: il progetto su cui stava lavorando da qualche mese e la restituzione dell'anello di Jolene. Il maggiore dei Carrow, al suo solito, era stato puntuale nella propria risposta, invitandolo a passare alla Gringott l'indomani. Non poteva negare di sentirsi un po' nervoso in vista di quell'occasione. Di certo Albus non aveva un background da uomo d'affari - il che rendeva quella situazione per lui completamente estranea, nuova e anche un po' intrigante. Era stato quindi naturale rivolgersi tanto a suo padre quanto a Mun per chiedere consiglio nel barcamenarsi in quel territorio inesplorato. Il risultato fu che alle dieci spaccate, Albus Potter si trovava nella sala d'attesa all'ufficio di Deimos, vestito di tutto puntino in maniera formale e con un raccoglitore di fogli ben organizzato sulle gambe. A tradire il nervosismo, dovuto anche ai troppi caffè presi, era solo il rumore del suo piede che batteva sul marmo del pavimento superando il ritmo imposto dalle lancette dell'orologio appeso alla parete. Sobbalzò leggermente, quando la segretaria alla scrivania si rivolse a lui per dargli il permesso di entrare nell'ufficio. A quelle parole, però, il ragazzo schizzò in piedi, schiarendosi la voce e lisciandosi il tessuto dei pantaloni prima di varcare l'ultima porta che lo divideva da Deimos a testa alta. Ed eccolo lì, seduto alla sua scrivania con quel suo tipico fare autoritario. E adesso? Che gli dico? Buongiorno? Ciao? Ehilà cognato? « Deimos.. » esordì velocemente, stirando un sorriso cordiale al maggiore dei Carrow mentre si faceva avanti per stringergli la mano. Una situazione indubbiamente strana, quella che vedeva un miscuglio tra famiglia e lavoro. Deimos era sì il fratello della sua fidanzata, ma anche colui che aveva il potere di mettere più di un ostacolo al progetto che aveva in tasca. Proprio per questo, Albus era andato lì ben preparato; d'altronde, se ci aveva capito qualcosa di quell'uomo, era che nulla con lui doveva essere dato per scontato: il legame che li univa tutto era tranne che una garanzia di trattamento speciale. Anzi. Aspettò quindi che l'uomo lo invitasse ad accomodarsi, prima di prendere posto sulla sedia di fronte a lui. « Spero di non averti colto in una giornata troppo impegnata. Come ti dicevo nella lettera, passo qui sia per motivi di lavoro che per motivi personali. » Quale dei due sia cosa potrebbe essere soggetto a diverse interpretazioni. « Immagino ti sia già giunta voce del fatto che ho rinnovato la proposta a Mun. » Ormai penso che solo a chi vive sotto ad un sasso, non sia giunta voce. Prese quindi un sospiro, estraendo dalla tasca la scatolina blu in cui Deimos gli aveva consegnato l'anello di fidanzamento più di un anno addietro. Fissando gli occhi in quelli del futuro cognato, spinse con due dita il contenitore sulla superficie della scrivania. « Ci tenevo a ringraziarti..per tutto quello che hai fatto, a partire dall'anello. Quando Amunet me lo ha ridato, ci ho riflettuto molto e sono arrivato a una conclusione. » Fece una pausa, inumidendosi le labbra e stringendosi nelle spalle. « Volevo farle qualcosa che fosse tutto nostro. Qualcosa che venisse da me..che potesse stupirla. Inoltre, credo che sia tu a dover tenere questo anello. So poco di Jolene, però Mun mi ha detto che eravate molto legati. Il suo ricordo sarà di certo più valorizzato tra le tue mani, piuttosto che tra le mie. » D'altronde, per Albus, quell'anello aveva un significato davvero vago.
    Chiuso il discorso sul matrimonio, il giovane Potter prese un lungo respiro, sistemandosi la giacca e mettendosi meglio a sedere mentre appoggiava la cartella piena di fogli sulla scrivania. « Dell'altra ragione per cui sono qui, ti ho vagamente accennato nella lettera. Vengo in veste di cliente. » Non di molto diverse da tutti gli altri appuntamenti che hai quotidianamente. « Ho avuto un'idea. Mi piacerebbe espandere il raggio d'azione della Wiznet. Mi spiego: per ora tutto ciò che abbiamo fatto con questa rete è stato sostanzialmente ricalcare i social babbani, soppiantando i gufo con una comunicazione più veloce e moderna. Però io credo che ci sia del potenziale altro. » Nel dirlo, aprì la cartella, girandola in modo da far leggere a Deimos il prospetto che aveva preparato. « Quanti canali di informazione abbiamo? La Gazzetta del Profeta è praticamente legata a doppio filo al Ministero, mentre il Cavillo ha bisogno di fare i salti mortali per trovarsi dei finanziatori. Tutto il resto sono magazines di gossip e programmi radio. » Voltò la pagina, scoprendo quella successiva mentre indagava l'espressione di Deimos per capire cosa potesse pensare. « Un gruppo editoriale potrebbe essere l'opzione giusta per raggiungere la popolazione con un raggio più ampio, senza mettere tutte le informazioni alle dipendenze del Ministero. Non sto parlando soltanto dell'acquisizione di testate giornalistiche, ma di tutto quanto. Quotidiani stampati, riviste, programmi radio, ma soprattutto di una cosa che nel mondo magico ancora non esiste: l'audiovisivo. Un gruppo editoriale può permetterci di creare contenuti accessibili a tutti per ogni esigenza: telegiornali, programmi di approfondimento, talk shows e anche intrattenimento. » Siamo praticamente seduti su una miniera d'oro di cui ancora non sembra esserci accorto nessuno. « Per l'amministrazione e gli studios potremmo appoggiarci su Cherry Island, riqualificandola. La camera blindata dei Potter, per quanto fortunata, chiaramente non può coprire tutto quanto, quindi mi sono già impegnato a trovare diversi investitori. » Voltò nuovamente pagina, puntando il dito sulla lista di nomi da lui raccolta: la famiglia Mortimer, Percival Watson Lancaster, Amunet e tanti altri piccoli e grandi imprenditori che avevano visto in quel progetto una possibilità di guadagno. Chiaramente, gli investitori erano una cosa e un mutuo era un'altra, ma presentare a Deimos un affare che portava con sé una rete di sicurezza solida era pur sempre dargli garanzia che un eventuale investimento da parte della Gringott non sarebbe andato in tragedia. « Alla luce di ciò, sono due le cose che ho intenzione di chiederti. Innanzitutto, come immagino sia prassi, l'aiuto da parte della banca in forma di mutuo. E poi..beh..nel caso in cui volessi partecipare in prima persona al progetto, le porte sarebbero ovviamente aperte. »


     
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    L'appuntamento che campeggiava sull'agenda di Deimos era quanto meno singolare, Albus ci aveva tenuto ad incontrarlo nel suo ufficio; anticipandogli solo brevemente di aver bisogno un incontro formale. Non erano mai stati in eccessiva confidenza, ma più inclini ad una sorta di muto rispetto. Ciò che più importava a Deimos era che il ragazzo si prendesse cura della sorella, fino a che avrebbe contribuito a renderla felice non avrebbe avuto nulla contro il ragazzo. Nonostante ciò era più che curioso di scoprire il motivo per cui aveva chiesto di incontrare proprio lui. Sentì la voce della sua segretaria invitare il ragazzo ad entrare, lo accolse in piedi alla sua scrivania; come un qualsiasi cliente. « Deimos.. » Strinse la mano al ragazzo e gli indicò la poltroncina di fronte alla sua scrivania. « Albus accomodati. » L'atteggiamento del ragazzo era più rigido di quanto fosse solitamente, condito da un leggero nervosismo che accese quel briciolo di curiosità che raramente si manifestava. « Spero di non averti colto in una giornata troppo impegnata. Come ti dicevo nella lettera, passo qui sia per motivi di lavoro che per motivi personali. » Con la mano gli fece segno che quell'incontro non era di alcun disturbo. Deimos dal punto di vista lavorativo era molto meticoloso e organizzava le sue giornate per assicurarsi la maggior produttività possibile. Organizzazione che aveva dovuto trovare nuovi ritmi da quando nella sua vita c'era David. Nonostante avesse assunto una tata molto efficiente voleva essere presente nella vita di suo figlio; proprio per questo non passava sera in cui Deimos non era a casa per metterlo a dormire. « Immagino ti sia già giunta voce del fatto che ho rinnovato la proposta a Mun. » In ufficio i suoi dipendenti non avevano fatto altro che congratularsi con lui; congratulazioni a cui aveva risposto con un semplice cenno e un sorriso tirato. Era indubbiamente felice per la sorella, ma nonostante ciò non era una persona incline a quelle dimostrazioni così aperte. « Ci tenevo a ringraziarti..per tutto quello che hai fatto, a partire dall'anello. Quando Amunet me lo ha ridato, ci ho riflettuto molto e sono arrivato a una conclusione. [...] Il suo ricordo sarà di certo più valorizzato tra le tue mani, piuttosto che tra le mie. » Riprese l'anello che il ragazzo gli porgeva, un anello che per lui aveva un significato talmente profondo da non poterlo spiegare a parole. « Hai fatto bene, Mun meritava un anello che fosse suo. » L'anello di Jolene sarebbe tornato nella sua cassaforte, dove probabilmente sarebbe rimasto in eterno. « Dell'altra ragione per cui sono qui, ti ho vagamente accennato nella lettera. Vengo in veste di cliente. » E qui la cosa si fa interessante. « Ho avuto un'idea. Mi piacerebbe espandere il raggio d'azione della Wiznet. Mi spiego: per ora tutto ciò che abbiamo fatto con questa rete è stato sostanzialmente ricalcare i social babbani, soppiantando i gufo con una comunicazione più veloce e moderna. Però io credo che ci sia del potenziale altro. » Si allungò verso la cartellina che il ragazzo gli porgeva, scrutando ed analizzando il prospetto che Albus aveva preparato. Apprezzò la prontezza del futuro cognato, nonostante la giovane età era venuto preparato. Più di una volta gli era capitato di mandar via aspiranti clienti per la loro inettitudine. « Quanti canali di informazione abbiamo? La Gazzetta del Profeta è praticamente legata a doppio filo al Ministero, mentre il Cavillo ha bisogno di fare i salti mortali per trovarsi dei finanziatori. Tutto il resto sono magazines di gossip e programmi radio. » I grafici evidenziavano chiaramente anche i target di età che ogni canale mediatico colpiva, mostrando allo stesso tempo quella piccola nicchia rimasta scoperta stando alle parole del ragazzo. Deimos vagliava centinaia di progetti ogni settimana, pochi erano quelli a cui dava il suo benestare mentre molti venivano rispediti al mittente a causa della poca originalità. « Si può dire che qualcuno ha fatto più che bene i suoi compiti. » Era un complimento quello di Deimos, contento che il compagno di Mun avesse questo spirito d'iniziativa. « Un gruppo editoriale potrebbe essere l'opzione giusta per raggiungere la popolazione con un raggio più ampio, [...] Un gruppo editoriale può permetterci di creare contenuti accessibili a tutti per ogni esigenza: telegiornali, programmi di approfondimento, talk shows e anche intrattenimento. » Un progetto ambizioso che per quanto avesse visto fino ad ora sembrava poggiarsi su basi più che solide. Deimos conosceva bene il potere della stampa, soprattutto quando quest'ultima veniva pilotata e sfruttata dal governo. Le notizie pubblicate servivano solamente a far crescere i consensi, spesso affossando l'opposizione in maniera sleale. Lui stesso aveva spesso avuto a che fare con una stampa poco clemente; in alcuni casi addirittura ingiusta. « Non ti avrei mai definito un tipo ambizioso...e non prenderlo come un insulto perchè non lo è affatto. » Per piacere a Mun doveva essere senza ombra di dubbio una persona ambiziosa, ma l'ambizione a cui si riferiva Deimos era strettamente legata agli affari. « Per l'amministrazione e gli studios potremmo appoggiarci su Cherry Island, riqualificandola. La camera blindata dei Potter, per quanto fortunata, chiaramente non può coprire tutto quanto, quindi mi sono già impegnato a trovare diversi investitori. » I nomi di alcune delle famiglie più facoltose erano inseriti nel prospetto, nomi tra i quali figurava anche quello di Mun. Sorrise di fronte a quella manifestazione di supporto, la sorella aveva un particolare fiuto per gli affari e dubitava che avesse sostenuto Albus semplicemente per amore. Mettere il suo nome equivaleva a credere veramente in quel progetto. « Alla luce di ciò, sono due le cose che ho intenzione di chiederti. Innanzitutto, come immagino sia prassi, l'aiuto da parte della banca in forma di mutuo. E poi..beh..nel caso in cui volessi partecipare in prima persona al progetto, le porte sarebbero ovviamente aperte. » Chiedere un mutuo era una decisione saggia e da quanto aveva capito più che ponderata, anche la richiesta di entrare nel progetto sembrava mossa da un sincero desiderio di vederlo, più che dl bisogno dei suoi soldi. Ma la cosa che più apprezzava era che fosse stato lui, Albus, a venirgli a parlare. Una persona diversa avrebbe mandato avanti Mun, sapendo che da bravo fratello maggiore non avrebbe mai avuto il coraggio di rifiutare qualcosa alla sorella. Albus invece ci aveva messo la faccia ed era una cosa che Deimos non poteva fare altro che apprezzare. « Dato che sei qui in veste di cliente ti parlerò esattamente come parlerei a qualsiasi altro cliente, dimenticando il legame che ti unisce a Mun. » Per Deimos quella era una dimostrazione di rispetto. « Chiedere un mutuo oggi non è uno scherzo, qui alla Gringott abbiamo una politica piuttosto rigida perchè non possiamo permetterci di creare buchi che danneggerebbero i nostri correntisti. » Il discorso dell'uomo poteva sembrare egoistico, ma allo stesso tempo era lo stesso discorso che faceva a chiunque decidesse di chiedere un mutuo presso di loro. « Vengono richieste garanzie non indifferenti, ed essendo tu a chiedere il prestito la prassi vorrebbe che sottoponiate la casa come garanzia. » Una sorta d'ipoteca che molto spesso le persone non era disposti ad accettare. Lui stesso non avrebbe mai suggerito ad una coppia giovane come loro di mettere una tale ipoteca sul loro futuro. « Non voglio che tu e Mun dobbiate assumervi un tale onere, così come voglio che tu e lei abbiate qualcosa di vostro. » Sarebbe stato più che propenso ad entrare in affari con loro come investitore, ma voleva che la sorella spiccasse il volo; dimostrando che nella vita poteva riuscire anche da sola. « Quello che posso fare, oltre erogarvi il mutuo, è farvi da garante...così che non dobbiate mettere un'ipoteca. » Era una forma inusuale, che avrebbe concesso solamente a sua sorella e alla sua famiglia. « Ogni mese dovrete pagare la rata, ma se per qualsiasi motivo vi doveste trovare in difficoltà non riceverete notifiche di pagamento. » In quel caso lui sarebbe intervenuto saldando la rata al loro posto. « Ora...a che cifra stavi pensando per iniziare? »
     
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    « Dato che sei qui in veste di cliente ti parlerò esattamente come parlerei a qualsiasi altro cliente, dimenticando il legame che ti unisce a Mun. » Lo mascherò bene, ma in quel momento Albus sentì un tuffo al cuore. Nonostante tutto, il ragazzo si era preparato a tutte le ipotesi peggiori; in fin dei conti sugli affari non si poteva mai essere troppo cauti, e la richiesta di denaro a una banca era qualcosa che di certo non avveniva sotto il segno della leggerezza. Il giovane Potter sapeva di avere le carte in regola, di essersi impegnato e di aver portato sul tavolo non solo una proposta originale, ma una che era anche ben strutturata - eppure tutto ciò non bastava a farlo stare tranquillo. Chi lo sarebbe stato, d'altronde? Per questo, nell'udire le parole di Deimos, Albus si convinse subito che ad esse sarebbe seguito un lungo discorso gentile riassumibile in un semplice no. « Chiedere un mutuo oggi non è uno scherzo, qui alla Gringott abbiamo una politica piuttosto rigida perché non possiamo permetterci di creare buchi che danneggerebbero i nostri correntisti. » Annuì in silenzio, affondando sempre di più nella sicurezza che il suo piano non avrebbe mai visto la luce. Beh, ci aveva pur sempre provato. Forse poteva anche ingegnarsi in altre maniere, ma era evidente che senza l'aiuto della Gringott non si potesse andare da nessuna parte. « Vengono richieste garanzie non indifferenti, ed essendo tu a chiedere il prestito la prassi vorrebbe che sottoponiate la casa come garanzia. » « Quale? » Gli sfuggì, prima che potesse pensarci realmente. In fin dei conti, ormai Albus e Mun avevano ben due case di proprietà: quella a Inverness e quella ad Hogsmeade. Dove avrebbero potuto mettere l'ipoteca. Beh..ce li vorrei vedere a metterla su quella di Inverness. Non hanno fatto entrare gli Auror per materie decisamente più pressanti, figuriamoci se fanno entrare gli emissari della banca per requisire una casa. Anche io pensavo fossero sciocchezze, ma gli abitanti di Inverness a quanto pare non scherzano sul proprio territorio. Tuttavia non espresse quei suoi pensieri, reputando che non fosse rilevante ne' tanto meno saggio scomodare i delicati equilibri politici tra il Regno Unito e Inverness. « Non voglio che tu e Mun dobbiate assumervi un tale onere, così come voglio che tu e lei abbiate qualcosa di vostro. Quello che posso fare, oltre erogarvi il mutuo, è farvi da garante...così che non dobbiate mettere un'ipoteca. » Aprì la bocca, sporgendosi appena dalla sedia come a volerlo frenare da quella generosa offerta. « Ogni mese dovrete pagare la rata, ma se per qualsiasi motivo vi doveste trovare in difficoltà non riceverete notifiche di pagamento. Ora...a che cifra stavi pensando per iniziare? » Sorrise, rimettendo mano alla cartellina che aveva poggiato sulla scrivania. Andò a scorrere velocemente i fogli per trovare quelli interessati, riguardanti le dichiarazioni dei redditi sia del proprio nucleo familiare, sia di quello di suo padre. « Aspetta, prima di parlare di cifre ci tengo a tranquillizzarti sulla questione delle coperture. » Ruotò la cartella per volgere i fogli in maniera che Deimos potesse esaminarli. « Apprezzo molto il fatto che tu ti sia offerto per aiutarci. Davvero. Non solo per l'atto in sé, ma perché capisco quanto possa metterti in una posizione rischiosa: in fin dei conti sei pur sempre il proprietario della banca, e farti garante del mutuo di un cliente potrebbe attirare non pochi problemi e malelingue nella tua direzione. » Si strinse nelle spalle, rivolgendogli un sorriso. « E' davvero generoso da parte tua. » Se tu non ti aspettavi che fossi un tipo ambizioso, io di certo non mi aspettavo che tu fossi un tipo generoso. Ma evidentemente oggi dobbiamo ricrederci entrambi per il positivo. « Tuttavia non è necessario. E penso di parlare tanto per me quanto per Mun quando dico che non abbiamo intenzione di metterti in una posizione tanto scomoda. » Fece una pausa, annuendo leggermente come a sottolineare le parole successive. « Mio padre si è già proposto di farci da garante. » Un piccolo sorriso prese piede sulle sue labbra, trasformandosi in una leggera risata imbarazzata quando indicò con l'occhio i documenti che gli aveva posto di fronte. « So ciò che pensi. Lo pensano tutti. » Solo perché la nostra famiglia non ha mai ostentato la propria ricchezza, in molti tendono a credere che siamo una sorta di poveracci con il bonus della fama per via di quella cicatrice. Ma la dinastia Potter ha radici ben più profonde. « Non starò qui ad esporti la storia della mia famiglia da Ignotus Peverell ai giorni d'oggi perché il discorso diventerebbe davvero lungo e borioso, ma ti basti sapere che tra il brevetto dell'Ossofast, quello della Pozione Peperina e quello della Tricopozione Lisciariccio - senza escludere eredità varie e la fortunata situazione lavorativa dei miei genitori - ..beh..stiamo messi abbastanza bene in quanto a coperture finanziarie. » Sebbene il nome dei Potter e dei loro antenati calcasse spesso le pagine dei libri di storia, Albus aveva trovato piuttosto diffusa l'inconsapevolezza nei confronti della loro situazione. Diffusa, sì, ma comprensibile, dato che - appunto - i Potter non avevano mai ostentato la propria ricchezza ne' avevano educato i propri figli a farci eccessivamente conto. Senza contare la riluttanza di molte famiglie dell'alta società nei loro confronti, storicamente dovuta alla loro esclusione dalle Sacre Ventotto durante il periodo della Prima Guerra Mondiale, quando Henry Potter si scagliò contro l'allora Ministro della Magia per aver vietato alla comunità magica di prestare aiuto ai Babbani. Refrattarietà ataviche, che nel tempo si erano evolute nella semplice - e, per alcuni, comoda - credenza che Harry Potter fosse un glorificato signor nessuno.
    Sospirò, cercando una reazione sul viso di Deimos prima di far schioccare la lingua sul palato e continuare. « Per la somma, sicuramente tu te ne intenderai più di me in queste cose quindi chiedo anche il tuo consiglio in merito. Facendo qualche conto insieme a Mun e a mio padre ci siamo fatti l'idea che siano necessari intorno ai duecentomila galeoni per le ristrutturazioni, l'acquisto dei materiali e le prime assunzioni. Sui processi legali ci stiamo già mobilitando e i fondi ci stanno già, quindi si tratterebbe proprio di lavori materiali per l'avvio della base. »


     
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