Serendipity

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    Ai tempi di Hogwarts Lawrence non era propriamente un secchione. Aveva riscosso numerosi riconoscimenti per la sua media di voti invidiabile, ma non aveva dedicato tutto se stesso allo studio, a tal punto da rinchiudersi in una torre e spaccarsi la schiena chino su pesanti tomi. Era molto brillante: suo padre aveva in un certo senso sperato continuasse con la Trasfigurazione, ma Oxenden aveva mostrato tutto il suo debole per le Rune Antiche. Da adolescente riusciva a trovare senza problemi alternative allo studio: calcolando che gli allenamenti del Quidditch con la squadra verdeargento erano un punto fermo nelle sue settimane, aveva trascorso ore liete con piacevoli brigate di amici scelti. Insomma, niente lo legava ai templi della conoscenza in modo così cogente, ma Lawrence percepiva di tanto in tanto la necessità di rivedere il posto di lavoro. Probabilmente, giunta l'età pensionabile, si sarebbe stancato di quelle solide mura (o forse no), ma ora, da venticinquenne entusiasta, partiva dal suo comodo appartamento di Hogsmeade e varcava i meravigliosi cancelli della tenuta. Come in altri giorni di luglio, il giovane professore optò per recarsi nell'area del college universitario. D'altronde non aveva scelta, dal momento che la scuola era chiusa per le vacanze estive e nella sezione universitaria erano in atto gli ultimi appelli d'esame.
    Andò principalmente a zonzo, approdando nel dipartimento di Lingue e culture magiche, ove venne sovrastato un po' dai ricordi. Il suo curriculum antichistico, visto dal padre come espressione di debolezza; le giornate passate a studiare e ricercare sulle strade del Futhark, l'inizio degli screzi con Hannah. Sì, Hannah: chissà se pure lei lo stava pensando, magari dall'altra parte del mondo.
    Si immalinconì un poco, calcando quegli ampi corridoi e cercando di dedurre, dai brusii che uscivano dalle aule, la natura degli esami in corso. Chissà se avesse incontrato il docente universitario di Runologia avanzata, il prof. Schnapp. Lo avrebbe davvero reso partecipe delle sue conquiste lavorative e avrebbe chiesto a proposito dei pupilli che gli ha donato in eredità.
    Si massaggiò il mento e proseguì, fincheé la sua attenzione non venne colpita da un ragazzo, quasi suo coetaneo, procedere nello stesso corridoio, ma in direzione opposta. I suoi occhi azzurri si sgranarono per la piacevole sorpresa. Lo avrebbe riconosciuto probabilmente anche dopo cinquant'anni. Come scordarsi di un tipo così. Simpatico, scroccone di rune, Grifone nel midollo (peccato) e acerrimo nemico nel Quidditch. E soprattutto, quel giocatore che è piccolino (aveva tre o quattro anni in meno di lui, se non andava errato), ma che è comunque quella spina nel fianco che ti fa sudare, alle partite.
    Dean Moses!! lo apostrofò, con il sorrisone, gettando via immediatamente la maschera del docente di rune e adottando quella del giocatore Larry Oxenden di Serpeverde, il temibile cacciatore pronto a violare con la pluffa la porta nemica. Il suo tono era gioviale, cameratesco, sinceramente felice di averlo rivisto, dopo tanto tempo. Ho sentito il tuo tanfo fin dall'inizio del corridoio. Ho detto: è lui. era bonario, scherzoso, per ricalcare gli scherzi di quegli anni.
    Ah, l'antica e sana rivalità nel quidditch! Quanto avrebbe voluto imbastire una partitella.
    Dopo avergli assestato un'affettuosa manata sulla sua spalla, gli allungò la destra, per stringerla in segno di saluto.
    Un sacco che non ci si vede, Grifo. Stai terminando gli studi qui al college? O sei assistente universitario?
     
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    Ultimo dente tolto della sessione. Una volta arrivato al college, Dean aveva stupito tutti: a quanto pare sapeva studiare, ma semplicemente a Hogwarts non ne aveva mai avuto voglia. Il cambio di aria e il potersi concentrare sulle materie che davvero gli interessavano, tuttavia, aveva sortito un buon effetto sulla vita scolastica del giovane Moses, decollata in maniera del tutto inaspettata. Al pari con gli esami e con un libretto che avrebbe fatto invidia, il ragazzo camminava tutto baldanzoso per il corridoio in cui alcuni suoi compagni ripetevano ancora ossessivamente le nozioni per il colloquio di turno in attesa di essere chiamati. « Buona fortuna, belli. Non preoccupatevi: il prof è un sacco sciallo. » « A te che ha chiesto? » Si fermò, mettendo il peso sulla gamba sinistra mentre, con gli occhi alzati come nell'atto di rimembrare, contava sulle dita di una mano. « Allora..innanzitutto mi ha chiesto il contesto magistorico scandinavo del secondo e terzo secolo. Poi la traduzione di due iscrizioni runiche: una in Futhark 24 e una in rune anglosassoni. Domandina veloce sull'uso delle rune e poi per la lode mi ha chiesto l'evoluzione in alfabeto gotico con annesse mutazioni fonetiche. » « Infame, pure la lode. Stai sempre a piagne miseria! » Ridacchiò, stringendosi nelle spalle prima di salutare i compagni con un cenno della mano, augurandogli ancora una volta buona fortuna.
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    Con l'animo più leggero, Dean percorreva i corridoi in direzione della caffetteria quando si fermò di colpo. Un sorriso si dipinse lento sulle sue labbra, mentre accoglieva con espressione stupita la figura del suo vecchio amico Lawrence. « Dean Moses!! » « 'A biondo! » rispose tutto allegro, allargando le braccia nel farsi avanti in direzione dell'ex Serpeverde, a cui assestò a propria volta una di quelle sue famigerate pacche vigorose sulla schiena. « Ho sentito il tuo tanfo fin dall'inizio del corridoio. Ho detto: è lui. » Fece ironicamente finta di rimanere spiazzato da quelle parole, sollevando un braccio per annusarsi l'ascella, scuotendo poi il capo. « Sti deodoranti dei cinesi non valgono proprio un cazzo, c'aveva ragione Malia. » commentò, sciogliendosi poi in una delle sue poderose risate che facevano tremare i vetri. « Un sacco che non ci si vede, Grifo. Stai terminando gli studi qui al college? O sei assistente universitario? » Assistente, magari! « Buona la prima. Ho finito proprio or ora l'ultimo esame del secondo anno. Trenta e lode a Runologia, Law - CE SENTI?? » disse, muovendo una mano accanto all'orecchio con fare scherzoso. « Vedi che non ti ho deluso. Tu pensavi che era tutto tempo buttato al cesso, quando mi aiutavi a scuola, e invece! » Ridendo e scherzando, infatti, i vecchi appunti di Lawrence gli erano tornati utili come punto di inizio dal quale partire per studiare l'esame appena dato. Il Serpeverde era noto per riuscire a gettar luce anche sui passaggi più ostici. « Te invece che mi racconti? Com'è questa vita da insegnante? Guarda, io stavo per andare verso il bar a prendermi un caffè e qualcosina da mangiare. Fammi compagnia, così mi dici un po'. »

     
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    Con un sorriso che tradiva tutta la falicità di aver incontrato dopo tanto tempo l'avversario nel Quidditch, il professore di Antiche Rune osservò divertito il teatrino che solo un tipo come Moses era in grado di imbastire. Come buona parte dei figli di Godric, Dean sapeva cadere in piedi: per questo Lawrence lo invidiava moltissimo, per il suo buon carattere e quella ironica e naturale inclinazione allo scherzo, mantenuto sempre dentro i confini del rispetto reciproco. Erano diversi caratterialmente; non a caso il cappello parlante aveva assegnato i due ragazzi a differenti casate, ma qualcosa li rendeva - nonostante tutto - vicini, anche a distanza di anni. Un esempio su tutti, la volontà del Grifondoro di approfondire l'ambito storico-umanistico del sapere magico. Gli occhi dell'Oxenden per questo si spalancarono quando realizzò che si trovava di fronte ad un futuro collega. Mi hai steso proprio, bello. e gli allungò la destra, il suo modo per congratularsi per il bel traguardo appena raggiunto. I miei complimenti, Dean. Stra-felice per te.
    Stavolta fu il biondo a ridere di gusto, ripensando davvero ai (bei) tempi di Hogwarts in cui tutto sembrava davvero così tremendamente semplice...
    Non c'erano stati ancora i risvolti geopolitici che avevano sovvertito i lineamenti del mondo magico; erano due giocatori di Quidditch con tante speranze e sogni che ronzavano per il capo, ecco quanto.
    Non ho mai pensato stessi buttando tempo nel cesso... fece questa premessa, per poi continuare trasportato dai ricordi, piccoli flash su un giovanissimo Dean che si fa avanti con: non è che mi passi i tuoi appunti, d'altronde sei avanti negli studi, Oxenden? oppure gli aiuti forniti nel cortile della scuola, a suon di amichevoli frecciatine reciproche sull'incapacità dell'altro nello sport. Insomma, una girandola di dolci memorie. Proseguì il discorso quindi: ...il punto è che ai tempi eri un po' cazzone, riconoscilo. D'altronde, stirpe di Godric, che ci vuoi fare. Vostro marchio di fabbrica.
    Gli venne naturale spettinargli i capelli.
    Lo stesso gesto di allora. Il grande che instrada il giovane, ora come adesso. Il tempo ti ha fatto onore, questi tempi hanno bisogno di runologi. Facci un pensierino, ti farei da tutor più che volentieri. Pensaci, dai. buttò lì la proposta, convinto che Moses potesse essere davvero un abile mago, onesto e preparato. Avrebbero potuto sul serio condividere gli studi, ampliare i vicendevoli ambiti di ricerca e metterli al servizio di Hogwarts.
    Gli venne chiesto come fosse essere dall'altra parte della cattedra. I primi tempi, ti dirò... Strano...! Sentirmi dare del "signore", pranzare e cenare con i nostri prof....Insomma, l'ho trovato un po' strano. Mi pareva naturale sedermi al tavolo di noi Serpeverde, non so se mi spiego. Poi, ci ho fatto il callo. Sospirò leggermente, per poi analizzare la sua professione. Sai? Ci vuole una pazienza infinita. Alcune volte vorrei materializzare un macigno a farlo precipitare in testa di chi non capisce o di chi spacca i boccini, non so se mi spiego. Alcune volte penso: ma noi eravamo così....? Poi, rifletto e concludo: sì, Larry, eravamo così se non peggio e mi metto il cuore in pace.
    Fece spallucce, accogliendo l'invito di Moses ad andare verso il bar del campus. Volentieri, ti seguo. e si incamminò al suo fianco. Vedo che anche tu hai accantonato la carriera sportiva. O stai giocando da qualche parte?? Eri davvero una spina nel fianco nelle partite... Beh, non bravo quanto me... occhiolino e linguaccia .... ti avrei visto come professionista. Avevi una buona idea di gioco... Ci hai mai pensato?
     
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    « Sai? Ci vuole una pazienza infinita. Alcune volte vorrei materializzare un macigno a farlo precipitare in testa di chi non capisce o di chi spacca i boccini, non so se mi spiego. Alcune volte penso: ma noi eravamo così....? Poi, rifletto e concludo: sì, Larry, eravamo così se non peggio e mi metto il cuore in pace. » Rise di gusto, il giovane Moses, annuendo con una certa convinzione. Sì, loro erano stati davvero terribili. Dean in particolare sembrava averci messo sempre un certo zelo nel far cadere i capelli ai poveri professori che se lo erano trovato in classe. Il Grifondoro, infatti, non era mai stato un alunno facile: trapiantato da un continente e da uno stile di vita completamente diversi, abituato ai metodi babbani, caciarone, sempre distratto e per giunta con un particolare fiuto per gli scherzi. Lui sì che aveva dato un bel po' di grattacapi ai docenti di Hogwarts. Eppure nessuno era sembrato particolarmente scioccato nel venire a conoscenza dei successi universitari di Dean: forse perché si vedeva bene che aveva la stoffa ma non ancora il metodo, o forse perché era il tipo di persona a cui serviva semplicemente un'organizzazione più libera e autogestita. Potevano esserci davvero tante ragioni. « Beh sì, Larry, parlerò per me ma eravamo davvero ingestibili. Se ci ripenso adesso mi viene un po' da compatire quei poveri professori che mi hanno sopportato per sette anni. E pensare che quelli di adesso mi vedono come una sorta di studente modello. » Sciabolò le sopracciglia, come a sottolineare quanto paradossale fosse quell'affermazione. Dean ce la metteva tutta sulle cose che gli piacevano - e in questo senso, concentrarsi su un ambito preciso aveva aiutato molto sia la sua media sia il suo carattere. Essere costretto a fare cose che non gli interessavano..beh, quella invece era la ricetta giusta per far fiorire tutti i suoi lati peggiori.
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    Cominciarono quindi ad avviarsi fianco a fianco verso il bar del campus: un chioschetto interno che constava di un grosso bancone, un paio di macchinette automatiche e qualche tavolino. Prevedibilmente, essendo giunti ormai agli sgoccioli della sessione, il luogo era quasi deserto. « Vedo che anche tu hai accantonato la carriera sportiva. O stai giocando da qualche parte?? Eri davvero una spina nel fianco nelle partite... Beh, non bravo quanto me...ti avrei visto come professionista. Avevi una buona idea di gioco... Ci hai mai pensato? » Si strinse nelle spalle, ordinando un paio di caffè che pagò subito, facendo cenno al biondo di non azzardarsi nemmeno ad estrarre il portafoglio. Era il minimo che potesse fare dopo tutto l'aiuto che Larry gli aveva dato a scuola. « Ti dirò..al primo anno di college ho continuato a giocare nella squadra della scuola perché beh..lo sai..il Quidditch è sempre stata una passione. » Fin dal primo giorno di scuola, Dean aveva mostrato un particolare interesse per quello sport, impegnandovisi con dedizione e ottenendone ottimi risultati. « Poi però ho dovuto fare una selezione perché il tempo è quello che è. Lavorando cinque giorni a settimana potevo permettermi a malapena un'attività extracurricolare - figuriamoci tre! Tre, sì, perché all'inizio mi ero iscritto alla squadra, al club di lettura e a quello di teatro. » Tutte cose che lo appassionavano, ma che a un certo punto aveva necessariamente dovuto ridimensionare per non far affondare la propria media nell'abisso degli esami non passati. « Per quanto ci tenessi, mi sono reso conto che il Quidditch era un hobby. Bellissimo, per carità, e forse ci avrei potuto pure mettere su una carriera. Ma non era la mia cosa, capisci? Amo studiare la letteratura e tutte queste materie umanistiche del cazzo a cui nessuno dà mezza falce. E' la mia strada. » Sospirò, prendendo il caffè che il barista gli diede e tuffandoci dentro una bustina di zucchero che cominciò a mescolare con la piccola stecca di plastica. « Così, pur con dispiacere, ho abbandonato. E poi ho abbandonato anche il club del libro - perché beh, in ogni caso le lezioni erano più che soddisfacenti in quell'ambito. Sono rimasto col teatro, e su quello non transigo: è la mia passione definitiva e sono disposto pure a dormire tre ore al giorno pur di non rinunciarci. Pensa che stavo pure valutando di perseguire lo spettacolo, come carriera. » Ridacchiò, buttando giù un sorso di liquido amaro prima di far schioccare la lingua sul palato e continuare. « Modestie a parte..sono bravo..e mi piace. Dovresti venire a vedere qualche spettacolo, ora che ci penso. Per ora stiamo facendo tutte rappresentazioni classiche, ma il prossimo anno mi piacerebbe proporre qualcosa di originale. Sai..scrivere uno spettacolo ex novo. » Si strinse nuovamente nelle spalle. Chissà. Mi è sempre piaciuto scrivere, l'ho sempre fatto quando potevo. Magari con le nuove conoscenze derivate dall'università potrei davvero fare qualcosa di interessante e remunerativo a livello spirituale. « Devi ammettere che come attore sono sempre stato un asso. Tu alle mie interrogazioni non c'eri, ma facevo certe interpretazioni che De Niro scansati proprio. » Ridacchiò, scuotendo il capo e sventolando una mano a mezz'aria come a voler tornare al discorso dal quale tutto era partito. « Tu invece? Non ci scendi più in campo? Ti vedrei molto bene come allenatore per Serpeverde. Li metteresti sotto come i tacchini. »

     
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    Larry rise davvero di cuore, pensando alle dicerie che circolavano ad Hogwarts sul conto di Moses. Averlo in classe come compagno di studi doveva equivalere a divertimento assicurato. Ripensò anche ad alcuni suoi compagni di studi Serpeverde che, col caratterino che si ritrovavano, davano davvero del filo da torcere al corpo docenti. Hai tremendamente ragione si grattò istintivamente la nuca, immergendosi nel fiume dei ricordi Gli scherzi, poi... tra le nostre casate? Quelli del Quidditch non stavano di certo indietro. Se non ci fossi stato io a mantenere una parvenza di serietà.
    Stava vertiginosamente bluffando, perché Oxenden amava segretamente la genuinità dei suoi compagni di squadra e l'ambiente cameratesco degli spogliatoi. Erano davvero come una seconda famiglia, che lo smuoveva da quel rigore insegnatogli dall'etichetta aristocratica.
    Gli regalò un occhiolino. Se ora ti vedono come uno studente modello, è perché ormai stai diventando una secchia. la consueta bonarietà della sua constatazione faceva trasparire tutta la sua silenziosa stima. Si convinse di nuovo che la trasformazione di Moses gli piaceva e si compiacque di averla saputa prevedere, sin dai tempi di quelle ripetizioni sulle rune.
    Raggiunsero il chioschetto del bar e alla prontezza con la quale Dean gli pagò il caffè il docente di Antiche Rune ribatté: Prossima volta tocca a me, sia chiaro!
    Pensò che la bevanda fosse molto intensa, con un sapore robusto e deciso. Ascoltò le parole del Grifondoro con molta attenzione, trovando, nell'avanzare del discorso, numerosi punto di contatto tra la sua esperienza e quella dell'amico. Pareva in tutto e per tutto essere una riformulazione del suo percorso, con le medesime prese di consapevolezza: in primis, la tirannia del tempo, intralcio considerevole nei piani dell'umanità tutta. L'unica sostanziale differenza, che rimarcava la differente personalità dei due era l'amore di Dean per il teatro. Professione che male si adattava al carattere più chiuso del biondino. Quanto ti capisco. commentò tra una sorsata e l'altra. Abbiamo un sacco in comune, io e te. disse in modo telegrafico, lasciando dedurre a Moses che la sua carriera nel Quidditch aveva preso la medesima piega. Aveva preferito le Rune, snobbando la Trasfigurazione con il dolore del padre: gliel'aveva insegnato sua madre, inseguire le inclinazioni del cuore.
    Mi rendi terribilmente curioso per il teatro, attore. Ci conto! Mandami un gufo con le indicazioni del tuo prossimo spettacolo, vedrò di essere presente. Giuro che non ti tiro i pomodori maturi, eh. sghignazzò, ponendo poi il focus dell'attenzione sui nuovi progetti dello studente del college. Sarà una commedia? Una tragedia? Qualcosa di futuristico? la sua espressione era davvero curiosa. Terminò il caffè con un'ultima sorsata, per poi pensare di nuovo ad un'ipotetica prosecuzione della sua carriera del quidditch. Moses non aveva tutti i torti: essere allenatore della squadra Slytherin? Beh, aveva probabilmente tutte le credenziali per farlo. Dici? si strinse nelle spalle Lo sai come brucio dalla voglia di salire sulla scopa e fare una partitella? nei suoi occhi azzurri era possibile vedere quella fiammella antica, che lo aveva accompagnato nell'età adolescenziale Li metterei sotto sì, vedresti che ometti ti tiro fuori. Li rivolto come calzini proprio. Sai come tenessi agli allenamenti, allora. MAh, forse dovrei propormi al preside, prendere le redini e condurre Serpeverde alla vittoria. Solo polvere e ossa rotte per Grifondoro, mi pare chiaro. La tradizione deve essere mantenuta.
     
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