È quasi sempre bello se dal buio arriva il giorno

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    Aveva capito, James, di aver fatto un'enorme gaffe. Seppur sembrasse tutto fuorché attento ai dettagli, sapeva essere estremamente perspicace, specie quando in gioco era la sua serata. Con Lilac era stato davvero bene, si era divertito ed era rimasto piuttosto intrigato dalla personalità piperina della bionda. Seppur sapesse che la stagione di Quidditch sarebbe ricominciata e loro si sarebbero trovati ben presto su due barricate differenti, egoisticamente non voleva concludere quella serata con l'amaro in bocca. Al di là di tutto era rimasto piacevolmente sorpreso da ciò che aveva intravisto dietro la figura ermetica della stella del Quidditch, e tornare indietro a quando i loro rapporti erano relegati agli incontri sul campo, gli sembrava un grosso spreco. L'elettricità che aveva percipito tra loro all'interno della grotta, gli aveva lasciato addosso una piacevole sensazione euforica, di fronte alla quale, James sembrava voler ignorare tutto il resto del controllo. Lilac era bella, intelligente, e decisamente frizzatina; nel poco tempo passato insieme era riuscito a sfidarlo più volte di tanti altri suoi incontri, mettendolo a tratti anche in difficoltà. Sapeva prenderlo, e lui, era certo, che in fondo, nemmeno la bionda si era poi pentita tanto del tempo passato insieme. « Ma davvero? Al di fuori del mondo del Quidditch proprio non ce la fai, eh? Detto questo, domanda che sorge spontanea. Perché non invitarla al ballo? » Appare visibilmente sorpreso di fronte al nome che compare sul biglietto di lei. Dire che se lo aspettasse era un tiro lungo; James ha pensato di invitare Malia, soprattutto per tentare di sistemare le cose con lei. Durante i loro anni di amicizia ha tentato di fare con lei la cascamorto più di una volta; a ben pensarci Malia c'è sempre stata, in ogni fase della sua crescita. Probabilmente la Stone è sempre stata un po' parte della sua esistenza, e potrebbero esserci stati momenti in cui non l'ha vista esattamente come una sorellina. Nel corso degli anni, il giovane Potter ha tentato di mandarle segnali più volte. Tuttavia, la morta è sempre rimasta off limits, in primis per via della loro amicizia, e poi, perché lei sembrava aver deciso di trovare chiunque altro più interessante. Prendeva sempre sullo scherzo i suoi tentativi di andarle incontro, finché forse, ad un certo punto si è semplicemente stancato. « Perché mi andava di invitare te. » Asserisce stringendosi nelle spalle. « E poi dai.. si sa che le fate sono bugiarde.. » Non si sente prettamente soddisfatto della sua spiegazione. Seppur conosca ben poco Lils, sente di doverle un po' di più. Purtroppo vengono interrotti da un'inaspettata proposta di matrimonio, alla quale James assiste con vivida emozione. E' contento per il fratello; alla fine ce l'hanno fatta, ed è certo che questa volta sarà la volta buona. Le cose stanno andando bene; c'è un po' di serenità nella loro vita, e non capisce per quale ragione, l'unico a non trovare affatto pace è proprio lui. Da sempre il fratello spensierato, da sempre il perenne Peter Pan della famiglia, da sempre quello sorridente e allegro; dietro quella personalità apparentemente leggera, il giovane Potter celava ben altro, e solo allora, colto in un momento di colpevolezza, si rese conto di essersi rabbuiato. Congratulatosi quindi con il fratello e la futura cognata, perdendo un po' di tempo in compagnia degli altri, in attesa dell'incoronazione della nobiltà della festa, James continuò a rimuginarci sopra a quanto appena successo, seppur ridesse e scherzasse coinvolgendo Lily in mezzo ai suoi amici e conoscenti. Ad un certo punto afferrò una bottiglia di champagne da uno dei tavoli del rinfresco e prese la biondina a braccetto. « Ti va di farci un giro? Non sono mai stato a Portland. » Spiega così il suo desiderio di appartarsi dalla festa. Non ha strane idee in testa - seppur, non è certo nemmeno di questo. Vuole solo parlarle, assicurarsi che quella serata non si sarebbe concluda per nessuno dei due con questioni in sospeso o parole non dette. James aveva bisogno di chiarezza nella propria disordinata vita, e doveva probabilmente della chiarezza anche alla sua accompagnatrice. Al di là delle infinite pieghe che poteva prendere quella serata, non voleva lasciare quella situazione in bilico, almeno in parte. Prese a camminare lungo un viottolo in mezzo alla foresta, beandosi del silenzio che regnava sovrano man mano che si allontanavano dalla festa. Il rumore del mare in lontananza sembrava farsi sempre più prossimo man mano che prendevano le distanze rispetto al punto nevralgico della festa.
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    Ad un certo punto gettò uno sguardo in direzione della ragazza schiarendosi la voce. « Senti.. rispetto alla cosa di prima.. » Cominciò preannunciando che intendeva andare almeno in parte a fondo della questione. Probabilmente non sarebbe stato in grado di farlo fino fondo, semplicemente perché nemmeno lui aveva capito cosa le fate volessero dirle. Di certo in quel momento si sentiva leggero, e di certo molto intenzionato a ignorare qualunque questione freudiana c'entrasse in quella diavoleria delle insidiose creaturine. « Questa sera io sono stato un sacco bene, Lils. Dico davvero. » Non me lo aspettavo. Era limpido ed estremamente umile nel metterle sul piatto quelle semplici riflessioni a caldo. « Mi dispiacerebbe se pensassi che sei stata una specie di ruota di scorta. » James non era il tipo; se anche avesse voluto farlo, non aveva l'aplomb necessario per far passare fischi per fiaschi. Il suo pacchetto era abbastanza cristallino. Ti becchi esattamente ciò che vedi, nel bene e nel male. Aveva chiaramente i suoi assi nella manica, ma non amava fare giochetti con le persone per i suoi comodi. « Ammetto che ho pensato di invitarla al ballo.. è una cara amica. Ci conosciamo da una vita. Però.. non mi andava. » Dopo il piccolo screzio tra i due, e rendendosi conto che oltretutto con Malia, James ha perso più di un treno, il ragazzo ha deciso alla fine che aveva bisogno di qualcosa di nuovo, forse di inaspettato. « Se conoscessi Malia sapresti che, per quanto trasparente è un pacchetto complicato. » Non lo dice né con amarezza, né tanto meno con particolari inflessioni di natura emotiva. Una semplice constatazione, di cui non ha paura. « Ed io non ho molto la testa di stare dietro alle cose complicate. » James scappa dal dramma come il diavolo dall'acqua santa. Ammette che ogni situazione è un po' un salto nel buio. Potrei tranquillamente averti confessato queste poche semplici cose, e andare incontro a un dramma ancora più complesso. Di scatto estrae il biglietto delle fate. Non lo aveva ancora letto; se lo passa tra le mani ancora piegato a metà. « Non l'ho ancora letto. » Afferma, mentre le rivolge un leggero sorriso. « Ti lascio la scelta. » Mi permetterai ancora di leggerlo o meno, Lils? Attende per qualche istante e poi si inumidisce le labbra. « Resti qua per la notte oppure torni a casa? » Gli chiede ad un certo punto di scatto, sollevando un sopracciglio. « Per sapere se devo riaccompagnarti.. ovviamente. » Ovviamente. Sempre che tu voglia essere ancora riaccompagnata.



     
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    « Perché mi andava di invitare te. E poi dai.. si sa che le fate sono bugiarde.. », inarca le sopracciglia, Lily, sorridendo all'affermazione più paraculo mai udita nel corso della serata. Bel tentativo, Potter. Scegliendo di non aggiungere altro, né tanto meno di mettere il naso in situazioni che non la riguardano, Lily trascorre la successiva mezz'ora chiedendosi cosa avrebbe potuto trovare nel proprio, di biglietto, essendo stata interrotta la conversazione con James più volte - dalla proposta di matrimonio del fratello e dall'incoronazione di Re e Reginetta di Maggio. Questo prima che lui la prendesse a braccetto, agguantando una bottiglia di champagne e avanzando una di quelle iniziative che appaiono interessanti già in partenza: « Ti va di farci un giro? Non sono mai stato a Portland. », la Serpeverde annuisce, tenendo stretto un calice vuoto che ha tutta l'intenzione di essere riempito, mandando così all'aria le raccomandazioni sull'alcol da parte degli Scamander - che conoscono bene i precedenti di Lily in materia. Non lo regge affatto, ecco. Raggiungono la riva dopo aver attraversato un breve tratto di foresta. Il paesaggio è molto simile a quello osservato prima di arrivare alla festa, solo che adesso il cielo si è tinto di un blu notte. « Senti.. rispetto alla cosa di prima.. », scatta in aria, Lils, non aspettandosi che il momento della verità potesse infine giungere. Siede sulla sabbia e copre le gambe con la gonna del vestito, proteggendole dal vento fresco che profuma di sale. Domani febbre a trentotto, pensa, cercando di spezzare mentalmente l'agitazione e di non dare troppo peso alle parole che adesso James pronuncerà - lei che dà sempre troppo peso a tutto. « Mi dispiacerebbe se pensassi che sei stata una specie di ruota di scorta. », sorride a metà, Lily, abbassando lo sguardo in direzione della riva per non dover fronteggiare troppo a lungo quello del Grifondoro. Le fa piacere quell'ammissione, soprattutto perché avverte una nota di sincera preoccupazione nella frase. Non sembra confezionata a tavolino. Comunque non è questo il punto, riflette, ma lascia prima che James concluda il discorso, descrivendo Malia come una cara amica ed al contempo un pacchetto complicato. «Ma figurati, non sono offesa. Ho sempre saputo di essere fuori classifica, commenta, dandosi arie con una punta di sarcasmo. Si sa che i migliori sono sempre al di sopra di un presunto primo posto, cioè fuori classifica. Secondo quel ragionamento, dunque, Lily non occuperebbe la seconda posizione, solo per non aver trovato il proprio nome sul biglietto. In ogni caso, si serve di quella battuta soprattutto per cacciare via l'atmosfera di disagio accennato che è calata tra di loro. «Conosco Malia. Magari non quanto te, ma siamo state molto unite in passato...», non c'è bisogno di fare riferimenti espliciti a Sam e alla sua relazione con la Stone. E' un argomento di dominio pubblico. «Ed anche adesso. Siamo buone amiche. Non mi aspettavo di leggere il mio nome sul tuo biglietto, però, ecco... Mi aspettavo di meno di leggere quello di Malia. », Lily sorride timidamente rispetto al suo solito. «Penso tu possa intuire quanto sia stato strano, per me.», scoprire che avresti voluto, a detta delle fatine, trascorrere il ballo con la ex di mio cugino, per la quale abbiamo patito un po' di pene dell'inferno, insomma. «Capisco il tuo punto di vista. Neanch'io sono per le vicende complicate.», soprattutto all'interno di una squadra: basta vedere i trascorsi tra Sam e Malia, tanto per citare due nomi a caso. «Capitolo chiuso? Oppure devo aspettarmi altri colpi di scena?», taglia corto Lily, partendo poi con una sfilza di esempi del tipo: «Non è che per caso sei sposato e non lo sai? Figli? ... Debiti da gioco d'azzardo?», con la sua raffica di domande, Lily riporta la conversazione su toni più leggeri. « Non l'ho ancora letto. », la interrompe poi James, tirando fuori il famoso bigliettino, quello su cui Lils si è interrogata poc'anzi. « Ti lascio la scelta. », aggiunge, dandole il tempo di calcolare la prossima mossa. «Avanti, aprilo.», risponde subito, strappandoglielo dalle dita una volta appurata la sua espressione soddisfatta. Ma certo. «Sono davvero colpita, James. Non sapevo fossi un esperto di Creature Magiche come - lasciamelo dire - la qui presente Scamander. Le fate bugiarde... Chi avrebbe mai detto fosse vero? E' una caratteristica che non conoscevo.», sostiene, un'espressione beffarda dipinta sul volto. E' in quel momento che stappa la bottiglia di champagne, versandone un po' nei due calici che hanno portato dietro. «Alle fate bugiarde, brinda, avvicinandosi a James senza troppi preamboli, complici le bollicine frizzanti che ha appena deglutito. « Resti qua per la notte oppure torni a casa? Per sapere se devo riaccompagnarti.. ovviamente. », ascolta le sue parole con attenzione, dando però una risposta che potrebbe significare tutto e niente: «Non ho un piano prestabilito.», dipende da cosa succede, immagino.
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    «Il mio ruolo mi costringe a improvvisare. Questo ha leggermente influenzato anche il carattere.», perché si sa che i boccini sfuggono e basta, senza possibilità di fare calcoli matematici allo scopo di prevedere la traiettoria che sceglieranno. «Tu cosa pensavi di fare?», domanda, alzandosi da terra e spazzando via i granelli di sabbia dal vestito. «A parte accompagnarmi a fare un bagno a mare. Sai, dicono che l'acqua di Portland sia miracolosa per le contusioni da Quidditch. E' un'altra conoscenza che possiamo aggiungere al nostro bagaglio culturale, oltre a quella delle fate bugiarde, detto questo, si avvicina alla riva camminando all'indietro, per poi immergersi nell'acqua miracolosa che tanto ha decantato.
     
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