Ha la camera sottosopra. Ci sono vestiti ovunque sopra il letto, sopra la poltroncina ai suoi piedi, sopra la sedia della scrivania e, strano a dirsi, qualcosa pure dentro la valigia. Non partirà prima di quattro giorni, ma non sarebbe Olympia Potter se non avesse già cominciato con largo anticipo i preparativi per qualcosa. Ma in quel momento non è lì per provare a sistemare quel macello, per far tornare la stanza ad un aspetto normale, quanto per cercare il Palo Santo da bruciare in quella sessione strategica del salone di bellezza che si apre solo ed esclusivamente per Ted Lupin, una volta a settimana. Alza questo e l'altro foglio, rovistando sopra la scrivania, spostando i flaconcini dei prodotti per la skin care che ha intenzione di portarsi dietro in Spagna, per ritrovare finalmente la confezioncina di legnetti. Torna tutta soddisfatta in cucina, lì dove ha lasciato quell'adorabile essere del suo miglior amico dall'aria pienamente soddisfatta, tra la maschera spalmata in faccia
- uno degli ultimi intrugli che la piccola alchimista è riuscita a fare dentro la sua serra -, il sushi da una parte e il vino bianco - assolutamente bio pure quello - ghiacciato dall'altro . Fa scivolare fuori dalla tasca il cellulare, decidendo di immortalare quel momento, sapendo perfettamente che quella foto finirà, insieme a tante altre, nella cascata luminosa che ha sopra la scrivania. Lì dove ci sono tutti, famiglia, amici, chi non è nemmeno più troppo presente nella sua vita, nessuno escluso.
« Oi mi raccomando, controlla bene l'età quando fai lo swipe quello positivo, eh. Che un paio di volte mi sono trovato a uscire con le sedicenni e..cioè..è vero che adesso sembrano tutte grandi, però vorrei evitare i titoli tipo "Ted Lupin pedofilo". » Scuote la testa, mentre accende il piccolo bastoncino di legno il cui profumo inebria all'istante la sala, per poi sedersi al suo fianco sul divano, riprendendo il suo posto di diritto sullo scranno della regina dell'account Tinder di Ted. Non conosceva nemmeno quell'app, prima che gliene parlasse il ragazzo e, come molte cose nuove che appaiono di fronte ai suoi occhi verdastri, la rossa si è prefissato un certo traguardo da superare: il riuscire a trovare un match abbastanza convincente da intrigare a tal punto il giovane Lupin da costringerlo ad uscirci non più solo per una botta e via, ma decisamente per motivi più profondi. Un'ardua sfida, quella, che fino a quel momento non ha propriamente dato i suoi frutti, a ben vedere.
« Ma hai impostato bene il rage di età in cui vorresti andare a pescare? » Gli domanda, alzando impercettibilmente un sopracciglio ramato, mentre il pollice si muove sullo schermo.
« Che poi bo..nove anni...che saranno mai? Sono giovane pure io. Quando hai il buon senso, l'età legale è un po' una stronzata, oggettivamente. » Scuote la testa, la rossa, fingendo bellamente di non averlo sentito parlare minimamente. In fondo, lo sanno benissimo entrambi che il buon senso accostato a lui non formano una coppia vincente. Fissa perciò lo schermo, riprendendo il compito di lettura dell'info box delle varie ragazze che le compaiono sotto gli occhi. Un paio di volte si ritrova a fare espressioni abbastanza eloquenti in presenza di quella e l'altra bella ragazza. Ma l'indice scivola sempre verso sinistra.
« Troppo bella. » Swipe a sinistra.
« Le piacciono l'arte e il balletto. Com'è che ti compare tra i possibili match? Ted non è che hai cambiato nuovamente i tuoi parametri di ricercare per uscire con le ballerine "perché sono più flessibili e snodate"? » Swipe a sinistra.
« Oddio a lei spezzeresti il cuore come niente. » Swipe a sinistra.
« Beh, beh, che dire? E' troppo per te, ma in effetti sarebbe perfetta per me. » Ridacchia, lasciando scivolare lo schermo sotto il naso del moro, affinché possa ammirare anche lui Robin Smith, iscritta a Magisprudenza, dagli enormi occhi azzurri e l'incarnato leggermente abbronzato, capelli castani, molto ricci. Decide di metterle il cuore, alla fine, aspettando a vedere la reazione dall'altra parte.
« Non mi capacito di come sia possibile che tutte queste meravigliose ragazze, che sembrano avere così tanto da dire e raccontare, si affidino ad un app di incontri. » Una constatazione, quella, che le esce a fior di labbra, mentre continua a fissare le foto che si riflettono nei suoi occhi. Alza poi un indice in direzione di Ted, a mo' di monito.
« Non ci provare. Non dirmi la tua sul perché usano Tinder. Lasciami vivere nel mio mondo fatato dove non tutti sono come te. » Abbozza un sorriso, piegandosi in avanti per rubare un onigiri con sopra una strisciolina di avocado.
« Che poi, pure tu no, per fare solo quello, non ti basta incontrarle per i locali? Sei bello, famoso, sportivo e tutte queste qualità riescono pure a colmare un po' le lacune sul lato intelligenza.. » Si stringe nelle spalle, angelicamente, per poi addentare il triangolino di riso.
« Perché Tinder? » Mossa dalla curiosità, lo fissa negli occhi, nel momento esatto in cui lui sembra essere colto da un'improvvisa illuminazione.
« Te lo ricordi che se in bio ci sta scritta roba tipo "lupetta doc" o giù di lì è subito abort mission, ve'? Quelle sono pazze in culo: me le ritrovo sotto casa per i prossimi trent'anni. » Si gratta la testa, leggermente a disagio. Se le ricorda bene, le adepte dell'
armata, non sono state poche le volte in cui l'hanno aggredita sotto una loro foto su Witzagram, come un branco di animali affamati intorno ad un cosciotto di carne succulento.
« Ti prego, non mi ricordare certe cose che ancora ho l'ansia a commentarti le foto sapendo che mi verranno sotto a chiedermi se stiamo insieme. Io e te. Cioè, come se venissero a chiedermi se sto con James. » Scrolla la testa, allungandosi per prendere il bicchiere di vetro per bere qualche sorso di vino, prima di accogliere la testa del ragazzo sulle proprie gambe. Appoggia il bicchiere ai piedi del divano, il cellulare sul bracciolo dietro di sé e con la bacchetta richiama a sé i pezzettini di cetriolo che ha tagliato nel tardo pomeriggio, prima del suo arrivo.
« Fermo un attimo. » Posiziona due cerchietti sopra i suoi occhi.
« Cinque minuti di posa. » Decreta poi, prima di tornare con una mano al cellulare e una che affonda tra i capelli del moro, per una sana sessione - che dovrà essere ricambiata - di grattini.
« Comunque da quel che vedo su wizta anche tu non te la passi bene, eh. Tra gli arrapati e le tiziette impiccione, ho letto certi commenti che proprio hashtag shook. » Annuisce, a labbra strette.
« Gli arrapati sono un acquisto recente, eh, non so nemmeno da dove siano usciti fuori. Fino all'anno scorso c'erano solo quelli che chiedevano com'è che ancora non mi fossi fatta suora. Gli "a frigida" sotto le foto con i maglioni a collo alto si sprecavano. Ma non dimentichiamoci della categoria "Hai rotto il cazzo con tutto questo politically correct e i tuoi pensieri filosofici", loro li amo, giuro. Anche se, alle volte, certi mi fanno mettere un po' in discussione il suffragio universale. » Oddio che ho detto. Una roba quasi del tutto fuori dagli schemi di ragionamento egualitario della piccola Potter, seppur ricorrente nei suoi pensieri quando si ritrova a dover discutere con certi leoni da tastiera, dalla mentalità ristretta quanto le narici del naso.
« Questo Midsummer ha proprio fatto girare le teste. » Ah, ma tu qua volevi andare a parare, eh? Maledetto. « Lympyyyyy.. » « Teeed.. » « Ti sei beccata la cottina per Peter Paciock? » « Falla finita! » « Ve lo siete dati un bacetto? Dai che siete carini. Confidati con Ted. » Sbuffa sonoramente, mentre blocca i grattini, in segno di protesta, andando a recuperare il vino.
« E dov'è che l'avresti sentita questa cosa? Su Witza non credo, c'era roba più interessante da riportare.. Oh, aspetta, parliamo di James comare Potter per caso? » E come potrebbe essere altrimenti? I due sono talmente inseparabili, fin da bambini, che la piccola versione di sé li identificava come i siamesi di Lilli e il Vagabondo.
« Vabbè, prima di tutto: la cotta, dai, anche meno. » Fortuna hai gli occhi otturati dal cetriolo. « Secondo: solo un bacetto? Ma per chi mi hai presa? Sono andata dritta dritta in terza base, senza poche manfrine e cerimonie. Sai, c'era questa grotta isolata, al di là di una cascata, che ti urlava troppo "Infrattatevi!", eravamo entrambi bagnati - interpretala un po' come vuoi - e chi ero io per dire di no? » Esattamente Olympia Potter, che non la sgancia nemmeno a pagarla oro? Esattamente. Sbuffa, quando il silenzio si fa troppo prolungato dall'altra parte, segno che forse forse è davvero poco credibile.
« Okay, va bene, c'è stato un bacetto, nella suddetta grotta. » Decide di evitare di raccontargli di quando da bambine, lei, Dory e MJ fossero convinte che Peter fosse uno di quelli che quando bacia sbava un po', teoria altamente confutata dai fatti.
« Ma no, prima che tu lo chieda, ci siamo fermati là. Lo sai che, insomma, devo un attimo carburare prima di arrivare là. » Borbotta, schiarendosi appena la gola. In fondo, la rossa non l'ha mai fatto senza provare effettivamente qualcosa. Mai una botta e via, mai un qualcosa senza alcun tipo di legame, con il primo sconosciuto beccato a caso. Sono due binari, quelli, che nella sua testa non riescono a non andare di pari passo ed è forse per questo motivo che si è ritrovata ad interrogarsi, più e più volte, circa il proprio rapporto con la sessualità, essendo lei l'ultima ruota del carretto delle sue amiche, che sono sempre state più spigliate, più libere e aperte.
« Questo Midsummer ha fatto girare tante teste, ma non la tua. A dire che c'era il banchetto delle scommesse già pronto per puntare su chi sarebbe stata la donzella che te l'avrebbe fatta girare a forza di ceffoni. » Ridacchia, tornando a prendere il cellulare di Ted.
« Ovviamente tutti hanno puntato su Joy, neanche a dirlo. » Sbuffa fuori una risata, mentre smuove appena il sedere contro il divano per sedersi più comoda. E' indecisa se dirgli o meno che lei avrebbe puntato tutto su Vic, se solo fosse stata dalla loro parte della Manica. Alla fine tace, piegando le labbra verso l'alto non appena riprende a scorrere le foto.
« Senza nemmeno vederla, fatti guidare dal sesto senso. Si chiama Sally, ventidue anni, castana chiara, occhi da Cleopatra, corso Auror, adora combattere corpo a corpo - okay, già so che sarà uno swipe a destra dopo questa -, ha un gufo di nome Chris. Ah, le piacciono i fast food. Scuoricino? » Gli domanda, ballettando la gamba destra sotto di lui, giusto per dargli fastidio. Aspetta le sue direttive, bevendo un altro sorso di vino accompagnato ad un altra palletta di riso imbevuta di soia e wasabi.
« Quindi insomma, essendo una festicciola decisamente nelle tue corde, specie per quanto riguarda la caccia, com'è che non ti sei fatto vivo? Neanche un messaggio mi hai mandato, scellerato. »