It's as if I'm playing with fire

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    Per portare la signora Prince a comprarsi un oggetto tanto abietto come un cellulare, ci voleva davvero una questione di importanza capitale. E tale questione era nientemeno che lo smacco per eccellenza, ricevuto dalla donna nel momento in cui un gufo era atterrato sul suo davanzale alle prime luci di un mattino qualunque, portando con sé una lettera da parte del figlio. Al suo interno, sommersa da righe inutile volte a confondere le acque, c'era la vera informazione cardine: Tommy non sarebbe tornato a casa per l'estate, ma sarebbe rimasto ad Hogsmeade per concentrarsi in vista della sessione di Settembre. Tra fulmini sullo sfondo e la soave aria di carmina burana quali O Fortuna, la donna sembrava proprio aver preso bene la notizia. Tanto che si era subito informata per comprare uno di quegli aggeggi che tanto odiava soltanto per poter così chiamare (e soprattutto videochiamare) il figlio in qualsiasi momento. Ovviamente l'inaugurazione dello strumento demoniaco era stata la bella ramanzina che Tommy si era beccato nella più alta qualità sonora, persino superiore a quella di una strillettera. Eppure, alla fine, era riuscito a cavarsela facendo leva sul fatto che pure altri (nomi rigorosamente scelti in base alla lista di fiducia di sua madre) rimanessero nel campus. Con un guizzo di genio, poi, Tommy le aveva dato il colpo di grazia buttando nel discorso il fatto che in fin dei conti poteva sempre andare peggio, dato che in molti stavano organizzando delle vacanze a cui avrebbero potuto idealmente invitarlo. Poco importava che fosse una menzogna, tanto bastò a convincere la donna che forse, quello di rimanere ad Hogsmeade non era lo scenario peggiore. Inutile dirlo: dopo un tale exploit da mentalista, Tommy si era sentito particolarmente intelligente e carico ad affrontare quel paio di esami rimasti in sospeso.
    Era stato quindi con tale spirito che aveva deciso di contattare la persona più affidabile del corso Auror: Hugo Weasley. Noto per aver ripreso tutto dalla madre, il figlio di Hermione era sempre stato noto sin dai tempi della scuola per essere una delle menti più brillanti. Tommy lo aveva sempre guardato con una certa ammirazione, fissandolo a ideale irraggiungibile di quel puro e semplice talento innato che a lui non era di certo stato donato. L'ex Grifondoro non sapeva cosa significasse, trovarsi a lezione e capire immediatamente tutto ciò che il professore di turno diceva; per lui la strada era sempre stata accidentata e piena di imprevisti che gli richiedevano un notevole sforzo mentale, l'aiuto di qualche anima mia e numerose ore passate a sbattere la testa sui libri ed esercitarsi instancabilmente con la bacchetta pur di raggiungere un risultato quantomeno accettabile. Hugo, ai suoi occhi, era un po' la Regina George dell'intelletto: non aveva alcun difetto e se gli avesse dato un pugno in faccia lo avrebbe raccontato in giro per anni come un'esperienza magica. Eppure, una volta immatricolatosi, Tommy aveva scoperto che persino il giovane Weasley aveva delle difficoltà: gli allenamenti fisici. E anche qui, per Prince si toccava un tasto dolente. Quante lacrime e quanto sudore ci erano voluti per buttare giù quei chili di troppo! Quante risatine alle spalle aveva dovuto sopportare ogni volta che si vedeva costretto a non completare il giro di corsa perché visibilmente stremato. Un dolore, quello, che aveva alleviato col tempo e con la perseveranza - come sempre - fin quando non era lentamente entrata in gioco l'abitudine. Tuttavia i sacrifici da fare non erano di certo finiti: si era imposto una dieta ferrea che non poteva in alcun modo trasgredire, e se avesse smesso di allenarsi anche solo per pochi giorni il suo fisico ne avrebbe risentito subito. A volte gli sembrava di scalare una montagna di cui non riusciva nemmeno a intravedere la cima; non si sentiva mai soddisfatto, attanagliato dalla paura di perdere i progressi fatti e con la convinzione mentale che nulla di tutto ciò gli sarebbe mai stato sufficiente. Quando si guardava allo specchio, ai suoi occhi c'era sempre qualche chiletto in più da perdere, qualche sproporzione da correggere o qualche lembo di pelle troppo flaccido. Aveva leggermente accennato la cosa soltanto a sua madre, che l'aveva velocemente liquidata dicendogli che quelli erano problemi da donne e che doveva smettere tanto di parlarne quanto di pensarci. Così Tommy aveva fatto quel che poteva: aveva smesso di parlarne.
    Con Hugo si era dato appuntamento al Parco della Liberazione per la mattinata, così da evitare le ore più calde del pomeriggio che avrebbero di certo reso la situazione molto più difficile. Per non fare brutta figura si era presentato con mezz'ora di anticipo, così da non rischiare di dare l'impressione di abusare del prezioso tempo del Corvonero. Aveva quindi messo il caffè in un thermos tattico ed era passato da Starbucks per comprare qualche cornetto, tra i quali ne figuravano un paio integrali senza farcitura - per sé, ovviamente. Per Hugo, invece, non sapendo cosa gli piacesse, aveva preso un po' tutto, cercando di parare tanto i colpi dei gusti quanto quelli di possibili intolleranze. Gli era sovvenuto solo una volta pagato, che al giovane Weasley potessero non piacere i croissant. Tuttavia, dopo un buon quarto d'ora di panico e pippe mentali, era arrivato alla conclusione che non ci fosse anima viva sulla faccia della Terra a cui non piacessero i cornetti di alcun tipo.
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    Quando vide arrivare il ragazzo, si alzò istintivamente dalla panchina come se avesse una molla sotto al sedere. No oddio, sembro strano. Che mi alzo a fare? Si rimise quindi subito a sedere. E se non mi ha visto? Si rialzò, cercando di scansare il nervosismo con uno dei suoi ampi sorrisi, sventolando nel mentre una mano per farsi notare. « Ehy Hugo! » disse, quando fu abbastanza vicino. « Grazie davvero per aver accettato di aiutarmi. Sicuramente tu avrai finito la sessione in maniera stellare. » Ridacchiò. « Per sdebitarmi ho preso la colazione. » nel dirlo, indicò velocemente la busta con un'occhiata. « Caffè e..qualche cornetto. Ti piacciono i cornetti, vero? Perché non sapevo bene i tuoi gusti, quindi li ho presi un po' assortiti. » Ecco, me lo sento, i cornetti non gli piacciono e adesso ho fatto una figuraccia. « Pure quelli senza glutine. » Magari gli farà comunque piacere l'accortezza. Non lo so. Sto sudando. Sono certo che se me l'avesse presa lui la colazione, avrebbe di sicuro scelto le cose che mi piacciono di più perché capisce tutto al primo sguardo. Mamma mia, faccio schifo in queste cose. Per placare la tachicardia, Tommy decise che la cosa migliore fosse mettersi a sedere e chiudere la bocca. Aprì quindi la busta, tirandone fuori uno di quei due cornetti tristissimi e versandosi un po' di caffè dal thermos nella tazzina di carta vuota. Strappato con i denti un pezzo di croissant, cominciò a masticarlo con fin troppa cura, prendendosi tutto il tempo necessario a pensare la sua prossima mossa in termini di small talk pre-allenamento. « Mmmh...allora...come va? Ho visto che un sacco di gente sta organizzando di partire per le vacanze. Tu farai qualcosa? »

     
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    Per diverse settimane, pressapoco da quando le lezioni del secondo semestre al Campus erano terminate, Hugo Weasley era uscito dai radar. Prove tangibili della sua esistenza erano state riservate a pochissime persone: la famiglia - entro e non oltre il primo grado di parentela, da quanto non presenziava ad un pranzo domenicale? Nonna Molly doveva essere su tutte le furie! -, gli amici più stretti a fasi alterne e Malia, che a onor del vero distava solo un corridoio di distanza dalla cella di clausura del nostro novello monaco. Lo stile di vita che Hugo aveva condotto pressapoco da Maggio a Luglio, in effetti, sembrava in tutto e per tutto una fedele riproduzione dello scorrere del tempo in un monastero. Si svegliava presto, faceva una colazione abbondante e lenta in cui riusciva addirittura a fare una conversazione intera con la sua coinquilina, dopodiché spariva per ore e ore, chiuso nella sua camera. Il perché è presto detto: lo studio. Non che fosse indietro con gli esami, Hugo accademicamente era sempre stato un orologio svizzero, ma si era prefissato di chiudere il secondo anno del Corso Auror entro e non oltre la sessione estiva, così da poter arrivare al primo semestre del terzo anno pronto per la caccia ad un professore che lo accompagnasse fino alla laurea. Scegliere di quale materia occuparsi era come entrare in una gelateria piena di gusti buonissimi, impossibile scegliere. Criminologia Applicata? Diritto per la cooperazione magica internazionale? Arti Oscure? In quasi tutte le materie aveva portato a casa un voto molto più che dignitoso e tutte gli avevano dato un certo brivido, capaci di stuzzicare la sua intrinseca curiosità. La sessione estiva, poi, non aveva aiutato perché ad aggiungersi alla lista di materie incredibilmente interessanti era arrivata anche "Media e Sicurezza", un nuovo esame opzionale che aveva scelto in funzione del dilagare di wiznet nel mondo magico. La carriera universitaria di Hugo era costellata di soddisfazioni, a rovinare l'idillio - e ad abbassare leggermente la media - c'era solo un piccolissimo ostacolo: le maledette esercitazioni pratiche. Sul combattimento corpo a corpo si era dimostrato negato, nei duelli magici se la cavava leggermente meglio grazie all'enciclopedica conoscenza di incantesimi offensivi.. ma bastava che venisse preso vagamente alla sprovvista, magari alle spalle, perché subisse l'ira dell'avversario. Era in questo tragico contesto che aveva approfondito la conoscenza di Tommy Prince, una matricola che gli avevano dato come comparso di esercitazione. Quando avevano iniziato, a inizio anno, Prince era una montagna semovente, altissimo e larghissimo rispetto a Hugo, che in confronto sembrava un piccolo spaventapasseri rachitico. Tommy aveva molto potenziale ma, Weasley scoprì subito, non sapeva sfruttarlo granché. Nonostante tutto, quel gigante buono gli andò subito a genio. L'aspetto che più preferiva di Tommy era la sua ostinata caparbietà, il fatto che non si desse mai per vinto e continuasse a perseverare fino al raggiungimento dell'obiettivo; durante la sessione estiva, aveva spesso pensato al suo compagno di corso, facendosi quasi ispirare dalla consapevolezza che non si sarebbe arreso alla fatica.
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    Gli andava così tanto a genio che, quando Hugo scoprì che il collega aveva qualche problema con le materie più teoriche, si offrì subito di aiutarlo, gratuitamente. Nulla a che vedere con le ripetizioni che impartiva a tutti gli altri.

    Alla fine, Hugo vinse la propria battaglia. A inizio Luglio chiuse il secondo anno e poté iniziare le meritate vacanze, che la sessione estiva non era neppure ufficialmente chiusa. Fu in questo contesto che Tommy si fece sentire, richiedendo quell'aiuto che lo stesso Hugo gli aveva offerto. Si misero d'accordo per iniziare l'indomani stesso, senza perdere tempo prezioso, al campus di Hogsmeade. Hugo arrivò cinque minuti prima del previsto: smaterializzarsi da Londra non era uno scherzo per un neopatentato e fare tragitti così lunghi gli lasciava di tanto in tanto un certo senso di vertigine, nonostante avesse fatto molta pratica durante tutto il semestre. Malgrado l'anticipo, Tommy era già arrivato al luogo dell'incontro. Lo vide alzarsi, risedersi, alzarsi nuovamente in quel goffo comportamento di cui Hugo faceva spesso finta di ignorare, per non mettere in imbarazzo il compagno. Si imbarazzava facilmente, l'aveva notato immediatamente, e nonostante fosse dimagrito notevolmente durante l'anno, divenendo un bellissimo ragazzo, Tommy continuava ad imbarazzarsi e Hugo continuava a far finta di niente. « Ehy Hugo! Grazie davvero per aver accettato di aiutarmi. Sicuramente tu avrai finito la sessione in maniera stellare. » In effetti sì, ma non siamo qui per farmi pavoneggiare! « Ma figurati, è un piacere. Poi ora sono libero.. sì, ho finito la sessione! Anche se Wilkinson di "Media e Sicurezza" mi ha dato un po' di filo da torcere. E' un esame nuovo con materiale e studi nuovissimi quindi sono andato un po' alla cieca.. ma se ti interessa Wiznet, te lo consiglio! » Parlare del più e del meno era una tattica che solitamente Hugo usava per mettere a proprio agio Tommy durante le esercitazioni. A volte riusciva, a volte no. « Per sdebitarmi ho preso la colazione. Caffè e.. qualche cornetto. Ti piacciono i cornetti, vero? Perché non sapevo bene i tuoi gusti, quindi li ho presi un po' assortiti. Pure quelli senza glutine. » Sorrise istintivamente. Nel mondo cinico e razionale in cui viveva Hugo, le premure che Tommy generalmente riservava al prossimo erano quasi un toccasana. Era probabilmente l'essere umano più generoso che avesse mai conosciuto.. ed era cresciuto tra i Weasley, generosi per definizione! « Non dovevi, davvero! Ti ringrazio. Ma un caffè non lo rifiuto mai. » Lanciò un'occhiata alla busta. Quanti dolci aveva preso? Uno di ogni gusto uguale troppi. Ma, pensò, facendogli notare questo dettaglio avrebbe rischiato di sottolineare, più che la sua generosità, un certo attaccamento per il cibo. Il cibo, per un ex obeso, è sempre un tallone d'Achille, anche trasversalmente. Aggiunse velocemente: « ..e anche un bel cornetto o due! Ero di fretta e non ho fatto colazione stamattina, ho una fame! » Una bugia bianca. Gli si sedette accanto e recuperò un cornetto. Uno molto diverso da quello che aveva iniziato a mangiare Tommy. Hai lasciato a me questi pieni di marmellata e per te ti sei scelto quelli vuoti. Notò immediatamente la differenza e, nello sceglierne uno per sé, evitò accuratamente l'ultimo cornetto vuoto, così da lasciarlo a Tommy se avesse voluto fare il bis. Ne recuperò uno alla marmellata di frutti di bosco. E' buonissimo! ...ma porre troppo l'accento su questo particolare non farà che attirare la sua attenzione su un ripieno che lui non ha. La scelta più ovvia quindi fu colmare il silenzio grazie al caffè, unico punto in comune. « E' ancora caldo! Aaah, ci voleva proprio. Grazie ancora Tommy! Abbiamo iniziato questa sessione di studio proprio col piede giusto. » Posò meglio la tracolla che si era portato con sé. Tommy non aveva ben specificato per quale esame gli servisse aiuto, cosicché Hugo aveva dedotto gli servisse un aiuto generale, un po' in tutto. Grazie ad un incanto di espansione, aveva ficcato in borsa pressoché ogni libro e appunto creato l'anno precedente. Sperando che non si tratti di Erbologia Tossicologica. Quel cavolo di erbario che ci hanno fatto creare me lo sogno ancora la notte! Se non fosse stato per Tris sarei ancora qui cercando foglie rare. « Mmmh...allora...come va? Ho visto che un sacco di gente sta organizzando di partire per le vacanze. Tu farai qualcosa? » Alzò le spalle, neanche troppo imbarazzato dalla prospettiva di non avere assolutamente nessun piano. « Non ho ancora sentito nessuno ma.. non credo. » Albus ormai è padre di famiglia e sarà impegnatissimo col matrimonio. Con Malia ci vivo, direi che posso darle tregua almeno ad Agosto. E Fred.. meglio se non lo vedo Fred. Charlotte? Sì, perché no, chiedi alla principessa d'Inghilterra se vole fare baldoria! Dai. Chi mi è rimasto? Nessuno mi sa. Wow Hugo, sei proprio l'anima della festa. « Credo che mi butterò a letto e farò un lungo sonnellino.. lungo un mese! » tagliò corto, con una piccola risata. « E tu? Non dirmi che vuoi darti allo studio matto e disperatissimo per il resto dell'estate! Non puoi essere così stakanovista! » disse quello che avrebbe studiato per il resto dell'estate, se non fosse riuscito a chiudere l'anno in tempo. « Non dirmi che mi hai chiesto delle mie vacanze perché progettavi una vacanza studio tutta Arti Oscure e Trasfigurazione a cui contavi di invitarmi! » ovvero, il sogno proibito delle estati di Hugo Isaac Weasley. Chi l'ha detto che l'educazione non può essere divertente?!
     
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    « Non ho ancora sentito nessuno ma.. non credo. » Nel sentire quelle parole, Tommy nascose il proprio sollievo dietro a un morso di cornetto integrale. Si era reso conto solo dopo aver parlato, che il topic vacanze avrebbe avuto la potenzialità di mettere in luce quanto fosse uno sfigato: nessuno lo aveva invitato da nessuna parte, non aveva progetti e per giunta aveva il fiato sul collo di sua madre che lo chiamava ogni sera. Persino quando alcuni compagni di corso gli avevano proposto di andarsi a fare un picnic con bagno sulle rive del lago nero, lui aveva rifiutato; ma lì aveva altre ragioni, riassumibili nell'ansia che ancora provava alla sola idea di mettersi in costume di fronte agli altri. Se il suo corpo era cambiato drasticamente nell'arco di un anno, la percezione di sé era rimasta sempre la stessa, portandosi dietro gli strascichi di pensieri ossessivi consolidati durante tutta l'infanzia e l'adolescenza. « Credo che mi butterò a letto e farò un lungo sonnellino.. lungo un mese! » Sbuffò una risata dalle narici, annuendo con vigore mentre mandava giù un pezzo di cornetto con un sorso di caffè (ovviamente non zuccherato). « Il riposo del guerriero. » azzardò ironico, a sguardo basso. Tommy si sentiva sempre titubante nel fare anche le battute più semplici per paura che risultassero stupide o che non facessero ridere. Persino un commento tanto leggero come quello che aveva fatto, se rivolto a una persona che ammirava come Hugo, poteva mandarlo facilmente in paranoia. Penserà che mi sto prendendo troppa confidenza? D'altronde per uno come lui, le gerarchie che vigevano ad Hogwarts erano rimaste immutate anche al college: un solo anno scolastico di differenza poteva cambiare tutto quanto e mettere il suo interlocutore su un piedistallo che a lui appariva irraggiungibile. Per questa ragione aveva sempre visto Siri come un fortunato: lui aveva stretti legami di parentela con molti ragazzi più grandi, più popolari, più fighi - e, per proxy, con tutte le persone a loro legate. Persone, quelle, verso le quali il giovane Prince sentiva una sorta di timore reverenziale. Intorno a loro, Tommy camminava sulle uova, così attento a non fare passi falsi da svanire quasi sempre sullo sfondo di ogni interazione. « E tu? Non dirmi che vuoi darti allo studio matto e disperatissimo per il resto dell'estate! Non puoi essere così stakanovista! » E qui, la domanda che l'ex Grifondoro tanto temeva. Quel terribile "e tu?" che lo avrebbe ulteriormente bollato come uno sfigato. Perché sì, se il fatto che pure Hugo non avesse programmi lo faceva sentire meno solo, nella sua testa era solida la sicurezza che il ragazzo fosse stato invitato ad almeno sette vacanze diverse, una più interessante e glamour dell'altra. Così, a sguardo basso, si limitò a deglutire e scrollare le spalle. « Non dirmi che mi hai chiesto delle mie vacanze perché progettavi una vacanza studio tutta Arti Oscure e Trasfigurazione a cui contavi di invitarmi! » Le guance di Tommy avvamparono vistosamente mentre nella sua testa si proiettavano le interpretazioni più catastrofiche di quelle parole. Ovvio che non faresti mai una vacanza con me. Cioè, è chiaro. Tu sei tu e io sono io. Cioè..sarebbe bello e mi farebbe un sacco piacere, però non penserei mai di proportelo. Sarebbe ridicolo. Tu che fai qualcosa con me nel tempo libero, oltre lo studio? Dai, è impossibile, ci arrivo pure io. Una risata nervosa uscì dalle labbra del ragazzo contro la sua volontà, mentre le iridi azzurre vagavano a scatti intorno a sé quasi stesse cercando inconsciamente delle metaforiche vie di fuga dal proprio stesso disagio. « Ahahah macchè, ti pare? » disse quelle parole accompagnandole con un cenno sbrigativo della mano, pentendosene subito dopo. Oddio non è che adesso gli ho dato l'impressione che tipo non mi interessa fare cose con lui? Penserà che mi sono montato la testa col college, sicuro. Si schiarì quindi la voce, agitandosi sul posto per trovare una posizione più comoda. « Cioè..sarebbe interessante, e non è che io abbia chissà che progetti. Nel senso che non ho organizzato niente e devo pure studiare per un paio di esami a Settembre. » Decise saggiamente di glissare sul fatto che nessuno l'avesse invitato in vacanza, immaginando da sé quanto sarebbe suonato pietoso e oltremodo sfigato da parte sua. « Però sì..ecco..non ci avevo pensato. » Strappò coi denti un pezzo di cornetto, masticandolo con lo stesso ardore con cui Linus si sarebbe aggrappato alla propria coperta. E in fin dei conti, era un po' così: il cibo, per Tommy, era sempre stato una consolazione. A volte non mangiava nemmeno per fame, ma semplicemente per nervosismo, perché magari si sentiva a disagio in una qualche situazione e doveva occupare il tempo. In quei momenti sarebbe stato capace di ingoiare l'intero banchetto di Hogwarts senza sentirsi mai sazio: una fame più psicologica che di stomaco. « Quindi, in sintesi, me ne starò buono qui ad Hogsmeade a studiare per tutta l'estate. Niente viaggi. Cioè..potrei andare in montagna con i miei come ogni anno, però ormai ho una certa età e non mi va di fare le vacanze con i genitori. » Si strinse nelle spalle, questa volta con più semplicità e una smorfia in viso che sembrava esprimere una certa noncuranza mentre faceva passare un braccio oltre lo schienale della panchina. Sì, così è meglio. Più sciallo, più cool. Dire ad alta voce di essere troppo grande per andare in viaggio coi genitori, nella sua testa, gli dava un certo tono. E infatti proseguì su quella linea. « Senza contare che voglio mettermi un po' sotto con il Quidditch. Ho contattato Malia Stone - » obbligatorio usare nome e cognome per riferirsi alle persone cool « - per aiutarmi. Sai, a Settembre mi piacerebbe fare le selezioni per entrare in squadra come Portiere, ma dovrei recuperare molto tempo e allenamento perduti. » Diede per scontato che, pur vivendo insieme, Malia non gli avesse raccontato nulla. D'altronde dubitava che due persone come loro perdessero tempo a parlare di uno come lui. « Tu ci hai pensato? » Pausa « Alle attività extracurricolari da scegliere per il prossimo anno, intendo. Cioè, so che sei nel club di scacchi magici. » Ok, stalking much? « Io in quel gioco non sono mai stato bravo. Mio padre ha cercato di insegnarmi fin da piccolo, ma è davvero complesso. » Sospirò, scuotendo leggermente il capo mentre avanzava una mano nel pacchetto di croissant per prendere il secondo vuoto. « Beh..di sicuro il peggio verrà con il tirocinio. L'anno scorso non ho nemmeno ricevuto la lettera..un grosso casino. Ho dovuto girare un sacco di uffici e alla fine mi hanno messo in quello del Club Ufficiale di Gobbiglie. » Una cosa di cui non andava particolarmente fiero. Ma in fin dei conti nessuno aveva avuto il tirocinio desiderato. Persino Percy Watson era finito a lavorare per una cosa come lo sportello per l'immigrazione. « Quest'anno spero di essere assegnato agli Auror per fare più pratica. Oppure all'Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia. » Fece una pausa, gli occhi che brillavano di una scintilla emozionata. « Dovrebbe essere uno spettacolo lavorare con Harry Potter o Hermione Granger. Voi li avete sempre in casa, ma per me sono dei veri e propri eroi. » Per i miei genitori un po' meno, ma questi sono dettagli trascurabili.


     
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    « Ahahah macchè, ti pare? » No, certo! Non aveva mai conosciuto una persona più goffa, anche solo emotivamente, di Tommy Prince. Trovava vagamente dolce il fatto che non ci fosse neanche bisogno di chissà quali abilità deduttive: Tommy era un libro aperto, ogni sentimento che provava era stampato sul suo viso, bastava soltanto guardare. Hugo, incallito osservatore del mondo e di chi lo popola, non si lasciò sfuggire il nervosismo del collega, ingenuamente cammuffato. « Cioè..sarebbe interessante, e non è che io abbia chissà che progetti. Nel senso che non ho organizzato niente e devo pure studiare per un paio di esami a Settembre. Però sì..ecco..non ci avevo pensato. » Si accarezzò il sottilissimo strato di barba che portava - perfino ad un abitudinario come lui andava di rompere gli schemi di tanto in tanto, anche quelli estetici. « Quindi, in sintesi, me ne starò buono qui ad Hogsmeade a studiare per tutta l'estate. Niente viaggi. Cioè..potrei andare in montagna con i miei come ogni anno, però ormai ho una certa età e non mi va di fare le vacanze con i genitori. » La tua mente funziona in maniera veramente contorta, lo sai Tommy? Non riesco ancora a capire se prendi seriamente tutto quello che dico o se hai capito che la mia era una battuta ma hai comunque negato un'idea che in realtà però ti piaceva, ritornando sui tuoi passi nel giro di letteralmente due secondi. Per un profiler, saresti tremendamente affascinante. Sei insicuro, non ci vuole un genio per capirlo. Sei morbosamente insicuro. Strati su strati di inibizioni, presumibilmente indotte dall'ambiente sociale e soprattutto familiare. Sei quel tipo di ragazzo che si taglierebbe un braccio pur di non ammettere di fronte ad una comitiva di persone che anche quest'anno farà la stessa vacanza di sempre, in compagnia di genitori invadenti. E' tua madre? ...che dico. E' sempre la madre. La mente di Hugo non riusciva a smettere di fermarsi; gli occhi nocciola erano fissi invece sul ragazzo, sperando tuttavia che non risultassero troppo pressanti per la sensibilità sociale del povero Tommy. Ad alcune persone, semplicemente, non piace essere fissate: per questo motivo, di tanto in tanto distoglieva lo sguardo, per addentare il proprio croissant o guardare in lontananza gli avventori del Parco della Liberazione. « Senza contare che voglio mettermi un po' sotto con il Quidditch. Ho contattato Malia Stone - » « Ma dai, Malia Stone? » « - per aiutarmi. Sai, a Settembre mi piacerebbe fare le selezioni per entrare in squadra come Portiere, ma dovrei recuperare molto tempo e allenamento perduti. » Non conosceva Tommy Prince ma di certo non era la prima volta che ne aveva sentito parlare: erano coetanei ma, soprattutto, Hugo Weasley aveva bazzicato a lungo in compagnia di Grifondoro, a cominciare da Fred e, appunto, Malia. Quando si parlava di quidditch - l'anno in cui anche Hugo entrò in squadra, per prenderlo in giro, il quidditch divenne uno dei main topic del loro gruppetto - il nome di Prince saltava fuori spesso. Beh, almeno a te t'hanno preso, mica come Tommy Prince! A quel tempo, doveva ammetterlo, era rimasto solo un nome in storielle divertente, divenendo quasi una metafora della vita. A volte si vince ma spesso si perde.. come Tommy Prince. Sentire che, dopo tutti questi anni, ancora continuava a perseverare regalò a Hugo un certo moto di soddisfazione, di trionfo perfino. Trovava quel ragazzone, il perfetto disadattato sociale, una piccola fonte di ispirazione. Io mi sarei arreso prima all'evidenza. Ma se tu avessi ascoltato tutto quello che dicevano di te, ti saresti ritirato al quarto anno per andare a fare il custode della scuola. E invece eccoti qua. Continui a spuntarla tu su tutti gli altri! « Portiere! Ho ricoperto anch'io quel ruolo a scuola, un paio di anni fa. » Almeno fino al lockdown. La scuola poi è crollata e, una volta ricostruita, non ne aveva avuto più modo: era ancora al sesto anno quando, con degli esami integrativi ai M.A.G.O. e degli scivoli per vittime di guerra, Hugo Weasley si era diplomato un anno in anticipo. « E penso che tu abbia chiesto alla persona giusta! Malia mi ha aiutato spesso, ai tempi. E' una delle mie più care amiche, ma soprattutto è molto paziente. Ce la vedrei bene a insegnare a Hogwarts! » Se non fosse che ora guadagna cento volte tanto, piccoli dettagli. E poi chi lo schioda zio Charlie? Quello si porta la cattedra nella tomba! « Tu ci hai pensato? Alle attività extracurricolari da scegliere per il prossimo anno, intendo. Cioè, so che sei nel club di scacchi magici. Io in quel gioco non sono mai stato bravo. Mio padre ha cercato di insegnarmi fin da piccolo, ma è davvero complesso. » Ma guarda guarda, quindi anche Tommy Prince ha capacità investigative! Non che ci volesse Sherlock Holmes. bastava sbirciare nell'aula del club ogni giovedì sera. Però io e te non abbiamo mai avuto particolari tangenze e ci sono migliaia di studenti nel campus. Eppure tu ti ricordi di ciò che faccio fuori lezione. Lusinghiero.. o inquietante. Perché sai quello che faccio fuori lezione? « Molti pensano che sia un gioco di strategia e in parte lo è, esistono schemi, tattiche di gioco. Ma io credo sia più un gioco di osservazione. » E tu guardi molto ciò che ti circonda, vero Prince? Sei uno di quelli che preferisce ascoltare al parlare. Su questo siamo molto simili. « Non credo che perderò troppo tempo con le attività extracurriculari quest'anno. Col terzo, percorro ufficialmente il giro di boa del Corso, dovrò iniziare a muovermi un po', cercare un professore per la tesi. » In anticipo sui tempi, Hugo lo era sempre, dopotutto. Non gli piaceva fare tutto all'ultimo momento. « Beh..di sicuro il peggio verrà con il tirocinio. L'anno scorso non ho nemmeno ricevuto la lettera..un grosso casino. Ho dovuto girare un sacco di uffici e alla fine mi hanno messo in quello del Club Ufficiale di Gobbiglie. » « Questo sì che è il posto più strano dove hanno spedito qualcuno! Io lo feci all'Archivio centrale, al primo anno. » « Quest'anno spero di essere assegnato agli Auror per fare più pratica. Oppure all'Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia. » Tre quarti della mia famiglia ci lavora, in uno dei due uffici! « Dovrebbe essere uno spettacolo lavorare con Harry Potter o Hermione Granger. Voi li avete sempre in casa, ma per me sono dei veri e propri eroi. » Cercò di immedesimarsi in lui, un ragazzo senza "eroi di guerra" a casa. Al contrario di zio Harry, i suoi genitori erano nati come signori nessuno - un pel di carota povero in canna uno, una mezzosangue nata babbana figlia di dentisti l'altra - ma, diciasette anni dopo, erano entrati in tutti i libri di Storia della Magia. "Weasley" era diventato un nome che conta e perfino quella nata babbana aveva più volte sfiorato la nomina a Ministro della Magia, senza mai raggiungerla. Chissà cosa voleva dire, guardare tutti loro da fuori. Se mia madre per te è un'eroina, questo fa di me una sottospecie di royal kid, ai tuoi occhi? No Tommy, non perdere tempo a idolatrare la gente. Nessuno di noi lo merita. « Beh, vedila così: né io né mia madre possiamo muovere leve per i tirocini.. ma il fatto che iniziamo a studiare assieme ti dà il diritto a qualche invito a pranzo. Io ormai abito da solo.. ma qualche volta potrei tornare a casa dai miei. Così, per dire. Prendilo come un incentivo allo studio. Però.. » e alzò un dito, per avvertirlo. « Dovrai impegnarti. Ricorda che stai sacrificando l'estate. Fa' che ne valga la pena. » Quanto a me, mi aiuterà a ripassare un po' di nozioni e a passare il tempo. In fondo, non ho nulla da fare! Batté le mano libera dal caffé sulla coscia, per spronare entrambi a mettersi subito al lavoro. « Ma non perdiamo tempo. Mentre finiamo il caffè, perché non mi dici cosa vorresti toglierti a Settembre? Io, nel dubbio, ti ho portato un po' di materiale di ogni materia. »
     
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