Color theory for noobs

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    « Allora signor Chang...» Il professor Holton abbassò gli occhiali sul naso prima di tirare un grosso sospiro ed alzare le iridi cristalline dal foglio che tratteneva sotto le dita grassocce. Non sembrava essere molto soddisfatto della performance di Chandler, che se ne stava seduto tranquillamente dall'altra parte della cattedra come se non avesse appena sostenuto un esame. « io non so se il diciotto glielo posso dare, era incerto su molte cose. » Il ragazzo fece spallucce prima di allargare leggermente le braccia: sapeva benissimo che non sarebbe andata affatto. L'aveva previsto sin dal primo momento in cui aveva aperto il libro di costruzioni magiche sotto al naso, circa tre giorni prima. « Ehhh, ma questa è proprio una materia complicata, professore. Sono stato qualcosa come tre mesi- » tre giorni « - sui libri. Metà della sessione mi è praticamente saltata solo per digerire il tomo di Ser Lord Winnfer » - « ...Wanfenner» - « Sì, Wanfenner.» Si schiarì la voce, Chad, sistemandosi appena sulla sedia. Beh, complimentoni, poco credibile se sbagli pure il nome dell'autore! Il grifondoro avrebbe potuto salvarsi in calcio d'angolo, invece aveva paccato la possibilità di strappare un diciotto col minimo sforzo. Gesù! Ma che poi cosa gliene poteva fregare a lui della costruzione degli istituti magici in luoghi normalmente disabitati dell'uomo, lui frequentava la facoltà di sviluppi magici per tutt'altro motivo. Altro che costruzioni, già era tanto se Chandler riuscisse a mettere due mattoncini lego l'uno sull'altro. « Vabbè, facciamo che io le creda » Che questo sia il mio giorno fortunato? « Le firmo il diciotto. » Proprio quando la stilografica del professore stava per toccare il libretto universitario, Chad scollò le spalle dallo schienale « Facciamo venti, altrimenti mi rovina la media » E venti fu.
    Quando Chandler superò la soglia dell'aula 2A, la prima cosa che fece fu quella di gettare il grosso libro di Wanfenner nel primo cestino utile che incontrò lungo il corridoio. Lo lanciò letteralmente in aria, tanto che un giocatore di basket avrebbe provato invidia nel vedere come le pagine c'entrarono perfettamente il cerchio di metallo. Era così felice che la piena e più pura soddisfazione gli si leggeva sul volto, manco avesse preso un trenta. Con passo fiero superò le file chilometriche di studenti ammucchiati per terra intenti a ripassare, e scivolò oltre l'entrata del campus con le mani ficcate in tasca. La senti? La liberà ha questo profumo, Chad. La sessione era finalmente finita. Dopo aver preso una gigantesca boccata d'aria ed essersi fermato in cima alla scalinata d'ingresso, Chandler prese a scendere scalino dopo scalino, bloccandosi solo nel momento in cui intercettò una faccia conosciuta davanti a sè. Un piccolo sorriso gli si allargò fra le labbra « Ma guarda un po' chi si rivede, è strano incontrare
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    Biancaneve senza i sette nani al seguito.»
    Mugugnò non appena Amunet Carrow fece per sorpassarlo, probabilmente senza nemmeno accorgersi della sua presenza. Chandler la recuperò, agganciando un braccio sotto al suo. « Da sola ed in silenzio, per giunta. Un miracolo, ci voleva la sessione estiva per cucirti le labbra. » Cinguettò bonariamente, facendo riferimento al suo essere perennemente circondata da persone ed alla parlantina pungente che il moro ricordava fin troppo bene. Era passata un'infinità di tempo dall'ultima volta che le aveva parlato, risaliva forse al periodo del diploma l'ultima chiacchierata decente avuta con lei. Colpa probabilmente del precipitoso decorso che aveva avuto la relazione tra Chad e Malia, o di come fossero andate le cose tra lei e Fred. Un casino, letteralmente. Diciamo avessero buone motivazioni per starsi sulle palle a vicenda. A quel punto, come qualunque altro gentiluomo avrebbe fatto, Chandler sfilò via i libri dalle braccia di Amunet per portarli al posto suo. Non ringraziarmi, so già di mio di essere una punta di diamante. « Quindi, sei qui in veste di professoressa o studentessa? Sai, ricordo benissimo quella volta in cui durante il comitato degli studenti - del quinto anno mi sembra - hai voluto necessariamente spiegarmi per quale motivo il verde non andasse assolutamente abbinato al rosso. E tutto perchè avevo sbagliato a fare un cartellone che nemmeno avevo voglia di fare. Te lo ricordi?» Un interesse che non vi dico. « Ma, ehy, da allora guai se mia madre mi compra magliette rosse da abbinare a pantaloni verdi o viceversa. Devo dire che tu sia stata davvero esaustiva e convincente, non mi sorprenderei se ti avessero dato una laurea honoris causa e ti facessero insegnare. Chissà quanti ne hai beccati che abbinano i colori male o non sanno distinguere un pesca da un rosa pallido. » Già, in altre occasioni sicuramente Chandler avrebbe evitato Amunet. Avrebbe fatto finta di non vederla ed avrebbe tirato ditto senza fare una piega. Dopotutto sembrava che le cose con Fred si stavano più o meno sistemando, la storia con Malia ormai era bella che passata, per quale motivo Chad avrebbe dovuto ancora evitarla? E poi era così entusiasta che sentiva davvero il bisogno di dare noia a qualcuno. Troppa adrenalina da scaricare.
     
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    « Sta già pensando a qualcuno con cui svolgere la sua tesi, signorina Carrow? » Quella domanda le giunse come una doccia fredda; non si aspettava certo che i professori avessero già dato inizio alla caccia allo studente migliore. Nel caso specifico, la giovane Amunet Carrow era consapevole di avere la strada spianata. Un libretto impeccabile, una media strabiliante e una reputazione accademica che, nonostante qualche caduta di percorso, poteva ancora fare gola a molti. C'era stato quell'incidente delle sue foto sparse nel campus, il fatto che avesse ben due figli e che per giunta era in procinto di sposarsi, eppure, nonostante avesse ancora qualche esame da recuperare prima di considerarsi in pari, Mun sembrava sfrecciare con leggerezza attraverso la dura vita accademica. L'eredità le aveva permesso di non preoccuparsi poi troppo dell'eventualità di un lavoro, le tante attività extracurricolari che svolgeva, la redimevano di continuo, e inoltre, Mun era davvero carina, coinvolgente e impeccabile nella condotta coi suoi compagni e docenti. Ma nonostante tutto questo, Mun doveva affrontare altri due anni, e alla tesi non voleva ancora pensare - specie se si tratta di Diritto dei commerci e degli scambi magici. Io voglio fare qualcosa di rilevante nella vita, mica occuparmi dell'usucapione degli elfi domestici. « Vorrei prendermi ancora un po' di tempo per pensarci. Sa.. questo è un periodo molto pieno per me. Il matrimonio.. i bambini.. gli esami. Non ho ancora avuto il tempo di mettere a fuoco il ramo in cui vorrei specializzarmi. » Vero solo in parte. Mun era piuttosto certa di quale sarebbe stata la sua strada. E non è il commercio. « Ma certo certo.. capisco. Mi prometta però che ci penserà. Sarei molto lieto di lavorare con lei, qualora la mia materia dovesse interessarle - come mi ha dimostrato - per un percorso futuro. » E questa era una delle doti di Mun; a lei interessavano tutte le materie in fase di esame. Infiocchettava le sue risposte con fatti randomistici, dimostrando di riuscire ad applicare quanto appreso nella vita pratica. Per esempio, il caso Randley contro lo Stato - ha presente? Gran scandalo. « Ma certo professore, ci penserò. Sarà il primo che contatterò se dovessi una decisione in merito. » Si stringono la mano cordialmente e lì Mun, col libretto già firmato, è pronta ad abbandonare lo studio del professore. « E congratulazioni per il fidanzamento. Sono certo che Harry è molto contento.. e anche suo figlio ovviamente. » Lei sospira. « Siamo tutti molto contenti. La ringrazio di tutto. » E detto ciò sguscia fuori dall'ufficio prima che le chiacchiere si protraggano ancora. Ha bisogno di massaggiarsi appena le guance; ha sorriso così tanto che ormai sembra avere una paresi facciale. Si mette gli occhiali da sole sul naso, e di conseguenza si dirige verso il salone d'ingresso. Ma non farà poi molta strada, perché un imprevisto dalle spalle larghe, e un sorriso decisamente troppo amichevole perché sia vero frenano l'avanzata vittoriosa delle sue Louboutin. « Ma guarda un po' chi si rivede, è strano incontrare Biancaneve senza i sette nani al seguito. » Non si aspettava di vedere Chandler. Era certa di averlo intravvisto qualche volta in gira, ma i loro rapporti effettivi si fermavano a quando andavano ancora a scuola insieme, per questo, il suo desiderio di intavolare una conversazione con lei, nel tipico modo Chandler la sorprese alquanto. « Da sola ed in silenzio, per giunta. Un miracolo, ci voleva la sessione estiva per cucirti le labbra. »
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    « Le tue invece vedo che sono perfettamente funzionanti - non è cambiato proprio niente. Parli sempre a sproposito come il primo giorno » Chandler e Mun erano finiti sulla stessa barchetta, e lui non aveva mai smesso di parlare insieme a un altro loro compagno con cui poi non ha più avuto niente a che fare, considerato che il poveretto era finito in Tassorosso. Le stava simpatico un tempo - a modo suo - come un compagnetto fastidioso che non smette mai di punzecchiarti perché non trova niente di meglio da fare. Lo squadra dalla testa ai piedi, mentre accoglie quel suo gesto di finta cavalleria, corrugando appena la fronte. E tutta questa gentilezza? « Quindi, sei qui in veste di professoressa o studentessa? Sai, ricordo benissimo quella volta in cui durante il comitato degli studenti - del quinto anno mi sembra - hai voluto necessariamente spiegarmi per quale motivo il verde non andasse assolutamente abbinato al rosso. E tutto perchè avevo sbagliato a fare un cartellone che nemmeno avevo voglia di fare. Te lo ricordi? » « Io ricordo di averti detto esplicitamente che il rosso non andava col verde, e tu hai volontariamente usato il rosso col verde. » Si strinse nelle spalle, guardando avanti senza prestargli particolare attenzione nonostante continuasse a tenerla a braccetto camminando con un passo decisamente più lungo del suo. « Ma, ehy, da allora guai se mia madre mi compra magliette rosse da abbinare a pantaloni verdi o viceversa. Devo dire che tu sia stata davvero esaustiva e convincente, non mi sorprenderei se ti avessero dato una laurea honoris causa e ti facessero insegnare. Chissà quanti ne hai beccati che abbinano i colori male o non sanno distinguere un pesca da un rosa pallido. » Il tipico umorismo di Chang; sempre fastidioso, sopra le righe e decisamente non richiesto. « Non c'è di che. Ho solo salvato una pecorella smarrita. Mi fa molto piacere che ricordi ancora così vividamente le mie lezioni di bon ton. » Pausa. « Forse dovrei dirti anche che, arrivare alle spalle delle persone e importunarle senza ragione alcuna, è da maleducati. » Stira un sorriso rivolgendogli uno sguardo eloquente prima di fermarsi, sulla prima rampa di scale utile, che si spostò verso il piano inferiore. Tornò a parlare solo quando il cumulo mastodontico in pietra si fermò nuovamente. « Allora? Cosa ti serve? Ti mancava importunarmi, oppure senti il bisogno di farmela pagare anche tu a scoppio ritardato? » Che lui e Fred fossero particolarmente amici era di dominio pubblico. Mentre stavano insieme, Mun si era davvero impegnata per farsi voler bene da un Chandler Chang ben più giovane - con risultati davvero scarsi, pensò i tempi. Solo col tempo realizzò che Chang è solo Chang. « Perché vedi, arrivi in ritardo di un paio d'anni. La fila per la walk of shame si è conclusa da un po'. » Lasciò fluttuare la sua manina di fronte ai suoi occhi, con un sorriso ancora più trionfante. « Sto per sposarmi. Hai mancato la tua occasione. Però non ti preoccupare: sei comunque invitato. Ti farò avere una partecipazione e la lista di nozze. Solo ti prego - non ignorarla per regalarmi una scopa. E' di cattivo gusto anche per i tuoi canoni. » A quel punto erano giunti nel salone di ingresso. « Che dici, ci salutiamo qui da buoni vecchi amici e restiamo pacifici? »



     
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    « Io ricordo di averti detto esplicitamente che il rosso non andava col verde, e tu hai volontariamente usato il rosso col verde.» Ahhh cazzo, già. E' così che è andata. Un sorrisetto a dir poco compiaciuto andò a scoprire i denti bianchissimi del giovane Chandler, infatti in quel racconto c'era qualcosa che non quadrava. Aveva dimenticato un dettaglio fondamentale: il suo essere profondamente coglione e il non volerla mai dare vinta a nessuno. Nemmeno a Mun, che per averla vinta non si sarebbe fatta problemi a rigirarti come un pedalino. « Ahh, tipica memoria da mamma, non posso proprio competere » Mugugnò ironicamente, scostando il petto dai libri che portava in braccio giusto per sbirciarne i titoli. Manco sapeva che facoltà avesse preso Amunet, e forse nemmeno gli interessava saperlo, ma visto che c'era..."Leggi internazionali per la tutela dell'autenticità commerciale", Merlino boia m'è preso l'abbiocco solo a leggere il titolo. Come immaginava, sembrava proprio che la Carrow avesse ripiegato su giurisprudenza. Così cliché che Chad dovette a stento trattenere uno sbadiglio. Però, oh, se dovesse diventare avvocato sai quanti ne farebbe rigare dritti? Il ragazzo continuò a camminarle di fianco con determinazione, senza accennare a volersi fermare, ed intanto la osservava di sottecchi, gongolando mentalmente nel vederla un po' what the hell happened here? Se c'era una cosa di cui la gente doveva stare certa, era proprio che Chandler aveva l'insana ostinazione a restare insediato nella vita delle persone. Poteva sparire per mesi, anni, ma poi si sarebbe sempre rifatto vivo. « Forse dovrei dirti anche che, arrivare alle spalle delle persone e importunarle senza ragione alcuna, è da maleducati. » Ed eccola infatti la lingua biforcuta di miss Carrow a saettare decisa verso la confusione che probabilmente era andata a crearsi dentro la sua testa: ma da quand'è che io e te ci parliamo? Chandler si arrestò dietro di lei, inclinando appena il capo come un cucciolo smarrito, quasi non capisse. « Ma come senza ragione, così mi offendi, offendi me e tutta la mia stirpe. Sai bene che noi Chang siamo proprio espansivi, ce l'abbiamo insito nel dna... e poi siamo cinesi. Più di così si muore.» Pausa seguita da tipica faccia da eh, scusa un po'. Chang si passò la mano libera nel folto ciuffo scuro, spostando successivamente lo sguardo verso la rampa di scale. Era palese che Amunet volesse liberarsi di lui, e diciamo che era esattamente ciò che si aspettava il grifondoro. « Allora? Cosa ti serve? Ti mancava importunarmi, oppure senti il bisogno di farmela pagare anche tu a scoppio ritardato? » - « Naaah » Per quale motivo dovrei avercela con te? Per aver spezzato il cuore a Fred? Per essere stata una delle cause che l'ha messo in fuga? Potrei mai essere una persona così estremamente ed irrimediabilmente rancorosa? Si strinse bonariamente fra le spalle. « Perché vedi, arrivi in ritardo di un paio d'anni. La fila per la walk of shame si è conclusa da un po'. » Amunet agitò di proposito la mano davanti al ragazzo, mettendo in mostra l'anello sbrilluccicoso. « Wow, è davvero sorprendente come possano sembrare veri 'sti cosi. Dieci galeoni al mercatino? Famo cinque, diciamo che qualche piccola imprecisione c'è. Dai, se vede. Comunque cos'è, un regalo per il compleanno?» - « Sto per sposarmi. Hai mancato la tua occasione. Però non ti preoccupare: sei comunque invitato. Ti farò avere una partecipazione e la lista di nozze. Solo ti prego - non ignorarla per regalarmi una scopa. E' di cattivo gusto anche per i tuoi canoni. » Che Mun si stava per sposare Chandler lo sapeva, erano giorni che su instagram non si parlava d'altro.
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    Lui Mun non la seguiva, così come d'altronde non seguiva Albus, ma era stato impossibile non venirlo a sapere da terzi. La loro foto era stata condivisa sulla maggior parte dei profili di amici e familiari. Non invidiava assolutamente Fred in quel momento, doveva stare a pezzi. A parti invertite sarebbe stato così. « Eh mia cara viziatella, non puoi chiedere ad un ciabattino di non regalarti le scarpe. » Rispose amichevolmente, chiedendosi davvero se Mun stesse scherzando o fosse seria riguardo all'invito. Perchè avrebbe dovuto invitarlo? Il solo pensiero di dover rivedere Malia, chissà insieme a chi, era in grado di fargli storcere il naso. Ancor di più all'idea di dover anche vedere il suo migliore amico soffrire tirato a lucido in un abito striminzito. « Non so se potrò esserci comunque, sono una persona davvero molto impegnata. Mi vogliono tutti, mi cercano tutti: tipica vita da ragazzo di straordinaria bellezza. Non sai quanto possa essere stressante. » Raggiunto il salone d'ingresso, Chandler continuò a trattenere i libri della ragazza senza accennare a volerglieli restituire. Che poi, armadio com'era, Mun non sarebbe nemmeno stata in grado di sfilarglieli. Troppo mingherlina. « Che dici, ci salutiamo qui da buoni vecchi amici e restiamo pacifici? » Quindi è così, non mi vuoi proprio parlare. Chad si mostrò affranto in un primo momento, e sbuffò per poi abbassare le spalle in modo arrendevole. « Hai fretta di andartene o sono io il problema? » Borbottò limpidamente, poggiando una spalla contro la parete. Gli occhi nocciola seguirono il profilo del suo volto, scannerizzandola precisamente dall'alto verso il basso. Infine schioccò un paio di volte la lingua contro il palato, pacato. « Sai, rimpiango profondamente di non averci provato con te, anni fa. » BEEP, sbagliato! Non era poi così vero: Amunet, per il modesto parere di Chandler, aveva un caratteraccio. Incompatibile col suo al 110%. Era una bella ragazza, sì, ma per lui era decisamente una da Kiss e non da Date.« Sento proprio di aver scelto l'amica sbagliata, anche perchè sai meglio di me come sia finita con Mals » Tragicamente. Ma vabbè, in fin dei conti era stata colpa del ragazzo, poteva pensarci due volte invece di baciare un'altra. L'alcol non lo giustificava, seppur lui raccontasse di non ricordare assolutamente nulla e che, secondo lui, era particolarmente confuso tanto da pensare di star baciando Malia e non una sconosciuta. E poi? E poi vogliamo scordarci di Fred che tutt'ora stava probabilmente sotto ad un treno per Mun? « Probabilmente a quest'ora sarei potuto essere io a sposarti, magari in un universo parallelo è anche andata così. Signora Amunet Chang, regina indiscussa della Winged Chang corporation.» Ma mai nella vita. Chandler non si sarebbe sposato nemmeno sotto tortura, piuttosto si sarebbe finto morto ed avrebbe cambiato nome. Affabile le riprese la mano sinistra per tornare a guardare l'anello, portandosela vicino agli occhi, sbilanciandosi appena in avanti « Io un brillocco più grosso te lo avrei fatto. Ma tipo proprio patacca da cirque du soleil, Albus è stato un po' tirchietto. Dovrei tirargli le orecchie. » Ovviamente scherzava.


     
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    « Eh mia cara viziatella, non puoi chiedere ad un ciabattino di non regalarti le scarpe. Non so se potrò esserci comunque, sono una persona davvero molto impegnata. Mi vogliono tutti, mi cercano tutti: tipica vita da ragazzo di straordinaria bellezza. Non sai quanto possa essere stressante. » Mun stirò istintivamente un sorriso pacato, seppur evidentemente ironico. Si aspettava una risposta diversa? Probabilmente no. Eppure, nonostante ciò, lei quell'invito, l'avrebbe imbustato e spedito in ogni caso, perché in fondo, era già in programma invitare tanto i suoi ex compagni di scuola, quanto quelli di Albus. Una grande rimpatriata. Le cene di classe che non ci siamo mai fatti perché ci stiamo tutti troppo sulle palle. La loro promozione, era stata decisamente problematica; forse più di altri, avevano combinato davvero troppi casini. Sembravano un concentrato di dramma che anche ad anni di distanza non sembrava essere mai venuto meno. Nati tra il 1999 e il 2001; un dramma a sé stante. « Gran peccato, davvero. Spero avrai l'accortezza di declinare ufficialmente.. sai, il mio wedding planner ci tiene molto alla disposizione dei tavoli. » Si stringe nelle spalle e attende con grande impazienza che Chad le restituisca i libri. Sei stato anche troppo gentile per una sola giornata, Chang. Sappiamo entrambi che non è una cosa poi tanto sentita. « Hai fretta di andartene o sono io il problema? » Nella sua testa, la risposta a tutto ciò è abbastanza chiara, e anche piuttosto scontata persino per uno che non ha mai avuto una responsabilità che sia una. « Sei tu il problema? » Chiede di conseguenza citando le sue stesse parole. « Sai ho solo una famiglia che conta su di me e mi aspetta a casa, ma sì, immagino che il vero centro della mia esistenza sia proprio questo illuminante quanto casuale incontro con Chandler Chang. » Sei così poco umile, Chang, persino per i tuoi stessi canoni.
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    Non le piace il modo in cui la sta fotografando dalla testa ai piedi; non la mette a disagio, ma di certo riesce a infastidirla oltremisura, come se fosse una specie di bambola in una vetrina, messa lì come oggetto da guardare per il moro. Incrocia istintivamente le braccia al petto e indietreggia di un passo. « Posso riavere i miei libri per favore? » Gli chiede evitando di proposito di posare gli occhi sulla figura di lui. « Sai, rimpiango profondamente di non averci provato con te, anni fa. Sento proprio di aver scelto l'amica sbagliata, anche perchè sai meglio di me come sia finita con Mals » Ne aveva sentito parlare, sì, non che Mun fosse veramente dentro tutta la questione dei gossip altrui. Semplicemente non le interessava ai tempi, perciò non ha una panoramica completa sulla questione, senza contare che ai tempi Mun e Malia non erano amiche, e lei era addirittura stata sorpresa assieme a Fred nel bagno dei prefetti in quel periodo. « Sono certa che è stata una cosa di gran classe, come questa tua uscita.. » Commenta con aperto disinteresse e fastidio. « Probabilmente a quest'ora sarei potuto essere io a sposarti, magari in un universo parallelo è anche andata così. Signora Amunet Chang, regina indiscussa della Winged Chang corporation. Io un brillocco più grosso te lo avrei fatto. Ma tipo proprio patacca da cirque du soleil, Albus è stato un po' tirchietto. Dovrei tirargli le orecchie. » A quel punto Mun corruga la fronte e assottiglia lo sguardo. Sta cercando di pestarle la coda, Chad, lo sa. Ha passato sufficienti anni nella stessa classe con lui per sapere che è un provocatore nato. E proprio per questo non intende darle poi molta soddisfazione in merito. Non si mostrerà apertamente infastidita, né metterà su una scena, perché tu Chad, e i tuoi giochetti, non ne valete proprio la pena. « E' chiaro che questi signori Chang sono estremamente felici nei tuoi sogni. Hai proprio ragione a essere pentito di questa tua scelta. Ti scordi però che affinché la frittata sia fatta, ci vuole la volontà di due persone. Gradirei di conseguenza che non insultassi la mia intelligenza. » Pausa. Non sarei mai uscita con te, dolcezza. E il fatto che tu pensi che il provarci con una ragazza corrisponde automaticamente a uscirci, mi dà la dimensione di quanto egocentrico tu sia. « Ora se hai finito di fare il cafone, rivorrei gentilmente il miei libri, Chandler. » Avanza un passo nella sua direzione e allunga una mano nella sua direzione. « Direi che hai dato abbastanza spettacolo per un giorno, che dici? Visto che abbiamo appurato che siamo apposto, direi che possiamo chiudere così questa sceneggiata, anche perché - » E dicendo ciò alzò un dito puntandoglielo contro. « Questa aggressività passiva, non fa bene alla tua pelle, davvero. Dovresti tentare di rilassarti un po' di più. E' estate - vai a fare qualunque cosa faccia Chandler Chang quando conclude gli esami.. » Si stringe nelle spalle con naturalezza rivolgendogli un sorriso estremamente antipatico. « Magari vai a scambiare altre ragazze tra loro, come se una valesse l'altra, oppure fai qualunque insignificante altra cosa appaga il tuo animo. » Incrocia nuovamente le braccia al petto e inclina la testa di lato, rivolgendogli uno sguardo leggermente intenerito. « E' questo ciò che ti piace in fondo no? Mettere la gente a disagio, vantarti di imprese onestamente infelici, e fare battute sventurate. » Beh, che dire, gran bella vita, Chad complimenti. L'espressione perplessa di lei viene accompagnata da un sospiro che rende perfettamente giustizia a quella imbarazzante situazione. « Se hai qualcosa da dire, perché non me la dici dritta per dritta? Sono abbastanza grande da poter sopportare questo grande macigno che ti pesa sul petto.. »



     
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