Dolcetti e scherzetti

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    La capacità di James di creare problemi, era direttamente proporzionale a quella di ignorare la loro portata, che si trattasse di qualcosa che lo riguardava direttamente o meno. Nello specifico, negli ultimi mesi, i problemi si erano accumulati uno dietro l'altro. Quel maledetto treno aveva segnato uno spartiacque tra il suo impegno spasmodico nel restare il più possibilmente ai margini di qualunque controversia, e l'incapacità di farlo. E quindi eccolo lì, a ignorare i problemi sul lavoro e tutto ciò che ne era direttamente correlato, a ignorare le piccole incomprensioni nei suoi rapporti interpersonali, in famiglia e con gli amici. Eppure, sapeva James, che prima o poi avrebbe dovuto sbrogliare tutte quelle situazioni, una ad una, a meno che non volesse semplicemente finire per essere relegato in un angolo della tavolata di nonna Molly a guardare in cagnesco praticamente qualunque cristiano della sua famiglia. Un po', con molti di loro, in maniera del tutto bonaria e repressa, ce l'aveva davvero. Perché dovete creare problemi di continuo? Perché non potete semplicemente contare fino a dieci prima di fare una cazzata? Un pensiero quello davvero ipocrita, considerato che, James era bravo a predicare bene e razzolare male. Con Olympia nello specifico, si era dato appuntamento già da un paio di giorni a casa di lei. Voleva riuscire a passare una serata in compagnia della sorella, prima che quest'ultima ricominciasse con lo studio intensivo per la sessione autunnale, che coincideva oltretutto con la ripresa degli allenamenti intensivi in vista del campionato. Perché tanto si sa che Charlie dice "ci vediamo a settembre" e poi dopo due giorni sbraita di nuovo a bordo campo. Quando bussa alla porta dell'appartamento della sorella, James si dipinge sul volto leggermente paonazzo per la corsa sulle scale, il solito sorriso sbruffone. Alza per aria una busta piena zeppa di schifezze che si è portato dietro, in mezzo alle quali però non si è scordato di aggiungerci una bottiglia di vino e si scompiglia appena i capelli. « Ciao rossa! » Asserisce mentre la saluto con un bacio sulla guancia, penetrando nel ambiente confortevole che Olympia ha chiaramente reso suo, corredandolo di tante piantine e piccoli oggettini che James, non si sognava neanche di poter concepire come arredamento. Casa sua a Diagon Alley, era esattamente come il primo giorno in cui l'aveva affittata. Spoglia, e priva di grandi personalizzazioni. Solo nella sua stanza, aveva appeso alcuni vecchi cimeli della sua precedente carriera scolastica; una sciarpa Grifondoro, un poster della Coppa Mondiale del 2014 e qualche foto di famiglia.
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    Portò tutto un cucina senza grandi rituali. Era noto per fare a casa sua, specie quando si trattava delle attuali dimore dei fratelli. D'altronde, ovunque si trovassero, James, Albus, Olympia e Sirius, non si perdevano mai troppo a lungo di vista - nemmeno quando si evitavano per qualche mese. In quel caso specifico infatti, James non vedeva sua sorella in sede separata da un po'; prima gli esami di lei, poi le ultime fasi del campionato, e infine Peter. Un gran elemento di contesa, che James non aveva accolto con grande entusiasmo, specie quando Albus aveva per caso detto durante un'uscita con Jay che effettivamente un po' in merito con Olympia ci aveva parlato della questione. James non aveva voluto sapere niente, né aveva commentato la questione, né con lui, né con nessun altro, dando da intendere che su tutto quanto fosse parecchio tranquillo. Il maggiore dei Potter: sempre tranquillo su tutto, ma davvero apposto assolutamente con nulla. Soffriva del morbo del fratello maggiore, sin da quando aveva memoria; una posizione per tanti versi privilegiata, per tanti altri, decisamente scomoda. « Allora, com'era la Spagna? Dimmi un po', vi siete divertite? Devo assolutamente chiamare Rosie e farmi raccontare tutto quanto. Avrà fatto una marea di foto. » Amava le storie di Rosie; il suo punto di vista era sempre molto inedito, forse perché aveva l'occhio del fotografo, e perciò, tendeva a notare particolari che a molti sfuggivano. « Io metto subito le mani avanti, sis: se non li hai portati - » E dicendo ciò la osservò dall'alto verso il basso con un'espressione eloquente, seppur leggermente divertita. « - vado subito via. » Patti chiari, amicizia lunga. « Devo affogare i dispiaceri di una lite con Charlie, e quale modo migliore se non dimostrandogli che - a differenza sua - il mio metabolismo regge ancora tutto. » Pausa. « Ma chiedo no.. secondo te, l'andropausa è come la menopausa? Perché a questo punto credo che Charlie ci sta entrando in anticipo. Boh, è sempre girato di culo questi giorni. » Vuole sdrammatizzare, James; quella discussione l'ha accusata davvero tanto.



     
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    Ritornare alla normalità dopo dieci giorni ricchi di avventura, divertimento e cultura è una vera salassata per Olympia. Soprattutto se aggiunto all'esame di Chimica magiorganica da preparare per metà Settembre. Addizionato a Nymeria che ha deciso di prendersi un anno sabbatico, dando il preavviso di nemmeno due settimane, facendo si che la rossa e Azura si ritrovassero ad approcciarsi a minimo dieci nuovi colloqui, prima di trovare il coinquilino perfetto da far immettere in quel piccolo ecosistema armonioso e vivace che si è andato a creare nel 28 di Woodstock Street. Tutto questo unito alla nomina di Senior che le è caduta completamente tra capo e collo, cogliendola di sorpresa quanto un temporale in pieno Agosto. Sono a dir poco frenetiche le sue giornate, quasi come se dovessero recuperare il tempo perduto durante i giorni di relax che si è concessa per ricaricare un po' le batterie e allontanarsi un po' da tutto, forse per guardarlo con più chiarezza, valutando il da farsi per rientrare a casa più agguerrita che mai. E più preparata ci si sente davvero? Non proprio, a dire il vero, ma al momento ha tutta l'intenzione di ritagliarsi le ore successive in compagnia del fratello più grande, gustando ogni minuto senza lasciarsi cogliere dalle ansie. O almeno spero. « Ciao rossa! » Apre la porta e l'altissimo moro le si fa più vicino per salutarla. Lei socchiude gli occhi, mentre ricambia il bacio e lo lascia scorrazzare per la sala, mentre Willy Wonka si affaccia dalla porta della cucina, curioso di capire se il nuovo intruso sia un potenziale portatore di cibo o meno. Dal suo habitat, costruito sopra la libreria bassa, pieno di gioielli - tutto fumo e niente arrosto, molto luccicanti quanto di poco valore - Vincent osserva il fratello con aria bislacca, inclinando la testa di lato. E' sicuramente la prima volta che lo vede e gli squittii che emette sono di certo di benvenuto. « James, ho l'onore di presentarti Vincent. » Gli indica il cucciolo di Snaso, a cui rivolge un largo sorriso. « Hai addosso qualche oggetto di valore che ti dispiacerebbe davvero tanto farti rubare da questo esserino dolcissimo? » Ridacchia, prima di avvicinarsi al parco giochi di Vincent, aprendone la porticina per lasciarlo libero. Per quanto adori fare il Paperon de' Paperoni di turno, nuotando nella sua vasca di gioielli, infatti, lo Snaso ama di più scorrazzare per casa, rincorrendo Willy, portandolo al limite della sopportazione. « Allora, com'era la Spagna? Dimmi un po', vi siete divertite? Devo assolutamente chiamare Rosie e farmi raccontare tutto quanto. Avrà fatto una marea di foto. » Annuisce, piuttosto contenta di potergli raccontare qualche piccolo aneddoto. « Ha un intero reportage da poterti far vedere, non si è staccata mai dalla macchinetta, ma questa volta mi ha dato anche qualche lezione. Ora non voglio dire che mi sento Annie Leibovitz, ma poco ci manca. » Ridacchia, scuotendo le treccine che si è fatta poco prima del suo arrivo, per cercare di salvarsi un po' dal caldo. Missione decisamente fallita. « Siviglia è meravigliosa, con la sua forte influenza araba, è un piccolo gioiello. Poi ovviamente abbiamo visitato l'Alcázar di Siviglia, il palazzo reale dove hanno girato le scene di Dorne di Game of Thrones. Tipo che l'80% della nostra scelta sulla località per la vacanza è stata dettata da questa particolare variabile. » Lo fissa, aspettandosi una sua reazione o magari un semplice "nerd" per additarla. « Un 10% per il cibo - tra parentesi ottimo - e l'altro 10% ovviamente era per la vita notturna, altrettanto vivace, perlomeno nei quartieri magici. Ci siamo anche ritrovate in mezzo ad una festa dove tutti ballavano flamenco. Una roba talmente ipnotica da riuscire a non farmi sentire totalmente a disagio sapendo di essere inadatta al ballo. Tra l'altro alla fine, con l'aiutino di qualche erbetta magica, è stato davvero interessante buttarsi nella mischia. Dovessi avere ripensamenti sulla mia carriera futura, potrei di certo considerare quella di ballerina di flamenco per le vie della Spagna. » Si stringe nelle spalle, con fare divertimento, prima di approcciare una delle mosse tipiche di quel ballo esotico, con le braccia che si distendono sopra la testa e le mani che si attorcigliano su se stesse,
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    mentre il piede batte il ritmo a terra. « Io metto subito le mani avanti, sis: se non li hai portati vado subito via. » Blocca la scenetta fissandolo con sguardo torvo. « Ma scusami tanto, per chi mi hai presa? Di chi sono nipote di grazia? » Per molti versi, Olympia non sente di aver preso molto da nonna Molly, domandandosi spesso e volentieri quali fossero le caratteristiche ereditate dall'altra nonna, Lily. Eppure se c'è un qualcosa che ha ripreso, al 100%, è quella vena di bisogno nel sapere tutti belli e pasciuti, a differenza di Molly, in maniera sana. Gli fa cenno di seguirla, mentre attraversano la piccola serra rigogliosa per dirigersi verso il terrazzo la cui vista è la vallata di Hogwarts, in lontananza. Lì si trova un divanetto in vimini, sotto fila di lucine magicamente incantate per rimanere a mezz'aria. Oscillano appena sotto la leggera brezza della sera, mentre la rossa fa cenno al moro di sedersi, per poi indicargli il tavolinetto basso sui quali ha già posizionato tutto il bottino di guerra, anticipatamente incantato con un incanto refrigerante per non far squagliare tutto. « Nell'ordine, uomo di poca fede: churros al cioccolato, torrone bianco al miele e mandorle. Queste, mhh, dovrebbero chiamarsi tipo Alfagliores, forse, sono ripieni di crema mou. » Indica l'ultima scatola, non ricordando esattamente il nome tipico delle specialità che vi sono al suo interno. « Okay, questi non ricordo come si chiamano ma sono al marzapane e frutta secca, profumati con canditi e cioccolato. » Conclude la sua arringa, fissandolo dall'alto con un cipiglio divertito. « Ho finito vostro onore. E' tutto di suo gradimento? » Domanda, per poi sedersi al suo fianco, scodinzolando appena per farsi spazio, in maniera scherzosa. « Se non sono abbastanza, c'è sempre un bel barattolo di Nutella in casa. Inzupparci uno di questi credo sia la via santa per l'affogamento massimo dei dispiaceri. » Lo fissa, sciabolando le sopracciglia con fare allusivo. « Allora, che ha fatto zio Charlie? » Domanda, mentre allunga una mano verso un'altra scatolina, quella contenente dei frollini bio. « Solitamente quando è tanto girato di culo, per un periodo di tempo superiore alle due settimane, vuol dire che ha una nuova ragazza. C'è qualcosa in pentola che tu sappia? » Inarca un sopracciglio, effettivamente curiosa di sapere se c'è qualche indizio in merito. « A meno che non si tratti di andropausa, seppur sia abbastanza convinta che non sia esattamente la stessa cosa della menopausa. Non saprei, dovrei documentarmi meglio. » Si gratta il mento, allungando le gambe per appoggiare i piedi sopra la ringhiera in ferro, per poi prendere a smangiucchiare il biscotto. « Insomma che ti ha detto? Strigliata davanti a tutti? »
     
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    « James, ho l'onore di presentarti Vincent. Hai addosso qualche oggetto di valore che ti dispiacerebbe davvero tanto farti rubare da questo esserino dolcissimo? » Solleva un sopracciglio avvicinandosi alla gabbia dello snaso, non sapendo esattamente come reagire alla questione. « Il mio cuore d'oro? » Chiede prima di scoppiare a ridere stringendosi nelle spalle. Era rimasto decisamente indietro rispetto agli spostamenti a casa di Olympia, e quello era un chiaro segnale del fatto che avessero bisogno di un piccolo momento tutto per loro. Si siede quindi, ed ecco che la conversazione già parte. James ascolta con grande interesse quanto la sorella ha da raccontargli circa la vacanza assieme alla cugina. Riesce a immaginarsele, intente a spolpare Siviglia fino all'ultima goccia. Nelle vacanze in famiglia, Olympia è sempre stata una delle più entusiaste. Ora che non se ne facevano più insieme, un po' quell'atmosfera festante le mancava. Tirare scappellotti a Sirius, fare a botte con Albus, prendere in giro Olympia. Altri tempi, altra vita. « Un 10% per il cibo - tra parentesi ottimo - e l'altro 10% ovviamente era per la vita notturna, altrettanto vivace, perlomeno nei quartieri magici. Ci siamo anche ritrovate in mezzo ad una festa dove tutti ballavano flamenco. Una roba talmente ipnotica da riuscire a non farmi sentire totalmente a disagio sapendo di essere inadatta al ballo. Tra l'altro alla fine, con l'aiutino di qualche erbetta magica, è stato davvero interessante buttarsi nella mischia. Dovessi avere ripensamenti sulla mia carriera futura, potrei di certo considerare quella di ballerina di flamenco per le vie della Spagna. » James si inumidisce le labbra, massaggiandosi appena la barbetta con fare pensieroso. « Sarebbe un grande spreco. Se io non sono scappato per fare lo spaccino a Cuba, a maggior ragione tu non puoi andare a fare la ballerina di flamenco. » I loro genitori sarebbero stati profondamente delusi. Harry e Ginny hanno sempre riposto una smisurata dose di fiducia nelle capacità dei propri figli. Li avevano cresciuti con la convinzione che qualunque cosa avessero scelto di fare del loro futuro, avrebbero voluto loro bene comunque, ma era innegabile che i due sposi Potter credevano molto nelle potenzialità dei loro figli, e non avrebbero mai voluto venissero sprecate. Il maggiore della cucciolata, è sempre cresciuto col terrore di deluderli, convinto che, in mezzo a tutti quei scapestrati, aveva la potenzialità maggiore di mandare tutto a puttane. Il tempo gli aveva dato ragione. « Però oh, purché tu sia felice. Almeno avrei vitto e alloggio gratis mentre vado a rimorchio di spagnole. » Un gran signore, il giovane Potter. Ma in fondo, con la sorella, per quanto intransigente su certi argomenti, poteva permettersi tutto, anche a costo di venire bacchettato. « E ora le cose serie. » Li hai portati? Ovviamente quella dei dolcetti, era stata una scusa sin dall'inizio. Voleva solo passare una serata con la sorella, però, questo non significava che se ne sarebbe andata da casa sua senza aver sfiorato tassi glicemici imbarazzanti. Ed effettivamente, Olympia non si smentì. Gli occhi di James iniziarono a correre da una prelibatezza all'altra man mano che la rossa gliele presentava, annuendo con fare soddisfatto, pronto all'assalto. Cazzo quant'è vero che siamo cresciuti nella stessa famiglia disfunzionale. A casa loro il cibo era il rimedio ad ogni male, una tavola imbandita era il focolaio perfetto per radunare decine di zii e cugini - non importava quale fosse l'occasione; il cibo era sacro, e James era cresciuto onorandolo e rispettandolo. « Ho finito vostro onore. E' tutto di suo gradimento? » Il moro circondò le spalle della sorella, scoccandole un caloroso bacio sulla guancia prima di sfregarsi le mani pronto all'attacco. « Se non sono abbastanza, c'è sempre un bel barattolo di Nutella in casa. Inzupparci uno di questi credo sia la via santa per l'affogamento massimo dei dispiaceri. » Scoppia a ridere iniziando da un pezzo di torrone che avvicina al viso e lo guarda da tutte le direzioni. « Seh vabbé ora non esageriamo. Devo ancora riuscire a salire sulla scopa. » Probabilmente ci avrebbe messo meno di mezz'ora prima di chiederle di tirare fuori quel barattolo di Nutella, ma almeno nel mentre poteva far finta di non essere poi così pessimo. « Buonissimo! » Annuì con convinzione parlando a bocca piena, colto da una sensazione di goduria e pace. E' questo l'effetto che dovrebbe fare sempre il cibo. « Allora, che ha fatto zio Charlie? Solitamente quando è tanto girato di culo, per un periodo di tempo superiore alle due settimane, vuol dire che ha una nuova ragazza. C'è qualcosa in pentola che tu sappia? A meno che non si tratti di andropausa, seppur sia abbastanza convinta che non sia esattamente la stessa cosa della menopausa. Non saprei, dovrei documentarmi meglio. Insomma che ti ha detto? Strigliata davanti a tutti? » Ascolta le ipotesi della sorella mentre si permette di assaggiare anche un churros che lo manda direttamente in Paradiso. Rotea gli occhi estasiato, rimanendo ben lontano dai problemi per qualche istante. Poi, afferra un fazzoletto per ripulirsi la bocca e le mani e si volta verso la sorella. Se continuo a mangiare non parliamo più. « Bah, non lo so. Ogni tanto ha questi scatti da papà castoro. Allora, si è incazzato perché nessuno era in grado di allenarsi l'altro giorno - per contestualizzare, siamo circa in ferie. Io e Ted avevamo fatto serata, ma una di quelle un sacco becere. Niente.. si è incazzato perché gli ho chiesto di rimandare al giorno dopo. » Alza gli occhi al cielo e allarga le braccia. Ti pare che posso allenarmi in hangover? « La squadra è un po' un casino. Non in campo. In campo stiamo andando molto bene - e mi pare già un miracolo. Però sul piano personale.. » C'erano così tante cose che non andavano tra loro che non sapeva nemmeno da dove iniziare. In tanto erano pressoché tutti una famiglia, una con parecchie incomprensioni; per giunta nessuno di loro rendeva la situazione estremamente facile. « Ti dico solo che quando Fred è stato presentato, Malia gli ha rovesciato del vino addosso davanti ai giornalisti. Io mi impegno a non spaccare la testa di Rudy ogni giorno e Fred cammina sui carboni ardenti - tentiamo sempre di evitare argomenti vari ed eventuali quando ci sta lui. Poi ci sta la situazione abbastanza strana tra Malia e June.. » ..e tutto il resto. Sospira e si fa più serio. Stiamo vivendo seduti sopra a un cumulo di dinamite. Basta una miccia per far scoppiare tutto. « Charlie è preoccupato. E ha ragione. Praticamente quello che crea meno problemi è Ted. » Ride James, perché in fondo, Ted Lupin era il più quotato a fare casini in qualunque circostanza. Al di là di tutto, la questione più pregnante era che dietro semplice intrattenimento, il Quidditch era un mondo fatto di soldi e di interessi non indifferenti. Una pluffa, due bolidi e un boccino, spostavano ingenti quantità di capitali. I Falcons erano sempre stati sulla creta dell'onda, ma le selezioni degli ultimi tempi, avevano solo messo benzina sul fuoco. Certo, questioni di quel tipo, nel loro mondo erano all'ordine del giorno, ma nonostante ciò non poteva fare a meno di pensare che in certe circostanze la situazione era troppo poco professionale per i suoi gusti. Al lavoro, James era diligente ed estremamente meticoloso; quella situazione generale, lo permetteva poco.
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    « A proposito di ciò.. » E dicendo ciò si schiarì la voce decidendo di tagliare la testa al toro. « Visto che stiamo parlando della squadra, vorrei dirti alcune cose. » Delle cose che James ci teneva dirle da prima del ballo del Midsummer. Aveva evitato l'argomento ogni qual volta l'avesse vista, ma ora che erano faccia a faccia, da soli, James intendeva essere onesto fino in fondo con lei. In fondo te lo devo. « Rudy è nei Falcons. Per quanto mi stia sul cazzo a livello personale, è uno dei miei. Tento quindi di separare per quanto possibile la mia voglia di spaccargli la testa fuori dal campo dalla gratitudine che provo per ogni anello che difende. » Si stringe nelle spalle ricercando lo sguardo di lei. « E non mi immischio proprio perché se dovessi sapere ancora di più la testa gliela spacco anche con tutto l'hocus pocus da lupo. » Pausa. « A me pare però che tu stia andando avanti, e che sei.. serena.. » Sei felice Olympia? Vuole pensare che sia così, e vuole anche sperare che semmai non lo fosse, glielo dirà. E lì, taglia corto e va dritta al soldo. « Peter. Ecco io non voglio che tu ti senta condizionata in alcun modo da me, e voglio che tu sappia che io sono sempre dalla tua parte, qualunque cosa tu faccia. Però, se con Rudy c'è ancora qualcosa, o se pensi che la vostra storia esiste ancora - anche se quel coglione non se lo merita - ti prego, non farmi scegliere tra te e il mio migliore amico. » Sin da quando aveva scoperto tutta quella questione, James si era sentito in difficoltà sulla questione. « E' ovvio che gli piaci parecchio; figurati, il testone non sapeva nemmeno come dirmelo. E lo avrei menato.. » Se lo meritava. Cavolo, di tutte le donne proprio mio sorella. « ..però ho capito che poteva andare peggio. » Tu potevi uscire con un cretino di primo ordine, e lui lasciarsi abbindolare da un'altra deficiente. « Ti dico tutto questo per farti capire che.. io sceglierò sempre te, sis; ti difenderò a prescindere. Qualunque cosa tu faccia, qualunque siano le tue scelte - anche se volessi fare la ballerina di flamenco. Però ti prego, prova a gestire questa situazione con molta cautela. » Se tra te e Rudy è finita, prima o poi ci faremo le uscite a quattro, anche se Peter potrà baciarti al massimo sulla guancia in mia presenza. Se provi ancora qualcosa per Rudy però, metti anche me in una situazione di merda. Era un discorso egoista quello di James, ma non lo faceva solo per se stesso. Non sarebbe mai intervenuto in ogni caso, indipendentemente da come fossero andate le cose, però spero comunque vadano per il meglio.



     
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    « La squadra è un po' un casino. Non in campo. In campo stiamo andando molto bene - e mi pare già un miracolo. Però sul piano personale..Ti dico solo che quando Fred è stato presentato, Malia gli ha rovesciato del vino addosso davanti ai giornalisti. Io mi impegno a non spaccare la testa di Rudy ogni giorno e Fred cammina sui carboni ardenti - tentiamo sempre di evitare argomenti vari ed eventuali quando ci sta lui. Poi ci sta la situazione abbastanza strana tra Malia e June..Charlie è preoccupato. E ha ragione. Praticamente quello che crea meno problemi è Ted. » Il che è tutto un dire, visto e considerato il soggetto. Vorrebbe storcere le labbra a più riprese nell'ascoltare quel piccolo sunto su che aria stia tirando nella squadra dei Falcons, fortuna vuole che ha la bocca impegnata a smangiucchiare il secondo frollino. Non le arriva come nuovo il problema di James con Rudy, di cui lei è l'unica colpevole, lo sa bene, così come le stranezza tra Malia e June e gli argomenti tabù da non toccare con Fred, ma di certo non si aspettava quel siparietto simpatico tra Malia e Fred. Non ne sapeva nulla, né dall'amica, né tanto meno dalle pagine patinate dei giornali scandalistici che non è abituata a leggere, in nessun caso. Conosco però abbastanza bene la mora da immaginare il perché di una tale reazione, sapendo il legame forte che la legava al cugino, prima che scomparisse, lasciando fin poche tracce di sé dietro le spalle. Vorrebbe provare a dire qualcosa, non sapendo nemmeno bene cosa, seppur pienamente cosciente che quello altro non possa essere che l'inizio di quel discorso, ma il fratello, cogliendo la palla al balzo, lo fa al posto suo. « A proposito di ciò.. Visto che stiamo parlando della squadra, vorrei dirti alcune cose. » And so it begins. Prende un tovagliolino a sua volta, per ripulirsi la bocca e prendere a guardare James in volto, lasciando che i riflessi dei suoi occhi verdastri si perdano in quelli scuri di lui. « Rudy è nei Falcons. Per quanto mi stia sul cazzo a livello personale, è uno dei miei. Tento quindi di separare per quanto possibile la mia voglia di spaccargli la testa fuori dal campo dalla gratitudine che provo per ogni anello che difende. E non mi immischio proprio perché se dovessi sapere ancora di più la testa gliela spacco anche con tutto l'hocus pocus da lupo. » Gli angoli della labbra si alzano verso l'alto impercettibilmente, prima di ritrovare il loro naturale habitat distendendosi nuovamente. « A me pare però che tu stia andando avanti, e che sei.. serena..Peter. Ecco io non voglio che tu ti senta condizionata in alcun modo da me, e voglio che tu sappia che io sono sempre dalla tua parte, qualunque cosa tu faccia. Però, se con Rudy c'è ancora qualcosa, o se pensi che la vostra storia esiste ancora - anche se quel coglione non se lo merita - ti prego, non farmi scegliere tra te e il mio migliore amico. » Una morsa le stringe improvvisamente la bocca dello stomaco, tenendola in ostaggio di una sensazione a lei non troppo estranea: la paura di deludere la sua famiglia, una fobia che ha sempre avuto nel profondo del suo cuore e che ora, nel sentire James dar voce alle ansie che si trascina dietro dalla corsa del Midsummer, si materializza dentro di lei con tutta la sua dirompente prepotenza, richiedendone l'assoluta attenzione, costringendola quasi con fatica a rimanere concentrata sulle parole successive del fratello. « Ti dico tutto questo per farti capire che.. io sceglierò sempre te, sis; ti difenderò a prescindere. Qualunque cosa tu faccia, qualunque siano le tue scelte - anche se volessi fare la ballerina di flamenco. Però ti prego, prova a gestire questa situazione con molta cautela. » Il silenzio che segue le fa capire quanto il discorso sia finito e stia soltanto aspettando una sua risposta. Prende un grande respiro, sospirando a labbra dischiuse come a volersi dar forza per affrontare quella montagna che le appare insormontabile da ormai quasi due anni.- « Dici che potrei impiegare maggior cautela in tutta questa situazione? Come? Se hai dei consigli, sono ben accetti. » Gli domanda poi, con assoluta sincerità, con un'estrema innocenza ad impelarle le iridi chiare in una palese richiesta d'aiuto. Se credi possa fare meglio, possa muovermi senza rompere qualsiasi cosa, ti prego, dimmelo. « Se mi stai chiedendo se sono felice, sì, lo sono, come non lo ero da un po'. » Ed è anche merito di Peter, innegabile. « Lui c'è stato per me, in quel periodo. Mi è stato vicino senza chiedermi mai una volta qualcosa che non mi andasse di condividere, semplicemente essendo Peter, con le sue cazzate sparate a raffica e le citazioni da nerd ad ogni ora del giorno. » Le ha reso meno difficile il compito di tornare ad abituarsi ad una normalità che non la vedeva più come componente di una coppia ma nuovamente come persona singola. « E c'è tuttora, in vesti sicuramente diverse, ma c'è e forse è proprio questo suo continuare ad esserci che mi sta aiutando a ritrovare la fiducia nel buttarmi in qualcosa, qualsiasi essa sia. » Ma la fiducia in me stessa? Alza le spalle, con un sorriso sincero che si apre sulle labbra, ma che muore altrettanto in fretta. « Se però mi chiedi se sono sempre felice, no, non credo di esserlo. » Per un attimo, ha bisogno di guardare altrove, di guardare le torri scure di Hogwarts, in lontananza, di agganciare il suo sguardo su qualcosa che non siano quei pozzi scuri che sanno scrutarle dentro fin troppo bene. « Non lo sono perché, quando mi concedo di pensarci, mi ricordo che ho fallito in qualcosa in cui credevo veramente. Ho deluso me stessa e probabilmente anche un po' tutti voi. Se solo avessi capito che c'era qualcosa che non andava, se solo ne avessi avuto la possibilità... E quando mi fermo a rifletterci, capisco di essere arrabbiata, così tanta rabbia come non l'ho mai provata in vita mia. Mi fa incazzare così tanto che non mi è stata data alcuna chance di replica, di chiusura. Ha finito tutto lui andandosene e io non ho avuto nemmeno la possibilità di avere l'ultima parola. Quella porta è chiusa, ma io a distanza di anni ancora non capisco, ancora non so perché se ne sia andato e il non sapere.. lo sento che mi sta logorando lentamente la mente. » L'ignorare qualcosa, in fondo, non ha mai fatto per la rossa e la sua cocciutaggine, sempre pronta a scoprire nuove cose, sempre desiderosa di sapere di più, di conoscere più cose, più nozioni, più leggi fisiche, talmente curiosa nei confronti della conoscenza da aver tenuto in stallo il Cappello Parlante più del dovuto, sopra la sua folta criniera ramata, per cercare di capire in quale casata collocarla. Potrebbe aver sbagliato?, si è chiesta ben più di una volta. « Albus dice che qualsiasi motivazione mi darebbe non sarebbe abbastanza e io lo so, so che mi arrabbierei semplicemente di più, sia se fosse un qualcosa di tremendamente stupido, sia fosse un qualcosa di estremamente importante. Quindi rimango nel mio, cercando di non riaprire quella porta, ma un po' in fondo vorrei sapere. C'è una piccola percentuale di me che sa che mi darei un po' di tregua solo così. » Storce le labbra, inspirando a fondo nel cercare disperatamente di non piangere davanti al fratello. Non se lo merita. « Avrei bisogno di sentirmi dire che non sono stata io il problema, che non sono stati i miei problemi, le mie fisse, i miei limiti stringenti ad incasinare tutto, che non sono stata la causa di tutto senza accorgermene e che le cose dovevano andare semplicemente così. Qualcosa che mi possa far mettere l'anima in pace, che mi possa far credere di non essere tanto sbagliata perché è così che mi sento, in tutta onestà. E' un pensiero tanto egoistico? » Mi basterebbe sentirmi dire che forse, in fondo, non sono solo votata alla sola distruzione. Ha accostato più e più volte la morte di Will alla scomparsa nella notte di Rudy, lasciandola lì a domandarsi quanto più avrebbe potuto fare per cercare di salvare il salvabile. Avrei potuto fare davvero qualcosa in più? Un pensiero ricorrente che non fa che farla scivolare nell'oblio di quella paura che prova nei confronti di se stessa e della
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    sua incapacità di sapersi tenere vicina una persona, apparentemente. « Da una parte mi sento in dovere di non riaprire il discorso, di lasciarlo esattamente così com'è, un po' per me, un po' anche per Peter, ma dall'altra parte..è giusto nei suoi confronti rimanere così, sempre un po' frenata perché sento di non aver avuto tutte le risposte che credo mi spettassero, le stesse che so mi aiuterebbe ad essere pienamente serena? E' frustrante, un sacco, e per quante volte mi dico che è giusto che io sia andata avanti, che quando Peter mi ha invitata al Midsummer abbia fatto bene a dirgli di sì perché lo volevo davvero, è anche vero che l'ho anche un po' bloccato in questo loop e forse sono veramente una persona di merda che non se lo merita di ricominciare. » Per la terza volta. Probabilmente non ha senso ciò che gli ha appena chiesto, non ha senso sicuramente risentirlo nelle proprie orecchie, mentre si stringe nelle spalle e si abbandona contro lo schienale del divanetto. « Non ti chiederei mai di scegliere me comunque sia. Non ci sono parti da prendere in questa storia. » Non l'ho fatto per Rudy, figuriamoci se lo farei per Peter. Se ne esce così, dopo qualche istante di silenzio atto a rimuginare sopra quello sfogo che non si aspettava sarebbe mai riuscita a tirare fuori. « So che noi facciamo così, anche quando è evidente a tutto il mondo che abbiamo torto marcio, ma Peter è Peter. E' il tuo miglior amico e davvero, so benissimo in che situazione strana sei stato trascinato quando ti ha detto..quello che ti ha detto e da una parte mi dispiace, ma anche un po' no dall'altra, concedimelo. » Sorride e questa volta il sorriso rimane impresso qualche istante di più sulle labbra, prima di essere coperte dal bicchiere nel quale si è versata il vino che ha portato proprio lui. « Comunque ho la presunzione di credere che siamo grandi abbastanza da saper gestire dei probabili casini futuri senza dover rovinare tutto ciò che ci ruota attorno. Cercherei di preservarti in tutti i modi, questo è certo. » Sembra esserci una promessa in quello con strano disincanto con cui la rossa parla di quanto potrebbe accadere, in futuro, forse già ben pronta a quell'evenienza. Un atteggiamento decisamente poco affine all'anima, di solito, positivamente sognatrice di Olympia. « Tu cerca di non preoccuparti per me nel frattempo, okay? Capirò cosa fare per risolvere la situazione, cercando di metterci tutta la cautela del mondo nel non ferire e illudere nessuno. » E non deludere te. Non lo aggiunge, ma è chiaro il messaggio che traspare dai suoi occhi leggermente più lucidi del solito mentre allunga una mano a ricercare il calore in quella di lui. Fissa per qualche istante le dita, prima di alzare lo sguardo smeraldino, decisamente più divertito dei minuti passati fino a quel momento. « Se abbiamo finito i discorsi tristi, possiamo parlare di quelli più romantici? » Sbatte le ciglia, sarcasticamente, per poi sciabolare le sopracciglia ramate verso l'alto. « C'è qualcosa che mi devi dire o ti va di condividere con la tua meravigliosa sorellina? »
     
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