mirrorball

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1    
     
    .
    Avatar

    Junior Member
    ★★

    Group
    Member
    Posts
    76
    Reputation
    0

    Status
    Waiting!

    I want you to know I'm a mirrorball,
    I can change everything about me to fit in.
    You are not like the regulars, the masquerade revelers,
    drunk as they watch my shattered edges glisten.



    Si trova a Portland ormai da qualche settimana, e deve ammettere che si sta divertendo — ci ha messo un po’ a convincere Rudy, che inizialmente non era per niente pro all’idea, ma è riuscita a farsi dare il permesso. Le dispiace perdersi la prima vacanza con le amiche, che si sono organizzate pochi giorni fa, ma si è detta che ce ne saranno altre — o se così non sarà, pazienza. Ha deciso di fare del suo meglio per vivere giorno per giorno, Ella, senza preoccuparsi troppo del domani — per ora sembra funzionare abbastanza bene, a parte qualche intoppo classico del suo cervello fin troppo prono all’ansia. E forse l’aria di mare le fa pure bene, visto che non ha ancora avuto incubi, da quando dorme nei bungalow del campo estivo — oppure sono le stelle, così vicine che sembra di riuscire a toccarle con un dito, o forse è la stanchezza che la ruba dal mondo dopo un intera giornata di sole.
    Questa notte, però, il sonno non sopraggiunge, ed Ella si rigira nel letto più e più volte, gli occhi serrati, le palpebre strizzate l’una contro l’altra, per evitare che la disturbi anche solo uno spiraglio di luce lunare proveniente dalla finestra.
    Conta le pecore con convinzione, come le ha insegnato la tata che l’ha accompagnata da piccola, ma si perde verso la duecentoduesima, e, senza neanche rendersene conto, fluttua silenziosamente tra le braccia di Morfeo.

    È con uno scatto che si tira a sedere, passandosi una mano aperta sulla fronte madida di sudore, la camicia da notte chiara appiccicata alla spina dorsale. L’ha pensato troppo in fretta, quel dettaglio sugli incubi, se ne rende conto mentre scivola fuori dalle coperte, Ella, afferrando il libro che sta finendo di leggere per poi sgattaiolare fuori dal bungalow a piedi nudi. Non ha mai avuto problemi a vagabondare senza scarpe, l’ha sempre fatto per così tanto tempo che le piante dei piedi, ormai, sono pressoché insensibili ad ogni tipo di suolo.
    Si rende conto di non essersi portata la bacchetta durante il tragitto, ed allora torna indietro a corse, un’irriconoscibile macchia chiara nel buio tra il fitto degli alberi. Apre la porta trattenendo il respiro, per non svegliare le sue compagne di stanza, si aggira in punta di piedi finché non trova ciò che cerca sotto al cuscino, dove la tiene sempre per sicurezza, e ritorna sui suoi passi, diretta finalmente verso la spiaggia.
    Già pregusta il rumore delle onde come sottofondo per la sua lettura, mentre alla luce della bacchetta si aggira per il sentiero nel tentativo di non perdersi — ci mette un po’, ma si lascia andare ad un sospiro quando le narici si riempiono dell’odore inconfondibile che emana l’acqua, e si avvicina in religioso silenzio, di nuovo in punta di piedi, come a non voler disturbare la vastità che si distende di fronte ai suoi occhi.
    Posa la bacchetta su uno scoglio, e si siede per terra, Ella, rannicchiandovi la schiena contro, aprendo il suo Jane Eyre che volge quasi al termine.
    tumblr_inline_p7h173nbAd1ro4fjb_540
    Il fiato si fa corto nel leggere di Jane che ode la voce del suo Mr Rochester, e mentre cammina nella sua immaginazione, anche ad Ella sembra di seguirla, di camminare con lei, sentire le membra stanche, le gambe intorpidite. L’incendio a Thornfield Hall la rattrista, ma è forse la morte della famigerata Bertha, vittima del destino e di una società in cui non sarebbe mai stata accettata, ad intristirla di più. Le ricorda sua madre, ed Ella solletica la sua immagine nella mente per qualche secondo, prima di scuotere la testa come a scacciarla via.
    Ed è sull’inchiostro di Reader, I married him che le orecchie della Black catturano uno scricchiolio sospetto — alza la testa di scatto, Ella, lasciando andare il libro in grembo ed afferrando la bacchetta dallo scoglio con la mano malferma, per puntare il fascio di luce argentea verso l’origine del rumore.
    Aggrotta le sopracciglia, assottigliando gli occhi per vedere meglio, nello scorgere la figura distinta di un ragazzo, che riconosce solo dopo qualche secondo come Harvey — abbassa la bacchetta d’istinto, con una velocità inaudita, così come veloce arriva il suo «Scusa, scusami tanto!», che risulta più uno squittio che un suono umano. Non lo voleva accecare, questo è certo — ringrazia il buio, per un momento, che copre il rosso che le è corso alle guance, ora bollenti. Posa la bacchetta di nuovo al suo posto, assicurandosi che non cada e che non lo accechi di nuovo mentre si avvicina, e gli rivolge un sorriso imbarazzato, «Che… che ci fai qua? È tardi», si stringe nelle spalle, «Io leggevo», solleva il libro ora chiuso, come a giustificarsi.

     
    .
0 replies since 17/8/2020, 00:30   32 views
  Share  
.