Inverness Castle

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    e dimensioni del Castello di Inverness, ora residenza della famiglia Morgenstern, sono giustificate dalla sua storia; inizialmente era residenza di gran parte delle famiglie di cacciatori, che nel corso degli anni hanno deciso di stanziarsi attorno alla residenza dei patriarchi, espandendo la città sempre di più, fino a raggiungere l'odierna estensione. Si presenta come una residenza di stampo medievale che ha subito diverse modifiche nel tempo, a seconda dei gusti delle generazioni che vi si sono susseguite. Attualmente molti ali del castello non vengono utilizzate, né vengono aperte. Durante il periodo del Upside Down, la sua capienza è servita a dare riparo a molte persone che scappavano dal grigio della loggia. Vi si accede tramite la vita principale della città, che collega appunto l'entrata, alla residenza dei patriarchi, ed è servita per secoli non solo come mera casa, ma anche come luogo di incontro tra i cacciatori. La residenza è disposta su quattro piani, di cui uno interrato. Il cortile interno, disposto di fronte alle cucine, anticipa una piccola zona predisposta all'allenamento. Infine, attraverso una scalinata scavata nella roccia, si accede direttamente al mare; Inverness è infatti bagnata da parte a parte dal Loch Ness che si riversa nel Mare del Nord.
    Il pianoterra comprende un grande salotto che comunica direttamente con una sala da pranzo formale. Da qui si accede alla biblioteca e allo studio personale del patriarca, ormai utilizzato molto raramente. L'ala opposta comprende la parte più vissuta della casa; oltre a un salottino più informale, vi sono le cucine (x - x), una dispensa e una sala da pranzo meno formale. Non manca una serra in cui vengono coltivate diverse piante necessarie alla vocazione del cacciatore. I sotterranei comprendono una grossa cantina in cui viene conservato l'alcol e il cibo per l'inverno, una piccola taverna un tempo sede di incontri informali e segreti e l'armeria. I piani superiori sono pressoché costituiti da innumerevoli stanze costantemente inabitate. Spiccano al primo piano gli studi di Holden e Sbastian Morgenstern, e al secondo piano le stanze degli attuali residenti. L'attuale appartamento di Beatrice, è stato precedentemente occupato dai suoi genitori (stanza - bagno - balconata). Più spoglia è la stanza di Holden, tenuta pulita e spoglia in maniera maniacale dallo stesso proprietario; più distaccata, al primo primo si trova la stanza di Sebastian Matthews, nonno dei due fratelli.

    Questa discussione rientra nel progetto quotidianità


     
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    4 Settembre



    Ha varcato le mura della città di Inverness pochissime volte in vita sua, la giovane Scamander. E soprattutto mai da sola. E' impossibile non sentirsi piccoli di fronte alla maestosità delle strutture, all'antichità della pietra, alla storia di cui non si conosce l'inizio e che ancora procede aggrappata alla realtà, florida e rigogliosa. Benché la residenza dei Morgenstern sia impossibile da non notare, Lily, affatto avvezza a districarsi per le vie della città, ritarda di una buona mezz'ora all'appuntamento con l'alfa. Scivola verso l'ingresso in un religioso silenzio, appena notata da alcune guardie lì nei pressi. La loro fattezza e le sembianze lycan bastano a cancellare il cipiglio spavaldo che molto spesso si dipinge sul sorriso della Scamander. Non ha paura, ma non è neanche perfettamente a proprio agio. E' una realtà diversa, ci si deve abituare.
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    «Ciao Tris.», dice soltanto, seguendo la ragazza nei meandri del castello, diretta chissà dove. Lily tiene il passo con difficoltà, per quanto sportiva ed allenata. «Fa sempre questo effetto?», domanda, un po' sovrappensiero. Inverness. Chissà come sarebbe viverci. Si sentirebbe protetta, Lily? Oppure avvertirebbe lo spasmodico bisogno di guardarsi le spalle? Probabilmente entrambe. «Sarei venuta prima, ma mia zia ha indetto uno dei suoi soliti.. interventions, commenta, certa che Tris abbia idea di cosa stia parlando. D'altronde è la migliore amica di Sam. «Comunque sto bene.», oppure è soltanto quello che continuo a ripetere a tutti. «So che non volevi attaccarmi. Infatti, ecco, per me quella è una parentesi chiusa.», dice semplicemente, rivolgendole un mezzo sorriso. «Pensi di aver capito cosa sia successo là dentro?», perché io no. E tu sei l'unica a poter dare un senso a questa storia.
     
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    L'aspetta sulla soglia di casa. L'hanno avvisata del suo arrivo; non c'è ormai una foglia che si muova dentro la città, da quando lo scorso ottobre Inverness è stata sotto assedio. « Benvenuta! » E' tutto ciò che dice inizialmente, in maniera forse sin troppo solenne. «Fa sempre questo effetto?» Abbozza un leggero sorriso mentre muove appena la testa per intimarla a seguirla. « Dipende dai giorni. Non è sempre così.. silenziosa. » E' solo che al momento siamo tutti in ritiro. Stiamo guarendo. Forse metabolizzando. « Ad essere sincera, non credo che sia stata concepita perché ci si possa abituare mai. » La Città Santa incute timore riverenziale; persino a chi la vive tutti i giorni, specie a una come Tris, che ha dovuto imparare a viverla solo negli ultimi anni della sua vita. « Però.. è casa. » E non sa in quale altro modo esprimere quel senso di attaccamento che prova nei confronti di Inverness. La conduce fino in fondo a una serie a una serie di porticati e corridoi, imboccando l'entrata della cucina. « Ti avevo promesso un caffè » Asserisce, invitandola a sedersi su uno degli sgabelli di fronte all'isola della cucina, mentre inizia a prodigarsi nella preparazione della bevanda degli dèi. « Comunque sto bene. So che non volevi attaccarmi. Infatti, ecco, per me quella è una parentesi chiusa. Pensi di aver capito cosa sia successo là dentro? » Annuisce Tris, voltandosi in direzione della bionda solo quando ha concluso il suo discorso. « Nulla di buono. Di una cosa sono certa: qualunque cosa la gente pensa di aver bevuto, non c'entra poi molto. » Poco ma sicuro. Ed è proprio per questo che sei qui. Normalmente, è consapevole Tris, che non avrebbe perso così tanto tempo per delle scuse; con tutte le scuse che devo, non dovrei fare nient'altro nella vita. E seppur si sentisse in colpa, il suo senso di inerzia si era annullato nello stesso momento in cui aveva varcato la soglia di quel luogo. « E.. per quel che vale, credo che tu abbia visto davvero Eric. Quella sera tante persone hanno visto cose strane. Ma la cosa più delirante è ciò che alcuni hanno dovuto.. provare sulla propria pelle. » Si schiarisce la voce e attira a sé uno degli sgabelli, sedendosi di fronte alla ragazza. « Per me comunque Eric significava molto.. non credo che è stata del tutto una reazione mia quella dell'altra sera.. ma.. quando ci siamo lasciati non l'ho presa molto bene. Lui.. è sparito. Aveva problemi con l'Inquisizione - cavolo ai tempi io ero l'Inquisizione. » L'ennesima macchia. « L'abbiamo lasciato da solo. Non possiamo lasciare più nessuno - nessuno - da solo. » Alza lo sguardo verso la bionda con un'aria preoccupata. « Dobbiamo guardarci le spalle a vicenda. Ci aspettano tempi bui. » Di nuovo.


     
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    Dopo tutta la strada che ha percorso per arrivare alla cucina, Lily è certa che non saprebbe tornare indietro. Quasi le sembra di vivere in un'altra epoca, all'interno del castello della mistica Inverness. « Ti avevo promesso un caffè », le gambe penzoloni su uno sgabello, la Scamander si limita ad osservare Tris mentre versa un po' di caffè in due tazzine, l'ambiente che si riempie di un odore caldo e accogliente. Sembra più simile alla sua, di casa; dunque il sottile stato di tensione della Serpeverde si attenua sino a relegarsi ad un angolino in disparte. « Nulla di buono. Di una cosa sono certa: qualunque cosa la gente pensa di aver bevuto, non c'entra poi molto. », non mi aspettavo altro, sinceramente. Tutti parlano dei cocktail corretti, delle risse che ne sono scaturite. Nessuno, però, parla dell'inspiegabile sensazione di freddo, di grigio, della pelle intirizzita all'immagine di Eric Donovan che le stringe la mano. Della difficoltà a riprendersi subito dopo - fosse stata una sbronza, l'avrebbe risolta subito con la sua visita ai bagni. Invece, i fantasmi avevano continuato ad assediarla anche al parcheggio del Burlesque, quando le avevano passato una bottiglietta d'acqua e la gola le era andata letteralmente in fiamme, al contrario dell'effetto sperato. « E.. per quel che vale, credo che tu abbia visto davvero Eric. Quella sera tante persone hanno visto cose strane. Ma la cosa più delirante è ciò che alcuni hanno dovuto.. provare sulla propria pelle. », allora è così. C'era veramente. Se non Eric, qualcosa di davvero molto simile. Cosa hai dovuto provare, sulla tua pelle, Tris? - è questa la parte del discorso cui s'interessa di più. Non può passare inosservata, anche se detta con la fermezza che caratterizza un capo branco. «Allora è... vero, quello che ci stiamo chiedendo tutti, senza il coraggio di dirlo ad alta voce? - significherebbe ammettere che non è finita. Che il muro divisore non è più fatto di cemento spesso. «Chi c'era con te?», il pensiero di Lily non può non correre a tutte le persone a lei vicine. Per quanto ne sa, la stessa Joy potrebbe aver visto e provato sulla pelle cose che lei neanche immagina. «Perché immagino che tu non stia parlando per... sentito dire.», o non si spiegherebbe la reazione di Albus. Lei era lì, nel parcheggio, lo sguardo puntato in quello di James: cosa... sta... succedendo. Le tre parole che la tormentano da giorni, brevemente inframmezzate dalla serenità del verde della terra scozzese.
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    « Per me comunque Eric significava molto.. non credo che è stata del tutto una reazione mia quella dell'altra sera.. ma.. quando ci siamo lasciati non l'ho presa molto bene. Lui.. è sparito. Aveva problemi con l'Inquisizione - cavolo ai tempi io ero l'Inquisizione. », gli occhi di Lily si rivestono di un'impercettibile patina lucida. Sembra sempre forte, la Scamander: la battuta pronta, il sorriso contagioso, la voglia di uscire e spaccare il mondo. In realtà è soltanto una ragazza che ha perso un amico e che non l'ha superata. Come tutti, nel mondo del Quidditch e all'infuori di esso. «Non sei stata tu ad ucciderlo, Tris.», non è morto perché l'hai lasciato da solo. L'avrai sentito dire sin troppe volte, ma è la verità. Non caricarti anche di questo fardello. «Sam mi ha raccontato tutto di quella sera. Forse...», era solo l'inizio, il giorno di Capodanno. L'inizio dell'anno e l'inizio di... altro. «...abbiamo abbassato un po' tutti la guardia.», San Valentino, il Midsummer e tutte le altre festicciole tranquille che sono venute dopo. Era solo questione di tempo. « Dobbiamo guardarci le spalle a vicenda. Ci aspettano tempi bui. », e noi dobbiamo essere pronti, giusto? «Voglio aiutare, come posso.», mi fa paura quasi tutto, di questa Città Santa. Ma non la voglio lasciare sola. Sam c'è dentro fino al collo. Se c'è lui ci sono anch'io.
     
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    «Allora è... vero? Chi c'era con te?» Lo sguardo della lupa fu piuttosto eloquente. Purtroppo è vero. « Più ragazzi di quanti pensavo fosse umanamente possibile portare in salvo. » Pausa mentre si porta la tazza di caffè alle labbra. « E' stata pura fortuna uscire. Perché di uscire si trattava. Siamo finiti in un posto orribile. Nulla di ciò che conoscevamo già. Era diverso.. ma non per questo meno spaventoso. » Sappiamo sempre troppo poco. Abbiamo sempre troppe poche risposte. Quando il discorso ricade su Eric, un velo di tristezza e di senso di colpa crolla come una pattina pesante sul volto pallido della giovane Morgenstern. « Sam mi ha raccontato tutto di quella sera. Forse.. abbiamo abbassato un po' tutti la guardia. » Scuote la testa Tris. No. Non è così. E' solo che non abbiamo la più pallida idea di cosa stiamo combattendo. Non lo abbiamo mai saputo. « Si beh, è un po' difficile mettere tutto in prospettiva quando tutto appare così.. scollegato. » Il treno, un ragazzo morto, lo Shame, una Preside morta, una città sotto assedio, un intero sistema crollato dal giorno alla notte. « Non mi è per niente chiaro come tutto questo puzzle di imprevisti possa collegarsi. » Sarebbe facile assumere che è tutta colpa di un nemico invisibile che ci intrappola dietro una maledetta tenda per far fuori ben cinque lycan e tre sin eater in un colpo solo ma.. c'è sempre un ma. « Voglio aiutare, come posso. » In un momento differente Tris non avrebbe considerato quella proposta; era abituata a chiudersi a riccio, a sbrigarsela da sola. Ma a dove ci ha portato chiuderci a riccio?
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    « Ci servirà una rete. » Una rete come un tempo. « Inverness è stata nell'occhio del ciclone diverse volte, prima e dopo la Restaurazione. Qualcuno, a più riprese, ha tentato di farci fuori. Non abbiamo mai scoperto come, né perché. Ma qui.. qui sono successe cose terribili.. » Cosa di cui Tris non poteva parlare. « Sarò molto chiara: a questo punto non sono nemmeno certa che tutto ciò che è accaduto in passato non potrebbe ripetersi, forse anche peggio. Non è finita. E se ha colpito una volta, colpirà ancora. » Volse lo sguardo verso quello della bionda con eloquenza. « Ho un brutto presentimento - » Terribile. « Senza contare che.. tempo fa, qualcosa - qualcuno.. ha già reso palese che io questa volta non arriverò a combattere anche questa guerra. » Abbassò la testa. « L'altra sera, al Burlesque, credo che stavano tentando di fare questo.. impedire a me e ad altri dei miei di lottare ancora. » E' così semplice. Voglio farci fuori. In un modo o nell'altro.



     
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    « E' stata pura fortuna uscire. Perché di uscire si trattava. Siamo finiti in un posto orribile. Nulla di ciò che conoscevamo già. Era diverso.. ma non per questo meno spaventoso. », Lily trattiene per un attimo il respiro, realizzando quanto poco fosse mancato a scatenare di nuovo l'inferno. Ricorda perfettamente gli incubi che l'hanno tormentata per mesi, il proprio doppio che minacciava di pugnalarla non appena avesse chiuso gli occhi. Di strapparle il cuore. Ombre che le sussurravano di uccidere per salvarsi, magiche creature che perdevano la secolare sintonia con lei, rivoltandosi contro e mordendo, graffiando, lottando... Non aggiunge altro, Lily: non vuole forzare Tris a rivangare le scene della sera del rave. Quanto ha detto, basta a farle intuire una lampante verità: è cambiata la forma, ma non il contenuto. La realtà parallela al mondo conosciuto esiste ed è stata sfiorata con mani obbligate a sporcarsi di sangue, ancora una volta. « Non mi è per niente chiaro come tutto questo puzzle di imprevisti possa collegarsi. », la chiave è il target: questo posto. Inverness. C'è un doppio nemico, là fuori. Un attacco su più fronti. La necessità di distinguere tra amici ed avversari. Capire da chi farsi guardare le spalle, quali spalle pugnalare, a chi allungare la mano e a chi strapparla. «Sembra quasi che.. Sia da un lato che dall'altro..», sia nel mondo reale che nell'inferno suo specchio, «L'obiettivo sia quello di... bloccare, uccidere, «- gli unici in grado di resistere.», la popolazione di Inverness. I lycan e i sin eater: l'unico modo di venir fuori dal doppio oscuro. Spazzati loro, non ci sarebbe più alcuna forma di resistenza. Di colpo, Lily riesce a percepire la sfumatura più drammatica dei sentimenti di Beatrice: hanno colpito Eric perché, forse, volevano colpire lei. Una supposizione, quella, che potrebbe essersi scavata nel cuore della giovane alfa, sino ad avvelenarlo. « Ci servirà una rete. », alleati. « Sarò molto chiara: a questo punto non sono nemmeno certa che tutto ciò che è accaduto in passato non potrebbe ripetersi, forse anche peggio. Non è finita. E se ha colpito una volta, colpirà ancora. », la Serpeverde stringe forte la tazzina del caffè, le nocche diventano bianche e le labbra tremano.
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    Vorrebbe tanto essersi scottata, con quel caffè, esser saltata in aria per questo. Invece sente freddo. La chiarezza con cui la Morgenstern si rende conto di essere il primo nome, nella lista dei target, la spiazza. Il secondo potrebbe essere Sam. E questo, Lily, non ha intenzione di permetterlo, a costo di firmare la propria condanna, sacrificando il proprio nome solo per cancellarne un altro. Chiodo scaccia chiodo. Ma ha come l'impressione che non sia una strategia destinata a funzionare. «Albus ha fatto il nome di Douglas l'altra sera. C'è qualcosa di vero?», non posso credere sia lui uno dei nemici da combattere. «Credevo fosse un amico di Percy.», chiede, la voce spezzata dal carico di quell'accusa. Questo per quanto riguarda i problemi terreni. Ritornando con la mente all'altra faccia della medaglia, quella del mondo oltre le tende, Lily inizia a rigirare il cucchiaino tra le mani, in cerca di pace. «Una rete. Ed un addestramento.», corro veloce, sono sportiva, ma scommetto non sia abbastanza. «Credo che le persone abbiano bisogno di vedere Inverness come un luogo dove proteggersi, non un luogo da combattere. Le vecchie campagne ministeriali l'hanno screditato troppo.», hanno quasi convinto anche me. «Si deve ricominciare da capo.», si deve ricominciare da te. Tris è il volto di quella città: più il timore reverenziale nei suoi confronti si rafforza, meno speranze di ricostruire la rete ci sono.

     
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    «Albus ha fatto il nome di Douglas l'altra sera. C'è qualcosa di vero? Credevo fosse un amico di Percy. » Le risultò impossibile non ridere di fronte all'ingenuità della giovane Scamander. « Non m'intrometto nei loro affari, sinceramente, ma credi davvero che una cosa escluda l'altra? » Si stringe nelle spalle. « Non so niente su questa storia di cui ha parlato Albus, ma conoscendo il soggetto, non mi stupirebbe scoprire che dietro vi è una montagna di inciuci. » Ne ha parlato da poco con Sam della questione. Ascolta il restante del suo discorso e annuisce.
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    « Il problema, Lily, è che non sappiamo di chi fidarci. La domanda non è come ma con chi? » A quel punto non è una domanda scontata, anzi semmai è la prima che dovrebbe porsi ciascuno di loro. « Guardiamoci negli occhi! Voglio dire.. Inverness è stata accusata di ogni cosa possibile e immaginabile, mentre chi ha messo in atto tutto il meccanismo mafioso precedente se la ride ancora come il primo giorno. » Allarga le braccia e sorride, stringendosi ancora una volta nelle spalle con una leggera nota di sarcasmo. « Hanno cambiato la loro faccia e sono caduti in piedi. Vuoi parlare di Douglas? Parliamo di Douglas e di come suo padre è stato uno dei principali mandati del Regime da dietro le quinte. Ci sono racconti di feste da lui organizzate in cui c'entrava questa fantomatica Astra di cui facevano parte tutti: Alek Marchand, Norwena Zabini, Edmund Kingsley. Ora tutti si sono dimenticati di tutto questo.. osanniamo i loro cazzo di manici di scopa e lasciamo che Marchand insegni al college. Abbiamo perdonato tutti, nessuno escluso, perché questo è ciò che voleva la Restaurazione. » Pausa, tempo in cui si inumidisce le labbra colta da un profondo senso di disagio. « Però nessuno ha perdonato Inverness. Ho ricevuto per mesi e mesi lettere minatorie e pacchetti macabri a casa.. i giornali hanno scritto la qualunque sull'inaffidabilità di Inverness che si è rifiutata di collaborare nelle indagini dell'omicidio della Preside Brown. » Scoppia a ridere passandosi le mani tra i capelli. « Lo stesso rifiuto mantenuto durante il regime, si è propagato anche dopo. I nostri santuari sono stati aperti ovunque nel mondo per accogliere chiunque avesse bisogno di aiuto durante il periodo dell'Upside Down, eppure Alek Marchand ha trovato comunque il modo per ergere la sua roccaforte pur di tenere i suoi lontani da noi. Una cosa tra l'altro, che non so nemmeno come è stata possibile. » Si porta la tazza di caffè alle labbra e sospira. « Non consacri un intero quartiere nel giro di un giorno, Lily. Questa città esiste da secoli, ed è rimasta lontana dagli occhi di tutti per tantissimo tempo. Ha strati e strati di fortificazioni e protezioni - eppure siamo visti come un manipolo di violenti e ciarlatani perché altrove usano scorciatoie e sembra che il nostro sia un lavoro che possono fare tutti. » Non so di quale tipo, né posso immaginare di quali conoscenze arcane si sono avvalsi per fare ciò che hanno fatto, ma certo è che, il regime è rimasto regime fino all'ultimo momento, e anche quando la Restaurazione è cominciata, è rimasto piuttosto evidente che ci fossero personalità pro-Inverness e personalità contro-Inverness. « Tutto cambia affinché nulla cambi. E' questo ciò che è accaduto. Siamo stati messi all'angolo.. e ora non sappiamo più chi sono i nostri amici e chi sono i nostri nemici. Non sappiamo se sono terreni o meno. » Pausa. « Ci serve una rete - sì. Ma non mi è chiaro come costruirla, perché non mi è chiaro di chi ci possiamo fidare. » Una cosa è certa: io non dimentico, né sono incline al perdono.





    Edited by Shadow of a Doubt - 16/10/2020, 09:17
     
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    « Non m'intrometto nei loro affari, sinceramente, ma credi davvero che una cosa escluda l'altra? », la lealtà di una persona non cambia dall'oggi al domani, quindi sì. Lily non sa molto dell'amicizia tra Percy e Nate, ma agli occhi del pubblico esterno sembra - o quanto meno sembrava - decisamente solida. Il fatto che Nate sia stato accusato di aver ucciso Eric Donovan non è compatibile con il legame tra i due ragazzi. O meglio, lo è solo da un punto di vista: che Douglas sia realmente un pezzo di merda. « Il problema, Lily, è che non sappiamo di chi fidarci. La domanda non è come ma con chi? », Lily osserva Tris senza aggiungere granché. Non ce n'è bisogno: quello che dice è vero ed incontrovertibile. Subito dopo arriva il discorso, lo sfogo della Morgerstern. Senza peli sulla lingua, le rivela per filo e per segno ciò che pensa di Douglas, della società di suo padre, dell'Astra e dei suoi simpatizzanti. Lily non batte ciglio, ma dentro vorrebbe urlare. Non è pronta a vivere di nuovo nel periodo degli inganni, non è pronta a mettere punto al capitolo della Restaurazione.
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    Per quanto falsa sia stata, era pur sempre una tregua rispetto ai terribili eventi del passato. Non voglio che succeda di nuovo. Questo il suo unico pensiero fisso. Eppure, cosa fare per bloccarlo? Cosa fare per non rivivere la stessa paura? Adesso ne siamo più consapevoli. Possiamo affrontarla meglio. Sappiamo come affrontarla... Pochi punti fermi nella lotta contro l'oscuro, ma pur sempre dei pilastri indispensabili. I lycan, l'acciaio... La domanda non è cosa. Ma con chi. La frase di Tris risuona nella sua testa. «Partiamo... Dall'inizio. Da quello che sappiamo.», cerca di ragionare con quello che ha, la giovane Scamander. «La notte del trentuno Agosto c'è stato un contatto. Non credo sia stata la prima volta... Basti pensare all'episodio di Capodanno. Non penso sia un caso... Il fatto che io... Insomma, che io abbia visto proprio Eric. Ad ogni modo, ammesso che qualcosa si sia... Riaperto a Capodanno - se non prima! - non ci possiamo basare lo stesso sui superstiti alla cena con delitto. Troppa gente, per di più in un gioco di ruolo. No, direi che bisogna partire dalla sera del rave. Sì, insomma... Per costruire la rete.», prende fiato. Riordina ancora una volta i pensieri. «So che non ci si può fidare di nessuno, Tris. So che hanno tutti voltato le spalle a Inverness alla prima occasione. Però questo non vuol dire che non ci siano altri pronti a sostenere la causa. A prevenire eventi futuri. Prima ti ho chiesto chi ci fosse con te, il trentuno... Ecco. Partiamo da questo. Ti fidi di quelle persone?», domanda, a voce bassa. Se non possiamo partire da loro, da chi altri?, riflette. Hanno combattuto fianco a fianco, quella sera. Lily non c'era - per sua fortuna - ma riesce a immaginare cosa ci sia stato. E se non ci si può fidare neanche di chi ti copre le spalle... Beh, in quel caso saremmo nella merda. «Ti fidi di Sam? Perché se la risposta è sì, allora ti puoi fidare anche di me.», inutile dire che Lily scommetterebbe la vita per la propria famiglia. «Lui ci crede. E anch'io.», nonostante i nostri precedenti. «Ancora non sa niente dell'altra sera, a meno che non l'abbia già informato tu. Ho preferito attendere di parlarne con te.», già soltanto questo dovrebbe farti capire quanto io tenga in conto la tua parola. «Comunque, Tris.. Ho un'idea. Non mi prendere per pazza.», è la frase che dico di più nell'ultimo periodo. «Però siamo con le spalle al muro. Abbiamo bisogno di farci una promessa, per poterci fidare l'uno dell'altro.», una promessa magica. Non possiamo rischiare che qualcuno ci tradisca. «Prima dicevi che non è così scontato che Nate Douglas abbia voltato le spalle ad un amico. Ecco, è proprio in questo che non possiamo rischiare. Se vogliamo essere una squadra, facciamolo dall'inizio alla fine. Abbiamo capito che la parola data non basta...», dove non arrivano le parole, però, può arrivare la magia. Un Voto. «Allora facciamo qualcosa. Promettiamocelo. Questo scoraggerà molti, me ne rendo conto. Ma unirà chi resta.»

     
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    Tris ascolta le i ragionamenti di Lily con attenzione, portandosi di tanto in tanto la tazza di caffè alle labbra. Una smorfia di dolore di tanto in tanto tradisce il suo effettivo stato di salute. E' ancora parecchio acciaccata, nonostante non lasci trasparire molto di quel dolore, né tanto meno della preoccupazione.« So che non ci si può fidare di nessuno, Tris. So che hanno tutti voltato le spalle a Inverness alla prima occasione. Però questo non vuol dire che non ci siano altri pronti a sostenere la causa. A prevenire eventi futuri. Prima ti ho chiesto chi ci fosse con te, il trentuno... Ecco. Partiamo da questo. Ti fidi di quelle persone? » Si inumidì appena le labbra Tris, restando appena a pensarci. « Ad alcuni affiderei la mia vita. Altri non li conosco. » Ammette con semplicità stringedosi nelle spalle. « Ti fidi di Sam? Perché se la risposta è sì, allora ti puoi fidare anche di me. Lui ci crede. E anch'io. Ancora non sa niente dell'altra sera, a meno che non l'abbia già informato tu. Ho preferito attendere di parlarne con te. » « Ho lasciato che fosse Percy a parlarci. Non tanto perché non ne avevo voglia io.. è che tra loro c'è qualcosa che tra me e lui non ci sarà mai. » Il legame di lycan e sin eater era una cosa che andava al di là della comune comprensione, e in quel caso, forse Percy sarebbe stato più adatto a trattare con Sam di quanto non lo fosse lei. « Credo che anche Percy abbia bisogno di parlare con qualcuno.. preferibilmente di sesso maschile. » Alza gli occhi al cielo e sorride appena scuotendo la testa. Quel leggero sdrammatizzare anche solo per un istante mette il suo stato d'animo in una condizione più leggera. « Comunque, Tris.. Ho un'idea. Non mi prendere per pazza. » E Tris ascolta con pazienza il ragionamento di Lily, che non fa una piena. Da molti punti di vista un Patto Infrangibile sarebbe la cosa più semplice. « Allora facciamo qualcosa. Promettiamocelo. Questo scoraggerà molti, me ne rendo conto. Ma unirà chi resta. » Si passa una mano tra i capelli e sospira, abbassando istintivamente lo sguardo colta da un momento di incertezza. Sarebbe semplice.. sì - la cosa più sicura.
    Eppure di scatto solleva lo sguardo e scuote la testa stirando un sorriso rassicurante e anche leggermente rassegnato. « Un Patto Infrangibile.. » Asserisce infine pensierosa. « No. E' troppo. » Pausa. « Potrebbe essere la cosa più sicura e il tuo ragionamento non fa una piega però.. i nostri nemici hanno governato in un regime del terrore. Mio padre ha governato su Inverness con la stessa prerogativa. » Ma io non sono come loro. Nessuno di noi lo è. « Nessuno dovrebbe aver paura di morire per una causa - qualunque essa sia. Dovrebbe essere disposto a farlo. Di spontanea volontà. » E anche se qui di morte non si parla, resta il fatto che i Patti Infrangibili non hanno mai portato nulla di buono. « Non è la magia la risposta a questa cosa, Lily. Con le persone.. bisogna fare un.. un atto di fede. Altrimenti non saranno mai dalla tua. Non avrai mai la loro fedeltà o fiducia.. ma solo la paura che qualora dovessero voltarti le spalle, andrebbero incontro a un destino orribile. » Vogliamo davvero creare più morte di quanta non si sta già abbattendo su di noi? « Troveremo un altro modo. Ma se di questa rete ci sarà davvero bisogno, non vivrà nella paura della morte. Con i dovuti accorgimenti, alle persone bisogna dar credito. » Anche a patto di rischiare. Anche a patto di restarne delusi. « Per adesso limitiamoci a guardarci le spalle e tenere gli occhi aperti. Io e i miei tenteremo di capirci di più sull'altra sera. Riprenderemo a sorvegliare quanto abbiamo lasciato incustodito.. » Perché pensavamo non ci fosse più bisogno di fare i guardiani al nulla. « ..però, se dovesse esserci bisogno, so che ci sarai. » Allunga quindi la mano in direzione della ragazza e deglutisce. « Questo è il mio primo atto di fede. » Perché non so se ci sarai effettivamente, ma lo spero. Voglio crederci.





    Edited by blue velvet - 20/11/2020, 15:46
     
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    27 Dicembre

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    « Gli armaioli di Inverness hanno dovuto studiarci un po' sopra, ma non ho mai dubitato della loro maestria. » disse orgoglioso, scrutando l'espressione curiosa e affascinata di nonno Sebastian. « Come hai detto che si chiamano? » « Urumi. Sono tipiche della tecnica Kalaripayattu. L'ho viste usare a molti cacciatori indiani e non scherzano affatto. Già da sole sono incredibilmente letali; con le rune, poi.. » lasciò la frase in sospeso, lanciando uno sguardo eloquente al nonno. Tipico di Inverness: per Natale e compleanni ci si regalavano le armi. Quello, poi, non era un compleanno qualunque: Beatrice avrebbe compiuto ventuno anni, e per l'occasione, Griffith si era preparato per tempo. Aveva affidato il compito agli armaioli mesi addietro, mentre per il resto aveva semplicemente contattato le conoscenze più strette della sorella. Nessuno di loro era tipo da feste in grande, ma era certo che a Tris avrebbe fatto piacere avere intorno gli affetti più cari.
    La taverna di casa Morgenstern non era poi così diversa dal solito: conservava il suo aspetto rustico, con la sola aggiunta di qualche lucina per dare un'atmosfera più natalizia e calorosa all'ambiente. Non si poteva definire a tutti gli effetti una festa a sorpresa perché per evitare equivoci il giovane Morgenstern aveva avvertito la sorella dell'organizzazione, evitando tuttavia di specificare che non sarebbe stata una cosa esclusiva alla famiglia e al suo ragazzo. Cosa che, invece, Holden e Percy sapevano. In ogni caso, comunque, si trattava di una festicciola piuttosto ristretta, atta a celebrare il raggiungimento di quel traguardo con le persone davvero importanti per lei. Così, quando la sorella varcò la soia, Griffith la accolse con un sorriso gentile, stringendosi nelle spalle nel mentre di raggiungerla. « Potrei aver minimizzato giusto un pochino sulla cosa del festeggiamento in famiglia. » disse, appoggiandole una mano sulla spalla e strizzandola appena. « Tanti auguri, Tris. » fu il suo augurio sobrio, prima di metterle in mano il regalo impacchettato. « Per quanto riguarda questo..diciamo che sono molto curioso di vederti all'opera. Ma prima.. » Si voltò verso il tavolo alle proprie spalle, prendendo un paio di bicchieri di vino e passandogliene uno. « Al capo! » disse, sorridente, lanciando un'occhiata al resto dei presenti, che si unirono in coro. « AL CAPO! »

    Chi si vuole unire ai festeggiamenti è ben accetto. Griffith ha invitato gli amici di Tris, quindi niente, lo sapete voi <3
    VENTUN'ANNI NON SI COMPIONO TUTTI I GIORNI OKKEI? È LA MAGGIORE ETà NEL MONDO!

     
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    Anche se in puntualissimo e sorprendentemente matematico ritardo, Vivienne fece il suo ingresso nella taverna di casa Morgenstern accompagnata dal suo solito savoir faire - ereditato dalla defunta madre -, leggera nel passo ed elegante nei modi. Quando aveva bussato, tuttavia, per poco non aveva fatto tic toc sul naso di Sebastian, il nonno di Tris; evidentemente si era appostato proprio vicino all'ingresso, aspettandosi l'arrivo di ulteriori invitati a quella che era una delle feste più attese tra le mura di Inverness. Non sapeva quante persone si sarebbero presentate, la Grifondoro: a lei era stato comunicato della festa dal fratello della festeggiata con sufficiente anticipo da permetterle di mettersi in moto con il regalo, abbastanza in tempo da rendere giustizia all'onore della neo ventunenne. Per il regalo s'era accordata con Ellie, che Vì non sapeva nemmeno se si sarebbe presentata o meno, indaffarata com'era col progetto BOA, lezioni e il gran da fare con gli allenamenti che entrambe erano solite portare avanti. Ma del resto era cosa risaputa e non detta che, perdersi la festa di compleanno di Beatrice Morgenstern, poteva essere considerato quasi un oltraggio ad Inverness. Sempre se per caso non eri stato invitato. « AL CAPO! » Esclamò a gran voce, unendosi al gruppo gremito di persone già presenti nella sala. Rivolse un sorriso entusiasta in direzione di Tris, dopo essersi scusata con il nonno per avergli quasi picchiettato sul naso. Vivienne era sempre stata esile, dunque ad Inverness non si temeva particolarmente un suo pugno quanto la sua freccia.
    « Tanti, tanti, tanti auguri, Trissy! Hai raggiunto la maggiore età in tutto il mondo. Sto pensando che ormai ovunque dovrebbero stare attenti prima di fare un passo falso, se c'è la nostra amatissima lycan alpha nei paraggi! » disse Vivi, afferrando un bicchiere colmo di vino rosso e facendo toccare il bicchiere con quello di Tris prima di portarlo alle labbra rosee, per sorseggiarne un po'. « Ti abbiamo fatto un regalo insieme io ed Elliie - Noble, hai presente sì? - anche se a dirla tutta, l'ho scelto io. Quindi se ti piace è merito mio, se no... prenditela con lei. » Scherzò, guardandosi intorno per vedere se l'amica fosse già arrivata, alzandosi sulle punte per sbirciare oltre la testa di nonno Sebastian, per vedere se per caso fosse ancora più in ritardo di lei. Consegnò alla festeggiata un pacco piuttosto invadente, impacchettato con una carta rossa ed avvolto in un nastro rosso scuso, pieno di pailettes. Non era certo nello stile di entrambe loro, ma Ellie era stata previdente nel ricordarle che i ventun anni della lycan alpha si festeggiavano una volta sola in tutta la vita. Quando l'avrebbe aperto, Tris vi avrebbe trovato il regalo che desiderava Vivienne per sé stessa, se solo avesse avuto i soldi per comprarselo da sola: un arco in ferro di ultima generazione, leggero e maneggevole, abbinato ad una faretra incandescente all'interno, che avrebbe tenuto al caldo delle frecce infuocate finché l'alpha non avesse deciso di scoccarle. Se sua madre fosse stata viva ne avrebbe avuto uno anche lei. « Ma perché a me non fai regali fighi come quelli che faccio io a tua sorella? Tu che le hai regalato, Griff?? » disse con tono sarcastico dopo aver raggiunto l'amico, intendendo che il suo compleanno era stato giusto una settimana prima e non aveva assolutamente ricevuto da nessuno il regalo su cui aveva messo gli occhi da mesi. Aveva appena esclamato un "oddio, ma davvero gliel'hai regalato?" quando, presa dell'entusiasmo per aver appena appreso quale fosse stato il regalo di Griffith per Tris, per poco non aveva fatto cadere il vino rosso addosso alla camicia bianca di un Percy Watson a caso. « Oh, ciao Percy! C'è mancato poco. Come va... la.. vita? Stai partecipando al BOA? » Si aggiustò, nascondendo la bocca dietro un altro sorso di vino rosso. Comportati da adulta, Vì: l’anno prossimo avrai ventun anni anche tu.
     
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    « Bene. Allora, se devo andarci, tu vieni con me » E' l'ultima, solenne, frase che pronuncia, prima di uscire di casa. 27 Dicembre, compleanno di Beatrice Morgenstern, castello di Inverness. « Dai che sei bellissima, non ti preoccupare! » Annuncia rivolto verso Elladora Black, sua sorella, che sta tenendo a braccetto da quando sono usciti di casa, per paura che possa inciampare e rompersi una caviglia, con quei tacchetti. Non siamo iperprotettivi in casa Black, no no. « Sono sicuro che gli piacerai tantissimo, specie a Beatrice. Le ho già parlato di te, sai? Qualche tempo fa. Ti considera già parte della..- » Esita qualche momento, prima di dirlo: « -famiglia » Quella strana, sgangherata, a tratti insopportabilmente sfigata ma non per questo meno speciale famiglia che si è ritrovato all'improvviso, da quel lontano 2017 ad oggi, all'interno delle mura di Inverness. « Affrettiamoci, sento che Tris sta per arrivare! » Esordisce, una volta giunti di fronte le mura del castello « ..Super istinto da lupo, scusa » Ridacchia, prima di varcare la soglia della struttura, giusto in tempo per il brindisi, come aveva previsto. Ne approfitta allora per agguantare due bicchieri dal tavolo, e tornare dalla sorella. « Solo per oggi, non ti ci abituare! » La guarda accigliato per qualche momento, poi sorride « Tranquilla, se non ce la fai a berlo tutto lo finisco io » E allora brindano. [...]
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    « Quanto vuoi uccidere tuo fratello da uno a lo ucciderò sicuramente nel sonno, per tutto questo? » Domanda, in quel suo solito umorismo nero, una volta raggiunta la festeggiata. Rudy e Beatrice, dopotutto, si son sempre somigliati più di quanto non sia mai loro piaciuto ammettere. Dallo spirito solitario ed una socialità non troppo spiccata, i due Grifondoro -a dispetto del buon nome della loro ex casata- non sono mai stati ciò che si definirebbe rispettivamente come l'anima della festa. Figuriamoci poi in un momento come quello in cui Inverness, visti gli ultimi riscontri, aveva perso qualsivoglia profumo di festa nell'aria. Se non fosse stato che era di Tris infatti, che si trattava, e cioè colei che -nonostante rischiassero di strangolarsi un momento sì e l'altro pure- aveva imparato ormai da diverso tempo a considerare la sua migliore amica, Rudy non avrebbe neanche lontanamente valutato l'idea di uscire di casa per recarsi a quella che era -a tutti gli effetti- una festa di compleanno. Di motivi per non festeggiare ne aveva parecchi, dopotutto, uno dei quali -in particolare- lo stava costringendo da quando aveva messo piede lì dentro a non guardarsi troppo attorno. Per paura di intravederla in mezzo alla folla, quell'inconfondibile testolina rossa. Sa che è lì, da qualche parte, ne sente l'odore, forte e inespugnabile. E allora sospira, battendo le palpebre tre o quattro volte, per tornare coi piedi per terra. « Tris, lei è Elladora, mia sorella. Vi sarete viste un sacco di volte, ma non vi ho mai presentate davvero.. » Fa una smorfia, mimando un ops, per poi lanciare uno sguardo rassicurante alla sorella. Nonostante tutto, è contento di averla lì, e cogliere l'occasione per presentarla a tutti i suoi.. compagni. « Tranquilla, non morde. ...-Lo fa solo quando è di cattivo umore! » Scherza, meritandoselo davvero un morso, ma distraendo l'amica nel porgerle il pacchetto rigorosamente nero, lucido, con un nastro in raso rosso ed oro. « Ah-ah! Ricordati che adesso sei perseguibile per legge in tutto il mondo! » Scuote la testa con un che di teatrale, poi le sorride « Auguri, Tris » Pausa. « Lo apri dopo, ma ti spoilero già che no, non è un pugnale nuovo. A quanto pare sono andati sold out sul web, da quando Griffith ha organizzato questa roba. Non avrai dei gusti leggermente monotoni, eh Morgenstern? »
    Dentro il pacchetto, un ciondolo magico che immortala in sè le fasi lunari del mese appena precedente la prima trasformazione di Beatrice e dei Lycan, fino alla luna piena, ed un biglietto che recita:
    "Per ricordarti che, nonostante tutto, sei ancora qui.
    Stai -stiamo- ancora sopravvivendo, oggi come quell'Agosto del 2017.
    Serata particolarmente del cazzo quella, eh?
    Auguri, Tris.
    - Black"
     
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    È il compleanno di Beatrice Morgenstern, Natale è arrivato e se n’è andato via con la stessa velocità con cui la pioggia sciacqua via il bianco della neve dalle strade. Ella sorride, a braccetto con Rudy — era reticente, all’inizio, ha controllato in più momenti che i capelli fossero ancora come li aveva acconciati, e che il vestito non mostrasse il filo di stomaco che sporge quando rilassa i muscoli. Quel pancino da bambina che tanto odia.
    « Sono sicuro che gli piacerai tantissimo, specie a Beatrice. Le ho già parlato di te, sai? Qualche tempo fa. Ti considera già parte della..- », Ella sorride, stampa delicatamente un bacio sulla guancia del fratello — in fondo, con la manciata di centimetri guadagnata grazie ai tacchetti a spillo delle décolleté, è quasi alta come suo fratello. « -famiglia », aggiunge Rudy, incerto, ed Ella annuisce. «La famiglia è quella che ti scegli, Rudy», gli ricorda, con un piccolo sorriso. È un credo a cui ha aderito quando tutti i membri della sua famiglia stretta, a parte Rudy, sono morti, caduti come mosche. Uno dopo l’altro.
    « Affrettiamoci, sento che Tris sta per arrivare! ..Super istinto da lupo, scusa », Ella, nonostante tutto, scrolla le spalle con scioltezza — è felice. Ha appena passato il Natale più bello della sua vita, un Natale senza incubi, senza visite o presenze non richieste. Ha letto poco, ma parlato molto più del solito — parlato con suo fratello, ha imparato a conoscerlo, a rispettarlo ed amarlo ancora di più. Tra pochi giorni partirà per la Svizzera, e pensandoci riesce solo a sorridere.
    Varca la soglia abbracciata a suo fratello, con un sorriso così ampio che forse non è mai riuscita a mostrare in pubblico. Non fa nemmeno in tempo a guardarsi attorno, che è il momento del brindisi — Rudy le si avvicina con due bicchieri, e gliene porge uno, « Solo per oggi, non ti ci abituare! », abbassa lo sguardo sotto a quello accigliato del fratello, e poi le torna l’allegria nel sentire « Tranquilla, se non ce la fai a berlo tutto lo finisco io », perché allora la conosce. «Grazie», gli appoggia per qualche istante la testa sulla spalla, prima portare il bicchiere alle labbra, mentre mormora un «Auguri!» Assieme ai presenti alla festa.
    « Quanto vuoi uccidere tuo fratello da uno a lo ucciderò sicuramente nel sonno, per tutto questo? », scuote la testa, la cascata di capelli dorati che ondeggia ad ogni movimento, «Sono contenta, in realtà», svela, «Sto cercando di...», cerca le parole, aspetta, attenta, prima di riuscire a comporre una frase, «Sto cercando di provare a vivere le emozioni che leggo nei libri», spiega, «Quindi... uscire di più è un bene, no?», domanda, retorica.
    Poi, però, lo vede, lo sguardo di suo fratello che si perde nella folla, Rudy che si separa, per qualche attimo, da lei, che pensa ad altro, ed Ella non vorrebbe supporre di sapere cosa si tratti senza averne la certezza, ma ne è quasi sicura. Olympia — Rudy si perde da qualche parte più spesso di quanto voglia ammettere, e l’unica cosa che Ella può fare per aiutarlo a tornare al presente è rendere più solida la presa sul suo braccio.
    Sorride a Tris, quando Rudy, di nuovo lì con lei, gliela presenta, «Ella è sufficiente», annuisce, divertita da come suo fratello insista a farla sembrare così… pomposa.
    Quando incontra lo sguardo di Rudy si tranquillizza istantaneamente, e sistema di nuovo il braccio attorno al suo, « Tranquilla, non morde. ...-Lo fa solo quando è di cattivo umore! », sorride, Ella, scuote il capo per poi posare lo sguardo su Beatrice. «È davvero un piacere conoscerti, ho sentito molto parlare di te», ed è vero, tra Rudy ed alcune storie di fantasmi si è fatta quasi un’idea cavalleresca della giovane Morgenstern — il simbolo della resistenza, nel suo modesto parere.
    Assiste allo scambio di battute tra Rudy e Tris con mezza attenzione, mentre si guarda attorno nel tentativo di scorgere qualche altra faccia amica.
     
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    Ci voleva. È giusto così. Tris si merita di festeggiare. Un pensiero che all'entrata nella taverna venne sottolineato da uno di quei sorrisi sereni e genuini che poche volte si vedeva sulle labbra di Percy. Non era mai stato il tipo da feste, non di quella natura quanto meno, ma era contento di vedere quelle persone radunarsi intorno a Tris. Le scoccò un'occhiata, cercando di sondarne la reazione mentre le faceva cenno di farsi avanti tra i presenti. « Tanti auguri. » le disse sottovoce all'orecchio, posandole un bacio gentile sulla tempia prima di unirsi al resto della gente. « Al capo! » intonò con una sfumatura divertita nel tono di voce, sollevando il proprio bicchiere a quel brindisi prima di buttar giù un generoso sorso di vino. « Toccherà giocarci le ultime cartucce di socialità di questo duemilaventi. » commentò sotto voce ad Holden, appoggiandogli una mano sulla spalla in un moto cameratesco prima di bersi un altro sorso, convinto che ne avrebbe avuto bisogno. Anche perché come minimo dopo il rave mi aspetto che prima della fine dell'anno si apra un buco nel terreno e ne esca l'inferno. Una considerazione mentale che venne interrotta dall'automatico sussulto in risposta a un corpo che andò a cozzargli contro, rischiando di versargli addosso un generoso bicchiere di vino rosso. Si voltò di scatto, pronto ad incenerire chiunque si fosse trovato davanti, solo per poi bloccarsi alla vista di Vivienne, che aveva gli occhi spalancati come un cerbiatto in procinto di essere investito. « Oh, ciao Percy! C'è mancato poco. Come va... la.. vita? Stai partecipando al BOA? » L'imbarazzo palpabile della mora riuscì a trasmettersi subito anche a Percy, un po' per la semplice legge che lega causa ed effetto, un po' per via dell'ingombrante legame tra lycan che rendeva situazioni di quel tipo decisamente scomode per un tipo riservato e algido come Percy. Tuttavia stirò un sorriso in direzione di Vivienne. « Ciao Viv. Sì, mi è stata assegnata come pupilla la Caposcuola di Corvonero, Maeve Cousland. Ottima studentessa, molto perspicace..penso che potrebbe rivelarsi una collaborazione fruttuosa. » E giù un altro sorso di vino. « Te invece? Hai avuto fortuna? » Rimase in silenzio per qualche istante, guardandosi intorno mentre nascondeva nuovamente le labbra dietro il bordo del bicchiere. « Ah, tra l'altro complimenti per il regalo di Tris. Davvero un bellissimo pensiero. » Sospirò, ricercando la festeggiata con lo sguardo. « Non voglio alienarla dal ruolo di festeggiata. Penso che le darò il mio quando avrà finito i giri di rito. » disse, sbuffando una risata dalle narici e stringendosi nelle spalle prima di riportare lo sguardo a Vivienne. « Tanti auguri in ritardo per il tuo di compleanno, a proposito. Come l'hai passato? »

    Interagito con Tris, Holden e Vivienne

     
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    « I ventun anni della lycan alpha si festeggiavano una volta sola in tutta la vita » Così aveva esordito parlando con Vivienne quando avevano parlato del regalo per Beatrice Morgenstern, ma mai si sarebbe aspettata di trovarsi così in ritardo, non proprio quel giorno. Correva per le vie di Inverness con la tracolla in mano ed un tramezzino sulla bocca per raggiungere la sua casa in quel della città sacra scozzese. Si era ritrovata sommersa da troppe cose. Il progetto Boa, gli allenamenti con Bobby e lo studio tanto da non aver nemmeno scritto alla zia che non sarebbe tornata nemmeno per capodanno. Cazzo…cazzo… Odiava arrivare in ritardo, non rientrava per niente nelle sue corde, ma in cuor suo sperava di non arrivare più tardi di Vivienne, sapeva che la grifondoro aveva il vizio di arrivare tardi.
    Data una sistemata veloce e indossato un abito un po’ più consono per la situazione, si diresse di grande fretta al castello di Inverness dove si sarebbe tenuta la festa. Se Vivienne è già arrivata, sono un disastro totale. E la sua preoccupazione venne a galla una volta arrivata davanti la taverna dove già erano iniziati i festeggiamenti, da fuori sentì il primo coro verso il loro capo, Triss. Superò nonno Sebastian solamente dopo averlo salutato con un piccolo inchino e si diresse subito dalla festeggiata. «T…Tris, ciao! Tanti auguri, spero che il regalo ti sia piaciuto » Le guance rosse per l’imbarazzo di quel maledetto ritardo, aveva persino ricevuto il regalo che avevano fatto e scelto con estrema ricercatezza lei e Vivienne. Duval… Ti uccido. Pensò cercando con lo sguardo l’amica, le aveva detto di aspettarla per consegnare il regalo ed invece aveva fatto di testa sua, come sempre.
    Una volta fatti gli auguri e brindato insieme a Beatrice con un bel sorriso verso la lycan alpha si congedò per raggiungere la grifondoro: «Non mi ascolti mai, eh? Ti avevo detto di aspettarmi!» La francese era in compagnia di Percival e nuovamente capì che forse aveva interrotto un discorso tra i due: «Ops… Scusatemi. Ciao Percy, come stai? Spero di non aver interrotto niente…» Sempre la solita imbranata e distratta, ma quello non poteva evitarlo, sfoderò un sorriso un po' meno imbarazzato verso il serpeverde, tirando poi un pizzicotto sul fianco alla Duval, doveva vendicarsi in qualche modo.


    Interagito con Tris, Percy e Vivienne
    - immaginate una Ellie che corre per le vie di Inverness in super ritardo così
     
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