{Sorting Ceremony 2020} L'anno della Civetta

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +12    
     
    .
    Avatar

    Member
    ★★★

    Group
    Member
    Posts
    109
    Reputation
    0

    Status
    Anonymes!

    Non ha chiuso occhio tutta la notte, Benjamin Bellow. Sempre che di notte si possa parlare, dato che si è ritirato a casa all'alba e ha messo sotto i denti qualcosa già alle nove del mattino. Per gli Herondales è soltanto un giorno come un altro, probabilmente. Eddie piagnucola qualcosa - forse deve andare in bagno -, Lila è indaffarata in cucina, i fratelli impegnati nelle loro faccende. Benji ha una cera che non augurerebbe a nessuno, neanche alla miriade di pretendenti di Veronica, davvero. Le occhiaie sono scavate a fondo nella pelle, lo sguardo scuro è spento anziché caldo, i capelli arruffati senza via d'uscita. Che sia visibilmente sconvolto, è innegabile. Bobbie l'ha notato subito, ma lui ha tagliato corto dicendo qualcosa tipo mi sono ubriacato, sto benissimo. La verità è che non ha bevuto quasi neanche un goccio. La verità è che la connessione con qualcosa di oscuro e incomprensibile minaccia di riaprirsi, e la voglia di urlare al mondo che nessuno è più al sicuro emerge prepotente. Eppure non lo fa, Benji. Continua ad illudersi si sia trattato di uno scherzo del destino, di una visione, di un sogno. Irreale. Bagna d'acqua gelida il viso, indossa i colori dei Tassorosso ed è già pronto a recarsi ad un banchetto che avrebbe saltato a piè pari, ne avesse avuta l'opportunità. Ma non può, non vuole. Deve farlo per festeggiare Sirius: è il suo primo giorno da senior. E c'è una vaga speranza che sia all'oscuro di tutto e che possa godersi quella serata com'è giusto che sia. Tira un profondo sospiro, il giovane Tassorosso, varcando la soglia della maestosa Sala Grande, venendo travolto da urla gioiose di studenti alle prime armi e dal cipiglio scocciato di chi si troverà alle prese coi G.U.F.O. - o con i più temibili M.A.G.O. Guardandosi intorno scorge subito Maddison Carrow, alla quale si avvicina per evitare altri spiacevoli incontri. Ad esempio con le persone con cui ha condiviso la guerra della sera prima. «Ciao, Maddie! Congratulazioni per la tua carica! Non essere troppo severa con Veronica, giuro che in fondo è una brava ragazza... Comunque, volevo ancora ringraziarti per esserti occupata di Archie e delle pratiche dell'adozione. Fate davvero un ottimo lavoro al rifugio, è un peccato che sia... Così poco sponsorizzato! Ci sono tante creature interessanti... E' davvero molto... Bello.», fa un discorso sconclusionato e veloce - come al solito, dettato dall'ansia di dire qualcosa di scemo di cui tutti potrebbero accorgersi a primo colpo -, eppure la gente intorno a lui neanche lo nota. In un impeto di spavalderia, si presenta alla ragazza accanto a Maddie, dicendole: «Piacere, sono Benjamin. Tasso.», lo aggiunge a mo' di epiteto, anche se non gliel'ha chiesto nessuno. Sfoggiare l'orgoglio Tassorosso gli sembra cosa giusta da fare, tra le mura di Hogwarts, dove la competizione tra casate è sempre all'ordine del giorno. Da parte sua, poi, che è un tipo molto competitivo... Vuol dire niente. «Raggiungo i miei amici. Buona serata, ragazze!», si finge tranquillo, perfettamente padrone della situazione, ma in realtà vorrebbe sotterrarsi. Sotterrarsi e dimenticarsi di aver vissuto le ventiquattro ore precedenti. «Siriiiiiiiiiii!», gli urla a distanza, volando al tavolo Grifondoro per dargli una pacca sulla spalla.
    63a4d2009c50888fd9b2c32929b86c76d4366a27
    «Daje, primo giorno da senior. Mi sento improvvisamente investito della tua aura di popolarità!», e poi, sottovoce: «Sfruttiamola bene, tipo, sponsorizziamo i nostri account alla play, così tutti vogliono giocare con noi e ci arrivano più punti: geniale, dico io! Geniale.», dissimula perfettamente il disagio che lo investe nell'osservare il volto di Albus, poco distante. Nota anche Mun, accanto a lui, e sembra quasi non sia successo niente. Magari è vero. Non è successo niente davvero. « Mado il succo di zucca di Hogwaaarts!! Cioè mezzo è la cosa più buona del mondo! Ma perché non lo portano in Caffetteria? Cioè si compra da qualche parte? Mi ci riempio il frigo! » «Eh, hai ragione. Dovrei proporlo al caposala. E' tipo la vita, letteralmente. Secondo voi posso fregarlo al tavolo Grifi passando impunito? O a me spetta solo quello giallo-Tasso? Vabbè, nel dubbio -», ne versa un po' in un bicchiere vuoto, «- lo prendo.», così dicendo, si serve ancora, generosamente, scoccando uno sguardo d'intesa a Tommy. Figo rubare al tavolo dei Grifi, vero?, riflette, quasi col desiderio di venire scoperto per sentirsi ancor più trasgressore delle regole. Si comporta in modo strano, Benji, sembra quasi febbricitante, come quelle persone che hanno combinato qualcosa di grosso e cercano, invano, di nasconderlo, risultando improvvisamente false in ogni loro mossa. Se prima lo desiderava, adesso, invece, temendo che la copertura possa venir meno, si reca al tavolo dei Tassorosso, e vi rimane per i successivi cinque minuti. Prima che lei arrivi. Il cuore di Benji fa tre capriole, poi passa alla modalità sopravvivenza per non destare sospetti. « Come stai? Senti..penso che dovremmo parlare di ciò che è successo, cercare di..capire..non lo so, Benji, voglio andare a fondo di questa situazione perché non mi sento affatto tranquilla. Anche in treno non ho chiuso occhio e ho come l'impressione che stanotte dormirò con un occhio aperto - se dormirò. », non avrebbe potuto esprimere meglio lo stato d'animo dell'amico. Fa su e giù con la testa, Benjamin, mentre l'eco del 'non allontanarti, Ben' di sua sorella torna a rimbombare nella sua testa. « Ti va di vederci domani pomeriggio? Dovrei finire le lezioni verso le quattro. », fa cenno di sì con la testa, mentre gioca distrattamente con la forchetta per evitare di incrociare il suo sguardo direttamente. Mi hai salvato. Potevi morire. L'ennesima persona che rischia la propria vita per salvare la sua. L'ennesima persona che avrebbe potuto perdere. Proprio quella persona, poi... Per Benji è inimmaginabile. Tanto che continua a credere che Veronica non sia lì, che non gli stia davvero parlando, che se ne sia andata per sempre, inghiottita dalla melma nera che voleva prenderseli tutti, tutti... «Sì, sì... Sono d'accordo... Certo... Vuoi che lo dica anche ad Albus, Scorpius, ehm... Insomma, agli altri...? O intendevi... solo noi? Comunque sì, sì. Alle quattro va bene. Ci vediamo in Cortile? Oppure, no, aspetta, ho il turno da Starbucks. Mi puoi raggiungere? Altrimenti rimandiamo al fine settimana, non voglio che ti metti nei guai... Potete uscire solo il fine settimana, vero?», l'ennesimo flusso di coscienza prende vita, finalizzato a sopire qualsiasi tipo di sentimento o impeto provato in quell'istante, sotterrandolo dietro la valanga di parole che solo con gli amici stretti riesce a mettere dietro. E in generale quando è in imbarazzo, ovvio. Quando torna al suo tavolo ed il discorso del Preside rimbomba chiaro e forte, Benji riesce per un attimo a mettere ordine nella propria mente, riesce per un attimo a godersi la cena e a dimenticarsi dove si trova, cosa è successo e perché. Fin quando non scorge la chioma chiara di Wednesday nelle fila dei Corvonero. Non c'è casata che più si addica a lei, si sofferma a pensare, mentre istintivamente la raggiunge al tavolo affollato. Si sono sentiti quella mattina: lei gli ha chiesto come stesse, preoccupata che... Boh, forse che si fosse ubriacato, che fosse finito in qualche rissa. Neanche immagini quanto peggio siano andate le cose - ed è proprio per questo che si stringe nel mantello più del dovuto, affinché non si noti un centimetro della sua carnagione olivastra, tumefatta a causa di un certo scontro... «Ehi, Weed. Andato bene il viaggio? Ho saputo che tuo fratello è diventato Caposcuola. Fagli... Ehm... Gli auguri, sì. Da parte mia...», volge gli occhi verso i Serpeverde, scorgendo la figura indecifrabile di Friday Mortimer. «Tu... Come stai?»

    Interagito con Maddie, Nessie, Veronica, Sirius, Tommy, Weed
    Citati Mun, Albus, Scorpius, Friday

     
    .
  2.     +10    
     
    .
    Avatar

    Member
    ★★★

    Group
    Member
    Posts
    201
    Reputation
    0

    Status
    Anonymes!
    Wednesday Mortimer abbassò lo sguardo sullo schermo del telefono che, ormai da un po’, aveva smesso di lampeggiare. Nessun messaggio. Lo infilò nella tasca frontale della borsa, roteando le spalle e lasciandosi sprofondare nel divanetto dello scompartimento vuoto, chiudendo gli occhi e cercando di cacciare via i brutti pensieri. Hai impegni per quel giorno? Che messaggio dannatamente stupido. Perché mai lo aveva inviato? A cosa diamine stava pensando? Ma, soprattutto, perchè si stava facendo tutte quelle domande? Scosse leggermente la testa mentre, alla cieca, cercava il soffice manto di Morgana, acciambellata sulle sue gambe. Provò a concentrarsi sul suo respiro, adattando di conseguenza il suo a quello della gatta che dormiva serenamente. Il rumore delle ruote che sfrecciavano sui binari giungeva ovattato da aldilà del vetro. Weed aprì gli occhi, girando la testa verso l’ingresso dello scompartimento giusto in tempo per vedere due ragazzini correre nel corridoio, ridendo a voce alta. Chissà dove erano gli altri. Al binario Friday era stato inglobato da una folla di compagni di Casata e lo aveva seguito con lo sguardo finchè non era sparito dalla sua vista. Tux, invece, non lo vedeva da quella notte, quando lo aveva pregato di riportarla a casa. Aveva esagerato. Non era pronta per una festa del genere, per sentirsi addosso delle pressioni alle quali non aveva mai pensato prima.
    8389fe7622e2fbeb4219d21781b7d673b82f9a2a
    Crescere è dannatamente complicato. Wednesday era un bocciolo. Così la chiamava sua madre e mai, come in quel periodo, si era ritrovata a pensare che fosse vero. Lo era, in molte sfaccettature. Si guardava intorno e vedeva solo ragazze fiorite, piene di colori, che brillavano di luce propria. Adolescenti ad un passo dall’età adulta, pronte a buttarsi a capofitto nella vita a testa alta. Pareva che nulla potesse spaventarle. E poi c’era lei, il germoglio ancora chiuso in uno dei rami più alti, lontana da tante parentesi che avrebbe potuto concedersi durante quel periodo della sua vita, come una ragazza normale. Ci era sempre stata bene in quella zona grigia dai confini ben netti e delineati nella sua testa. Ma ultimamente qualcosa era cambiato. Qualcuno aveva provato ad allungare la mano entro quei limiti e lei si era trovata confusa e spaesata. Si disse che doveva rimanere concentrata. Era il suo ultimo anno e l’ultima occasione di mettersi alla prova in territorio scolastico. Poi, cosa sarebbe successo? Avrebbe preso le redini di casa Mortimer come aveva sempre pensato di fare o sarebbe successo altro? A quel punto, si trovò a pensare, poteva aspettarsi di tutto.
    [...] « [...] per Corvonero, Maeve Cousland; per Serpeverde, Friday Mortimer. Congratulazioni a tutti voi. » Battè le mani, cercando la figura di suo fratello tra le fila dei Serpeverde, intercettando il suo sguardo e sollevando i lati delle labbra verso l’alto. Era fiera di lui. A volta dimenticava di essere lei quella più grande tra i due. Eppure, si sentiva incredibilmente piccola. Si voltò infine verso la compagna di Casata, seduta dall’altra parte del tavolo a qualche posto di distanza. «Congratulazioni, Maeve. Te lo sei meritato.» Era sincera, nonostante il tono non paresse dei più entusiasti. Rimase per una manciata di secondi a studiare il viso della rossa, i leggeri cerchi scuri che contornavano i suoi occhi dall’aria spenta. Era simile a tanti visi che aveva visto al binario quel giorno stesso. Forse, quella notte, era successo più di quanto dicessero i semplici pettegolezzi sul treno. « Chiedo venia ...cos'è un "Caposcuola"? E' stata.. promossa? » Si voltò, in direzione della voce dalle note confuse, incrociando il volto di uno dei nuovi acquisti di Priscilla di quella sera. Il suo sguardo scivolò dal volto di Louis Paciock che, con il solito entusiasmo, si era calato nel ruolo di Cicerone della scuola, a quello dei due fratelli seduti a qualche posto di distanza da lei. Chiunque fosse cresciuto nel Mondo Magico conosceva il loro cognome e le fila con le quali esso si tesseva in mezzo alla trama delle vicende della Seconda Guerra Magica. I suoi occhi temporeggiarono per qualche istante sul fratello più silenzioso, il più grande dei due e forse il più serio. Quanto può, un semplice cognome, essere in grado di influenzare la vita di una persona? Lei stessa lo sapeva bene, vittima di pregiudizi ai quali aveva smesso di dare ascolto. Era facile sentirsi in trappola, ancorati ad un fardello che nessuno aveva chiesto ma, semplicemente, era capitato alla nascita. Chissà se anche loro, a volte, si sentivano così. Si portò il bicchiere alle labbra, bevendo un sorso di Succo di Zucca. «Ehi, Weed.» Si voltò di scatto, allargando appena gli occhi color foglia settembrina, ritrovandosi davanti il volto gentile di Benjamin. «Ehi.» Ehi? Si rese conto troppo tardi di aver risposto in quel modo dannatamente stupido, ma non se ne rimproverò, o almeno non ebbe il tempo di farlo poiché la sua attenzione era già stata catturata da tanti piccoli particolari sul viso del collegiale. «Andato bene il viaggio? Ho saputo che tuo fratello è diventato Caposcuola. Fagli... Ehm... Gli auguri, sì. Da parte mia...» «Santo Arawn.. Hai un aspetto cadaverico.» Strinse leggermente gli occhi, facendogli largo sulla panca di legno in modo da concedergli un po’ di spazio per sedersi. Banjamin aveva un’aria strana, preoccupata, che sembrava voler nascondere a tutti i costi sotto una faccia serena. «I tuoi occhi non stanno sorridendo.» osservò con voce pacata, ispezionandolo minuziosamente, gli occhi che passavano da un centimetro all’altro della sua pelle olivastra. «Il viaggio è andato bene. E porterò i tuoi auguri a Friday.» decise di riallacciarsi al discorso di lui, senza però chiedersi se fosse stata troppo invadente o indelicata con le precedenti osservazioni. «Tu... Come stai?» Si strinse nelle spalle, senza pensarci un attimo. Era tutta la mattina che lei stessa si porgeva quella domanda. «Come un cadavere nella propria bara Si lasciò sfuggire, alzando un lato della bocca verso l’alto. Le sue sopracciglia si erano avvicinate, creando una piccola linea al centro della fronte. «Voglio dire.. Bene. Sto bene.» Credo Si corresse velocemente. «O almeno meglio di te.» considerò guardando dritto negli occhi l’ex Tassorosso davanti a lei. «Posso aiutarti in qualche modo?» Non poteva costringerlo a dirle cosa lo turbasse. Non erano sicuramente affari suoi e non voleva sembrare una ficcanaso. L'unica cosa che poteva fare era aiutare come poteva.


    Interagito con Maeve e Benji.
    Citati Friday, Tux, Louis, Grimm, Arkham (scrutato).
     
    .
  3.     +10    
     
    .
    Avatar


    Group
    Member
    Posts
    183
    Reputation
    0

    Status
    Anonymes!

    La notte alla Corte dei Miracoli scorre silenziosa, ovattata, il cielo blu scuro sopra le loro teste, sereno, come se non fosse successo niente. Domiziana trova difficile chiudere gli occhi, non sa se per la bile che fastidiosamente risale, sensazione a lei ormai nota da tempo, indiscutibilmente provocata dal discorso con Louis Paciock, oppure per il contatto col corpo vellutato di Max, sotto le coperte, alle quattro e mezza di notte. Nessuno fiata, dormono tutte. Olivia riposa in un letto accanto. Nancy fa capolino ogni quarto d'ora, convinta che qualcuno vomiterà, un secchio viola alla mano per qualsiasi evenienza. Si fanno le sette del mattino e apre le tende, costringendo le tre ragazze a stropicciare gli occhi e a mettere i piedi per terra. Serve a tutte loro un'aranciata - alla quale sostiene di aver aggiunto un ingrediente segreto che le rimetterà in sesto, che brutte facce che avete!: quest'ultima affermazione fa storcere il naso a Domiziana. Ha sempre sopportato poco la governante, pallida imitazione di una madre che non ha mai avuto. E' quando scorge il volto di Rocket che finalmente sorride, gli occhi azzurri luminosi felici d'incrociare quelli di papà. Fammi restare a casa, con Max e Olivia. Sono sicura che possiamo permetterci degli insegnanti migliori. Hogwarts fa schifo. Impareremmo un sacco di cose e non dovremmo mescolarci a stronzi come Paciock. Come Carrow. Eppure quel pensiero vola via rapidamente, cancellato dal desiderio di prevaricare ogni studente al castello, dai Corvonero secchioni ai nuovi spillati. Non è un segreto che i voti di Domiziana siano sempre al massimo, frutto di un costante impegno e del bisogno spasmodico di essere la prima. Sempre. Con il carattere prepotente che si ritrova, scudo protettivo costruito su misura, al fine di spazzare via qualsivoglia derisione in riferimento alle proprie origini, la possibilità effettiva di risultare, se non la più temuta, quanto meno nel podio di persone da cui tenersi alla larga, diventa realtà palpabile. «Scrivimi ogni giorno.», precisa a Rocket, una volta al Binario nove e tre quarti, importante monito che sa benissimo verrà rispettato. Se c'è un adulto che Domiziana rispetta, quello è suo padre. E basta, nessun altro. Neanche i professori - molti sono incompetenti -, il Preside manco a parlarne - Yaxley era meglio. Non riconosce autorità all'infuori di quella di Rocket. Con il quale molto spesso, comunque, si mette sullo stesso piano - che abbia una tendenza a comandare è uno dei tratti distintivi di Domiziana Dragomir. «Ti farò sapere quanto è caduta in basso Hogwarts, quest'anno.», dovremmo aprire una nuova istituzione. Sicuramente potremmo permettercelo. Gli schiocca un bacio su entrambe le guance e poi, prima di congedarsi definitivamente, già voltate le spalle alla figura alta e muscolosa di suo padre, torna indietro e avvolge le braccia attorno al suo collo, strappandogli un "La mia bambina è cresciuta e manco me' so accorto. Il suo ultimo primo giorno de scuola. Madò, è l'ultima vorta che l'accompagno!". «Ciao, papà.», prende Max e Olivia a braccetto, dunque fa il suo ingresso sull'Espresso, un tappeto rosso immaginario ai piedi ad annunciare il loro arrivo, rigorosamente ad un minuto dalla partenza. « Che enorme perdita di tempo, tanto so già come va a finire quest'anno. », posso immaginarlo anch'io, almeno un po'. Dipende dai punti di vista. Dà una leggera spintarella a Max, tagliando corto sull'argomento risultati scolastici. Sa perfettamente che quando Max si impegna ottiene delle vere e proprie magie, per questo s'infastidisce ogni volta che la Serpeverde inizia a scavare la fossa sotto ai piedi. «Quest'anno non ho ronde da fare. Faremo tutti i compiti insieme, non hai davvero di che preoccuparti.», siamo una squadra o me lo sono sognato?. Tra l'altro Domiziana non si metterebbe mai al servizio di qualcuno in questo modo, non è tipo che aiuta gli altri togliendo tempo a se stessa. E' la persona che ai compiti in classe sa tutte le risposte e non ne passa neanche mezza, se non alla cerchia ristretta dei propri affetti. E' la persona che rivelerebbe ai professori che gli altri stanno copiando, salvo chiudere entrambi gli occhi ed entrambe le orecchie di fronte al palese imbroglio eventualmente tessuto dalle proprie amiche, Max e Saw, intente a scambiarsi informazioni su questa o quell'altra forma di Trasfigurazione. E' una venduta, ma non se ne vergogna affatto. Dà a tutti la possibilità di seguire la propria aura: se si sceglie di non farlo, non ci si deve poi lamentare di trovarsi coi bastoni tra le ruote. E' prendere o lasciare. « Oddio, Vee, ma stai bene? Che è successo? », soltanto allora la bionda inizia ad allarmarsi, puntando i propri occhi indagatori in quelli di Maeve. « Ma sì, sto bene. È solo il primo - ed ultimo - hangover della mia vita. Colpa del Domiziana e il poco sonno. », continua a fissarla, Domiziana, osservando il pallore del volto della rossa. Lascia trascorrere uno, due, tre, quattro secondi senza dire niente. Poi si scioglie in un sorriso finto, per non preoccupare Max, e comunica a Vee: «Hai ragione, tesoro. L'alcol era davvero molto pesante ieri sera. Ci vediamo più tardi, ho qualche piccolo trucchetto da svelarti per sopravvivere all'incompetenza degli altri spillati.», che tradotto vuol dire io e te facciamo i conti dopo. Il trio Serpeverde - Nana, Max e Saw - si dirige all'omonimo tavolo rapidamente, optando per dei posti centrali, davvero molto vicini al nuovo Caposcuola, Friday Mortimer. « Mi raccomando, stasera solo succo di zucca o spremuta di pera speziata, eh. », proprio mentre il Preside acclama il ragazzo, Domiziana alza il succo di zucca nella sua direzione, rivolgendogli un'occhiata visibilmente sprezzante. Se Friday non incapperà in delle trappole pericolose, sarà soltanto perché Domiziana lo giudicherà inutile ai fini della vittoria della Coppa delle Case. Punto. « Quest'anno Serpeverde e Tassorosso male malissimo. Fortuna l'asse Corvonero - Grifondoro. », ed anche lì ho i miei dubbi. A parte Maeve, chiaro. D'altro canto Maddison è la sorella di Émile, l'essere vivente che sull'enciclopedia si associa alla definizione di traditore. Lo osserva da lontano, Domiziana, seduto al tavolo di quegli sfigati Tassorosso, tutti con le mutandine bagnate per l'elezione di Otis Branwell, direttore di quella porcheria del Doxy Pixie Wise o come schifo si chiama. Merda su bianco, per farla breve.
    tumblr_inline_pl35kpwaNC1tq4j4w_500
    « Che ha Vee secondo voi? », Max la distoglie da pensieri omicidi in direzione dei neo-spillati. Domiziana si finge pensierosa, poi tira dritto con una battutina sarcastica: «Primo giorno da Caposcuola. Fa venire sempre un po' di voltastomaco. Nulla che una bella dormita non possa risolvere.», col cazzo che non ha niente. Vee non è tipo da provare ansia in situazioni del genere, così come non lo sono io. « Il rave si è fatto un po' noioso, ad un certo punto, e io, Liv e Nana... », non ascolta altro, Domiziana, presa dalla vicinanza a Max, sulla cui spalla poggia la testa, annoiata anche lei dalla Cerimonia dello Smistamento. Dopo l'ennesima Finn, Kimberly acclamata dai Grifondoro, fa uno sbadiglio fragoroso. «Posso sedermi con voi?», una nuova, timidissima presenza s'introduce nel discorso delle Serpi. Ella, la cugina di Max, sempre così impacciata, sempre così silenziosa e in grado di mimetizzarsi tra la folla, scomparendovi tragicamente senza che nessuno se ne accorga. Rotea gli occhi, Domiziana. Anche per te è arrivato il momento di scegliere da che parte stare. «Non c'è bisogno di chiedere il permesso, Ellina. Vuoi stare con noi? Siediti con noi. Stai pur certa che se ci... annoiasse la tua presenza, l'avresti capito da tempo.», vero, indiscutibilmente vero. «Dimmi, che aria tira tra i Tassorosso? Émile ha già piagnucolato perché non lo calcola più nessuno?», è arrivato il momento di farmi ricordare definitivamente il tuo nome, Elladora. O di restare nel tuo grigio e piatto mondo di carinerie di cui nessuno si accorgerà mai. «Come avete passato l’estate? Vi siete divertite in vacanza? Le foto erano bellissime!», sorride, Domiziana, mentre addenta un morso di pane che basterà a riempire l'intero stomaco per i prossimi due o tre giorni, tipo. «Tanto. E' stato un peccato non averti con noi. Per le vacanze di Natale devi assolutamente esserci.», anche perché alla prossima buca che dai sei fuori.

    Lo dirò a mio padre who?

    Interagito con Max, Olivia, Saw, Vee
    Citati Louis, Emile, Maddie, Friday, Otis

     
    .
  4.     +11    
     
    .
    Avatar


    ★★★★★★★

    Group
    Member
    Posts
    10,337
    Reputation
    0

    Status
    Anonymes!
    Si sente l'aria pesante aleggiare sopra quel particolare gruppetto che si muove verso il castello. Ogni tanto, Olympia lancia un'occhiata a June, furtiva. Fa poi lo stesso con Peter, come a volersi sincerare che ci siano ancora, che non si siano volatilizzati nel nulla dopo la serata precedente. Poi guarda Rafael e Azura che sono qualche passo davanti a loro e si sente quasi in dovere di dire qualcosa. « Toto scommesse sui grandi ritorni e le nuove pietanze che ci saranno al banchetto? » Si ritrova a dire, cercando di dare un tono quanto più divertito alla propria voce. Un bel sorrisone si apre sulle sue labbra, lasciando intravedere i denti bianchi, indirizzandolo verso i due che le fanno da angelo e diavolo ai lati. « Dai, per una sera possiamo farcela. Siamo insieme. » Possiamo fingere di stare bene, no? La rossa non è certa delle sue capacità attoriali, mai state brillanti o tali da meritarsi un premio, ma di certo ce la mette tutta non appena si ritrovano ai piedi della grande scalinata, lì dove sono radunati le matricole, pronti al loro primo incontro con il Cappello Parlante. Quello che lei stessa aveva avuto alla veneranda età di sedici anni, colloquio per il quale aveva messo il broncio per ben una settimana prima di accettare di non essere della stessa casata di Albus. E, forse bastandole la vista di quei bambini, chi elettrizzato, chi essenzialmente mangiato dall'ansia, si sente improvvisamente più rilassata, come se le antenne dritte non servano, pronte a cogliere il minimo accenno di pericolo. Non quella sera. Devo pur credere in qualcosa per far passare la serata. Si dice mentre fa l'occhiolino ad un gruppetto di ragazzine che sprizza febbricitante tensione da ogni poro. « Tranquille, andrà alla grande! » Cerca di dare loro conforto, passandogli accanto per poi fermarsi giusto un istante. « Ricordate soltanto che il Cappello vi darà sempre ascolto. » O questo è quello che ci ha sempre detto papà, dato che non è valso per me. Si volta allora verso il gruppetto, pronta ad aggiungere altro per farli intervenire a loro volta quando viene interrotta dalla Branwell e il suo vociare per chiamare a raccolta i primini. « Sondaggio veloce: siete finiti nella casata che volevate? » Sciabola le sopracciglia mentre passa sotto la possente intelaiatura della porta della Sala Grande, guardandosi attorno, leggermente spaesata nel vederla decisamente allargata. Sbatte le ciglia scure con vigore, come a volersi sincerare che non sia un'allucinazione. Un'altra. « Non è un caso se ho amato fin da subito la Trasfigurazione. » Commenta l'incanto che il nuovo preside deve aver applicato sull'intera Sala per renderla più accogliente per ogni studente e collegiale. Si fissa poi sulla tavolata di Grifondoro, per poi guardare uno ad uno i suoi amici, per poi fermarsi su Rafael. « No, tranquillo, non ti lascerei mai andare a sederti tra gli stessi ragazzini che preferiresti vedere strozzarsi con i cosciotti di pollo. Ci tengo alla loro incolumità. Oggi sei dei nostri, un Grifondoro acquisito. Quanto sei felice? » Sentenzia, guardandolo dal basso verso l'alto, visto il chiaro dislivello che li divide, abbastanza risoluta però da non ammettere alcuna obiezione. Prende il posto al tavolo, dopo essersi guardata intorno alla ricerca degli occhi di Albus e Mun. Gli stessi occhi spenti e stanchi a cui il Dittamo non sembra aver dato
    davvero conforto. Un piegamento di labbra e un rapido "Ci vediamo dopo!" prima che la Cerimonia di Smistamento abbia inizio. Senza accorgersene, scivola lentamente sopra la spalla di June, con il mento che vi si adagia sopra in attesa che l'elenco lentamente si prosciughi. Applaude ad ogni nuovo Grifondoro che si presenta al tavolo, probabilmente ignaro riguardo quanto coloro che troverà seduto al suo fianco diventeranno la sua famiglia in quegli anni di studi. E' poi la volta del discorso del nuovo preside, ispirato e talmente carismatico da costringerla a raddrizzare la schiena, decisamente rapita dalle sue parole d'incoraggiamento ad un ponte voluto tra le realtà di Hogwarts e del College. Annuisce, decisamente alleggerita nella speranza di avere anni più tranquilli a scuola, sotto la sua sapiente guida e poi applaude. Applaude a non finire tutti i Caposcuola, rivolgendo un sorriso a Maddison Carrow e Maeve al tavolo dei Corvonero, per poi sentire le mani cominciare a riscaldarsi non appena cominciano a piovere i nome di June, Siri, Mun. Indirizza vari "Bravi" ad ognuno di loro e diventa rossa come un pomodoro non appena Bauldry fa il suo nome e improvvisamente la spilla, che ha appuntato al petto, le sembra brillare a tutto spiano. Sorride, abbassando lo sguardo, veramente grata di avere nuovamente l'opportunità di dare una mano, nel suo piccolo. Ringrazia il cielo quando il preside fa il nome di Dean e lei può rivolgerglisi con un gran sorriso. « Forza, compagno! » Si congratula con lui, prima che la voce del preside annunci l'inizio del banchetto, lo stesso che si materializza sotto i loro occhi. Olympia ci mette un po' a capire cosa poter mangiare in mezzo al tripudio di carne che compare sotto lo sguardo smeraldino. « Ti passo le cosce di pollo? » Guarda Peter, sciabolando le sopracciglia ramate. « Tranquillo, non è un test dove se rispondi male, caput! » Ridacchia, per poi allungare le dita a raccattare il vassoio con il timballo di verdure sopra, ritenuto vincitore della mini sfida interna alla mente della Potter. Che poi non ha nemmeno fame e vorrebbe solo tornare a letto ma "Devi mangiare anche quando non hai fame!" come dice sempre nonna Molly. E' poco dopo aver finito la porzione che si è messa sul piatto che si ricorda una cosa importantissima. « Ah, quasi dimenticavo. Mi dovete aiutare a decidere una cosa. » Dice, lasciando scivolare la mano dentro la tracolla risposta ai suoi piedi. Ne tira fuori un foglietto che mette sotto gli occhi di tutti. Il foglio che ha deciso che appenderà sulla bacheca non appena congedati dal banchetto, lo stesso in cui si propone come tutor di Pozioni ed Erbologia. « E' troppo e nessuno mi prenderà sul serio pensando che sia una tutta precisina barbosa? » In effetti la calligrafia allungata e il disegnino delle ampolle sopra potrebbero suggerirlo. « Magari cancello qualcosa, che dite? » Aiuto, deve per forza richiamarmi qualcuno che ho davvero bisogno di qualche soldo in più.

    Interagito con June, Peter, Rafa, Zura, da lontano con Albus e Mun, Siri e Dean.
    Menzionate Maddie e Maeve

     
    .
  5.     +12    
     
    .
    Avatar

    Slytherin pride

    Group
    Ricercati
    Posts
    2,563
    Reputation
    +2,283
    Location
    the void of metamorphoses

    Status
    Anonymes!
    Smetti - di combattere - i mostri - nell'armadio. L'anta a specchio della cabina armadio scorre avanti e indietro; non c'è nulla che le risulta adatto da indossare per il primo settembre. Hogwarts non si era mai spesa in grossi rituali con i collegiali; erano sì parte della comunità, ma sempre un po' fuori. Ma non quell'anno. Pius Bauldry sembra aver intrapreso una politica differente circa le ritualità dell'Accademia. Collegiali e studenti avrebbero condiviso lo stesso banchetto, le cariche scolastiche e accademiche sarebbero state annunciate durante la stessa cerimonia, e assieme a quel nuovo calcio d'inizio, chissà quante altre cose avrebbero condiviso coi loro compagni più piccoli. Mun non aveva la più pallida idea di quale fosse il giusto abbigliamento per una simile occasione; al banchetto del primo settembre andava sempre in uniforma, cambiandosi alla bell'e meglio sul treno come tutti i suoi compagni. Un'abbigliamento che in fondo non aveva mai gradito; aveva sempre trovato che la gonna della divisa pizzicasse un po' - motivo per cui, dal quarto anno in poi se l'era fatta fare su misura da un sarto, chiedendo che le venisse accorciata di almeno un dito ogni anno. Un rituale quello che aveva fatto storcere il naso diverse volte a qualche compagna. Alla fine aveva scelto un vestito raso nero su cui aveva appuntato la sua nuova spilla da senior; pochi fronzoli, e un trucco atto più a coprire le profonde occhiaie che a regalarle una parvenza di vita. Alla fine risultò più stanca e smorta che mai; nemmeno il rossetto scuro aiutò a ravvivare il suo incarnato. Semmai rese il suo umore nero ancora più evidente. Alla fine sospirò profondamente e scosse la testa; per quanto avesse tentato di costringersi a sorridere allo specchio, l'unica cosa che aveva ottenuto era stata una smorfia innaturale che se possibile avrebbe solo peggiorato le cose. Spenta la luce nella cabina armadio, si era chiusa la porta alle proprie spalle senza guardarsi indietro, quasi come se, da un momento all'altro potesse calare nel semibuio della stanzetta, la sagoma di un uomo impiccato. « Sei sicuro di voler andare? » Gli occhi grigi, spenti come mai prima di allora, osservarono il giovane Potter con un misto di apprensione e stanchezza. « Possiamo sempre.. » ..non andare. Non era certa se fosse così pronta a disertare più per Albus o per se stessa; certo era che quell'anno accademico non iniziava affatto con le giuste premesse. Convincersi di abbandonare il nido in quell'istante le sembrò più difficile che mai. Qualunque fossero le paure di Amunet Carrow in precedenza, dopo la notte appena trascorsa avevano preso a vorticare con un'intensità nettamente superiore. Non voleva lasciare i bambini da soli, né il fatto che James si fosse offerto per tener loro compagnia per un paio d'ore la rendeva tranquilla. Ogni cosa le appariva diversa, insolita, strana e Mun dal canto suo si sentiva semplicemente ipersensibile a qualunque cosa. Al terrore si aggiungeva la paranoia, il senso di non essere al sicuro da nessuna parte, nemmeno a casa propria. « Torni per la storia della buonanotte? » « Certo che torno. » Non era certa che la storia della buonanotte sarebbe bastata per fare bei sogni, ma a quel punto tutto ciò che poteva fare era dare almeno ai bambini la parvenza di una normalità che non esisteva più. Forse non è mai esistita. [...] « Yo signori! Belli riposati anche voi ah? Credevo ve ne foste andati via prima.. Rimanete per il banchetto? » Stirò un sorriso forzato, Mun, prima che tutti e tre s'incamminassero verso l'imponente salone d'ingresso del castello. « Potevo forse perdermi tutta la gloria? » Vi è un leggero velo di sarcasmo nelle parole della giovane Carrow, nonostante nascondano un nocciolo di verità incontestabile. Anche di fronte alla più grande delle intemperie, quella spilla, per Mun significava tanto. Forse troppo. Fu la vista della Sala Grande a farla irrigidire al fianco di Albus. Intrecciò le dita a quelle di lui in una stretta salda, deglutendo appena. Non era certo la prima volta che vedeva quell'ambiente negli ultimi anni; nonostante frequentasse ben poco i tipici luoghi di ritrovo degli studenti, non poteva dirsi del tutto estranea a nessuno nello specifico. Eppure, in quel momento, la sala ghermita di gente le apparve più tetra, grondante di antichi ricordi che aveva seppellito sotto una tenera consapevolezza di illusoria vittoria contro il male. « Volete unirvi? Embrace your inner gryffindor! Sennò lasciatemi uno spazietto, vi raggiungo durante il dolce k? Così stiamo un po' insieme. » Si guardò intorno con fare sospettoso, osservando la tavolata Grifondoro prima di scuotere la testa, posando una mano sulla spalla del minore dei Potter. « Ora non esageriamo. La mia inner gryffindor si è persa per strada alla nascita. » Un leggero sorriso più sincero, mentre alza gli occhi al cielo, colta da un leggero senso di appartenenza che striscia sotto la sua pelle al di là del generale fastidio che sta provando. « Ci vediamo dopo. » Una volta divisi, Mun incolla la spalla contro il braccio del moro e solleva lo sguardo nella sua direzione. Diverse risatine di qualche ragazzina e sussurri sottovoce, la obbliga a sospirare, sentendosi in un certo qual modo osservata. Troppo osservata. Troppi sguardi. Sono gli sguardi delle ragazzine o qualcos'altro? Vorrebbe dire qualcosa, ma viene interrotta dall'intromissione di Maddie. « MUUUN, CIAAAOOO! Fa vedere un po' la tua spilla, dove l'hai nascosta? Sono un sacco felice che ci siate anche voi! Comunque trovo molto-molto bello che Bauldry voglia creare una certa continuità tra college ed Hogwarts, così l'anno prossimo il distacco non sarà così netto. Almeno spero. Questa cosa mi mette un sacco d'ansia, più degli stessi M.A.G.O, giuro! » Scontrarsi con l'entusiasmo della cugina fu piuttosto complesso. Si irrigidisce appena nell'accogliere l'abbraccio di lei, ma nonostante questo, le dà una pacca sulla schiena, gettando un veloce sguardo terrorizzato in direzione del suo ragazzo. Non è in grado di sostenere una tale forma di confidenza in quel momento, nonostante arrivi da una persona che conosce sin da quando ha memoria. « Beh.. a dirla tutta stai lasciando un covo di vipere per immetterti in un covo di vipere ancora più grande. » Il sarcasmo stellare della giovane Carrow esplode con ancora più foga del solito. Si stringe nelle spalle e accarezza leggermente la spalla della bionda, sistemandole una ciocca di capelli sulla spalla con premura. Non c'è poi tutto questo distacco. « Sei pronta per accompagnare i bambini nella torre Grifondoro? » E infatti, non ci volle molto prima che la cerimonia di smistamento avesse inizio. Mun applaudì solo a tratti e in maniera assente, spostando lo sguardo tra i volti dei presenti senza focalizzarsi su nessuno in particolare; persino quando passò in rassegna i volti dei suoi sventurati compagni della sera precedente, non ebbe il coraggio di soffermarvisi per più di qualche istante. Continuò piuttosto a battere il piede nervosamente sotto il tavolo, sfregandosi le mani e controllando l'ora, in attesa che la cerimonia finisse. « Hogwarts tornerà ad essere casa. » Le ci volle una dose non indifferente di pazienza per metabolizzare quel discorso. Non è vero. Hogwarts non sarà mai più una casa. E se dovesse blindarsi di nuovo? E se dovessimo restare di nuovo bloccati qui dentro? Con la coscienza della notte precedente, quelle mura assumevano ora un'aura ben diversa. Urlavano pericolo, ricordi terrificanti; tra quei mattoni riecheggiavano urla e tormenti inimmaginabili, dolore e disperazione. Quei mattoni erano ancora in parte, gli stessi del 31 ottobre di tre anni fa. « [...] per il Dipartimento di Scienze Ministeriali, la signorina Amunet Carrow. » Mun gonfiò istintivamente il petto, raddrizzando le spalle, mentre stirava un sorriso debole con falso entusiasmo.
    tumblr_inline_qegqphE8eO1x0jpvn_500
    Applaudì assentente di fronte alle altre candidature restando per lo più persa altrove, assorta in un mondo tutto suo che sembrava essere fatto del nulla più assoluto. Ma c'era nelle retrovie della sua coscienza una sensazione di disagio; come se si trovasse in un posto ostile. Quella era la sala grande, lo stesso posto in cui ogni giorno si ritrovavano per fare provviste. La cornucopia del castello blindato appariva ai suoi occhi sotto un'aria funesta. Ricordava ancora quando, con Albus bloccato nella foresta, si era avventurata tra i tavoli, alla ricerca di cibo per i bambini. Era stata spintonata da qualche avido affamato a cui non aveva fatto caso, prima di vedersi togliere da sotto il naso un cestello di frutta fresca che avrebbe fatto al caso suo. « ...abbia inizio il banchetto! Buon appetito e buon nuovo anno scolastico. » La tavolata Serpeverde venne magicamente imbandita di diversi vassoi acrobatici colmi zeppi delle prelibatezze preparate dagli elfi domestici. Restò a fissare il cibo senza particolare appetito, volgendo lo sguardo a ricercare nell'ambiente ghermito di gente tutti gli altri protagonisti della sera precedente. Infine lo sguardo ricadde sulla cesta di frutta di fronte a sé; afferrò quasi istintivamente una mela portandosela alle labbra. « Dobbiamo parlare con gli altri. » Lo sguardo cadde istintivamente su Siri; li aveva accolti con spensieratezza, quasi come se niente fosse successo, imputando le loro facce lunghe e gli sguardi assenti alla mancanza di sonno e a un palese hangover. Ma Mun non aveva accusato nemmeno un sintomo tra quelli tipici del post-sbornia. Fisicamente si sentiva indolenzita e stanca, ma il suo stomaco non aveva protestato nemmeno per un istante, né aveva la nausea o il mal di testa. « Dobbiamo capire.. » Continuò ancora una volta sottovoce, prima di mordere la mela con convinzione. « Non possiamo rischiare che tutto si ripeta. » E a ben guardare, lo sguardo vacuo della giovane Carrow, sembrò fissarsi su un punto nello specifico, oltre le tavolate, nel buio oltre l'uscio della sala dei trofei; le sembrò di percepire una voce provenire da lì dentro. Una voce, tante voci, troppe voci. Strinse i pugni e sospirò a fondo chiudendo gli occhi. « Hogwarts non è casa. » Disse di scatto rabbrividendo appena, volgendo lo sguardo verso il moro, posando la mela nel proprio piatto come se si fosse accorta solo in quel momento di essersela gustata.



     
    .
  6.     +12    
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Ricercati
    Posts
    1,867
    Reputation
    +2,294

    Status
    Anonymes!

    Non gli era mancata affatto quella sensazione: quel bruciore nelle vene, quella contrazione di ogni organo nello sforzo di purificare un qualcosa la cui essenza era interamente corrotta. Se mangiare peccati era catalogabile come una delle esperienze più orribile, aprire un varco era se possibile persino peggiore; non c'era nulla da salvare, era tutto scarto, tutto tossico - ogni cosa veniva rivomitata copiosamente fino a farti uscire gli occhi dalle orbite. Te la ritrovavi ovunque, quella melma nera: usciva a fiotto dalle labbra così come colava giù dalle narici o addirittura dagli occhi. Ci aveva messo ore, Albus, ad espellerla tutta, ritrovandosi con la fronte imperlata di sudore freddo e la guancia appoggiata al bordo del cesso, con le palpebre che sfarfallavano ubriache sopra uno sguardo vacuo che poco pareva distinguere le sagome della realtà circostante. Chiuse gli occhi, concentrandosi sul respiro sottile che combatteva per rimanere stabile in seguito all'esperienza turbolenta. Rimase così per alcuni minuti prima di decidersi a sollevarsi sulle gambe molli e quasi anestetizzate, trascinandosi dentro la doccia per lavarsi di dosso i residui di melma tanto quanto il pallido ricordo del rave che portava ancora sul viso tramite il trucco ormai colato e impiastricciato. Una volta uscito, non fu troppo sorpreso nell'incontrare la propria immagine allo specchio e constatare che i suoi capelli erano tornati ad assumere la consueta tonalità scura, accompagnati dalla sparizione completa della barba. Lo sforzo delle ultime ore doveva aver demolito la tenuta della sua volontà sull'incantesimo, ripristinando la normalità.
    [..] « Sei sicuro di voler andare? Possiamo sempre.. » Lanciò un veloce sguardo a Mun, finendo di allacciarsi i bottoni della camicia scura. Sospirò, voltandosi quindi del tutto verso la mora. « Nonostante tutto è il tuo giorno. Lo so che non sei in vena di festeggiare, ma dovresti andarci comunque - sei Senior adesso, hai delle responsabilità. Saltare il banchetto di inizio anno ti esporrebbe a una brutta figura. » Un sorriso tiepido e vagamente distante si andò a dipingere sulle labbra del moro. Era chiaro che l'assetto scolastico fosse l'ultimo dei loro pensieri in quel momento, ma non potevano prenderlo sottogamba, specialmente dato che loro due sembravano essere costante oggetto di critiche pure per il modo in cui respiravano. Entrambi, tuttavia, sembravano poco propensi a lasciarsi indietro i bambini. Dopo la serata appena passata, Albus era stato assalito da ogni tipo di preoccupazione. Se anche solo una cosa fosse andata diversamente.. - era stato il pensiero introduttivo a tutte le sue ansia. Jay e Lily sarebbero potuti rimanere orfani così facilmente: lasciati dalla nonna in attesa del ritorno dei genitori, i quali non sarebbero mai andati a prenderli. Il solo pensiero gli apriva una ferita enorme nel cuore, facendogli riconsiderare la leggerezza con cui aveva spesso salutato i propri figli nel lasciarli a questo o quell'altro parente, ignaro dei pericoli in agguato. Perché c'erano, c'erano eccome! E a questo punto Albus iniziava a pensare che non avessero mai smesso di esserci. Si erano solo..nascosti.
    [..] « Yo signori! Belli riposati anche voi ah? Credevo ve ne foste andati via prima.. » Sorrise in direzione di Siri, cercando di risultare il più caloroso possibile. Almeno qualcuno è allegro stasera. E quella doveva essere un po' la cifra: se Sirius era ancora sereno, significava che il rave per lui non aveva riservato brutte sorprese - di questo, Albus non poteva che rallegrarsi almeno un po'. « Ma guarda se non è proprio il nuovo senior di Magitecnologie! Sbaglio o con questa hai battuto il record in famiglia? Ieri Hogwarts, oggi il College, domani il mondo. » D'altronde Sirius era stato l'unico tra i fratelli Potter a ricevere sia la spilla di Caposcuola sia quella di Senior. Beh, certo, James non rientra proprio in classifica per default, ma lui di primati ne ha altri. Con un sorriso, diede quindi una pacca sulla spalla del fratello. « Congratulazioni Siri. » « Rimanete per il banchetto? » « Potevo forse perdermi tutta la gloria? » Rivolse lo sguardo a Mun, le labbra incurvate in un tiepido sorriso. Beh, direi che ce la stiamo cavando abbastanza bene nel far finta che tutto vada alla grande. « Volete unirvi? Embrace your inner gryffindor! Sennò lasciatemi uno spazietto, vi raggiungo durante il dolce k? Così stiamo un po' insieme. » Scosse appena il capo, lasciando che Mun rispondesse a quell'invito prima di aggiungere. « Al tavolo Grifondoro sono migrato a sufficienza durante gli anni scolastici. Penso che per stasera passerò. » Bei tempi, quelli in cui Albus e Hugo si imbucavano tra le file dei rosso-oro per far gruppo con Fred e Malia - tempi più semplici, da cui non erano passati chissà quanti anni ma che adesso gli sembravano distanti come ricordi sbiaditi di infanzia.
    TfzB0Vs
    Una volta entrati in Sala Grande, Albus salutò velocemente Maddie, congratulandosi con lei per la spilla prima di avviarsi al tavolo Serpeverde e lasciar parlare le due cugine, congedandosi con un semplice « Vado a prenderci il posto. » D'altronde la gente stava arrivando a fiumi, e il giovane Potter non voleva rischiare di sedersi in fondo alla tavolata proprio nella sera in cui Mun sarebbe stata annunciata come nuova Senior del loro dipartimento. Al tavolo intravide la chioma bionda di Scorpius, a cui si accostò immediatamente, poggiando il giacchetto accanto a sé per tenere il posto a Mun. « Immagino che anche tu ti sia preparato un certo appetito per stasera. » Non è bulimia se vomiti peccati. Sospirò, guardandosi un po' intorno prima di tornare a puntare gli occhi sull'amico. « Come stai? Hai preso qualcosa per riprenderti? » Albus, nel suo piccolo, aveva buttato giù qualche pozione dalla sua scorta personale - quella che ormai aveva imparato a tenersi da parte per occasioni del genere. Si versò quindi dell'acqua nel bicchiere, prendendo un limone dal tavolo e tagliandone una fetta, spremendone il succo nell'acqua prima di buttarvi dentro quello che ne rimaneva e bere un lungo sorso. Lanciò un'occhiata eloquente a Scorpius. « Semplice, ma un toccasana per lo stomaco. » Poco dopo vennero raggiunti da Mun, e il preside cominciò a fare il suo lungo discorso di inizio anno a cui l'ex Serpeverde non sembrò prestare molta attenzione. Non riusciva a smettere di lanciare occhiate furtive ai compagni, alle uscite della Sala e al soffitto incantato, tenendo le orecchie e sussultando a qualsiasi rumore strano. La sua mano sembrava incollata alla tasca in cui teneva il cellulare, attento ad illuminare lo schermo ogni qualvolta sentisse una vibrazione. Aveva infatti chiesto a James di avvisarlo tempestivamente nel caso in cui un qualunque problema o cambio di piano fosse sorto, e adesso se ne stava col cuore in mano e le gambe pronte a farlo scattare in piedi per raggiungere i propri bambini. Ma il nome di James non comparve mai sullo schermo del telefono. Impaziente, tuttavia, sbloccò comunque il telefono, digitando un veloce messaggio al fratello in cui gli chiedeva come stessero andando le cose. « ...abbia inizio il banchetto! Buon appetito e buon nuovo anno scolastico. » Applaudì automaticamente, a comando, prima di cominciare a riempirsi il piatto di cibo per colmare quantomeno il proprio stomaco vuoto. « Dobbiamo parlare con gli altri. » Seguì la direzione dello sguardo di Mun, incrociando la figura di Sirius. Un sospiro lasciò istintivamente le sue labbra. « Sì, dobbiamo. » Pausa. « Stasera dovrebbe passare a casa anche Olympia. Direi di cominciare da lei e passare a Sirius domani..o nei giorni a venire. » disse, stringendosi nelle spalle. « Gli avrei detto di passare insieme a mia sorella, ma mi è sembrato così felice..non voglio rovinargli la serata. » Almeno questa gliela posso lasciare. « Dobbiamo capire.. Non possiamo rischiare che tutto si ripeta. Hogwarts non è casa. » Rimase in silenzio per qualche istante, passando lo sguardo da Mun a Scorpius con aria furtiva prima di far cenno ad entrambi di avvicinarsi. « Stavo pensando a una cosa.. » disse, preoccupandosi di tenere la voce bassa « Lì dentro, a un certo punto, è arrivata un po' di gente, no? Gente dei nostri. Il che mi fa pensare che quel luogo sia in qualche maniera liminale. » Entrambe le parti possono accedervi. Ed evidentemente, in qualche strana maniera, anche noi possiamo..in parte. « L'anno scorso ho incontrato Wednesday Mortimer e mi ha parlato di sedute spiritiche. Lei le sa fare. Potremmo farne una e provare a contattare qualcuno di quelli che sono venuti in nostro aiuto ieri sera..sapete..per farci dare qualche risposta. » Sondò l'espressione dei due, facendo poi un cenno in direzione del tavolo Corvonero. « Potremmo chiedere a Weed di aiutarci..o anche solo di mostrarci come si fa. »

    Interagito con Mun, Siri, Maddie e Scorpius.
    Citate Olympia e Weed

     
    .
  7.     +7    
     
    .
    Avatar

    Junior Member
    ★★

    Group
    Member
    Posts
    69
    Reputation
    0

    Status
    Waiting!
    Non ha dormito per nulla, e non è stata capace di nasconderlo a Mun — ci ha scherzato su, quando le ha scritto, con quel forse mezz’ora, ma è vero. Dopo l’esperienza al Burlesque è tornata all’attico che divide con la madre con la coda tra le gambe, per la prima volta attenta a non far sbattere la porta d’ingresso. Non voleva svegliarla, non voleva che notasse il suo rientro, che la salutasse, che le chiedesse com’è andata quella festa per cui ti sei agghindata per ore.
    La verità è che doveva aspettarselo — le cose non possono mai andare bene, non per troppo tempo. Non che Emilia sia stata colpita da una particolare bomba di felicità inaspettata, negli ultimi mesi, ma la gita a Dubai, rivedere Nate e Mun, passare del tempo con entrambi, ed in fondo pure un po’ l’aria di casa l’hanno tranquillizzata, e l’estate è passata liscia come l’olio, senza particolari intoppi e cataclismi. Sapeva che non sarebbe durato per sempre, ma ci ha sperato, per una volta, si è data il permesso di lasciarsi andare e di non pianificare fino all’ultimo secondo ogni giorno che è passato. Era anche consapevole che avrebbe pagato lo scotto di così poca accortezza, ma non pensava così presto. Perché è presto, e nemmeno se ne rende conto chiaramente — non c’è nulla che ha fatto a mente fredda, dalla sera prima.
    Sono passate circa una ventina di ore, da quando hanno messo piede fuori dal Burlesque, eppure ha ancora freddo — sente i brividi correrle lungo la spina dorsale, strisciare verso la nuca come vermi. Come tutto lo schifo che ha rivisto in quel luogo-non-luogo, di cui ha smesso di vedere i flash verso mezzogiorno.
    Dal momento in cui ha lasciato il rave, Emilia è stata bloccata in un limbo di un attacco di panico che non si è mai presentato, che forse è pure peggio della catarsi vera e propria — l’hanno scampata, sono sopravvissuti, ancora una volta. Si chiede per quanto ancora si arrogheranno il diritto di poterlo ammettere, e non lo nasconde a Mun, visibilmente glissando su tutto ciò che riguarda l’esperienza vissuta nemmeno ventiquattro ore prima.
    Non è pronta a parlarne, forse non lo sarà mai — presto riuscirà a tranquillizzare Mun a riguardo, come ha sempre fatto, ma non sa se sarà mai in grado di esprimere cosa ha provato o sperimentato.
    È dalla terza doccia della giornata che Emilia si tira fuori a forza con la pelle bordeaux, frutto delle ustioni che ogni volta si lascia addosso per una manciata di minuti per via della temperatura dell’acqua. Con l’asciugamano avvolto tra i capelli, riprende il cellulare tra le mani, risponde alla Carrow e si infila nella cabina armadio, decisa a schiarire la testa ed a fissarsi sul suo magico rituale del che cosa indosserò stasera? Punta dritta verso un’idea semplice ed efficace — un maglione ed una gonna a vita alta, della quale stringe la cintura con decisione —, sedendosi sul letto per infilare gli stivali, tirandoli fino al ginocchio. Asciuga i capelli con un tocco di bacchetta e li raccoglie, passa il meno tempo possibile davanti allo specchio — si muove come un automa, Emilia, passa il pennello sotto alle occhiaie con precisione e forza, quasi a volersi strappare la pelle. Quando le scivola dalle dita, le mani saettano ad afferrarlo senza successo, per poi aggrapparsi al bordo del lavandino — respira, Emilia.

    È ormai con passo sicuro che varca la soglia della Sala Grande — affrettato ma non troppo, come se tutto il mondo avesse gli occhi puntati su di lei. Lo sguardo si offusca appena, sotto alle luci provenienti dal soffitto, ed eccoci, si va in scena. Calcola lo spazio che la separa dal tavolo di Serpeverde con occhi attenti, Emilia, mantiene l’espressione immobile ed incrollabile per tutta la traversata. La verità è che sta contando mentalmente i passi, ma non lo dirà a nessuno.
    « (…) per il Dipartimento di Scienze Ministeriali, la signorina Amunet Carrow. », compie l’ultimo passo allo scoccare del secondo, Emilia, posando piano le mani sulle spalle della ragazza. Si abbassa verso il suo orecchio, un «Sono qui» appena mormorato tra le labbra quasi immobili, «In ritardo, ovviamente», tira su il busto, rizzando la schiena, finendo con un tono di voce più alto per farsi notare dalla combriccola, «Ma ce l’ho fatta».
    Prende posto accanto alla ragazza, adocchiando prima Scorpius e poi Albus, nello sguardo un saluto silenzioso, quasi posto con rispetto — niente scherzi, per una frazione di secondo. Sorvola sulle scuse che forse dovrebbe a Potter, perché non ne ha la minima intenzione.
    Mentre Albus e Mun sono occupati a parlare, però, Emilia si volta verso il biondo, l’orecchio comunque teso verso la conversazione che si cela a pochi centimetri dalle sue attenzione. «Che studi, tu, comunque?», gli domanda, soprappensiero, «Non te l’ho chiesto». Scorpius è una di quelle conoscenze che ha lasciato in patria, ma deve ammettere che parte di sé è curiosa di sapere che fine abbia fatto anche lui.
    8c977248ee5cc8b4b6f192ff49f28091908ad663
    « Potremmo chiedere a Weed di aiutarci… o anche solo di mostrarci come si fa. », quello non può evitare di sentirlo, Emilia, e volta il capo quasi immediatamente. Gli occhi fissi, confusi, a tratti, che poi distoglie quasi immediatamente. «Volete scomodare i morti?», mormora, più rivolta al piatto vuoto che ad Albus e Mun. Non è sicura se l’abbiano sentita o meno, ma non può riavvolgere il nastro, ormai — non voleva dirlo davvero, ma le parole le sono scivolate fuori dalle labbra con una facilità tale da spezzare il brusio dei suoi pensieri. Non è una buona idea — non le sembra per niente una buona idea, ma non ci vuole pensare. Non vuole rischiare di arroccarsi sullo scoglio invalicabile degli avvenimenti della sera scorsa, non quando è sicura delle sue stesse capacità di portarsi indenni le ossa fino a casa.


    Interagito con: Mun, Albus, Scorpius + eventuali attorno
     
    .
  8.     +13    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Collegiali
    Posts
    238
    Reputation
    +609

    Status
    Waiting!
    A passo svelto - ma senza correre - Nessie avanzava al fianco di Maddie lungo il cortile principale di Hogwarts, i lunghi capelli scuri sciolti sulle spalle ed il mantello aperto che dondolava ad ogni passo, mentre la giovane Serpeverde ridacchiava, senza farsi udire, nell'assistere all'incontenibile euforia di Maddison. « Suppongo di sì! Sarebbe strano se riciclassero le spille, non ti pare? » Arricciò il nasino, insieme stranita e offesa da quell'ipotesi tanto volgare. Maddie, però, non le diede molto peso, illustrandole il suo machiavellico piano che, inutile precisarlo, le strappò una risatina divertita. Si fermarono davanti al portone, educatamente in anticipo, e Nessie ne approfittò per lisciare la camicetta, sollevando di tanto in tanto la mano destra per salutare questo o quell'altro compagno di scuola, al pari di una reginetta di bellezza appena incoronata. Dopotutto, stava per iniziare il settimo anno. « Comunque fa un sacco strano vedere anche quelli più grandi al banchetto, sai che non riesco proprio a ricordare se lo scorso anno ci fossero o me...- MUUUN, CIAAAOOO! » Prima che potesse rispondere a Maddie che No, quelli del College l'anno scorso non c'erano - o, per lo meno, Blackwater mancava all'appello, la Grifondoro si lanciò verso Amunet Carrow per stringerla in un abbraccio. Nessie salutò la Senior con un timido sorriso, piuttosto in soggezione, e seguì lo scambio di convenevoli tra le due, i grandi occhi nocciola che si spostavano dall'una all'altra, ricolmi di ammirazione. Tutti sapevano chi era Amunet Carrow e Nessie non potè non provare un moto di orgoglio nel pensare di appartenere alla sua stessa Casa. « Mi sa che stanno per cominciare a entrare. » Indicò i compagni che varcavano il portone e, sottobraccio a Maddie, li imitarono salvo bloccarsi tanto di scatto che un paio di ragazzini le urtarono bruscamente, dandosela a gambe non appena Nessie lanciò loro un'occhiata di rimprovero. « Si può sapere che c'è? Uno di loro mi ha praticamente tastato il seder- » La sua migliore amica, però, aveva iniziato a comportarsi in modo molto strano. « Ness...NESSNESSS Nessie si ritrovò a girare su sé stessa - o almeno tentò di farlo, fino a quando Maddie non le assestò un pizzico sul fianco. Ahi! « C'è il ragazzo del rifugio! Quello di cui ti avevo parlato per messaggio, dai! Quello del Mooncalf! » Seguì la traiettoria del dito di Maddison sino a un ragazzo dai capelli scuri, ricciolini, e dall'aria affabile e simpatica. « Quello? » Domandò, sgranando gli occhi. « Ma è carinissimo, Maddie! » Perché non me lo hai detto subito! « Perché non vai a salutarlo? » Fece per sospingerla in quella direzione, nello stesso istante in cui il ragazzo si girò verso di loro. « Non lo guardare così palesemente però, sai che figuraccia se guardasse di qu-...Oddio si è girato. DISSIMULADISSIMULAAA» Troppo tardi. Non solo il giovane le aveva viste, facendo arrossire furiosamente anche Nessie, ma Maddie aveva sbattuto contro Axel Howard. « Ciao, Axel. Come stai? Hai passato bene il resto dell'estate? » Lo salutò con un sorriso cordiale, avendolo preso in simpatia durante le vacanze a Saint-Tropez. Prima che potesse defilarsi, il ragazzo del Mooncalf spuntò alle loro spalle per salutare Maddie, palesando il fatto che non erano passate inosservate. E addio al buon proposito di essere posata ed elegante durante il settimo anno. « P-piacere. Io sono Nessie... cioè, Agnés. D'Arcy. Sss-serpe. » Balbettò, mentre le guance si imporporavano, prendendo a giocare nervosamente con i capelli.« Comuuunque, è ora di andare. Ci vediamo dopo! » Scoccò un bacetto sulla guancia di Maddie e scappò in Sala Grande, affiancandosi a Grace. « Ciao Gracie! Dopo ti va di fermarti un po' a chiacchierare? Ci sono un po' di cose che ho bisogno di dirti. » Nel mentre, lanciò occhiate nervose ad Emile, seduto alla tavola dei Tassorosso. Ho bisogno di dirlo a qualcuno oppure esplodo. Maddie è la sorella di Emi e mi ucciderebbe se sapesse che l'ho baciato, Otis e Lou sono suoi amici quindi non se ne parla, Theseus è suo cugino, Veronica è stata la sua ragazza quindi no, ASSOLUTAMENTE NO, e Mia è la migliore amica di Ronnie, quindi è un altro no per associazione. Shai mi darebbe consigli sin troppo espliciti e gli altri... non è il caso, ecco. « Oh, poi volevo anche vedere di incastrare qualche buco nei nostri orari per suonare un po'. Lo dici tu a Theseus? » Nel corso dei mesi passati non le era sfuggita la grande quantità di tempo che i due avevano iniziato a passare insieme e, in cuor suo, Nessie attendeva trepidamente il momento in cui Grace le avrebbe confessato che il Corvonero le piaceva. Sono perfetti assieme, proprio come Maeve e Hamilton. A proposito, dopo devo salutare anche loro! Lasciò Grace e raggiunse il tavolo di Serpeverde, soffermandosi in prossimità del gruppetto delle Mean Girls. « Ciao a tutte! Come state? Avete fatto delle belle vacanze? » Sorrise a tutte, sinceramente felice di vederle, soffermandosi qualche istante di meno su Savannah Hamilton. Non aveva mai avuto molta confidenza con Saw e, talvolta, la giovane la intimoriva. « I vostri post di Witzagram erano davvero mozzafiato. » Sospirò, con un briciolo di nostalgia per le vacanze appena terminate. « Oh, c'è Shai! Buon banchetto! » Accompagnata dall'ondeggiare dei lunghi capelli, prese posto sulla panca di fianco a Shai, nello stesso punto in cui avevano preso posto anche Mia e Alyssa. « Eccovi! » Trillò, entusiasta, stampando un bacetto sulla guancia dell'amico e allungando le mani oltre al tavolo per stringere affettuosamente quelle delle compagne di stanza. Un movimento al tavolo dei Tassorosso attirò la sua attenzione e, arrossendo un poco, Nessie ricambiò il saluto di Emi. « Allora, cosa avete da raccontare? Pettegolezzi? Nuove fiamme? » Li guardò ad uno ad uno, con aria d'aspettativa, dandosi un tono. Sentendosi osservata, sollevò il capo sino d incontrare lo sguardo di Alice Watson, a cui rivolse un saluto entusiasta con la mano, già dimentica della divergenza di opinioni circa l'articolo di Rue. Oltre agli studenti del primo anno, altri due giovani vennero invitati ad accomodarsi sullo sgabello e lo sguardo di Nessie ricadde su di loro non tanto per il cognome che portavano, quanto per il fatto che erano assolutamente
    tumblr_njdgb4wKO41qk1mjco1_250
    identici. « Uhhh, gemelli! » Mormorò, affascinata, mentre entrambi venivano assegnati a Corvonero. Li seguì con lo sguardo sino a quando non presero posto in prossimità di Louis, un po' delusa. « Li conoscete? Sembrano simpatici. » Mormorò, prima di inclinare il capo verso Shai. « E sono anche carini! » Forse il settimo anno si può ancora recuperare! L'intera Sala scivolò nel silenzio nell'ascoltare il discorso del Preside ma, non appena i Caposcuola vennero annunciati, Nessie si sollevò in piedi, battendo le mani per ciascuno ma, nell'incontrare lo sguardo di Maddie, le sorrise emozionata come se fosse lei stata lei a ricevere la spilla, incrociando le dita dietro la schiena. Non inciampare, non inciampare, non inciampare. I Caposcuola tornarono ai rispettivi tavoli e Nessie ne approfittò per scivolare oltre la panca, avvicinandosi a Friday. « Congratulazioni! » Gli rivolse un largo sorriso, un tantino nervoso a causa della loro ultima conversazione. « Hanno fatto bene a scegliere te, sono certa che ci rappresenterai in maniera impeccabile. » Si inumidì le labbra, segretamente agitata. Magari non vuole parlarmi e resta qui solo per cortesia. O forse non gli interessa un bobotubero di quello che penso. « Beh, ancora complimenti. O-ora torno... » E indicò il punto da cui era venuta, alle sue spalle. « Allora ciao! » Sgambettò sino al proprio posto e si sedette senza più sollevare lo sguardo, cercando di lasciarsi distrarre dalla parlantina di Shai. Che imbarazzo!


    Interagito con Maddie, Axel, Benji Bello(w), Gracie, Emi, Alice, le Mean Girls, Alyssa, Mia e Shai, Friday.
    Citato mezza Hogwarts.
    Ammirato Mun come se fosse la Madonna.
    Pensato che i gemelli Nott sono carini, obv.
     
    .
  9.     +9    
     
    .
    Avatar

    fly away ♥

    Group
    Creature Magiche
    Posts
    8,417
    Reputation
    +1,355

    Status
    Anonymes!
    Incredibile ma vero, il cibo incredibilmente salutare e per niente fritto che Daffy aveva portato a casa, unito al proverbiale ottimismo della sua coinquilina, avevano fatto sì che la nuvola tetra che viaggiava sulla testa di June dalla sera precedente si schiarisse leggermente, almeno per quanto riguardava le aspettative sul banchetto. June si era vestita, scrutando con fare critico il proprio viso stanco nel riflesso dello specchio, e si era diretta al Castello in compagnia del piccolo gruppetto, dove Daphne li avrebbe raggiunti più tardi. Andrà tutto per il meglio. Si era ripetuta mentalmente quelle parole più e più volte ma il suo pallido ottimismo aveva cominciato a svanire man a mano che si avvicinavano al Castello, sostituito da ansia e nervi a fior di pelle. Era strano vederla tanto seria e silenziosa. In un'altra occasione avrebbe riversato su tutti un entusiasmo contagioso, iperattiva ed emozionata per l'opportunità di prendere parte al Banchetto come se avesse sempre frequentato gli spazi millenari di Hogwarts, eppure June si sentiva solamente stanca; se non avesse considerato incredibilmente scortese non presentarsi in quanto Senior, avrebbe trascorso la serata chiusa in camera, nel disperato tentativo di scivolare in un sonno ristoratore. Un gruppetto di ragazzine si voltò di scatto al loro passaggio, parlottando tra loro e lanciando occhiate curiose ed insistenti. Che meraviglia. June dovette trattenersi dal roteare palesemente gli occhi al cielo, incrociando le braccia al petto con espressione irritata. Nonostante la pozione soporifera aveva dormito poco e male, tanto che i lineamenti del viso apparivano tesi e la pelle delicata sotto gli occhi era solcata da ombre scure. « Cinque galeoni che leggono Strega Moderna. » Bofonchiò, a mezza voce, in modo che solo Olympia e Peter potessero udirla. Olympia, però, glissò abilmente sull'argomento, sforzandosi di intavolare una conversazione allegra. A dispetto della su discrezione, Juniper si era accorta delle rapide occhiate che le aveva rivolto durante tutto il tragitto e si sforzò di sorriderle, risultando poco convincente. Le era sinceramente grata per averle proposto di avviarsi assieme e per cercare di distrarli dai propri pensieri. « Pudding? Arrosto? Fish and chips? » Tentò di indovinare, snocciolando alcuni dei piatti più famosi della cucina inglese. « Dai, per una sera possiamo farcela. Siamo insieme. » Annuì, con un piccolo sorriso, prima di spostare gli occhi cerulei su Peter. « So che come Senior dovrei dare il buon esempio, ma spero che tu abbia portato qualcosa per rilassare i nervi, più tardi. A fini puramente scientifici, chiaramente. » Magari così riesco a dormire come un sasso. Raggiunsero l'entrata principale, affollata di ragazzini terrorizzati o euforici, e June si sforzò di rivolgere loro un sorriso di incoraggiamento. Ci manca solo che mi trasformi nella Malvagia Strega dell'Est proprio stasera. Era spossata e di pessimo umore, ma non voleva certo spaventarli più di quanto non fossero già. « Sondaggio veloce: siete finiti nella casata che volevate? » June ridacchiò, per la prima volta sinceramente divertita. « Beh, per me è stato un po' diverso, credo. Ma penso sia stata la scelta giusta, sì. Probabilmente sarei stata troppo stupida per Corvonero, troppo impaziente per Tassorosso e troppo ribelle per Serpeverde, perciò... » Si strinse nelle spalle, nient'affatto dispiaciuta di rappresentare a pieno pregi e difetti dei Grifondoro. « Voi? » Chiese, lasciando vagare lo sguardo anche su Azura e Raphael. Mentre attraversavano la Sala, diretti al tavolo dei Grifondoro, June si fermò a quello di Corvonero, scivolando nel posto accanto a Theseus. « Hey, mostriciattolo. Sei riuscito a dormire un po', in treno? » Non le sembrava troppo riposato, ma nemmeno spaventato. Si guardò attorno, alla ricerca dell'ultimogenito dei Rosier, prima di ridacchiare sottovoce. « Zach è in ritardo come al solito, eh? » Certe cose non cambiano mai. « Senti, Theo... forse mi sto preoccupando un po' troppo ma chiamami se dovesse capitarti di assistere a qualcosa di strano. » Si mordicchiò nervosamente il labbro inferiore, incerta su quanto sbilanciarsi. Quel poco che Mun le aveva rivelato l'aveva allarmata, amplificando quella sensazione di timore apparentemente inspiegabile che si era impossessata di lei dalla sera precedente. Istintivamente, le iridi azzurre ne cercarono il viso familiare al tavolo di Serpeverde. « Intendo qualunque cosa, in qualunque momento. Puoi chiamarmi sempre. » Mentre parlava, Zach era comparso sulla soglia della Sala Grande. « E tieni d'occhio tuo fratello, come sempre. » Gli rifilò un buffetto sul braccio e si alzò, lasciando il posto al fratellino minore e scompigliandogli affettuosamente i capelli nel passargli accanto. « Che mi sono persa? » Domandò, con un piccolo sorriso, mentre si accomodava accanto ad Olympia. « Oh, c'è anche Leonard! » Si sporse per attirare l'attenzione del ragazzo, salutandolo con la mano, e gli indicò un posto vuoto vicino a loro. « Anche Daffy dovrebbe arrivare, ormai. » Rifletté tra sé e sé, versandosi un generoso bicchiere di burrobirra. Niente succo di zucca, a meno che non vogliamo farci un'altra gitarella al San Mungo. Appoggiò il gomito al tavolo e resse il capo con la mano per la durata di tutto lo Smistamento, divertita e intenerita dai ragazzini che avanzavano verso lo sgabello, spesso pallidi come lenzuoli, inclinando lievemente il capo verso Olympia per sussurrarle qualcosa di tanto in tanto. Quando la lista terminò, applaudì assieme al resto della Sala, prima che il Preside desse il via al tradizionale discorso di inizio anno e, da lì, all'annuncio ufficiale delle nuove cariche. Applaudì vigorosamente per ciascuno dei Caposcuola, ma non poté frenare un moto d'orgoglio quando fu il turno di Maddison, raddrizzandosi sulla panca. Non si rilassò fino a quando non furono annunciati tutti i Senior- non solo suoi parenti o prossimi diventarlo, ma anche amici - mordendosi la lingua per non intonare qualche urlo da stadio, e ridacchiò nervosamente quando venne il suo turno, appoggiandosi delicatamente con la spalla contro quella di Olympia. « Daffy! » Salutò la coinquilina, spuntata chissà quando e intenta a chiacchierare con Dean, mimando un complimenti in direzione del ragazzo. Normalmente li avrebbe raggiunti ma dopo l'articolo di Strega Moderna e la gelida - per quanto comprensibile - reazione di Sam, la sola idea di fare finta di nulla la metteva a disagio. Si schiarì leggermente la voce e riportò la sua attenzione su ciò che Lympy stava dicendo, sporgendosi per leggere meglio. « Secondo me va benissimo così. E' leggibile, ordinato e carinissimo. Ti rispecchia a pieno. » Si allungò a prendere un pezzo di cheesecake, saltando direttamente il salato, ancora piena da scoppiare di hamburger e patatine fritte. « Che ne pensate del discorso del Preside? » Merlino, da quando sono così noiosa? « Scherzavo, lasciate perdere. Cheesecake? » Propose, con un sorriso, porgendo il piatto in avanti.


    Interagito con Olympia, Peter, Theseus, Leo, Azura e Rafa, Daffy e Dean.
    Menzionate Mun e Maddison.

     
    .
  10.     +7    
     
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Ricercati
    Posts
    96
    Reputation
    +177

    Status
    Anonymes!
    E' tornata. Nessuno si aspettava di vedere ancora a Hogwarts la giovane Zabini. Dopo lo scorso ottobre la maggior parte dei suoi amici si erano semplicemente allontanati, scomparsi in una nuvola di fumo, facendo finta che non fosse mai esistita. Non c'è persona al mondo che vuole mantenere saldi rapporti una personalità tossica, e ancora meno sono le persone che decidono di spontanea volontà di essere accostate a qualcuno considerato dalla società civile pazzo. La malattia mentale è un tabù da nascondere sotto al tappeto. Se poi a tutto si aggiunge la comprovata identità della figlia di un'ex criminale di guerra, il distacco è ancora più semplice e indolore. Ha viaggiato in solitaria, Hilde, dedicandosi alla lettura di un saggio sulla politica internazionale ascoltando Chopin, poi, giunta alla stazione di Hogsmeade, aveva incontrato lo sguardo di diversi conoscenti, senza tuttavia avvicinarsi a nessuno di loro. Qualcuno le aveva rivolto un sorriso di sufficienza, mostrandosi apertamente sorpreso di rivederla, quasi come se avessero dato per scontato che la Zabini non sarebbe mai più tornata in pianta stabile a scuola. Qualcuno avrà pensato ai tempi che, era solo questione di tempo prima che lei rivelasse la sua vera natura. E' figlia di Norwena, che cosa ci si potrebbe mai aspettare da una famiglia del genere? Eppure, quando aveva ottenuto alcuni dei voti più alti della propria promozione ai GUFO, qualcuno doveva pur aspettarsi di vederla ancora. Sulla carrozza verso Hogwarts, si era seduta accanto ad alcuni ragazzi del settimo, intrattenendo discorsi irrilevanti, lasciando che ciascuno raccontasse la propria estate. In sua assenza nuovi amori erano sbocciati, nuove abitudini e modi di fare erano sorti, lasciandola leggermente indietro rispetto al moto frenetico della scuola. Mode; niente più che mode passeggere che sarebbero scomparse con la stessa velocità con cui erano entrate tra le consuetudini degli abitanti del castello. Giunta infine nella Sala Grande, si posizionò di fronte alla tavolata Corvonero, scrutando i volti dei suoi compagni, lasciando volteggiare lo sguardo scuro alla propria destra e alla propria sinistra. « Buonasera Emile. » Asserisce di scatto, nel veder passarle accanto il giovane Tassorosso. Si voltò nella sua direzione sorridendogli con gentilezza. « Sei.. » Cresciuto. « ..stai molto bene. Mi fa piacere rivederti. » Infine si inumidì le labbra e lo salutò elegantemente con due baci sulle guance. « Spero che sarai abbastanza gentile da aggiornarmi nei giorni a venire su quanto mi sono persa. Tutto sembra un po'.. diverso. » A cominciare dalla presenza da così tanti collegiali durante la cerimonia di apertura dell'anno scolastico. Negli anni precedenti non c'era stato un invito formale per i grandi di partecipare al banchetto d'inizio anno. Ma a quanto pare le cose cambiano. Si evolvolo. Concluso quel breve scambiò, fece il giro del tavolo e andò a sedersi di fronte alla sua nuova compagna di stanza. Conosceva Maeve, ma non abbastanza bene da considerarla esattamente un'amica, non che nella vita di Hilde ci fosse una netta distinzione tra amici e conoscenti. Qual è d'altronde il confine tra un amico e un conoscente? « Congratulazioni, Caposcuola! Il nuovo Preside non poteva fare una scelta migliore. Farai un ottimo lavoro, ne sono certa! » Stira un sorriso gentile in direzione della rossa mentre si siede di fronte a lei dall'altra parte del tavolo.
    tQQnCsa
    « Nuovo anno, nuovo preside. Se non avessi letto i giornali, azzarderei ipotizzare che su quell'ufficio si è abbattuta una maledizione simile a quella legenda metropolitana che gira sulla cattedra di DCAO. » Hogwarts e le sue superstizioni. Scoppia a ridere e scuote la testa. Cerca con lo sguardo Grace, ma non trovandola, decide di concentrarsi semplicemente su ciò che accade in fondo alla sala. Non ci vuole molto prima che la cerimonia di smistamento inizi, e tra i tanti nomi che vennero passati in rassegna e scrutinati dal Cappello Parlante, due attirarono la sua attenzione. Prima Arkham e poi Grimm. Nott. Hilde sollevò appena la testa, colta da un senso di energica curiosità, per studiare le figure dei due fratelli di età decisamente insolita per una cerimonia di smistamento. Due Nott a Hogwarts.. si ritrovò a pensare tra se e se, prima di incontrare lo sguardo di Blake, a cui fece segno con la mano di venire a sedersi assieme a loro. « Ehi! Ho sentito che quest'anno stiamo in stanza insieme. » Blake, Maeve e Hilde; un trio la cui stanza doveva dare l'impressione del tipico regno delle principesse Disney. Doveva ammettere che la questione non le dispiaceva affatto, non solo perché sarebbero andate d'accordo, ma soprattutto perché ognuna sapeva badare ai propri affari senza intralciare quelli degli altri. E Hilde aveva bisogno proprio di questo - niente ficcanaso. Gli occhi scuri come la pece seguirono prima lo smistamento del maggiore dei Nott, poi del secondo, per i quali il Cappello Parlante decretò l'entrata nelle schiere della sua stessa casata. Vi fu un momento in cui gli sguardi dei due incontrarono il suo, ma Hilde non batté ciglio, seppure conoscesse bene quei ragazzini strampalati. Un tempo aveva scorrazzato nella loro insolita magione; ricordi che ora le apparivano lontani e sfocati. Perché non erano mai giunti a Hogwarts? Non se lo sapeva, oppure, se l'ha mai saputo ora lo ignorava. Sorvolò quindi sulla loro presenza, convinta che avrebbe avuto modo di approfondire in seguito, forse dopo aver scavato attentamente nella propria memoria i ricordi che li riguardavano. Applaudì quindi energicamente la nomina della compagna di stanza ridacchiando con fare cristallino, prima di dare inizio alle danze, frugando qua e là qualcosa dalla tavola imbandita. Le domande erano tante ma, abbiamo tempo. L'anno è appena cominciato. E Hilde aveva avuto modo di esercitarsi tanto nella virtù della pazienza nell'anno di assenza. « Un brindisi alla nuova Caposcuola, e a un anno indimenticabile. » Disse infine ridacchiando in compagnia della migliore amica, seduta al suo fianco. Alzò il bicchiere di succo di zucca e bevve pronta a immergersi in un nuovo anno colmo di mirabolanti avventure e imprese.

    Interagito con Emi, Maeve e Blake;
    Nominati Grave, Arkahm e Grimm.




     
    .
  11.     +9    
     
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Member
    Posts
    8
    Reputation
    0

    Status
    Anonymes!

    «Chissà se finiremo nella stessa casata di Padre Arkham puntò gli occhi sul fratello, mentre lo ascoltava, senza ruotare il viso. Di tutta la cerimonia all’interno della Sala Grande lo smistamento era, in effetti, l’elemento che lo interessava di più. Ci si illude, costantemente, di possedere una qualche conoscenza relativa e sé stessi, ma di rado si ha l’occasione di poter accedere ad uno strumento antico e potente come il Cappello Parlante e ricevere una limpida lettura delle proprie peculiarità. Quale Casa, dunque, sarebbe stata la più adatta ai fratelli Nott? Due si sarebbero potute escludere ad occhi chiusi, e tra le restanti una vinceva il gioco delle probabilità. D’altronde, la loro eredità non domandava presentazioni e nessuno dei due l’aveva mai rinnegata, insieme all’ambizione che li accomunava. Eppure c’erano altre variabili da considerare. Chissà. Magari non arrivi a stasera. Il pensiero dell’altro lo raggiunse con la stessa chiarezza della frase pronunciata poco prima. Di frequente, ma soprattutto durante circostanze fuori dall’ordinario come quella, il canale mentale con Grimm era aperto: Arkham aveva imparato a focalizzare la propria abilità verso direzioni specifiche, limitandolo il resto ad un brusio di contorno; non aveva interesse nell’ascoltare i pensieri di chiunque, ancora meno quelli dei bambini lì presenti. «Prega che ci facciano dormire ai due capi opposti del castello se desideri sopravvivere più di una settimana». La semplicità con cui la Morte si manifestava nei loro scambi era disarmante quanto lo sarebbe stato scoperchiare in quell’esatto momento le loro emozioni e non trovare alcuna traccia di odio, ma un cristallino affetto. In ogni caso, pensò che in quel castello ci fossero fin troppi testimoni.
    Dopo una breve convivenza con una mandria di undicenni che Arkham osservò come fossero creature mai viste prime, la A del suo nome lo portò ad essere chiamato per primo. Si adagiò sullo sgabello animato da sensazioni contrastanti dovute sia alla rilevanza del momento, sia all’indefinito numero di occhi puntati su di lui. La voce del Cappello parve giungere dall’interno della scatola cranica e gli raccontò una breve storia, con protagonista ciò che si annidava nella sua testa, che sapeva di serpenti e sotterranei. Ma la conclusione non fu così prevedibile. «…eppure ciò che sovrasta tutto il resto sono la volontà di conoscere e la saggezza di basare il presente sul futuro. Alla luce di questo, il tuo posto sarà… Corvonero!» Apparve soddisfatto di ciò che aveva sentito. E il blu gli era sempre piaciuto.
    «Ancora insieme.» Non fu sorpreso di vedere il fratello con i suoi stessi colori. Corvonero, e come i Corvi di Odino nella mitologia norrena era da tempo convinto che entrambi i Nott avessero più di due soli occhi per vedere il mondo. «Continua ad esistere un solo modo per liberarci l’uno dell’altro, mh?» Si versò da bere e poi seguì lo sguardo di Grimm verso Hilde. «Si ricorderà di noi?» La osservò per una manciata di secondi, pensieroso. Era una figura molto più legata all’infanzia del fratello che alla sua, nonostante ciò era capitato che si scambiassero qualche parola. La ricordava come una bambina sfuggente. «Difficile dimenticarsi di una piccola Nott che ti soprannomina “Dissennatore”, o più in generale di essere stati al Faro» affermò in modo pragmatico. Quel luogo era semplicemente fuori dall’ordinario, e i viaggi fatti con il Padre gli avevano permesso di appurarlo applicando il confronto.
    tumblr_inline_poj13vymoz1td3ts4_1280
    Ascoltò il discorso del preside con attenzione, resistendo alla tentazione di proiettare il proprio potere come una freccia attraverso la sala per rubare i pensieri dell’uomo. Per la sola idea di correre un rischio del genere, da bambino, il Padre lo avrebbe cruciato senza battere ciglio. Reputò il discorso interessante nonostante non potesse attecchire a livello emotivo per l’assenza di un qualsiasi legame con lo sconosciuto castello. Anche se, ad essere precisi, non era la prima volta che lo vedeva: una delle uscite fatte anni prima aveva avuto come protagonista proprio Hogwarts e alcuni individui interni di cui non ricordava il nome. La questione Caposcuola portò Grimm ad interagire con uno dei presenti al tavolo, Louis, che rispose dando l’impressione di voler competere con il discorso del preside. Arkham si ritrovò in quel frangente sostenere lo sguardo di un’altra Corvonero, Wednesday, che gli trasmise una sensazione di affinità empatica, ma venne distratto poco dopo dalla carota che il loro Mecenate stava agitando davanti a sé. «Ruba bandiera?» Non aveva la minima idea di cosa fosse. «…Che poi penso proprio che uno di voi due finirà in camera con me, c'ho un sesto senso per 'ste cose. Sicuramente avremo occasione per conoscerci meglio. Sono Louis, comunque. Paciock. AsCiANThèH!» Nel sentire quel cognome Arkham lanciò uno sguardo al fratello, poi mise meglio a fuoco la frase e provò un moto di disagio in relazione alla scoperta sulle camere condivise. «Ragazzi, è più semplice di come Paciock la sta mettendo. In poche parole: siamo i secondini di Hogwarts. » La Caposcuola fu più concisa. Secondini, dopo gli ultimi sviluppi della famiglia Nott, era un esempio molto più efficace. «Molte grazie» le disse con un ampio sorriso. Quindi tornò a rivolgersi a Louis. «Intendi forse dire che in un castello del genere le stanze non siano singole? Questo posto ha già perso tutta la magia». Ecco cascare l’asino: al Faro la condivisione degli spazi personali non era un’esperienza che venisse esercitata. E sospettava che allentando l’autocontrollo per addormentarsi non sarebbe riuscito a trattenere la mente dal sentire i coinquilini intenti a contare le pecorelle. «Arkham, settimo anno» disse stringendo la mano dell’altro, prima di sommergere la triste scoperta in ampie sorsate di succo di zucca.
    (better late than sorry)

    Fratellino un po' ovunque, Louis e Maeve.
    Citate Hilde e Weed.


     
    .
25 replies since 14/9/2020, 17:55   1777 views
  Share  
.