Scamanders' farm

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    a casa di Phillip e Lucille Scamander si erge nelle verdeggianti campagne della Scozia, nei pressi di Glasgow, immersa totalmente nella natura; il villaggio magico più vicino è a dieci minuti di camminata. E' una casa piuttosto semplice e decisamente confusionaria, frutto degli sforzi che i due coniugi hanno fatto negli anni per poter tirare su il loro covo. Prima di arrivare alla recinzione, ci si può immergere in una distesa verde, dove i piccoli di casa Scamander, nel tempo, hanno imparato a salire sui loro primi manici di scopa. Tuttora è dove giocano a Quidditch quando si ritrovano tutti lì per i fine settimana. E' possibile accedere alla proprietà tramite un cancello di legno, opera di cui Phillip Scamander andava particolarmente fiero, avendola realizzata lui stesso. E' solita sostare nelle sue vicinanze Bernadette, il fiero cavallo da guardia, che accoglie chiunque assai felicemente, specialmente dopo averle presentato delle foglie di lattuga Per arrivare alla casa si percorre un sentiero erboso sul quale dà ampio spettacolo di sé il gioiello di Lucille, il suo amato orto (1 | 2 | 3). Tra le fila di ortaggi non è raro incontrare galline che scorrazzano qua e là, rincorse puntualmente da i due padroni di casa: i gatti Tick e Tock. Nelle vicinanze dello stesso si trova il capanno degli attrezzi della donna (1 | 2). Dalla parte opposta vi è una struttura piuttosto spartana, dove la famiglia è solita riunirsi per i pasti estivi. Il davanti la presenta come una casa piuttosto piccola di dimensioni, anche se all'interno lo spazio è stato magicamente esteso. Il retro è fatto di ampie vetrate che danno su una piccola veranda e un laghetto naturale - sul quale Erin Scamander ha installato una fune ben salda ad un albero a mo' di liana. E' possibile attraversare un ruscello affluente tramite un sentiero fatto di massi che si avventura nel piccolo bosco dietro casa. Nei pressi dello stesso è possibile trovare la casetta sull'albero, insieme alla sua fidata altalena, dove hanno giocato due generazioni di Scamander, in attesa della prossima.
    Appena si entra nell'abitazione, una scala a chiocciola, adornata di piante, dà bella mostra di sé per poter accedere al piano superiore, ove si trovano le camere da letto (camera di Lucille | 1 | 2 | 3 | 4). Sempre al piano di sopra ci si può ritrovare nell'eccentrica biblioteca (1 | 2), un vero e proprio buco dove è possibile rinvenire molti dei libri di Newt Scamander e i suoi studi sulla Magizoologia. Al piano di sotto, sulla destra, non appena si varca la porta d'ingresso, si trova la cucina (1 | 2), sacro tempio di Lucille che si affaccia direttamente sul piccolo salotto con annesso camino. A sinistra della porta d'ingresso, invece, si può trovare quello che un tempo era il posto sacro per Lip Scamander, il suo studio nel quale era solito passare i pomeriggi a suonare la sua amata cornamusa. Ora è il ritrovo delle passioni che accomunano alcuni dei membri della famiglia. Dislocati per la casa si trovano tre bagni , dallo stile piuttosto simile.

    Questa discussione rientra nel progetto quotidianità


     
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    1 Settembre



    Una svolazzante farfalla nera dalle sfumature verde smeraldo si poggia sulla montatura degli occhiali di Lucille Scamander. Aha! Stavolta non mi hai beccata. «Erin, tesoro, potresti andare a sistemare il bagno? Io devo finire l'esercizio di yoga. Da brava, pulcina.», il frullio delle ali di Erin si fa decisamente fastidioso. Che strega che sei! - e subito dopo riprende le sembianze umane, in una giravolta che quasi le fa perdere l'equilibrio. «Helloooo bitcheeees!», urla, rivolgendosi a mamma e al dipinto di papà in bella mostra in salotto. «Urca mami. Ti stanno esplodendo le tette. La menopausa fa quest'effetto?», piega la testa di lato, la piccola Scamander, per poi avvolgere Lucille in un abbraccio stritolante. «Forse sono gli integratori che prendo. Te li consiglio, ama. Pura forza interiore, ed anche un pochettino esteriore. Dopo le solite intensissime effusioni in perfetto stile Scamander, Erin inizia ad osservare insistentemente l'orologio a parete, prima di essere raggiunta da Tick e Tock, i gattini di cui ha scelto il nome, ormai anni or sono. «Avevano detto che per ora di pranzo ce l'avrebbero fatta.», il labbro inferiore si fa sporgente, disegnando una smorfia dispiaciuta sul viso sempre esaltato di Erin. Cancellata, l'istante successivo, dalla suoneria del suo cellulare. «Eccoliiiiiiii! Ah no. E' solo un cliente. Ehi, Paul? No, no, no, non mi disturbi , poggia la mano sul microfono, sussurrando a Lucille: ma anche un po' sì, cazzo, sono in famiglia! «- sì, sì, il carburante va messo davanti! Non dietro, o farai saltare in aria il circuito. Capito? Non provare il razzo, please, devo ultimare alcune modifiche. D'accordo? Ok, ok, ok, baci, baci, smack, ciao, conclude la conversazione in meno di mezzo secondo, per poi dirigersi in cucina e tirar fuori l'occorrente per i famosissimi, incommensurabilmente buoni e profumati biscotti di zia Erin. Che poi in realtà vengono duri come mattoni, ma vabbè. Erin è convinta di cucinarli alla perfezione. Lucille glielo fa credere, salvo poi rivolgere smorfie disgustate ai nipotini, suscitandone costantemente l'ilarità. Che mamma stronza!
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    «Stavolta ci siamoooooo! Vedo le chiome biondissime delle mie pasticcine e quella marroncino caramello del mio cavaliere bellissimo! Amori puriiii!», e si precipita fuori, sbracciandosi per farsi vedere e saltando letteralmente al collo di Sam. Ops, forse un po' troppo, dato l'umore generale. Ma non si devono preoccupare, questi piccoli tesori di zia! Adesso sì che ci divertiamo! «Avete fatto un bel viaggio? La Passaporta era carina? Che ore sono? Uhm, le dodici, giusto in tempo per il cocktail di benvenuto. Evvai! Andiamo, mami sta facendo yoga ma, appena vi vedrà, canon che interrompe tutto. Solo a me non caga di striscio! E poi si chiede pure da chi ho preso la stronzaggine! Io basita!!»
     
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    In pieno ciclo, Sam si è alzato dal letto dopo aver scritto a sua zia che sarebbe andato da nonna per qualche giorno. "Per la luna piena", le ha scritto e, in parte, è sicuramente vero. Ha bisogno sempre di prendersi del tempo per se stesso in quel particolare periodo del mese. Questa volta, però, come se il doversi trasformare per forza sotto l'influsso della luna, unito agli effetti spossanti dell'Antilupo, si aggiunge un nuovo smacco. Tanto perché ero già poco fortunello così. Egoisticamente parlando, rimane nel suo per tutto il tragitto da casa alla stazione delle Passaporte di Hogsmeade, lì dove ha prenotato una Passaporta direttamente per Turadh, il villaggio magico nei pressi della casa di Lucille. Chiede giusto a Lily come si sente, dopo aver appreso dell'incidente avuto con Tris, per poi isolarsi dalle chiacchiere delle cugine con gli occhi puntati sullo schermo del cellulare. Risponde a qualche messaggio, tirando su gli occhiali scuri che continuano a scivolare lungo il profilo del naso e sistemando il cappello in testa, in modo che la visiera gli copra abbastanza il volto da non farlo riconoscere dai pochi avventori della stazione a quell'ora del giorno. Di tanto in tanto, lancia un'occhiata a Joy, lasciando che il peso del proprio corpo si faccia sentire contro quello di lei, un modo come un altro per farle capire che in quella situazione non è sola. Anche se non vuoi dirmi chi si stava mezzo facendo Ted. « Beh, insomma, bella merda questo rave. » Se ne esce così, dopo essere stato risucchiato nel barattolo di pelati, ancora incrostato sui bordi, per poi atterrare sulla piazzetta principale del villaggio. Forse è l'odore di casa, ma già si sente leggermente meglio. Per effetto contrario della compressione, si sente meno nausea e leggermente meno spossato e di cattivo umore, tanto da riuscire a spiccicare parola per la prima volta dopo circa un'ora buona. « Io e Joy cornuti e pure mazziati da Strega Moderna, Lily talmente drogata da finire sotto le grinfie di una lupa incazzata, Lux unico barlume di lucidità in questo mare burrascoso. Ho dimenticato qualcosa? » Lancia un'occhiata alla biondina che le cammina a fianco. « Anche se, a dire dalla faccia, ci sono piccoli problemi di cuore in vista? » Alza un sopracciglio, poco prima di oltrepassare il cancelletto, carezzando il muso di Bernie non appena decide di far loro le feste. Sta
    per dire qualcosa, ma la voce urlante di zia Erin gli fracassa i timpani, avvertendolo in anticipo dell'uragano che gli si fionda tra le braccia. Non si sottrae da quell'abbraccio, per quanto l'umore lo obbligherebbe a tenere tutti a debita distanza, ma la stringe appena con un braccio prima di depositarla nuovamente a terra. « Ciao anche a te, zì. » La saluta, prima di guardare oltre le sue spalle, alla ricerca della nonna. Nonna che sta facendo yoga, chiarifica subito Erin mentre lui si lascia scivolare via gli occhiali, passandosi una mano sulla fronte, lì dove una leggera patina di sudore si è andata formando. Dannatissima luna, mi trasforma sempre in un cesso a pedali. « Come fa a non incriccarsi mai, nemmeno una volta, alla sua età, solo Merlino lo sa. » Abbassa la voce in quelle tre parole centrali, quasi per il timore di essere udito dalla reggente in carica della famiglia. « Aye! » Pronuncia, con quel lieve accento scozzese che sembra risvegliarsi in lui ogni qual volta torna in terra natia. « Cocktail di benvenuto sia, ma che sia pieno di alcol per me. Mi devo rifare di ieri sera. » In tutti i sensi. Non aspetta oltre ed entra in casa, dirigendosi verso la cucina, prima di armeggiare un po' con le bottiglie nella vetrinetta di nonna, tirando fuori alla fine quella di rum bianco. « Immagino nessuna di voi voglia un mojito. » Commenta caustico, con la bacchetta a mezz'aria per richiamare a sé qualche foglia di menta direttamente dall'orto, l'acqua frizzante, un bicchiere, del ghiaccio e lo zucchero di canna, prima di girarsi verso la più grande della combriccola. « Zia? Sai se c'è del lime da qualche parte? »
     
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    Ha dormito giusto tre ore, quella notte, risvegliandosi alle undici del mattino con un mal di testa colossale e brutte notizie in vista. Gli articoli di Strega Moderna l'hanno lasciata così disgustata da non aver la forza neanche di fare colazione. O forse ha deliberatamente scelto di non recarsi nello spazio comune della casa per non incrociare lo sguardo di Sam. Cos'altro deve succedere? - perché davvero, nel corso di una sera si sono susseguiti così tanti eventi da farle perdere il conto. Ed anche, a tratti, la cognizione spazio-temporale. Quella che Lily ha descritto come una brutta sbronza, infatti, è qualcosa di ben più raccapricciante di quanto non possa sembrare. Lei stessa non riesce ancora a spiegarselo. Non è una novità che le prenda la ridarella dopo il primo bicchiere di alcolici, ma le sensazioni che ha provato erano qualcosa di... diverso. Fortunatamente, zia Erin decide di prendere in mano la situazione e sequestrare i nipoti Scamander a casa di nonna Lucille. Con al seguito Pepper ed Ivy - figurarsi se le siamesi smuovono un dito anche solo per una breve vacanza in Scozia! - la Serpeverde agguanta timidamente il braccio di Sam e lo segue sino alla stazione delle Passaporte, dove Joy e Lux li avrebbero raggiunti. «Per quel che vale, non l'ho vista ieri sera. Eravamo tutti completamente andati, Sam...», e sì, le vorrei tirare un pugno in faccia per quello che è successo. Ma scommetto non sia stata colpa sua. Quando si fa l'orario, una volta riuniti insieme, i fantastici quattro allungano le dita in direzione del barattolo macchiato di rosso pomodoro, venendo strattonati direttamente nel verde profumato di Glasgow e dintorni. « Io e Joy cornuti e pure mazziati da Strega Moderna, Lily talmente drogata da finire sotto le grinfie di una lupa incazzata, Lux unico barlume di lucidità in questo mare burrascoso. Ho dimenticato qualcosa? », per quanto Lily abbia effettivamente descritto la situazione così - ci hanno modificato i cocktail -, ogni volta che qualcuno lo dice ad alta voce le sembra sempre meno vero. Ma non è il momento adatto per le confessioni. Non prima di averne parlato con la diretta interessata.
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    «Seriamente, non sanno più di cosa parlare. Si sono attaccati al cervello con questa storia di Joy e Ted. Per caso...», domanda distrattamente la bionda, «Lui ti ha detto qualcosa a riguardo?», spero davvero abbia intenzione di stare dalla tua parte. Di smentire tutto quello che hanno scritto. Te lo deve. «Lu, mi dispiace per ieri sera. Credo di essere piombata in bagno nel momento più sbagliato. Non volevo mi venissi dietro... Dopo aver... Dopo quello, ecco, stavo meglio. Mi hanno subito fatta uscire.», l'umore collettivo si innalza di almeno un tono quando zia Erin corre incontro al gruppetto di nipotini disgraziati - come si è abituata a chiamarli per via del Ferragosto boicottato -, accogliendoli nel luogo preferito al mondo da tutti e quattro, innegabile. «I miei gioiellini!», schiamazza nonna non appena varcano la soglia del salotto. «Fatevi abbracciare! Lily, perché quella sciarpa al collo? E' estate, perdinci!», sapessi, nonna. «Ma no, mami, ha ragione Lils. Lo sai com'è il tempo di settembre, ballerino... Meglio evitare qualche brutto colpo di vento!», zia Erin la salva in corner da un eventuale racconto dettagliato della lotta e dalla conseguente dichiarazione di guerra alla famiglia Morgernstern che, Lucille Scamander, avrebbe portato avanti anche da sola, pur di soddisfare il desiderio di vendetta. «Sarà. Per me è un succhiotto e ce lo vuole nascondere!», sì, nonna. Quanto fai bene al cuore lo sai solo tu. La abbraccia stretta, chiedendosi che mondo triste sarebbe senza la personalità spumeggiante della prima donna di quella casa.

    Per chi non lo ricordasse, Pepper è la Snasina di Lily, Ivy la sua Puffola Pigmea. <3

     
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    Chiunque conoscesse Joy sapeva che era una ragazza solare e che sprizzava felicità da ogni poro. Quel mattino, invece, era gioiosa solo di nome, ma non di fatto. Era strano vederla in quel modo, dal momento che era sempre lei quella che cercava di portare ottimismo tra le persone a lei care, ma dopo ciò che era successo la notte precedente, si sentiva davvero svuotata. Non le importava molto con chi stesse Ted. Non le fregava nulla della sua vita privata. Insomma, Ted era stato un capitolo più che chiuso, lei stessa era andata avanti intraprendendo una relazione di due anni con Tristan. Ciò che però non riusciva minimamente a digerire era che era Victoire che stava baciando Ted. Quella scena l’aveva riportata indietro di diversi anni, quando la sua migliore amica le aveva confidato che durante l’estate – la stessa estate in cui lei aveva iniziato a mettersi in dubbio a causa di Lupin – c’erano stati dei baci con quello che era il suo ragazzo. E’ capitato solo una volta. Una parte di lei sapeva che era una scusa, ma aveva deciso di crederle, perché in fondo era la sua migliore amica. E vederli insieme, aveva fatto vacillare nuovamente quella fiducia che aveva riposto nuovamente nei suoi confronti. Quante altre bugie le aveva detto? Era lei il motivo per cui Ted l’aveva lasciata in quel modo? Quante altre “una sola volta” erano capitate? Erano una serie di domande che in un modo o nell’altro aveva iniziato a chiedersi e che l’avevano lasciata insonne per tutta la notte. E poi, quando si era alzata e si era fiondata sul gelato di soia, aveva ricevuto il buongiorno da Strega Moderna, in cui, praticamente, venivano colpiti tre Scamander su quattro. Si era innervosita non appena aveva letto di lei e Ted. La stavano prendendo in giro? Stavano ricacciando una storia che apparteneva agli anni di Hogwarts? Era stata brava, alla fin dei conti, durante tutti questi anni. Ted era sempre sembrato un latin lover, colui che faceva crollare tutte con un solo sguardo. Non aveva mai detto nulla riguardo a quanto quel ragazzo l’avesse distrutta fisicamente e moralmente. Ed ora, si ritrovava imbottigliata da una stampa che pensava che lei non avesse voluto altro che tornare con lui. Solitamente non dava retta a ciò che scrivevano, ma ci era rimasta molto male, così come leggere di Juniper e Fred. Aveva scritto a Sam, cercando di essere una figura di riferimento per lui, anche se lo capiva benissimo. Anche lei non aveva così tanta voglia di parlare. « Io e Joy cornuti e pure mazziati da Strega Moderna, Lily talmente drogata da finire sotto le grinfie di una lupa incazzata, Lux unico barlume di lucidità in questo mare burrascoso. Ho dimenticato qualcosa? » Un piccolo sorriso amaro comparve sulle labbra della più grande, mentre si avvicinavano a quella che era a tutti gli effetti casa. Aveva subito lasciato andare Jonathan e Bowie che avevano iniziato a giocare con Bernadette, mentre si dirigeva con la sua famiglia all’ingresso.
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    «Lui ti ha detto qualcosa a riguardo?» Voltò lo sguardo su sua sorella, scoppiando a ridere. « Oh, sì. Mi ha detto che dovevo contattare la sua agente prima di scrivere il post Witzagram per fare in modo che entrambi ne uscissimo puliti. E che lui ha deciso di non dire nulla al riguardo. » Era semplicemente assurdo. Ted l’aveva quasi sgridata per quella iniziativa che aveva preso, quasi aspettandosi che gli dovesse qualcosa. Era stato fin troppo fortunato se lei aveva deciso di non fare nomi, perfino con Sam. « Lu, mi dispiace averti persa ieri sera… Ad inizio serata ero un po’ su di giri… » Ammise, mentre entravano a casa e venivano subito travolti da zia Erin. Il suo abbraccio travolgente le strappò un sorriso sincero. Ora si sentiva decisamente meglio. Anche sua nonna comparve, ancora in tenuta da yoga. « Ciao nonnina! Come va la posizione del cane a tre gambe? » Le chiese, cercando subito di distogliere l’attenzione dalla sciarpa di Lily. « Immagino nessuna di voi voglia un mojito. » Erano le dodici del mattino e solitamente Joy avrebbe storto il naso a una proposta del genere, sia perché non amava i cocktail sia perché era estremamente presto per bere. « Per me uno doppio, con poca acqua. » Precisò, non appena vide suo cugino appellare l’acqua frizzante. « Zia, hai ancora una bottiglia di quel buonissimo vino francese? Penso ci voglia un po’ per il cocktail di Sam. » Traduzione: ho bisogno di bere adesso, non posso aspettare cinque minuti.


     
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    C'erano davvero pochi motivi che avrebbero spinto una Luxanna Scamander ad abbandonare il suo letto, non prima di mezzogiorno, e soprattutto non dopo aver passato una nottata fin troppo esagitata come quella appena terminata. Il banchetto dell'inizio dell'anno non era chiaramente uno di questi. Ma nell'attimo stesso in cui aveva aperto gli occhi e il suo cellulare aveva preso a vibrare all'impazzata, aveva capito che la giornata che si apprestava a cominciare avrebbe richiesto la sua più completa attenzione. Aveva silenziato praticamente tutte le notifiche che coinvolgessero i cugini, rispondendo allo "Scam-Segnale" lanciatole da Lily, uscendo di casa soltanto perché si trattasse della sua famiglia. Ed era impossibile, per gli Scamander, ignorare il richiamo dei parenti. In pieno hangover, occhiali spessi a mascherare la stanchezza, la bionda si era recata al luogo dell'appuntamento comune, diretti verso uno dei pochi posti in cui tutti si sentissero completamente a casa. ezgif-4-2dd3a76e373c Lì, nello sperduto e vasto verde scozzese, nessuno avrebbe potuto raggiungerli. Nemmeno altre notizie di dubbio gusto di Strega Moderna - aveva intenzione di confiscare il telefono a chiunque - o visite inaspettate dei principali responsabili del malumore generale. Da chi dovremmo cominciare? June, Tris, quell'idiota di Ted o Leonard? « Io e Joy cornuti e pure mazziati da Strega Moderna, Lily talmente drogata da finire sotto le grinfie di una lupa incazzata, Lux unico barlume di lucidità in questo mare burrascoso. Ho dimenticato qualcosa? » Sorrise a malapena, la più giovane del quartetto, prendendosi qualche attimo per ricomporsi dopo lo strattone dovuto al brusco balzo dovuto alla Passaporta sotto forma di barattolo. « Anche se, a dire dalla faccia, ci sono piccoli problemi di cuore in vista? » Oh, no. Non siamo qui per me Sam. « Pff. Questa Scamander non può avere problemi di cuore. Come potrebbe, quando un cuore non ce l'ha? Non provo nulla, all'infuori che per voi. Sono come l'uomo di latta, solo incredibilmente più carina. » Commentò, del tutto ironicamente, sollevando di poco le lenti scure per lanciare un'occhiata fin troppo eloquente al cugino. Non aveva intenzione di tirare fuori l'argomento Zip, sia perché a conti fatti non ci fosse granché da svelare, sia per la poco entusiasmante fine che quella serata aveva avuto. Di nuovo. Evidentemente non è destino. Il suo, sembra chiaramente già legato a qualcun'altra. «Lu, mi dispiace per ieri sera. Credo di essere piombata in bagno nel momento più sbagliato. Non volevo mi venissi dietro... Dopo aver... Dopo quello, ecco, stavo meglio. Mi hanno subito fatta uscire.» Scosse la testa, ripercorsa dallo stato di inquietudine che l'aveva investita quando aveva visto Lily in quello stato. « Mi sono preoccupata un sacco, non trovandoti da nessuna parte. Sto ancora cercando di capire cos'avevano tutti. » Chi si prenderebbe la briga, di drogare i drink di gente a caso? Qui occorre un'indagine accurata, con Piti. « Lu, mi dispiace averti persa ieri sera… Ad inizio serata ero un po’ su di giri… » Scrollò le spalle, prendendo a stiracchiarsi mentre superavano - animali al seguito - il cancelletto d'ingresso costruito da nonno, sorridendo in direzione di Joy prima che una zia Erin del tutto euforica si catapultasse su di loro. « Ciao zietta bella! » Salutò la più giovane degli Scamander Senior, passandole un braccio dietro le spalle, dirigendosi poi direttamente in casa dove trovarono Lucille intenta a far yoga. « Spero d'invecchiare come lei. » sussurrò, divertita, fra sé e sé dopo ulteriori convenevoli ed abbracci di gruppo/famiglia. Seguì Sam in cucina, non accettando nessun tipo d'alcolico, ma versandosi un bicchiere d'acqua che mandò giù dopo essersi seduta. Sfilandosi gli occhiali, finì col poggiarsi con le braccia sul tavolo, osservando il ragazzo preparare dei drink mentre lei si sdraiava poco compostamente sul legno. Ebbe per un istante la tentazione di tirare fuori il cellulare e mandare qualche messaggio ad un certo medimago dagli occhi azzurri, ma si premunì di concentrarsi soltanto sulla famiglia in quel momento. Sbadigliando, poggiò il viso sulle braccia, crollandoci su. « Nonnaaa, ho fame e non ho fatto colazione. Cos'hai di buono? » Ti prego, dimmi i Brownies vegani. Ne ho bisogno.

     
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    Sammy accoglie di buon grado la proposta circa il cocktail di benvenuto, mettendo subito in chiaro che il suo dovrà essere stracolmo di alcol. Ahia, io intendevo quello post-sbronza... «Amo, tranquillo che zia ti rimette in sesto.», assicura, iniziando a frullare tuorli d'uovo e albumi, separatamente, in due ciotole di ceramica. Agguanta poi una manciata generosa di Erballegra, triturandola graziosamente insieme agli albumi. Ah! Il lime, giusto. «Certo amo, avevo già pensato di aggiungerlo. E' il mio colore prefe, un pizzico di giallo lime è cosa sacrosanta ovunque, sorridente, porge a Sam il prezioso ingrediente, per poi strappare Lils alle grinfie di nonna. Una nonna un po' troppo curiosa, per i suoi gusti. Proprio come me. «Mamiiii, Ivy e Pepper hanno bisogno delle tue cure di nonna amorevole. Secondo me stanno morendo di sonno, vero, Lils? Vero. Le metti a dormire mentre io mi occupo di questi passerotti teneri in tua assenza? Giuro di saperci fare. Vero che ci so fare, patati? Vero. Tic tac, tic tac, mami, forza!, mica abbiamo tutto il tempo del mondo.»,
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    la relazione complicata tra Erin e lo scorrere del tempo non manca mai di condizionare ogni istante della sua vita e di insinuarsi, prepotentemente, in qualsiasi conversazione tra la bionda e il mondo esterno. «Cucciola, lascia stare il vino francese. Bevi il cocktail di zia e il paradiso ti sembrerà così retrò che ciaone, preferisco l'inferno targato Erin Scamy.», fa l'occhiolino a Joy, assolutamente convinta di ciò che ha appena detto. D'altro canto, serve a nulla buttarsi sull'alcol - soprattutto perché la sera prima ne avranno già fatto abuso, a giudicare dalle occhiaie di Lils. Molto meglio l'Erballegra mixata all'uovo sbattuto, al lime e allo zucchero di canna: ditemi voi se non ricarica questo! «Ci penso io alla merendina di Lux, ma', tranqui. Vai, vai.», detto questo tira fuori i Brownies vegani cucinati per l'occasione all'alba. Non si dica che i nipotini di zia Erin e nonna Lucy non vengano trattati come re e regine d'Inghilterra. «Allora. Vuotate il sacco adesso, così non se ne riparla più. Lo dico perché ma' è decisamente agguerrita stamattina. L'ho sentita parlare di cause a Strega Moderna, giornale spazzatura di merda, altre parolacce simpatiche e cose così.», non che io sia stata da meno, eh, aspetto soltanto le vostre conferme per piantarmi sotto casa di quegli stronzi e lanciare Caccabombe modello pro nelle loro tenerissime stanze da letto.

     
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    Gli appare subito chiaro, dopo un veloce recap tra le cugine che, in quel preciso istante, deve esserci qualche convergenza astrale che porta l'intera famiglia a cercare di non soccombere sotto la montagna di sfiga cosmica che si è abbattuta su di lei. Che banda di fortunelli, pensa nell'istante in cui nonna fa il suo ingresso nel loro campo visivo, costringendo un po' tutti a fingere una nonchalance che in quel momento non appartiene davvero a nessuno. Si impone di sorridere, il ragazzo, lasciandosi abbracciare per poi depositare un bacio tra i capelli di Lucille, decisamente più bassa di lui di qualche spanna. «Amo, tranquillo che zia ti rimette in sesto.» Scuote la testa, Sam, deciso a proseguire per la via dell'alcol alle una del giorno. « No zì, non ci siamo capiti. Io non ho bevuto un cazzo ieri sera, non mi serve un cocktail post sbronza se non mi sbronzo prima. » Affila il sorriso finto, prima di riprendere a muoversi per la cucina, usando la bacchetta per reperire gli ingredienti di tanto in tanto. Annota l'ordinazione di
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    Joy, a cui rivolge l'ennesima occhiata complice da quando si sono beccati alla stazione. Crede di alienarsi, per dei minuti interi, tanto da accorgersi solo in un secondo momento, grazie ad una sniffata d'aria, della presenza dei brownies. Vegani. Fortuna è di spalle e nessuna delle sue adorate cugine può vedere l'espressione disgustata che ha appena assunto la sua faccia, con tanto di lingua di fuori a simulare un conato di vomito. Dov'è la mia bistecca alta due dita affogata nel sangue? Pensa, continuando a pestare a mano la menta fin quando non è soddisfatto del composto che ha ottenuto. « Non per risultare ancora di più l'insensibile che effettivamente sono, ma c'è della carne per pranzo, vero? » Chiede, lanciando un'occhiata alla zia, prima di sentire il cellulare vibrare, insistentemente. Lo tira fuori dalla tasca e nell'ordine conta le chiamate perse di Rey, i messaggi di Dean, Daffy e poi un nuovo messaggio. June. Stringe un po' la presa contro il cellulare, mentre decide cosa fare. Non rispondo e nemmeno legge il messaggio, giudicando già abbastanza per i propri nervi ciò che ha letto dall'anteprima. « Io passo. » Risponde asciutto e secco alla proposta di vuotare il sacco della zia. Che c'è da vuotare? Un cazzo. Solo veleno e bile che sono più una conseguenza della luna piena imminente che di ciò che è davvero successo la sera prima. O perlomeno è così che decide di giocarsela nella sua testa, tutto molto politicamente corretto. Finisce di guarnire il proprio bicchiere e quello di Joy con due fette di lime e glielo passa con una stirata di labbra. « Tranquilla, non è per niente annacquato. 90% rum, ho fatto bene i calcoli. » Le sussurra all'orecchio, questa volta con un sorrisetto dalle tinte decisamente più oscure. Poi, senza troppe cerimonie, si butta sul divano, accavallando i piedi preventivamente svestiti dalle scarpe per non incappare nell'ira funesta di Lucille. « Alla salute dei cervi! » Indirizza un occhiolino verso Joy, alzando il bicchiere prima di scolarsene una buona metà come se niente fosse.


    Edited by scamander¸ - 25/9/2020, 20:29
     
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    « Oh, sì. Mi ha detto che dovevo contattare la sua agente prima di scrivere il post Witzagram per fare in modo che entrambi ne uscissimo puliti. E che lui ha deciso di non dire nulla al riguardo. », che coglione. Pensa solo questo, Lily, desiderosa di schiaffeggiare l'amico per quella caduta di stile. «Non vedo cosa ci sia di male in quel post. Non era neanche rivolto a lui, solo alle porcherie che Strega Moderna tira fuori un giorno sì e l'altro pure.», probabilmente Ted se l'è sentita perché aveva il carbone bagnato.«Non gli rispondere più. Saranno pure cazzi tuoi quello che scrivi su Wiztagram.», mi sento tornata ai tempi di Ottery St. Catchpole. « Mi sono preoccupata un sacco, non trovandoti da nessuna parte. Sto ancora cercando di capire cos'avevano tutti. », commenta Luxanna in risposta alle scuse di Lily. «Queste... Bottiglie di champagne erano truccate.», volge lo sguardo in direzione di Sam, per cogliere una sua possibile reazione in merito. Ha già parlato con Tris? Sa già tutto? «Abbiamo avuto tutti delle allucinazioni strane. Io ho visto Eric. Altri delle capre, cerca di sdrammatizzare e tagliare corto sulla vera natura delle visioni, riportando l'attenzione su zia Erin e sulle sue promesse di cocktail strepitosi. « No zì, non ci siamo capiti. Io non ho bevuto un cazzo ieri sera, non mi serve un cocktail post sbronza se non mi sbronzo prima. », l'umore della giornata sta decisamente naufragando verso la sfera dell'irrecuperabilità. « Io passo. », borbotta Sam di fronte alle richieste di zia Erin di vuotare il sacco.
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    Per salvarlo dalla situazione raccapricciante - zia, c'è poco da dire: la sua ragazza ha baciato un altro, supponiamo non di propria spontanea volontà ma per qualche altra ragione, magari ha avuto qualche allucinazione anche lei, non lo sappiamo davvero - Lily decide di farsi avanti: «Vado io, così vi faccio ridere un po'.», sorvola a piè pari sull'aggressione di Tris, passando direttamente al pezzo successivo: «Ero... Ubriaca, molto. Stavo per sentirmi male, sono... Finita in mezzo a una rissa, tipo. A quel punto arriva Leonard e mi tira fuori, inizia a dire cose tipo ora tu torni a casa. Sono scappata in bagno, ho tirato fuori l'anima cattiva e sono tornata il vostro angioletto di sempre.», conclude con un sorriso fintissimo.



    Edited by golden snitch - 29/9/2020, 11:43
     
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    Era ben chiaro che il rave fosse andato male per tutti loro, perfino per Sam che non si era nemmeno presentato all’evento. Col senno di poi, poteva dire che aveva fatto la scelta migliore, sebbene nel suo caso si ritrovasse coinvolto in una situazione ugualmente spiacevole. Però, se fosse rimasta a casa, almeno avrebbe evitato di vedere il tradimento della sua migliore amica e soprattutto, probabilmente, non sarebbe stata coinvolta in un qualcosa che non le interessava minimamente e che invece le riportava solo brutti ricordi. La relazione con Ted era stata tossica, solo così poteva definirla ora. Lei aveva dato tanto, mentre lui, alla fine, aveva fatto semplicemente come se non esistesse. La stampa non sapeva davvero ciò che aveva provato. Era quello il motivo per cui Ted era visto come il ragazzo d’oro, il rubacuori con cui tutte volevano stare. Non lei. E lei non voleva più essere accostata a lui. «Cucciola, lascia stare il vino francese. Bevi il cocktail di zia e il paradiso ti sembrerà così retrò che ciaone, preferisco l'inferno targato Erin Scamy.» Sorrise appena, già spaventata da ciò che avrebbe assaggiato di lì a qualche secondo. Alla fine, Joy si prestava sempre agli esperimenti di sua zia. Era sempre una sorta di cavia e aveva rischiato più volte di finire al San Mungo per crampi allo stomaco infernali. Eppure, apprezzava lo spirito creativo di sua zia e aveva sempre pensato che la fantasia fosse davvero importante ed era per questo che assaggiava tutto ciò che le proponeva, nonostante facesse davvero schifo. I suoi brownies, però, erano davvero rinomati, anche se da quando ne aveva mangiati due di fila e si era sentita davvero male, ora ci andava molto più cauta.
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    « Tranquilla, non è per niente annacquato. 90% rum, ho fatto bene i calcoli. » Aveva affiancato Sam mentre finiva di preparare il drink, proprio mentre Lily raccontava brevemente alla zia cosa fosse successo al rave. Non la stupiva il fatto che Sam non aveva voluto raccontare nulla. D’altronde, cosa c’era da raccontare? Lei per prima era vittima della macchinazione della stampa. Chissà qual era la verità? Gli sorrise quando le rivelò le quantità di alcool presente in quel bicchiere. « Alla salute dei cervi! » Non poteva scegliere soprannome più azzeccato. Lo alzò nella sua direzione, portandolo poi alle labbra, bevendone un gran sorso. Si ritrovò a strizzare forte gli occhi, colpita dal grado alcolico del cocktail. Davvero Sam non scherzava. «Ero... Ubriaca, molto. Stavo per sentirmi male, sono... Finita in mezzo a una rissa, tipo. A quel punto arriva Leonard e mi tira fuori, inizia a dire cose tipo ora tu torni a casa. Sono scappata in bagno, ho tirato fuori l'anima cattiva e sono tornata il vostro angioletto di sempre.» Allora intervenne Joy. « Io avevo appena visto Ted baciare una ragazza che chiaramente non ero io nel bagno. quando ho trovato Lily con Leonard e James. » Raccontò, cercando di collegare tutti i pezzi della serata. « Però non posso nemmeno smentire una fake news che mi riguarda, perché poi il mio amato ex dovrebbe affrontare le conseguenze e spiegare chi è la bionda. » Era arrabbiata? Molto. Delusa? Ancora di più. Bevve un altro lungo sorso di rum, per poi sedersi a terra. Sapeva che quello era il posto più sicuro al momento per lei. Il cocktail era così forte che se fosse rimasta in piedi, sicuramente sarebbe caduta, ubriaca stecchita. Almeno così stava già a terra. In tutti i sensi.

     
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    24 Dicembre ore 20.00




    «MAAAAAAAAAA'. Stanno arrivandooooooooooo! In posizioneeeee.», urla dalla cucina, le mani sporche di pomodoro e il naso all'insù imbiancato dalla farina. Il cappello di Babbo Natale con annesso ponpon è magicamente incantato per rimbalzare sulla sua spalla destra. Insomma, non c'è una cosa che non sia dinamica in zia Erin, quella sera. «Amore secondo te da dietro la tenda mi vedono??», domanda sua madre, strappandole uno sbuffo di disappunto. Certo che ti vedono, ma'. «Vabbè ormai è tardi, mettiti lì e non fiatareeee!», dice con un filo di voce, chiudendosi dentro il ripostiglio di fianco alla cucina. Sente delle voci nel corridoio e qualcuno, in lontananza, che fa le coccole a Bernadette. Si morde il labbro inferiore per non ridere e non scoprirsi, conseguentemente. «Mamma!!», la voce sognante di Luna Lovegood, ormai abituatasi a chiamare Lucille madre, illumina il soggiorno di Nargilli e altre bestioline fantastiche. «Per tutti gli elfi, dove saranno mai?», domanda un sarcastico Rolf Scamander, riuscendo a spezzare la magica atmosfera di sorpresa realizzata dallo scoppiettante duo Erin-Lucille. La zia più pazza che ci sia mette un broncio lungo da New York fino a Londra.
    Spalanca il ripostiglio e salta addosso a Rolf, urlando qualcosa tipo disgraziatoooo, rovini sempre tutto!, per poi avvolgere in un abbraccio mozzafiato Luna. «Ciao amore!!! Buona vigilia di Nataleeeeeeee», le stampa un bacio su entrambe le guance, sistemando il cesto dei loro doni sotto l'albero. Un solo pacchetto a testa, come ogni Secret Santa che si rispetti. «Sapete dove posare le giacche. E le mie pulcine, invece, dove le avete lasciate???», domanda, in attesa di strapazzare le nipoti. Quando la porta di casa si apre, rivelando il prossimo ospite, abbandona la conversazione per corrergli incontro ed assaltarlo come ha appena fatto con la famiglia Lovegood-Scamander. «AMORE DI ZIAAAA»

     
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    « Dai pà che se per colpa tua mi perdo il primo giro di Talisker, mi incazzo davvero! » Il tono di voce decisamente tranquillo, in confronto al contenuto stesso delle sue parole mentre il buon vecchio James gli arranca dietro, dopo essersi richiuso il cancelletto in legno alle spalle. « La fai semplice tu, mica sei carico come un mulo come me. » Borbotta indispettito mentre il figlio sbuffa, spalancando la porta di casa della nonna. « Bella gente, siamo arrivati! Lo splendido e il mulo. » Si annuncia, tenendo la porta con il piede per far entrare il padre che gli lancia un'occhiata divertita di traverso, prima di essere inondati letteralmente dai baci e dagli abbracci di Lucille ed Erin. « Un bacetto a te e uno pure a te, sì, giusto perché siamo più buoni oggi! » Saluta le due donne per poi avviarsi verso la sala a depositare il proprio sacchetto e il pacco del padre per il SS. Si spoglia velocemente del cappotto e la sciarpa, rigirandosi poi su se stesso per farsi ammirare in tutta la sua beltà, lontano dai ricordi dei suoi orribili e imbarazzanti maglioni che è solito propinare ogni anno, ma in una semplice tenuta semi elegante, con tanto di maglione verdastro fatto a mano direttamente da Lucille, l'anno precedente. « Quindi che si fa? Quando si comincia a mangiare? » Chiede entrando in cucina, lì dove becca Joy e Lily alle quali scocca un bacio sulla guancia a testa prima di allungare la mano verso la ciotola delle patatine alla paprika. Se ne lancia due in bocca prima di essere visto da zia Luna, che comunque se ne accorge e fa finta di nulla, fischiettando e guardando dall'altra parte. « Vabbè, se non si mangia, almeno si beve? » Un'occhiata d'intesa a Joy prima di infilarsi tra Lux e Ander - pacca sulla spalla con tanto di « Ehi, pal! » - per allungarsi poi verso la credenza, da dove tira fuori i bicchierini per il sacro giro di Talisker natalizio. « Non vorrai replicare il Natale dell'anno scorso dove siamo dovuti rimanere a dormire qua perché ci hai fatto ubriacare tutti? » Si stringe nelle spalle, Sam, con la classica espressione d'angelo a colorargli il volto. « Non so proprio di cosa tu stia parlando. » Mima un cerchio che compare sopra la sua testa prima di riprendere a riempire i bicchierini di quel whisky scuro. « Gente, è ora! Non si può approcciare al Secret Santa da sobri, è la regola. » E' proprio controindicato, specie se hai fatto un regalo di merda al tuo protetto o peggio, se ricevi un regalo di merda e non sai come fingere felicità. L'alcol in circolo aiuta, sempre. Passa allora il vassoio tra i presenti, indicandogli anche il pezzetto di cioccolato fondente d'accompagnamento per stemperare il gusto amaro della bevanda scozzese. « Buon Natale tesorini miei! Forza buttate giù tutto d'un fiato e non fate vergognare la memoria di Lip. » Lucille apre la pista a tutti quanti, dopo aver battuto i bicchierini tra di loro, e beve tutto d'un sorso, emettendo un lungo e profondo fischio subito dopo. Sam, dal canto suo, segue l'esempio e stringe forte gli occhi nel sentire il calore corrodergli la gola. « Aye! » Sbatte il bicchierino contro il bancone e stringe a sé la nonnina, sorridendo. « E ora, si va subito a scartare i regali perché sono troppo curiosa e non posso aspettare mezzanotte. » E il sorriso di Sam, com'è arrivato, se ne va. « Dai nonna, che palle! Non si può spizzicare qualcosa prima? Una cosina piccina piccina, daiiii. » Si fa spingere dalle mani della donna sulla schiena verso la sala, sbuffando di tanto in tanto. Si butta poi su una poltrona pesantemente, con la gamba che fuoriesce dal bracciolo. « Chi comincia? »
     
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    Seguivano a spron battuto il trio costituito dai suoi genitori e Lux, i gemelli Ander e Lorcan, parlottando tra di loro loscamente ed in un clima di totale segretezza, tanto che il contenuto di quella conversazione a chiunque sarebbe potuto sembrare invitante quanto un segreto di stato. Di tanto in tanto Delphine volgeva gli occhi chiari verso di loro, guardandosi indietro ed intimandogli di affrettare il passo, altrimenti avrebbero preso parte alla cena di Natale cucinata da nonna Lucille senza di loro. « Madre, non sono più un bambino. Queste minacce non attaccano. » Riesco a non mangiare per giorni quando sono in after. Aveva risposto prontamente l'ex Serpeverde, beccandosi le occhiate di rimprovero persino dal gemello, che sapeva quanto la loro mamma fosse preoccupata per la giovane promessa del Quidditch dal carattere spericolato e ribelle, puntualmente su testate giornalistiche di evidente portata. Per la famiglia di Ander Scamader l'adolescenza pareva non finisse mai: vuoti di letto da colmare, vuoti emotivi mai riempiti, una buona famiglia alle spalle e nessun problema economico, grazie anche alla sua carriera stellare nel Quidditch. Ma se c'era una cosa che lo teneva a galla, che lo faceva tornare sulla terra per ricongiungersi all'umiltà e alla laboriosità con cui l'avevano, del resto, cresciuto, quella era proprio la sua famiglia. E Delphine Scamander sapeva quanto Ander fosse tremendamente corruttibile e fortunatamente ragionevole da quel punto di vista. « Ma perché non posso andare con la scopa? Lorcan non arriverebbe mai ed io arriverei prima di voi tutti comunque. » Tornava ad essere il bambino petulante e borioso che era sempre stato, Lysander, se si trattava della mamma. La mamma, il membro della famiglia che più facilmente riusciva a zittirlo e a metterlo provvisoriamente in riga, nonostante i tentativi di ribellione di Ander che con lei portava comunque in atto. Per abitudine. Lo guardò con una faccia perplessa ed ironica, la madre, prendendosi evidentemente gioco di lui e bocciando la proposta di umiliare il fratello per la milionesima volta nella loro breve e giovane esistenza, circa. « Lysander Scamader, smettila subito di dire fesserie! Noi prendiamo la Passaporta che prendiamo da sempre, da quando voi due eravate piccini e non fiatavate e non mi facevate, anzi - amore mio Luxanna - facevi, tu - Ander! - ancora stressare da matti. No repliche. » La madre accarezzò i capelli biondissimi della figlia preferita di tutti, mentre Ander sogghignava del fatto che come sempre estendessero la ramanzina anche al gemello innocente, il quale gli indirizzava espressioni scocciate e spazientite. Arrivati in fondo alla strada del quartiere centrale di Londra dove abitavano i suoi genitori, accavallarono le mani una sopra l'altra, appoggiandole su una cassetta per le lettere placcata in un rosso sgargiante, tipica della città. Quando Lux appoggiò la mano su quella di Lorcan, il penultimo da sempre, in pochi secondi il mondo si catapultò ed iniziarono a vorticare, ritrovandosi poco dopo nella fattoria di famiglia in Scozia, letteralmente uno sopra l'altro. « Lo diciamo da anni, ma forse è veramente arrivato il momento di trovare un sistema più comodo per raggiungere i nonni per Natale... » Affermò Delphine, il pugno duro di quel ramo di casa Scamander, mentre si ripuliva il vestito sommerso dal fango con un'espressione schifata che Ander poteva giurare di scorgere ogni anno sul viso ancora avvenente della madre. Poco dopo si ritrovarono tutti e cinque nell'atrio della casetta pittoresca di nonna Lucille, sommersi da una zia Erin che incarnava perfettamente l'essenza dello spirito del Natale. «AMORE DI ZIAAAA» Si chiedeva da sempre, Ander, se la zia si appostava appositamente per accogliere tutti i cugini allo stesso modo, dato che più o meno ogni anno era la stessa storia - tranne quando si cimentava in voli pindarici culinari che finivano per far arrabbiare la nonna, attaccata fedelmente al suo ruolo di unica cuoca della famiglia. « Siete i primi ad arrivare, amori! Come state? Vi trovo in forma! » Aveva per l'appunto un certo languorino, Ander; seguì nonna Lucille fino alla cucina, ma la prima cosa che voleva era iniziare a bere e sapeva che per quello l'unica cosa che poteva fare era aspettare Sam, l'addetto al divertimento da...sempre. Si mise dunque a punzecchiare Lux nell'attesa, che si era messa a curiosare tra i piatti di nonna Lucille. Quando poi sentì delle voci dall'ingresso, raggiunse nuovamente l'atrio, ma scoprì che si trattava solo di Joy e Lily. Diede un bacio ad entrambe, con la faccia della delusione stampata sul viso spigoloso. « Ammetto che in questo momento speravo foste Samuel, ma vedo solo due donzelle sempre più belle ed in tema natalizio. » Fece un'espressione come per ricordare che no, lui i maglioni di Natale non se li metteva dall'anteguerra e stava benissimo col suo dolcevita blu addosso, con solo un piccolo ricamo rosso - il massimo che la nonna era riuscita a convincerlo ad aggiungere. Appizzò l'orecchio quando percepì un altro rumore arrivare dall'ingresso, facendo segno a Lorcan di smettere di fare qualsiasi cosa stesse facendo. « Vabbè, se non si mangia, almeno si beve? » « Ooohh finalmente! » E Delphine da lontano lo fulminò all'istante, dopo l'ennesima litigata sulle sue notti brave degli ultimi tempi. « Che vuoi mamma, l'ha detto lui non io! » Salutò il cugino con un sorriso ed un cenno del capo, mentre egli apriva la credenza dov'erano riposti i bicchieri. « Non vorrai replicare il Natale dell'anno scorso dove siamo dovuti rimanere a dormire qua perché ci hai fatto ubriacare tutti? » Ander fece sì con la testa al gemello e a Sam ridendo come un matto, poi no, no, no, assolutamente no alla mamma, quando lei riprese a fulminarlo ancora più agguerrita di prima. « Non so proprio di cosa tu stia parlando. » Soffocò un'altra risata, pronto a convincere la mamma che almeno a Natale poteva evitare di essere soffocante. « Io affermo consapevolmente di essere disposto a replicarlo con grande e assoluto piacere. Vero nonna? » Ander accettò di buon grado il bicchiere di whiskey offertogli da Sam, afferrandolo ed evitando lo sguardo della mamma, mentre lo alzava per sbatterlo contro quelli dei presenti. Mandò giù tutto d'un sorso, inumidendosi la lingua per finire di gustarsi a pieno il sapore delicato. « E ora, si va subito a scartare i regali perché sono troppo curiosa e non posso aspettare mezzanotte. Chi comincia? » Alzò la mano, assottigliando le labbra mentre ridacchiava alla richiesta di Sam e pensava a come esordire di fronte agli sguardi attenti e curiosi della famiglia al completo, tutti fermi di fronte alle fiamme ardenti e calorose di un camino scoppiettante. « Io però prima di tutto vi devo dire che questa cosa del Secret Santa non ha funzionato per Lorcan Scamander, che si è fatto sgamare dal sottoscritto il giorno due. In ogni caso, questo è per te. » e si diresse verso l'albero di Natale che toccava il soffitto, Ander, prendendo un pacchetto con scritto "Lily" e avvicinandosi alla bella cugina, il boccino d'oro di casa. Le sorrise a tutti i denti, porgendole il pacchetto. « Peccato che non sia il mio, però. » Per un attimo ci hai creduto Lily, ammettilo!
     
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    tumblr_inline_owwdl9JKih1rjxesm_250 Camminava, silenziosa, di fianco all'intera famiglia intenta a battibeccare amorevolmente com'era consuetudine sotto il tetto di almeno un ramo di casa Scamander. Ci era abituata Lux, a quelle continue frecciatine dei gemelli, fra le quali Delphine si inseriva per far valere il suo proverbiale pugno duro - in realtà indizio dell'immenso spirito materno che tanto la minore amava di lei. « Lysander Scamader, smettila subito di dire fesserie! Noi prendiamo la Passaporta che prendiamo da sempre, da quando voi due eravate piccini e non fiatavate e non mi facevate, anzi - amore mio Luxanna - facevi, tu - Ander! - ancora stressare da matti. No repliche. » Lanciò uno sguardo fin troppo eloquente di lato, verso suo padre carico di pacchi in religioso silenzio, il quale ricambiò con un'occhiata carica di messaggi velati: Non obiettare e non prendere le parti di nessuno, o ti ritroverai di mezzo anche tu. Ridacchiò, aggrappandosi al braccio dell'uomo, voltandosi appena all'indirizzo di Ander. « Solo perché ti piace vincere facile fratellino, ovvio che Lorcan non arriverebbe mai, ma prova a fare a gara con Sam o Lils! » E via, un'ulteriore catasta di botta e risposta giocosi, almeno finché non giunsero in prossimità della Passaporta che li condusse tutti sani e salvi - più o meno - nei pressi dell'abitazione principale di famiglia. «AMORE DI ZIAAAA» Appena varcato l'uscio, sviò dalle solite coccole di zia Erin, stringendola in un veloce abbraccio con un braccio mentre con l'altro reggeva il panettone - uscito indenne, chissà come, dall'impatto brusco del viaggio. « Nonna! Ho portato il panettone vegano che ti è piaciuto tanto l'anno scorso! » corse poi all'indirizzo della donna, scoccandole un bacio caloroso sulla guancia, seguendo dapprima Matthew verso l'albero sotto il quale piazzarono tutti i pacchi e poi dirigendosi in cucina sfilandosi il giubbotto. Lì, occupò il tempo rubacchiando qualcosina per colmare il leggero languorino, rispondendo ad ogni provocazione di Lysander dandogli piccole pacche dolci sulla nuca o colpendolo con calci leggeri sul sedere finché non arrivò anche tutto il resto della banda. A quel punto, la casa divenne un insieme di suoni, vociare, scambi di saluti e cozzare di spalle mentre tutti si dirigevano verso la zona divano sotto l'ordine - incontestabile - di nonna Lucille. « Chi comincia? » Si gettò senza troppi preamboli su una delle poltrone, pronta come ogni anno a sorbirsi quello scambio di regali divertente, una tradizione della quale tutti si lamentavano scherzosamente - ma che ogni membro della famiglia, era certa, amava lo stesso. « Stai benissimo, Joy. » lanciò uno sguardo alla cugina, sorridendole nel poggiarle una mano sul ginocchio, lasciandosi andare contro lo schienale quando Ander prese a far da "sparti-regali". « Io non sono la responsabile Lils, mi spiace. Mi sa tanto che ti tocca Sam... Incrocia le dita, magari stavolta è un cavatappi magico! » Rise, dando un colpetto giocoso col piede alla scarpa del bruno che infastidì durante l'operazione di scartamento del primo regalo. Tutti, in famiglia, sapevano quanto Samuel fosse assolutamente imbarazzante nel farli; e tutti lo adoravano proprio per lo stesso motivo.

     
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    L’atmosfera natalizia la metteva di buon umore. Sin da quando era bambina, quello era il suo periodo dell’anno preferito. Amava indossare orribili maglioni natalizi e addobbare casa insieme a Lily, che l’abbandonava dopo pochi minuti perché ne aveva ben presto abbastanza. Aveva sempre cercato di fare in modo che fosse un evento di famiglia la decorazione della casa, ma il più delle volte si doveva accontentare di piccoli consigli da parte di suo padre oppure della felicità momentanea di Luna nel costatare che le decorazioni assumevano forme e colori diversi grazie agli Spettrocoli. Quell’anno non era stato di certo diverso e pure per quell’anno, Joy aveva aspettato con ansia la cena della vigilia a casa di nonna Lucille. Diventava sempre più difficile per i vari Scamander di ritrovarsi tutti insieme, quindi momenti del genere erano un vero e proprio lusso. « Stiamo facendo tardi!! ». Con l’impazienza di una bambina di sei anni, Joy stava cercando di mettere fretta per fare in modo che Lily e i suoi genitori si sbrigassero. Lei era già pronta da un po’ e continuava a canticchiare canzoni natalizie, svolazzando per la casa con il suo vestito rosso, che aveva scelto proprio per l’occasione. « Sbrigatevi, o metterò nuovamente tutto l’album di Natale di Michael Bublé! » […] Dopo pochi minuti erano davanti casa di nonna Lucille e zia Erin. La minaccia di Joy era davvero servita, dal momento che le canzoni di quell’album stavano risuonando ogni giorno e integralmente almeno tre volte nel corso della giornata. Per alcuni giorni aveva addirittura perso quell’album, ma una parte di lei immaginava che fosse stato suo padre ad averle nascosto il preziosissimo album, pur di non ascoltare più le stesse canzoni. «AMORE DI ZIAAAA» Sorrise, sentendosi subito a casa, non appena sua zia travolse le giovani Scamander con un abbraccio caloroso. « Zietta, sei meravigliosa!! » Sorrise, porgendole poi una scatola di latta. « Ho fatto dei biscotti! Non mangiare quelli a forma di renna, però, non sono molto buoni… » Viva la sincerità! « Ammetto che in questo momento speravo foste Samuel, ma vedo solo due donzelle sempre più belle ed in tema natalizio. » Joy assunse un’espressione abbastanza offesa, anche se stava ovviamente scherzando. Si era lasciata baciare da suo cugino, ma continuava a guardarlo male. « Cos’ha Sam che noi non abbiamo? Oltre al pacco – non quello che forse è per te – e allo stomaco che è un pozzo senza fondo? » Gli chiese, scoppiando poi a ridere, sottolineando che stesse scherzando. Non aveva idea se Sam fosse il SS di Ander, ma non vedeva l’ora di scoprire quale genialata avesse trovato suo cugino per quell’anno. Era forse l’unica che si esaltava davvero nel vedere i regali di Sam. Pensava davvero che fosse molto originale e che avesse molta fantasia. E parlando del diavolo… « Vabbè, se non si mangia, almeno si beve? » Sorrise radiosa mentre salutava suo cugino, notando come per quell’anno avesse optato per un outfit più sobrio e serio, lasciando nel suo armadio uno dei suoi soliti maglioni. « Sam, pensaci tu! » Lo implorò, facendogli l’occhiolino. Ogni anno, Sam e Joy erano quelli che si sedevano vicini e cercavano di ubriacarsi senza farsi sgamare dagli altri Scamander. Inutile a dire che ogni anno fallivano. « Al cibo, mamma, al cibo! » Dissimulò, non appena intercettò l’occhiata di sua madre. « Chi comincia? » Salvata in calcio d’angolo. « Stai benissimo, Joy. » Lux era sempre molto carina. Lei e Ander erano proprio l’opposto, ma amava i suoi cugini allo stesso modo. « Anche tu, Lux! Buona vigilia. » Le sorrise, mentre saltellava sul posto, nonostante fosse seduta. Era davvero entusiasta. Lo sguardo si spostò su sua sorella, che sarebbe stata la prima a scoprire chi fosse il suo SS. « Mi dispiace, non è nemmeno il mio.. » Il suo sguardo si spostò quindi su Sam, già visibilmente entusiasta. « Quindi… iniziamo subito con il regalo che verrà ricordato per anni e anni?? »
     
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