Torre di Astronomia

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    Poggiato al muro del terzo piano guardava lo schermo del cellulare leggendo la notifica del messaggio di Carrie. Torre di Astronomia tra 2 minuti. « Ha le idee chiare la tua fidanzatina » Una voce fuori campo interviene, ma quella voce poteva sentirla solo Nathan. Fa spallucce e si dirige verso la torre più alta del castello. « E’ imprevedibile. Per questo è la mia migliore amica. » Esordisce mentre si ritrova quasi alla torre. Fortunatamente non si trovava nessuno nei paraggi della torre. Se qualcuno lo avesse sentito parlare da solo lo avrebbero sicuramente preso per pazzo, ma quelle parole erano per l’altro. « Adesso si chiama migliore amica? » Nathan non lo sopportava, ma sicuramente anche l’altro era della stessa idea: se interveniva quando Nath non era in sé c’era un motivo, no? Ogni volta che emergeva quella personalità, una volta tornato nel suo mondo Nathan si ritrovava sempre con dolori o postumi di qualcosa che lui sicuramente non aveva fatto. Erano davvero due personalità diverse, ma la cosa che non sopportava per niente era il suo voler intervenire sempre anche quando non dovrebbe.
    Arrivato alla torre si siede a terra poggiando la schiena sul muro. Cerca nella tracolla una pallina da tennis che usava come antistress ed inizia a lanciarla facendola rimbalzare contro il muro davanti a lui per smorzare l’attesa. « Io avrei atteso un altro po’, sempre in ritardo lei. » « Degno di una principessa. » Sbuffò una risata allungandosi sulla sinistra per recuperare la pallina e continuare a lanciarla davanti a se in attesa del rimbalzo di ritorno.
    Non gli dispiaceva affatto quel luogo. Era un posto abbastanza tranquillo e la brezza del lago nero in lontananza si faceva sentire perfettamente nonostante quell’altezza. C’era un arietta fresca, ma non dava peso alla temperatura.
    Si alza di scatto nel sentire il pomello della porta di legno girare; poteva essere solo Carrie. Sul volto del corvonero spuntò un sorriso sincero una volta vista arrivare la sua migliore amica. « Ed eccolo di nuovo con quella faccia da scemo. » Faccia da scemo per l’altro era più un modo di dire suo per non rinfacciare a Nathan che guardava la tassorosso con uno sguardo totalmente diverso rispetto a come si guarda una semplice amica, come la definiva il corvonero.
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    « Ritardo? Macché ‘Rie, nessun ritardo. Sono io che sto sempre in anticipo » Fa spallucce divertito nel vedere la tassorosso con quella bella busta di mielandia: « E poi le principesse si fanno attendere, no? » La osserva divertito dopo quella affermazione consapevole che la tassorosso gli avrebbe dato ragione. Riduce la distanza che li separava, si prepara per darle un abbraccio, ma invece le ruba molto delicatamente dalle mani la busta di Mielandia curioso di vedere cosa ci fosse dentro: « Il regalo di pace è ben accetto, come sempre. » Fruga nella busta per constatare che c’erano abbastanza cioccorane per poter trovare, si sperava, qualcosa di buono. Si volta nuovamente verso la bionda tassorosso e le fa una linguaccia: «Il potere della fortuna dici? Non è un potere che si usa così a cuor leggero però…» Estrae una delle scatoline di cioccorane dalla busta posandola poi vicino alla sua tracolla. Si siede a terra e fa cenno alla tassorosso, una volta vicina a lui, di sedersi al suo fianco: « Sono convinto che Mr. Bacon saprà perdonarti come sempre. » « Persino un orsacchiotto di pezza preferisce lasciarvi soli. Forse è più intelligente di voi due messi insieme. » Sospira nel sentire le parole dell’amico troppo invadente per i suoi gusti. Fammi il piacere e stai zitto. Pensa per rispondere a quell’invadente Oni. « Prima che apra questa cioccorana però... Com'è andata la giornata? » Allunga la mano verso la tracolla: « Ah sì, queste sono per te, ovviamente! » Dalla borsa esce tre figurine che aveva trovato nelle cioccorane durante le vacanze, tra quelle una era di Silente. Non faceva la collezione ed ogni volta che trovava qualcosa preferiva lasciarla a Carrie sapendo quanto lei ci tenesse a collezionare le varie figurine delle cioccorane. L'unico motivo per cui trovava le carte più rare sicuramente era perché non le collezionava, si era dato questa risposta da solo una volta.
     
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    « Ritardo? Macché ‘Rie, nessun ritardo. Sono io che sto sempre in anticipo. E poi le principesse si fanno attendere, no? » Un enorme sorriso andò a dipingersi sulle sue labbra. Si sentì come se fosse invasa da un senso di pace e tranquillità. Aveva bisogno di quella sensazione, aveva bisogno di lui, del suo migliore amico, di Nathan, colui a cui bastava un semplice sguardo per farla sentire meglio. Dopo ciò che era successo ad Otis alla festa di Natale, il suo unico pensiero fisso in quei giorni era stato quello di andare da Asa King e suonargliene per le feste. In realtà, ciò che il Grifondoro si sarebbe ritrovato davanti, sarebbe stata l’esile figura di una ragazzina bionda con il volto arrossato e le mani sui fianchi, pronta a sfoderare una tremenda ramanzina. Al massimo si sarebbe dovuto proteggere da una raffica di sberle date senza senso. Dal suo canto, vista la sua incapacità di nuocere al prossimo, Carrie si sarebbe sicuramente rotta qualche dito. Ma per Otis avrebbe corso il rischio. «Assolutamente si! Sai cosa sarebbe successo se Cenerentola non fosse arrivata più tardi al ballo? Probabilmente si sarebbe confusa tra la folla e il principe non l’avrebbe neanche notata!» incrociò al petto le braccia esili, sollevando il nasino all’insù, annuendo in modo solenne alle parole appena pronunciate. Finge di fare resistenza quando Nathan le prende il sacchetto dalle mani, ma lascia immediatamente la presa, continuando a sorridere. «Il potere della fortuna dici? Non è un potere che si usa così a cuor leggero però…» Assume un’espressione solenne, annuendo con veemenza, sedendosi accanto Nathan quando lui la invita a farlo. Si siede sulle ginocchia, scivolando sopra i talloni e tenendo sempre la schiena ben dritta. «Da grandi poteri derivano grandi responsabilità!» sentenzia alzando l’indice, come se stesse dando al suo migliore amico chissà quale perla di vita. Si voltò a guardarlo, stringendosi nelle spalle. «Ed è tua responsabilità aiutarmi a completare la collezione di figurine. E’ tutto scritto nel manuale del bon-ton del migliore amico!» spiegò con naturalezza, come se quel libro esistesse davvero. « Sono convinto che Mr. Bacon saprà perdonarti come sempre. »
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    Lo guardò negli occhi, per alcuni istanti incredibilmente lunghi. Poteva sembrare una frase di circostanza, quella pronunciata da Nathan, ma lo conosceva abbastanza bene da sapere che lui lo pensava veramente. Era una delle cose che le piacevano di lui: non trattava Mr. Bacon come un semplice coniglietto di pezza. Era una cosa che a Carrie scaldava il cuore. « Prima che apra questa cioccorana però... Com'è andata la giornata? » «Niente di che..» sospirò alzando appena le spalle per poi riabbassarle subito dopo. «Apparte il fatto che se un giorno mi troverò nella condizione di esprimere un desiderio questo sarà che la Trasfigurazione venga bandita per sempre da Hogwarts.» Le serviva solo una lampada magica. « Ah sì, queste sono per te, ovviamente! » Prima che se ne rendesse conto aveva in mano la figurina di Silente. «NON CI CREDO!» esordì avvicinando la figurina ad un palmo dal naso, come se si stesse davvero accertando che fosse lì e di non soffrire di allucinazioni. «Non ci credo.. Silente! Voglio dire.. SILENTE!» si voltò verso il Corvonero, incapace di dire qualcosa di senso compiuto, diverso da quel blaterare che le stava uscendo dalle labbra. «Grazie, grazie, grazie, grazie!» scoppiò prima di avvolgere le braccia attorno al collo del giovanotto seduto al suo fianco. Lo strinse forte a sé, euforica. Le ci volsero alcuni secondi per mettere in fila i neuroni ed accorgersi che si era praticamente spianata addosso al giovane Corvonero, stringendolo forte con le sue braccine ossute. Scattò all’indietro, le guance arrossate che le pizzicavano appena. Si schiarì la gola, portando una ciocca di capelli dietro l’orecchio e tornando a guardare figurine. Gira quella di Silente e legge la descrizione: considerato da molti il più grande mago dell'era moderna, Silente è noto per aver sconfitto il mago del male Grindelwald nel 1945, per aver scoperto i dodici usi del sangue di drago e per i suoi esperimenti di alchimia con il collega Nicolas Flamel. Sorride ancora prima di guardare le altre due figurine. «Mungo Bonham e Norvel Twonk. Scommetto che troverò sicuramente qualcuno che mi offrirà ottimi scambi.» esordì pensando già a chi poteva contattare per proporgli i due doppioni. Le infilò nello zainetto. «Tu invece? Come è andata la giornata?» chiese trafficando con la zip dello zaino. Quella era una domanda che temeva sempre di fare. Era sempre stato.. lui? Carrie non aveva pregiudizi sulle persone. Considerava ogni essere vivente come un unità unica e diversa da tutte le altre e ciò che l’aveva avvicinata a Nathan, dal momento in cui si erano conosciuti, era stata anche la curiosità nei confronti della sua particolare condizione. Con il tempo aveva imparato a distinguere Nathan dall’altro -l’Oni, come lo chiamava lui-, anche se c’erano sensazioni che non riusciva a capire. Come quando lo vedeva particolarmente vicino a Nirvana Bennett. In quei momenti si chiedeva sempre chi dei due fosse. «Alloooora.. Vogliamo aprire o no quelle Api Frizzole?» Sorrise ancora.

     
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    « Da grandi poteri derivano grandi responsabilità! » Vide Carrie alzare il dito sentenziando l’importanza di quella frase. Una frase che allietava il lato nerd del corvonero. Amante della cultura pop dei fumetti quella frase detta dalla tassorosso era una delle più iconiche di quel mondo. In particolar modo poi era tratta da uno dei suoi supereroi preferiti. « Ed è tua responsabilità aiutarmi a completare la collezione di figurine. E’ tutto scritto nel manuale del bon-ton del migliore amico! » Annuisce con la testa ormai convinto dall’affermazione della Branwell: « Proveremo a cercare qualcosa di raro oggi. » Sentenzia alla fine poco prima di essere travolto dall’abbraccio della sua migliore amica. Si bloccò per quell’istante mentre sentiva i continui ringraziamenti di Carrie per averle dato la figurina di Silente. Sapeva quanto lei tenesse alla collezione di figurine magiche ed aver trovato qualcosa per aiutarla a completare l’album lo rendeva felice, perché le bastava avere quella reazione da parte della tassorosso. « Certo che potresti anche scioglierti un po’, ogni volta che ricevi sti gesti d’affetto sembri la bella statuina. » Come se prendesse seriamente a modo le parole dette dall’oni, Nath andò a stringere un po’ di più quel abbraccio. « Poi sarei io quello anaffettivo. » Su quest’ultima frase Nathan dava perfettamente ragione all’altro. Non era un tipo fin troppo espansivo, specialmente nei gesti d’affetto, ma con il passare del tempo, frequentando anche Carrie, stava iniziando a sciogliersi quanto bastava.
    Passarono pochi secondi che Carrie si allontanò subito arrossendo in volto. Nathan spostò la testa verso sinistra per nascondere il leggero rossore che era apparso sulle sue guance. Non che volesse nascondersi, ma si trovava in imbarazzo quando arrivavano gesti d’affetto improvvisi.
    « T-troveremo un modo per superare pure trasfigurazione » Si ricollega subito al desiderio che avrebbe esaudito la tassorosso se avesse avuto per mano una lampada magica con tanto di genio annesso. « Però sai… Si dice che i Djhin non siano così disponibili ad esaudire desideri.» Non voleva rompere quel momento di immaginazione per la Branwell, ma Nathan dedicava spesso il proprio tempo a documentarsi sulle diverse culture, magiche e non. « Ma sono sicuro che riusciresti a strappargli più di tre desideri. » Allunga il dito verso il naso della tassorosso e le tocca la punta gentilmente a mo di pulsante: « Riesci ad essere convincente ed aggireresti le loro regole facilmente. » Rimase ad osservare la tassorosso mentre guardava le tre carte che il corvonero le aveva allungato in precedenza. Aver trovato Silente poteva essere davvero la fortuna suprema del disinteressato. Per quanto ne sapeva la piccola tassorosso gli aveva ripetuto mille volte che cercava da tempo ormai la figurina del mago più potente di tutti.
    « Tu invece? Come è andata la giornata? » Piccolo momento di pausa per cercare di riorganizzare nella propria testa cosa avesse fatto in quella giornata. Carrie conosceva benissimo la sua situazione, sapeva che molte volte non era in se ed emergeva l’altro, ma era da un po’ di tempo che la voce nella sua testa preferiva farsi bellamente i cavoli suoi.
    « Alloooora.. Vogliamo aprire o no quelle Api Frizzole?» Ritorna in se quando la tassorosso rimarca di voler aprire le api frizzole. Allunga la mano verso la busta portata da Carrie ed apre la confezione allungandolo verso la bionda: « Lo sai… Sono un secchione » Almeno Van mi chiama così « No vabbè scherzo. Ho passato una giornata tra lezioni e studio. » Prende una ape frizzola dal sacchetto ed osserva quel confetto giallo tra le sue dita: « Oggi ho fatto una figuraccia durante l’ora di erbologia... » « E’ stato divertente, bisogna ammetterlo. » « Dovevo fare un travaso e niente… » Sospira riconoscendo la sua incapacità in alcune materie prettamente pratiche: «
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    Ho sbagliato vaso ed ho rovesciato una Mandragola. »
    Si mette il confetto in bocca ed inizia a gustarsi il sapore frizzantino di quel dolce. Iniziò a levitare piano piano da terra rispetto a dov’era seduto: « Sono svenute due persone e mi sono beccato una bella ramanzina dal prof Crouch. » Fa spallucce. Sapeva riconoscere di distrarsi fin troppo certe volte, anche perché Nirvana era sempre lì a fargli notare altre cose, ma se avesse seguito con più attenzione non avrebbe combinato sicuramente quel guaio. « Dicono che le api frizzole siano fatte con un estratto di pungiglione di celestino essiccato » Breve pausa mentre prendeva un altro confetto dalla busta: « Spero non sia così perché non vorrei rinunciare a questo effetto. » Continuava a levitare giusto qualche centimetro rispetto al terreno: « Però fosse così non dovrei nemmeno mangiare le cioccorane perché -» « Contengono latte? » «- sono rane di cioccolato. » Fa spallucce ignorando persino il commento dell’altro. Sta cosa del fluttuare… Non mi abituerò mai.
     
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    « Però sai… Si dice che i Djhin non siano così disponibili ad esaudire desideri. Ma sono sicuro che riusciresti a strappargli più di tre desideri. » arricciò il naso, sorridendo, quando Nathan allungò la mano per toccarglielo con un dito. Una risatina le salì su per la gola. « Riesci ad essere convincente ed aggireresti le loro regole facilmente. » Gli angoli delle labbra di Carrie si alzarono così tanto che per poco non le sfiorarono le orecchie. Era sempre stata consapevole di riuscire ad esibire un’espressione da cerbiatto ferito, quando voleva. Era una faccina che esibiva da quando era piccola per convincere qualcuno a fare qualcosa. I suoi occhioni azzurri si allargavano mentre cacciava all’infuori il labbro inferiore facendolo tremolare appena. Poi sbatteva le ciglia ed avvicinava le sopracciglia. Somigliava ad un cagnolino abbandonato sul ciglio della strada. Era raro che qualcuno sapesse resistere a quel faccino, ma non immaginava che anche un genio, o meglio un Djhin -come lo aveva chiamato il Corvonero-, potesse lasciarsi convincere in quel modo. Tutto sommato, però, era un pensiero rassicurante. « Lo sai… Sono un secchione » «E quale sarebbe la novità?» la Tassorosso si strinse appena nelle spalle, guardandolo negli occhi. Non lo stava prendendo in giro, stava solo evidenziando un dato di fatto. « No vabbè scherzo. Ho passato una giornata tra lezioni e studio. » «Bhé, certo anche io, a fare una domanda del genere ad un Corvonero..» scosse la testa, esibendo un’espressione esageratamente esasperata che durò solo un attimo, perché guardando Nathan gli fece un occhiolino e si lasciò andare ad una risata. Aveva sempre trovato ammirevole la dedizione che il giovane Turner metteva nello studio. Avrebbe desiderato averne un po’ anche lei, quel tanto che bastava per non farla arrivare con l’acqua alla gola alla consegna dei compiti e la preparazione alle interrogazioni. « Oggi ho fatto una figuraccia durante l’ora di erbologia... [...] Ho sbagliato vaso ed ho rovesciato una Mandragola. » La bocca di Carrie si spalancò letteralmente. Per tutte le lepri marzoline! « Sono svenute due persone e mi sono beccato una bella ramanzina dal prof Crouch. » La Tassorosso posò entrambe le mani sopra la bocca. Se all’inizio la sua espressione poteva sembrare preoccupata e terrorizzata dopo una manciata di secondi le sue guance si gonfiarono cercando di trattenere una grossa risata. No, Carrie, non si ride di queste cose! Sono svenute due persone, è una cosa ser.. Esplose in una risata, sporgendo la testolina bionda in avanti, i capelli che le finirono tutti davanti alla faccia. Cercò di calmarsi facendo dei respiri che dapprima apparvero brevi e ravvicinati, ma piano piano l’aiutarono a far passare la risarella. «Per tutti i Folletti della Cornovaglia, Nath! Ti prego, dimmi che mi stai prendendo in giro!» Piantò gli occhioni su quelli di Nath, portandosi le due ciocche di capelli dietro le orecchie. «Pensavo che far arrabbiare il professor Crouch fosse un’impresa impossibile! Avevo sentito di studenti che l’hanno visto alterato, ma credevo fosse una leggenda!» Prese un profondo respiro, tranquillizzandosi del tutto. «E..» scattò all’improvviso, il viso inaspettatamente serio, come se le fosse appena venuto in mente qualcosa, qualcosa di estremamente importante. «E la Mandragola si è fatta male?» chiese sinceramente preoccupata per il destino della povera pianta. «Sai, sono piante estremamente permalose. Ci vuole sì una mano decisa, ma anche estrema delicatezza. Quando vuoi, sevuoinaturalmente, possiamo andare nelle Serre e posso darti una mano..» Lei che aiutava lui. Seppur più grande di un anno, Carrie non si sentiva scolasticamente migliore di Nathan. Le faceva strano pensare che lui potesse avere un problema con una materia, lui sempre così attento e dedito allo studio. Carrie non era brava, semplicemente era portata per tutto ciò che riguardava le piante. Se qualcuno le avesse chiesto come si vedeva tra qualche anno, lei avrebbe risposto: proprietaria della più bella e stregata boutique di fiori di tutta Hogsmeade. « Dicono che le api frizzole siano fatte con un estratto di pungiglione di celestino essiccato.
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    Spero non sia così perché non vorrei rinunciare a questo effetto. »
    Carrie sorrise, osservando il ragazzo al suo fianco staccarsi di qualche centimetro dal suolo. «Ed io che ti facevo uno con i piedi per terra scherzò sporgendosi appena verso di lui, quel tanto che bastava per dargli una leggera spintarella con la spalla. Approfittò di quella vicinanza per infilare la mano nel sacchetto e prenderne una anche lei. Se la infilò in bocca ed attese che anche la sua caramella facesse effetto. Mosse le dita dei piedi quel tanto che bastava per farle capire che non era più attaccata al pavimento. « Però fosse così non dovrei nemmeno mangiare le cioccorane perché sono rane di cioccolato. » Scosse la testolina bionda, la giovane Tassorosso, poggiando delicatamente una mano sulla spalla del ragazzo al suo fianco, come a volerlo rassicurare. «Non devi preoccuparti, sai? Il proprietario di Mielandia mi ha giurato che si tratta solo di un incantesimo!» confessò cercando il suo sguardo, sorridendogli un po’, come se cercasse di tranquillizzarlo. Da anni Carrie aveva abbracciato lo stile di vita vegetariano. Sapeva bene che il suo stile di vita era meno impegnativo rispetto a quello di Nathan che invece era vegano. Se quello che aveva sentito sulle Api Frizzole era vero sarebbe stato un problema per lui. «Penso di averlo spaventato quando anni fa mi presentai lì dicendo che avrei fatto chiudere quel negozio se avesse continuato a vendere rane di cioccolato!» ridacchiò al ricordo. Lei, Carrie Branwell che pensava di aver spaventato qualcuno. Era paradossale. Probabilmente il proprietario l’aveva scambiata per un’invasata. Allungò nuovamente la mano afferrando un’altra caramella. Se la infilò in bocca per poi voltarsi e guardare dritto davanti a sé. Il sole sembrava sul punto di immergersi tra le acque del Lago Nero. «Penso che questo sia uno dei posti più belli di tutta Hogwarts.» Si strinse appena nelle spalle. Senza che se ne accorgesse il suo corpo si stava nuovamente posando a terra.

     
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    Che Nathan Turner non fosse portato per certe materie pratiche era un dato di fatto. Ogni volta che si trovava a lezione di erbologia o pozioni si ritrovava sempre nei casini. Se nell’atto teorico sicuramente riusciva a farsi vedere nell’atto pratico, una volta con gli attrezzi in mano era un completo disastro. Sembrava facile a detta sua leggere e seguire di pari passo le istruzioni sui suoi amati libri, ma una volta davanti agli ingredienti o alle attrezzature si bloccava del tutto. A differenza sua però, l’altro era pratico in queste materie. D’altronde erano uno l’opposto dell’altro: se Nathan era bravo nella teoria il suo oni prevaleva più sull’atto pratico, ma non decideva mai di emergere durante quelle materie perché si divertiva a vedere le cappellate che il corvonero tendeva a fare. Un po’ come l’incidente della mandragola che aveva raccontato alla tassorosso. La vide ridere della situazione che il corvonero le aveva appena esposto. Le piaceva vederla sorridere, ma adorava ancor di più quando sentiva la sua risata sincera. Però le guance del corvonero si colorarono di rosso. Incrociò subito le braccia e spostò lo sguardo da un’altra parte fingendosi offeso per quella risata della Branwell.
    « Pensavo che far arrabbiare il professor Crouch fosse un’impresa impossibile! Avevo sentito di studenti che l’hanno visto alterato, ma credevo fosse una leggenda! » Lo pensava anche Nathan. Il professor Crouch si era sempre dimostrato una persona tranquilla anche in certe situazioni, ma quel giorno a lezione era visibilmente nervoso, sicuramente per qualcosa successa al di fuori della classe.
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    « Potrei aggiungerlo nel curriculum scolastico! » Si gratta sotto il mento pensieroso di potersi vantare nell’aver fatto perdere la pazienza ad uno dei professori più tranquilli del castello. « E la Mandragola si è fatta male? […] Quando vuoi, sevuoinaturalmente, possiamo andare nelle Serre e posso darti una mano. » Ritorna a guardare la tassorosso e si scioglie in un sorriso nel sentire quelle parole alla fine, ma voleva reggere un po’ il gioco: « No Carrie, assolutamente no. » Scuote la testa in segno di disapprovazione: « Non voglio, per niente. » Si mostra per poco tempo con una espressione seria cercando di prenderla un po’ in giro, come gli capitava di fare quando la tassorosso rimarcava di fare una cosa solo se lo voleva Nath: « Infatti non te l’ho chiesto prima di darmi una mano » Avvicina la mano alla testa di Carrie e le scompiglia i capelli, tanto per farla innervosire un po’.
    « Ed io che ti facevo uno con i piedi per terra!» Riceve una piccola spintarella alla spalla da Carrie tanto da farlo spostare un po’ più in là. Fluttua un po’ staccato dal terreno grazie all’effetto delle api frizzole muovendosi comunque non molto lontano rispetto a dove si trovava la tassorosso, anche grazie alla spintarella che Carrie gli aveva dato. Incrocia le gambe sedendosi come se stesse facendo yoga ed assume una posa pensierosa.
    « Non devi preoccuparti, sai? Il proprietario di Mielandia mi ha giurato che si tratta solo di un incantesimo! […] Penso di averlo spaventato quando anni fa mi presentai lì dicendo che avrei fatto chiudere quel negozio se avesse continuato a vendere rane di cioccolato! » Dentro di se sapeva che Carrie avrebbe trovato una risposta alla sua preoccupazione. Sapeva che la tassorosso seguiva una dieta vegetariana e sicuramente l’idea di mangiare delle rane fatte di cioccolata le era passato per la testolina bionda. Trattiene una risata nell’immaginare una Carrie Branwell tredicenne che minaccia di far chiudere uno dei negozi più importanti di Hogsmeade per quanto riguardava i dolci: « Mi sarei spaventato anche io nel vederti arrabbiata. » Annuisce convinto dell’affermazione appena detta. Alla fine posò lo sguardo verso il lago che si vedeva in lontananza mentre il sole tramontando spariva dietro quella linea invisibile creata dalla distanza. Il cielo si colorava di una tinta arancione man mano che il sole spariva, una di quelle viste che si poteva godere da quella torre, come l’osservare le stelle la notte per studiare le varie costellazioni: « Penso che questo sia uno dei posti più belli di tutta Hogwarts. » Sente le parole della Branwell mentre l’effetto delle caramelle svanisce. Si ritrova nuovamente a terra seduto di fianco alla tassorosso. Lo sguardo fisso sul tramonto ritrovandosi ad annuire all’affermazione di ‘Rie: « Lo è ‘Rie. » Allunga il braccio verso la spalla della tassorosso stringendola a se in un abbraccio. Le da un bacio sulla testa in segno d’affetto: « Bellissimo e molto rom-» «Romantico, dillo. » Quasi spinto dalle parole dell’altro la sua frase stava per concludersi come gli era stato suggerito: «- mcolorato… Sì ecco mi piace troppo questo tramonto. » Balbetta prima di concludere la frase. Si nasconde dietro i lunghi capelli per l’imbarazzo che l’amico aveva causato, ma per cercare di rimediare nella sua testolina pensa immediatamente ad una cosa. Ruba tre confettini gialli dalla busta: « Guarda ‘Rie, fai finta di strofinare la busta. » Si avvicina alla tracolla lasciata qualche metro più in là recuperando una felpa che si portava dietro. Si nasconde per qualche secondo tempo di avvolgere la felpa sulla testa. « Fatto? » Attende il segnale della tassorosso e, nel momento stesso in cui la Branwell avvertiva il corvonero di aver strofinato la busta, ingerisce un ape frizzola. Si mette in posizione come se fosse un genio, la felpa messa a mo di turbante e fluttuando con le gambe incrociate e le braccia conserte si mostra come se fosse un genio di fronte alla tassorosso: « Sono il genio della busta di dolci! Sono qui per esprimere tre desideri, mia signora. » Per regola il genio una volta richiamato dalla sua prigionia era costretto ad esprimere tre desideri prima di essere definitivamente libero. Sei ridicolo... E tu dovresti essere un corvonero? Ma il cervello te lo sei bruciato
     
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    « No Carrie, assolutamente no. Non voglio, per niente. » La piccola Branwell spalancò gli occhioni chiari, decisamente sorpresa da quella risposta. Le sue labbra si erano spalancate, come se fosse sul punto di dire qualcosa che però si era arrestato dentro la sua gola. « Infatti non te l’ho chiesto prima di darmi una mano » Le parve di sentire le guance avvampare nel momento in cui realizzò la stupidaggine che aveva appena detto. Domande sciocche ne abbiamo ancora, Carrie? Come se non avessero parlato anche di quello poco prima al telefono.. Socchiuse gli occhi quando Nathan le scompigliò i capelli con la mano. Quando lui tolse la mano, lei cacciò fuori la lingua rivolgendogli una smorfia mentre, con entrambe le mani, si portava due ciocche di capelli dietro le orecchie. Dopodiché una risatina simile ad un trillo le risalì su per la gola. Stava bene. La sua mente pareva essersi sgomberata di ogni preoccupazione. Se fino a un’ora fa i compiti di Trasfigurazione offuscavano la sua mente, ora erano solo un lontano ricordo. Le parevano una cosa lontana, incapaci di toccarla. Su quella Torre, così lontana dall’aula di Trasfigurazione, c’era tutto ciò di cui aveva bisogno: un bel panorama, un sacchetto stracolmo di caramelle e Nathan. A volte aveva come l’impressione che bastasse la sua sola presenza per riuscire a tranquillizzarla. Erano poche le persone capaci di trasmetterle tale sensazione. C’erano la mamma, Otis, Mr. Bacon e poi c’era lui che, nonostante non rientrasse nella cerchia dei suoi familiari, era riuscito a ritagliarsi un posto importante nel cuore della Tassorosso. « Mi sarei spaventato anche io nel vederti arrabbiata. » gonfia il petto ed alza il nasino all'insù nel vedere l’espressione seria e convinta del giovane Turner nel pronunciare quelle parole. Sotto sotto, però, le viene da ridere. Carrie Branwell non era una ragazzina che si arrabbiava facilmente. Era piuttosto brava a mettere il muso, questo si doveva dire, ma durava poco perché bastavano pochi minuti per farle dimenticare il motivo e subito tornava a sorridere. «Oooh, e non ti conviene vedermi! Ho una faccia cattivissima quando sono arrabbiata!» Come se volesse dare manforte a quelle parole, incrociò le braccia al petto, corrugò le sopracciglia fin quasi a farle sfiorare e crucciò le labbra in una smorfia esagerata. Gonfiò le guance nel vano tentativo di apparire minacciosa, quando probabilmente finì per somigliare ad un criceto con le guance colme di cibo. Solo una manciata di secondi ed il suo viso era tornato quello sorridente di sempre. Le erano sempre piaciuti i tramonti anche se, allo stesso tempo, ci aveva sempre trovato una sfumatura di malinconia. Un giorno moriva per farne nascere un altro. Era un ciclo infinito che non finiva mai. Ci sarebbe sempre stato un giorno nuovo, ma quello vecchio non sarebbe più tornato. « Lo è ‘Rie. » Sorride mentre Nathan le avvolge un braccio attorno alle spalle. Posa la testolina contro il suo braccio, sorridendo. « Bellissimo e molto rom-» Rom..?? «- mcolorato… Sì ecco mi piace troppo questo tramonto. » Oh. Si, era davvero molto colorato, forse uno dei più colorati che avesse mai visto. «Si. Anche a me.» sospira avendo la sensazione di sentirsi più leggera. Ma non ha il tempo di pensare ad altro che la voce frizzante del Corvonero la costringe a tornare al suo posto, la schiena ben eretta. « Guarda ‘Rie, fai finta di strofinare la busta. » Un’aria interrogativa si dipinse sul suo visino. Piegò la testolina in parte seguendo i movimenti del giovane al suo fianco. Trattiene visibilmente una risata nel vedere come si era sistemato il maglione sulla testa. « Fatto? » Sobbalzò, accorgendosi che non aveva ancora fatto ciò che lui le aveva detto. «Oh, scusa scusa, faccio subito!» Si schiarì la gola, drizzando le spalle e mettendo il sacchetto di caramelle in mezzo alle ginocchia. Dopodiché strofinò tre volte una mano sulla carta.
    Aveva già capito dove Nathan volesse arrivare, ma vederlo fu davvero esilarante. Dovette concentrarsi per trattenere le risate, più che decisa a continuare quella scenetta. « Sono il genio della busta di dolci! Sono qui per esprimere tre desideri, mia signora. » Si morse le labbra per non scoppiare a ridere. Aveva le guance arrossate. «Ooooh, allora, fammi pensare..» poggiò l’indice sul mento, picchiettandolo un paio di volte, corrugando esageratamente le sopracciglia mentre pensava. «Bhè, sarei incoerente se adesso non desiderassi che la Trasfigurazione sparisse dall’elenco delle materie scolastiche.. Quindi questo sarà il mio primo desiderio!» annuì con decisione. «Oooooh, ti prego potente genio, esaudisci il mio desiderio!» unì i palmi delle mani in segno di preghiera. «Poooooi, desidero che questo sacchetto si trasformi in un magico portale dal quale si può avere una scorta illimitata di caramelle...» Pausa. «E non dimenticare le Cioccorane così Nath mi aiuta a finire la collezione di caramelle!» fece una piccola risatina, rivolgendo al ragazzo un veloce occhiolino. Fu solo un attimo, perché non voleva assolutamente rovinare la scenetta. «Il terzo desiderio..» arricciò le labbra, pensierosa. «Non lo so, sai?» Si strinse nelle spalle. «Mi reputo una persona molto fortunata. Ho una famiglia, degli amici, questo...» indicò il tramonto con un gesto del capo. Tutto questo. Non tutti erano stati fortunati come lei. «Immagino di desiderare solo che le persone a cui voglio bene siano felici..»

     
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    «Oh, scusa scusa, faccio subito! » Uscì allo scoperto nel momento in cui sentì strofinare la busta uscendosene con quella frase del genio della busta. Vede Carrie picchiettare pensierosa sul proprio mento, l’unico pensiero nella testa del corvonero era quanto potesse essere bella anche in un momento di gioco come quello. Lo teneva per se da tempo e non aveva alcuna intenzione di sbilanciarsi per paura di rovinare tutto quello che nel tempo si era creato. Tiene le braccia incrociate attendendo il primo desiderio della tassorosso: « Bhè, sarei incoerente se adesso non desiderassi che la Trasfigurazione sparisse dall’elenco delle materie scolastiche.. Quindi questo sarà il mio primo desiderio! » Era qualcosa che Carrie aveva detto in precedenza quando avevano parlato dei dhjin. « Oooooh, ti prego potente genio, esaudisci il mio desiderio! » La vede congiungere le mani a mo’ di preghiera. Cerca di fare il serio trattenendo una risata, doveva reggere il gioco da lui mandato avanti: Non so fino a quanto posso reggere senza ridere… Mi sento ridicolo. « Non lo senti, lo sei. » Allunga il braccio verso la propria tracolla. Estrae la bacchetta ed il foglio con l’elenco delle lezioni. Con un tocco fugace della bacchetta sulla scritta trasfigurazione quest’ultima scomparì del tutto ed ogni ripetizione del foglio non era più visibile: « Ecco a te, primo desiderio esaudito. » Si fa per dire Allunga il foglio alla tassorosso per farle vedere che la materia da lei citata non era più presente nel programma.
    « Poooooi, desidero che questo sacchetto si trasformi in un magico portale dal quale si può avere una scorta illimitata di caramelle[...] E non dimenticare le Cioccorane così Nath mi aiuta a finire la collezione di caramelle! » Per quel desiderio appellandosi alla ragione con la trasfigurazione cancellata dall’esistenza non era per niente fattibile, ma alla fine quando si giocava c’era motivo di appellarsi all’intelletto per rovinare tutto? Però seguendo una linea guida un genio non poteva modificare la propria casa quindi andò subito ad interromperla: « Mi dispiace mia signora… Non mi è possibile trasfigurare la mia casa in altro, ma posso sempre far avverare questo desiderio in modo… Diverso? » Pausa. « Posso creare un portale che ti permetta una scorta illimitata di dolci e… » Tocca con la bacchetta una scatola delle cioccorane: « Infinite cioccorane per te ed il tuo amico Nath. » Ricambia l’occhiolino della Branwell uscendo per un breve secondo dal personaggio di quella scenetta.
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    Il terzo desiderio lo spiazza. Il cuore di Carrie Branwell era così grande da includere in un desiderio tutte le persone a cui voleva bene. Affermò di reputarsi una persona fortunata per le persone che aveva accanto: la famiglia, gli amici e quel momento preciso del tramonto, come indicava con la manina. Sentendo quelle parole si levò via il turbante, i capelli lunghi e neri gli andarono sulla faccia. Si sentì piccolo sentendo quelle parole, perché? Carrie non era come le altre persone. Anche se era un gioco possibilmente una parte di quei desideri messi avanti dalla tassorosso potevano essere veri. Un’altra persona avrebbe desiderato ben altre cose: in parte anche Nathan lo avrebbe fatto, ma difficilmente qualcuno avrebbe sprecato un desiderio per desiderare il bene altrui al di fuori di sé stesso.
    « Mi sono commosso, sei incredibile ‘Rie. » « Io voglio solo vomitare. » Ancora coperto dai lunghi capelli con un gesto della mano li porta indietro osservando la tassorosso: « Per questo ti devo un desiderio in più » Perché se avesse potuto lo avrebbe fatto: avverare i desideri della sua migliore amica, nel suo piccolo ci provava, ma alcune cose non erano affatto passabili.
    « Adesso però che il genio se ne è andato… » Si avvicina lentamente alla Branwell, quatto quatto come un gatto e le mette le mani sui fianchi iniziando a farle il solletico: « Posso torturarti senza distrazioni » Le fa la linguaccia mentre le solletica i fianchi con le dita: « Non verrà nessuno in tuo aiuto ‘Rie, dovrai liberarti da sola da questo super cattivone, nemmeno Cap Marvel può. » Cita una delle eroine più famose del mondo babbano. « Anche perché se arrivasse realmente ti ridurrebbe in polvere. » Solito commento del vicino ficcanaso. « Peccato. »
     
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    « Mi sono commosso, sei incredibile ‘Rie. » Gli occhioni di Carrie si spalancarono appena, quel tanto che bastava per farle assumere un’aria stupita. Percepì chiaramente il sangue che si accumulava in faccia, più precisamente all’altezza delle guance, facendole somigliare a due pomodori maturi. Si passò una mano tra i capelli, grattandosi la nuca, stringendosi un po’ sulle spalle, come se volesse dare poca importanza a ciò che aveva detto precedentemente. Avrebbe voluto dire che non era nulla di che, che era certa che anche tante altre persone avrebbero espresso lo stesso desiderio, ma rimase in silenzio. Le sue labbra sembravano essersi sigillate, forse perché era troppo impegnata ad ignorare le sue guance che andavano a fuoco. « Per questo ti devo un desiderio in più » Un salvagente che la fece sorridere, lasciando che la sua mente ingenua dimenticasse in fretta l’imbarazzo provato fino a quel momento. « Adesso però che il genio se ne è andato… » Solo in quel momento notò che Nathan si era tolto il turbante dalla testa, i capelli corvini scompigliati sulla fronte. « Posso torturarti senza distrazioni » «OH, NO, TI PREGO!!» scoppia a ridere quando lui comincia a farle il solletico, contorcendosi su sé stessa e schiacciandosi contro la parete di pietra alle sue spalle, cercando di sfuggire alle dita del Corvonero. Era cosa risaputa ad entrambi quanto la Tassorosso fosse sensibile al solletico. Rideva sguaiatamente, in un modo che raramente si vedeva. «BASTA! BASTA, PEFAVORE!» ripeteva tra una risata e l’altra. Cercò di allontanare Nathan ma con gli occhi chiusi colpiva praticamente alla cieca. « Non verrà nessuno in tuo aiuto ‘Rie, dovrai liberarti da sola da questo super cattivone, nemmeno Cap Marvel può. » Aprì di poco gli occhioni cerulei, quel tanto che bastava per vedere la figura sfocata di Nathan, offuscata dalle lacrime che le risate avevano procurato. «N-NO! Ques.. Questo è impossibile..» bofonchiò tra una risatina e l’altra. «Lei può tutto!» Caspita, siete davvero due nerd. «Ok, ok, pietà! MI ARRENDO!» confessò la giovane Branwell agitando le mani, attendendo che Nathan smettesse di farle il solletico e respirando profondamente perché la risarella si attenuasse. Infine si schiarì la gola e si asciugò gli occhi, sulle
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    labbra ancora stampato un sorriso. «Hai vinto! Però non vale, lo sai che sono una schiappa a sopportare il solletico!» si voltò verso il Corvonero, incrociando le braccia al petto e facendogli una linguaccia, come se in tutta quella storia ci fosse stato in ballo qualcosa e lui avesse vinto in modo del tutto sleale. Una manciata di secondi ed il suo visino si arrese all’ennesimo sorriso, indice che stava fingendo di essere arrabbiata, per poi girarsi di nuovo verso l’orizzonte, osservando ancora il tramonto. Alcune stelle erano già timidamente apparse in cielo, ma nulla potevano contro la lucentezza di Venere. Si, Carrie sapeva molte cose di Astronomia. Era piuttosto brava in quelle materie che molti consideravano inutili. Sapeva che Venere era visibile soltanto poco dopo il tramonto e poco prima dell'alba e per questa ragione è spesso stato chiamato dagli antichi Greci "stella della sera" o "stella del mattino". Inspirò profondamente, lasciando che l’aria frizzantina della sera le pizzicasse le narici. Il sole stava ormai scomparendo dietro il Lago Nero. Forse era l’ora di andare. Si stava facendo tardi. «Tra poco sarà ora di cena.» esclamò tutto d’un fiato. «Spero che ci sia lo sformato di carote. Mr. Bacon ne va matto. Magari se gliene portassi un po’ non mi terrebbe più il muso.» sbuffò un sorriso. Si sentiva libera di parlare di Mr. Bacon con Nathan. Era certa che lui comprendesse lo strano e bizzarro legame che c’era senza giudicare. Era una delle cose che le piacevano del Corvonero. «E se non funzionasse potresti parlarci tu? Sai, lui non lo ammetterebbe mai -è un coniglietto molto riservato-, ma gli stai decisamente simpatico, giuro!» confessò rivolgendo al giovane Turner un sorriso sincero. «Lo faresti?» E fu lì che tirò fuori un’espressione esageratamente supplichevole: gli occhioni supplicanti simili a quelli di un cerbiatto che implora il cacciatore di lasciarlo sopravvivere, il labbro inferiore cacciato all’infuori, le sopracciglia che quasi si toccavano. «Perfavoooooooooooooooore..»

     
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