La scuola era iniziata da nemmeno una settimana, e già Olivia non vedeva l'ora che finisse. Non tanto per le materie o lo studio, dopotutto aveva sempre avuto una pagella invidiabile -nonostante le apparenze- quanto piuttosto per
la compagnia. Che Olivia Picquery odiasse tutti -o quasi tutti (un
quasi che comprendeva forse sua sorella e..Sè stessa?)- là dentro non era stata certo una novità ormai da anni, ma quest'anno la sua lista nera sembrava esser aumentata a dismisura. Forse perchè, d'improvviso, persino quei pochi
eletti che non detestava più di tanto, alla fine, c'erano caduti con tutte le scarpe in quel buco nero. Non era tipa da soffrire di solitudine, Olivia. Dopotutto di avere amici non le importava più di tanto. Non credeva nel valore dell'amicizia, che considerava qualcosa di inesistente ed effimero, generalmente dettato da semplici quanto superficiali rapporti di convenienza reciproca, e per questo le fregava ben poco di mostrarsi gentile con le persone, tra le mura del castello, per ricavarsi dei volti amici. Eppure dopo la discussione avuta con Alice e Lucy, sembrava esser rimasta..
Ferita? Una cosa impossibile per lei, che con quel carattere che si ritrovava preferiva piuttosto infilarsi cento e uno spilli negli occhi piuttosto che ammettere qualcosa di simile, eppure quell'avvenimento sembrava averla segnata, in qualche modo. Cambiata, forse?
Toc toc. Alza lo sguardo, Liv, adocchiando la porta chiusa della sua camera. E' sola, lì dentro; Ronnie non ha idea di dove sia, e per quanto riguarda Alice e Lucy preferisce non farsi domande. Quindi sbuffa, scocciata per l'impossibilità di smollare il compito di alzarsi dal letto a qualcun altro.
Non dice niente, mentre le sue dita affusolate vanno a poggiarsi attraverso il pomello della porta, per aprirla e...
«Foppefa!» ...Ritrovarsi davanti Otis Branwell.
Wow, se questo era un tentativo di migliorarmi la giornata, dai piani alti dovete avere a disposizione un budget davvero basso. Pensa -e pensa e basta, questa volta,
stranamente senza esprimere quel pensiero a voce alta- inarcando d'istinto un sopracciglio, e poggiando la spalla sinistra alla porta.
«Non... Non sei Ronnie» « Tu dici? » Lo incalza, sarcastica, con un lieve sbuffo a farle svolazzare una o due ciocche di capelli color lilla.
«Non sapevo che condivideste la stanza..- « Da circa un anno, a dire il vero, ma va bene » - Uhm..Ronnie non c'è? » Domanda Otis, sporgendosi quel tanto che gli basta per sbirciare dentro.
« Non so » Commenta, svogliatamente
« Controlla dentro il baule, magari la trovi » «Credevo ci fosse, uhm... Avevo portato delle cose... Per giocare a Black Market...» Socchiude un occhio, Olivia, come a voler decifrare le sue parole, abbandonando però le speranze fin troppo velocemente.
«Va be', torno in camera allora, scusa il disturbo.» « Come ti pare » Risponde e basta, le dita affusolate che vanno già a poggiarsi attraverso la maniglia della porta, per richiuderla velocemente e lasciarsi alle spalle quella sensazione di disagio. Ma è un disagio differente, il suo, questa volta. Non si tratta infatti di quella sua solita voglia di infilare le dita negli occhi alle persone, no. Questa volta Liv è a disagio, forse diremmo addirittura
dispiaciuta che il Tassorosso sia pronto a
togliere il disturbo. Non che abbia qualcosa a che fare con Otis Branwell in sè, -non del tutto,
forse- bensì quella sensazione di..Solitudine che si sente addosso da quando lei ed Alice hanno litigato. Ma sospira, nonostante tutto, lo spazio che la divide dal ragazzo che diminuisce sempre di più, mentre lei è pronta a rinchiudersi in quella sua particolare gabbia, come una bestia pericolosa che è meglio non disturbare.
«A meno che... Non so... Ti piacciono le patatine al Grinzafico?» Ma alla fine, in maniera del tutto inaspettata, è proprio lo stesso Otis a ribaltare la situazione. Blocca la porta, Liv, le mani che vanno a stringere il pacchetto di snack che lui le sta porgendo, gentilmente.
« Patatine al Grinzafico.. » Ripete, per poi ricercare il suo sguardo; lo fissa, ma questa volta c'è dell'ironia nei suoi occhi scuri.
« Ma tu strano lo sei di nascita o ti ci impegni proprio ad esserlo? » Non aspetta una vera e propria risposta, rientrando in camera per andarsi a sedere sul proprio letto.
« ...Siediti, mi metti ansia lì impalato- Dice, incrociando le gambe, in un tentativo di esser gentile. ..
A modo suo.
-Non ti mangio, sta' tranquillo. Credo che mangiare un caposcuola sia illegale » Che, forse, nel gergo di Olivia Elettra Picquery, potrebbero essere dei complimenti circa la sua nuova carica.
O forse no. « Hai anche qualcosa di commestibile, in quei sacchetti? » Il tono di voce è carico di quella sua solita burbera indifferenza che la caratterizza; si sofferma per qualche momento, come esitante. Poi sospira
« Beh? Black Market dicevi » Si sforza per piegare le labbra color vinaccio in un sorriso.
Non ci credo che lo sto per fare. « Che cos'è? »