Lancaster's Castle

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    osizionato a Lancaster, nel Lancashire, il castello appartiene all'omonima famiglia da generazioni. E' una struttura di pietra imponente e tipicamente medievale e si trova su una collina che guarda la città di Lancaster e il fiume Lune. La fortezza è alta venti metri e conta quattro piani; il muro che la protegge ha uno spessore di tre metri. La tenuta del castello, verdeggiante e rigogliosa, rimane aperta al pubblico, così come alcune zone di rilevanza storica del castello. Tuttavia, per quanto riguarda gli interni, la visita al pubblico è consentita solo in determinati giorni prestabiliti (di solito un fine settimana al mese) per non disturbare la vita quotidiana del padrone di casa. Avendo subito diverse operazioni di rinnovo, la struttura interna presenta stili relativi ad epoche diverse. Dall'entrata principale si percorre una lunga navata costeggiata da ampie finestre e massicce colonne in pietra per arrivare alla scalinata d'ingresso, ai cui piedi si trovano le statue di due imponenti leoni (simbolo della famiglia). Salite le scale, ci si immette nel salone principale, da cui poi si ha la possibilità di raggiungere tutte le aree del castello tramite altre scale e corridoi (x). Di principale interesse sono la sala da pranzo e il salotto al pianterreno e la biblioteca al secondo piano. Molte stanze sono inutilizzate oppure adibite all'utilizzo degli elfi domestici, i quali sono impiegati in casa sotto compenso. Camere da letto e bagni (fortemente modernizzati) sono tutti pressoché simili tra loro. Parte dei sotterranei è stata utilizzata per la costruzione di una piscina.

    Questa discussione rientra nel progetto quotidianità


     
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    6 Settembre

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    Primo fine settimana del mese significava un grosso afflusso di turisti a casa di Percy. Il castello di Lancaster rimaneva comunque una struttura storica di grande interesse per i babbani, che arrivavano con le loro macchinette fotografiche pronte a immortalare ogni angolo della fortezza. In questo, essere maghi tornava utile: sebbene fosse noto al pubblico che il castello era tornato ad essere abitato da un discendente della famiglia, nascondersi agli occhi dei turisti era assai più semplice con l'ausilio della magia. Tuttavia aveva chiesto a Tris di entrare da uno degli ingressi secondari, più per non causare disturbo a lei che altro. Si erano quindi accomodati in un salottino nell'area non visitabile, con l'immancabile teiera di tè fumante che per ogni inglese sembrava essere un must a quell'ora del pomeriggio. Percy se ne versò una generosa tazza. Le mani avevano cessato di tremargli solo da un paio di giorni, ma mise comunque più attenzione del solito in quel movimento. « Hai avuto contatti negli ultimi giorni? » Nel pronunciare la parola contatti, lo sguardo ceruleo del ragazzo si spostò sul viso di lei, come a sottolineare cosa stesse intendendo. Il legame, quello specifico tra lycan. « Da me è stato silenzio radio. Tranne la notte. Qualche volta nel sonno mi è sembrato di sentire alcuni nostri compagni esteri. » Fece una pausa, portandosi la tazza di tè alle labbra per prenderne un piccolo sorso. « Non saprei dire, tuttavia, quanto fosse realtà e quanto suggestione. » La linea, d'altronde, è molto sottile. Sospirò. « Sto ancora cercando di fare i conti con ciò che è successo. A volte penso di essermi inventato tutto quanto e sinceramente non comprendo il motivo per cui il legame sia così instabile, se è accaduto davvero. »


     
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    E' seduta su un davanzale intenta a osservare le orde di persone che attendono in fila di visitare il castello dei Lancaster. Ancora non capisce come Percy riesce a scendere a patti con l'idea che quelle persone invadano i suoi spazi. Ha un piccolo taccuino tra le mani; schizza in maniera veloce il viale principale e la scia di persone attentamente distanziate che attendono il proprio turno per le visite guidate. « Hai avuto contatti negli ultimi giorni? » Solleva lo sguardo solo quando è lui a interrompere il silenzio. Alla fine ha deciso di dargli tempo e di non forzare conversazioni che non voleva affrontare. « Da me è stato silenzio radio. Tranne la notte. Qualche volta nel sonno mi è sembrato di sentire alcuni nostri compagni esteri. » Evidentemente, quel giorno, il momento era arrivato. Salta giù dal davanzale, andando a sedersi su una poltrona di fronte a lui, gettando il taccuino sul tavolino che li divide. « Niente. Niente di niente. Non negli ultimi giorni almeno. » Si stringe nelle spalle e scuote la testa. « Non che abbia avuto poi molta voglia di provare. » Sembra da incoscienti, ma una parte di lei, voleva negare tutto quanto. « Sto ancora cercando di fare i conti con ciò che è successo. A volte penso di essermi inventato tutto quanto e sinceramente non comprendo il motivo per cui il legame sia così instabile, se è accaduto davvero. » Tris abbassa lo sguardo, combattuta sulla risposta da dare prima di tutto a se stessa su quella questione. « Eravamo convinti di non averne più bisogno. Alla luce della tua esperienza personale, ti sembra così assurdo avere difficoltà a ritornare a come eravamo prima? » Scocca la lingua contro il palato e sospira. Noi per primi ci siamo detti che forse stiamo meglio senza capire proprio tutto l'uno dell'altro. « La prima volta che il legame si è manifestato pienamente c'è stata una volontà condivisa.. prima di questo, ci siamo un po' ronzati intorno tutti quanti - chi più chi meno - per anni. » Ne siamo la prova vivente. Sempre a battibeccare. Anche quando non ce ne era bisogno. Lasciò che il silenzio calasse per un po'. « Sarebbe bello se ti fossi inventato tutto, però a quel punto dovrei scendere a patti con quella stupida storia che ho raccontato a Malia. » Stira un leggero sorriso che si spegne quasi immediatamente. « A parte il rave, ti viene in mente qualcos'altro di strano? Qualunque cosa? Non so.. qualcosa che potrebbe essere fuori dal normale? » Pausa. « ..non so, a questo punto non escludo niente. I sin eater si stanno attivando già da parecchio. Siccome il contatto più forte che conosciamo l'hai avuto tu.. » Tris ricorda cosa ha visto e sentito. Non solo la notte del rave ma anche in un'altra circostanza; lo scorso ottobre, quando, per la prima volta, ha avuto un contatto. A quel punto non aveva più dubbi sulla natura di quell'esperienza. Tris non se lo era immaginato; era davvero entrata in contatto con Percy, solo che lui non l'ha sentita. Era come.. dormiente.






     
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    « Eravamo convinti di non averne più bisogno. Alla luce della tua esperienza personale, ti sembra così assurdo avere difficoltà a ritornare a come eravamo prima? » Si portò la tazza di tè alle labbra, scrutando il passaggio di alcuni turisti fuori dalla finestra. Non si era ancora del tutto abituato a quel via vai, ma a una parte di lui piaceva sapere che la storia della sua famiglia non andasse dimenticata. Forse però della nostra ci eravamo dimenticati. « Che ci siano difficoltà, ormai tendo ad aspettarmelo. » rispose, incurvando le labbra in un sorriso mesto. « Sarebbe bello se ti fossi inventato tutto, però a quel punto dovrei scendere a patti con quella stupida storia che ho raccontato a Malia. » Con un sopracciglio aggrottato e l'altro alzato, un'espressione ironica e incuriosita si fece strada sul volto solitamente impassibile di Percy. « Ho un po' timore di chiederti quale sia questa storia. » E ho ancora più timore di chiedere se Malia ci abbia creduto o meno. Dubitava, tuttavia, che la Stone potesse sospettare qualcosa: Tris tendeva ad essere abile nelle bugie, e l'amica a non essere un'attenta osservatrice. « A parte il rave, ti viene in mente qualcos'altro di strano? Qualunque cosa? Non so.. qualcosa che potrebbe essere fuori dal normale? Non so, a questo punto non escludo niente. I sin eater si stanno attivando già da parecchio. Siccome il contatto più forte che conosciamo l'hai avuto tu.. » Il sangue si gelò subito nelle vene del ragazzo a quella domanda. Già. Non te lo ha ancora detto. Non sapeva perché non l'avesse fatto: forse perché non si era mai presentato il momento giusto, forse perché aveva aspettato di ricostruire il rapporto con lei, o forse perché lui in primis riusciva ancora a capirci poco di ciò che era successo. « Attualmente..no. Ma c'è qualcosa che non ti ho detto. » Sospirò, facendole un cenno del capo come ad invitarla a mettersi bella comoda prima di proseguire. « La sera in cui lo Shame vi ha sequestrati..anche io ho ricevuto una sfida. Io ed Holden. » La fissò, aspettando una reazione da lei. « Non ricordo molto, e quel poco che ricordo è tornato lentamente a galla nel tempo, sotto forma di brevissimi flash. So solo che siamo stati al Ministero e che il giorno dopo mancavano degli oggetti importanti dall'Ufficio Misteri. » Lo sguardo che le scoccò fu sufficiente a farle intendere quali nello specifico. « La notizia non è uscita da lì, forse per non creare il panico, motivo per cui io lo sono venuto a sapere mentre ero in Finlandia, tramite i canali della mia famiglia. » Fece una pausa. « Pensavo che..non lo so, avendone parlato con Amunet alcuni mesi fa, credevo scioccamente che la notizia ti fosse già giunta tramite Albus. » Evidentemente mi sbagliavo.


     
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    « Attualmente..no. Ma c'è qualcosa che non ti ho detto. » Una cosa oserei dire inedita. Stira un sorriso leggermente sarcastico, prima di sedersi più comoda con la sua tazza di tè, attendendo ulteriori specifiche. « La sera in cui lo Shame vi ha sequestrati..anche io ho ricevuto una sfida. Io ed Holden. » E da lì tutto prese una piega surreale. La notte degli orrori tornava in auge ancora una volta. Ogni qual volta qualcosa non tornasse, sembrava ci fossero di mezzo sempre i soliti sospetti che roteavano attorno agli stessi eventi. Quella tuttavia, non se l'aspettava. « Cazzo! » Esclamò di colpo tra i denti dopo la conclusione del discorso di Percy. « E nessuno ha mai pensato di dirmi questa cosa? » Scuote la testa colta da un improvviso velo di nervosismo. « Al Ministero non si parlava d'altro nei giorni a venire. Voci di corridoio ovviamente, mai nulla di ufficiale. » Gli occhi della giovane vorticano da un dettaglio all'altro della stanza, tentando di pensare. « E poi? Cosa ne avete fatto di preciso? » Si passa una mano sul volto per poi cambiare posizione sulla poltrona per poter guardarlo meglio negli occhi. « Questa roba è grossa. Prima di quel momento silenzio stampa. Da quel momento in poi ci ritroviamo due sin eater morti, una lycan ricomparsa dal nulla dopo un anno e mezzo, finiamo su un treno della morte, i sin eater iniziano ad attivarsi - e probabilmente erano già attivi il 31 ottobre dell'anno scorso, se consideriamo come erano ridotti quei poveri ragazzi - e poi il rave. » Si schiarisce la voce e scuote la testa. Cazzo non ci credo che non mi avete detto niente. « Che lo Shame fosse sporco fino al midollo non ne avevo dubbi.. ma così sporco? » Si rese conto in quel preciso istante che il gioco degli orrori a cui avevano partecipato volenti o nolenti si stava lentamente trasformando in qualcos'altro. « Che fine hanno fatto queste diavolerie dopo? » Una domanda continuava a starle sulla punta della lingua. « E poi.. perché proprio voi? Che cosa ci devono fare di quelle cose? Quando sono stati consegnati erano degli oggetti arrostiti e malridotti.. questa cosa non ha proprio senso. »






     
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    « E nessuno ha mai pensato di dirmi questa cosa? » Sospirò, stirando le labbra in un sorriso di scuse. « Al Ministero non si parlava d'altro nei giorni a venire. Voci di corridoio ovviamente, mai nulla di ufficiale. » « Sì, penso abbiano voluto insabbiare la cosa per non creare allarme nel mondo magico. » Lo capisco. Avrei fatto lo stesso. La ferita era ancora troppo fresca e forse, anche se avesse avuto il tempo necessario a rimarginarsi, era meglio non dire nulla comunque. Aprì la finestra, estraendo una sigaretta dal pacchetto e accendendola mentre si appoggiava con la spalla alla cornice di pietra che affacciava sull'esterno. « E poi? Cosa ne avete fatto di preciso? » Scosse il capo, stringendosi leggermente nelle spalle. « Non lo so. Non ricordo. Probabilmente i nostri ricordi sono stati compromessi proprio per ostacolarci ulteriormente. » Pausa. « Sulle prime non ricordavo nulla. Sapevo solo di aver fatto qualcosa di brutto, senza sapere però cosa. Per questa ragione sono tornato in Finalndia quell'estate: qualcosa mi diceva che l'Inghilterra non fosse un luogo sicuro per me. » Prese un tiro di sigaretta, osservando l'espressione sul volto di Tris con aria clinica. « Questa roba è grossa. Prima di quel momento silenzio stampa. Da quel momento in poi ci ritroviamo due sin eater morti, una lycan ricomparsa dal nulla dopo un anno e mezzo, finiamo su un treno della morte, i sin eater iniziano ad attivarsi - e probabilmente erano già attivi il 31 ottobre dell'anno scorso, se consideriamo come erano ridotti quei poveri ragazzi - e poi il rave. » Attivatosi il classico meccanismo di difesa di Percy, il volto del ragazzo si fece di pietra, impenetrabile dietro lo sguardo color ghiaccio. Il tutto mentre nel cuore si sentiva sprofondare quel senso di colpa a lui ormai ben noto da più di un anno. Se tutte quelle cose erano accadute, era anche responsabilità sua. O forse era soprattutto responsabilità sua. « Che fine hanno fatto queste diavolerie dopo? » Un'altra alzata di spalle. Non ne aveva la più pallida idea. « E poi.. perché proprio voi? Che cosa ci devono fare di quelle cose? Quando sono stati consegnati erano degli oggetti arrostiti e malridotti.. questa cosa non ha proprio senso. » Sospirò ancora una volte. Tante domande a cui non era certo di come rispondere. « Sul perché proprio noi due non ho bisogno di ricordi per comprendere la ratio. Io conosco il Ministero a menadito e Holden è uno dei cacciatori più abili: le chance di successo erano decisamente alte. Inoltre..chi avrebbe potuto sospettare di noi? Siamo stati tra quelli che gli strumenti li hanno consegnati. » Perché mai avremmo dovuto rubarli? Tutti conoscono il nostro ruolo. « Sul resto non saprei rispondere, ma mi sembra evidente che chiunque abbia smosso mari e monti per averli, non lo abbia fatto con buone intenzioni. Sappiamo tutti cosa quegli strumenti possano fare, specialmente se capitano nelle mani sbagliate. » Fece un'altra pausa, tempo nel quale posò lo sguardo fuori dalla finestra, osservando il passaggio di alcuni turisti. « Dopo il rave, però, io comincerei a prendere in considerazione l'idea che quegli oggetti non siano più così malridotti. » Si voltò quindi verso Tris. « Prenderla in considerazione come una realtà più che plausibibile, intendo. » Sono attivi. Lo hanno sentito anche dall'altra parte.


     
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    Di scatto e in piedi e misura a grandi passi il salotto, concentrandosi su minuscoli dettagli dell'arredamento, quasi come se ne andasse della sua stessa vita. Tris lo ascolta, ma in parte, la sua mente sembra già cercare altre risposte a domande, che fose non sa nemmeno di aver posto consapevolmente. « Sul perché proprio noi due non ho bisogno di ricordi per comprendere la ratio. Io conosco il Ministero a menadito e Holden è uno dei cacciatori più abili: le chance di successo erano decisamente alte. Inoltre..chi avrebbe potuto sospettare di noi? Siamo stati tra quelli che gli strumenti li hanno consegnati. » Si volta ferma di scatto, e lo osserva con attenzione, costruendo già mentalmente un'ipotesi ulteriore. « Sul resto non saprei rispondere, ma mi sembra evidente che chiunque abbia smosso mari e monti per averli, non lo abbia fatto con buone intenzioni. Sappiamo tutti cosa quegli strumenti possano fare, specialmente se capitano nelle mani sbagliate. » Percy aveva sottolineato un punto fondamentale all'interno di quel loro discorso. Noi eravamo quelli che hanno consegnato gli strumenti mortali. Noi li abbiamo rubati. Noi abbiamo ucciso Cornelia Edith Brown. Noi ci siamo rifiutati di collaborare. Incrociò le braccia al petto sospirando. « Dopo il rave, però, io comincerei a prendere in considerazione l'idea che quegli oggetti non siano più così malridotti. Prenderla in considerazione come una realtà più che plausibibile, intendo. » A ben guardare, gli indizi sembravano puntare in quella direzione da parecchio. Abbiamo solo scelto di essere troppo ciechi. « Ci ha incastrati.. » Asserisce di scatto a sguardo basso inumidendosi le labbra mentre annuisce tra se e se. « ..ci ha resi colpevoli.. agli occhi di tutti. » Scuote la testa disgustata dal modo deplorevole in cui era finita la loro esistenza. « Una volta trovati gli escamotage per portarci sulle scene del crimine tutto è andato perso. Siamo diventati una manica di delinquenti. » Rabbrividisce all'idea di ripensare ancora a quella sera; lo Shame le ha fatto credere che tanto la sua migliore amica quanto il suo ragazzo erano morti. Prese infine posto sul tavolino di fronte a lui sollevando lo sguardo. « Se tutto era finalizzato a questo, allora rimetto in prospettiva la necessità di far morire la Preside Brown e anche.. il modo in cui poi è morta. » Si stringe nelle spalle. « Finché si trattava di un attentato a una carica dello stato eravamo su un territorio neutro. Ci sarebbe comunque tanta gente che probabilmente vuole farci fuori dai giochi. Però così.. » Si stringe nelle spalle. « La Brown doveva morire la notte in cui l'ho portata via da casa sua però non essendo accaduto, è morta comunque dopo.. dopo avervi fatto rubare quelle cose. » Resta un po' a pensarci su. « Questo Shame.. era comparso anche prima del Lockdown. Malia me ne aveva parlato in maniera molto negativa - storielle sciocche ovviamente. Ai tempi era una specie di giornalino che si occupava di "punire le scorrettezze" dentro Hogwarts e svelare i delitti e le passioni delle vite travagliate dei sedicenni. » Una cosa così over the top. « Non so se ci sono state cose del genere anche ai tempi.. se ci sono state anche cose serie insomma, oltre ai gossip di alta infedeltà. Però perché un'app pronta a ordinare delitti di alto tradimento contro lo stato, dovrebbe chiamarsi come un giornaletto per ragazzini? » Ci sono troppe cose che ritornano. Troppe coincidenze. Troppe cose apparentemente senza nesso.



     
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    « Una volta trovati gli escamotage per portarci sulle scene del crimine tutto è andato perso. Siamo diventati una manica di delinquenti. » Non disse nulla, conscio di quanto quelle parole fossero specchio della verità fattuale. Per quanto Percy odiasse ammetterlo, era stato messo in scacco nella più elaborata delle maniere, battuto al proprio stesso modo di giocare. Lo odiava, sì, ma una parte di lui, stranamente, sembrava rispettarlo. Lo Shame era stato un degno avversario, capace di battere ciascuno di loro magistralmente. Il fatto che abbia vinto una battaglia, però, non significa che debba vincere la guerra. « Questo Shame.. era comparso anche prima del Lockdown. Malia me ne aveva parlato in maniera molto negativa - storielle sciocche ovviamente. Ai tempi era una specie di giornalino che si occupava di "punire le scorrettezze" dentro Hogwarts e svelare i delitti e le passioni delle vite travagliate dei sedicenni. » Aggrottò la fronte, colto di sorpresa da quelle parole. « Quello degli specchi al ballo di Halloween? Possibile che una cosa talmente stupida si sia trasformata in un raggiro capace di danneggiare equilibri politici e..? » completò la frase alzando gli occhi al soffitto, come a indicare un livello superiore a quello in cui loro vivevano. « Non so se ci sono state cose del genere anche ai tempi.. se ci sono state anche cose serie insomma, oltre ai gossip di alta infedeltà. Però perché un'app pronta a ordinare delitti di alto tradimento contro lo stato, dovrebbe chiamarsi come un giornaletto per ragazzini? » Si tolse gli occhiali, passandosi una mano sul volto stanco mentre appoggiava le spalle contro il muro di fredda pietra ruvida. « Non ha molto senso. Quale studente pressoché nostro coetaneo potrebbe mettere in piedi una cosa del genere? » chiese retorico, mentre puliva le lenti con una pezzina per poi inforcarsele nuovamente sul naso. Beh, oddio..Edric Sanders ne sarebbe tranquillamente capace. Sospirò al ricordo dell'ex compagno che aveva giurato sulla propria vita di proteggere. « Forse ci troviamo di fronte a un copycat. Se lo Shame era noto come un agente di chaos spicciolo, ha solo senso che tutti quanti lo abbiano trattato come tale sin dall'inizio. » Fece una pausa. « E forse il punto era proprio questo. Ma al di là di questo.. » che forse è troppo tardi per trarne utilità « ..ci ha battuti. Al momento attuale ciascuno di noi è ricattabile - direttamente o indirettamente. » Le parole di Percy, unite al suo sguardo, lasciavano tranquillamente a intendere quanto le rotelle della sua testa stessero vorticando freneticamente alla ricerca della prossima mossa. « Mentre noi giocavamo a dama, lo Shame giocava a scacchi. » E adesso ci troviamo con una difesa smembrata e il re scoperto. Sembrava in procinto di andare in cortocircuito. Come ne esco? Qual è la prossima mossa? Come ne esco? Come ne esco? Come ne esco? Probabilmente, se il suo cervello fosse stato un macchinario, a quel punto avrebbe iniziato a produrre fumo. E poi l'illuminazione. « Che c'era nel Big Ben? » Rivolse lo sguardo a Tris, sbarrando gli occhi. « Quando i testimoni di Londra hanno detto che le logge sono uscite da lì..qualunque cosa ci fosse non è mai stata trovata. Dopo la fine della guerra sono stati gli Auror a presiedere il luogo. Quindi le cose sono due. » Fece una pausa. « O lo Shame è riuscito a passare anche da lì in qualche modo..oppure gli manca un pezzo. » In entrambi i casi, la partita è ancora aperta.


     
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    « ..ci ha battuti. Al momento attuale ciascuno di noi è ricattabile - direttamente o indirettamente. Mentre noi giocavamo a dama, lo Shame giocava a scacchi. » Annuisce piuttosto seccata. Si sente presa in giro, confusa, corrosa dal dubbio e dal incertezza, e sembra non avere la più pallida idea di quanto sta accadendo. « Vorrà dire che noi dovremmo giocare a qualcos'altro. Qualcosa di nuovo. » Resta a pensarci su e sospira. « Ho già disposto che Inverness torni a lavorare a pieno ritmo. Avevamo già iniziato dopo l'anno scorso, però, abbiamo tenuto Exodus in regime ridotto. Io.. io non pensavo che dovessimo vigilare ancora sulle Logge. » Mi sono illusa. Ho pensato che la nostra lotta fosse diventata unicamente terrena. Abbassò istintivamente lo sguardo, colta da un immane senso di colpa. Ha abbassato la guardia. Per un po' ho pensato davvero potessimo essere normali. « Credevo davvero che i nostri si meritassero una pausa.. » Continua ancora giocherellando distrattamente con il ciondolo del credo agganciato al collo. « A quanto pare.. non ce la meritiamo. » Scocca la lingua contro il palato sollevando entrambe le sopracciglia con un muto senso di rassegnazione. Lo chiamano l'eterno riposo del guerriero per un motivo. Perché arriva solo con la morte. Resta lì in silenzio per un po'. Non dice niente, né sa come continuare quel discorso. E' tuttavia Percy a interrompere quell'assenza di suoni. « Che c'era nel Big Ben? » Alza lo sguardo di scatto inclinando la testa di lato. Il muto quesito di lei attende ulteriori delucidazioni in merito a quella domanda. « Quando i testimoni di Londra hanno detto che le logge sono uscite da lì..qualunque cosa ci fosse non è mai stata trovata. Dopo la fine della guerra sono stati gli Auror a presiedere il luogo. Quindi le cose sono due. O lo Shame è riuscito a passare anche da lì in qualche modo..oppure gli manca un pezzo. » A quel punto Tris sgrana gli occhi. Durante le fasi preliminari delle trattative Inverness ha collaborato in prima battuta con gli Auror, oltre ad aver presieduto per quanto possibile le immense distese di grigio per tutto il periodo dell'Upside Down. E lì, la risposta è quasi spontanea, come se quel pezzo del puzzle fosse sempre stato lì di fronte ai suoi occhi senza mai considerarlo. Perché avrebbe dovuto? Il 1 settembre il Big Ben era tornato al suo antico splendore come tutto il resto. Gli strumenti mortali erano poco più di una serie brandelli. Perché avrei dovuto preoccuparmi di un fottuto antico orologio. « Percy.. » Sbatte le palpebre velocemente colta da quella questione completamente alla sopravvista. « ..non c'era niente nel Big Ben. Era l'orologio. E' stato l'orologio a esplodere. E poi.. » Deglutisce osservandolo con un palese senso di squilibrio. « ..poi è tornato esattamente come prima. » Pausa. « Era l'orologio. » Insiste, sempre più sorpresa. « Quel cazzo di orologio è ancora lì. E' sempre stato lì. » Cristo santo! « E' ancora lì.. » Sotto il nostro naso.



     
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