Act one: Pee!

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    « Certo che ti hanno conciato proprio male, eh.. » Le dita gelide di Mirtilla Malcontenta gli sfiorano il viso, laddove un taglio piuttosto evidente solca il suo sopracciglio sinistro. « Dovresti vedere l'altro.. » Risponde un Jesse Rainer Rigby piuttosto..ammaccato. « Beh l'ho visto l'altro, sai? Sono stata io ad evitare che ti rompesse anche il naso, poco fa! » « C'era per forza bisogno di specificarlo? » Commenta, il tassorosso, un broncino umiliato a dipingergli il viso pallido. « AH! E' questo il tuo ringraziamento? » Squittisce il fantasma, un'espressione irritata sul volto spettrale. « Nonono! Davvero, ti ringrazio. E' solo che..Sai, farsi difendere da una ragazza ad una rissa è già piuttosto imbarazzante.. » Mormora, Jessie, un sospirino affranto a smuovergli il petto. « Farsi difendere da una ragazza morta, poi, credo rientri in un nuovo altissimo livello di- » Imbarazzo. « ..Mirtilla? » Riconosce quell'espressione, Jessie. Suo malgrado, dopotutto -ma questo, ve ne preghiamo, a Mirtilla non ditelo!- la fantasmina che infesta il bagno delle ragazze è sua..amica? Da così tanto tempo, ormai, che ha persino perso il conto. Si può dire, col senno di poi, che Jesse Rigby passi quasi più tempo assieme a lei, che col resto dei suoi amici. ..E non perchè di amici non ne abbia, davvero! Questo è un dettaglio più o meno trascurabile, bensì perchè gli piace, gli piace veramente la sua compagnia! E gli piace così tanto -ma no, noooon in quel senso!- da riconoscere oramai i cambiamenti delle sue espressioni facciali, seppur flebili ed evanescenti, sul suo volto spettrale. E adesso, non c'è ombra di dubbio, Mirtilla Malcontenta è.. « Per le mutande di Merlino, scusa! Non dev'essere stata una cosa tanto carina, quella che ho detto » Si giustifica, ponendo le mani in avanti, come in segno di resa. « Non sono misogino, davvero - Ronnie dice sempre che un uomo convinto deve necessariamente essere un femminista convinto! - Vado anche alle manifestazioni delle femministe!! Certo tu non potevi saperlo, dato che non puoi tirar fuori il naso da questo bagno. Ma..Ho anche un cartellino, di sopra, oltre che un trilioooooone di magliette!! » Annuisce, tutto convinto, nonostante la situazione, a giudicare dal colorito di Mirtilla -può un fantasma diventare rosso dalla rabbia, che voi sappiate?- sembra non star migliorando per nulla. « E' solo che non pensavo ti importasse di certe cose. Beh sì insomma.. Tu sei morta, non rientri più tra le femmine, no? »
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    Silenzio. « ..Hey, ho detto qualcosa che non va? » « ..No, davvero, niente » E dovrebbe captare il pericolo da quel fantomatico quanto letale niente, Jessie. Se solo avesse avuto qualche esperienza in più di vita, saprebbe che sotto a quella singola parola, tanti sono stati i caduti, fin da che l'uomo ne abbia memoria. Ma purtroppo per lui, in questo particolare frangente della sua ancora fin troppo giovane ed inesperta vita, Jesse Rainer Rigby non è ancora a conoscenza di una simile quanto invariabile verità, per tanto, è con un « Fiuu, menomale! » che firma il contratto per la sua condanna a morte. « JESSE RAINER RIGBY SEI UN COMPLETO IDIOOOOOOOOTA!!! » Il raccapricciante quanto acuto urlo di Mirtilla gli penetra così forte i timpani da costringerlo a socchiudere gli occhi e piazzarsi le mani sulle orecchie. « Prima ti fai difendere da me, E TI LAMENTI SENZA NEMMENO RINGRAZIARMI- « Aspetta no, io..- » Un primo pugno trasparente gli trapassa la testa. -poi mi ricordi che io da questo maledetto castello non posso uscire e poi, POOOI! » Altri due o tre il petto. « Come se non bastasse MI DICI CHE NON SONO PIU' UNA RAGAZZA PERCHE' SONO MORTA! » Ed infine calci, che lo colpiscono un po' ovunque. Non fanno male, ma gli lasciano una strana sensazione di vuoto dentro, oltre che un fastidioso quanti anti-estetico alone di bagnato sui vestiti. « Ma io non intendevo che- » Ma Mirtilla Malcontenta è ormai così arrabbiata che, dopo un « Non farti più vedere!! » arrabbiato, lo trapassa -e questa volta completamente- fino a scomparire aldilà della porta semichiusa di uno dei bagni. « E' andata.. » Pronuncia il Tassorosso, dunque, l'espressione stralunata e confusa. « Cos'avrò detto, di così male? » Sospira, scuotendo la testa, prima di avvicinarsi allo specchio rotto sopra il lavandino. Una smorfia ed un verso contrariato, nell'appurare com'è conciato. Un occhio nero, un taglio sulla guancia, i vestiti fradici. « Fantastico.. » Commenta, sconsolato, spostandosi una ciocca umidiccia da sopra la fronte « Sono stato menato persino da Mirtilla Malcontenta » Questo dovrebbe essere considerato un record. Una risata gli scuote il petto mentre, dopo essersi stropicciato un po' la faccia con la manica del maglioncino nero e oro, si accinge a dirigersi verso l'uscita. Guarda il lato positivo, Jess! Almeno non hai beccato nessuno di...- « T-t-tooony! » Conosciuto. « Chepiacerevedertiqui! » Giàààààà! Se togliamo il fatto di essere conciato come una pignatta incontinente, un gran bel piacere! Ma in fondo, di cosa si stupisce, ancora, il povero Jess? La sua vita è fatta così. « ..Aspetta, perchè sei qui? » Socchiude un occhio nel porre quella domanda. Poi, notando lo sguardo scettico della ragazza.. « Giuro che non mi sono fatto la pipì addosso. Mirtilla Malcontenta mi ha picchiato! » Annuncia « ..Anche se detta così non so se forse suonava più dignitoso il fattore pipì.. » Sospira, poi si stringe nelle spalle, rassegnato. Sei un disastro, Jess.
     
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    E' un pomeriggio come un altro, al castello di Hogwarts. Il sole è ormai calato, il prato raccoglie la pioggia di nuvole cariche, l'aria frizzante costringe gli studenti ad avvolgersi nelle proprie sciarpone di lana - quanto pizzicano! Tony scende le scale di corsa, fuggendo dalla Sala Comune dove avrebbe dovuto rinchiudersi a svolgere i compiti, neanche un pizzico di rimorso nel suo cuore scalpitante da Grifondoro. In qualche modo, bene o male, se la caverà, come sempre. A parlare è davvero un'imbrogliona, Tony Trambley, una di quelle persone che fa credere ciò che vuole anche se, in realtà, non sa proprio un cazzo. Una che confonde le idee ai professori, la classica tipa che sembra colta ma che non ha letto mezza pagina dei libri di testo. O almeno, dei libri di testo che non siano Pozioni Avanzate e simili: ciò che davvero le interessa, per l'appunto. Bisticcia un po' con la Signora Grassa - oh, Tonya, ancora in giro per i Corridoi! - Eh sì, vabbè, torno subito, ho giusto due cose da sbrigare - Ma cosa ci sarà mai di tanto importante? - Niente, niente, cose mie. Giunge finalmente all'ingresso della Biblioteca e punta dritto verso un Corridoio ben preciso. E' lì che ha nascosto l'indizio successivo della propria personalissima prova ad ostacoli, e vuole controllare se qualcuno, per caso, ha letto l'avviso anonimo in Bacheca ed è stato in grado di rispondere. Apre la copertina del libro e trova ancora lo stesso biglietto, scritto da lei, senza alcuna risposta: Vai al bagno delle ragazze e riconosci il contenuto della boccetta. Delusa, Tony sbatte il volume in mezzo agli altri. La cosa importante da sbrigare era proprio questa, ma a quanto pare adesso ha il pomeriggio libero - trascurato il compito di Divinazione che avrebbe dovuto consegnare l'indomani. Dato che della professoressa Branwell non è mai stata l'alunna prediletta, l'instancabile Trambley opta lo stesso per una visitina al bagno delle ragazze, giusto per controllare che la boccetta contenente il proprio simpatico intruglio sia ancora al posto giusto. « Non farti più vedere!! » «Come scusa?», il sopracciglio svetta verso l'alto, pronta a mangiarsi chiunque abbia avanzato tale triste battuta. « Lui... Lui è... UN TROGLODITA! » «Ma di chi parli scus -», ah. Il suo migliore amico, Jessie Rigby, pestato dalla testa ai piedi, proprio all'ingresso del bagno delle ragazze. «EHI! Non chiamarlo troglodita!!», punta la bacchetta contro il fantasma, perfettamente consapevole che non abbia senso alcuno, al massimo l'incantesimo potrebbe solo rimbalzare. Ma Tony, piccola leonessa infastidita, non può davvero sopportare che la propria cerchia venga ingiustamente attaccata. Chiunque si metta contro Jessie e Weed, si è in realtà messo contro di lei. E mentre loro sono anime pure, beh, la sua non ha paura di sporcarsi ulteriormente: sa essere davvero subdola, Tony, quando vuole. L'attenzione della Grifondoro viene concentrata dal graffio sulla guancia di Jessie - contemporaneamente, affonda le unghie nel palmo della mano. « T-t-tooony! Chepiacerevedertiqui! », gli rivolge una delle solite occhiate alla fai sul serio? - poi scocca le labbra in un: «Sì, si vede proprio mi stessi aspettando.», lo trascina in bagno, così da evitare sguardi indiscreti di altri avventurosi come loro. « ..Aspetta, perchè sei qui? », la domanda più sbagliata. Perché la risposta sarebbe: controllo che nessuno mi abbia fregato la Pozione nascosta qui. Oppure, in alternativa: preparo un po' di roba da vendere alla gente perché, guarda un po'!, non mi sono ancora arresa al fatto di avere una nuova famiglia e credo comunque di dovermela sbrigare da sola e di dover mettere qualche soldo da parte, dato che potrei essere abbandonata dall'oggi al domani, così, di botto. Le signore Foster sono state una manna dal cielo, chiaro, ma per una persona diffidente come Tony è difficile lasciarsi andare. Gli unici punti fermi sono i gemelli e la sorella minore. I genitori... Beh, i genitori sono una storia che a nessuno farebbe piacere sentire.
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    «Ti sei dimenticato del nostro patto?! Che sarebbe: nessuno dei due è tenuto necessariamente a raccontare all'altro i propri segreti più turbolenti - con l'eccezione che tu, però, me li devi raccontare tutti - giusto? Se non sbaglio siamo rimasti proprio così.», subito dopo questa battutina sarcastica schiude le labbra in un sorriso spiritoso. E può finalmente lasciare che la vena preoccupata prevalga: «A tal proposito: cosa diavolo ti è successo?! Ti lascio solo tre ore - tre ore da quando ci siamo separati dal pranzo! - e ti ritrovo così. Ma tipo, un messaggio non me lo potevi mandare?!», tira fuori la bacchetta e rotea il legno, puntandolo sulla ferita di Jessie. Ok, sicuramente non diventerò una Medimaga come Zip, ma qualcosa possiamo cavarne fuori... No? - senza dire al Tassorosso che sarebbe stato un po' una cavia, Tony pronuncia con fierezza: «Epismendo!», ed effettivamente i lembi del graffio iniziano a ricucirsi pian piano. «Ecco, speriamo che non resti la cicatrice. Nel dubbio, farebbe comunque molto figo, stile Spiderman di quartiere - anche se Spiderman ha la maschera e quindi le cicatrici non si vedono, ma vabbè, hai capito che intendo, cicatrici uguale eroe, ecco.», la Grifondoro continua a squadrarlo, in attesa di una risposta in merito alla domanda di prima. « Giuro che non mi sono fatto la pipì addosso. Mirtilla Malcontenta mi ha picchiato! », abbastanza confusa dall'idea di un fantasma che picchia un essere vivente - non dovrebbe trapassarlo, in caso? - Tony continua a circuirlo in merito: «Sorvolando sulla questione pipì - che poi sei proprio sicuro non ti abbiano messo la mano in un bicchiere di acqua calda mentre schiacciavi un pisolino da qualche parte? - Jessie vuota subito il sacco o giuro che, non lo so, urlo finché non arriva il Poltergeist!!!», neanche l'avesse mai detto, ecco che il magico Pix sbuca dall'ingresso del bagno. «Qualcuno ha detto Poltergeist?», Tony si porta una mano in fronte, un'espressione drammatica dipinta sul viso. Solo lui ci mancava! «Little Tony e Jessica Rabbit che fanno cose zozzine nel bagno delle femminine? Uhuhuh», oh, quanto si diverte con poco, Pix il Poltergeist. «Oh, Jessica, mi deludi, mi deludi tantissimo, avevo scommesso su di te e Alice nel paese delle meraviglie. E tu Tony, beh, insomma, col caratteraccio che hai... Lo dicono anche tutti i quadri: quella Tony è destinata a stare sola, velenoso come al solito, Pix inizia a sproloquiare e ad aizzare, beandosi delle reazioni inferocite sul volto della Grifondoro qui presente. Smettila, o farai il suo gioco! - che sarebbe quello di provocare, insultare e deridere finché l'interlocutore non scoppia... E si fa beccare dal professore nei paraggi, esatto. «Ok.», ignorare è l'arma più sbudola, caro il mio dolce Pixie. Ed io lo so fin troppo bene: sono stata ignorata una vita. Ci si sente così piccoli, così inutili... Vero, signor Poltergeist? Ti diverti ancora? O forse è meglio svolazzare da qualcuno che ti dà corda? Su, da bravo... Ho imparato dalla migliore: mia madre. Da me non caverai altra parola. «Siete così NOIOSI, aaaaaaaah.», e se ne va, pronto a mietere nuove vittime. «Oh, avevo dimenticato un'altra domanda. Ma erano tue la Ricordella, i calzini e... Uhm, ah sì, l'album della Lega Quidditch che ho visto nel Corridoio prima di entrare qui?», quanti nuovi nomi per la mia lista nera. Non vedo l'ora di sapere di chi si tratta. Eh, oh, fa' che sia la Dragomir - ho sempre voluto picchiarla.
     
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    «A tal proposito: cosa diavolo ti è successo?! Ti lascio solo tre ore - tre ore da quando ci siamo separati dal pranzo! - e ti ritrovo così. Ma tipo, un messaggio non me lo potevi mandare?!» Non ha nemmeno il tempo di pronunciare una sillaba, Jessie, che la bacchetta della sua migliore amica, Tony, per poco non gli sfiora la punta del naso. « No no no! Aspetta! Non uccidermi! -..O..-o peggio: non trasformarmi in un furetto! MI FANNO PAURA I FURETTI! Per Merlino non trovi anche tu siano inquietanti? Sembrano non avere le ossa. Io non mi fido delle persone senza le ossa! ...-Giuro che non lo faccio mai piuissimo mai!! Aspetta, aspett- » «Epismendo!» Un lampo di luce bianca lo investe in pieno viso e, dopo interminabili minuti di imbarazzante silenzio -durante i quali il Tassorosso ha strizzato gli occhi per tutto il tempo per non stare a guardare la triste, tristissima fine che era certo avrebbero di lì a breve fatto le sue povere ossa- Jessie si accorge di essere ancora vivo. Batte le palpebre due o tre volte « Oh.. » e mormora « Non volevi trasformarmi in un furetto... -Giusto. Ha senso. In effetti era pure ovvio.. » Ehhhh già. « Ahm..-G-g..razie » Non la guarda, imbarazzato come non mai, le dita che vanno a tastarsi il viso, percependo sotto il proprio tocco i tagli slabbrati delle ferite rimpicciolirsi sempre più. «Ecco, speriamo che non resti la cicatrice» Si stringe nelle spalle, ormai così tanto abituato ad avere il viso costantemente tumefatto, da non farci più nemmeno caso «Nel dubbio, farebbe comunque molto figo, stile Spiderman di quartiere - anche se Spiderman ha la maschera e quindi le cicatrici non si vedono, ma vabbè, hai capito che intendo, cicatrici uguale eroe, ecco.» Continua, Tony, e Jessie annuisce, energicamente, nello sguardo una scintilla di luminosità improvvisa. Da un lato, perchè l'amica sembra essersi distratta dal riempirlo di domande riguardo il modo in cui è conciato, dall'altro perchè, quando si parla di supereroi -o qualsiasi altra roba che abbia a che fare col mondo nerd ed affini- è sempre questa la sua reazione. Anzi, generalmente inizia pure a saltellare, ma questa volta decide di non farlo. E' tutto bagnato per terra, e se poi dovesse scivolare e rompersi qualcos'altro? Nono, meglio di no. « E se io fossi Spiderman tu diventeresti Mary Jane? » Le domanda così, dunque, d'istinto. Prima di rendersi conto di quanto abbia effettivamente detto. Cavolo Jess, QUESTA E' UNA DICHIARAZIONE VERA E PROPRIA! Spalanca gli occhi
    -..Certo, lo è nel tuo mondo da nerd ma..- Respira a fondo, il cuore che gli batte a mille, nel più completo panico. Rimedia. Rimedia. Dì qualcosa, DI QUALCOSA SUBITO!! « Per i capelli..- » ..Un buon calcio d'angolo, se non fosse che -ops- Mary Jane i capelli li ha ROSSI. « ..Avete umh..Avete lo stesso..Lo stesso taglio » Il famoso taglio da capelli cresciuti negli anni normalmente, già.
    «Sorvolando sulla questione pipì - che poi sei proprio sicuro non ti abbiano messo la mano in un bicchiere di acqua calda mentre schiacciavi un pisolino da qualche parte? - Jessie vuota subito il sacco o giuro che, non lo so, urlo finché non arriva il Poltergeist!!!» « Nonono!! Non dire così, giuro che ti racconto tutto, non invocarl- » «Qualcuno ha detto Poltergeist?» Chiude gli occhi e gira su sè stesso, Jessie, in una smorfia di completa esasperazione. Tra tutti i fantasmi del castello, Pix è sempre stato il peggiore. E non che il piccolo Rigby abbia qualcosa contro i fantasmi, davvero, ha più amici morti che vivi! -che detta così, in effetti...- Ma quel poltergeist è proprio il peggiore di tutti. «Little Tony e Jessica Rabbit che fanno cose zozzine nel bagno delle femminine? Uhuhuh» Ecco, appunto. « Ma che cavolo dici, brutto scemo! » Urlicchia in risposta il Tassorosso. Persino uno come lui, negli anni, ha imparato che l'unica arma efficace contro il fantasma sia non rispondergli ed ignorando. Ma questa volta, viste le parole Tony e cose zozzine nella stessa frase beh..Eccolo che scatta come morsicato da una tarantola. « Certe cose si fanno solo dopo il matrimonio, non lo sai??? » Continua a dire, indispettito, le guance che gli bruciano come fuoco, senza capire se sia causa dell'arrabbiatura, o l'imbarazzo. Decide di non indagarci su e lasciar perdere. «Oh, Jessica, mi deludi, mi deludi tantissimo, avevo scommesso su di te e Alice nel paese delle meraviglie. E tu Tony, beh, insomma, col caratteraccio che hai... Lo dicono anche tutti i quadri: quella Tony è destinata a stare sola.» Ma Pix, di lasciar stare proprio non sembra averne l'intenzione, e le parole che lascia trapelare tra loro due, in quel suo solito tono maligno ed acuto, accendono in Jessie qualcosa di sconosciuto, ma non per questo meno forte. Esplosivo. « HEY!! » Ruggisce -per quanto un esserino microscopico come lui possa ruggire, s'intende- « Come ti permetti a parlare così alla mia amica? Chiedile subito scusa o giuro che ti..Che ti..- » « Cosa fai? Mi fai fare la bua dalla tua fidanzatina Mirtilla? Non ti starai un po' sopravvalutando, piccola Jessica, con tutte queste signorine attorno? » La risata del Poltergeist riecheggia tra le mura del vecchio e malmesso bagno, mentre Jessie, più arrabbiato che mai, cerca di acciuffarlo, saltellando su sè stesso, le braccia protese in su. Ma alla fine, forse infastidito dall'indifferenza della Trambley -il suo reale bersaglio, a quanto pare- con un «Siete così NOIOSI, aaaaaaaah» Pix decide di mollare l'osso, smaterializzandosi aldilà di una parete. Ed il sedicenne rimane lì, i denti ancora digrignati, prima che sia la ragazza, a riportarlo alla realtà. «Oh, avevo dimenticato un'altra domanda. Ma erano tue la Ricordella, i calzini e... Uhm, ah sì, l'album della Lega Quidditch che ho visto nel Corridoio prima di entrare qui?» Ci pensa su qualche momento, prima di stringersi nelle spalle. « Beh..-Immagino di sì. Andiamo a controllare? »
    E così dicendo si avvia fuori dal bagno, verso i corridoi, nella speranza di prender tempo. Tempo perchè non se lo ricorda nemmeno, se quelle cose sono sue. Tempo perchè, a dirla proprio tutta, ha un vuoto di memoria enorme per quanto riguarda le ore precedenti. Vivere con la costante paura di dimenticare è la vita di Jessie Rigby, dopotutto, ma questo non vuol dire che voglia rendere partecipi di questo suo disagio le persone a cui vuole bene. Tenta sempre di nascondere quel suo più completo disorientamento, ed è anche per questo che -nonostante le insistenti domande della ragazza- non le ha ancora rivelato chi lo abbia conciato a quel modo. Non se lo ricorda, questa è la verità. E' quasi certo di essersi addormentato, prima, per poi risvegliarsi lì, a fianco di Mirtilla Malcontenta. Sospira, lanciando un'occhiata di soppiatto all'amica, poi, per chissà quale grazia divina, riconosce le sue cose. « Che fortuna! Nessuno ha ancora rubato il mio album! » Urlicchia, calandosi per raccattare tutto. Ritrova anche lo zaino da una parte, entro al quale fruga un po', estraendone una barretta di cioccolato alla menta, prima di riporvi dentro le altre cose. Si schiarisce la gola, poi guarda Tony « Ne vuoi? E' di Mielandia » Dice, porgendole il dolcetto « Uhm..- » Esita un po', una mano che va a grattarsi la nuca, a disagio « -..Non..Non ne ho mai fatte cose zozze con Alice, io. ..A dirla tutta neanche la conosco più di tanto, e figurati se una come lei si interesserebbe mai ad uno come me! » Una risatina nervosa. E esattamente, Jess, perchè senti il bisogno di giustificarti? Le guance avvampano. « Beh..ecco..Non vorrei mai che pensassi che sono fidanzato » Di nuovo: perchè? « -..Sei..-sei la mia migliore amica, no? Ti arrabbieresti tantissimo se non ti dicessi una cosa simile. Ed io non voglio che ti arrabbi con me » Un sorriso timido, prima di mettersi lo zaino in spalla. « Pix dice sempre un sacco di cavolate, vero? » La guarda di sottecchi, mentre si avviano, non sa bene dove « Tony? » Dice dopo un po', dal nulla, prima di svoltare l'angolo « Io non la penso come Pix. Mi dispiace ti abbia detto quelle cose cattive, prima. Ma..-ma-.. Io sono sicuro che non resterai mai sola. Perchè..- » Perchè sei fantastica. « Perchè tu hai sempre me in mezzo ai piedi, no? » La guarda, poi ride, nascondendo così qualsiasi altra emozione di troppo. « E so che è poco, ma..- » E' tutto ciò che posso offrirti. « E' sempre qualcosa prima di trovare qualcos'altro di meglio! »
     
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    « No no no! Aspetta! Non uccidermi! -..O..-o peggio: non trasformarmi in un furetto! MI FANNO PAURA I FURETTI! », lo guarda come a voler dire: ma che, davvero? - e punta la bacchetta ancora più vicino, intimorendolo attraverso il solito sguardo a fessura che la fa apparire una vera dura. Alla fine, comunque, non ce la fa a reggere il gioco di recitazione, pronunciando la fatidica formula finalizzata a guarire le ferite. «Volevo trasformarti in Troll - ma evidentemente non ha funzionato.», decreta, tentando di mantenere l'espressione seria per altro tempo - questo finché non scoppia a ridere a crepapelle, poggiando la schiena all'uscio della porta e ravviandosi alcune ciocche di capelli sfuggite sul viso nel corso della fragorosa ilarità. «Cento per cento che quando sapremo evocare un Patronus il tuo sarà un furetto.», annuncia poi, tornando improvvisamente seria e riflettendo sulle infinite modalità con cui il karma - la maledetta ruota che fa girare il mondo intero - si rifà sulle ignare anime magiche e non. «Quasi dimenticavo.», e va per puntargli di nuovo la bacchetta contro, accennando una sfida che però si stanca ben presto di simulare - non sia mai che Jessie la prenda di nuovo sul serio! - «Essicco.», e dagli abiti del Tassorosso evaporano tutte le goccioline d'acqua di cui si è bagnato - che poi, come ha detto ch'è successo tutto questo?, continua ad interrogarsi la Trambley, aggrottando le sopracciglia e cercando di ricordare. No, non ha ancora vuotato il sacco. La conversazione, tuttavia, si sposta sull'argomento preferito dell'amico - Tony, quante volte devo dirtelo di non citare Spiderman in sua presenza!, esclama una vocina nel cuore della giovane Grifondoro, subito zittita da un'altra tendenza, probabilmente più forte nonché motivo per cui ha tirato fuori quell'argomento: è così bello vedere Jessie sorridere! - è tipo una cosa che scalda il cuore, perché lui è così impegnato a credersi scemo e ad essere perseguitato dalla sfiga che, a volte, si scorda quanto sia bello prendere un respiro profondo e farsi una bella risata insieme. « E se io fossi Spiderman tu diventeresti Mary Jane? », piega la testa di lato, Tony, incuriosita da quel parallelismo. Beh, effettivamente, vista l'infanzia difficile non è che sia poi così lontano dalla realtà - commenta amara tra sé e sé, senza però ricordare a Jessie quanto abbia colto nel segno. Oppure lui intendeva perché... - un lampo di comprensione la attraversa, prima che venga subito smentito da un ma no, impossibile. « ..Avete umh..Avete lo stesso..Lo stesso taglio », ecco, appunto, mica per altro, lo sapevo - le sopracciglia si inarcano mentre, tuttavia, riflette sul proprio taglio di capelli, drasticamente chilometrico a confronto con quello di Mary Jane. Ha giusto il tempo di confermarlo osservandosi allo specchio per i successivi cinque secondi - non è mai stata il tipo di persona che trascorre ore ad agghindarsi, eppure ricorda bene di avere i capelli lunghi, ecco. Solo che li tiene quasi sempre legati - probabilmente Jessie l'ha detto per questo: sembrano corti perché faccio la coda o la treccia quasi ogni giorno. «Ammettilo, tigre... Hai appena fatto centro!», ridacchia Tony, per spezzare quella strana atmosfera di confessioni in corso creatasi tra loro. Cita la fantomatica Mary Jane e il resto... Beh, il resto è storia, tra l'arrivo di Pix e l'aggressività di Tony. Quello che più la sorprende, tuttavia, è la prontezza di Jessie nel difenderla: « Ma che cavolo dici, brutto scemo! Certe cose si fanno solo dopo il matrimonio, non lo sai??? », a quel punto Tony diventa più rossa di un pomodoro, se possibile, mentre cerca di nascondere il proprio imbarazzo voltandosi dal lato opposto rispetto a Jessie e Pix che si fronteggiano. Probabilmente è l'unica cosa abbia mai nascosto al proprio migliore amico - o meglio, non gliel'ha mai esplicitato perché non le è mai stato richiesto, e soprattutto perché era ubriaca e non avrebbe mai voluto farlo, in realtà. Ed anche perché se ne vergogna, sì. Voglio una sigaretta. E senza perdere tempo se la accende, una nuvola di fumo che avvolge la sua testa e che fa strillare Pix ancora di più - fanculo, chiama il Preside o chi cazzo vuoi, non me ne frega niente. Corregge subito il tiro, però, perché se effettivamente il Preside facesse visita nei bagni, in quel preciso istante, ci andrebbe di mezzo anche Jessie: ecco, questa è l'unica cosa su cui non transigerebbe mai, piuttosto si amputerebbe un arto. « Come ti permetti a parlare così alla mia amica? Chiedile subito scusa o giuro che ti..Che ti..- », Tony a quel punto si avvicina, stringendo la spalla di Jessie e rivolgendogli un chiaro cenno silenzioso: non c'è bisogno. Cerca di mantenere il contatto visivo col Tassorosso - come se stessero conversando mentalmente, ed in un certo qual senso Tony ci prova davvero: vuole soltanto provocarci. Tra poco se ne andrà. Io non credo alle sue parole: so che non ci credi neanche tu e questo mi basta. Inutile anche solo rispondergli. Ed infatti, tanto veloce quanto scattante è apparso, Pix si dissolve tra una pernacchia e l'altra. «CHE CAZZONE!», si sfoga Tony, quando finalmente il Poltergeist è a distanza di sicurezza, tanto da non poterli più sentire. «Che vita triste andare in giro col solo scopo di smerdare gli altri. Fanculo. Fancul...Fanculo, urla, andando però verso un tono di voce sempre più basso, perché nel frattempo riflette: è davvero questa la percezione che gli altri hanno di me? - che abbia un carattere difficile non è una novità. Molti se ne tengono alla larga perché hanno, probabilmente, paura. Ma gli amici, la cerchia stretta... Non lo pensano anche loro... Vero? - non può fare a meno di chiederselo, perché forse, non può escluderlo, le parole del Poltergeist hanno un fondo di verità. Chi erge una muraglia cinese intorno a sé è difficile venga raggiunto dagli altri - quindi, in automatico, tenderà a rimanere solo. Ma io non voglio rimanere sola. Tony, dentro la muraglia, vuole i Trambley. Vuole Jessie, Zelda, Weed. Non voglio rimanere sola. Vuole anche sua madre - quella vera, quella che un giorno le vuole bene e il giorno dopo si dimentica di lei. Vuole suo padre, che forse avrà visto una o due volte nella vita. Vuole le Foster, che l'hanno accolta come una figlia senza chiederle niente in cambio. Non voglio rimanere sola. « Che fortuna! Nessuno ha ancora rubato il mio album! », Jessie interrompe quel flusso di pensieri - la sua felicità nell'aver ritrovato l'album la contagia, tanto che si scioglie in un sorriso. Le passa poi una barretta di cioccolato alla menta, che Tony sgranocchia senza pensarci troppo. Ma sì, buttiamoci sul cibo - almeno una cosa buona nella vita le è capitata: metabolismo veloce. « -..Non..Non ne ho mai fatte cose zozze con Alice, io. ..A dirla tutta neanche la conosco più di tanto, e figurati se una come lei si interesserebbe mai ad uno come me! » «E perché mai non dovrebbe interessarsi a, cito, uno come te, risponde secca Tony, la bocca ancora impegnata a masticare la deliziosa merenda di Jessie. «Comunque figurati, ha tirato il primo nome che si ricordava a caso - magari ci ha pensato perché sa che siamo amiche. E l'ha fatto solo per farmi perdere il controllo.», tra l'altro, Tony, ti sei chiesta perché mai avresti dovuto perdere il controllo? - d'altro canto dovrebbe essere felice di Jessie che fa le cose zozze con una ragazza. E' il suo migliore amico, dovrebbe volere il suo bene. « -..Sei..-sei la mia migliore amica, no? Ti arrabbieresti tantissimo se non ti dicessi una cosa simile. Ed io non voglio che ti arrabbi con me » «Oh sì. Puoi giurarci. Mi arrabbierei. Tantissimo.», si rivolge a lui con uno sguardo truce: «Così tanto che troverei il modo di accedere al Dormitorio Tassorosso, di notte, con la luna piena...», inizia a dipingere una scenetta dell'orrore per farlo spaventare: «... per poi sostituire la tua brocca d'acqua personale con una delle mie pozioni... una trasparente, chiaro, per non farti accorgere di nulla... E chissà cos'altro potrebbe succederti.», ridacchia - tuttavia ammonendolo quasi sul serio. Non azzardarti a non raccontarmi una cosa del genere, hai inteso bene. « Io non la penso come Pix. Mi dispiace ti abbia detto quelle cose cattive, prima. Ma..-ma-.. Io sono sicuro che non resterai mai sola. Perchè.. Perchè tu hai sempre me in mezzo ai piedi, no? », ok, questo Tony non l'aveva previsto. E cioè che le gambe iniziassero a tremolarle per l'emozione, perché dai, non esiste davvero nulla di più tenero al mondo di Jessie che le dimostra quanto sia forte il legame tra loro. Le guance arrossiscono di nuovo - stavolta senza che abbia bisogno di vergognarsi di niente -, ed è in modo spontaneo che fa un passo avanti per abbracciarlo, mentre tira indietro una mezza lacrimuccia perché va bene tutto, ma la Trambley che piange no, eh, ha una reputazione da mantenere.
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    «Se non sei una Puffola Pigmea tu...!», quasi lo accusa, per la sua infinita dolcezza e per tutte le altre incredibili cose che Jessie è senza rendersene conto. «Comunque, neanche tu resterai mai solo perché avrai sempre me. Finché non troverai qualcosa di meglio, riutilizza la sua stessa espressione, adattandola, però, al nuovo contesto: «- il che potrebbe non accadere mai dato che di me stiamo parlando -», e fa una specie di piroetta, in un moto di puro egocentrismo, «- ma facciamo che vale lo stesso al contrario. Neanch'io potrei mai trovare meglio di te. E infatti noi stiamo bene così, no?», giunge a quella conclusione perché le si pone chiaramente davanti agli occhi come verità assoluta e incrollabile: di cos'altro hanno bisogno? Hanno un bellissimo rapporto, si proteggono costantemente, ridono a crepapelle... Passiamo più tempo assieme noi di Maeve Cousland e Principe. Questa ulteriore realtà la fa riflettere ancora, ma per il momento non accenna ad esprimersi. «Adesso ti farò una domanda per la quale pretendo la risposta corretta, inizia a camminare più veloce, Tony, costringendo il povero Jessie ad accelerare il passo. «Che ne pensi se...», lo ferma e lo spinge verso un corridoio, scartando di lato per evitare alcuni professori in avvicinamento. Si rannicchia dietro una statua, portando l'indice alle labbra per suggerirgli di fare silenzio. Quando il pericolo è ormai lontano, continua con l'azzardatissima proposta. «Che ne dici se rubiamo due scope e facciamo un giro del Castello? Sì, sì, lo so. Sta per piovere...», aggiunge, notando il grigiore assoluto del cielo. «... E allora? Che sarà mai, una doccia o due! Andiamo?», presa dall'euforia, una strana luce le si accende negli occhi. Quella della sfida.
     
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3 replies since 22/10/2020, 18:07   140 views
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