Family ties

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    Come ogni anno, l'aria di Hogwarts cominciava a farsi trepidante in prossimità dei festeggiamenti per Halloween. Se il mondo babbano amava quella ricorrenza, il mondo magico non era di certo da meno - anzi, le radici culturali che legavano la stregoneria alla notte di Halloween erano ancora molto sentite nella loro comunità. « Nella dimensione circolare-ciclica del tempo, caratteristica della cultura celtica, Samhain si trovava in un punto fuori dalla dimensione temporale che non apparteneva né all'anno vecchio e neppure al nuovo; in quel momento, il velo che divideva la terra dei vivi con quella dei morti si assottigliava, e i due regni potevano comunicare. » La punta della matita di Ronnie si spezzò sulla ruvida pergamena sotto l'eccessiva pressione della mano della ragazza. Quelle cose, la Grifondoro le aveva sempre sapute - erano parte della cultura magica, delle loro radici e di quei culti che si stratificavano sotto al semplice fare festa per il puro gusto di farlo. Eppure sentirle, ricordandosi di ciò che avevano significato nella storia più recente e di quello che aveva ancor più recentemente vissuto la notte del rave, fu abbastanza per creare in lei uno stato di profondo disagio. Si guardò intorno, come a cercare tra le facce dei propri compagni uno stato emotivo simile, ma se c'era, era nascosto bene. Perché mi sono iscritta a questa roba? Lo sapevo che prima o poi se ne sarebbe parlato. Qualche credito scolastico in più, ecco la ragione. Il seminario sugli usi e i costumi antichi del mondo magico le era sembrato un ottimo modo per arrotondare la propria media in vista dei M.A.G.O. senza togliere tempo prezioso allo studio effettivo. Ma forse avrei dovuto scegliere quello di Diritto. Sospirò, estraendo il cellulare dalla tasca per controllare l'ora. Aveva diversi messaggi non letti, per lo più dal gruppo con Shai e Mia. Tentennò per qualche istante, indecisa sul da farsi, prima di aprire la chat di suo fratello Rainer e digitare un messaggio veloce. "Ti va di beccarci tra un'ora nel salone ricreativo?"
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    [..] Non ci voleva pensare. Non voleva lasciare che ancora una volta i brutti ricordi la assalissero, portandola a dormire la notte con un occhio aperto e a sobbalzare ogni qualvolta un rumore improvviso risuonasse nel suo raggio d'azione. Così aveva deciso di concentrarsi su cose più triviali: l'Halloween che era sempre stata abituata a festeggiare. Dopo la fine del seminario si era quindi diretta in fretta e furia verso il capanno del guardiacaccia, chiedendo di poter prendere un paio di zucche dall'orto per il tipico intaglio delle lanterne. Dopo la risposta affermativa, si era fatta fluttuare alle spalle i grossi ortaggi fino al salone ricreativo dove, con un certo gusto, aveva potuto notare di non essere stata l'unica ad aver avuto la stessa idea o comunque ad immergersi nei preparativi per Halloween. Salutò un paio di ragazze conosciute, intente a cucirsi con la magia i costumi per l'usuale festa che si sarebbe tenuta ad Hogsmeade. Fatto ciò prese posto su uno dei divanetti, occupando il tavolo ad esso predisposto con le due zucche e l'armamentario necessario a completare l'opera. « Ta-daaan! » esordì, indicando il bottino al fratello minore quando questo comparve dalla porta che divideva il salone dal resto del castello. « In tipico stile Rigby. » I Rigby, infatti, non erano immuni alla tradizione dell'intaglio. Ma come al solito ci mettevano il proprio. Fin da piccoli i bambini erano stati abituati a riunirsi con la famiglia per scavare facce sulle zucche, con un piccolo twist: cercare il più possibile di ricalcare quella di un personaggio noto al punto da renderlo riconoscibile al resto dei familiari. Di norma la gara veniva vinta da chi riusciva a raggiungere l'obiettivo nella maniera più esilarante e ridicola possibile. « Lo so, lo so. Senza il nonno è troppo facile. Ma pensavo che alla fine dell'opera potremmo mandargli una foto..sai..alla vecchia maniera, per gufo. » Perché chiaramente nonno Francis, per quanto amante dei marchingegni babbani, non si accostava ai cellulari per presa di posizione ideologica. "Dobbiamo essere connessi spiritualmente e fisicamente, non virtualmente" - diceva sempre il vecchio hippie. "Il selfie ha demolito l'importanza della fotografia. Un momento vale l'altro e alla fine niente vale più alcunché. Documentiamo tutto acriticamente". Sebbene Ronnie non avesse mai abbracciato quello stile di vita, lo rispettava. E in fin dei conti Francis Rigby era davvero una delle persone più brillanti che conoscesse, nonché il sempiterno vincitore della sfida all'intaglio delle zucche. « Ti ricordi di quando aveva intagliato la notte stellata di Van Gogh? » gli chiese, mettendosi a sedere a gambe incrociate sul divano e arrotolandosi le maniche della camicetta fino ai gomiti. « Era fuori gara, sì, però quella zucca era davvero stupenda. Ci tenevo un sacco. Mamma ha dovuto inventarsi che era stata mandata ad un museo per non dirmi che l'avevano buttata. Ho pianto per giorni. » Un piccolo sorriso comparve sulle labbra della ragazza al solo ricordo. Avremo avuto tutte le difficoltà economiche del mondo, ma la nostra infanzia è stata felice. Sospirò, prendendo in mano un coltello per cominciare a tagliare la parte superiore della zucca. « Hai già trovato un costume per la serata di Halloween? » Fece una pausa, lanciando un'occhiata ironica al fratello. « Adesso che sei al quinto potrei lasciarti più spazio e romperti meno le palle..forse. » O forse no.


     
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