Bonding

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1    
     
    .
    Avatar

    💀


    ★★

    Group
    Member
    Posts
    78
    Reputation
    +86

    Status
    Anonymes!
    Tre mesi pieni erano passati da quando Grimm e Arkham Nott avevano fatto il loro ingresso ufficiale a Hogwarts, smistati entrambi nella casata di Corvonero a dispetto di ogni previsione. Lo stesso Theodore, loro padre ed ex Serpeverde, nelle lettere dal carcere si era molto stupito della scelta del Cappello Parlante.. ma forse neanche troppo. Corvonero sembrava essere la culla perfetta per la forma mentis dei Nott che, da che si abbia memoria, si erano sempre comportati come dei bibliotecari del lato oscuro, archivisti del sapere occulto e dei loro più abbietti cimeli. Nei tre mesi trascorsi, Grimm non era stato da meno e aveva passato la maggior parte del suo tempo a studiare: studiare le materie scolastiche ma soprattutto l'ambiente e le persone che lo circondavano. La complessità della fauna vivente l'aveva esterrefatto, lui abituato ai suoi genitori, i tre fratelli e uno stuolo di governanti e maggiordomi trattati alla stregua di elfi domestici. A Hogwarts invece erano presenti persone di ogni estrazione sociale, ogni colore di pelle, ogni religione perfino! E ogni sangue. Solo tra i professori si contavano un lycan, un lupo mannaro e una veggente; ma era tra gli studenti che Grimm aveva riconosciuto il sangue più interessante. Sangue di confratelli. Conosceva già Brunhilde Zabini, figlia dell'ex dittatrice della Comunità magica. La caposcuola di Grifondoro portava il cognome di Amycus e Alecto Carrow, due fra i più infimi professori mai nominati a Hogwarts durante il regime del Signore Oscuro; un tassorosso era suo cugino e portava il cognome dei Rosier, i mangiamorte di ceppo francese che - proprio come i Nott - avevano calcato le fila oscure ben prima dell'ascesa di Colui-che-non-deve-essere-nominato. Non gli era sfuggita tra i Grifondoro la presenza di una Watson, ferventi accoliti durante le grandi Guerre Magiche. Ad ultimo, il cognome dei Crouch risuonava sia sul banco dei professori che tra le file dei Serpeverde. Grimm aveva studiato da lontano ognuno di loro e ognuno di loro aveva intenzione di avvicinare, quando i tempi fossero stati maturi. Tre mesi dopo, quando Dicembre aveva fatto capolino nel castello di Hogwarts, Grimm Nott aveva inviato un gufo a Hilbre Island, indirizzato a suo fratello Dexter: il piccolino aveva soltanto otto anni ma era stato lasciato comunque da solo, a guardia del grande Faro dei Nott. Il piccolo Dexter era inoltre l'unico presente a Polaris, in grado di entrare nella cripta di famiglia dov'erano conservati innumerevoli artefatti magici; di uno in particolare aveva bisogno. Per fare amicizia. L'amicizia, in realtà, Grimm Nott non sapeva neppure cosa fosse. Non sapeva cosa fosse l'amore o l'attrazione fisica, cosa fosse il sesso o la semplice empatia. Conosceva tutte queste sfaccettature dell'animo umano, sulla carta, ma non ne aveva mai sperimentato gli effetti in prima persona. Da tutti, però, era profondamente incuriosito. I Nott di per sé non rifuggivano nessuna di queste cose: Theodore e Alvina erano sposati, avevano concepito e messo al mondo quattro figli, a modo loro si amavano ed erano circondati da amici, seppur discutibili. Perché dunque, si era chiesto, non cercare amici o amanti, cercare legami fisici e morali che dessero un senso al tutto? Avrebbe iniziato con loro, che portavano nelle vene sangue importante, e avrebbe capito sulla propria pelle cosa volesse dire legarsi a qualcuno. Il primo con cui tentò il proprio strampalato approccio fu il serpeverde Crouch, con cui non aveva mai avuto modo di parlare, così come con tutti gli altri. Un pomeriggio, Bart Crouch si sarebbe ritrovato in mezzo al libro di Pozioni un semplice pezzo di pergamena vergato da una grafia sottile ed elegantissima, forse troppo per un semplice bigliettino.

    Di sera, la Sala Trofei è tranquilla e potremmo parlare un po'.
    Credo ne valga la pena.

    Senza neppure firmarsi, la basilare regola dei bigliettini anonimi per suscitare un po' di interesse. Non aveva idea di che tipo fosse quel Crouch e se un vero invito da una persona precisa sarebbe stato accettato, anche solo preso in considerazione o direttamente cestinato. Non che gli importasse poi molto di fare un buco nell'acqua, ci avrebbe provato ancora e ancora.
    tumblr_inline_mp72629LIw1qi5e87
    Ma quando, dopo cena, il silenzio della Sala Trofei venne rotto dal cigolio della porta, il corvonero capì che l'invito doveva essere accettato. Era seduto in un angolo della sala, sopra una semplice seggiola di legno, intento a leggere un vecchio libro malconcio quando i loro sguardi si incrociarono, tra le teche ripiene di menzioni d'onore di persone ormai defunte. « Non ti aspettavi me. » Non era una domanda ma una certezza. Come avrebbe potuto? Chiuse con uno scatto il libro, che si lasciò dietro alzandosi. Forse Bart aveva potuto notare, nei mesi passati, quella figura pallida e fuori luogo che si aggirava per i corridoi e le aule di Hogwarts: molte volte Nott aveva sentito addosso gli sguardi curiosi degli altri compagni. Si allisciò con cura la tunica nera, bordata di blu, sul cui petto svettava lo stemma di Corvonero. « Mi chiamo Nott. Grimm Nott. Piacere di conoscerti. » Si usa così, tra essere umani, no? Ci si presenta, perché conoscere il nome altrui è il primo passo per potersi fidare. E' impossibile fidarsi degli sconosciuti, instaurare un qualche legame di sorta. Doveva averlo letto in un libro, chissà quando. I piccoli occhi, scuri come il carbone, studiarono quella figura che già altre volte aveva squadrato, in Sala Grande o a lezione. Hanno lo stesso nome ma non gli assomiglia per niente. Senza dire altro, si piegò verso la borsa a tracolla che aveva posato al lato della sedia e ne tirò fuori un piccolo pacchetto, con un fiocchetto verde in cima. I regali sono uno strumento utile per conoscere e farsi conoscere, perché con un regalo dimostri che hai pensato ad una persona, che hai messo in un oggetto materiale parte del tuo interesse; anche questo aveva letto da qualche parte. « Per te. » gli disse, porgendogli il pacco regalo. « E' innocuo, lo giuro. » Dopotutto, non sarebbe stato fuori luogo per un Nott maledire il regalo e far passare ore di pura agonia all'altro. Sia il pacco che il suo contenuto, però, erano davvero innocui, paradossalmente. Se Bart avesse aperto la piccola scatola, avrebbe trovato dentro.. un occhio. Un occhio di vetro, dall'iride di un blu intenso rivolta verso il serpeverde. Non era un occhio di vetro qualunque, Grimm se l'era fatto spedire appositamente dal Faro per un motivo specifico, ma non credeva che Bart avrebbe potuto riconoscerlo. E le mie intenzioni le riconoscerai?

     
    .
  2.     +1    
     
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Member
    Posts
    47
    Reputation
    0

    Status
    Anonymes!
    Non era il miglior periodo nella vita del giovane Crouch. A causa delle sue mille preoccupazioni si era ritrovato senza più persone attorno. La sua migliore amica non gli parlava da ormai due mesi, ma come poteva darle torto? Le aveva tenuto nascosto per anni una cosa passandoci sopra con estrema leggerezza. Nella sua mente aver tenuto nascosto l’amicizia con la Watson alla Picquery doveva essere un modo per evitare problemi, ma la sua parte da doppiogiochista, agendo in presenza della serpeverde in un modo ed in presenza della grifondoro in un’altra aveva rovinato il rapporto con l'amica di serpeverde. Per non parlare della questione Alice: Si erano baciati all’inizio dell’anno e lui si era alzato scappando via senza nemmeno chiedere una spiegazione, senza nemmeno chiarire quello che effettivamente era successo nella torre di astronomia. Avrebbe dovuto scriverle, cercare di capire cosa effettivamente era successo, ma aveva notato gli atteggiamenti della grifondoro quando si incrociavano in corridoio. Lo evitava, girava a largo da lui.
    Si era ritrovato solo, ma forse era meglio così per il giovane serpeverde. Non doveva concentrare le sue attenzioni su altro, ma solo sui suoi obiettivi. Erano arrivate le assegnazioni del BOA, le sue scelte erano ricadute su sport magici e DCAO, si riteneva soddisfatto dell’assegnazione dei tutor per entrambe le facoltà, un po’ meno per la scelta della compagna per il tutorato di DCAO. Due strade diverse, sì, ma quelli erano gli interessi di Bart, da lì avrebbe capito seriamente cosa voleva fare dopo i M.A.G.O. quell’anno.
    Nella sua solitudine di quel periodo però ogni volta che frequentava una lezione o si sedeva semplicemente in Sala Grande per soddisfare le sue voglie di gola sentiva su di se lo sguardo di qualcuno, ma non riusciva mai ad individuare chi fosse.
    Era un pomeriggio di dicembre, l’ultima lezione del giorno era quella di pozioni: avevano parlato della pozione per il controllo dei morti viventi, una lezione altamente teorica poiché sin dai tempi, a detta del professore, non è una di quelle pozioni da far apprendere a dei semplici studenti e, a scopo didattico, serviva solo come teoria. Poco prima di uscire dall’aula prima di rimettere il libro nella sua tracolla un pezzo di pergamena uscì dalle pagine. La grafia era sottile, molto elegante. Era un invito per parlare nella sala trofei quella sera. Sarà qualche scherzo, sicuro… Vabbè.
    […] Nonostante l’idea dello scherzo filtrasse nella sua testa dal momento stesso che aveva trovato il biglietto, il giovane Crouch non si tirò indietro. Entrò nella sala trofei, vuota, tenendo nella mano la bacchetta con un Lumos castato per cercare di vedere meglio, ma fortunatamente la sala, una volta entrato, si illuminò. Annullò l’incantesimo iniziando ad osservare le varie bacheche all’interno della sala trofei studiando anno per anno le varie targhette delle persone più illustri che avevano messo piede all’interno del castello di Hogwarts. Crouch, eh? In effetti ricordava che un suo lontano parente, molti anni prima faceva parte del Ministero della magia, poi caduto in disgrazia per il figlio, omonimo del padre, ma sicuramente durante il periodo a scuola doveva aver avuto una carriera importante. Oltre ai nomi di persone ormai defunte si ricollegavano alla bacheca le varie squadre di quidditch che nell’anno avevano vinto la coppa, insieme anche al riconoscimento di prefetti e caposcuola dopo aver vinto la coppa delle case. «Potrei però finire qui dopo aver vinto la coppa di quidditch con Serpeverde.» Si lasciò andare a quel pensiero ad alta voce pur di vedere il suo nome in quelle bacheche andandosi a sedere sull’unica sedia presente all’interno della sala. Storia della magia… Ma come mai questo vecchio libro qui? Prese il libro e si sedette iniziando a dondolare con la sedia, sfogliando le pagine di quel libro malconcio.
    « Non ti aspettavi me. » La sua lettura dei fondatori di Hogwarts venne interrotta da una voce maschile, sconosciuta al giovane Crouch che alzò lo sguardo per osservare l’altra persona che era entrata dentro la sala dei trofei. Quindi quel messaggio era il suo. Chiuse il libro alzandosi dalla sedia e lasciando la lettura sulla sedia. «Ammetto che non aspettavo nessuno. » Tagliò corto avvicinandosi al ragazzo che aveva davanti. Lo aveva visto in giro per il castello, ma non aveva mai avuto modo di parlargli. Era una di quelle figure che aveva incrociato nei giorni che sentiva lo sguardo di qualcuno su di lui.
    Studiava il ragazzo che aveva davanti a se, scrutandolo dalla testa ai piedi, era più basso del serpeverde, ma sfoggiava con tanto orgoglio il simbolo della casata di Cosetta Corvonero. Il giovane si presentò: Grimm Nott. Un cognome che per molti nel mondo magico doveva ricordare qualcosa, saltò subito all’occhio di Bart, ma non diede molto peso d’altronde anche lui faceva parte di una famiglia famosa nel mondo magico per il suo passato. « Piacere Bart.» L’espressione del serpeverde era seria, non si aspettava sicuramente qualche ammiratrice segreta, d’altronde nell’ultimo periodo si sentiva un po’ come se mezza scuola l’avesse con lui senza un vero motivo, ma nemmeno si aspettava la presenza di Grimm, un ragazzo che agli occhi di Bart era sempre passato inosservato.
    2e6d50b796e93fed120e24f04ea87aa3602d78be
    Il corvonero allungò al Serpeverde un pacchetto: « Per te. E' innocuo, lo giuro.» Alzò un sopracciglio nel vedere il gesto di Grimm. Gli passò un pacchetto con un piccolo fiocco sopra, doveva essere un regalo. Da quando in qua si fanno regali agli sconosciuti? Sarà uno scherzo. Prese il pacchetto accennando un mezzo sorriso: «Grazie? » Era giusto ringraziare quel ragazzo per il gesto carino che aveva avuto nei suoi confronti, ma una volta aperto il pacchetto gli occhi castani del serpeverde si sbarrarono mentre nel suo volto la sua espressione passò dalla curiosità del regalo ad un misto tra disgusto e rabbia: «Cosa Cazzo… » Dentro il pacchetto vi era un occhio dall’iride blu, lo fissava da dentro il pacchettino: «E’ uno scherzo? » Andò a toccare l’occhio con la mano notando che era di vetro, stava iniziando a pensare che fosse un qualche ingrediente rubato dalla dispensa del professore di Pozioni, ma a quanto pare il vetro non era consigliato se non per le ampolle: «Ok, no non è uno scherzo. » Chiuse il pacchettino prendendo delle piccole distanze da Grimm. Chi era quel ragazzo? Perché lo aveva voluto incontrare? Perché regalargli un occhio di vetro? «Senti Grimm, non ti conosco e tu non conosci me… Perché? Perché questo regalo? Cosa è?» Gli occhi nervosi scrutavano il corvonero, non riusciva davvero a capire cosa volesse quel ragazzo, ma sentiva che le gambe gli suggerivano di uscire da quella sala, di allontanarsi, ma la sua curiosità stava vincendo su quell'impulso, voleva sapere quali erano le intenzioni del giovane corvonero. Tutte le cose strane succedono a me quest’anno.
     
    .
1 replies since 11/12/2020, 12:51   92 views
  Share  
.