We dream in the dark for the most part

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    Creature Magiche
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    Per affrontare il presente bisogna conoscere il passato. Ma è davvero così semplice conoscere il nostro passato? Si studia la storia nei libri di testo come si studia una favola in continua evoluzione, parlando di re e governi, di grandi ribellioni e guerre. Sembrava tutto un grandissimo meccanismo messo in moto da persone altrettanto grandi, mosse da idee enormi e strumenti al di là della nostra portata. Ma non è così. A volte c'è molta più storia in ciò che non vediamo e che non sapremo mai. La Magisprudenza è anche questo: plasmare il mondo, spesso senza fare alcun rumore.
    zdgiouX
    Aveva dato appuntamento a Maeve al parco della liberazione per una questione di comodità. Si trattava di un luogo aperto in cui un perticone come Percy risultava davvero facile da notare. Alle dieci in punto, il giovane era di fronte al monumento per i caduti e fu solo una questione di pochissimo tempo prima che la Caposcuola di Corvonero lo affiancasse. Puntuale. Una constatazione tra sé e sé, che lo portò a stirare un sorriso asciutto in direzione della ragazza. « Buongiorno Maeve. È un piacere conoscersi in circostanze più..serene. » Sottolineò quell'ultima parola con un'alzata eloquente di sopracciglio, riferendosi chiaramente alla terribile serata del rave. Che poi loro si conoscessero già alla larga era un altro conto; con tutte le connessioni che li legavano, i due non avevano mai interagito davvero a tu per tu se non per le piccolezze riguardanti il club del dibattito. Insomma, nulla a che vedere con situazioni molto più personali come quella di un tutoraggio peer to peer. Affondò una mano nella tasca dell'elegante cappotto nero, estraendone un paio di biglietti e porgendone uno alla rossa. Li aveva acquistati poco prima di arrivare al memoriale, e davano accesso all'intera struttura del museo della liberazione. « Seguimi. » Un tipo di pochi convenevoli, il giovane Watson. Non gli piaceva perdere tempo in chiacchiere, tranne quando tali chiacchiere si rivelavano strettamente necessarie. Le fece quindi cenno di seguirlo verso l'ingresso del museo, aprendole la porta per farla passare e seguendo poi la breve trafila di controlli che precedevano il vero e proprio ingresso nel museo. Un museo nuovo, nato da appena tre anni, come il resto del campus. Lì vi era racchiusa tutta la storia delle breve ma sanguinosa guerra che aveva devastato il mondo magico - e non - fino ad Ottobre del duemiladiciotto. Una storia, quella, che tutti loro avevano vissuto e a cui Percy aveva partecipato di proprio pugno..sia da una parte che dall'altra. Ma oggi ci interessa una in particolare. I passi misurati del giovane Watson si fermarono di fronte a una teca di vetro dietro la quale era appesa una pergamena. Decreto legge N°7493/2017. « Articolo tre. Scioglimento della Squadra Speciale Magica d'Intervento degli Auror. » Lesse velocemente il titolo, per indicarle quale fosse il centro della sua attenzione, e canalizzare dunque lì lo sguardo della ragazza. Un sorriso amaro si stagliò sulle labbra del ragazzo nel rileggere quelle righe che conosceva a memoria, dando il tempo anche a lei di fare altrettanto. Righe, quelle, che ovviamente Percy non aveva buttato giù di proprio pugno. Ma senza di me non ci sarebbero mai state. Se qualcuno ha reso quel decreto possibile, sono stato io. E non l'ho fatto per innocenza. Non l'ho fatto per sbaglio. L'ho fatto perché mi avrebbe portato un gradino più vicino al mio obiettivo. E mi è stato possibile farlo perché stavo imparando dai migliori. Aspettò che Maeve finisse di leggere, lanciandole un'occhiata di sbieco prima di voltare leggermente il capo nella sua direzione. « Ovviamente ho intenzione di chiederti quali siano i tuoi obiettivi riguardo Magisprudenza, ma prima di arrivare a quello voglio vedere altro. » Voglio vedere come pensi. « Prendilo come un piccolo test. » chiosò, inclinando leggermente il capo. Non voleva essere un'interrogazione, la sua. Non c'era una risposta giusta alla domanda che le avrebbe posto; o meglio, Maeve non aveva gli strumenti per conoscere la risposta a quella domanda. Percy voleva piuttosto caprie come l'avrebbe affrontata e quale ragionamento avrebbe scaturito in lei. « Se leggi bene il decreto, nella prima parte - quella con tutti i visto e i considerato, non vengono dati dei veri e propri motivi a giustifica dell'articolo tre. Ciò che ti chiedo è, quindi: tu cosa credi che sia accaduto? Come ci è arrivato il Ministero a sopprimere un ordine storico come quello degli Auror e a far sì che la maggior parte della popolazione lo accettasse in tutta serenità? » Sicuramente avrai le notizie ufficiali: il Corpo Auror era già stato ridotto a un gruppetto di poliziotti di quartiere in favore dell'istituzione della Squadra di Inquisizione, alcuni Auror si erano trovati coinvolti in un processo per abuso di potere e infine uno di loro era stato scoperto come infiltrato ribelle. Ma di tutto ciò, quanto c'era di vero? Quanto c'era di genuino e lineare e quanto invece di costruito appositamente? Percy sapeva ovviamente tutte le risposte a quelle domande, mentre era altrettanto ovvio che Maeve non vi avesse accesso - o che lo avesse in maniera limitata. Ma il punto non era quello di ricevere una risposta esatta. Ciò che siamo capaci di immaginare, siamo anche capaci di fare e disfare. E io voglio proprio sapere cosa tu sei in grado di immaginare, dietro a un decreto apparentemente insensato e una manciata di notizie.




    Edited by psychomachia - 20/12/2020, 17:33
     
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    Quando quella mattina Maeve apri gli occhi di soprassalto, era di nuovo raggomitolata sul letto della sua camera nei dormitori della Torre Corvonero. Era inusuale per lei urlare, durante quegli incubi che avevano preso a tormentarla sin dai tempi del Lockdown. Quasi ogni notte, non faceva che passare da un brutto sogno all'altro. A volte ripercorreva dei trascorsi che l'avevano segnata durante il periodo di detenzione fra le mura del Castello, rivivendo l'angoscia provata nel finire in una delle tante trappole, rivedendo tutti quei bambini che a differenza sua non erano riusciti ad uscirne indenni. Le sentiva come se fosse davvero rifinita lì, tutte le grida dei ragazzini che imploravano d'essere aiutati. Altre, veniva soltanto tormentata da un'infinità di voci sussurrate, che sembravano arrivarle da una distanza a lei sconosciuta. Nella sua scarsa padronanza della Legilimanzia, Maeve non aveva mai compreso a pieno se tutto ciò nascesse da un innesco involontario, causato dalla perdita del controllo che tanto si sforzava di mantenere, quando entrava nella fase REM... O se, alla fine, si trattasse di semplice suggestione e nulla di quello che percepiva fosse reale. Non era nemmeno sicura di sapere a chi appartenessero, quei mormorii che le si insinuavano nella testa, preferendo immaginare si trattassero di pensieri rubati alla gente tutt'intorno a lei. Attribuirli ad un fenomeno psicologico, più che realistico, l'aveva sempre aiutata a farlo sembrare meno spaventoso ed invasivo. Se per un breve periodo le cose erano all'apparenza migliorate, dopo gli eventi scatenatesi nel Burlesque, quei disturbi del sonno avevano ripreso a riaffiorare addirittura con maggiore frequenza. In maniera diversa, perché differenti erano le vicende nelle quali si era ritrovata invischiata suo malgrado, ma portandola sempre a quei bruschi risvegli nei quali faticava a riprendere contatto con la realtà e il possesso del proprio corpo. Spaventata, esausta e confusa, emise un lamento di frustrazione e si portò seduta non appena riuscì a muoversi, passandosi le mani sulle gambe e le braccia. Deglutì per cercare di calmare il respiro e sussultò per la fitta di dolore che avvertì alla gola; per non entrare in iperventilazione, si rannicchiò su se stessa, cercando di respirare. Inspira ed espira Maevey, ti è già successo un milione di volte. Inspira. Espira. Non sei tornata in quel corridoio, era un altro incubo. Vi rimase per un pezzo, ferma in quella posizione, almeno finché i polmoni ripresero a collaborare e la sensazione di annaspare per la mancanza d'aria svanì pian piano. Sentendo d'avere le palpebre umide si asciugò gli occhi e tornando distesa con uno sbuffo, andò alla ricerca del telefono - da lei tenuto sempre sotto il cuscino ormai. Un record, vossignorìa. Addirittura le sei! Resistette alla tentazione di scrivere a Derek, almeno finché non si fu fatto un orario decente per svegliarsi di sabato mattina, anche soltanto per accertarsi che le minacce dell'Altra di prenderselo e fargli ciò che aveva visto e vissuto ormai un'infinità di volte, fossero ancora una volta frutto delle ombre della notte che, assumendo la forma delle sue paure, erano state scacciate dall'inizio di un nuovo giorno.
    tumblr_o2rjetDbY81sciyblo7_250 [...] Che si trattasse di una giornata da pieno umore nero, lo provò più di un atteggiamento della piccola Cousland. Dapprima, aveva senza troppe cerimonie sottratto una catasta di punti a due suoi stessi concasati - a nulla erano valse le lamentele dei ragazzi, quando li aveva beccati a giocare in cortile, utilizzando un Levicorpus per tenere "scherzosamente" su un altro ragazzino. Non ci aveva perso neanche chissà quanto tempo, lapidaria nella risoluzione forse anche più del solito, uscendo poi dal Castello prima che uno qualsiasi dei suoi amici avesse avuto modo di rivolgerle la parola o farle perdere tempo inutile in chiacchiere. Era in perfetto orario, per l'appuntamento di quella mattina, tuttavia non era davvero nel mood giusto per stare ad ascoltare i vari gossip delle ragazze o accodarsi alle chiacchiere per le prossime vacanze natalizie. A differenza di molti dei suoi compagni coi quali si era confrontata, non aveva neanche passato le giornate precedenti all'incontro con il proprio Tutor a farsi schemi, piani e discorsi preparati semmai al tizio in questione fosse venuto in mente di interrogarli. Lei era certa di ciò che avrebbe voluto fare una volta fuori da Hogwarts; era una consapevolezza nata indipendentemente dal volere della sua famiglia, sin da quando aveva iniziato a leggere e capirne un po' del funzionamento del mondo - sempre nella sua personalissima visione ancora a tratti infantile, ma pur sempre decisa delle proprie insindacabili intenzioni. Non si sarebbe mai fatta prendere da improvvisi cambi di rotta, com'era accaduto a Domiziana, od insicurezze di sorta sull'avvenire come spesso rimproverava ad una Maxime - di cui la Corvonero invece riconosceva le potenzialità. Con ben poca umiltà... non sarà di certo un Percival Watson qualunque, o un Coriolanus Cousland, a decidere il mio futuro e farmi cambiare idea. Tutte le informazioni reperite su Percy, non erano state granché d'aiuto per la rossa nel farsi un'idea positiva; tuttavia, con l'aspettativa di quel primo incontro e la curiosità di scoprire cosa il ragazzo avesse in mente, era riuscito comunque a guadagnarsi la sua attenzione. E il beneficio del dubbio. Forse. Vediamo prima come ti poni, Watson. Perché in fondo, non era solo lei quella ad essere sotto esame. Se doveva passare del tempo con Watson per farsi ispirare, guidare ed istruire su ciò che l'attendeva a Magisprudenza, per la rossa quella condivisione doveva finire con l'essere quantomeno vantaggiosa per entrambi. Non fu difficile, intravedere la figura slanciata dell'ex-Serperverde, non appena giunse al luogo prestabilito. Oltre ad esserci fin troppo freddo, per bazzicare lì attorno senza uno scopo ben preciso, a pochi sani di mente veniva in mente d'aggirarsi nei pressi del monumento per i caduti di sabato mattina. Era stata proprio quella scelta ad incuriosire maggiormente la Corvonero; di conseguenza, il suo umore iniziò a migliorare anche soltanto provando a ritentare di capire dove Percival sarebbe andato a parare con quell'incontro. « Buongiorno Maeve. È un piacere conoscersi in circostanze più..serene. » Affiancato il ragazzo, gli si indirizzò con un sorriso privo di allegria sulle labbra, più per cortesia che alcun altro tipo d'emozione. « Buongiorno a te. Che dire? Condivido a pieno. » Mise da parte qualsiasi pensiero riguardante il chiaro riferimento di Watson al rave, qualunque trauma emotivo si stesse portando dietro per via della Loggia Nera, Lei non l'avrebbe mai lasciato trasparire né a parole né tantomeno a livello espressivo. Fingere d'essere la solita Maeve, quasi con tutti, stava diventando automatico. « Seguimi. » La curiosità, se non altro, la ridestò ancora entrando in possesso di un biglietto per l'ingresso al Museo. Annuì in direzione del bruno, seguendolo in un rigoroso silenzio fintanto non si ritrovarono all'interno dell'edificio, soffermandosi di fronte ad una vetrina contenente una pergamena ben esposta. Togliendosi lentamente i guanti dalle mani, li infilò in una tasca del cappottino verde, dando una prima rapida lettura alle disposizioni urgenti di quell'atto emanato pochi anni prima. « Articolo tre. Scioglimento della Squadra Speciale Magica d'Intervento degli Auror. » Rilesse più d'una volta l'articolo indicato, lanciando una sola occhiata di traverso verso Percy, quasi a poterne intuire le intenzioni. « Ovviamente ho intenzione di chiederti quali siano i tuoi obiettivi riguardo Magisprudenza, ma prima di arrivare a quello voglio vedere altro. Prendilo come un piccolo test. » Dovette contenere una delle sue solite rispostine sarcastiche, per evitare fraintendimenti, proprio come Derek le aveva preannunciato conoscendo l'elemento in questione. « Stai parlando con una Corvonero. Amiamo i test. » Ed io, in particolare, amo ancora di più superarli. « Se leggi bene il decreto, nella prima parte - quella con tutti i visto e i considerato, non vengono dati dei veri e propri motivi a giustifica dell'articolo tre. Ciò che ti chiedo è, quindi: tu cosa credi che sia accaduto? Come ci è arrivato il Ministero a sopprimere un ordine storico come quello degli Auror e a far sì che la maggior parte della popolazione lo accettasse in tutta serenità? » Non rispose subito, d'impulso, tenendo lo sguardo fisso su Percival per un istante per poi riportare le iridi smeraldine all'indirizzo della teca. Inclinò leggermente il viso, ragionando sulla vera entità di quelle domande. « Ti faccio un esempio: quando qualcosa si rompe, quando qualcosa finisce col guastarsi smettendo d'essere funzionale per lo scopo per il quale è stato creato, qual è l'approccio più comune utilizzato? Dal mio punto di vista, ne esistono due: o si tenta di ripararlo, andando incontro al possibile insuccesso, o lo si sostituisce con qualcosa di nuovo ovviando al problema con più tempestività. » Si prese il suo tempo, Maeve, prima di replicare con estrema calma. Dal tono controllato e sicuro della sua voce gradevole, ad ogni movimento quieto e tranquillo, ogni piccola sfaccettatura lasciava trasudare la naturale predisposizione della giovane ad esporre qualsiasi tipo di concetto senza scomporsi. « I vertici del Ministero, in quel periodo, avranno pensato di non avere il tempo materiale e che non potessero correre ulteriori rischi, per poter provare a sanare il Corpo Auror. Tagliare la testa al toro è molto più efficace a volte. E poi, c'era già la Squadra d'Inquisizione a colmare il vuoto che un ordinamento corrotto - che non funzionava più - avrebbe lasciato. » prese a ripetere con semplicità dettagli che, lei stessa, aveva appreso nel corso dei mesi basandosi sulla versione di quelli che erano fatti noti. Si trattò di una di quelle risposte che Maeve stessa definiva da paravento: lasciavano intendere che fossi aggiornato sugli eventi, ma ti aiutavano ad astenerti dal prendere una vera posizione; erano il tipo di opinioni che la maggior parte dei precettori l'avevano istruita ad esporre sin da bambina, preparandola a quel mondo secondo le aspirazioni dei Cousland, poiché esporsi e parlare troppo soprattutto in ambito politico equivaleva a tarparsi le ali da sé; erano anche le risposte che piacevano alla maggior parte dei professori, perché in fondo se era scritto sui libri di storia, quale senso avrebbe avuto contestare ogni concetto? Ed è sempre stato questo il tuo problema Maevey: tu, la paracula, riesci a farla soltanto fino ad un certo limite. L'approccio del "talk less, smile more" non funzionerà mai del tutto per me. Perché ho una testa pensante e ripetere l'argomentino a mo' di pappagallino ammaestrato soltanto per fare bella figura... è un affronto. « Questa, sarebbe la risposta più semplice è ovvia che potrei darti, se dovessi basarmi sulle sole notizie ufficiali senza ragionare con la mia testa. Questa sarebbe una versione... soddisfacente, se non avessimo testimonianze di un passato neanche troppo distante e una storia ufficiosa piena zeppa di riferimenti alla nostra inclinazione a reprimere e distorcere la realtà per i più disparati scopi. Consideriamola pure una debolezza - o un punto di forza, sempre in base ai punti di vista - dell'uomo. » E infatti, usò come suo solito quel giro immenso di considerazioni impersonali, per arrivare con più enfasi a ciò che invece era il suo soggettivo punto di vista. « Non entro in merito al discorso del chi fosse pienamente nel giusto e chi no, ognuno avrà sempre le proprie motivazioni e discolpe da far valere... La verità di una situazione, il più delle volte, si trova nella più semplice delle spiegazioni. E supponendo per ipotesi, quella più sensata, è che al Ministero il Corpo Auror fosse semplicemente di troppo. Di troppo per le disposizioni che avevano in mente, di troppo per ciò che rappresentavano, di troppo per poter esercitare il tipo di potere che necessitavano far valere da quel momento in poi. » si fermò a più riprese, nel caso Percival avesse voluto contestare o aggiungere qualcosa, continuando ad esporre quella mezza arringa con una composta posatezza quantomeno nell'inflessione della voce. Incrociando le braccia sotto al seno, alla fine si voltò del tutto all'indirizzo dell'altro. « Per quanto riguarda la popolazione... » Un sorriso mesto le si dispiegò sulle labbra piene, mentre si stringeva appena nelle spalle. « La gente non sempre vuole la verità. Non perché sia stupida, o cieca di fronte all'evidenza. Molti preferiscono trincerarsi dietro una realtà distorta, perché vogliono credere sia vera, scegliendo di illudersi e vedere le catene come uno scudo protettivo. Magari le reputeranno pur sempre delle catene sì, ma imposte per difesa e non piuttosto come mezzo di assoggettamento. La paura, d'altronde, è un ottimo deterrente per ottenere il controllo. » Soltanto a quel punto, fece un pausa più lunga, corrugando la fronte nell'atto di pensare se continuare o meno. « Con tutto il possibile rispetto per chi ha stilato questa lista di privazioni della libertà, sono Decreti del genere a spingermi con ancora più convinzione verso Magisprudenza. » Fece un cenno col viso in direzione della pergamena, rigirandosi poi verso il giovane con un altro sorriso sulle labbra che era appena accennato. Lo so cosa stai pensando adesso, è ciò che pensa la maggior parte delle persone quando una come me si perde in queste dichiarazioni, senza avere il coraggio di dirmelo in faccia: "eccola, un'altra ragazzina cresciuta nella sua gabbia dorata, convinta di poter raggiungere i suoi sogni di grandezza credendosi speciale. Si stancherà nel giro di qualche mese, quando finirà col portare il caffè agli sportelli degli uffici per i prossimi tre anni". « Il nostro percorso è senza dubbio uno dei più complicati e difficili, non è una carriera assicurata, non è assicurato nulla se non un insieme di mansioni frustranti che portano i più a pentirsi della scelta. Ma ti anticipo: non accadrà a me Percival. Ho letto da qualche parte che se la strada intrapresa è facile, se gli obiettivi che ti sei prefissato sono semplici da raggiungere, allora probabilmente stai andando nella direzione sbagliata. » Ed io sono certa che questa sia quella giusta, per me. Rendendosi conto, d'aver come suo solito preso a straparlare anche troppo, si morse all'improvviso la guancia per darsi un freno. « Scusa, mi lascio prendere dall'enfasi a volte. »

     
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