Horizons into battlegrounds

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    « Quel Cooper non mi è mai piaciuto, sai, però ah - vecchio bastardo! - questa cosa non se la meritava. L'ho sempre detto che non saremmo mai dovuti uscire allo scoperto. » Gabriel Highsmith era un vecchio cacciatore che ne sapeva una più del diavolo; impiegato sul fronte orientale per metà della sua vita a combattere contro le Megere in medio oriente. Si sarebbero sparse a macchia d'olio se il Credo non le avesse combattute per diversi anni non senza diverse perdite. « No ma infatti nemmeno io capisco perchè non stiamo ancora dietro all'invasione di Mollicci del '82 in Giordania. » Alla palese ironia della giovane Beatrice, Gabriel risponde dichiarando lo scacco matto. Beatrice sbuffa pesantemente scuotendo la testa. Nel gioco degli scacchi non è mai stata un asso. La sua strategia è sempre stata troppo aggressiva, forse troppo poco ponderata. D'altronde il vecchio Highsmith dal canto suo era un ottimo giocatore di prima categoria, che al centro anziani di Inverness organizzava di continuo tornei solo per stracciare i suoi coetanei e pavoneggiarsi a gran stratega della città. Beatrice non aveva molte occasioni per cimentarsi in quello e in altri giochi di strategia; l'unica ragione per cui si trova lì è perché ha promesso a se stessa di riservare più attenzione ai più anziani che, si lamentavano di continuo un po' di tutto. Suo nonno le aveva consigliato più di una volta di ascoltare di più gli anziani della città. Forse non avranno le tue stesse idee, ma potresti sempre trovare tesori nei posti più inaspettati. E dell'esperienza dei più grandi, Tris era certa di doversi avvalere di più; erano ottime compagnie, vispi, con idee forti che potevano sì essere sempre messe in discussione, ma che forse andavano ascoltate con più attenzione. « L'avevo detto io che dovevamo giocare a dama. » In tutta risposta l'anziano signore alza l'indice a mo di ammonizione nella direzione della giovane. Le mani ormai tremanti denotano la sua debolezza. Non ha più la tempra di un tempo, e lui ne è consapevole. Si è fatto promettere diverse cose da Tris, tra cui la possibilità di trovare almeno un giorno al mese in cui andare a trovarlo. « Non fare la spiritosa, signorina! Guarda che quel cipiglio da saputella non ti aiuterà a sfuggire dalla furia della signora Highsmith. » Alza gli occhi al cielo. « Non ricominciamo per piacere.. questa storia deve finire. » « Ha ragione sai.. ne abbiamo parlato anche con i Lightwood e i Rogers. Siamo tutti d'accordo. » Beatrice alzò un sopracciglio piuttosto perplessa. I vecchi discorsi circa la linea di successione dei Morgenstern erano un terreno costante di scontro ogni qual volta Beatrice si fermasse a passare un po' di tempo con loro. Hanno tanti buoni consigli da darmi, e tante cose da insegnarmi. Ma questa cosa proprio no. Eppure, era proprio ciò su cui sembravano volersi soffermare più spesso. A quanto pare con i Lighwood e i Rogers. La mia vita sentimentale viene discussa a cena dai vecchi della città. Bene ma non benissimo. « Lancaster è un ottimo partito. Avete bisogno di un erede. » Tris incroccia le braccia al petto e sorride con un tono leggermente perplesso scuotendo la testa. Ne è passato di tempo da quando Byron l'ha avvertita sul fatto che l'attacco a Inverness poteva essere un messaggio diretta a lei. « Si è fatto davvero tardi. Devo tornare al lavoro. Quel Cooper non si tirerà fuori da lì dentro da solo. » L'anziano Highsmith annuisce, seppur lo sguardo che le rivolge è palesemente di rimprovero. [...] Si trova al centro di comando. I sotterranei della Città Santa sono rimasti al buio per diversi anni; Exodus è rimasto in fase dormiente per diverso tempo, lavorando solo il minimo indispensabile affinché i cacciatori potessero tenere d'occhio la situazione. Senza la massima potenza tuttavia, l'energia dei fuochi fatui era fiacca e serviva a poco e niente. Quella mattina Tris aveva mandato diversi messaggi a tutti gli avamposti affinché facessero ripartire i motori rimettendo in moto l'energia pulsante che alimentava quella strana quanto sofisticata entità meccanica. Sebastian Matthews l'attendeva nella sala di controllo col solito sorriso affabile e le mani intrecciate dietro la schiena. « Avresti dovuto dirmi che i tuoi amici continuano a parlare solo ed esclusivamente di quello che faccio in camera da letto. » E' una furia, Beatrice Morgenster, quando scende nella sala più profonda del centro di controllo. « Hai visto Gabriel e Dorothy Highsmith? » Sembra parecchio divertito da quella sua intuizione, una notizia che non sembra giungerle nuova. « Non è divertente, nonno. Stanno mettendo in dubbio le mie capacità sulla base dell'assenza di.. » Ci mette un po' prima di dirlo a voce alta. « ..un erede. » Che cosa se ne faranno mai di un erede ora come ora? Un moccioso mio e di Percy. Sebastian non dice nulla. Le indica il grande piatto di rame al centro della sala e la intima ad avvicinarsi, porgendole un coltello d'argento. Sa già cosa deve fare. Ci vuole un elemento imprescindibile per riattivare Exodus. E' sempre stato così, e sempre lo sarà, a meno qualcuno non lo riprogramma. Purtroppo al mondo sono rimasti in pochi a conoscere i segreti più reconditi di Exodus. E ancora meno sono quelli che si fanno trovare. Uomini dediti alla causa del Credo sì, ma sempre celati in gran segreto proprio perché custodi di segreti inimmaginabili persino per l'Alpha della Mano di Dio. Solleva il palmo sopra il piatto e passa il coltello sulla pelle sottile, lasciando che diverse gocce del suo sangue cadano all'interno dell'imbuto al centro del piatto. Seguono un percorso arzigogolato come risucchiate da una calamita invisibile, finché non giungono alla base del piedistallo di cristallo su cui è posizionato il piatto, ramificandosi sul pavimento lungo un percorso prestabilito che ricrea il simbolo del Credo. Si schiarisce la voce e solleva lo sguardo verso l'alto, osservando gli schermi impolverato come se di fronte avesse quasi una persona. « Exodus, svegliati! » La stanza circolare prende a illuminarsi di colpo, con schermi che tornano a illuminarsi e un rumore meccanico di sottofondo che ridà vita all'intero ambiente. « Buongiorno Beatrice! Oggi è il 10 Novembre 2020, 18:53. La temperatura esterna è di 2 gradi. In serata si prospettano rovesci con possibile caduta di neve sopra i 1000 metri di altitudine. » Benissimo. « Bentornato Exodus. » Speravo non dovessimo ricontrarci così spesso. Speravo che in un modo o nell'altro fossimo in grado di contenerla. E invece, la decisione di rimettere in moto Inverness a pieno ritmo era stata presa, e tutti gli avamposti avevano votato a favore di quella misura. Uno dei loro era stato preso di mira in prima persona e le Logge, era chiaro, erano più vive e attive che mai. La mora si avvicinò con lentezza verso la grande mappa che si scagliava su una delle pareti circolari. Gli spostamenti di ogni lycan tracciate in tempo reale con puntini bianchi. C'era anche altro; piccoli vortici bianchi che apparivano e scomparivano costantemente sulla mappa in una danza frenetica. L'anziano Matthews avanzò qualche passo nella sua direzione, osservando con altrettanta attenzione la mappa, annuendo tra se e se. « Voglio che tu sappia che sono d'accordo con gli Highsmith. » Non le rivolse neanche il minimo sguardo, nonostante Beatrice si fosse voltata di scatto nella sua direzione corrugando la fronte. « Nessuno sta tentando di ficcare il naso nei tuoi affari. Nessuno ti ha chiesto di sposarti, o adempiere a qualche tradizione. Sei tu a decidere i giochi, però.. » C'è sempre un però. « Exodus ha bisogno del sangue di un Alpha. Molte altre cose non funzionerebbero qui dentro e là fuori senza. Ne hai avuto tu stessa la conferma poco fa. » Beatrice deglutì osservandolo con uno sguardo timoroso. Ti prego non dirlo. « Nessuno vuole metterti pressione. Ma è oggettivo il fatto che il futuro Alpha va assicurato. Io sono stato fortunato; ho vissuto molti anni. Altrettanto fortunati sono stati Gabriel e Dorothy. Molti altri però non lo sono stati e non puoi dire che questo sia il periodo più sicuro per un qualunque lycan o cacciatore. » Abbassò lo sguardo stringendo i denti, mortificata da quel velato rimprovero. Mi stai facendo una velata paternale perché pecco di egoismo. Sono egoista. Sto pensando solo a me. Gli anziani hanno paura che potrei tirare le cuoia da un momento all'altro e nessuno ha ancora capito cosa accade quando l'Alpha muore senza eredi. Non era mai accaduto. Non che loro ne avessero memoria. « Devi contemplare l'idea con più serietà. Fa parte del lavoro, Beatrice. » [...] Più tardi, risorta dopo un bagno caldo, si veste in fretta e furia e scende le varie rampe di scale come un uragano. Non fa caso a Percy e Holden, presenti nel gran salotto della castello, precipitandosi verso il cortile interno, sbattendosi la porta alle spalle dopo aver rivolto loro sono un lungo sguardo colmo di incertezza. No. Non ha voglia di affrontare tutto ciò che le passa per la testa. D'altronde cosa potrebbe dire loro? Mi sento messa con le spalle al muro. Fuori dalla Città e al suo interno. Là fuori in una prigione di massima sicurezza c'è uno dei suoi, la cui assenza sta facendo impazzire le retrovie dei ribelli, all'interno della mura della città invece ci sono un manico di vecchi che premono affinché si faccia mettere incinta per il bene della stirpe. Percorre velocemente la strada che la divide dalle stalle, affidandosi alla fiera possente figura di Augustus, un destriero dal manto scuro come la notte, su cui fissa la sella, pronta a saettare in lungo e in largo attraverso le vallate incontaminate che circondano la Città Santa. Ha bisogno di schiarirsi le idee e allontanarsi dall'atmosfera soffocante. Ma alla fine, dopo diverse ore, il luogo in cui approda è l'ultimo in cui avrebbe voluto trovarsi. La parte più antica di Inverness è leggermente distaccata rispetto alle mura. Là giacciono ne profondo sonno eterno, tutte le anime degli eroi che nel corso delle ere si sono susseguiti al servizio del Credo. Le porte del Sacro Altare dei Cacciatori si aprono al suo passaggio non appena vi si inchina davanti. E rema dritto Beatrice, fin quando non giunge nel cuore del cimitero. Là scende da cavallo e scende lungo una scala a chiciola che porta direttamente nel mausoleo della famiglia Morgenstern. E' un luogo spoglio, modesto, seppur l'architettura direbbe altro sull'importanze delle anime che vi giacciono. Si guarda attorno e ripensa all'esatto momento in cui lì dentro ce l'ha portata Byron, per mostrarle quel vecchio libro colmo di racconto circa un antico branco di Lycan destinato a salvare le sorti del mondo. Le sue dita accarezzano con gentilezza la pietra funeraria di Elizabeth Morgenstern. La prima volta che Beatrice l'ha vista dal vivo è stato poco più di due mesi prima. Era bella sua madre; una donna che pareva essere esattamente la figura materna che avrebbe desiderato. Le ci vuole poco prima di crollare in ginocchio di fronte a quella tomba. Alla sua sinistra la tomba di Richard Morgenstern e molti altri nomi; nomi che hanno un peso, che spirano rispetto e un passato immenso crollato sulle spalle dei pochi rimasti come ultimo avamposto contro forze che non capiscono appieno. Intreccia le mani di fronte al viso e chiude gli occhi in un desuento momento di profonda preghiera. Mamma, se ci sei ti prego, aiutami. Io.. non ho mai saputo pregare. Nessuno me lo ha mai insegnato. Non so nemmeno com'è che si parlato con Dio. Non so nemmeno se esiste questo Dio. Però io ho bisogno di una mano. Stiamo perdendo. Li sto perdendo. E non ho la più pallida idea di cosa fare. Forse il problema è che non dovevo essere io. Sì.. forse doveva essere qualcun altro. Forse là su hanno sbagliato tutto. Io non so cosa fare.. Resta lì, in preghiera per diverso tempo, crollando in lacrime per la prima volta dopo tanto tempo, ormai esausta e confusa, incapace di vedere. E poi di scatto qualcosa accade, mentre prega e piange, nello stesso avamposto consacrato, divenuto terreno custode di così tanti segreti.

    Il lungo corridoio lungo il quale si trova è fatto di tante porte differenti. Riesce a sentire i tanti rumori provenienti da ogni uscio. Sono luoghi diversi, situazioni diverse, vite diverse. Quel labirinto Tris l'ha già visto tante volte, in tante forme differenti. E' il nostro labirinto. Rimasto a prendere polvere per anni, mentre là fuori accadeva di tutto. Nonostante non vi siano nomi a indentificarli, Tris riesce a individuare ciascun proprietario senza neanche pensarci. Percy, Holden, Mia, Bobbie, Rudy, Vivienne e via così in un elenco che potrebbe continuare all'infinito. Tu ti chiami Bryan, tu ti chiami Will.. tu sei Eva, e questa è Meredith.. Accarezza ciascuna di quelle porte con una cura inimmaginabile, un affetto che al di fuori di quel labirinto non è certa di poter mostrare a nessuno di loro. Byron. Byron è lì. Prova a bussare una, due, tre volte. Nessuna risposta. Rotea il pomello ma porta non si pare. « Byron, rispondi. Sono Tris. » Nessuna risposta. E allora bussa con più forza, richiamando di nuovo, una due tre volte. « BYRON, APRI! » Ma nonostante questo non le giunge nessuna risposta, mentre urla e lamenti disperati fuoriescono da quel uscio. E a quel punto fa esattamente ciò che farebbe Beatrice Morgenstern quando non viene ascoltata. Prima prende la porta a calci, poi inizia a dargli diversi spintoni con la spalla, finché lentamente gli stipiti non iniziano a cedere. « BYRON! SVEGLIATI! » La porta crolla svelando l'ambiente spoglio e grigio di una cella al chiaro di luna; ombre spaventose svolazzano in lontananza, mentre lamenti, risate e voci di sottofondo si mischiano al caos del corridoio in netta contrapposizione con il silenzio tombale del sacro mausoleo dei Morgenstern. Gli occhi della ragazza incontrano quelli di lui, mentre gli fa cenno di seguirla. « Andiamo in un posto più tranquillo che dici? » Ed eccoli quindi dall'altra parte, nel mausoleo di famiglia, mentre Tris, ancora un po' incerta lo osserva come se si trovasse di fronte a un fantasma. Che non sia più abituata a quella sensazione è evidente.
    Come stai? Ti trattano bene? Stai resistendo? Domande che a quel punto le sembrarono tanto inutili quanto stupide. Che non stesse bene poteva percepirlo da sè, che fosse in attesa già da un po' era altrettanto evidente. « Non so quanto tempo ho, quindi devi ascoltarmi. » Dice di scatto. « Non so perché prima questa cosa non funzionava più, ma credo che il fatto che ci troviamo faccia a faccia basta per capire cosa sta succedendo. » Si stringe nelle spalle e sospira mentre si rimette in piedi. Il fatto stesso che lui poteva sentirla rispetto a prima del rave quando sembrava vagare nelle vite altrui senza avere una minima risposta ne era la cifra stilistica. « Hermione Granger sta preparando la tua difesa. Sta lavorando in grande con molte persone esterne. Ha anche lasciato il suo posto al Ministero. » Gli getta uno sguardo eloquente sospirando. Purtroppo quando ci sono troppe persone esterne ci sono anche troppe incognite. Non sai mai dove andrà a parare la situazione. « So che non l'hai fatto. A Inverness sono tutti con te. Hanno visto esattamente ciò che ho visto io.. e quella non è opera tua. Ma se anche non fosse stato così, non ti avrei lasciato comunque qua. » Perché uno dei nostri non verrà mai giudicato da una di queste mezzeseghe con la puzza sotto il naso. « Io non so come si metterà tutto questo per vie legali. Della loro legge non mi fido. Però, se anche dovesse andare male, devi stare pronto. Perché da qui dentro uscirai comunque. Presto. Organizzerò tutto, e qualora fosse necessario, questo posto lo faremo scoppiare. » Una sicurezza quella di Beatrice Morgenstern che non accettava poi molte repliche. Io ti farò uscire. Con le buone o con le cattive. E spero per loro ti facciano uscire con le buone, altrimenti e guerra, e assieme allo Shame metterò sulla lista nera anche loro. « Devi però darmi una mano.. » E dicendo ciò allunga il braccio nella sua direzione, roteandolo quanto basta per poi sussurrare sotto voce poche semplici parole. Fuoco cammina con me e il vecchio marchio dei ribelli compare sul suo avambraccio così come su quello di Byron. « Questo non è un semplice patto di segretezza. C'è solo una persona che può farlo. L'hai vincolato a te e solo a te. » E questa è magia avanzata, un tipo di fattura ambigua che non sembra nemmeno arrivare da questo mondo; è magia non completamente bianca, né completamente oscura. Qualcosa di diverso, sospeso in una zona grigia. « Li terrò a bada, ma per farlo, hanno bisogno di un altro obiettivo. Ed io ho bisogno di potermi fidare di loro. » Hanno bisogno di sentirsi parte nuovamente di qualcosa. Ed io ho bisogno di sapere che non faranno di testa loro appena mi giro a guardare dall'altra parte. « Devi spiegarmi come funziona e dove trovo la fattura. » Resta per un po' in silenzio, osservandolo con attenzione, mentre un pensiero ancora allo stato embrionale si insinua nella sua mente in maniera invasiva. « Questo non è solo un piccolo incidente diplomatico tra Inverness, ex Ribelli e Governo vero? Non si tratta neanche di ripartire da capo.. è che non è mai finita. »


     
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    Il tempo sembra scorrere differentemente. Lo spazio, anche, non ha le nostre stesse leggi. Eppure della solita melodia suonata dal sassofonista non vi è alcuna traccia. Una musica differente, terrena, gracchiata da un vecchio giradischi che fino a quel momento Byron aveva sempre visto spento e inutilizzato. « I don't want to set the world on fire. I just want to start a flame in your heart. In my heart I have but one desire. And that one is you. No other will do. » Lo sguardo di Byron si fissò sull'ormai noto interlocutore, sollevando un sopracciglio con aria interrogativa. « Ogni quanti millenni cambiate la musica qui dentro? » In tutta risposta, l'uomo sorrise con la parte del volto che poteva davvero farlo. « Solo per le occasioni speciali. » « Ormai ho imparato a temerle, le vostre occasioni speciali. L'ultima volta che me ne hai profetizzata una mi hanno arrestato. » Era successo pochi giorni prima, eppure Byron sembrava essersi abituato velocemente alla propria cella; di certo era una sistemazione molto più lussuosa rispetto a quella che gli era stata data dai propri stessi simili in seguito al rituale di passaggio. Ormai i fantasmi non mi tormentano più. Quando apro gli occhi e incontro le cavità vuote di alcuni di loro, o quando i loro bisbigli si accavallano, non provo più paura. Mi fanno compagnia. Non sono mai solo. Ho i lycan e i fantasmi. Mi manca solo Renton - ma non sono preoccupato: se la caverà..ce la caveremo tutti. « Doveva succedere. Tutto ciò che deve avvenire, avverrà. È già scritto per chi sa leggerlo. » Sospirò, guardandosi intorno in quella stanza rossa un po' troppo familiare. « Beh, allora penso che dovrai leggermelo tu. Sai..Azkaban deve ancora lavorare sulla biblioteca. » Un altro sorriso artefatto fu ciò che ottenne come prima risposta a quelle parole. Sempre la stessa storia: qualunque cosa Byron dicesse, l'uomo sembrava averla già prevista. « Due da consacrare. Uno da recludere. Uno per due come quella di Mozart. Requiem per le duecentotrentanove voci che cadranno in silenzio all'unisono. Ma sentirete tutti la prima crepa di Babele quando il ciliegio fiorirà. Gioventù che sboccia a primavera tra le linee della torre. » Se già di norma Byron provava confusione di fronte ai messaggi dell'emissario, quella volta ne provò di ulteriore, ritrovandosi ad aggrottare la fronte. Eppure una cosa era piuttosto chiara. « Duecentotrentanove, hai detto. Moriranno, vero? È questo che mi stai dicendo: che duecentotrentanove persone verranno uccise in un colpo solo. Chi sono? » « Hai tutti gli strumenti per capirlo, ma te l'ho detto: tutto ciò che deve avvenire, avverrà. » Cadde il silenzio tra i due mentre lo sguardo ceruleo di Byron si fissava con freddo astio in quello dell'interlocutore. « Tu mi dici tutte queste cose, sempre. Eppure io non l'ho ancora capito, da che parte state..tu e chiunque ti mandi da me. » Per la prima volta non fu un sorriso quello che ricevette, ma una sommessa risata, come quella di un padre che ride alle domande ingenue del figlio. « Sei ancora così lontano dalla verità, Byron, se mi poni questa domanda. » « I've lost all ambition for worldly acclaim, I just want to be the one you love. And with your admission that you feel the same, I'll have reached the goal I'm dreaming of. Believe me, I don't want to set the world on fire. I just want to start a flame in your heart. »

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    « BYRON! SVEGLIATI! » Aprì gli occhi di colpo, ritrovandosi di fronte la figura di Beatrice Morgenstern. Una manna dal cielo, in quel dato momento, perché non sapeva quanto a lungo le parole di quel sogno sarebbero rimaste impresse con precisione nella sua memoria. Ed era proprio nella memoria, che Byron se le stava ripetendo all'infinito, aggrappandovisi come uno studente che cerca di imparare una poesia all'ultimo minuto per non prendere un brutto voto. « Andiamo in un posto più tranquillo che dici? » Annuì, serio, ritrovandosi presto catapultato nel mausoleo della famiglia Morgenstern. « Devo parlarti. » disse velocemente, ma la sua voce si accavallò presto a quella della ragazza. « Non so quanto tempo ho, quindi devi ascoltarmi. Non so perché prima questa cosa non funzionava più, ma credo che il fatto che ci troviamo faccia a faccia basta per capire cosa sta succedendo. » Il contatto lycan. Un contatto che si era ristabilito a inizio Settembre, sebbene in modalità ancora poco chiare e altalenanti. « Hermione Granger sta preparando la tua difesa. Sta lavorando in grande con molte persone esterne. Ha anche lasciato il suo posto al Ministero. So che non l'hai fatto. A Inverness sono tutti con te. Hanno visto esattamente ciò che ho visto io.. e quella non è opera tua. Ma se anche non fosse stato così, non ti avrei lasciato comunque qua. » Sospirò. Notizie che potevano sembrare confortanti, ma che alla luce del sogno appena avuto sembravano scivolare su Byron come acqua piovana. Tutto ciò che deve avvenire, avverrà. Ed era piuttosto certo che quel recluso di cui la profezia parlava fosse proprio lui. Lo avevano appena arrestato, aveva solo senso che quella frase si riferisse all'esito del processo che stava per affrontare. Un esito a suo parere già scontato dal momento stesso in cui gli Auror erano arrivati per scortarlo via da Cherry Island. « Io non so come si metterà tutto questo per vie legali. Della loro legge non mi fido. Però, se anche dovesse andare male, devi stare pronto. Perché da qui dentro uscirai comunque. Presto. Organizzerò tutto, e qualora fosse necessario, questo posto lo faremo scoppiare. » Parole, quelle, che se possibile gli misero ancora più fretta e paura. Duecentotrentanove. Dentro Azkaban ce ne stanno molti di più. È plausibile. Ma è di loro che stava parlando? Di vittime incidentali? Difficile interpretare quel conundrum. Ogni qualvolta l'uomo dal volto bruciato gli avesse dato una profezia, questa si era avverata - pur se in maniera totalmente diversa rispetto a quella che Byron aveva preventivato. E ogni volta, la scelta di parole si era rivelata essenziale: nulla era lasciato al caso. « Devi però darmi una mano.. Questo non è un semplice patto di segretezza. C'è solo una persona che può farlo. L'hai vincolato a te e solo a te. » Gli occhi di Byron si posarono sul simbolo che Tris aveva invocato, vedendosi scorrere sotto gli occhi i ricordi di tutto ciò che lo aveva portato in primo luogo a crearlo. Tempi non lontani, ma che sembravano essere stati dimenticati dai più. « Li terrò a bada, ma per farlo, hanno bisogno di un altro obiettivo. Ed io ho bisogno di potermi fidare di loro. Devi spiegarmi come funziona e dove trovo la fattura. Questo non è solo un piccolo incidente diplomatico tra Inverness, ex Ribelli e Governo vero? Non si tratta neanche di ripartire da capo.. è che non è mai finita. » Le iridi azzurre di Byron si posarono serie in quelle di Tris, lasciando che un breve silenzio si innestasse tra loro prima di scuotere il capo. No, non è mai finita. « La fattura..è un vincolo. » cominciò a spiegare, partendo da ciò che di base era già intuibile. « Una volta circoscritto l'ambito di informazioni, questo viene stipato nella memoria magica del tatuaggio non appena qualcosa di nuovo o pregresso viene a galla. Da quel momento in poi, chiunque lo porti non ha scelta alcuna: potresti provare un metodo qualsiasi di comunicazione, ma non riuscirai a far trapelare alcunché. C'è solo un limite che non è stato ancora testato: quello del contatto lycan. » Le rivolse uno sguardo eloquente. Si dà per scontato che un lycan non tradirebbe mai il branco, ma non possiamo esserne del tutto certi. E se un lycan infedele, non tatuato, potesse venire a conoscenza di qualcosa..siamo nelle mani di Dio. Solo lui può sapere se gli sarà possibile ricevere le informazioni e, eventualmente, comunicarle a terzi. « Per trovare le istruzioni della fattura devi andare in Irlanda. Nel vecchio cimitero dei cacciatori, fuori Dublino, c'è una tomba vuota a mio nome. È lì dentro che l'ho nascosta. » Stirò un lieve sorriso, inclinando il capo di lato. La vena poetica deve avermela passata la stanza rossa. « Però c'è dell'altro da cui devo metterti in guardia, Beatrice. Un altro sogno. » Si guardò intorno, come ad accertarsi che fossero soli, ma anche per trovare qualcosa di utile intorno a sé. « Devi scrivere. È una profezia ed è necessario che le parole siano precise, quindi bisogna fare in fretta..fin tanto che me le ricordo bene. » Fu a quel punto, quando la Morgenstern ebbe trovato qualcosa su cui scrivere, che Byron cominciò a dettarle ciò che gli era stato riferito. « Due da consacrare. Uno da recludere. Uno per due come quella di Mozart. Requiem per le duecentotrentanove voci che cadranno in silenzio all'unisono. Ma sentirete tutti la prima crepa di Babele quando il ciliegio fiorirà. Gioventù che sboccia a primavera tra le linee della torre. » Si interruppe, lasciandole a intendere che lì finiva la profezia. « Credo di essere io, il recluso. Tutto il resto, tanto per cambiare, è oltremodo ambiguo. Ciò che però mi sembra piuttosto certo è che duecentotrentanove anime moriranno. Non so come, non so quando..ma succederà, e da ciò che mi è stato lasciato ad intendere, non c'è nulla che si possa fare per evitarlo. » Sospirò, guardandola negli occhi. Però nessuno di noi due ha mai accettato di sentirsi dire che una cosa non la poteva fare. « Non so quanto tempo abbiamo per decifrarlo. »



     
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