Stanza n°13

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    a stanza di Emilia si trova nell'edificio dei collegiali di Serpeverde - si tratta di una singola con un piccolo bagno adiacente. In piedi sull'uscio, nell'angolo a destra si trova il letto, addossato ad una parete che Emilia ha decorato con stampe, adesivi e poster. Un piccolo angolo per lo studio fa invece bella mostra di sé sul lato opposto al letto, ed un grande armadio - che Emilia ha magicamente esteso per infilarci dentro tutti i suoi vestiti - corre lungo la porzione restante di parete.

    Questa discussione rientra nel progetto quotidianità


     
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    La notizia di una wild Emilia che vive nel Campus aveva messo Mun di cattivo umore. Ancora una volta la migliore amica aveva deciso di fare di testa sua, e di ciò, Mun aveva ben pensando di lamentarsene diffusamente con June mentre percorrevano la strada verso lo studentato Serpeverde. « Facciamo finta di niente, ok? Cioè lo so che questa cosa è già un po' tanto pesante di suo.. però mi fa proprio arrabbiare, accidenti! » Armate di alcol e cibo, avevano quindi percorso la strada che le divideva dalla stanza numero 13 che aveva già visto il giorno prima quando aveva accompagnato Emilia a scegliere diversi oggetti di arredamento che insieme avrebbero sistemato per rendere quel posto più accogliente. « Ok, prima di vederla ti avviso: quando entriamo, ti prego, fai finta di trovarti davanti agli alloggi di Luigi XIV, altrimenti le prende a malissimo. » Sospira e scuote la testa. « Cerchiamo di renderle questo contrappasso più semplice.. » Perché è stupida e non è in grado di chiedere aiuto finché non è sul orlo di un precipizio. Bussa quindi alla porta sorridendo non appena i suoi occhi incontrano quelli della migliore amica. « Eccola, la piccola fiammiferaia. » Le stampa un bacio sulla guancia, prima di superarla penetrando nell'ambiente leggermente claustrofobico. Niente a che vedere con la sua precedente camera da letto, o con qualunque confort a cui la stessa Mun era abituata. C'è da dire che ho dormito per mesi su una brandina dentro una cella nel Lockdown. In confronto questo è un lusso. Si siede sul letto e tira fuori dalla busta il contenitore colmo di sfiziosità salate che ha ordinato presso un forno piuttosto famoso a Glasgow. « Abbiamo il cibo.. » Dice posando la scatola sulla scrivania. « E Junie ha portato il vino. » Afferra un pezzo di torta salata e annuisce tra se e se guardandosi attorno con un occhio indagatore. « Allora, da dove vuoi iniziare con l'extreme makeover? » Pausa. « E non pensate che solo perché siete negate col design, sarete anche esonerate dallo sputare il rospo circa le ultime catastrofiche puntate. Anzi! A maggior ragione dovete farlo mentre l'artista lavora. Lavoro meglio a pane e veleno. » E dicendo ciò solleva un sopracciglio in direzione di entrambe attentendo che i bicchieri di vino venissero riempiti. « Em? Vuoi fare gli onori? » Le chiede quindi indicandole la bottiglia di spumante.



     
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    Quando Emilia sente bussare, la situazione vista dall’esterno è un caos — ha rimpiazzato i mobili orribili che venivano con la stanza, ed ha corrotto il ragazzo che glieli ha scaricati a montarli. Ora se ne stanno disordinatamente accantonati contro le pareti: il letto, la scrivania, la libreria e l’armadio. Per terra, però, dopo essersi rimboccata le maniche ed aver perfino spazzato — non senza lamentarsi — il pavimento, ha posato tre cuscini e tre bicchieri vuoti, assieme a tre piatti ed i tovaglioli.
    Si lancia ad aprire la porta, accogliendo Mun e June con un ghigno soddisfatto, « Eccola, la piccola fiammiferaia. », accetta il rimprovero implicito con una risata — potevi chiamare, potevi avvisare, ti avrei dato una mano, sdegno ed esasperazione dipinti in un singolo cipiglio. « Abbiamo il cibo… E Junie ha portato il vino. », sorride, andando a sedersi su uno dei cuscini, invitando le altre due a fare lo stesso. «Musica per le mie orecchie», si alza per prendere il vino ed aprirlo, per poi servirlo nei bicchieri di tutte e tre. «Sono contenta di vederti, June, stai avendo una gran carriera», e non c’è punta d’invidia o di superiorità — nonostante non capisca un’h di Quidditch e non le sia mai importato più di tanto, per quanto fare la cheerleader sia divertente, è contenta di vedere una ragazza come June fare un salto così grande.
    « Allora, da dove vuoi iniziare con l'extreme makeover? E non pensate che solo perché siete negate col design, sarete anche esonerate dallo sputare il rospo circa le ultime catastrofiche puntate. Anzi! A maggior ragione dovete farlo mentre l'artista lavora. Lavoro meglio a pane e veleno. », non può fare a meno di ridere, annuendo convinta, «Esiste qualcuno che riesce a lavorare senza veleno, mi chiedo?», domanda, retorica. «Comunque inizierei dal goderci il vino e le chiacchiere… ti ho messo lì un quaderno e delle matite, per stasera ti basta solo usare il tuo estro creativo per pensare ad una buona sistemazione dei mobili… ovviamente non è mia minima intenzione spostarli ora, chiamerò qualche baldo giovane dai corridoi per questo», conclude, alzando le spalle con un sorriso beffardo.
    « Em? Vuoi fare gli onori? », alza il bicchiere di vino, per recitare solennemente, «So che non vedi l’ora di sapere perché sono caduta in disgrazia, Miss Marple», ride, «Potrei… essere andata a letto con il nuovo fidanzato di mia madre», confessa, con un mezzo sorriso dato solo dalla sfacciataggine della disperazione. «Forse più di una volta», forse, «Papà è in vacanza con sua moglie, quindi non può ancora fare nulla», e quel papà non è sostituito da il cretino solo perché June è presente. «Comunque mi ero stufata di vivere con lei, e questa è una soluzione temporanea. Pur per questo breve periodo di tempo, però, voglio avere una dignità ed una camera che non trasudi l’etichetta birra fredda e sudore di collegiando parzialmente dotato», uno sguardo d’intesa con entrambe, perché if you know, you know. «Quindi brindiamo a mia madre che è una stronza, ma che trova sempre fidanzati che sono dei leoni a letto», propone, alzando il bicchiere per farlo tintinnare col loro, «A chi tocca il prossimo veleno?».
     
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    « Facciamo finta di niente, ok? Cioè lo so che questa cosa è già un po' tanto pesante di suo.. però mi fa proprio arrabbiare, accidenti! » June annuì, soppesando l'espressione contrariata di Mun. « Capito. Se dovesse servire, comunque, ho una seconda bottiglia in borsa. » Replicò, dondolando davanti al suo viso una bottiglia di ottimo spumante, ripescato dalla taverna di casa. E se non dovesse essere sufficiente possiamo sempre farcene consegnare un'altra con WineDelivery. Da quel che aveva capito la situazione era grave e qualche bicchiere di troppo avrebbe solo giovato all'umore generale. Giunte davanti alla stanza numero 13, June si stampò sulle labbra un sorriso sincero ma un tantino forzato che, tuttavia, divenne più naturale nel momento in cui il viso di Emilia apparve sullo stipite della porta. « Hey, Emilia! Come va? » Ok, forse era meglio evitare questa domanda. Le porse il vino e seguì le due Serpeverde all'interno dell'alloggio, guardandosi attorno incuriosita. L'istituzione del College era recente e, di conseguenza, anche gli Studentati dovevano essere piuttosto nuovi. Ma certo non molto spaziosi. Seppur di modeste dimensioni, una sola camera poteva risultare soffocante a lungo andare. E anche troppo vuota, probabilmente. Non conosceva Emilia abbastanza bene da avere una solida opinione sulle ragioni che avevano motivato la sua decisione di optare per lo studentato ma, in quel momento, June comprese appieno la frustrazione della cugina. Ridacchiò alle parole di Mun, scuotendo piano il capo mentre dava un piccolo morso ad un pezzo di torta salata. « Non lo definirei propriamente veleno, ma di certo ho qulcosina di cui lamentarmi. » Replicò, soffocando un sospiro. La cosa più assurda è che non so nemmeno da dove cominciare. « A proposito di baldi giovani, hai notato qualche vicino carino? » Domandò, inarcando un sopracciglio nell'incontrare lo sguardo di Emilia, rivolgendole un'occhiata complice. Insomma, un pregio in questa situazione deve pur esserci! Afferrò un bicchiere di vino e ridacchiò sottovoce nel sentire Mun apostrofata come Miss Marple, mettendosi comoda sul cuscino per ascoltare le disavventure di Emilia. «Potrei… essere andata a letto con il nuovo fidanzato di mia madre» June la fissò per un istante, certa che si trattasse di un battuta e, quando intuì che non era così, arrossì leggermente, sgranando i grandi occhi azzurri. Ah. « Beh » Esordì, schiarendosi la voce. « sono sicura che riusciremo a rendere perfetta questa stanza. Dopotutto hai Mun come arredatrice personale. » Le sorrise, incoraggiante, sollevando il bicchiere sino a scontrarlo con quelle delle altre due. Aveva conosciuto Emilia tramite la cugina e non avevano mai trascorso molto tempo insieme - non da sole, almeno - ma le stava simpatica e giudicare gli altri non faceva parte dell'indole di June. « Uhm, credo sia il mio turno. » Ammise, alzando la mano. « Ciao a tutte, sono June e ultimamente la mia vita è una sitcom. » Si strinse nelle spalle, dopo quella pessima battuta. « Diciamo che ho un po' l'imbarazzo della scelta ma dato che siamo in tema famiglia e Munie ha bisogno di ispirazione... » Scoccò un'occhiata alla cugina, roteando gli occhi al cielo con aria esasperata. « Credo di essere a tanto così dal pagare qualcuno per fare fuori nostra nonna. » Avvicinò l'indice e il pollice della mano destra, lasciando tra loro solamente pochi millimetri. « E non per l'eredità che possiede, bensì semplicemente perché è una vecchia acida, incontentabile e costantemente inopportuna. » Sospirò, con una piccola smorfia. « Non ho mai capito se è la sua natura o lo è diventata dopo la morte del nonno, però... Mun, io non penso di poterla reggere sino al tuo matrimonio. Dobbiamo trovare il modo di rispedirla in Francia o al prossimo evento di famiglia mi presento con Olympia come fidanzata e le faccio venire un infarto. Così ce la togliamo dalle palle una volta per tutte, la vecchia megera. » Scosse il capo, portando alle labbra il bicchiere per bere un generoso sorso di vino. « Per quanto riguarda il resto, sono ancora troppo sobria. Magari alla seconda bottiglia riuscirò a parlarne senza sentirmi ridicola e patetica al tempo stesso. » Ci sarebbe anche troppo da dire, meglio rimandare a più tardi. « Nel mentre, il tuo veleno? » Chiese, incrociando lo sguardo della cugina e sollevando entrambe le sopracciglia. Perché la testardaggine di Emilia ti avrà anche infastidita, ma dubito si tratti solo di questo.


     
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    Mun inizia a guardarsi attorno, consapevole di quanto quella stanza necessitasse di un tocco creativo. Qualcosa che sappia proprio di Emilia. Anche se sarebbe stato molto più semplice se solo avessi chiesto aiuto dall'inizio. « So che non vedi l’ora di sapere perché sono caduta in disgrazia, Miss Marple » « Sono tutta orecchie. » «Potrei… essere andata a letto con il nuovo fidanzato di mia madre. Forse più di una volta » Lo sguardo di Mun saetta divertito verso June, mentre tenta di cambiare argomento. In tutta risposta la mora osserva la migliore amica con un sorriso complice. Non è scandalizzata da ciò che sente, anzi, scoppia a ridere piuttosto divertita nel vedere la cucina così nervosa. Chiunque avesse visto quel trio lo avrebbe trovato davvero fuori posto. Una sedotta e abbandonata, una libertina e una madre. « Quindi brindiamo a mia madre che è una stronza, ma che trova sempre fidanzati che sono dei leoni a letto » « Voglio approfondire di più questo argomento, perché mi sembra molto interessante. Ma prima.. Junie? » E dicendo ciò si gira verso la cugina. « Credo di essere a tanto così dal pagare qualcuno per fare fuori nostra nonna. » Ascolta tutto l'intervento della cugina per poi rivolgersi verso Emilia per parafrasare in maniera poco elegante. « In poche parole: Delphine ha rotto il cazzo. Tanto per cambiare. » Lapidale e forse un po' semplicistica. Si porta il bicchiere di vino alle labbra e annuisce tra se e se. « Nel mentre, il tuo veleno? » Si irrigidisce appena, Mun, e deglutisce pesantemente. « Non è che ci sia proprio del veleno. Le cose si sono un po' complicate.. » Un po'.. « Però a questo punto, sinceramente non so nemmeno come.. come spiegarlo. Non è il miglior periodo della mia vita ecco.. stanno succedendo tante cose.. che non capisco. » Si stringe nelle spalle sospirando. « Però ecco.. al di là di tutto, ho pensato che vedervi mi avrebbe fatto bene. E poi.. ecco.. ci ho pensato e ora come ora io ho davvero bisogno di una cosa bella nella mia vita. Una che non si possa rovinare. Quindi volevo vedervi insieme perché sono certa che il giorno del mio matrimonio vorrei che voi due foste al mio fianco. Non so se sarete le uniche.. - voglio un esercito di damigelle! Però per adesso, di voi due sono certa. » Siete come due sorelle. E io di sorelle ne ho bisogno, in questo mondo che sembra andarmi contro in ogni maniera. « Ho bisogno di fare questa cosa: sposarmi. E vorrei che fosse una cosa bella.. che fosse un giorno fatto di tanti sorrisi e persone che si amano. Voglio proprio tutto.. l'addio al nubilato più becero che ci sia, e voglio il vestito da sposa dei sogni, e voglio che quel giorno sia un po' una rivincita di tutti. » Si stringe nelle spalle lasciando oscillare lo sguardo tra le due. « Vi va di fare questa cosa con me? E' una richiesta ufficiale. » Pausa. « Prometto di orientare la scelta dei testimoni verso baldi giovani single con cui possiate imboscarvi dopo. » Perché sì. Io voglio anche questo stereotipo. Voglio proprio tutto.



     
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    Scuote la testa, alla domanda sui baldi giovani di June, mentre poggia il bicchiere di vino e si alza per prendere i salatini portati dalle ragazze. «Però sono arrivata ieri sera, ed ho passato la maggior parte della giornata prima tra mille negozi d’arredamento e poi rinchiusa qua dentro», sospira, posando i vassoi e tornando a sedersi sul cuscino, «Mi toccherà rimediare, ma vi stilo una lista», punzecchia entrambe con un sorriso.
    In seguito alla sua grande rivelazione, Emilia cerca di non ridere per la reazione di June, riuscendoci pure in maniera egregia, nonostante non riesca a levarsi l’espressione divertita che si è scavata nella sua memoria muscolare. « Sono sicura che riusciremo a rendere perfetta questa stanza. Dopotutto hai Mun come arredatrice personale. », annuisce, scoccando un’occhiolino alla Carrow, «Intanto si degni di prendere il foglio e le matite, arredatrice personale», afferma, indicando il bloc notes abbandonato ancora sulla scrivania.
    « Voglio approfondire di più questo argomento, perché mi sembra molto interessante. Ma prima.. Junie? », annuisce in direzione di Mun, promettendole solennemente con lo sguardo di entrare nei più interessanti dettagli, per poi spostare gli occhi su June. « Ciao a tutte, sono June e ultimamente la mia vita è una sitcom. Diciamo che ho un po' l'imbarazzo della scelta ma dato che siamo in tema famiglia e Munie ha bisogno di ispirazione... », le sopracciglia saettano verso l’alto, curiosa da quale sia il nocciolo della questione. Ed al « Credo di essere a tanto così dal pagare qualcuno per fare fuori nostra nonna. » di June, non può evitare di alzare il bicchiere e portarlo alle labbra, «Amen», le fa eco, con convinzione. « E non per l'eredità che possiede, bensì semplicemente perché è una vecchia acida, incontentabile e costantemente inopportuna. Non ho mai capito se è la sua natura o lo è diventata dopo la morte del nonno, però... Mun, io non penso di poterla reggere sino al tuo matrimonio. Dobbiamo trovare il modo di rispedirla in Francia o al prossimo evento di famiglia mi presento con Olympia come fidanzata e le faccio venire un infarto. Così ce la togliamo dalle palle una volta per tutte, la vecchia megera. », non può fare a meno che ridere, quando Mun conclude bellamente con: « In poche parole: Delphine ha rotto il cazzo. Tanto per cambiare ». «Il trucco della fidanzata non passa mai di moda», prende una pausa, bevendo ancora un sorso di vino, «Ma siamo sicuri che dopo l’infarto non si rialzi dalla tomba e venga ad uccidere te?», domanda, ghignando — ha avuto l’impareggiabile fortuna di conoscere Delphine Rosier, che per antipatia nella lista di Emilia è seconda solo a Sagitta. «Comunque, come ti sta tormentando?», domanda, prima di prendere una fetta di torta salata e rovesciarla su un piattino di carta. In qualche modo sente che il veleno di June non è realmente uscito dal basilisco di Delphine Rosier, ma attende un altro momento per incalzare — e June lo conferma proprio poco dopo.
    Si volta verso Mun, quindi, quando è ormai chiaramente il suo turno, « Non è che ci sia proprio del veleno. Le cose si sono un po' complicate.. Però a questo punto, sinceramente non so nemmeno come.. come spiegarlo. Non è il miglior periodo della mia vita ecco.. stanno succedendo tante cose.. che non capisco. », aggrotta la fronte, Emilia, cercando di catturare lo sguardo della Carrow. Del tipo? « Però ecco.. al di là di tutto, ho pensato che vedervi mi avrebbe fatto bene. E poi.. ecco.. ci ho pensato e ora come ora io ho davvero bisogno di una cosa bella nella mia vita. Una che non si possa rovinare. Quindi volevo vedervi insieme perché sono certa che il giorno del mio matrimonio vorrei che voi due foste al mio fianco. Non so se sarete le uniche.. - voglio un esercito di damigelle! Però per adesso, di voi due sono certa. », e sorride, Emilia, un po’ mesta ed allo stesso tempo un po’ fiera di ciò che Mun è diventata. È come se lo stomaco fosse in lotta con l’intestino, visto che di testa e cuore con Emilia è impossibile parlare. Annuisce, solamente, certa che Mun non abbia bisogno che dica nulla, solo che, in un certo senso, le faccia capire che sì, ci sto. Sono qua. « Ho bisogno di fare questa cosa: sposarmi. E vorrei che fosse una cosa bella.. che fosse un giorno fatto di tanti sorrisi e persone che si amano. Voglio proprio tutto.. l'addio al nubilato più becero che ci sia, e voglio il vestito da sposa dei sogni, e voglio che quel giorno sia un po' una rivincita di tutti. Vi va di fare questa cosa con me? E' una richiesta ufficiale. », sospira, Emilia, quasi congelata nel suo sorriso. « Prometto di orientare la scelta dei testimoni verso baldi giovani single con cui possiate imboscarvi dopo. », e lì si spezza, si scioglie, rompendo il silenzio con una risata. «Ci sto», posa la mano su quella di Mun, poco distante, e gliela stringe lievemente. Ci sto. «Chiedi gentilmente ad Albus di stilare la lista dei testimoni in ordine crescente secondo un certo tipo di dotazione, per cortesia», sottolinea, senza aggiungere altro — if you know, you know —, un po’ seria ed un po’ perché è una cosa che Emilia direbbe, «Beh, direi che questo chiama un altro brindisi — alza quel culo, Miss Marple».
     
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    « In poche parole: Delphine ha rotto il cazzo. Tanto per cambiare. » June stava per aggiungere altro quando Emilia la precedette con un sentito «Amen». Sollevò il bicchiere in direzione della Serpeverde, quasi commossa dl fatto che le avesse praticamente letto nel pensiero, prima di scolarne il contenuto in un solo generoso sorso. l'espressione contrariata di Mun. Rimase in silenzio per qualche istante, riflettendo sulla domanda che la Berker le aveva posto. « Beh, viste le sue manie di protagonismo non escluderei un ritorno in versione ectoplasma. » Rispose, fissando il vuoto con aria orripilata. Destinati a sopportare Delphine per l'eternità. Quella sì che sarebbe una vera tragedia. « Quella donna non ha bisogno di un motivo preciso per tormentare qualcuno, il suo è tipo un superpotere. Qualunque scusa è buona, dal mio senso dell'umorismo al mio abbigliamento, al modo in cui ho tagliato i capelli, senza dimenticare gli affronti più grandi con cui sto macchiando il buon nome della famiglia: la mia zitellaggine, le mie conoscenze discutibili e le mie sconsiderate scelte professionali. » Mon Dieu, mezzo albero genealogico dei Rosier si starà rivoltando nella tomba in questo momento. Che vergogna! Un carosello di stronzate che, puntualmente, si ripeteva come un ritornello asfissiante. Decise di smaltire parte di quel veleno ficcandosi in bocca un pezzo di torta salata e masticando con più energia del solito, gli occhi chiari fissi su Mun. Forse era solo un'impressione, eppure la cugina le sembrava stranamente tesa. Una leggera increspatura comparve tra le sopracciglia scure di June mentre la ascoltava parlare, accompagnata da un'espressione confusa. Dai messaggi che si erano scambiate aveva intuito che Mun avesse bisogno di sfogarsi, ma non aveva immaginato che si trattasse di una faccenda tanto confusa. Senza interromperla, allungò la mano sinistra a sfiorare quella della cugina, le dita calde che si strinsero appena attorno al suo palmo in un muto gesto di conforto. Non voleva forzarla a parlare e, talvolta, un semplice gesto valeva più di mille parole. « Vi va di fare questa cosa con me? E' una richiesta ufficiale. » Un sorriso intenerito aveva fatto capolino sulle labbra di June ma, in quel momento, le iridi azzurre si accesero di entusiasmo. « Certo che sì! » Sbottò, in unisono con Emilia, saltellando sul cuscino come se non fosse in grado di stare ferma. Qui ci vuole altro vino! Secondo giro! «Chiedi gentilmente ad Albus di stilare la lista dei testimoni in ordine crescente secondo un certo tipo di dotazione, per cortesia» June accolse quella battuta con una risatina. « Oddio sì, ti prego! » Non si rese conto di aver parlato ad alta voce per una frazione di secondo, quando spostò lo sguardo dall'una all'altra Serpeverde. « L'ho detto ad alta voce, vero? » Domandò, con una smorfia imbarazzata a deturpare i lineamenti. « A mia discolpa, ne ho davvero bisogno. E poi lo sanno tutti che i matrimoni sono gli eventi migliori per rimorchiare. » Agitò la bacchetta e la bottiglia di vino levitò sino a Mun, riempiendole generosamente il bicchiere, prima di fare lo stesso con quello di Emilia; per ultimo, il suo. « Però, ecco, se Albus riuscisse ad includere anche baldi giovani che non sono suoi parenti gliene sarei infinitamente grata. Altrimenti tra parenti di amici, amici di parenti e colleghi le mie opzioni sarebbero fin troppo limitate. » Sollevò entrambe le sopracciglia, sfoggiando un'espressione innocente. « Passando alle cose davvero importanti... Al matrimonio di Munie! » Brindò, facendo scontrare il bicchiere con quello delle altre due. « Sarai una sposa meravigliosa e noi ti organizzeremo un addio al nubilato che resterà nella storia! » Rivolse un occhiolino complice ad Emilia, certa che la loro unione di cervelli avrebbe dato buoni frutti. Bevve un sorso di vino e si schiarì leggermente la voce. « Al riguardo, c'è qualcosa che è proprio off-limits oppure abbiamo carta bianca? » Perché io ho già un paio di idee e non vedo l'ora di organizzare tutto!



     
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    « Ci sto. Chiedi gentilmente ad Albus di stilare la lista dei testimoni in ordine crescente secondo un certo tipo di dotazione, per cortesia » « Però, ecco, se Albus riuscisse ad includere anche baldi giovani che non sono suoi parenti gliene sarei infinitamente grata. Altrimenti tra parenti di amici, amici di parenti e colleghi le mie opzioni sarebbero fin troppo limitate. » Mun scoppiò a ridere scuotendo la testa prima di brindare assieme alle amiche scollandosi il bicchiere tutto d'un fiato, guardandosi attorno con uno sguardo analitico, quasi come se volesse tentare di capire quale approccio utilizzare con la stanza di Emilia. « Sarai una sposa meravigliosa e noi ti organizzeremo un addio al nubilato che resterà nella storia! Al riguardo, c'è qualcosa che è proprio off-limits oppure abbiamo carta bianca? » Restò a pensarci Mun, stringendosi infine nelle spalle. Complice il vino e il fatto che aveva davvero bisogno di distrarsi, decise di rispondere in un modo estremamente lineare. « L'unica cosa off-limits è la sobrietà. » Per un sera non ho proprio voglia di essere di classe. Gettò uno sguardo divertito a Emilia sollevando un sopracciglio. « Vorrei solo che ci divertissimo. Tutte quante.. e chiunque ci sarà. A ben guardare nessuna di noi se la passa alla grande in questo periodo. Forse dovremmo partire.. » Si stringe nelle spalle. « Ovunque non ci sia la megera.. Carol.. e tutte le nostre scelte decisamente discutibili. » E voi due ne sapete qualcosa di scelte discutibili. Ma ne sapeva anche Mun. Purtroppo. « E a proposito di scelte discutibili, direi che questo arredamento standard dei dormitori è una di queste. Chiunque sia stato l'architetto della nuova ala, come minimo era povero. » Storce il naso Mun, afferrando uno dei quadri che Emilia ha comprato per abbellire la sua stanza. « Questo sopra la scrivania, che dite? » Osserva le due alzandosi in piedi per posizionare sopra la scrivania lo schizzo minimal che raffigura due esili figure femminili. « Devi però farmi capire una cosa.. intendi restare oppure è solo temporaneo? Sei sicura che non vuoi usare casa nostra a Hogsmeade? E' gratis Em.. non mi sognerei mai di chiederti l'affitto. Io e Albus non la stiamo usando. Tolto il problema dei vecchi che vivono nel vicinato e che rompono di continuo è un ottimo posto dove mettere su radici. » Sorride nostalgica. « Anche se ammetto che un po' sono curiosa di come funziona la vita qui dentro. In un'altra vita forse avrei aspirato a sperimentare anche io la vita da studentato. » Un sorriso malizioso si dipinge sul suo volto, mentre rotea la bacchetta per appendere il quadro da lei prescelto. Ecco. Perfetto. « Noi tre qui dentro. Poteva esserci da divertire. » Pausa. « E a proposito di divertimento.. sei riuscita a sistemare quel tuo problema? » Si siede accanto a Emilia circondandole le spalle prima di posare un bacio sulla spalla di lei. « Junie è stata incastrata in una storia di corna. Con Fred. Dovrei sentirmi davvero offesa. Perché non abbiamo anche noi il bro code? » Non che questa cosa abbia davvero fermato i "bros" a smettere di essere bro in passato.



     
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    Con il clima allegro e spensierato intrappolato tra le righe del matrimonio degli Almun, Emilia si stampa in faccia un bel sorriso, se lo cuce addosso assaporando con calcolata lentezza ogni volta che l’ago le penetra gli strati della pelle. « Sarai una sposa meravigliosa e noi ti organizzeremo un addio al nubilato che resterà nella storia! Al riguardo, c'è qualcosa che è proprio off-limits oppure abbiamo carta bianca? », è vero, Mun sarà una sposa meravigliosa. E’ vero, l’addio al nubilato resterà nella storia, soprattutto se avranno carta bianca.
    Quand’erano più piccole e sprovvedute, Mun era una ragazzina che sognava il matrimonio da favola – ad un certo punto era pure stata convinta che avrebbe sposato Fred, mentre Emilia se la rideva in segreto. Non sarebbe mai successo, non l’avrebbe permesso. Quando Mun sognava il matrimonio, Emilia fingeva di concordare – Emilia pensava a tutt’altro, pensava a una vita in fuga da nemmeno lei sapeva cosa, in fuga dal mondo, in fuga pure da loro stesse. Una vita sradicata, piena d’avventure. Ci ha provato senza di lei, e di vere avventure ne ha avute ben poche.
    Ormai l’ha imparato, che non sarà mai la prima scelta. La sua prima scelta. Oltre alla rivalità silenziosa con Albus, ormai ha due avversari che non può battere – i bambini.
    Annuisce, quindi – alza di nuovo il bicchiere, lo finisce, « L'unica cosa off-limits è la sobrietà. Vorrei solo che ci divertissimo. Tutte quante.. e chiunque ci sarà. A ben guardare nessuna di noi se la passa alla grande in questo periodo. Forse dovremmo partire.. », forse dovremmo partire. Non è il momento di pensare a come la fa sentire il concretizzarsi di quel matrimonio – che forse è lontano, ma sembra troppo, troppo vicino. Quanto tempo ha prima di perderla per sempre?
    «Pro», alza la mano, stirando un sorriso tronfio, «Dovremmo andare via qualche giorno… solo ragazze, dove c’è caldo e tanta carne abbronzata e non si dorme mai», alza un sopracciglio – l’Eden del ventunesimo secolo.
    « Ovunque non ci sia la megera.. Carol.. e tutte le nostre scelte decisamente discutibili. », Amen – si riempie il bicchiere, torna a sedersi incrociando le gambe, e lo posa di fronte a sé.
    Quando il discorso si sposta sulla disposizione della sua stanza, Emilia scoppia a ridere – sì, l’architetto era sicuramente povero… o cieco. « Devi però farmi capire una cosa.. intendi restare oppure è solo temporaneo? Sei sicura che non vuoi usare casa nostra a Hogsmeade? E' gratis Em.. non mi sognerei mai di chiederti l'affitto. Io e Albus non la stiamo usando. Tolto il problema dei vecchi che vivono nel vicinato e che rompono di continuo è un ottimo posto dove mettere su radici. », mettere su radici. Storce il naso, Emilia, si morde il labbro – col cazzo, le spinge potentemente in gola, ma sospira. La verità è che, che voglia mettere radici o no, non vuole vivere da sola – ma non lo dirà sicuramente ad alta voce. Se dovesse succedere qualcosa a chi potrebbe chiedere aiuto? A dei vecchi rompicoglioni? Sarei morta ancora prima che raggiungano la porta. E poi, vorrebbe davvero restare immersa nel silenzio della ricchezza altrui? No. Grazie, ma no grazie.
    Alza le spalle, quindi, «Non ti preoccupare», sorride, mite, più docile. « Anche se ammetto che un po' sono curiosa di come funziona la vita qui dentro. In un'altra vita forse avrei aspirato a sperimentare anche io la vita da studentato. Noi tre qui dentro. Poteva esserci da divertire. », sì, in un’altra vita. Doveva solo nascere in un’altra vita. « E a proposito di divertimento.. sei riuscita a sistemare quel tuo problema? », sorride, quasi sorpresa, alla dimostrazione spontanea d’affetto che le taglia lo stomaco in due. Annuisce, «Penso che stare qua possa aiutarmi a risolverlo», alza le spalle, appoggiando la testa addosso a Mun, approfittandone per non interrompere il contatto. « Junie è stata incastrata in una storia di corna. Con Fred. Dovrei sentirmi davvero offesa. Perché non abbiamo anche noi il bro code? », Ah!, alza un sopracciglio, Emilia, afferrando di nuovo il bicchiere. Il bro code non ce l'abbiamo perché siamo stronze? «Io sta cosa l’ho sentita in giro», ammette, «Poi stasera parlavamo di accaparrarci i testimoni… quindi scusa, che è successo?», e se lo porta alle labbra, osservando June con curiosità. Tocca a te.
     
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    Forse per colpa dell'ennesimo bicchiere di vino, forse per colpa dell'ambito su cui era caduto il discorso - o, probabilmente, per entrambe le cose - June si ritrovò a ridacchiare sommessamente, brilla e con la bocca direttamente collegata al pensiero, come se l'alcol avesse smantellato i filtri che, la maggior parte delle volte, la trattenevano dal lasciar fuoriuscire ogni singola opinione che la sua mente partoriva, incluse quelle più ridicole e inappropriate. Dato il clima strano che aveva anticipato le festività natalizie, fu incredibilmente liberatorio concedersi commenti di dubbio gusto e concentrarsi sulle questioni altrui. Se da un lato aveva intuito che la situazione familiare di Emilia era decisamente complicata e le dispiacesse per le difficoltà in cui si trovava la Serpeverde, al contempo era entusiasta ed eccitata per l'inesorabile avvicinarsi del matrimonio di Mun. Sapeva quanto la cugina tenesse a quella cerimonia e, dopo tutto ciò che era successo la prima volta, meritava che tutto fosse perfetto in ogni più piccolo dettaglio. Come sempre, il pensiero della felicità altrui le trasmetteva allegria, gli occhi chiari che brillavano di entusiasmo e il tono di voce che si faceva più alto, squillante, complice il tasso alcolemico in crescita. « Vorrei solo che ci divertissimo. Tutte quante.. e chiunque ci sarà. A ben guardare nessuna di noi se la passa alla grande in questo periodo. Forse dovremmo partire.. » Si stringe nelle spalle. « Ovunque non ci sia la megera.. Carol.. e tutte le nostre scelte decisamente discutibili. » Il sospiro sognante di June all'idea di un viaggio venne accompagnato da un'occhiata complice in direzione di Emilia - o qualcosa di simile - prima che la Rosier sfociasse in una risatina allegra nell'udire il commento sarcastico di Mun sull'arredamento dello studentato. « Giurin giurello che ti portiamo in un posto fantastico. Qualcosa tipo la Grecia o l'Italia... » O entrambe le cose, perché no. Serate ignoranti a Zante o Mykonos e signorine chic a Capri e Positano. L'espressione esaltata si mitigò appena quando il nocciolo del discorso scivolò su un tema più serio. Passò lo sguardo dall'una all'altra, mordicchiandosi il labbro inferiore. Era più che evidente che Mun non fosse entusiast della nuova sistemazione di Emilia, almeno quanto Emilia era fermamente decisa a rifiutare la proposta della giovane Carrow. « Beh, casa mia non è poi così diversa. » Ridacchiò, scuotendo il capo. « Non è uno studentato, ma tra me e Daffy è comunque un porto di mare. Gente che va, gente che viene, più animali che persone e un po' troppe bottiglie di alcol e cibo spazzatura nell'immondizia. » Si strinse nelle spalle. Praticamente uno studentato, solo più confortevole e spazioso. « Se volete prossimamente potremmo organizzare qualcosa, mi farebbe piacere ed ormi è il mio turno. Tu mi hai ospitata quando abbiamo avuto quel piccolo incidente con i brownies... » Spostò gli occhi su Mun e, subito dopo, su Emilia. « E adesso stiamo invadendo il tuo alloggio. Manco solo io. » Puntò il dito su di sé, sollevando le sopracciglia con fare allusivo. « Posso preparare il mio piatto vincente e, se raggiungeremo la giusta dose di ubriachezza, potrei avere un paio di cosucce di cui dovrei liberarmi da anni. Ho solo bisogno di una spintarella. » Tipo un vestito da sposa ancora inscatolato in soffitta. E poi non sono più abituata a cenare da sola quando Daffy ha gli allenamenti. Sorseggiò un altro poco di vino, rischiando di strozzarsi quando Mun portò bruscamente il discorso sulla questione il bacio di Fred. Deglutì a forza e tossicchiò per schiarirsi la voce, con il viso paonazzo. « Beh » Mormorò, abbassando lo sguardo e prendendo a giocherellare con un laccio delle converse. « non si tratta propriamente di corna, è stato più... » Si strinse nelle spalle, sollevando lo sguardo su entrambe, palesemente a disagio. « un incidente. » Aveva perso il conto delle volte in cui lo aveva ripetuto. E di quanto la cosa sembrasse assurda detta ad alta voce. « In realtà non ho ancora capito nei dettagli cosa sia successo, ma... la notte del rave ho incontrato Fred - o meglio, è sbucato dal nulla -, ha biascicato qualcosa di incomprensibile sulle tende e... » Sospirò. « mi ha baciata. Proprio come Strega Moderna si è premurata di far sapere al mondo. » Arricciò i nasino, infastidita. « Davvero ironico considerando che stavo frequentando Sam - Scamander, sì - o qualcosa di simile. » Scolò il contenuto del bicchiere con un solo sorso. « Ho passato troppo tempo » Lanciò loro un'occhiata allusiva. « come una monaca di clausura e quando finalmente qualcosa sembrava smuoversi... boom! » Amplificò il concetto mimando un'esplosione con le mani. « Merlino deve avercela con me. O le feste mi portano sfiga. » Tacque per un istante, fissando gli occhi chiari su quelli gemelli di Mun. « Lo sapevi che sull'Orient Express ho baciato Judah? » Buttò lì, senza alcun preavviso. « Per quanto ne sapevo si trattava di David Warren, ma è successo sempre a una festa. E, oltre ad essere mio cugino, è pur sempre un Serpeverde. Forse dovrei iniziare a scremare per Casata di appartenenza. » Annuì tra sé e sé, ormai priva di filtri. « Comunque, io e Fred stiamo facendo finta di niente con tutta la faccenda del rave. Non che ci sia molto da dire, praticamente era strafatto, però... » Scoccò a Mun un'occhiata supplichevole. « magari non menzioniamo il tutto in sua presenza, ok? Già in squadra mi sento costantemente osservata. O forse sto solo diventando paranoica. » Ridacchiò, esasperata. « Ma già che ci siamo... » Si sporse ad afferrare un pezzo di carta e una matita. « Voglimo buttarlo giù, un bro code? Tipo non so, galantuomini off-limits al matrimonio e simili. »

     
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