Chocolate makes everything better

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    Gabi aveva passato le vacanze di Natale con la famiglia numerosa che si era ritrovata dopo il matrimonio della sorella. Si era temporaneamente trasferita a Villa Conchiglia, come al solito sua sorella le aveva fatto trovare pronta la camera a lei riservata in soffitta. Era piccola, illuminata da una finestra ad oblò che dava sul grigio mare della Cornovaglia; assolutamente perfetta per lei. Inoltre, date le dimensioni, era dispensata dal condividerla con altri. Avevano passato giornate intere a cucinare per tutta la truppa, fino a quando era stata bandita dalla cucina per aver dato il via alla guerra del lancio della farina; guerra a cui Bill si era unito senza esitare. In meno di qualche minuto, lei e tutti i presenti, si erano ritrovati ricoperti di farina dalla testa ai piedi. Fleur ovviamente aveva leggermente dato di matto, esiliando lei e il cognato in salotto; quasi come se li avesse messi in castigo. Accogliere il nuovo anno in mezzo al calore della famiglia non aveva prezzo per Gabrielle, lo preferiva di gran lunga a qualsiasi tipo di festeggiamento super impomatato. Insieme alla sorella e al resto della famiglia avevano brindato al nuovo anno mentre osservavano i fuochi d'artificio dalla spiaggia, lei e i più coraggiosi avevano addirittura avuto il coraggio di fare un bagno in mare; nella speranza che fosse di buon auspicio. Quel calore le aveva fatto capire che, nonostante il fallimento del suo matrimonio, una famiglia che fosse sua era ancora in cima alla lista dei desideri. Ovviamente sua sorella l'aveva invitata a rimanere ancora per qualche giorno, fino a quando le lezioni ad Hogwarts non sarebbero ricominciate, ma Gabi sentiva il bisogno di ritornare alla sua routine quotidiana. Si congedò da Villa Conchiglia promettendo a Fleur di farle avere al più presto una copia delle infinite fotografie che aveva scattato durante quelle festività. Fotografie su cui si era messa al lavoro dal momento in cui era tornata al castello. Nella propria stanza nell'ala dei professori aveva quella che poteva essere considerata una camera oscura di emergenza, a cui ricorreva quando non poteva raggiungere quella allestita nella sua galleria. Il castello era quasi deserto, tranne qualche studente e professore che avevano scelto di non tornare a casa durante le vacanze; o chi come lei aveva limitato i giorni di vacanza. Questo le permetteva di concentrarsi sulle lezioni che intendeva svolgere nelle successive settimane e sulle fotografie da sviluppare. Passava gran parte della giornata all'aperto, destreggiandosi tra le creature magiche che Hogwarts accoglieva e di cui il guardiacaccia si occupava. La notte invece sfruttava l'oscurità per lavorare e stampare le proprie foto. Spesso era talmente presa dal lavoro che non si accorgeva nemmeno dell'arrivo dell'alba. Quella sera ad esempio si era addirittura dimenticata di cenare, dimenticanza che il suo stomaco non tardò di ricordarle. Il brontolio infatti non lasciava dubbi sul suo appetito insoddisfatto. Il gran parte del lavoro era stato fatto, le fotografie appese necessitavano solamente di tempo per sviluppare l'immagine. Tempo in cui la sua presenza non era indispensabile. Facendo attenzione a non far entrare nemmeno uno spiraglio di luce nella sua stanza prese un semplice cardigan di maglia nero e lasciò i suoi alloggi. Il castello era particolarmente silenzioso, tanto che l'unico rumore oltre i suoi passi era quello del vento che penetrava all'interno delle mura. Raggiunse velocemente le cucine, deserte vista l'ora. Prese una brocca di latte e un'invitante tavoletta di cioccolato; decisa a prepararsi una cioccolata da manuale. Durante le serate invernali era un must che non poteva mancare a casa Delacour; una tradizione che lei e la sorella erano intenzionate a portare avanti. Spesso le piaceva sperimentare, variando il tipo di cioccolato e aggiungendo aromi diversi ogni volta. Mise il cioccolato a sciogliere sul fornello a bagnomaria, mentre frugava nella credenza alla ricerca di spezie che potessero andare bene con il cioccolato fondente. Un lieve scalpiccio alle sue spalle attirò la sua attenzione. Si voltò talmente in fretta che urtò la brocca di latte poggiata sul bancone. Per sua fortuna, il dirimpettaio notturno aveva riflessi migliori dei suoi e riuscì a salvare la brocca prima che si potesse infrangere nell'impatto con il pavimento. «Seth...fortuna che eri tu, altrimenti adesso avrei dovuto dire addio alla mia cioccolata notturna... » Senza contare che avrebbe dovuto pulire il casino che ne sarebbe derivato. Prese la brocca che il collega le porgeva, mettendola al sicuro lontana dal bordo. « Pensavo fossi tornato in America per le festività... » Raggiungendo come lei la propria famiglia. Era nuovo all'interno del corpo docenti, ma nonostante ciò si era ambientato abbastanza in fretta; conquistando la simpatia degli studenti e la stima dei colleghi. « Guarda se vuoi posso preparare una tazza si chocolat chaud anche per te...è un'antica e segreta ricetta di casa Delacour. » Per quanto si sforzasse, il suo accento francese si faceva particolarmente marcato quando pronunciava il proprio cognome, o quando contaminava i suoi dialoghi con termini francesi. I suoi studenti lo trovavano alquanto divertente. Quando il cioccolato fu completamente sciolto aggiunse una generosa dose di latte, senza mai smettere di mescolare. Piano, piano il latte cambiava colore e consistenza. Prese l'ampolla che aveva messo da parte poco prima e aggiunse un pizzico di polvere di anici stellato al composto. A differenza della menta, aveva un sapore meno pungente, in grado di amalgamarsi perfettamente alla dolcezza del cioccolato. « Come hai passato queste vacanze di Natale? » Non lo conosceva ancora benissimo, ma era curiosa di sapere di più su di lui; se ad esempio come lei poteva contare su una numerosa famiglia.
     
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    Aveva passato le festività in America come ogni anno dopo il suo viaggio di un anno in giro per il mondo. Per le sue radici cherokee però il giorno di natale non era il venticinque, ma il ventuno. Il giorno del solstizio d’inverno era per lui un giorno davvero importante sin da quando era bambino. Canti, balli e racconti di leggende erano la base di quella grande festa a cui si dava la libera partecipazione anche agli estranei della comunità, un momento di raccoglimento per ricordare le proprie radici con tutta la famiglia e chi volesse farne parte. Si era divertito con i più piccoli della tribù. Aveva giocato, cantato e ballato con loro. Si era messo persino a raccontare le antiche leggende della loro tribù durante quel giorno così importante per i nativi americani. Gli era mancata l’aria di casa, le sue tradizioni ed ovviamente sua madre che lo accolse come sempre a braccia aperte. Nonostante l’Inghilterra avesse il suo fascino e quei primi sei mesi di insegnamento avevano comunque colto i suoi frutti, pensava comunque che rientrare a casa era sempre la cosa migliore. I suoi studenti avevano apprezzato i suoi metodi d’insegnamento un po’ più flessibili ed i colleghi si erano sempre dimostrati disponibili con lui nonostante fosse ancora un novellino nell’insegnamento con soli due anni di esperienza alle spalle. Inutile dire che si era goduto le vacanze a pieno, aveva avuto modo di passare per quell’anno il natale con sua cugina Fawn. Anche lei aveva partecipato alla festività del ventuno ed aveva aiutato Seth con i più piccoli della tribù, fianco a fianco cercando di recuperare insieme quegli anni di distanza causati dalle loro varie peripezie. Finalmente era anche riuscito a parlarle a spiegare le sue ragioni per cui non si era fatto sentire e, nonostante la cugina inizialmente, com’era giusto che fosse, non aveva accettato le scuse di Seth, il natale portava riconciliazione e si goderono assieme quegli ultimi giorni prima della sua partenza. Era contento che avrebbe intrapreso un viaggio in giro per il mondo insieme al suo fidanzato Erik, gli aveva riempito la testa parlandogli di lui in quei giorni ed era contentissimo che Fawn avesse trovato un ragazzo del genere.
    Quando la ragazza partì, poco prima della fine dell’anno, cadde in una sorta di depressione causata dalle fasi lunari, si stava avvicinando il plenilunio e, nonostante avesse scorte di anti-lupo a sufficienza, ogni volta che si avvicinava la notte di luna piena viveva quelle giornate piene di sbalzi d’umore. Fortunatamente la luna piena non arrivò per l’ultimo dell’anno, ma fu comunque una tortura per l’americano.
    Festeggiò l’ultimo dell’anno insieme ad alcuni vecchi colleghi di Ilvermony cercando di superare quei giorni difficili con una sana compagnia.
    Il rientro in Inghilterra arrivò subito dopo capodanno. Aveva in programma di organizzare al meglio l’ultimo semestre al castello in modo da preparare delle buone lezioni per i suoi studenti. Metteva sempre avanti il lavoro specialmente quando aveva trovato un ambiente sicuro come quello di Hogwarts, nonostante negli ultimi anni quella sicurezza venne scardinata dalle vicende che avevano colpito la scuola. Si trovava nella sua stanza-ufficio, era sdraiato a letto osservando il soffitto in pietra. Si girava e rigirava nel letto cercando di prendere sonno, ma il tutto venne reso vano dal dolore improvviso alla gamba, dove aveva ricevuto quel maledetto morso anni fa. Conviene farsi un giro. Ed era sempre quella la soluzione in queste situazioni. Il castello di Hogwarts la notte aveva un fascino particolare, lo aveva notato durante le ronde notturne insieme ad alcuni colleghi, in particolare per le vacanze si tingeva di quei colori che rendevano l’atmosfera più speciale. Le luci natalizie, l’albero all’ingresso della Sala Grande, rimandavano l’americano al ricordo di quelle festività.
    Con la bacchetta in mano, dopo aver castato un lumos in modo da aumentare la sua visibilità cominciò quella ronda intorno al castello, non era lì per controllare se gli studenti si trovassero fuori dai loro dormitori, non era il suo compito, ma almeno poteva girare lì dentro senza quel pensiero in testa. Vagò per un po’, forse era passata una bella ora fino a quando non si ritrovò nelle cucine. Aveva sentito trafficare lì all’interno. Ma chi potrebbe essere a quest’ora? Sceso l’ultimo gradino i suoi riflessi presero al volo una brocca che era pronta a spaccarsi per terra.
    « Seth...fortuna che eri tu, altrimenti adesso avrei dovuto dire addio alla mia cioccolata notturna. Pensavo fossi tornato in America per le festività... » Gabrielle Delacour, la sua collega di Cura delle creature magiche stava trafficando nella cucina per farsi una cioccolata. «Ciao Gabi -» Salutò la collega mentre un sorriso si formava sul suo volto. Era contento che fosse lei e non qualche studente. Si era dimostrata subito disponibile quando arrivò ad Hogwarts, grazie a lei aveva conosciuto meglio il castello ed era subito riuscito a metterlo a suo agio: «- Si sono rientrato subito dopo capodanno. Sentivo un po’ la mancanza di questo vecchio castello.» Sbuffò una risata andando a poggiare immediatamente la brocca sul tavolo, era bollente, ma fortunatamente non si era bruciato nel prenderla al volo.
    « Guarda se vuoi posso preparare una tazza si chocolat chaud anche per te...è un'antica e segreta ricetta di casa Delacour. »
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    Sempre gentile la Delacour apprezzava moltissimo il suo uso del francese trovando adorabile quel suo accento, mai rinnegare le proprie radici, era quello che pensava Seth. «Se non reca disturbo… Con piacere! Anzi se serve una mano non esitare a chiedere.» Non si tirava mai indietro nel dare una mano. Anche durante le vacanze, nonostante sua madre gli avesse imposto il riposo dopo quei mesi lontano dall’america, ma Seth non riusciva a stare fermo, nemmeno quando avrebbe dovuto riposare. A quanto pareva però la francese aveva quasi finito di preparare le due tazze di cioccolata. « Come hai passato queste vacanze di Natale?» Si andò a sedere al tavolo osservando la collega che aggiungeva un pizzico di polvere al cioccolato. «Bene Gabi, sempre bello tornare a casa. Per le nostre tradizioni il natale dei nativi è il ventuno, ma abbiamo festeggiato anche per il ventiquattro ed il venticinque. Però ecco se non fosse stato per il plenilunio poco prima di capodanno ti direi che tutto è andato in modo perfetto e splendido. » Non aveva nascosto ai colleghi che fosse un licantropo, ma quello bastava per fare capire che le vacanze erano andate bene fino ad un certo punto. « A te invece? Cornovaglia giusto? Se non sbaglio me lo avevi accennato. » Se non ricordava male la sorella di Gabrielle aveva sposato un Weasley e viveva lì in Inghilterra. « Notte insonne o voglia notturna di uno spuntino?» Non si aspettava di trovare la collega nelle cucine, ma l’idea di una cioccolata calda non era mai sbagliata. «Avevo anche io il vizio ad Ilvermony di scendere nelle cucine, sai? Solitamente venivo a rubare qualche dolcetto quando frequentavo come studente. Anzi vediamo se… » Si alzò passando di fianco alla collega e controllando se era rimasto qualche dolcetto cucinato per le vacanze. « Mi sa che i pochi studenti rimasti si sono mangiati tutto in questi giorni.» Scoppiò in una sonora risata non nascondendo però una velata delusione nel non aver trovato qualcosa da mettere sotto i denti insieme alla cioccolata.
     
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1 replies since 3/1/2021, 15:52   62 views
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