Aveva passato le festività in America come ogni anno dopo il suo viaggio di un anno in giro per il mondo. Per le sue radici cherokee però il giorno di natale non era il venticinque, ma il ventuno. Il giorno del solstizio d’inverno era per lui un giorno davvero importante sin da quando era bambino. Canti, balli e racconti di leggende erano la base di quella grande festa a cui si dava la libera partecipazione anche agli
estranei della comunità, un momento di raccoglimento per ricordare le proprie radici con tutta la famiglia e chi volesse farne parte. Si era divertito con i più piccoli della tribù. Aveva giocato, cantato e ballato con loro. Si era messo persino a raccontare le antiche leggende della loro tribù durante quel giorno così importante per i nativi americani. Gli era mancata l’aria di casa, le sue tradizioni ed ovviamente sua madre che lo accolse come sempre a braccia aperte. Nonostante l’Inghilterra avesse il suo fascino e quei primi sei mesi di insegnamento avevano comunque colto i suoi frutti, pensava comunque che rientrare a casa era sempre la cosa migliore. I suoi studenti avevano apprezzato i suoi metodi d’insegnamento un po’ più
flessibili ed i colleghi si erano sempre dimostrati disponibili con lui nonostante fosse ancora un novellino nell’insegnamento con soli due anni di esperienza alle spalle. Inutile dire che si era goduto le vacanze a pieno, aveva avuto modo di passare per quell’anno il natale con sua cugina Fawn. Anche lei aveva partecipato alla festività del ventuno ed aveva aiutato Seth con i più piccoli della tribù, fianco a fianco cercando di recuperare insieme quegli anni di distanza causati dalle loro varie
peripezie. Finalmente era anche riuscito a parlarle a spiegare le sue ragioni per cui non si era fatto sentire e, nonostante la cugina inizialmente, com’era giusto che fosse, non aveva accettato le scuse di Seth, il natale portava riconciliazione e si goderono assieme quegli ultimi giorni prima della sua partenza. Era contento che avrebbe intrapreso un viaggio in giro per il mondo insieme al suo fidanzato Erik, gli aveva riempito la testa parlandogli di lui in quei giorni ed era contentissimo che Fawn avesse trovato un ragazzo del genere.
Quando la ragazza partì, poco prima della fine dell’anno, cadde in una sorta di depressione causata dalle fasi lunari, si stava avvicinando il plenilunio e, nonostante avesse scorte di anti-lupo a sufficienza, ogni volta che si avvicinava la notte di luna piena viveva quelle giornate piene di sbalzi d’umore. Fortunatamente la luna piena non arrivò per l’ultimo dell’anno, ma fu comunque una
tortura per l’americano.
Festeggiò l’ultimo dell’anno insieme ad alcuni vecchi colleghi di Ilvermony cercando di superare quei giorni
difficili con una sana compagnia.
Il rientro in Inghilterra arrivò subito dopo capodanno. Aveva in programma di organizzare al meglio l’ultimo semestre al castello in modo da preparare delle buone lezioni per i suoi studenti. Metteva sempre avanti il lavoro specialmente quando aveva trovato un ambiente
sicuro come quello di Hogwarts, nonostante negli ultimi anni quella sicurezza venne scardinata dalle vicende che avevano colpito la scuola. Si trovava nella sua stanza-ufficio, era sdraiato a letto osservando il soffitto in pietra. Si girava e rigirava nel letto cercando di prendere sonno, ma il tutto venne reso vano dal dolore improvviso alla gamba, dove aveva ricevuto quel
maledetto morso anni fa.
Conviene farsi un giro. Ed era sempre quella la soluzione in queste situazioni. Il castello di Hogwarts la notte aveva un fascino particolare, lo aveva notato durante le ronde notturne insieme ad alcuni colleghi, in particolare per le vacanze si tingeva di quei colori che rendevano l’atmosfera più speciale. Le luci natalizie, l’albero all’ingresso della Sala Grande, rimandavano l’americano al ricordo di quelle festività.
Con la bacchetta in mano, dopo aver castato un
lumos in modo da aumentare la sua visibilità cominciò quella
ronda intorno al castello, non era lì per controllare se gli studenti si trovassero fuori dai loro dormitori, non era il suo compito, ma almeno poteva girare lì dentro senza quel pensiero in testa. Vagò per un po’, forse era passata una bella ora fino a quando non si ritrovò nelle cucine. Aveva sentito trafficare lì all’interno.
Ma chi potrebbe essere a quest’ora? Sceso l’ultimo gradino i suoi riflessi presero al volo una brocca che era pronta a spaccarsi per terra.
« Seth...fortuna che eri tu, altrimenti adesso avrei dovuto dire addio alla mia cioccolata notturna. Pensavo fossi tornato in America per le festività... » Gabrielle Delacour, la sua collega di Cura delle creature magiche stava
trafficando nella cucina per farsi una cioccolata.
«Ciao Gabi -» Salutò la collega mentre un sorriso si formava sul suo volto. Era contento che fosse lei e non qualche studente. Si era dimostrata subito disponibile quando arrivò ad Hogwarts, grazie a lei aveva conosciuto meglio il castello ed era subito riuscito a metterlo a suo agio:
«- Si sono rientrato subito dopo capodanno. Sentivo un po’ la mancanza di questo vecchio castello.» Sbuffò una risata andando a poggiare immediatamente la brocca sul tavolo, era bollente, ma fortunatamente non si era bruciato nel prenderla al
volo.
« Guarda se vuoi posso preparare una tazza si chocolat chaud anche per te...è un'antica e segreta ricetta di casa Delacour. » Sempre gentile la Delacour apprezzava moltissimo il suo uso del francese trovando adorabile quel suo accento, mai rinnegare le proprie radici, era quello che pensava Seth.
«Se non reca disturbo… Con piacere! Anzi se serve una mano non esitare a chiedere.» Non si tirava mai indietro nel dare una mano. Anche durante le vacanze, nonostante sua madre gli avesse imposto il riposo dopo quei mesi lontano dall’america, ma Seth non riusciva a stare fermo, nemmeno quando avrebbe dovuto riposare. A quanto pareva però la francese aveva
quasi finito di preparare le due tazze di cioccolata.
« Come hai passato queste vacanze di Natale?» Si andò a sedere al tavolo osservando la collega che aggiungeva un pizzico di polvere al cioccolato.
«Bene Gabi, sempre bello tornare a casa. Per le nostre tradizioni il natale dei nativi è il ventuno, ma abbiamo festeggiato anche per il ventiquattro ed il venticinque. Però ecco se non fosse stato per il plenilunio poco prima di capodanno ti direi che tutto è andato in modo perfetto e splendido. » Non aveva nascosto ai colleghi che fosse un licantropo, ma quello bastava per fare capire che le vacanze erano andate bene fino ad un certo punto.
« A te invece? Cornovaglia giusto? Se non sbaglio me lo avevi accennato. » Se non ricordava male la sorella di Gabrielle aveva sposato un Weasley e viveva lì in Inghilterra.
« Notte insonne o voglia notturna di uno spuntino?» Non si aspettava di trovare la collega nelle cucine, ma l’idea di una cioccolata calda non era mai sbagliata.
«Avevo anche io il vizio ad Ilvermony di scendere nelle cucine, sai? Solitamente venivo a rubare qualche dolcetto quando frequentavo come studente. Anzi vediamo se… » Si alzò passando di fianco alla collega e controllando se era rimasto qualche dolcetto cucinato per le vacanze.
« Mi sa che i pochi studenti rimasti si sono mangiati tutto in questi giorni.» Scoppiò in una sonora risata non nascondendo però una velata delusione nel non aver trovato qualcosa da mettere sotto i denti insieme alla cioccolata.