Ministero

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.      
     
    .
    Avatar

    Master
    ★★★★★

    Group
    Administrator
    Posts
    1,461
    Reputation
    +910

    Status
    Waiting!
    M
    inistero - luogo pubblico.



    Questa discussione rientra nel progetto quotidianità


     
    .
  2.     +1    
     
    .
    Avatar

    don't let them kill the wild animals inside of you

    Group
    Member
    Posts
    893
    Reputation
    0
    Location
    🇫🇷

    Status
    Anonymes!
    Zompettava sulle scarpe stringate col tacchettino basso, Vivienne, facendo scattare volti curiosi da diverse altezze verso di lei. Folletti, maghi, qualche creatura da registrare all'Ufficio della Regolazione delle Creature Magiche: tutti accattivati dal rumore che causavano, indossate da una figura invero così esile, stranamente di buon umore. Tutti sguardi rapiti, tranne quello della segretaria nell'atrio del Ministero della Magia, che alzò appena gli occhi attraverso le lenti rosse quando Vivienne si piazzò con la testa tra le mani ed i gomiti sul marmo della scrivania. Se possibile, con quel solo sguardo la prosciugò di tutto il buon umore conquistato quella mattina. « Buongiorno. Sono Catherine Magerand, cerco l'ufficio... » alzò gli occhi chiari al cielo, la Grifondoro, tentando di dissimulare la confusione che quell'incertezza esistenziale le stava causando. Vivienne aveva messo poche volte piede all'interno del Ministero della Magia prima di allora, sì. Se s'era stata, doveva essere successo parecchi anni prima e più recentemente, solo per visite mirate e fugaci. Se la segreteria potesse in qualche modo intuirlo? Probabilmente lo aveva già capito prima che prendesse ad imbruttirla in cagnesco, con più astio del dovuto. In ogni caso, la Grifondoro - che era comunque piuttosto impaziente, ticchettando col piede sul marmo dell'atrio - aveva deciso che avrebbe recitato la parte di Catherine fino in fondo, a costo di essere sbattuta ad Azkaban per un reato che non le apparteneva. Certo, nella teatralità di quell'affermazione pronunciata a sé stessa la sera prima, la verità era che quello per cui alla fine s'era fatta coraggio decidendo di spingersi fino ad un luogo ancora sconosciuto come il Ministero, non era effettivamente nulla che prevedesse la gattabuia o la reclusione; nel caso in cui la sua copertura fosse saltata e tutto il piano fosse andato in fumo, piuttosto tutto ciò l'avrebbe condotta ad un soggiorno prolungato al San Mungo, in una stanza asettica come cavia da laboratorio. Ed era proprio quello che voleva evitare, decidendo ben poco saggiamente di fingersi quel qualcuno che non era per capire come fosse meglio muoversi. Cioè, affinché Vivienne capisse come muoversi. Insomma avete capito. « ..Un ufficio? Sì, un ufficio che si occupi di.... » baccalà e ciambelle fritte? « ...bacchette che non funzionano. E sì, sono già stata da Olivander, vede. Non ho bisogno di una nuova bacchetta. Ho bisogno di riparare questa! Sa, credo... » La svolazzò a destra e a sinistra davanti agli occhi sgranati ed increduli della donna, che non capiva proprio che razza di personcina avesse davanti. Un po' bambina, un po' un tipetto curioso, sicuramente una presenza un po' casuale davanti ad una fila di persone che avevano motivazioni ben più solide per trovarsi nel palazzo più importante del mondo magico. « ...ci sia entrato qualcosa, qualcosa di orribile, grande, nerissimo! Eh sì, sì. » Annuì dandosi ragione per avvalere la sua versione, camuffando la voce per darle un tono più maturo. Mentre annuiva, mimava questa essenza fumogena grande e spaventosa, culminando in un effetto sonoro con le labbra che doveva simulare il suono che improvvisamente doveva aver reso la sua bacchetta inutile e priva di magia. Perché era quello il problema: la totale assenza di magia nella sua attuale vita. Ma preferiva montare tutto quello, con effetti speciali e l'ansia per essere scoperta che se la mangiava da dentro, piuttosto che ammettere il reale motivo della sua visita. « ...Dice forse Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia... mmmh.. Va bene, me lo troverò da sola. Tante grazie. » disse con tono visibilmente seccato, sperando in un'ascensore prima che la segretaria o chi per lei potesse effettivamente fermarla. « Io vado al secondo livello. » fece con la stessa voce grossa di prima ed un sorriso abbozzato a teso, dal basso della sua statura rispetto ai due uomini scuri che le fecero compagnia per tutta la durata del viaggio. Che viaggio fu, dato che quando uscì dall'ascensore aveva il fiatone ed i capelli bruni scompigliati, a dispetto del tempo che aveva impiegato per renderli ordinati. « Che diable di ufficio è questo? » pensò ad alta voce, essendosi ritrovata in un lungo corridoio tutto uguale. Non sapendo bene che fare, si sistemò nel suo vestitino colorato tutto storto - dopo il viaggio, appunto - quando un folletto le passò accanto, squadrandola come se fosse una specie di terrorista indesiderata. « Buongiorno. » disse con un sorrisetto di circostanza alla creatura che non volle sapere di ricambiare, per coprire quel senso d'inadeguatezza che l'aveva colpita tutta insieme. Quello passò oltre, urlando qualcosa a qualcuno riguardo qualcosa da rimuovere dalla testa di qualcuno il prima possibile. L'ostilità del folletto la spinse a deglutire, facendola avanzare nel corridoio ora vuoto soltanto perché già si prefigurava di trovare l'ufficio che stava cercando, chiudersi là e non dover incontrare più lavoratori ministeriali a caso che la imbruttissero senza motivo. In fondo, studiando come Auror, presto il Ministero sarebbe diventato anche il suo mondo: facevano male a trattarla così, quei futuri colleghi! Magari un giorno avrebbe avuto il potere di far pentire tutti di quelle brusche ed immotivate maniere, inadatte a lei! Quando, spaesata, voltò gli occhioni verso un altro sbocco del corridoio, lesse a caratteri cubitali l'occupazione dell'ufficio che dominava l'area labirintica in cui si era ficcata. Si accasciò su un rialzo del muro - quasi per terra, di fatto - con espressione afflitta, la Grifondoro, quando immaginare che magari fosse proprio sul livello sbagliato le fece venire voglia di piangere. Gambe esili incrociate, occhioni lucidi ed una persistente voglia di non muoversi più di lì. « Io non ci voglio stare all'ufficio Obliviatori. » non sia mai che ti farebbe male dimenticarti quanto sei viziata e boriosa, piccola Vivienne.
     
    .
  3.     +1    
     
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Member
    Posts
    37
    Reputation
    0

    Status
    Anonymes!
    Seduto nel suo ufficio già dalla prima mattina ricontrolla gli appuntamenti del giorno. Al solito dopo l’ora di pranzo avrebbe avuto una breve riunione con gli altri colleghi in merito alle ultime vicende avvenute nel mondo magico poiché al momento erano poche le richieste per quella sezione del ministero. L’arresto di James Potter aveva scosso più del dovuto le acque all’interno del ministero, ma oltre alle poche notizie che erano trapelate sui giornali il resto rimaneva tra le mura del QGA e del Wizengamot. Ades aveva appreso la notizia da sua sorella Arthemis la sera del primo di marzo poi non si era più informato se non leggendo i giornali che riportavano più o meno tutti la stessa notizia senza infamia ne gloria. Non conosceva James Potter né tanto meno si aspettava che una persona con un cognome così importante decidesse di macchiarsi di una cosa altrettanto terribile. Sapeva cosa voleva dire togliere la vita ad una persona con le proprie mani per colpa di quel vincolo che lo aveva tenuto in ostaggio per molti anni della sua vita, fino a quel fatidico momento. Nonostante avesse le mani sporche del sangue di qualcuno però quella notizia non era mai trapelata al di fuori di Hikesioi. La tela che tesseva suo padre adottivo Hector era più fitta ed intrecciata di quanto potesse immaginare tanto da riuscire a nascondere e radicare per bene la sua setta. « Troppe carte da compilare anche oggi Mr. Ayres? » La voce di Miss Toke richiamava l’attenzione dell’inglese mentre firmava dei documenti che erano arrivati sul suo tavolo quella mattina. « Al solito, stessa numerica di pratiche ogni giorno. » La voce profonda di Ades risponde subito alla signora del quadro, l’unica compagnia che meritava risposta all’interno di quell’ufficio. Era contento quando si ritrovava solo all’ufficio, non trovava affatto simpatici i suoi colleghi sempre pronti alla battutina ed ai vari pettegolezzi solo perché non arrivavano molte richieste ed il loro lavoro iniziava ad essere parecchio monotono dietro quelle scrivanie. «Ho un paio di appuntamenti oggi. » Esordisce dal nulla rivolgendo sempre la parola alla Tilly Toke: « Sarà una giornata interessante » Affermò all’improvviso autoconvincendo più se stesso che per intavolare una discussione con il quadro. Continuava a tenere la testa china sui fogli, leggeva il contenuto e quando era richiesta una firma senza esitare riponeva la sua sigla. Una volta finito con quella tiritera posizionava i fogli nelle apposite cartelle. « Non mi hai più parlato di quella ragazza… Com’è che si chiamava? Shaila? » « Sheila. » « Ecco si, bravo! Mi ha fatto piacere ricevere i suoi saluti. La porterai mai qui in ufficio? Almeno per vederla di persona » Sospira volgendo gli occhi azzurri verso il quadro della donna: « Oh certo organizzerò una gita al ministero solo per fartela conoscere. » Brontola ritornando al suo lavoro non curandosi delle parole che aggiunse successivamente Miss Toke in merito a quell’uscita di Ades.
    tumblr_inline_npilo5TGEu1rifr4k_500
    [...] Andrew Peppers lo aveva portato fuori dall’ufficio per sgranchirsi un po’ le gambe parlando di un caso di obliviazione avvenuto qualche mese prima alla quale Ades non aveva partecipato. « Ti dico Ades questa persona meritava davvero di essere obliviata.» « In un modo o nell’altro c’è sempre un motivo per dimenticare qualcosa. » Taglia corto l’inglese non trovandosi per niente a suo agio in compagnia del collega che nonostante tutto provava a strappare di tanto in tanto un sorriso al ragazzo. Peppers era diventato obliviatore dopo Ades, era un collega più giovane e cercava sempre di tirarsi dietro l’Ayres proponendo sempre qualche attività insieme: un pranzo, una bevuta insieme, ma nonostante tutto l’inglese si trovava sempre a declinare le sue offerte invitando il collega a concentrarsi maggiormente sul lavoro. « Senti Peppers » Difficile che lo chiamasse per nome; considerava il cognome del ragazzo piacevole da dire: « Questo weekend prendiamola qualcosa da bere. » Ed in quel momento vide un sorriso spuntare sul volto del collega sentendo per la prima volta il ragazzo più grande proporgli qualcosa da fare insieme. Lo so che mi sbaglierò, ma Misty vuole che mi apra un po’di più con i colleghi. Monito della sorella più piccola al fratello più grande nel doversi cercare amicizie all’interno del luogo di lavoro nonostante lui non ne avesse voglia. « Torno in ufficio. Poi ci organizziamo. » Fa un cenno con la mano al collega dirigendosi verso l’ascensore che lo avrebbe portato al secondo piano.
    « Buongiorno. » Vede una ragazza salutare il goblin all’ingresso del secondo piano e dirigersi verso il corridoio del suo ufficio. Non ricordo di avere appuntamenti per quest’ora. Guarda l’orologio al polso convinto che forse aveva saltato qualche appuntamento della giornata, ma solitamente era troppo ordinato e puntiglioso che era impossibile si stesse sbagliando. Fa un cenno con la testa al goblin che ricambia immediatamente, ma senza andare oltre verso l’ufficio si ferma un secondo a parlare con lui: « Ti ha detto cosa doveva fare quella ragazza? » Il goblin lo fulmina con lo sguardo, ma Ades era ormai abituato a quelle occhiatacce. Scuote la testa per dirgli di no e si ritrova costretto a tornare verso il suo ufficio senza una risposta. E già tanto che qualche mattina ti auguri una buona giornata. Sospira ed una volta davanti al suo ufficio ritrova la figura della ragazza che aveva visto dirigersi verso il corridoio degli uffici, seduta su una rientranza del muro con un aria afflitta: « Sei qui per un appuntamento? » La voce profonda dell’inglese riecheggia nel corridoio: « Vieni, entra pure. » Si avvicina alla porta e con un tocco di bacchetta sblocca la serratura, abbassa il manico ed apre la porta facendo spazio alla ragazza ed invitandola ad entrare: « Il tuo primo appuntamento non era dopo pranzo? Per caso ti sei ricreduto sulle gite negli uffici? Ciao tesoro perché quel faccino? » Miss Toke, il quadro dell’ufficio prima canzona un po’ Ades e poi si rivolge alla ragazza una volta entrata.
     
    .
2 replies since 24/1/2021, 19:02   126 views
  Share  
.