{CHAPTER THREE 2.0}THE GOLDEN MATCH

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    Sapeva benissimo che Percy non avrebbe visto di buon occhio l’uso dei poteri Lycan per assistere alla partita, ma per come le aveva detto Raiden per lui non c’era alcun problema. La sua preoccupazione cessò quando non era sola con il giapponese. La presenza di Vivienne, Pervinca e Mia Wallace aveva permesso ad Ellie di superare l’imbarazzo di rimanere sola con il lycan con la quale aveva condiviso cose ben più intime di quanto gli altri erano a conoscenza. Solo Vivienne era a conoscenza di quello che era successo tra lei ed il giapponese molti anni prima e la scozzese era sicura che l’amica non aveva riferito la cosa a nessuno. « Pure te hanno coinvolto.. » In cuor suo sapeva che Percy avrebbe detto qualcosa riguardo la sua presenza, ma non poteva farci molto si limitò a guardare l’ex serpeverde con uno sguardo colpevole: «Aye, hai ragione Percy, ma un evento del genere non si può perdere.» Era appassionata di quidditch e grande fan delle Harpies. Per tutto il tempo era rimasta di fianco a Vivienne e sua cugina parlando di come si stesse svolgendo la partita commentando ogni azione e sognando un autografo di alcune delle sue giocatrici preferite della nuova e vecchia guardia. Non era contenta di aver barato questo sì, ma almeno si riteneva soddisfatta di aver visto almeno una volta nella sua vita giocatori del calibro di Victor Krum, Angelina Johnsonn, Ginny Weasley ed altre figure importanti della società magica.
    « La prossima volta scegliamo qualcun altro. Boh, tipo Bobbie.. ma tipo in realtà chiunque altro al di fuori di Percy va bene. » Sentì il braccio di Mia intorno alla sua spalla mentre indirizzava quella frase verso Raiden « Ma dai non è così male Percy. Cioè sì Bobbie sicuramente avrebbe seguito con più interesse la partita. Capita durante gli allenamenti al centro che parliamo di quidditch. » Aveva persino saputo dalla sua maestra che aveva giocato per le Harpies per circa un anno. Quella notizia lasciò di stucco la scozzese tanto da riempire la testa della Herondale di domande assurde sul mondo del quidditch. […] Si erano dati un punto d’incontro dopo qualche ora, prima che la festa iniziasse. Ellie continuava a trascinare con se Vivienne. Le aveva detto di portare il cambio e che avrebbero fatto una breve sosta nel suo appartamento ad Hogsmeade in modo da prepararsi per la serata. «Io… Non so se riesco a reggere una serata in presenza di Raiden. » Sospirò mentre si sistemava l’abito per quella sera. Non era solita vestire in quel modo. Se allo stadio si ritrovava nella sua comfort zone indossando uno dei suoi classici maglioni larghi ed un paio di jeans. L’esser vestita leggermente più elegante ed in presenza di molte star del mondo del quidditch, e non solo, le creava un ansia infinita. La presenza del lycan giapponese non avrebbe aiutato per niente a quell’imbarazzo che l’aveva fatta padrona durante il resto della partita del cuore. «E se non venissi? Cioé dovrei studier- » Se ne uscì di punto in bianco la mora, ma l’amica francese le rispose con un bel pizzicotto sul fianco per darle una svegliata. «- Aye, va bene non dico più niente. »
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    « State un sacco bene! Ma non vi siete agghindate un po' troppo? Cioè è mezzo una festa in piazza.. » Come dare torto alla Wallace. Invidiava quel suo abbigliamento se l’avesse saputo prima avrebbe sicuramente fatto compagnia alla serpeverde vestendosi più o meno come lei: « Guarda lascia stare vorrei tornare alle mie amate felpe.» E i jeans… E le sneakers. Ma il code dress richiedeva qualcosa di più serio del solito vestirsi da stracciona di Elaine. «Però stai benissimo. » Concluse facendo un bel sorriso alla lycan più piccola.
    […] Ascoltò il discorso del preside Bauldry mentre riempiva il proprio piattino con qualcosa da mettere sotto i denti. «Dici che dovrei- » Non completò la frase diretta a Vivienne. Voleva mettere le cose in chiaro per quella sera, magari andare a parlare direttamente con il giapponese, ma qualcosa la frenava. La francese le fece cenno di raggiungere Raiden. Supera questo imbarazzo, vai. Scrollò la testa come per dire no all’amica. Non voglio. Era quello che si ripeteva Elaine, ma quando la voce del giapponese la raggiunse: « Libere di unirvi o no. » si ritrovò ad ascoltare una musica totalmente diversa da quella suonata dal quartetto d’archi mentre le proiezioni di altri lycan scatenti in pista si confondevano in mezzo alle altre persone che ballavano quel lento. Ignorò per un po’ quella proiezione quando di sua spontanea iniziativa si avviò al bancone accennando un breve saluto a Peter, Olympia, Dory e Misty andando ad ordinare due Gin lemon.
    Una volta pronti i due alcolici si avvicinò al giapponese. Rivolse uno sguardo verso Vivienne che con la mano continuava a farle cenno di andare. Una volta davanti a Raiden gli allungò il bicchiere con l’alcolico: «Ti- » Stava per dire qualcosa, ma decise di interagire anche attraverso la propria proiezione.
    Mentre il giapponese ballava lei si avvicinò tirandolo a sé e ballando con lui: «Ti ho portato qualcosa signor Y-A-G-A-M-I. » Scandì il cognome come il loro primo incontro dopo tanti anni. Quando fuori dalla proiezione Raiden reagì gli passò il bicchiere in modo da liberarsi una mano. « Grazie, finalmente. » Sbuffò brontolando quelle parole mentre la sua proiezione riceveva una pacca sul sedere. In quel momento staccò il contatto con gli altri Lycan ritornando a guardare il giapponese: « Ritorno con la mia proiezione solo se mi fai scegliere la prossima canzone. Mr Dj Allungò la mano verso la giacca nera del giapponese per estrarre il suo cellulare e mettere in riproduzione un’altra canzone non appena quella scelta da Raiden sarebbe finita. «E, aye, ti prometto un ballo sfrenato Fece una breve pausa alzando un sopracciglio e studiando la reazione del giapponese con i suoi grandi occhi: «- se mi concedi un lento stasera. » Non attese molto a dire il vero nemmeno una risposta. Non appena posò il telefono nuovamente nella giacca del moro, levò il bicchiere dalle mani di Raiden e lo trascinò in pista per ballare quello stramaledetto lento. Le braccia della piccola scozzese andarono a posizionarsi intorno al collo del giapponese mentre sentiva le mani di lui posizionarsi sui suoi fianchi: «Seguimi. So che non è il tuo genere, ma può risultare divertente.» Iniziò a seguire il ritmo della musica trascinando con se il giapponese. Andando di tanto in tanto a volteggiare grazie anche alla complicità del moro che sembrava seguire perfettamente le indicazioni di Elaine. Si ritrovò nuovamente vicina a lui dopo l’ennesima piroetta. Lo guardava negli occhi e mentre le guance si coloravano di rosso: «Sai… E’ strano averti qui, ma devo dirti una cosa. Non ho mai avuto occasione di dirlo. » Sospirò prendendo una breve pausa: «Grazie per quello che hai fatto per me. Se ne sono uscita viva tre anni fa è anche per questo legame che ci ha tenuti vicini.» Avrebbe voluto dirglielo prima, ma la timidezza e l’aver perso totalmente il contatto con il giapponese non le aveva concesso quella piccola confessione. «Se vuoi ti lascio nuovamente al tuo festino privato e magari ti raggiungo dopo. » Aggiunse infine mentre continuavano a muoversi durante quel lento.




    Interagito con Percy, Vivienne (<3), Mia e Raiden
    Salutato il gruppetto al bancone :3


    Edited by RomanceIsÐead - 8/3/2021, 16:41
     
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    L'ambito sportivo non era mai stato nelle corde della giovane Victoire. Considerava i cronisti come il fanalino di coda del giornalismo, addirittura sotto le rubriche di gossip e gli oroscopisti. Eppure, in quelle ultime settimane, non aveva potuto sottrarsi dal dare il proprio contributo per la buona riuscita di quell'evento. Del suo successo dipendeva la sopravvivenza del gruppo Peverell che dopo l'arresto di Byron aveva dovuto camminare sui carboni ardenti. Gli affari non andavo male, con o senza quella partita, ma di certo, la sconvolgente notizia aveva inflitto un grosso danno alla reputazione del nuovo progetto. Per l'occasione aveva chiesto ad MJ di farle da spalla. Vieni anche tu, fatti un giro, fatti un'idea. Le porte del gruppo Peverell sono sempre aperte. Ormai presente nel consiglio direttivo, Victoire rispondeva a poche persone, a cui si affidava e di cui cercava l'approvazione più per una questione di mutuo rispetto che di disparità di funzioni. « Qui arrivano tutte le notizie e segnalazioni in tempo reale. » Disse alla cugina, posando una mano sulla spalla di Lenny, chino sul monitor colmo zeppo di messaggi. « Le più importanti diventano copy che finiscono sui nostri canali social. Lenny e Jane se ne occupano durante gli eventi live. » Saluta la collega con un ampio sorriso prima di portarsi alle labbra la tazza di caffè fumante. Tra Jane e Lenny c'è una terza sedia girevole. Victoire posa le mani sullo schienale della stessa e la ruota verso la cugina in un muto invito. « Ti va di scrivere qualche copy per noi oggi? Manda le bozze a Jane. Se dovessero esserci delle correzioni, ti indicherà lei cosa devi fare. » Il gruppo Peverell aveva uno standard molto alto sulle notizie e sul modo di veicolarle. Avevano studiato per mesi le parole chiave e i codici da seguire per restituire alla società civile la più precisa e puntale forma di informazione di cui potessero disporre. Erano meticolosi, ed erano anche maledettamente bravi. « In bocca al lupo! Jane e Lenny non sono noti per la loro simpatia. » Le rivolse un occhiolino carezzandole il braccio con affetto. Un gesto di incoraggiamento. Di certo, Vicky tifava per MJ. Provò nostalgia di fronte a quel passaggio di consegne. Vicky ha iniziato con gli oroscopi sulla Gazzetta del Profeta, poi è passata alla posta del cuore sul Sunday Prophet e poi lentamente è iniziata la sua scalata - sotto nome falso. Vedere una versione leggermente più giovane di lei iniziare a muovere i propri passi in un ambiente più genuino e meritocratico le riempì il cuore d'orgoglio. Forse stiamo facendo qualcosa di giusto. Ne vale la pena. [...] Si avvicinò alle ampie vetrate della tribuna stampa, osservando il volo frenetico dei giocatori in campo. Sorrise per un istante, vedendo così tanti dei membri della sua famiglia in campo. Un muto orgoglio la pervase. Sarà anche un gioco stupido, ma è un gioco stupido che ci unisce tutti. E proprio in quel momento un bolide mandò fuori rotta Ted, portandola a trasalire di colpo indietreggiando di un passo. Pochi istanti ci vollero prima che il ragazzo si rimettesse in sella della propria scopa sotto il delirio dei tifosi che acclamavano il suo nome. Il cuore batté all'impazzata per lo spavento per diversi minuti, e quando, accertatasi che tutto stesse procedendo per il verso giusto in campo, incontrò lo sguardo insistente di Zoe al di là delle vetrate che dividevano la redazione del gruppo Peverell dalla sezione della Gazzetta, Victoire deglutì. Qualcosa nello sguardo dell'amica la mise a disagio. Zoe non la stava guardando, la stava osservando. In tutta risposta alzò la mano nella sua direzione salutandola con un apparente sorriso naturale, prima di voltarle le spalle e tornare ai suoi affari. [...] « ED È FINITA, SIGNORI! TIRATE FUORI L'ALCOL! » Tutti applaudirono in coro e Vicky si diresse in fretta e furia verso il centro della stanza dalle ampie vetrate abbracciando prima Albus e poi Dash. « Congratulazioni signori! Chi l'avrebbe detto che saremmo stati una squadrona anche con questa cafonata del Quidditch. » Ricorda le parole di Albus in merito. Sarà pure una cafonata, ma è anche una gallina dalle uova d'oro. E infatti, il reparto marketing era in delirio già a metà della giornata. Gli inserzionisti avevano continuato a chiamare per tutta la giornata, richiedendo all'ultimo uno spazio pubblicitario che sarebbe costato loro un occhio della testa. « Direi che è proprio giunto il momento di prepararci alla festa, che dite? Chiaramente per prepararci intendo arrivare già bevuti. » « I Junior avranno anche vinto, ma la vittoria morale ci appartiene in toto. Alla nostra ragazzi. Possa essere questo solo l'inizio di un futuro fatto di leggi anti-trust che combatteremmo a colpi di onestà e soprattutto.. umiltà. » Come no! Stringe la mano di Ethan di fronte alle presentazioni di Albus e sorride con estremo garbo. Ovviamente sa chi è, e ammette di aver anche comprato alcuni dei suoi primi album. Era però finito l'era in cui poteva permettersi di fare la fangirl. Viaggio anche verso i venticinque. Non è proprio il caso. « Mi ricordo di voi… Qualche anno fa.. Intervista per la gazzetta? Spero di non sbagliarmi. In ogni caso mi ripresento – com’è giusto che sia – Ethan, piacere! » Volge lo sguardo con fare interrogativo e stranito in direzione di Dash, in un momento in cui Ethan è intento a dare più retta ad Albus che a loro, stringendosi nelle spalle. Di che intervista parla? « Ma ceeeeerto! Siamo noi! Io e Dash, sai.. siamo esperti di interviste alle star. Sempre fatte insieme - una lunga carriera pluriennale nell'ambito! Spero sia stata un'ottima esperienza.. » E via così, mentre da leggeri colpetti sul braccio di Dash sperando possa reggerle il gioco. Meglio non contraddire gli artisti. Sia mai che ci pianta un casino qui sul posto. « E' un piacere conoscerti in vesti più.. informali. » Mentre Albus ed Ethan continuano a parlare, Vicky scuote la testa e alza gli occhi al cielo portandosi il bicchiere di champagne alle labbra, scoppiando a ridere di fronte alla cugina. Le mette un braccio attorno alle spalle e la conduce a sedersi insieme su uno dei divanetti poco più in là. « Regola numero uno, mai contraddire una star. Sono ottime risorse.. pieni zeppi di contatti. » Indica infine il suo bicchiere vuoto e sorride, attirando a sé con un colpo di bacchetta una delle bottiglie ancora piene. « Regola numero due, quando stacchi dal lavoro il bicchiere non deve mai essere vuoto. » E quindi glielo riempie, e insieme svuotano la seconda coppa di liquido ambrato.

    « Eccola! » Ma Lizzie corre incontro a Dash abbracciandolo teneramente. « ZIO DASH! Ciao! Quanto tempo! Come stai? » Il vestito rosa cipria che hanno scelto insieme le calza a pennello e le treccine che Olympia le ha intrecciato per tutta la giornata la rendono ormai una piccola donna bellissima. Gli occhi di Vicky si riempiono di orgoglio, cercando tuttavia di apparire il più indifferente possibile mentre si sistema il vestito. « Ciao mamma, sei bellissima! Oh, anche tu Lizzie. Com'è andata la giornata? La mia è stata fa-vo-lo-sa! » Scandisce quell'ultima parola gettando uno sguardo complice a Dash prima di scoppiare a ridere. Si mossero insieme all'interno della stanza salutando amici e parenti e fermandosi di tanto in tanto a parlottare con qualcuno del gruppo editoriale, finché il Preside Bauldry non diede inizio alle danze. A quel punto, Vicky si sguardò attorno con fare disinvolto prima di posare lo sguardo su Dash al suo fianco. « Che ne dici? In onore dei bei vecchi tempi? » Tipo quando tu suonavi e noi ballavamo in salotto. « Andiamo! Non fare il musone, per favore! Possiamo anche dondolare sul posto. » Allungò una mano nella sua direzione sollevando le sopracciglia con fare eloquente, prima di dirigersi verso la pista. Restò pressoché ferma, ridacchiando sommessamente. « Gran successo oggi eh? » Posò lo sguardo su Amunet e Albus, poco più in là, prima di soffermarsi sullo show messo in atto da Ted e Juniper Rosier. Wow. Maturi. Scosse la testa e tornò con lo sguardo su Dash, intrecciando le dita dietro la sua nuca. « A quanto pare sappiamo fare ancora gioco di squadra io e te.. » Siamo sempre stati bravi. Maledettamente bravi. Anche se Dash passava spesso il tempo a rimediare ai danni di Vicky. « Chissà.. forse in questo nuovo mondo mi permetterai di guardarti a mia volta le spalle. Sono cresciuta sai? Credo di essere finalmente pronta a prendermi le mie responsabilità sul lavoro. Guardami, ci sto mettendo la faccia, il mio libro sta naufragando, sto tornando alla stampa quotidiana, e nel mentre progetto anche il modo più proficuo per far saltare la testa di Philip Collins con un'inchiesta che non sta andando da nessuna parte. » Dannato Philip Collins. Si stringe nelle spalle sorridendo con un pizzico di infantile ingenuità.
    « Dovremmo lavorare di più insieme. » Disse infine pensierosa. « Eravamo bravi.. a lavorare insieme. Anche se tu pensavi fossi un uomo particolarmente spocchioso e con la puzza sotto il naso che non aveva il fegato di metterci la faccia. » Il quartetto suonò l'accordo finale e sulla scia degli applausi in seguito al primo ballo, Vicky fece un elegante piccolo inchino del tutto scherzoso di fronte al biondo scoppiando a ridere. Fu allora che individuò nella sala Zoe. La seguì per un po' assottigliando lo sguardo e tornato al suo partner di ballo, nonché ex ragazzo e compagno di malefatte, si umettò appena le labbra annuendo tra se e se. « E' giunto il momento di sottrarre qualche altra leva alla Gazzetta. Ti va di berci qualcosa tra un po'? » [...] Venne fermata diverse volte lungo il tragitto e alla fine individuò Zoe al bancone. Non molto lontani c'erano i suoi cugini Dory, Olympia e James, assieme alla sua nuova conquista. Alzò il bicchiere nella loro direzione per poi appoggiare i gomiti sulla superficie in marmo gettando uno sguardo eloquente all'amica. « E' stato strano vederti dall'altra parte, oggi. » Disse di scatto gettando lo sguardo di fronte a sé. « Credo sia stata la prima volta che ho realizzato che ora sei una nostra competitor. » Era strano, e anche spiacevole. Zoe era brava, estremamente puntigliosa quando si trattava di svolgere il suo lavoro. Poteva fare molto di più rispetto a delle semplice strisce di gossip. « Ti piace davvero quel lavoro? » Le chiese ad un certo punto roteando il liquore contenuto nel bicchiere di cristallo che aveva tra le mani.« Perché sai.. basterebbe dirlo.. Albus ne sarebbe contento.. » Vorrebbe dire altro, ma il discorso del cugino la obbliga a fermarsi. Si massaggia le tempie con fare leggermente snervato, sorridendo fintamente mentre alza il bicchiere alla fine del discorso di lui, senza tuttavia bere. E' solo quando il gruppo di persone inizia a diramarsi che si permette di rivolgersi nuovamente in direzione della mora. « Io dico, quante puttanate può dire una persona nel giro di due minuti contati sull'orologio. L'unione che fa la forza. Senti tu - la solidarietà. La co-mu-ni-o-ne! » Alza gli occhi al cielo e scuote la testa. « Nessuno di noi fa più parte di nulla da troppo tempo. Siamo ognuno per i fatti propri. L'unica persona che è stata in grado di riunirci sotto un unico tetto ora marcisce ad Azkaban, e noi beviamo liquori pregiati in bicchieri costosi mentre lui si spegne là dentro circondato da un'orda di Dissennatori. » Pausa. « Questo è il trionfo dell'ipocrisia. » Si morde il labbro inferiore e osserva Zoe con una patina di palese malumore.

    Prima parte: interagito con MJ, Albus, Dash, Ethan; nominati Ted e Zoe.
    Seconda parte: interagito con Dash e Zoe; nominati Dory, Olympia, Lily, Albus, Ted e June.




     
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    Giocare a Quidditch non era solo un lavoro per Joy, ma una vera e propria passione. Aveva iniziato a sfrecciare su manici di scopa quando era più bassa di un metro e quella sensazione di libertà che provava quando si staccava da tempo, l’aveva accompagnata per tutta la sua vita. Giocare a Quidditch non era soltanto lanciare la Pluffa negli anelli e nemmeno acciuffare al momento giusto il Boccino d’Oro. Era una questione di impegno, di tattica e di scaltrezza, non solo fisico ma soprattutto morale. E quel giorno, il Quidditch aveva anche un altro significato, ancora più profondo e che le toccava particolarmente. Si sarebbe disputata una partita il cui ricavato sarebbe stato devoluto tutto in beneficenza. Non era una partita in cui doveva vincere lo spirito agonistico, bensì doveva vincere il cuore. E lei, come sempre, ci aveva messo tutto il suo impegno per dare il suo meglio, non solo in campo ma soprattutto nel supportare le diverse campagne che erano state istituite nel corso di quella settimana. «Secondo te me lo fa lo stesso l'autografo?» Era stato bello, quasi emozionante giocare al fianco della sua famiglia e non come rivali. Non aveva mai giocato in una grande competizione con loro, anche se ormai era quasi annuale il campionato organizzato da nonna Lucille che vedeva gli Scamander sfidarsi tra loro, nel retro di casa. « Sei colei che è riuscita a batterlo, dovrebbe chiedere lui l’autografo a te! » Scoppiò a ridere, abbracciandola forte, fiera della sua piccola sorellina. Lei non era stata poi così fortunata: aveva giocato nel ruolo di Cercatrice e la sua magnifica coach le aveva fatto letteralmente il cu(lo)ore, rubandole il Boccino da sotto al naso. E inoltre, per i primi cinque minuti della partita era andata da un lato all’altro dello stadio, cercando di prendere la Pluffa, dimenticandosi completamente del ruolo che le era stato assegnato. Quindi bene, ma non benissimo. Aveva affiancato James, aiutandolo a cercare il Boccino che era stato l’oggetto del desiderio tra lui e suo padre e alla fine, i Juniors avevano avuto la meglio. Era stata una partita lunga, ma decisamente divertente. O, almeno, così l’aveva vista Joy. « Ora andiamoci a prendere ciò che ci spetta! » Fece un occhiolino a Daffy, facendo intendere che ciò che meritavano era alcol gratis. […]

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    Terminata la partita, Joy aveva potuto lasciare la divisa negli spogliatoi, optando per un vestito rosso, semplice ma comunque molto a effetto, soprattutto per la spaccatura nel lato e la schiena lasciata praticamente scoperta. Aveva scelto quel vestito proprio perché non era di una grande catena di moda, bensì di un piccolo atelier locale, volendo così porre enfasi sugli acquisti in piccolo negozi in modo da poter aiutare l’economia locale. « Gioia del mio cuore, luce dei miei occhi » Joy sorrise a suo cugino Lysander, facendo una piccola giravolta mentre si avvicinava a lui. « Allora, come sto? » Gli tese la mano, mentre entrambi si posizionavano di fronte ai giornalisti e ai fotografi per venire immortalati da quei flash che facevano quasi parte della loro quotidianità. . « Sei bellissima. E fortissima, ma questo lo sanno tutti. Hai programmi specifici per stasera? Io penso che mi ubriacherò. » Prese il bicchiere che lui le stava porgendo, ringraziandolo con un piccolo movimento del capo, per poi alzarlo nella sua direzione come se fosse un piccolo brindisi. « Sai bene che questi sono i miei piani preferiti! » Scoppiò a ridere, per poi dare un piccolo sorso al suo bicchiere. Si guardò distrattamente intorno, individuando subito i profili di quelle persone che voleva evitare, le stesse persone che un tempo erano al suo fianco a ogni genere di festa. Si lasciò trascinare da suo cugino all’angolo bar, dove c’era anche Sam. « Il mio buon proposito di questa serata è di ballare con qualcuno e non di fare sempre la classica zitella alcolizzata. » L’ultima parola fu accentuata dallo shot di Whisky Incendiario che buttò giù in un solo colpo. Insomma, doveva ancora lavorare su questo. Fece l’occhiolino a Sam e Ander, mentre ne chiedeva un altro, proprio mentre arrivavano Lily e James. « Da quando il primo giro di shot lo fate senza di me? » Come se avesse appena fatto una magia, nelle mani di tutti i presenti comparve subito uno shot, così da fare il primo di tanti altri giri insieme. « Hai fatto un'ottima partita là fuori. Mi ha gasato un sacco questa cosa che per una volta abbiamo giocato assieme. » « Sì, è stato bellissimo. Mi sono divertita molto! » Era stato davvero bello giocare con tutti loro e, per una volta, non averli come avversari. Aveva avuto modo di apprezzare ancora di più lo stile di gioco di tutti i giocatori, ora che non doveva guardarsi le spalle da loro. « Magari replichiamo qualche volta, che dici? A quanto pare riusciamo a spillare un sacco di soldi con questa cosa del fraternizzare col nemico. » Un sorriso sincero comparve sulle labbra di Joy. « Sai che è una fantastica idea? Ho già in mente tantissime organizzazioni che hanno bisogno di essere finanziate! » Se c’era un’opportunità di fare qualcosa per una buona causa, lei era sempre disponibile. E poi, vedere i due capitani di due importanti squadre allearsi anche in campo, sicuramente era un qualcosa per cui valeva la pena mettersi in gioco. « Voglio dire.. nonostante tutto. Non è stato bello fare squadra? » Aveva seguito lo sguardo di James, individuando subito la figura di Ted. Oramai, solo una sensazione di vuoto la legava a quella persona. La sensazione di delusione aveva ormai lasciato posto a un senso di apatia. Ogni momento bello passato insieme non aveva più nessuna importanza, perché lui era diventato soltanto una persona che una volta conosceva, o almeno, pensava di conoscere. « Nonostante tutto… Anche se, a volte, alcune persone non sono fatte per fare squadra. » Non c’era amarezza nelle sue parole, era semplicemente una costatazione. Gli fece un occhiolino sorridendogli, per poi bere un altro shot, tutto d’un fiato.

    […]« Sei stata davvero brava oggi nonostante sia stata messa davvero a dura prova. » Sorrise alle parole di Kix. Era davvero importante per lei ricevere dei complimenti dalla sua allenatrice, significava che stava lavorando bene. « Non ho mai creduto che fosse il ruolo adatto a me… A volte, la pazienza non è una mia virtù! » Ridacchiò, assumendo poi un’espressione un po’ colpevole. Aveva da poco lasciato la sua famiglia al tavolo degli alcolici, mentre cercava di realizzare il suo buon proposito della sera. In realtà, era stata intrattenuta da un paio di giornalisti, quindi non sembrava nemmeno lontanamente vicina a trovare un cavaliere con cui ballare e non sembrare un’alcolizzata. « Se non vi conoscete già, Joy lei è Winter, la mia adorabile coinquilina a cui non può fregare di meno del Quidditch, sempre che non si parli di manzi perché allora hai la sua completa attenzione. Win, lei è Joy, il mio infallibile capitano nonché una delle migliori destriere di tori meccanici io abbia mai visto da tot anni a questa parte. » Scoppiò a ridere alle sue parole, facendo un piccolo inchino per quella presentazione davvero esemplare. «Winter, ma chiamami Win- nonostante l’astinenza qualcosa ci ho capito, giuro, sei stata stupenda! E stai benissimo con questo vestito» Sorrise dolcemente alla ragazza, lusingata dai suoi complimenti. « Il piacere è tutto mio e anche tu stai divinamente! » Joy rimase un attimo spiazzata dalla ragazza che iniziò a parlare con nonchalance del suo vibratore. Cavoli, voglio essere come lei. Quel pensiero le saettò nella mente, mentre iniziava a ridere per le sue affermazioni. «Seriamente, se conosci qualcuno di single buttamici contro con nonchalance, te ne sarei grata per il resto della mia vita» Annuì alle sue parole, con l’ombra di un sorriso ancora fissa sulle sue labbra. « Credimi, lo farò! » Le promise, mentre Elektra si allontanava. Iniziarono a camminare a braccetto per la sala, mentre Joy si guardava intorno alla ricerca del ragazzo di cui parlava la sua nuova amica. «Tipo settimana scorsa mi ha seguito su Wizta» Scosse la testa non appena lei gli chiese di Caél. Non lo conosceva personalmente, ma sapeva che era amico di Sam. « Non di persona, ma sembra occupato… » Lo sguardo di Joy si spostò sulla ragazza che stava parlando con Caél. Magari, non sarebbe potuta diventare la wingwoman di Win con Caél, però…. « Ma conosco lui… » Un sorriso malizioso comparve sulle sue labbra, mentre si dirigeva a passo spedito verso Oliver Baker, trascinando la ragazza con lei. Probabilmente, lei era ancora anni luce lontana da esaudire il suo buon proposito della serata, ma almeno avrebbe potuto aiutare lei. Conosceva Oliver per vie oblique, in quanto era la persona che le stringeva la mano quando le Harpies sfidavano i Cannons, ma non si erano mai ritrovati ad uscire insieme o anche nella stessa cerchia. « Ciao Oliver! » Lo salutò, comparendo all’improvviso alle sue spalle. « Have you met Win? » Da perfetta wingwoman, stile Barney Stinson, Joy si fece da parte, lasciando che Winter e Oliver si conoscessero. In teoria, questa cosa funzionava, almeno nelle serie tv. Winter le avrebbe detto se come wingwoman faceva davvero schifo a fine serata di sicuro. Le fece l’occhiolino e si spostò, lasciando subito i due ragazzi da soli. Era forse una delle cose più strane che aveva fatto nell’ultimo periodo. Sperava solo di non aver fatto un casino.

    […]«Ehy, Cap! Ti aspetto per festeggiare al bancone dopo le chiacchiere dei pezzi grossi sul tavolo e qualche ballo scatenato in pista.» Prese la mano di Daffy, facendole fare una giravolta, con un’espressione stupita e sognante. « Ma sei una meraviglia! Non ho visto Dean, ma comunque è davvero fortunato ad averti al suo fianco! » Le fece l’occhiolino, per poi rispondere al suo invito. « Io sarò quella ubriaca e incollata alla bottiglia di vino! » Quadro triste e severo, ma giusto. La salutò, augurandole buon divertimento, prima di guardarsi intorno. Nella sua mano non compariva un bicchiere da fin troppo tempo, per i suoi gusti. Il suo sguardo venne intercettato da un omone alto e barbuto, al cui fianco c’era una ragazza che sembrava stesse guardando proprio lei. Si guardò intorno, per essere certa di non avere allucinazioni, prima di decidere di avvicinarsi. « Ciao! » Salutò Rudy e Mia con un gran sorriso, prima di voltarsi verso la ragazza. Sembrava di averla già vista da qualche parte, ma proprio non ricordava dove. Probabilmente sui social? Strano, solitamente era brava ad associare visi e nomi. « Io sono Joy, piacere di conoscerti! Vi state divertendo? » Le rivolse un altro grande sorriso, cercando di decifrare l’espressione di Rudy. Perché non stava brontolando? Stava per farlo? « Penso che da domani non saremo più sposati e questo mi strazia il cuore. » Finse con fare melodrammatico, riferendosi a tutti i giornali che li vedevano sposati da un bel po’ di mesi. Ora che era stato avvistato con una nuova ragazza, avrebbero iniziato con i ruomors del loro divorzio? « Vi va di bere qualcosa? » Alcol, datele alcol. « Se pensi che io sia un’alcolizzata… è vero. » Scherzò con la ragazza, facendole poi l’occhiolino. « Ti piace il Quidditch? »


    Chiedo scusa, ma avevo ricevuto tante menzioni!
    Interagito prima parte con Lily e Daffy
    Seconda parte con Lysander, Sam, James e Lily. Citato Ted e tra le righe Vicky
    Terza parte interagito con Kix, Win e Oliver. Citato Cael
    Ultima parte, interagito con Daffy, Rudy e Mia. Citato Dean
     
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    «Che ne dici, Misty? Se faccio così pensi che riuscirò ad avvicinarmi a Viktor Krum per un’intervista?», un sorrisetto diabolico figura sulle labbra della Corvonero mentre osserva Dory attraverso lo specchio. «Espressione indubbiamente vincente. Solo un pazzo - o un cieco - ti rifiuterebbe un'intervista, a chiederglielo con quest'abito. E soprattutto con questo cervello, punta l'indice verso l'alto, Artemis, irremovibile sulla convinzione che il quoziente intellettivo di Dory sia la magica chiave che apre tutte le porte del mondo. Altro che curve ai punti giusti. Continua a ripassare il lucido sulle labbra, sbavando appena agli angoli e cercando di correggerli strofinandovi un polpastrello. Mai stata un asso a truccarsi, Artemis ha comunque intenzione di essere impeccabile questa sera. Non sa neanche perché: il Quidditch non le è mai piaciuto, le partite la fanno addormentare, il sudore dovuto allo sport la infastidisce. Forse è l'ebbrezza di un evento al di fuori dalle mura di casa propria, forse il fatto di andarci con Dory e di potersi lasciare alle spalle - anche solo per una sera - la presenza soffocante degli altri del gruppo. Forse il fatto che ha cucito da sola l'abito che adesso fa svolazzare di fronte all'amica, domandandole silenziosamente approvazione. «A proposito, sei bellissima vestita così.», piega la testa di lato, quasi in imbarazzo - tanto che la chioma le cambia di colore virando verso un nero intenso. Scrolla le spalle cercando di modificarla ancora, indossando un biondo platino tendente all'argento. Di nero ho già l'abito. «Troppo lampadario?», chiede, rendendosi conto di essere... Forse eccessivamente brillante. «Stiamo per caso cercando di fare colpo su qualcuno? Guarda te lo dico: so essere un’ottima spalla. Tu mi fai un cenno ed io entro in scena.», ridacchia, Artemis. E' sempre stata lei a spingere Dory tra le braccia di amici decisamente interessanti, ed il fatto che le parti si siano ribaltate, anche solo per una frazione di secondo, la fa sorridere. Non hai idea di quanto sarebbe complicato, Dory. In realtà non ce l'ha nessuno, se non i suoi fratelli. «Ma chiaro. Su Oliver Baston. Altro che Krum, qua ne esce un'intervista coi fiocchi.», arriccia le labbra imitando la mossa di Dory di pochi attimi prima, ondeggiando coi fianchi e facendo una piroetta affinché il vestito svolazzi un'ultima volta. «Siamo d'accordo allora?», domanda, suggellando il patto con l'amica [...]
    Sei alla serata?, un messaggio come un altro che, però, la fa sorridere. Si prende un quarto d'ora buono prima di rispondere con un divertito, mentre si reca al bancone degli alcolici e agguanta un bicchiere di vino bianco - suo fidato alleato nei secoli dei secoli. Tu? - prova a trattenersi dal chiederlo, perché in realtà non vuole scoprirlo. O meglio, non vuole rischiare. Ma la curiosità ed un brivido di eccitazione lungo la schiena hanno la meglio, spingendola a digitare quei tasti sullo schermo del telefono. «Ecco, lo vedi lui? ... Lo conosci?», nonostante il frastuono riesce ad ascoltare la frase di una ragazza accanto a lei, e non può fare a meno di voltarsi nella direzione indicata. Vede Cousland - e lo vede al telefono, intento a messaggiare o a seguire altre persone su Wiztagram, come appena detto dalla sconosciuta. Un lampo di terrore attraversa gli occhi di Misty al sol pensiero: Morgana, fa che non sia lui. «Un coglione... Con la patente.», battuta in onore della Cousland Express da lui fondata - società cui personalmente non mi rivolgerò mai, a costo di restare a piedi. «Win?», lo sguardo di Misty si illumina quando osserva meglio la propria interlocutrice. «Non ti avevo riconosciut.. - oh, Joy!», fa un sorriso alla ragazza di fianco, allegando doverosa spiegazione in merito a tanta... Confidenza. «Probabilmente non ti ricordi di me.», beve un sorso di vino, aggiungendo poi: «Sono amica di tuo cugino.», peccato abbia trecento cugini, ricorda poi, trattenendosi dallo specificare "quello simpatico". «Lysander.» «Ehy, Misty siamo qui!», la voce di Dory richiama la sua attenzione. Risponde al saluto sollevando il braccio e si allontana dalle due ragazze dicendo qualcosa tipo "scusatemi, emergenza" - anche se probabilmente non lo è, o l'amica l'avrebbe già tempestata di messaggi. A proposito di messaggi... Una noia questa musica classica, vero? - ridacchia mentre legge il commento. Decisamente appropriato, tra l'altro. « Ciao, scusa. Non mi sono presentato. Sono Leonard. », la bocca di Misty si curva a formare una "o" non troppo sorpresa. Si riprende subito, però - non ha mica intenzione di far fare una figuraccia a Dory. «Artemis.», allunga la mano nella sua direzione - dovrei smetterla di essere così formale, cazzo, sembro venuta fuori da un telefilm dell'Ottocento - e lancia giusto un'occhiatina a Dory. « ...ti va di ballare? », osserva lo scambio tra i due ragazzi con un certo interesse, infine punta gli occhi su Leonard. Se le pesti i piedi ti Crucio - probabilmente non udirà la minaccia, ma Artemis ne è lo stesso soddisfatta. Volta i tacchi sussurrando all'orecchio di Dory «Divertitevi! Se hai bisogno di me sono al bagno.», un po' come a dire: sai dove trovarmi. In realtà fa una piccola deviazione prima di spalancare la porta della toilette: punta dritto all'orchestra presente in sala. Direi che qualche modifica sarebbe necessaria - risponde così al messaggio, anche se mentalmente si ripete: "Non lo sto per fare davvero. Non lo sto per fare davvero". E invece lo fa, neanche fosse ad una gita scolastica coi compagnetti di Ottery St Catchpole: attraverso la stoffa del vestito punta la bacchetta in direzione della cassa, che per una decina di secondi manda una musica totalmente diversa rispetto alla solita solfa classica. Scappa! - un unico comando arriva poi al cervello, mentre raccatta l'orlo del vestito per non inciampare e accenna una rapida corsetta in direzione dei bagni, così da non farsi beccare. Solo che poi va a scaraventarsi contro una coppia: questo per essersi voltata indietro più volte ad assicurarsi che non la stessero inseguendo. «Scusate.», ha ancora la risata facile sulle labbra quando si appoggia al gomito della persona di fronte a lei. Che bello smalto. Alza lo sguardo e inquadra Sheila Wright. Inarca le sopracciglia e dà un'occhiata al fianco di lei. Samuel Scamander in tutta la sua mastodontica stazza. Chiude gli occhi e li riapre, certa che non potrebbe trovarsi più in gabbia di così. Soprattutto perché l'hanno chiaramente vista scappare da chissà chi e da chissà dove. Neanche fosse una ladra. «I miei complimenti.», per l'essere una coppia così ben assortita, non c'è che dire. «Per la partita.», asserisce poi, come se qualcuno potesse realmente crederci. «E per l'abito. », poco uccello del malaugurio, mh? «Oh. Mi stanno chiamando.», recita da manuale, districandosi sino al bancone abbandonato poco prima - e dimenticandosi totalmente di andare in bagno. Devo dirlo a Dory. Allunga la mano alla borsetta, iniziando a frugarvi dentro. Cazzo. Cazzo. Cazzo. «Cazzo!», svuota il contenuto sul bancone. Niente. «Cazzo.», percorre la strada che ha fatto due secondi prima al contrario, ma niente. Ha perso il telefono. «Morgana. Morgana, Morgana. Cazzo, cazzo, cazzo. Scusa, ciao, è un'emergenza, per caso... Potresti prestarmi il telefono?»

    Interagito con Dory, Win, Joy, Leo, Sheila, Sam. Interagito alla fine con persona random: se vi va di rispondere sono qui <3
    Nominato Lysander




    Edited by mistyca - 8/3/2021, 20:56
     
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    Il primo pensiero di Molly Jane Weasley, la mattina all'alba del Golden Match, era stato se infine indossare o meno la sciarpa dei Cannons, la sciarpa avversaria che stata un regalo... almeno un anno prima a quella parte. Era già passato un anno? Valutando con particolari controversie che avrebbe potuto comunque portarle fortuna, l'aveva infilata nella borsa senza indossarla, così da averla con sé durante la sua giornata d'esordio in tribuna stampa. Lei, MJ Weasley, la piccola di casa, che aveva tentennato una vita prima di dire ad alta voce a papà Percy che avrebbe voluto seguire le orme di Victoire, aveva finalmente trovato il modo di fare un passo concreto in direzione dei suoi sogni da ragazzina. E le straziava il cuore, mentre rivolgeva occhiate al logo dei Cannons sporgente dalla borsa, pensare che di chi aveva contribuito a forgiarle una piccola e ancora fragile corazza, aveva perso le tracce da più di tre mesi. « Qui arrivano tutte le notizie e segnalazioni in tempo reale. Le più importanti diventano copy che finiscono sui nostri canali social. Lenny e Jane se ne occupano durante gli eventi live. » Seguiva Victoire, la cugina affermata, l'unica tra lei e Dory che avesse fatto realmente del suo sogno una vera e propria professione, ed anche di più. Colei che oltre a pubblicare libri a iosa, l'aveva presa sotto la sua ala, nutrita e cresciuta, conducendola per mano fino all'evento clamoroso, di cui in buona parte si sarebbe occupato il Gruppo Peverell. Sospirò ripensando all'evento d'inaugurazione, MJ, quando l'immagine dell'enorme schermo in cui apparivano milioni di messaggi le fece sgranare gli occhi verdeacqua giganti. « Ma la gente non ha nient'altro da fare...? » Domandò, dopo che aveva ridotto gli occhi a due fessure per leggere tutti i commenti più stupidi ed inutili che stavano arrivando, in tempo realissimo. « Hey Jane - io sono Molly Jane, pensa! -, hey Lenny. Uuh guarda, parla di me! » si era girata a guardare i due nuovi superiori, sentendosi squadrata da capo a piedi e giudicata abbastanza da voler trovare subito una fonte di distrazione. « Molly Jane Weasley è una... raccomandata?? Ma come raccomandata?! IO VI... . » Si aggiustò la camicetta, MJ, tossicchiando: stava per perdere la pazienza il suo primo giorno di lavoro vero. Sì, perché Starbucks era un lavoro da sgobboni e basta. Quel giorno era troppo importante per smascherare subito la sua eccentrica personalità. « Ti va di scrivere qualche copy per noi oggi? Manda le bozze a Jane. Se dovessero esserci delle correzioni, ti indicherà lei cosa devi fare. » Annuì all'istante, certa di aver più o meno compreso le sue masioni e sorridendo a tutti i denti a Jane, con cui si sarebbero dovute sopportare a vicenda per le successive ore. Non è proprio il lavoro a cui aspiro, ma lo sappiamo tutti. Io, Vicky, Lenny e scommetto pure Jane.... che è più grande di me... e ancora sta qua? Pensa alla gavetta MJ, pensa alla gavetta. « Farò del mio meglio. Poi insomma, del Quidditch qualcosa ne so... » Disse sul punto di argomentare, quando Jane la richiamo a sé facendo segno di raggiungerla. La sua ansia parve placarsi in maniera sostanziosa nel momento in cui Victoire le toccò il braccio, infondendole coraggio. « In bocca al lupo! Jane e Lenny non sono noti per la loro simpatia. » Rise, cercando di non attirare la loro attenzione. « Che gioia allora noi tutti seduti davanti a un tavolo » fece abbassando di due toni la voce, afferrando il suo caffè bollente; caffè che ovviamente si era procurata da sola, dopo averlo procurato ai suoi colleghi. « Hey Vicky. Grazie. » le aveva mormorato MJ con gli occhi lucidi, prima che la bionda la lasciasse con Lenny, Jane e le sue potenziali capacità d'imparare in fretta e collaborare al meglio con perfetti sconosciuti.
    E parve proprio che la sciarpa dei Cannons non di sua proprietà e quella dei Falcons nella sua borsa le portarono fortuna, perché dopo svariate occhiatacce ricevute dai colleghi in seguito a brevi e coincisi urli per gli assist dei suoi cugini, e qualche incomprensione perfettamente risolvibile, MJ era arrivata viva al termine della sua prima giornata di lavoro... e la parte giovane della sua famiglia aveva vinto la partita. Che cos'altro poteva sperare nelle restanti ore di quella giornata, che c'era ancora possibilità che si esaudisse? « Congratulazioni signori! Chi l'avrebbe detto che saremmo stati una squadrona anche con questa cafonata del Quidditch. » Sorrideva, MJ, perfettamente esaurita e fuori di sé, correndo ad abbracciare la cugina, con i capelli da sistemati erano tornati ribelli in poche ore. Ore di lavoro estenuante, ma gratificante: quando avrebbe potuto rifarlo? « Al Daily rosicano, ve lo dico io » decretò, annuendo e correndo ad abbracciare anche Albus, il quale anch'esso era stato dietro ai fili del suo ingaggio, fin dall'inizio. « Direi che è proprio giunto il momento di prepararci alla festa, che dite? Chiaramente per prepararci intendo arrivare già bevuti. » Sorrise al cugino e alla cugina, contenta di far parte di quella squadra, entusiasta di quel momento felice dopo mesi, in cui finalmente si sentiva parte di qualcosa. Afferrò anche lei un bicchiere, mentre non toglieva gli occhi di dosso dai cugini che erano i suoi miti da sempre, mandandolo giù abbastanza in fretta da cavalcare l'onda dell'entusiasmo generale. « Alla nostra ragazzi. Possa essere questo solo l'inizio di un futuro fatto di leggi anti-trust che combatteremmo a colpi di onestà e soprattutto.. umiltà. » Fece una smorfia, MJ, sapendo che l'umiltà e la Serpeverde non è che andassero propriamente sempre d'accordo... « Allora MJ, dopo questa esperienza sei ancora convinta di voler fare la giornalista? » Scosse la testa, guardando gli occhi chiari di Albus, cogliendo la sua provocazione. « Dopo oggi, sto già valutando altre opzioni. Perché non l'arbitro? » Disse, sarcastica come da una vita, immaginando che con lei come arbitro una qualunque partita non sarebbe durata più di cinque minuti, impulsiva, irascibile e scattosa com'era. « Tra l'altro.. MJ, Ethan. Ethan, MJ. Mia cugina. Mio compagno di stanza ad Hogwarts ora iper famoso. Vicky e Dash non so se li conosci già tramite altre vie. » Alzò gli occhi verso la persona che Albus le stava presentando, ancora sorridente, quando perse un battito, ammutolita all'istante. « Ma tu sei.. » balbettava, con gli occhi giganti ancora più sgranati, afferrando un altro bicchiere per schiarirsi la voce. Mando giù lo champagne, mentre tentava di ricordarsi come si faceva a pensare. « Oh Merlini Santi, tu sei... » Sì, è lui. Non vedi che è proprio un palmo dal tuo naso? Avevi anche il suo poster in camera. « Alby, ma io ho tutti i suoi album! Sono stata anche ad un suo concerto una volta, con Daffy! No, io non posso... » Farcela? Devi. Sei un'addetta ai lavori adesso, non più un'adolescente. Certo Alby non mi hai detto che lui era lui... « Una volta mi hai mandato un bacio ad un tuo concerto. Cioè, non so se fosse proprio proprio per me, però Daffy mi ha confermato che è andata così... vabbè, comunque, sono MJ. » gli disse, indecisa se stringergli la mano o chiedergli un autografo, certa che quella mano non l'avrebbe lavata per tutto il resto della settimana. Doveva dirlo assolutamente a Daffy!« Il piacere è mio MJ. Vuoi seguire le orme di tuo cugino? » Davvero Bennett mi sta chiedendo di me?« Sìsì, ma è come se ci lavorassi da una vita intera eh-eh » Ecco, a proposito dell'umiltà... Disse con un sorriso innaturale stampato sulle labbra rosee, mentre mandava giù piccoli sorsetti di champagne e metteva il braccio intorno alle spalle di Albus, lasciando andare il peso del suo gracile corpo tutto addosso a lui, per mettersi in una posizione sensuale e fare colpo sull'amico. Quantomeno affinché lui si ricordasse di lei, tra tante rosse capocce Weasley. « Mi ricordo di voi… Qualche anno fa.. » I suoi occhi giganti saettarono sul volto di Vicky, esigenti di sapere come avrebbe risposto, come continuava la vicenda. « Ma ceeeeerto! Siamo noi! Io e Dash, sai.. siamo esperti di interviste alle star. Sempre fatte insieme - una lunga carriera pluriennale nell'ambito! Spero sia stata un'ottima esperienza.. » Inarcò un sopracciglio perplessa, MJ, pronta a smascherare ingenuamente segreti altrui con la stessa semplicità con cui montava per sé farse oltre ogni aspettativa. « Ma Vic... » « È un piacere conoscerti in vesti più.. informali. » La ascoltava, la Serpeverde, rapita e curiosa a prescindere, quando Vicky la condusse su un divanetto poco lontano. Mentre si allontanava scortata dalla cugina maggiore, MJ salutava Ethan con la mano, come una perfetta idiota. « Regola numero uno, mai contraddire una star. Sono ottime risorse.. pieni zeppi di contatti. » « Giusto, giusto... » Annuì, convintissima. Ops... ed il suo bicchiere dov'era finito? L'aveva lasciato sul bancone, distratta com'era stata dall'idolo delle folle. « Regola numero due, quando stacchi dal lavoro il bicchiere non deve mai essere vuoto. » La guardava, ammirata sia dalla sua bellezza che dalla sua forza, ascoltando ogni sillaba da lei pronunciata con profondo interesse. Per non allontanarsi da lei invocò silenziosamente un accio verso un nuovo bicchiere, che arrivò nella sua mano perdendo qualche goccia nel tragitto, tutto traballante. « Vorrei avere la tua sicurezza » disse sincera, senza filtri, guardandola negli occhi chiari mentre riprendeva a parlottare con lei, più divertita che mai. « Butta giù, butta giù... » E mandava giù il quarto o quinto bicchiere di champagne.
    Dispersi tutti all'evento principale, sofisticatissima, MJ rimpiangeva di non fare la figura della vip, motivo per cui sfoggiava orgogliosa il bigliettino della tribuna stampa con il suo nome sopra. Quando aveva avvistato all'istante Peter Paciock, si era buttata subito tra le braccia della sua metà, a cui aveva iniziato a raccontare a manetta la sua giornata, avendo già varcato il sottile limite della sobrietà. L'aveva preso a braccetto, quando si ritrovarono occhi negli occhi con Viktor Krum, di cui ormai conosceva vita, morte, miracoli e scandali giornalistici di ogni sorta. « Khubava e zmiyata!! » « Eh? » La Serpeverde aveva guardato subito malissimo l'amico, offesa che preferisse conversare con Krum piuttosto che continuarla a sentirla vantarsi, ma ridendo di gusto nel tentativo di capire cosa Piti stesse facendo. «Ma sta occhiataccia che mi ha rivolto? Mo' qualcuno me lo spiega...» L'aveva visto MJ, era testimone oculare del fatto che Krum l'avesse guardato come avrebbe guardato Harry Potter al torneo tre maghi, durante l'ultima prova. Dubbiosa, guardò prima Krum, poi Piti. « Ma gli hai fatto un commento sulla scopa? Non è che ha capito male...? » Da scopa a scopare è un attimo. Non che non ci fosse un solo motivo per guardare male MJ Weasley e Peter Paciock insieme, sulla via per l'ubriachezza. « Je dico che resta il migliore e me fanculizza così. Boh vabbè frà, so' tutti sclerati sti giocatori di Quidditch. » Annuì di gusto, mentre buttava giù un sorso di non-sapeva-cosa, che grattava la gola molto di più dello champagne dell'area giornalisti, che già le mancava terribilmente. Avrebbe voluto portarci anche Piti, se si fosse constatato che quel giorno, per il Golden Match, aveva lavorato abbastanza bene da poterlo permettere ad entrambi. « Aaaaaah. Non ti stressare, Piti. Già ti vedo come me che non essere al centro dell'attenzione stasera ti disturba » Ammise, con una smorfia ironica, mentre girava la cannuccia nel bicchiere e tirava fuori il dannato smartphone, che non aveva smesso di vibrare, avendolo dovuto connettere al macchinario infernale di Jane. « Andiamo a congratularci col bro? » Si era già allontanato, quando MJ aveva preso ad urlare nella sua direzione per farsi ascoltare, sovrastando la musica. « Prendo un drink e arrivooooo! Piti? Hai capitoooo? Arrivooo! » Gli mimò ogni parola a distanza, mentre pensava che era come se avesse il bisogno costante e continuo di assecondare proprio... la sua voglia di non voler pensare più. Sia perché si sentiva stanca come forse solo quella volta in cima alla montagna più alta di Macchu Picchu, sia perché, se si guardava intorno, vedeva coppie felici e ancora non riusciva a capire perché il suo destino fosse diverso. Salutò Amunet ed i bambini, da lontano, sorridendo nel vederli ricongiunti con il papà: era sbagliato sognare una felicità tanto grande come quella del cugino? Era sbagliato il sogno, o era sbagliata la persona? Avrebbe sperato di continuare a lavorare, così da distrarsi anche per tutto il resto della serata. Durante la partita, gli unici momenti in cui gli era tornato in mente Iago erano stati quando il telecronista aveva nominato i passaggi di Samuel Scamader, personalità che aveva inquadrato meglio da quando aveva conosciuto l'americano. Di cui prima aveva forse, spensieratamente, comodamente e senza malizia alcuna, ignorato l'esistenza, in quanto membro essenziale della squadra solitamente nemica. Eppure ho ancora la sciarpa dei Cannons nella borsa, come il primo giorno. Pensò, decisa ad abbandonare quei pensieri mentre chiedeva al barista di prepararle ben due bicchieri di qualcosa di forte, che strinse in due mani mentre si ricongiungeva al gruppetto di Piti. « Dai che c'è da festeggiare anche il fatto che sono riuscita quasi a seguire tutta la partita. » Mimò un wow con la bocca carnosa, MJ, mentre salutava Lympy naso sul naso, come gli eschimesi, prendendo poi a sorseggiare il primo bicchiere di...whiskey? Che diavolo era? « E che hai capito la strategia Pluffa ad effetto grazie a me, quello non lo sottolinei? » Per poco non le andò di traverso un sorso. « E qual è la strategia Pluffa ad effetto? » Domandò guardando stupita Piti sul punto di scoppiare a ridere, sicura che se la fosse inventata, dato che era certa di sapere più cose sul Quidditch rispetto a lui. « Lils, devi sapere che nostro zio, il padre di Dory, è campione di rosicate in famiglia. Non lo freghi, vecchia volpe! C'è sempre di mezzo un complotto con lui. » Salutò James e consorte con un sorriso, incapace di liberarsi di uno dei due drink che le occupavano le mani. Quando ne terminò uno tutto di botto, lo poggiò su un tavolo, prendendo a trafficare con il telefono, distratta. Si sarebbe congratulata con loro e con Joy, che non aveva ancora visto, in un'altra sede; ora aveva deciso, quasi in maniera sorprendentemente saggia in quelle condizioni, che avrebbe lasciato amici e cugini divertirsi con i rispettivi partner, proprio come lei avrebbe... « Sottroscrivo. E lo supera soltanto una persona: Percy Weasley! Che fortunatamente col Quidditch ha poco a che vedere » Disse, intercettando lo sguardo di Lily Scamander di cui aveva ammirato la classe in aria dalla tribuna stampa, ritornando poi a guardare il telefonino. Cosa che non era propriamente da lei, ecco. Quando terminò anche il drink che stroncò in maniera definitiva la sua lucidità, tornò verso il bancone, incurante che Percy ed Audrey Weasley potessero vederla in quelle condizioni. Era certa che ci fossero, da qualche parte, in mezzo alle comitive composte da tutti i membri della sua famiglia. Doveva esserci anche nonna Molly, l'unica che l'avrebbe capita davvero e sostenuta, anche nel suo modo anticonformista e distruttivo di distrarsi da un dolore cieco e persistente. « UN ALTRO GIRO PER MEEEE! » urlò, sovrastando ancora la musica lenta che molte coppiette avevano preso a ballare insieme. Non lei, no. « Grazie... maschione » commentò, indicandolo con il dito, mentre si allontanava barcollante e sniffava l'odore del drink, che non le piacque per niente. « Amici, posso avere la vostra attenzione per un momento? » James aveva preso l'attenzione di tutti quando Molly Jane Weasley era ormai ciucca ed aveva perso definitivamente qualunque facoltà di raziocinio. Si era guardata intorno, cercando qualunque faccia amica che la potesse riaccompagnare a casa o la sopportasse lagnarsi di quel pensiero che non riusciva a scacciare, che le stava facendo venire le lacrime agli occhi. « TU! » Disse poi urlando, all'improvviso, indicando senza paura una persona che riusciva a vedere bene dalla sua postazione. Si avvicinò ad un Samuel Scamander occupato, non preoccuparsi di disturbarlo... quando era ovvio che l'avesse appena fatto. « Tu! » Ripetè, casomai non l'avesse capito. « Scusatemi, ve lo rubo un secondo che sarà un secondo. Non ci sto provando con lui » disse alla ragazza carina con cui lui stava parlando, spingendolo per una spalla verso un angolo un po' più silenzioso, dove la voce di James arrivava ovattata. « Tu! È tutta colpa tua. È per te che tifava i Cannons quel giorno! » Sì, spiegati, articola, MJ. Se no non capisce. « Non sei stato male, ho monitorato la partita in tribuna stampa tutto il tempo... ma non sono qua per questo, o per te - scusa! Sono qua per una persona che non sento né vedo da mesi. » Faceva fatica a reggersi in piedi, ma mandò comunque giù un sorso di quel qualcosa di atroce. « Non fare il finto tonto, hai capito chi. » disse, gesticolando, palesemente fuori da ogni grazia di Merlino. « Chiamalo. Sì, ora, non dopodomani. » Suonava come un ordine, vero? Eppure non voleva, MJ, non voleva disturbarlo in quel modo. Voleva solo... Voleva... « Digli che sono in fin di vita ed ho bisogno di lui... adesso! » Disse, melodrammatica ed esausta, precipitando a terra su sé stessa, mentre una lacrima faceva capolino su un viso lentigginoso che aveva smesso di rispondere ai comandi.

    è impazzita <3

    Interagito with: Vicky, Albus, Ethan, Piti, Mun & bimbini, Lympy, James, Lily, Samuel Benjamino.
    Citati: Daffy, Joy & IAGO NON FAR FINTA CHE NON TI FISCHIANO LE ORECCHIE.
     
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    « Non credo di avertelo mai detto prima d'ora ma ti amo, Ted Lupin. » Si strinse nelle spalle, annuendo con fare saggio. « Tranquilla, certe cose non c'è bisogno di dirle. Si sentono! » disse, battendosi la mano sul petto in un movimento enfatico. Si voltò appena, incrociando la figura che si erano lasciati alle spalle: l'ancora aitante Oliver Baston. « Oh comunque Dean Thomas si è stempiato, Krum ormai fai prima a saltarlo che a girargli intorno, ma Baston come il vino. » Eh quando c'è da essere onesti c'è da essere onesti. E con questo commento estemporaneo sul fascino brizzolato di colui che aveva insegnato ad Harry Potter a seguire un boccino, i due Falcons calcarono allegramente la pista, danzando spensierati tra un commento e una risata. « Non sarebbe una festa degna di nota senza almeno una rissa, ma preferisco che gli scandali riguardino loro, piuttosto che noi. » Storse il naso, annuendo distrattamente mentre il suo sguardo vagava a fermarsi per pochi istanti sulle figure di Joy e Vicky. Sospirò, riportando gli occhi a June. « Gli cedo volentieri il posto anche per le feste a venire. » In seguito al rave, infatti, era tornata alla rimonta la tesi secondo la quale Ted e Joy si stessero ancora frequentando: una bomba ad orologeria pronta ad esplodergli in faccia in qualsiasi momento se la Scamander si fosse svegliata un giorno col piede sbagliato e avesse deciso di dire la verità. Tuttavia non approfondì ulteriormente quel discorso, conscio di quando anche la Rosier fosse fresca di attenzioni mediatiche decisamente indesiderate. Ma il romanticismo, seppur scherzoso, rimase comunque nell'aria nel virare il discorso su Delphine Rosier. « Oddio, scus- » Aprì le labbra, fingendo un'espressione offesa. « Ti fa ridere? Guarda che quando sarò nonno Ted non ci metterò nulla a revocarti i soldi per il gelato, quindi attenta a ciò che dici, signorina! » la ammonì, simulando un tono serio e paternalistico che venne subito spezzato da una risata nel mentre di farle fare una giravolta. « Mia nonna è indubbiamente un ottimo partito, ma se stai mirando al suo patrimonio temo di doverti deludere: per vincolo matrimoniale tutta la sua eredità passerà esclusivamente chi ha sangue Rosier. » Stirò le labbra, scuotendo leggermente il capo. « Questa non ci voleva! » E io che pensavo di potermi evitare tutta la tiritera del fondo pensionistico, sperperando ogni centesimo in gioventù. « Ma se stai cercando un consiglio per fare colpo. Delphine ama le Camelie e i gioielli costosi. Soprattutto diamanti e zaffiri. » Signorile come al suo solito, Ted inclinò il capo di lato, facendo schioccare la lingua sul palato. « Alla faccia del cazzo! » Elegantissimo. « E poi neanche l'eredità vedo? Eh bella così la vita, Delphine. Botte piena e toyboy ubriaco. » Scoppiò a ridere, seguendo a danzare come meglio poteva al ritmo di quella musica che non sembrava calzare affatto col tenore della conversazione tra i due Falcons. « Uh, guarda guarda. Credo proprio che ti abbia adocchiato anche stasera! » Si voltò subito in direzione della signora Rosier, incrociando il suo sguardo freddo che seguiva rapace ogni loro movimento, probabilmente per capire quale fosse la situazione in ballo. Non che fosse l'unica: gli bastò una veloce occhiata alla sala per captare il flash di qualche macchinetta e gli occhi di alcuni giornalisti. « Guardala. È pronta a scattare come una pantera. Te l'ho detto: mi ama follemente. » « Giuro che l'ho persino vista sospirare. Non c'è niente da fare, siete palesemente anime gemelle. Non so se mio padre la prenderà bene ma farò il possibile per farti uscire indenne dalle cene di famiglia, croce sul cuore. » Rise di gusto, immaginandosi di presenziare a una cena dei Rosier in cui i coltelli avrebbero tagliato più tensione che filetti alla bourguignonne. Quella risata non fece in tempo a morirgli sulle labbra che subito la mora lo prese in contropiede con una richiesta specifica. « Un bel sorriso per la stampa, Ted. » « Eh? » « E casqué! » Quell'omone grande e grosso che era Ted per poco non si ritrovò col culo per terra quando la Rosier lo portò a chinare la schiena all'indietro in una mossa di ballo tanto fuori dagli schemi quanto sgangherata. Di certo, pur premurandosi di sollevare una gamba e buttare la testa all'indietro con drammatica enfasi, la scena doveva risultare un po' sgraziata ad occhi esterni..ma buffa, decisamente buffa. E infatti quando si tirò su, il giovane Lupin scoppiò a ridere, piegato in due dall'ilarità e dalla momentanea perdita di equilibrio. Fu in quegli istanti che la canzone terminò, portandolo a battere le mani più per la scenetta messa in piedi con June che per l'orchestra. Avvolse quindi un braccio attorno alle spalle della compagna, continuando a ridere e scuotere la testa tra sé e sé. « Questa è stata una per gli annali, Rosier. » Una scena che si imprimerà indelebilmente sulle retine di tutti gli spettatori. « Andiamo a bere, dai. »

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    « Amici, posso avere la vostra attenzione per un momento? » « Boh James, non saprei. È un po' superfluo chiederlo dopo essere salito sul bancone. » si annunciò così, Ted, unendosi al folto gruppetto di amici e parenti a cui riservò veloci saluti prima di prendersi un bicchiere e passarne uno anche a June. « [..] Brindo quindi all'unione che fa la forza, alla solidarietà e alla comunione pazzesca che oggi ci ha legato. Alla vostra ragazzi! Siete stati la miglior squadra che potessi desiderare. » Sorrise, sollevando il proprio bicchiere alle parole del cugino. Era in quei momenti che emergeva davvero in lui la stoffa del capitano e infatti fu costretto a mordersi la lingua per non spezzare quel momento di sodalizio con cori da stadio volti a inneggiare al ruolo che James ricopriva nei Falcons. « Alla nostra. » disse soltanto, buttando in seguito giù un lungo sorso di champagne. Si guardò intorno, notando poco distante una faccia conosciuta. Sorrise a Sheila, inclinando il capo di lato in un cenno di saluto prima di assumere un'espressione interrogativa nel vedere MJ travolgere il povero Samuel Scamander come un uragano. Fece cenno a James di avvicinarsi, indicandogli velocemente la scena. « Perché MJ ce l'ha con Sam? » Rivolse un'occhiata al cugino, mimandogli con la mano il gesto di un bicchiere che veniva portato alle labbra. « Dici che ha alzato il gomitino? » Lui, tuttavia, decise di non immischiarsi. Dopo aver aperto le danze insieme a June, sarebbe stato sciocco da parte sua mettersi in mezzo a un diverbio di qualunque natura nel raggio di cinque metri da Samuel Scamander: le riviste scandalistiche ci avrebbero marciato per almeno un semestre. No, non posso proprio permettermelo. Sospirò, sciabolando le sopracciglia in direzione del cugino e facendosi più vicino al bancone del bar. « Uno shot di assenzio per me. Junie, tu prendi qualcosa? » Mentre aspettava l'arrivo dell'ordinazione, volse lo sguardo intorno a sé, individuando nella folla il viso di Lysander Scamander. Diede una gomitata alla Rosier, indicandoglielo con un cenno contenuto del capo. « Oh ma vogliamo commentare l'uscita che ha fatto a fine partita? » Sbuffò, alzando gli occhi al cielo in maniera plateale. « Cioè..cafone vero con laurea in cafoneria applicata! » Sottolineò quell'affermazione alzando entrambi i palmi e fissando June da sotto le ciglia come a chiederle conferma di quella propria lettura. « Bo guarda, io basito ma dovevi vedere la faccia la Daphne! » Sciabolò le sopracciglia, afferrando lo shot e buttandolo giù in un colpo solo. « Mi raccomando, alla prossima partita sparagli un bolide con la potenza del fulmine di Pegaso. »

    Prima parte: Interagito con June. Citate Joy e Vicky.
    Seconda parte: Interagito con James e June. Salutato il gruppetto del brindisi & Sheila. Citati MJ, Sam, Lysander e Daphne.

     
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    «A saperlo, che ci tenevi così tanto, avrei portato una penna anch'io.» Daffy voltò lo sguardo verso il biondino, gli occhi spalancati come un labrador che ha udito un fischio e si girato di scatto per capire da dove provenisse. Stava per dire qualcosa -neppure lei sapeva cosa, spesso le parole le saltavano fuori senza far prima tappa al cervello- ma Samuel fu più rapido di lei. « Lascialo perdere, è un coglione. Ma vuoi invece il mio, no? » Incrociò le braccia al petto, alzando un sopracciglio, con un sorrisetto furbo sulle labbra. «Grazie per l’offerta Sammy, ma ho già il tuo scarabocchio in uno dei libri scuola, quando facevi finta di darmi ripetizioni e invece mangiavi a scrocco tutte le mie provviste di Mielandia.» cercò di essere seria, con scarsi risultati, e si trovò a sorridergli per poi fargli un occhiolino. «Anche il tuo potrebbe farmi comodo. Metti che un giorno cado in miseria.. Vendere i vostri autografi potrebbe permettermi di tirare avanti per qualche altro giorno..» ammise volgendo lo sguardo verso il giovane Cousland. « Non mi dire che finora nessuno stilista ti ha chiesto di indossargli qualcosa per venire a queste serate. » Si posò le mani sui fianchi, riducendo gli occhi a due piccole fessure, cacciando in fuori il labbro inferiore, come una bambina imbronciata. «Non potevo mica venire con un completo sportivo! Forse non lo sai -essendo un maschio, appunto, ma che ne sai?- ma non tutte hanno le forme adeguate per gli abiti da sera.» Daphne non si era mai interessata alla moda. Da quando aveva cominciato a provvedere da sola al suo vestiario, nel suo armadio si trovavano solo jeans troppo larghi per le sue gambe rachitiche, maglie di gruppi musicali e tute dai colori improponibili. Gli unici stilisti che al momento si erano interessati a lei erano quelli di abiti sportivi. Ci aveva pure pensato a sgraffignarsi qualcosa. Aveva anche pensato alla scenetta che avrebbe fatto nel caso l’avessero scoperta: una pantomima degna dei più grandi teatri mondiali dal titolo “Oh, Merlino, vi giuro che non ho idea di come sia potuto finire dentro la mia borsa!” Ci aveva pensato, ma non l’aveva mai fatto. C’era una parte del suo cervello, la maggior parte, che si occupava del senso di colpa: avrebbe guadagnato una maglietta, ma probabilmente le sarebbero venuti i capelli bianchi per lo stress. Salutati i due ragazzi si imbatté in una Joy incredibilmente bella -come al solito, ma con un abito pazzesco- che le fece fare una piroetta. Daffy concluse con un inchino, alzando appena due lembi del vestito come facevano le principesse in qualche film che aveva visto. « Ma sei una meraviglia! Non ho visto Dean, ma comunque è davvero fortunato ad averti al suo fianco! » Daphne percepì il sangue confluire nelle guance ed in pochi secondi la sua faccia era completamente arrossate. Le sue labbra di schiusero e da esse ne uscirono alcuni suoni confusi, un balbettio accennato senza alcun senso. Decise di richiudere le labbra, mordendosele per impedire ad altri versi extraterrestri di venir fuori. « Io sarò quella ubriaca e incollata alla bottiglia di vino! » La ex Grifondoro alzò entrambi i pollici verso la Caposquadra, con la faccia compiaciuta. «Oooh, mi piacciono i tuoi programmi! Direi che è più o meno ciò che anche io ho in agenda, quindi potremmo trovare il modo per farli incastrare..» Le fece un occhiolino per poi alzare una mano in cenno di saluto prima di rigettarsi in mezzo alla folla. « Janis? Sei tu? No. Rhonda. No no no, ritiro. Sei Shaniqua. » Non appena gli fu davanti, Daffy socchiuse gli occhi, cercando di arricciare le labbra in quello che doveva essere un broncio. «Spiacente, non sono né Janis, Rhonda o quell’altra Comesichiama...» alzò leggermente il mento all’insù, fingendosi incredibilmente offesa da quelle parole, ma durò solo pochi secondi e
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    poi quel broncio lasciò posto ad un sorriso ancora più ampio. « Ehilà superstar! » Si strinse nelle spalle, roteando gli occhi verso l’alto come per dire “chi io? Naaah!” fingendo di non avere la più pallida idea di ciò di cui Dean stesse parlando. Daphne era come una bambina e spesso si comportava facendo ciò che le passava per la testa. Baciare Dean in pubblico, in mezzo a decine di personalità influenti e giornalisti, fu qualcosa di naturale che fece senza riflettere troppo. Non le importava delle foto, non le importava di ciò che la gente poteva dire. A lei piaceva giocare a Quidditch, per il resto potevano scrivere quel che volevano. Arricciò il naso, increspando le labbra in un sorriso, quando Moses si avvicinò per darle un altro bacio. Due menefreghisti, non c’è che dire. « Si fa quel che si può. Devo stare al passo, no? Beh, che dire? Sfiguro comunque. Grazie Baker per essere sempre impeccabile. » Piroettò sul posto sollevando un lembo del vestito in modo da non pestare l’orlo. «Non c’è trucco e non c’è inganno. Tutto merito di mamma e papà.» borbottò passandosi una mano tra i capelli in modo che le onde castane le ricadessero sulla schiena. Avvolte il braccio attorno a quello che Dean le stava porgendo per poi seguirlo nella pista. « Ti pare che farei mai una simile caduta di stile? » «Mi auguro di no. Guarda quei tipi laggiù.» Con un gesto impercettibile del capo indicò una coppia di anziani signori imbellettati, stretti nei loro abiti sfarzosi, che sorseggiavano champagne mentre i loro sguardi ispezionavano uno ad uno tutti i partecipanti. «Scommetto che non desiderano altro che trovare un pretesto che diventi il loro pettegolezzo durante le partite a Scarabeo con gli amici.» “Hai visto il vestito di quella?” “Tizio si è comportato proprio da maleducato!” “Caia ha avuto un comportamento davvero sconveniente per essere una signorina!” e bla, bla bla. Vista la loro età, probabilmente si sarebbero dovuto trovare al parco a nutrire i piccioni o a guardare i nipotini, invece erano lì, pronti a gettarsi su qualche povero malcapitato come avvoltoi. « Siete stati leggendari oggi. Una partita così non si era mai vista. » Daffy annuì. «Non riesco ancora a credere di averne preso parte.» « Non so se si sentivano le mie urla da pazzo scatenato, ma forse avrete intravisto lo striscione. Era quello con le vostre foto alternate e la nuvoletta di dialogo con scritto "ok boomers". » Spalancò gli occhi per poi lasciarsi coinvolgere in una risata. «Allora sei stato tu esordì, forse a tono troppo elevato. «Io e June ce lo domandavamo negli spogliatoi. Devo ammettere che è stato unico!» Annuì, come se con quel gesto volesse dar più manforte alle sue parole. Aveva visto qualche striscione con il suo cognome, a qualche partita, ma mai uno con la sua faccia. « Dici che per la prossima partita dovrei farne uno con scritto "la mia ragazza vi fa il culo"? » Un passo di danza e la punta della scarpa pestò l’orlo dell’abito, facendola inciampare. Fu costretta ad aggrapparsi a Dean rischiando di trascinarselo dietro in quella che stava per tramutarsi in una figuraccia epica. Per fortuna i suoi riflessi furono abbastanza rapidi da permetterle di risollevarsi bella eretta in pochi secondi. .. La tua ragazza? Quelle parole le rimbombarono nella testa. Era sicura di avere le guance arrossate. Per un attimo la sua mente non riuscì a pensare a nulla. Ora che era così vicino sembrava una cosa più grande di quanto potesse immaginare. Dì qualcosa, Baker. Sembri un’idiota. Si schiarì la gola mentre annuiva piano, un sorriso che le sfiorava le labbra. «Si.. Si, direi che dovresti.. Se vuoi..» Forse sembravi meno idiota a rimanere in silenzio. Quando la musica cambiò all’improvviso, a Daffy per poco non venne un infarto. Si guardò intorno, come se si aspettasse di vedere il diretto responsabile in piedi in mezzo alla pista da ballo. «Bhè, era l’ora che qualcuno decidesse di dare una svolta alla festa, mhm?» Una risatina. «Prendiamo da bere?» Gli prese la mano, avviandosi in direzione del bar, dove sembrava essersi radunato un cospicuo numero di persone. «JUNE!» lasciò la presa su Dean per gettare le braccia al collo dell’amica, stringendola a sé. «Allora, sempre sicura di non volerti unire alle Harpies? Tu e Jill sareste una coppia invincibile!» Solo allora si voltò verso Ted. «Scusa, Lupin, ma si, ci sto provando a portarti via una delle migliori battitrici della Lega!» gli strizzò l’occhio. «A proposito: bei passaggi.» alzò la mano per battergli il cinque, per poi sporgersi verso il bancone. «Giro di shot per tutti!!» ordinò rivolta al cameriere. Si voltò verso la folla, vedendo in quel momento MJ che parlava con Sam. Fece per andare a salutarli, ma si fermò subito. Vista l’espressione di M, forse stavano parlando di qualcosa di importante e non voleva essere maleducata. Non era ancora abbastanza ubriaca per intrufolarsi senza rispetto nelle discussioni altrui. Spostò ancora lo sguardo su June, sorridendole. «Alloooooora. Sei pronta a riportarmi a casa in braccio? Temo davvero che arriverò a fine serata piuttosto sbronza.»


    Interagito con Caél, Samuel, Joy, Dean, June e Ted.
    Citati MJ e Sam.
     
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    « Una scommessa veloce sul possibile finale? Cinque galeoni che anche stasera.. » Si ritrovò ad annuire, Sheila, davanti alla previsione piuttosto papabile del giovane giocatore di Quidditch appena rapito. Avrebbe tanto voluto che il suo dopo di Veggenza funzionasse a comando e non senza alcuna logica come ancora accadeva solitamente. Forse avrebbe dovuto dedicarci più tempo, informarsi un po’ su quella dote che nel corso degli anni lei aveva ignorato. Era bizzarro e a tratti ironico che una personalità come quella della gitana possedesse quella capacità. Andava avanti per inerzia, godendosi la giornata spesso senza programmi. Aveva accantonato i progetti in una stanza remota della sua mente rimandandoli ad un domani che pareva non arrivare mai. Il fatto che a tratti, chissà per quale ragione, le fosse possibile vedere uno sprazzo offuscato del futuro non le interessava. A volte erano immagini completamente sfuocate, sagome senza forma che si muovevano nello spazio, voci lontane che non riusciva a capire. Non si era mai messa ad ascoltare sul serio, forse perché ancora convinta che non le interessasse niente del domani. A conti fatti, però, quella sarebbe stata un’occasione divertente per poter dar sfoggio del suo dono senza ammettere di averlo. «Ci sto. Jill è una tipa piuttosto tenace, anche se il tuo amico mi ha dato l’idea di essere uno che non afferra di corsa il concetto se non gliela spiaccicano in faccia.» Ora capisco perfettamente perché quel suo amico l’ha iscritto ad un sito d’incontri. Cinque galeoni, comunque, erano una cifra considerevole. Sheila non sapeva neanche se li aveva quei soldi in borsa. Pazienza. Non sarebbe stata la prima volta che se la dava a gambe levate perché non aveva abbastanza soldi. Anche se il tipo che aveva davanti, “Scamander” così lo aveva chiamato Jill, giusto?, sembrava un tipo piuttosto sportivo, caratterialmente parlando. Magari, nel caso di sconfitta, se la sarebbe cavata con un drink. « Non l'ho detto. » Colpito nel segno. «E tu non hai intenzione di dirmelo, giusto?» Pronunciò quelle parole con un sorriso sghembo, divertita dalla situazione. Non era colpa sua se non le interessava il Quidditch. Lanciarsi una palla in volo sulla scopa evitando altre palle che ti vengono lanciate addosso. Sembrava una primitiva pratica di tortura. « Tu sei Sheila però. » Annuì. «Perspicace.» sentenziò con un gesto del capo, fingendosi colpita dal fatto che lui ricordasse il suo nome. « Sheila che, presumibilmente, legge Strega Moderna o roba come MagiCioè. » Tu non possiedi assolutamente il dono della veggenza, verso Scamander? Si posò una mano sul petto, spalancando gli occhioni color cioccolato. «Così mi offendi! Ho forse la faccia di una dodicenne?» « Sheila che, presumibilmente, legge Strega Moderna o roba come MagiCioè e a cui non piace la musica che tanto adorano i parrucchini impomatati e le loro signore che passeranno metà della serata a sparare giudizi su quello e l'altro vestito. » Sollevò l’indice come a voler puntualizzare che quest’ultima parte era vera. Sbattè gli occhi da cerbiatta con fare innocente quando lui alluse al suo vestito. Poi quell’espressione si tramutò in un sorrisetto piuttosto allusivo. «Bene o male, purché se ne parli, giusto?» Si strinse nelle spalle. In realtà non le fregava niente di finire nei pettegolezzi dei parrucchini impomatati. Aveva imparato a fregarsene di ciò che diceva la gente. Si limitava a fare ciò che la faceva sentire bene, senza dover rendere conto alle chiacchiere altrui. « La stessa Sheila a cui, magari, piacerebbe interferire un po' per vivacizzare la serata? » Lui la fissò e lei socchiuse leggermente gli occhi. Bingo. Ti ascolto, giocatore di Quidditch dal gusto disponibile per i giornaletti di gossip.. « Così, chiedo tanto per. » «Hai la mia attenzione.» Osserva i suoi movimenti mentre lui sfila di tasca il cellulare, mettendola al corrente del suo piano per trasformare quella festa in qualcosa che sembrasse meno un mortorio. « Pensa quanto risolleveremmo loro il morale, dopo un triste inizio serata passato a conversare sui titoli in borsa, investitori, questa e l'altra stronzata di cui non frega un cazzo a nessuno, loro compresi. Pensa a lui.. Un servizio pubblico al quale non credo proprio di potermi sottrarre. » Era una buona idea. Anzi, un’ottima idea. Quel tipo cominciava a starle simpatico. « Allora? Non vuoi essere questa Sheila? » Incrociò le esili braccia al petto, portando il mento verso l’alto e piegando di poco il capo verso destra. Pareva soppesare l’idea, ma in verità stava calcolando lui. A quanto pare il signor giocatore che compariva spesso sui giornali di gossip nascondeva un animo ribelle. Infine Sheila annuì, sicura della sua decisione. «Hai la faccia di chi non è la prima volta che fa una cosa del genere.» Alzò un sopracciglio, guardandolo in faccia, cercando di cogliere una risposta nella sua espressione. Ma qualcosa cambiò all’improvviso. Spalancò gli occhi mentre una musica decisamente diversa risuonava per tutta la bolla. Guardò il giocatore con aria sorpresa. Cosa stava succedendo? Poi, all’improvviso, qualcuno decise di capitolare addosso a lei e a Scamander. Allungò le braccia verso la ragazza, di riflesso, afferrandole un braccio, tentando di evitare che finisse stesa per terra. «Scusate.» «Tutto bene?» Aiutò la ragazza a risollevarsi in posizione eretta e fu allora che la vite: Artemis. La gitana aveva ancora un’espressione disorientata sul volto. Stava scappando da qualcuno? Era in pericolo? Le avrebbe pure chiesto se era tutto apposto, ma lei si comportò come se nulla fosse, congratulandosi per la partita con lui e per il vestito con lei. Allora Sheila si stampò in faccia un sorriso piuttosto falso, ringraziando la biondina che in men che non si dica si congedò riprendendo la sua folle fuga in una sala gremita di gente. Ok... La seguì con lo sguardo finché non scomparve tra la folla. Fu allora che incrociò lo sguardo di Ted. Lo imitò, facendogli lo stesso cenno con il capo. Alzò nuovamente lo sguardo verso il giocatore. Avrebbe detto qualcosa se non fosse stato per un grido alle sue spalle che la fece sobbalzare.
    « TU! » Voltò la testa di scatto, giusto in tempo per vedere una ragazza dai capelli rossi avvicinarsi a loro con passo deciso e la faccia di chi ha qualcosa di importante da dire. Ok, è la sua ragazza che ha pensato male ed è venuta a spaccarmi la faccia. Quel pensiero le sfiorò la mente. Stava già pensando ad una via di fuga quando la ragazza si fermò tra loro. La rossa la guardò e la Wright restò immobile. « Scusatemi, ve lo rubo un secondo che sarà un secondo. Non ci sto provando con lui » Ok, non è una fidanzata gelosa. Forse era ubriaca. «Fate con comodo, ragazzi. Io andrò a bere qualcosa.» Guardò entrambi per l’ultima volta e poi si voltò, in direzione del bar. Fu solo in quel momento che rivide Jill. Dove diamine è andato quell’idiota? Poi lo vide. Stava ballando con una ragazza dai lunghi capelli corvini. Stiamo scherzando? Afferrò i lembi del vestito, scoprendo i piedi fino alle caviglie così da potersi muovere più liberamente. In poche falcate aveva raggiunto la migliore amica. «Dimmi che quel coglione non sta davvero ballando con una tipa che potrebbe essere sua figlia, vista l’età.» Le toccò un braccio per attirare la sua attenzione. «Ti do due opzioni. Opzione A: vado lì e gli do un pugno. Opzione B: andiamo al bar, freghiamo un paio di bottiglie e ci ubriachiamo. Scegli tu. Davvero, non ho preferenze..» Ti prego, fammi dare il pugno. Ti prego, ti prego, ti prego...



    Interagito con Samuel, Misty, Ted, MJ, Jill.
    Nominati Rudy e Mia.
     
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    Era piuttosto certo che in qualunque cultura fosse ritenuto scortese lasciare una donna in disparte durante un ballo. Ma come fare quando ne hai quattro intorno e non vuoi far torto a nessuno? In questo senso, il piccolo stratagemma del trucchetto lycan voleva essere un modo per prendere due piccioni con una fava: evitarsi l'imbarazzo di scegliere chi far ballare e chi tenere ai margini, ma anche - pur se in minor misura - muoversi su ritmi a lui più affini. Eppure quella che per lui era stata una gran trovata di ingegno sembrò rivelarsi fallimentare al punto da far addirittura spazientire una come Mia. Raiden non era tuttavia il tipo da farsi cruccio di queste cose, e convinto di aver fatto la propria parte si lasciò andare al divertimento insieme ai lycan che avevano affollato la sua mente e, di conseguenza, la pista. Tra tutti i calcoli che si era fatto in testa, però, mai si sarebbe aspettato che a ballare con lui - cioè proprio con lui, non nei suoi pressi - fosse niente meno che Elaine. Le sorrise, inizialmente confuso e poi divertito, muovendosi a tempo. « Ti ho portato qualcosa signor Y-A-G-A-M-I. » Il segnale di uscire dalla proiezione. Aprì gli occhi, trovandosi Ellie in carne ed ossa accanto a sé che gli porgeva un bicchiere di gin tonic. « Grazie, finalmente. » Pur non capendo esattamente dove la ragazza volesse andare a parare, siccome fino a quel momento sembrava essergli sempre circolata a distanza di sicurezza, il moro accettò il bicchiere con un sorrisino stampato in volto, prendendone un sorso senza però staccare il contatto visivo con lei. « Hai in progetto di farmi ubriacare? » buttò lì, con un velo di malizia nel tono di voce. « Ritorno con la mia proiezione solo se mi fai scegliere la prossima canzone. Mr Dj. » Fece schioccare la lingua contro il palato, sollevando un sopracciglio e annuendo lentamente come se avesse compreso quale grande complotto si mascherasse dietro le azioni della Noble. « Oh capisco, ci facciamo amici i potenti. Furba, non c'è che dire. » Ridacchiò, lasciandole libero accesso al telefono mentre si schiariva la gola e guardava momentaneamente altrove per mascherare l'imbarazzo che soggiaceva a quella loro interazione. Nascose le labbra dietro un sorso di gin tonic, buttando un occhio sullo schermo del telefono per controllare la scelta musicale di Ellie. Non che non si fidasse: in realtà la musica era stata una delle prime cose a farli legare, vuoi anche perché entrambi erano stati cresciuti da un padre che li aveva avviati a quell'interesse. Le rivolse quindi un sorriso quando vide la canzone scelta. « E, aye, ti prometto un ballo sfrenato lì - » Sollevò il mento, inarcando un sopracciglio mentre si mordeva la lingua per frenarsi dal chiederle esattamente quanto sfrenato. D'altronde ne era passato di tempo, e il fisico dei due non era l'unica cosa ad essere cambiata; Raiden, nello specifico, aveva subito profondi mutamenti caratteriali che avevano modificato di molto il suo approccio col genere opposto. Era solo un ragazzino che si stava ancora scrollando di dosso la timidezza e i modi impacciati dell'adolescenza, quando aveva conosciuto Ellie. Ma lei?
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    Era cambiata anche da quel punto di vista? Era rimasta la stessa? Avrebbe trovato insolente il modo in cui lui si poneva? « - se mi concedi un lento stasera. » Inclinò il capo di lato con un sorriso, come ad accettare quello che gli sembrava un compromesso più che onesto. Tuttavia Elaine non attese comunque una vera e propria risposta, togliendogli il bicchiere di mano e portandolo verso la pista. Drizzò le spalle, aggiustando la propria postura per il ballo e posizionando le mani sui fianchi della ragazza. Certo che di altezza non è cresciuta molto - constatò divertito tra sé e sé mentre prendeva il passo con la musica. No, non era il suo genere, e di certo non poteva definirsi un ballerino provetto da far invidia al resto degli astanti, ma conosceva le basi e difficilmente avrebbe dimenticato quelle rigide lezioni che venivano impartite prima di ogni ballo a Mahoutokoro. Non faticò quindi a prendere il ritmo, coinvolgendola in passi e giravolte per poi riportarla sempre a sé. Voleva dirgli qualcosa, lo percepiva, ed era curioso di sapere cosa, ma allo stesso tempo non voleva forzarla. Così, dopo l'ennesima piroetta, si limitò semplicemente a inclinare il capo di lato, sorridendole con un'espressione tra il divertito e l'interrogativo di fronte al suo rossore. « Sai… E’ strano averti qui, ma devo dirti una cosa. Non ho mai avuto occasione di dirlo. Grazie per quello che hai fatto per me. Se ne sono uscita viva tre anni fa è anche per questo legame che ci ha tenuti vicini. » Rimase di stucco a quelle affermazioni decisamente inaspettate, ma non per questo meno condivise dal moro. « Se vuoi ti lascio nuovamente al tuo festino privato e magari ti raggiungo dopo. » « No. » si affrettò a dire, quasi per paura che il proprio silenzio fosse stato male interpretato. « Mi fa piacere la tua compagnia. Sai..ritrovarsi. » Azzardò, rendendosi conto di quanto fosse difficile dire qualunque cosa senza risultare davvero ambiguo. Che poi lui, ambiguo, lo fosse un po' di default, questo era un altro paio di maniche. « Anche per me è stato importante il nostro legame, per affrontare tutto quanto. » Tutta la merda che ci siamo dovuti beccare, in maniere diverse, ma nemmeno così tanto. Non sapeva se una parte di sé avesse ritenuto più facile avvicinarsi così tanto ad una persona che stava a quasi diecimila chilometri di distanza da lui proprio per via di quell'appartenenza a mondi separati, però era successo. « Vorrei recuperare un po' del tempo perduto. » Fece una pausa, ritrovandosi poi ad aggiungere un inciso. « Sempre che la cosa non ti metta a disagio, ovviamente. » Quando la musica finì, il giapponese si distanziò appena, facendo un piccolo inchino in direzione di Ellie prima di battere le mani all'orchestra. L'educazione prima di tutto. A quel punto fece cenno alla scozzese di seguirlo verso il lato della pista da dove erano arrivati. Abbandonato su un tavolo vuoto c'era ancora il bicchiere di gin tonic che si erano lasciati indietro; Raiden lo fissò per qualche istante, mordendosi poi l'interno delle guance come se gli fosse venuta un'idea. Voltatosi quindi verso Ellie, le rivolse un sorrisino enigmatico. « Aspetta un attimo: torniamo un po' su quella cosa che dicevi del festino privato e del raggiungermi dopo..forse..semmai..chissà. » Alzò gli occhi, sottolineando quelle parole con alzate ironiche delle spalle. « Se non sbaglio però mi avevi promesso un ballo sfrenato in cambio di un lento. » La fissò per qualche istante, sollevando un sopracciglio. Pensavi me ne fossi dimenticato? Afferrò quindi il bicchiere di gin tonic, facendosi di un passo più vicino a lei per scrutarla negli occhi con aria di sfida. « Facciamo così. Puoi scegliere. » Fece una breve pausa, sollevando leggermente il bicchiere per portarlo alla sua attenzione. « Puoi finire il mio gin tonic oppure concedermi quel giro di pista. » Si portò il contenitore di vetro di fronte agli occhi, stringendoli appena come se stesse osservando qualcosa contro luce. Poi, semplicemente, scrollò le spalle, riportando di nuovo gli occhi a lei con un sorriso. « Questione molto soggettiva - non ti giudicherei. In fin dei conti si tratta di scegliere se rischiare di bere da un bicchiere rimasto incustodito o di scoprire quale sia la mia definizione di sfrenato. » Sciabolò le sopracciglia. C'è molto pericolo in entrambe le cose, effettivamente.

    Interagito con Ellie. Citata Mia.


     
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    Inutile dire che si è preparata a sufficienza sul Quidditch nelle ultime settimane, il tutto per essere pronta a catturare ogni mossa della prima partita in cui vedrà finalmente giocare Rudy. Durante il viaggio fino allo stadio era elettrizzata – sorridente ed affabile, sciorinava fuori dai denti perfino interi periodi senza respirare.
    Tutto sommato, si può dire soddisfatta – ha riconosciuto tutti i giocatori, ed afferrato la maggior parte dei meccanismi interni al gioco. Aspetta nel prato, con un giacchetto a coprirle le spalle nel clima più che clemente degli ultimi giorni d’inverno – poco distante dall’uscita degli spogliatoi, con un sorrisino nervoso stampato sulle labbra che allarga non appena qualche compagno di squadra di suo fratello le passa accanto.
    È solo quando gli occhi si posano sull’ampia silhouette di Rudy che Ella lascia a terra la borsetta a tracolla, correndogli incontro in maniera fin troppo teatrale. Si fa alzare da terra con estrema facilità, stringendogli le braccia al collo, «Avete vinto!», esclama, festante. «E’ stato… elettrizzante! Sei stato bravissimo, e-», si fa lasciare a terra, raggiungendo il punto in cui è caduta la borsa per raccoglierla, dove ha adagiato delicatamente anche una composizione floreale, i tulipani gialli che svettano protagonisti quando la solleva e gliela porge mentre camminano, «Questi sono per te! Sapevo avreste vinto», annuncia, sciogliendosi in un gran sorriso. Lo prende a braccetto, quindi, incamminandosi di nuovo, «Non fare quella faccia», sorride, dopo aver osservato la sua espressione perplessa, «I fiori si possono regalare a tutti! E staranno così bene all’ingresso», lo rassicura, stringendosi al suo braccio mentre si lascia lo scampanio di una risata alle spalle.

    Piombata, qualche ora più tardi, nel bel mezzo del Parco della Liberazione, Ella resta ancora appollaiata al braccio di Rudy, un’espressione vispa ed attenta mentre tenta di ricordarsi i nomi dei compagni di squadra che ancora non conosce. Ricorda bene alcuni dei ragazzi tra cui Sam, che ha visto in più occasioni, a cui sorride, perdendosi ad ascoltare il chiacchiericcio di circostanza mentre liscia le pieghe del vestito. In seguito al discorso di Bauldry si distrae con la musica, e senza nemmeno cercarlo incrocia lo sguardo con quello di Olympia, e le sorride di rimando. Vorrebbe andare a parlarle, ma riconosce che non sia il momento adatto, e non c'è nulla che possa fare per aiutare nessuna delle parti.
    È quando la chioma rossa di Maeve entra nel suo campo visivo che Ella sgomita lievemente contro il fianco di Rudy, quindi, abbandonando ogni piano definitivamente, «Vado a salutare le mie amiche! Ho il telefono con me», e sorride, allegra, stampandogli un bacio sulla guancia prima di scomparire tra la folla, come una normale adolescente.
    Si unisce al gruppetto per ultima, come suo solito, appena dopo Maeve – « Cosa sono quelle facce? Non ditemelo: mi sono persa lo scandalo della serata? Chi ha fatto cosacce con chi, nei bagni? ». « Quando credi di averle viste tutte... », ed ecco che cinque teste si voltano impercettibilmente nello stesso momento. Ride tra sé, Ella, alla scena che le si presenta davanti – ottima ascoltatrice, ormai ha imparato a collegare un nome al volto di chiunque venga nominato, ma non parla, non si esprime. Torna a guardare i ballerini che volteggiano sulla pista da ballo, rapita da coloro che sembrano realmente conoscere i passi, con l’infantile desiderio di sapere cosa si prova a ballare un valzer per davvero. Osserva divertita come invece si destreggino i ballerini più moderni, e sospira tra sé – sembrano così… felici, e noncuranti del resto del mondo, e-
    « Stai benissimo! », si volta, sovrappensiero, fino a fronteggiare gli occhi smeraldini di Maeve, realizzando qualche secondo dopo il complimento, «Oh-», sorride, abbassa lo sguardo, «Anche tu!», esclama, prima di piombare di nuovo nel silenzio.
    Pensa, Ella – pensa a cosa puoi dire per impressionare Maeve che è così-, « Troppa gente? Non esserne intimidita, Ellina. Sono solo... persone. Guardali bene, uno ad uno. Neanche la metà, di tutti questi filantropi e investitori ci crede veramente, a ciò che fa. Ma è così che funziona, anche quando si tratta di beneficienza: dare ed avere. » Annuisce, rendendosi conto della gratitudine che prova nei suoi confronti quando prende parola al posto suo – una delle caratteristiche che forse si nota a secondo acchito, ma che è per Ella fondamentale pilastro del fare della rossa è il suo essere estremamente materna. Autoritaria, sì, ma non così cattiva come forse vuole apparire. O, forse, è solo la fortuna di far parte della cerchia interna – che è stata una cieca fortuna, ed Ella se ne rende conto benissimo, ma ne è contenta comunque. Forse non ha fatto e non farà nulla che possa impressionarle, ma per qualche strana ragione hanno deciso di tenerla con loro come un cucciolo smarrito.
    « Non badano realmente a noi. Oggi sono tutti qui, animati da buone intenzioni, a dar mano al portafoglio per una giusta causa come il CIM, soltanto perché domani dovrà parlarsi di loro sulle maggiori testate... di come Tizio sia stato smisuratamente generoso e umanitaristico; mentre la famiglia x al solito di rilievo rispetto alla y, quando si tratta di eventi sociali. E il discorso di Bauldry? Oh, sì che uomo fantastico, pieno di buone intenzioni coi nostri giovani. Gli affiderei anche il mio gatto. E via in un giro continuo », non può evitare che annuire, concordando con le opinioni di Maeve, ma sogghignando sotto ai baffi. Si sta tranquillizzando – c’è qualcosa nella stessa presenza dell’amica, soprattutto nelle rare occasioni in cui riesce a passare del tempo con lei da sola, che le ancora immediatamente i piedi a terra, senza darle la possibilità di intrufolarsi nella sua testa e rinchiudervisi.
    « Guarda invece i personaggi con una certa fama: loro se ne fregano. Fanno bene? Probabile. Lilac Scamander sembra vestita da circense, o ballerina volante, devo ancora decidere; ho sentito Daphne Baker urlare come se fosse ancora allo stadio; per non parlare dello stato di Ethan Bennett. », «E’ proprio ciò che pensavo prima», sussurra, stringendosi nelle spalle, incominciando a sciogliersi. « Potrei invitarti a ballare il prossimo lento, come atto di ribellione verso i vecchi e il sistema, ma non voglio rubare la scena alle Nanax. », si lascia andare ad una risata più scomposta, « Magari troviamo il tuo cavaliere, mh? Non c'è stasera? ». Arrossisce irrimediabilmente, Ella, mentre solleva gli occhi per scandagliare, di nuovo, la pista e i dintorni, «Non penso», sorride. «Ma comunque non è il mio cavaliere», specifica, una volta che ne ha l’occasione, «Non so nemmeno se-», si interrompe, alzando di nuovo le spalle, «Ma non importa», tira di più gli angoli della bocca, voltandosi di tre quarti verso di lei. «Maeve, volevo...», incomincia, interrompendosi dopo un respiro, «Non penso di aver già-», sorride, nervosa, «detto quanto sono… contenta di avervi conosciute... Sei davvero una bella persona», le sorride, completamente calma, sulle note finali, riferendosi eloquentemente ai suoi innumerevoli tentativi di farla sentire a suo agio. «Mi chiedevo se mi potessi… aiutare a fare amicizia, ecco», scosta i capelli dietro alle orecchie, e cerca di guardarla con la coda dell’occhio mentre torna con l’attenzione verso la pista per evitare l’imbarazzo.


    Prima parte solo Rudy
    Festa: citato Sam e i ragazzi della squadra, interagito con Rudy, salutata Olympia
    Poi con le mean e Maeve
     
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    «Hai la faccia di chi non è la prima volta che fa una cosa del genere.» Alza le sopracciglia con fare abbastanza eloquente, ricordando all'istante una di quelle barbosissime feste con gli sponsor, dove i mimosa abbondano dentro i calici e i contratti vengono siglati con un sorriso e un "Ci risentiamo in settimana", in cui uno dei suoi cd era finito accidentalmente nella riproduzione musicale in filo diffusione. Vedere i vari parrucconi spaesati, domandandosi chi fosse stato a fare quel casino era stato motivo d'orgoglio per il proprio ego. Lancia un'occhiata allo schermo del cellulare ancora stretto tra le dita e si ritrova a sorridere. Direi di sì. « L'hai detto tu. » Non io. Sogghigna nel capire che Sheila sta seriamente valutando la sua proposta. E fa per girarsi nuovamente, pronto per l'entusiasmante quest "Troviamo le casse e facciamo casino" quando la musica improvvisamente cambia. Gli archi vengono interrotti e una canzone più ritmata confonde l'intera pista da ballo: chi si blocca, non capendo cosa stia succedendo, chi è sollevato, felice di poter ballare qualcosa di diverso. Guarda Sheila, il sopracciglio destro arcuato a tradire la sorpresa e una punta di delusione in quell'improvviso cambio di piani. Che palle però, l'idea della serata e me l'hanno fregata da sotto il naso. « Ci hanno anticipati. Per quanto mi infastidisca, perlomeno hanno scelto una canzone decente. » Dice mentre prende a fare la spalla dance, ondeggiandole a tempo di musica, con un bel sorriso stampato sulle labbra per invogliarla nel prendere a ballare a sua volta. Non fa in tempo ad aggiungere altro che una valanga in miniatura si schianta contro di loro. «Scusate.» Sam strabuzza gli occhi, preso in contropiede e fa per allungare una mano per aiutare la malcapitata ma lo sta già facendo Sheila e allora la ritrae all'istante. La sorpresa si tramuta in un sorrisetto, un ghigno sarcastico quando gli occhi blu di Artemis Ayres si fissano nei suoi, giusto qualche secondo. « Quanta fretta, ti stava inseguendo il lupo cattivo per caso? » Le labbra si arricciano in una smorfia, il divertimento che solo lui può capire nel pronunciare quelle parole. «I miei complimenti. Per la partita.» La vede sforzarsi nel trovare parole diverse da quelle che, probabilmente, vorrebbe rivolgere loro. Oh ma quindi te l'hanno insegnata l'educazione, dopotutto. Piega la testa di lato nell'accogliere quel complimento che ha il sapore di tutt'altro. Segue poi quello che rivolge a Sheila e assottiglia lo sguardo nell'osservarle. Oh, ma cos'è questo profumino nell'aria? Forse quello di un bel catfight? Peccato però che si lanciano solo dei sorrisi falsissimi e la bionda scivola via lasciandoli lì, impalati in mezzo alla pista. « Quindi anche tu sei nella lista nera della Ayres. » Commenta facendo un passo avanti quando incontra qualcosa con il piede. Guarda verso il basso e nota un cellulare. Si abbassa a raccoglierlo nel momento esatto in cui un urlo decisamente troppo alto per una festa del genere. « Ah, qualche dramma, finalmente si anima la festa! » L'osservazione divertita del moro nel rialzarsi con gli occhi intenti ad osservare il cellulare dalla cover blu tra le sue dita. Povero ingenuo di uno Scamander! « Tu! » Alza gli occhi dal cellulare per cercare di capire a chi appartiene quella voce urlante e si ritrova gli occhi di Sheila puntati contro. E quelli di un fornito gruppetto di persone che gli si è aperto intorno. E anche quelli di una rossa con il dito puntato verso di lui. Ehm. Si guarda intorno, spaesato cercando la via di fuga più vicina, lasciando scivolare il cellulare nella tasca destra, insieme al suo. « Scusatemi, ve lo rubo un secondo che sarà un secondo. Non ci sto provando con lui » «Fate con comodo, ragazzi. Io andrò a bere qualcosa.» Di certo non si aspettava che la mora gli reggesse il gioco, ma un po' anche sì, cazzo. Cerca gli occhi di Daffy, in quel momento, ma non la vede e Rudy è poco distante sì, a fare la bella statuina tra una ragazza dai capelli scuri e sua cugina. Ma che davvero? Di nuovo con mia cugina? Quando torna a fissare la rossa ce l'ha sotto il viso e, dopo qualche istante, ne riconosce i lineamenti. Oh, sei quella rossa. Apre bocca ma lei tenta di spingerlo all'indietro, prendendolo per la spalla e seppur il bisogno di lasciare che la sua stazza faccia il suo lavoro, non lasciandolo muovere di un solo centimetro, alla fine si lascia trascinare all'indietro. « Tu! È tutta colpa tua. È per te che tifava i Cannons quel giorno! » « Occristo, ancora questa storia? » Si ritrova a commentare, abbastanza esasperato dall'intera situazione che ha coinvolto Iago e lei. Cazzo è successo a Settembre, sarà il caso di farsela passare ad una certa, no? « Non sei stato male, ho monitorato la partita in tribuna stampa tutto il tempo... ma non sono qua per questo, o per te - scusa! Sono qua per una persona che non sento né vedo da mesi. » « Sì, okay, però abbassa la voce e ci calmiamo un attimo eh, che hai già fatto una piazzata pubblica. » Lancia occhiate oltre le spalle di lei quando un flash l'investe e alcuni occhi sono ancora puntati su di loro. Porco.. se mi fai finire di nuovo su Strega Moderna per questa stronzata, vi ammazzo entrambi, a te e al fuggitivo. « Non fare il finto tonto, hai capito chi. » « Ho capito benissimo ma non so come ti posso essere utile. » Risponde secco, terribilmente infastidito, forse perché Iago si è dato letteralmente alla macchia anche con lui da Settembre. « Chiamalo. Sì, ora, non dopodomani. Digli che sono in fin di vita ed ho bisogno di lui... adesso! » Non sta succedendo per davvero, deve essere uno scherzo.
    Si ritrova a pensare, un sorrisetto sarcastico sulle labbra mentre si guarda intorno come alla ricerca delle telecamere nascoste che indicherebbero la sua non volontaria partecipazione a "Scherzi a parte". Ma a parte le macchine fotografiche più curiose, non c'è niente. E la rossa è seria quanto estremamente ubriaca tanto da collassare a terra, prendendo a piangere. No vabbè, ma allora dillo che hai deciso di rovinarmi. La scenetta viene immortalata all'istante mentre lui si frappone tra lei e il flash, facendole da scudo con il corpo mentre le toglie dalle dita il bicchiere e le porta entrambe le mani sotto le sue braccia, senza chiederle il permesso. « Tanto da domani, grazie a questo teatrino, saremo ritenuti dei veri e propri congiunti, perciò...su, forza, andiamo. » Si giustifica rialzandola in piedi prima di avviarsi verso il bagno, per fortuna abbastanza vicino da non dover attraversare tutta la bolla per uscire dalla porta principale, a farle prendere una boccata d'aria fresca. « Okay, Molly - ti chiami così giusto? - tieni. » Le dice dopo averla aiutata a poggiarsi contro il lavandino, mentre le allunga un pezzo di carta che solitamente servirebbe ad asciugarsi le mani. « Ora, io non voglio essere minimamente messo in mezzo a questa storia - » prende a dire, osservandola con i riflessi pronti nel caso le gambe le cedessero nuovamente « - ma Iago è un coglione. » Sentenzia, caustico. « E per quanto tu possa continuare a credere a questa storia, non credo c'entri proprio un cazzo la sua fede sportiva. Non lo sento da mesi così come non lo fai tu, sembrerebbe. » Inarca un sopracciglio con un sorriso amaro che gli gonfia la guancia destra mentre sfila dalla tasca il proprio cellulare e lo mette in bella mostra tra di loro. « E seriamente, io posso anche darti il mio cellulare eh - non credo ti risponderebbe, però se proprio vuoi fare una prova, tua è la scelta - ma consiglio spassionato e non richiesto: non fare così la sottona. » Troppo diretto? Forse sì, ma ti serve troppo un intervention. « La cosa peggiore che puoi fare ora è chiamarlo e fargli capire quanto tu ancora ci stia sotto ad un treno dopo - aspetta, uno, due..sette mesi - e pentirtene amaramente non appena passerà la sbronza. » Fattene una ragione. Si stringe nelle spalle, provando un'improvvisa onda di compassione nei suoi confronti. Sei proprio un grandissimo genio, Ià, guarda come hai risolto tutto facendo ghosting! Allunga allora una mano a stringerle una spalla, con fare quanto più dolce gli riesca. « Posso chiamarti qualcuno? » Un amico, un parente, qualcuno a cui tu possa credere di più quando ti dirà di non metterti così tanto in ridicolo, perdendo ogni parvenza di dignità. In fondo è abbastanza certo di essere di troppo in quell'abitacolo, così come si sente totalmente in imbarazzo nell'essere l'incaricato a fronteggiare la crisi esistenziale di qualcuno. Ma al contempo, seppur voglia andarsene quanto prima, sa che non può abbandonarla a se stessa, non in quelle condizioni perlomeno. Accenna così un sorriso d'incoraggiamento, dalle sfumature divertite. « Che ne dici nel frattempo di lavarti la faccia? » Giusto per tentare di ritrovare un po' di lucidità, non si sa mai.

    Interagito con Sheila, Misty e MJ.
    Nominati Iago (sks bro ma te lo meriti), Daffy, Rudy, Mia e Joy.

     
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    « Andiamo a bere, dai. » Ancora scossa dalle risate, June accettò la proposta di Ted con entusiasmo. Un drink è proprio quello che ci vuole se vogliamo arrivare alla fine della serata! Tra stampa, indiscrezioni e situazioni imbarazzanti o colme di tensione, un bicchierino li avrebbe aiutati a rilassarsi e godersi la serata. Afferrato il compagno sottobraccio, come il galateo imponeva, si fecero largo sino al bancone del bar, sopra cui torreggiava James, rivestito di pura umiltà. « Non c'è che dire, un vero Gatsby dei tempi moderni. » Mormorò, in direzione di Ted, ringraziandolo con un cenno del capo per il bicchiere. « Vorrei brindare a questa giornata. [...] Brindo quindi all'unione che fa la forza, alla solidarietà e alla comunione pazzesca che oggi ci ha legato. Alla vostra ragazzi! Siete stati la miglior squadra che potessi desiderare. » La voce di June si unì al coro festante dei presenti, con cui fece scontrare delicatamente il bicchiere. « Complimenti, Kapitano. Sempre di massima ispirazione! » Accompagnò le parole con una pacca delicata - più o meno - sulla spalla di James; tuttavia, per quanto scherzoso e bonario, quel complimento era sincero. James era un ottimo capitano ed era la sua indole a renderlo tale. Approfittò dello scambio di saluti e complimenti per sgusciare tra Lympy e Peter, gettando le braccia dietro il collo ad entrambi. « Allora?! » Domandò, con i grandi occhi azzurri ricolmi d'aspettativa. « Vi è piaciuta la partita? » Spostò lo sguardo su Olympia. « Con le nuove regole era un gran casino, mi spiace! » Sapeva che la giovane Potter faticava a stare dietro alle regole del Quidditch ma il solo fatto che avesse deciso di assistere, esattamente come nelle partite dei Falcons, la rendeva euforica. La abbracciò velocemente, stringendola a sé, prima di farsi di lato. « Ci vediamo dopo per un alto giro. Godetevi la festa. » Rivolse un occhiolino a Peter e li lasciò soli. « Lily! » Allungò una mano in direzione della ragazza, mentre Ted e James confabulavano tra loro, e le fece fare una veloce piroetta su sè stessa. « Ancora complimenti per prima! Se Charlie mi sentisse probabilmente mi caccerebbe dalla squadra a pedate, ma l'azione con cui hai catturato il boccino è stata mozzafiato. » Bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare. Soprattutto tra ragazze. « Dovremmo organizzare qualcosa di simile più spesso, anche senza il Quidditch di mezzo. Tipo... non so, pizza, birra e partite a Pictionary o qualcosa di simile. » Potremmo davvero organizzarlo. Daffy andrebbe giù di testa. « Forse potremmo preparare anche quei brownies speciali » Sollevò entrambe le sopracciglia, allusiva. « e scommetto che in una guerra dei sessi non ci sarebbe competizione. » Alzò appena la voce, per attirare l'attenzione dei due compagni di squadra. « Siete già spacciati! » Rivolse ad entrambi la sua miglior espressione innocente, sbattendo ripetutamente le ciglia. « Uno shot di assenzio per me. Junie, tu prendi qualcosa? » Quindi passiamo direttamente agli shots, eh? Mi piace come ragioni, Lupin. « Uno anche per me. Doppio. » Scoccò un'occhiata complice a Ted. Se dobbiamo fare i professionisti, facciamolo sino in fondo. Sobbalzò appena quando Ted le rifilò una gomitata, più per la sorpresa che per il dolore. « Hey! Che cazz... volo?! » Si schiarì leggermente la voce, stirando un sorriso in direzione di uno dei tanti benefattori che si trovava a portata d'orecchio. Seguì lo sguardo di Ted fino a soffermarsi su Lysander Scamander. Istintivamente, June arricciò il naso, piccata. E te pareva. Sebbene la loro rivalità fosse confinata al campo - o almeno così June aveva sempre pensato - non era un mistero che Lysander fosse piuttosto irruento nei suoi confronti, così come in quelli di Daffy. « Che ricordi non è mai stato l'emblema della sportività ma suppongo che la rivalità gli sia un po' sfuggita di mano. » Un vero peccto, visto che siamo ad un evento di beneficienza. Rivolse un cenno di ringraziamento al barista. « Mi raccomando, alla prossima partita sparagli un bolide con la potenza del fulmine di Pegaso. » Affare fatto! Siglò quella promessa facendo scontrare il suo bicchiere con quello di Ted, prim di finirne il contenuto in un solo sorso. L'alcolico le mandò in fiamme la gola e, dopo qualche istante di silenzio, June si voltò in direzione del compagno di squadra. « E se invece non aspettassimo la prossima partita? » Sussurrò quelle parole in modo che nessun altro potesse sentirli, le labbra rosee che si aprirono lentamente in un sorriso malandrino. Poiché erano ad una festa importante invasa dalla stampa non avrebbe certo fatto nulla di inappropriato ma, al contempo, un piccolo scherzetto non avrebbe ucciso nessuno. Al massimo l'ego di Lysander ne uscirà un po' ammaccato. « Mi scusi, posso avere una penna? » Si rivolse distrattamente al barista, già intenta far scattare la chiusura della pochette da cui estrasse dei post-it verde flash. « Ci avevo segnato alcuni schemi. » Si giustificò, incontrando lo sguardo confuso di Ted. Afferrò la penna e scribacchiò qualcosa, prima di mostrare all'amico il proprio operato. Sul foglietto, in una grafia frettolosa ma elegante, si leggeva Daphne Baker is my queen (ma anche Potter non è male!). « Il vero tocco di classe sarebbe stato Lupetto 4ever, ma meglio depistare le future indagini. » Annuì, con aria saggia, e staccò il post-it, sistemandolo tra la mano e la pochette. Quindi si raddrizzò, sistemando la scollatura del vestito con aria decisa, incamminandosi in direzione del giocatore dei Cannons. « Hey, Scamander! » Gli rivolse un sorriso cordiale, prima di spostare lo sguardo su Beatrice Morgenstern. « Tris, gran bel vestito. E gran bella partita, soprattutto! » Si voltò appena, per indicare il bancone e il gruppetto di gente che si era radunato lì attorno. « Stavamo proprio brindando. Che ne dite di unirvi a noi? » Si volse verso Lysander, angelica e affabile come Delphine le aveva insegnato. « Sono sicura che per una sera riusciremo a mettere da parte la competizione. » E nello stesso momento poggiò delicatamente la mano sulla schiena dello Scamander, per accompagnarlo amichevolmente in direzione del bar e, al contempo, far aderire il post-it al retro della sua giacca. Nessuno offende Daffy e la fa franca! Non in mia presenza! « Un giro di assenzio per tutti! » Mentre il barista preparava gli shots, si affiancò a Beatrice. Pur non essendo propriamente amiche, Tris le stava simpatica e June si era divertita durante il pre-festa trascorso assieme a casa di Malia. « Come stai? » Le domandò, con un sorriso un po' impacciato.

    [...] Poco dopo, Daffy arrivò come un uragano. «JUNE!» June scoppiò a ridere, dondolandosi appena sul posto prima di sciogliere l'abbraccio. « Devo ammettere che Jill è dvvero formidabile. Si tratta di un'offerta molto allettante ma ora come ora non me la sento di abbandonare i Falcons. Detto tra noi hanno proprio bisogno della mano decisa di una donna. » Strizzò l'occhiolino alla coinquilina, prima di rivolgere un saluto militaresco a Dean. « Moses. Noto con piacere che prendi sul serio le tue responsabilità. » Ridacchiò, riferendosi alle condizioni già allegre in cui versava Daffy. « Temo che ci toccherà strisciare assieme perché abbiamo appena ordinato da bere. Ah, ecco! » Iniziò a sparpagliare gli shots tra i presenti, assicurandosi che nessuno rimanesse senza. « Alla nostra! Anzi, all'unione, alla solidarietà e tutto quello che ha detto James! »



    Interagito con Ted, James, Olympia, Peter, Lily (insomma, gente al bar), Lysander, Tris, Daffy e Dean.
    Nominata: Jill.
    Se mi sono persa delle interazioni chiedo venia, fatemelo sapere e recupero asap. As always, se vi serve, volete unirvi o che, stiamo qui a fare danni.
     
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    'sono stati gli zinghiri'
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    « TE ESTAS PERDIENDO COLPI MI AMOR!! » La voce squillante di una sobrissima Dolores Juanita De Compostelo riesce a rompere persino l'assordante brusio di quella folla pullulante di gente. Impossibile da non notare, gli corre incontro, la latina, in un bongibongi di tette infinito. « Sai cosa è esto? ESTO ES EL KARMA!! Tu non invitas Dolores tua aqui e boom! Juniors te fanno el culo chico!! » Sventola i capelli, investendo un povero malcapitato al quale Rocket rivolge uno sguardo di pura rassegnazione. « Bien, bien, bien. Chi mi presientes? Quel Krum es un bocconcino muy caliente!! Ma anche el capitano dei Falcons, quel Potierito...- » « C'ha la metà degli anni tuoi, Dolò » Minuto di silenzio. « No te risponderò por come dovrei responderte solo porque SOY UNA SENORA!!!!! » E con uno swish carico di genuino odio latino, Dolores si allontana, ticchettando sui suoi moderatissimi tacchi numero 12. Allora sospira, il gigante, massaggiandosi le tempie con un leggero moto d'esasperazione. Abituato ad eventi del genere da che ne abbia memoria, vi è però, questa volta, una variante non del tutto indifferente: Elektra Silente. Non che gli importi effettivamente qualcosa di lei -e se anche fosse, preferirebbe altre dieci sconfitte in campo piuttosto che ammetterlo- ma, vista la presenza di Nana lì con lui, teme quanto di inaspettato possa succedere. Figurate se si perdeva un'occasione pe mettesse in mostra come questa. « UE, ALLORA? NDO STANNO I MIEI REGAZZINI? » Ma diva d'attenzioni per com'è a sua volta, urla in mezzo alla folla, Dragomir, attirando l'attenzione di tutti i giornalisti che intravede intervistare gente che non fa parte della sua squadra. In particolar modo le Arpie. E se proprio vogliamo specificare la loro coach. « Famose 'nselfie mejo de quelli dell'oscar daje! » Sentenzia, con quel suo solito modo di fare da romano de roma che nessuno, anche volendo, sarebbe capace di emulare. Quindi raccatta chi riesce prima ad acchiappare della sua squadra, non importandosene se dovesse mancare qualcuno perchè pronto ad importunarlo più in là. « Ecco cì. Tasto in centro me raccomando - Appioppato il suo telefono al primo malcapitato di turno, urlacchia - Uno, due, tre.. Dite "domani Dragomir ce spacca er culo d'addominali"! »
    [...] « POTERITO ES EL MEJOR!!!!!! Soy aqui, aquiiiiiiiii! » Grida Dolores da qualche parte tra la folla, come una ragazzina al suo primo concerto.« Vai Potter! » Commenta il gigante, che quando si tratta di brindisi, per questione di DNA, è sempre presente « E un brindisi a tutti i Junior! Bella regà, nessun rancore! » E lo pensa davvero, nonostante tutto. Sono stati bravi, quei nani, tanto da dare del filo da torcere a leggende del Quidditch come Krum, Weasley, Potter. ..E sè stesso, ovviamente. « Solo dieci giri de campo in più domani! AH AH AH!! SCHERZO! - Si gira verso la telecamera di uno dei giornalisti - No non scherzo affatto. -..Ma ndo sta Weasley Coach? Lifting dell'ultimo minuto? » Si guarda attorno, poi si stringe nelle spalle, buttando giù tutto il contenuto del suo calice. E' quando si sta avvicinando nuovamente a sua figlia, Domiziana, che qualcosa, o meglio, qualcuno, gli sfiora un braccio. « Oh, Rocket, che bello rivederti. Vuoi rilasciarmi qualche dichiarazione del tutto confidenziale sulla partita? » Si volta, il gigante, ritrovandosi faccia a faccia con..lei. Lo sguardo che si intreccia al suo, per qualche istante, prima di tornare alla giornalista. « Com'è stato giocare con Elektra? Avete sotterrato l'ascia di guerra? » Una smorfia si palesa sul suo volto, mentre serra la mascella, visibilmente nervoso. Si guarda attorno, assicurandosi che Nana sia ben lontana, poi torna alle due donne.
    « Siete diventate amiche? Ve siete proprio trovate! » Commenta, in quella sua solita delicatezza inesistente, persino di fronte alle telecamere. Un'occhiata che ha del velenoso ad Elektra, poi sorride. « Scherzo, scherzo. Ve se ama. Che me dicevi, Katerì? » « Che dici Rocket, ci beviamo qualcosa per togliere ogni dubbio alla cara Kate sulla nostra rivalità? » « Silente, lo so che muori dalla voglia de famme ubriacà pe approfittatte, ma c'è tempo. Non interrompere la povera Miller..Sta solo facendo il suo lavoro! E lo fa pure bene! » Se te devo tenere er gioco, me devo divertì un po' prima. Rivolge un occhiolino alla giornalista, che reagisce con una risatina, portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. « Dovremmo assolutamente brindare al tuo essere ancora in grado di stare su una scopa nonostante l'età dopotutto. » « Ma no, ma no..sono un signore, ce o sai, se c'è qualcosa da brindà è la tua capacità de stà sulla scopa nonostante la menopausa! Nnamo, nnamo! » « Scherzo. » « Anche io, è chiaro » Oh sì, sicuro. « Allora questo drink? » Inarca un sopracciglio, mentre lo sguardo si sofferma per qualche momento sulla figura di Kate, che si allontana. Peccato. « Ho come l'impressione che muori dalla voglia di fare una sceneggiata qua davanti a tutti - ah, ho sempre amato il temperamento focoso di voi italiani - ma non puoi. Sorridi Rocky, ci stanno guardando. » « Non posso perchè, de grazia? » Commenta, sotto i denti, mentre le poggia una mano sul fianco, stringendo appositamente le dita. Milioni di flash che li investono, nel frattempo. « Non sono de certo nuovo come te sul campo, cara. Non me cago addosso se qualche giornalista parla male de me » Le sorride, amabilmente, mentre si avvicina al bancone, per agguantare due cocktail. « Ecco a te - Dice, offrendole il calice - Non hai fatto poi tanto pena, sulla scopa, dai » Raddolcito dal gusto dello champagne, le concede due minuti di tregua. La scruta per qualche momento, mordicchiandosi l'interno della guancia. Peccato che sei stronza, perchè te li porti pure bene gli anni. « Forse non se drogano poi così tanto quelli che parlano così bene de te, dopotutto » Si stringe nelle spalle, ma è quando poggia il proprio bicchiere che, nel voltarsi, nota la sagoma slanciata di sua figlia, a qualche metro da loro. Si irrigidisce, automaticamente, ed il motivo di tanto risentimento represso per quella donna torna ad invaderlo completamente. « Migliore allenatrice della nuova stagione, eh? Però..- Almeno gli anni ce so riusciti a fatte ritrovà er senso de responsabilità? »
    - Rocky s'è fatto un mega SERFIE da oscar con la squadra, non ho nominato nessuno in particolare ma se qualcuno che non ha ancora postato vuole sfruttare la cosa faccia pure.
    - Dolores special guest sta molestando un po' tutto il mondo (JAMES SCUSALA), se la volete come png per mettervi a disagio usatela pure.
    - Risposto al brindisi di James, nominata Nana e la squadra in generale, interagito con Kicks.
     
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    « Wronski. », ripete Elektra, mentre Winter la scimmiotta lettera per lettera con il laiale, prima di scoppiare a ridere, « Per farla semplice è una simulazione del cercatore di una squadra nei confronti del cercatore della squadra opposta, che finge di aver intravisto il boccino e cala in picchiata verso il suolo. », perché questo ha aiutato tanto, Kix, grazie, per fortuna che esisti!
    « Mmh, è come quella volta da Prada, quando io e la tizietta di turno volevamo quegli stivali scamosciati, l'ultimo 38 rimasto. E tu hai cominciato a dire "Vabbè, ma guarda quelli laggiù, sono molto più fighi di questi qua da sciacquetta", hai finto di andare a prenderli e lei ti ha seguita pensando di poter fare l'affarone del secolo mentre io compravo gli stivali giusti e lei rimaneva con un pugno di mosche perché non ce n'erano effettivamente altre paia. », ora parliamo la mia lingua! Distrarre il nemico e lasciarlo con niente!, «Vedi che così ho capito? Sai benissimo come tirare le corde sottili della mia intelligenza», la adula, incominciando a sbattere le ciglia a pochi centimetri dal suo volto. « E' un vero genio del male quando ci si mette. Non consiglierei a nessuno di farsela nemica. », e torna a Joy, con il sorriso più fintamente innocente che riesce a mettere assieme, «Proprio non so di che parli, sai… ?»
    Si ritrova ad annuire gravemente, poi, quando Elektra si prodiliga a compiangere il caduto, « Povero Tyler, l'hai prosciugato », «Aspetta, aspetta, devi dare tutte le informazioni, altrimenti mi prende per una svitata», afferma, colpendo piano il braccio di Elektra con il gomito, «Tyler in onore dell’ultimate bad boy, Tyler Durden, pace all’anima sua, delle batterie nuove lo rianimeranno», sospira teatralmente, prima di scoccare un occhiolino in direzione di Joy.
    « Credimi, lo farò! », allunga la mano con il bicchiere di champagne, per far sì che cozzi contro quello della ragazza, «La amo già, vedi? La amo già», fa a Kix, completamente seria prima di scoppiare a ridere. « Vedi di sostituirlo con qualcuno di valido, perlomeno, perché lo sai che attenti, prodighi e pazienti come lui non se ne trovano molti in giro. », sospira, con enfasi, « Ti consiglio di stare alla larga da qualsiasi Bats, credo siano tutti del Cancro tanto sono emotivi, coccolosi e tendono a richiamarti il giorno dopo aspettandosi una risposta celere o il cambio di status da "single" a "sposata". », piega le labbra in una smorfia – oh no, « Ovviamente è tutto per sentito dire, figuratevi. Comunque le migliori leve single le trovi nella mia squadra. » E la guarda allontanarsi, Winter, mentre ridacchia tra sé, scuotendo la testa. Prima o poi, chi lo sa.

    «Un coglione... Con la patente.», sobbalza, quasi, quando si accorge della voce che proviene dalla sua sinistra. «Win?», Artemis! – l’unica amica di Zip che sopporta, anche se non ha avuto ancora occasione di conoscerla meglio. «Hey!», esclama, sorridendo, ed alzando il calice nella sua direzione, prima di finirne il contenuto e posarlo sul bancone poco distante. Sogghigna, quindi, «Non lo sono tutti, comunque?», solleva le spalle, «ma hai una recensione della camera da letto ?», sciabola le sopracciglia – e forse non dovrebbe, forse non sarebbe saggio, ma non riesce ad evitare di farsi riempire di nuovo il bicchiere.
    Me lo merito, cazzo, principalmente per non aver più toccato nulla da quella notte con Léon.
    « Ma conosco lui… », prima che possa ricevere qualsiasi informazione utile riguardo a Cousland, però, Joy incomincia a trascinarla in una direzione ben precisa – e per poco non versa il contenuto del calice a terra, quando pianta bene i tacchi contro il terreno e si stampa un sorriso sulle labbra come un francobollo.
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    « Ciao Oliver! », ed è nel momento in cui il ragazzo si volta che Winter riesce a riconoscerlo – Baker, Gli anni ti hanno fatto bene, « Have you met Win? ». L’opening line la costringe a soffocare una risata, e mostra una fila di denti e tanta, tanta gratitudine a Joy che si allontana. Se domani mi sveglio accanto ad un giocatore di Quidditch professionista le ergo una cazzo di statua. Per quel che vale, poi, per Winter sarebbe divertente riuscire ad accapararsi l’ex della Finnigan – davvero, davvero divertente.
    Si volta verso Oliver, quindi, offrendogli la mano, nonostante ammetta rapidamente che: «In realtà ci conosciamo, andavamo a Ilvermorny insieme», sorride, «Winter Bouchard, Wampus per eccellenza», gli ricorda. Avvicina il calice alle labbra, mandando giù un sorso, «Hai fatto carriera dall’America, complimenti!», esclama, «Devo ammettere di non conoscere nemmeno le basi del Quidditch, ma… è stata una bella partita».


    Interagito con: Kix e Joy
    Artemis, Joy, Oliver
    citata Zoe <3
     
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    « Sei bellissima stasera, il tuo ragazzo lo sa? » Sollevò un sopracciglio Tris, colta leggermente di sorpresa. Non era mai stata brava a scendere a patti con i complimenti, forse perché in fondo non ne riceveva molti e ancor meno li ricercava. Bellissima non era certo la prima parola che veniva solitamente in mente alle persone nell'interfacciarsi con la giovane alfa, ma la sfacciataggine di Scamander sembrò essere in un certo qual modo gradita. Prese a volteggiare insieme a lui, lasciandogli condurre il passo. Era certamente più bravo di lei; Tris non era mai stata tipa da balli da sala. Aveva imparato un po' nel tempo, specie perché pare proprio che il mondo magico continua a ostinarsi con questi eventi estremamente formali, ma di certo ciò non la rendeva la migliore ballerina della sala. Aveva intuito, Tris, e sapeva quando era il momndo di cedere la guida a qualcun altro, in quel caso a Lysander. « Vogliamo chiederglielo insieme? » Chiese infine in leggero tono di sfida. « Sono davvero curiosa di vedere fin dove arriva la tua sfacciataggine, signor Scamander. » I complimenti diedero ben presto alla testa al giovane Scamander, ma Beatrice, che era un'ascoltatrice attenta, lo lasciò parlare senza interromperlo. « I Cannons potrebbero aver bisogno di una cacciatrice come te, Morgenstern. Non sottovalutare questa mia affermazione, sono sincero. Perché come sempre, purtroppo i Falcons hanno la tendenza a sopravvalutarsi... Quale poster hai appeso in cameretta, Tris? Scommetto c'è la foto di me a petto nudo di quando abbiamo vinto il campionato, qualche anno fa. Che c'è, non vedevi l'ora che ti invitassi a ballare? Perché a me non dispiace. » Scoppiò a ridere, Tris, scuotendo la testa. Potrei appenderti a un albero qui nel parco per molto meno, ma non lo farò, perché sono magnanima. « Io non ho una cameretta, Lysander. » Pausa. « Ho un castello. » Si stringe nelle spalle con naturalezza, come per dire, nulla di che, solo una cosetta. « Dubito che quel poster possa essere valorizzato in una casa così.. antiquata. Ma.. se dovessi farmene pervenire uno, farò in modo di trovargli un posto adatto. » Evitò di aggiungere altro in merito. Sollevando appena le sopracciglia con fare interessato, lasciandosi stringere senza opporre resistenza. « Strano comunque.. mi sembrava di aver capito, dal tuo breve scambio con Jillian che i Cannons sono stati i migliori.. e noi altri siamo stati.. » Solleva per un istante lo sguardo per cercare di ricordare le esatte parole del ragazzo. « ..non male. O una cosa così. » Gli rivolse un sorriso millimetrico dal sapore divertito, seppur nascondesse una leggera pattina di ironia. Se l'era presa, Tris? Certo che no. « Fatti dare un consiglio, da un'amica.. » Disse facendosi più vicina senza farsi poi molti problemi. « Se senti il bisogno di infangare un tuo avversario per autoelevarti, evidentemente devi ancora lavorare un po' sulla tua autostima. » Pausa. Non è una cattiveria gratuita, quella di Tris. Semplicemente pensa che Lysander non ha bisogno di nominare i Falcons e il loro ego smisurato per valorizzare la sua squadra. « L'unico con cui dovresti essere in competizione sei tu, non i Facons. » Pausa. « E poi comunque io sono super partes. Uno dei miei migliori amici gioca nei Cannons.. » E dicendo ciò gli indica Sam nella folla. « ..un altro è un Falcon. » E quindi gli indicò Rudy intento a ballare con niente di meno che.. Mia? Ma sul serio? Un'accoppiata che di certo non si aspettava. « Per quanto riguarda la tua offerta, ci penserò. Infilerò la mia candidatura tra un'emergenza di stato e un'altra. » Si strinse nelle spalle e lo lasciò condurre nuovamente le danze, volteggiando con più naturalezza assieme a lui. Gettò di sbieco uno sguardo in direzione di Percy in compagnia di Emilia e inclinò appena la testa di lato. Per un istante lo affiancò mentalmente. « Sarò onesto con te: voglio avvicinarmi al Progetto Minerva quanto più posso, e credo che tu possa aiutarmi. Forse perché un sottovalutato riconosce facilmente un suo simile. Un grande ritorno delle Serpi come ai bei vecchi tempi. Che ne dici? » « Sei sempre stato un ragazzo molto giudizioso. Se devo puntare su un cavallo per tornare in cima, mi fa piacere puntare su di te. Considerami intrigata dalla proposta e presente alla festa » Scosse la testa, Tris, accanto a Percy, sorridendo tra se e se, mentre i rimbombi della musica di Raiden pervadevano le sue orecchie senza sosta. « E' sveglia e moooolto ambiziosa. Mi piace. » Scocca la lingua contro il palato e si stringe nelle spalle. « Forse in fondo non è stato un caso se era con noi quella sera. » Se l'era cavata, Emilia, dietro le tende, nonostante sembrasse terrorizzata. Non le era chiaro il motivo che l'aveva spinta a seguirli lì dentro, ma di certo aveva dimostrato molto coraggio e polso. [...] Tornò in sé poco dopo, lasciando saettare lo sguardo sulla figura del giudice Lewis. « Ahhh ora capisco tutto, Tris. Non volevi far ingelosire Watson. Sei furba. Mi piace. Vuoi usare il mio faccino per corrompere il giudice. Che c'è, non basta il tuo? »
    Volteggiarono insieme per l'ultima volta sulla pista, prima che la musica si concludesse, applaudendo assieme al resto delle coppie che si erano esibite sulle note del quartetto. A quel punto si diresse verso il bancone, prendendo a braccetto il suo nuovo accompagnatore. « E' una condizione che ti allieta? » Si umetta le labbra facendo cenno al barista di versare loro due bicchieri di liquore. « Essere usato, intendo. » Asserisce infine con la stessa sfrontatezza e sfacciataggine che Lysander le ha riservato nella prima parte della loro conversaizone. E poi continua. « Ti sembro una che usa le persone? » Il suo tono è pacato, calmo, studiato nei minimi dettagli. E' chiaro che, essere rimasta così a lungo lontana dalle situazioni mondane l'ha aiutata a prepararsi. Tris ha capito, infine, che la sua parte più manesca andava messa a dormire, specie se voleva combattere con nemici invisibili. « No. Non voglio usare il tuo faccino. E' davvero così difficile pensare che la tua compagnia potrebbe semplicemente piacermi? » Appoggia i gomiti sul bancone, voltandosi verso la platea, scrutando la massa di gente che pullula il Parco della Liberazione. Tre anni prima, Tris era uscita dalla Foresta Proibita sporca di sangue, macchiata nell'anima da un senso di colpa che l'avrebbe perseguitata per il resto della vita. Oggi era una persona differente, più consapevole, più sicura di sé, probabilmente anche più pronta ad assumersi le proprie responsabilità.

    « Hey, Scamander! Tris, gran bel vestito. E gran bella partita, soprattutto! » Vennero interrotti dall'arrivo di June e Ted. Tris sorrise ad entrambi, riservando a ciascuno una cenno della testa a mo di saluto. « Ti ringrazio! Non sarebbe stato di certo altrettanto facile senza gli ottimi battitori che ci hanno guardato le spalle. » Disse facendole l'occhiolino, per poi rivolgersi a Ted. « Stavo giusto ringraziando Lysander per gli assist in campo. Grazie anche a te, Ted.. » Si portò il bicchiere alle labbra e si strinse nelle spalle osservandolo con uno sguardo sin troppo eloquente. « ..a quanto pare sappiamo ancora fare squadra. » Si schiarisce la voce per un istante; lo sguardo saetta ancora una volta in direzione del gruppo di parrucconi, prima di tornare a osservare il ragazzo con vivido interesse. « Chissà.. forse capiterà di nuovo in futuro. » Chissà, già. In fondo Byron le ha chiesto di tenere a bada gli spiriti, ma lei dal canto suo sembrava voler piuttosto stuzzicarli. Di certo, partire da un giovane Ted Lupin non era affatto la strategia che Cooper avrebbe approvato. Tris però preferiva giocarsi le sue carte a modo proprio. « Stavamo proprio brindando. Che ne dite di unirvi a noi? Sono sicura che per una sera riusciremo a mettere da parte la competizione. » E non si oppose, decidendo di seguire gli altri in direzione della calca che si era formata attorno al bancone principale della festa. « Come stai? » Guardò di sbieco la schiena del giovane Scamander, prima di mordersi il labbro inferiore alzando gli occhi al cielo. Decise tuttavia di reprimere qualunque cenno evidente di disapprovazione. Chi sono io, infondo, per rovinare l'altrui festa? « Me la cavo. » Rispose genuinamente osservando il lavoro del barista. Non poteva dire di aver mai conosciuto June; la silenziosa faida con Malia non le ha mai permesso di darsi davvero l'opportunità di conoscere la giovane Rosier. I tempi però erano cambiati, e June sembrava una ragazza apposto. « Potrebbe andare meglio, potrebbe andare peggio. Ma succedono anche cose positive, no? Questa partita mi ha ridato vita. » E lo pensava davvero, Tris; finito il drink preso insieme a Lysander attese quindi che gli shot fossero pronti. E fu allora che sulla scena entrarono anche Daphne e Dean. « JUNE! Allora, sempre sicura di non volerti unire alle Harpies? Tu e Jill sareste una coppia invincibile! Scusa, Lupin, ma si, ci sto provando a portarti via una delle migliori battitrici della Lega! » Ma allora questa sera è proprio fatta per lo scouting. Rise di gusto di fronte allo scambio tra le due amiche, andando incontro al giovane Moses a cui riservò un abbraccio colmo di affetto. « Ehilà! Dov'è l'altra metà della mela? » Chiese guardandosi attorno alla ricerca di Sam. Assurdo, sembra quasi che non troviamo più momenti per passare un po' di tempo insieme noi tre. Sono successe tante cose, e ciascuno di loro aveva assunto nuove responsabilità. A ciò si erano aggiunti i drammi vari. Non c'era da stupirsi se non si vedevano più come un tempo. Eppure, dovremmo tornare a farlo. « Dovremmo raccattarlo per farci un bicchierino solo noi tre. I baldi eroi che nel lockdown trovavano il tempo per sfogliare giornaletti.. » Che nostalgia. Sembravano essere passate diverse vite da allora. « Alla nostra! Anzi, all'unione, alla solidarietà e tutto quello che ha detto James! » Brindò insieme agli amici nuovi e a quelli ritrovati, alzando il bicchiere e portandoselo alle labbra. Infine, mentre la baldoria continuava, affiancò il giovane Ted Lupin in un momento in cui nessuno badava a loro. E fu allora che posò nuovamente lo sguardo sul giudice Lewis. Lo sguardo della mora lo aveva tenuto d'occhio per tutta la serata. « Dicevo davvero prima, sai? Abbiamo fatto un bel gioco di squadra. » Si schiarisce appena la voce, indicandogli con il mento la figura dell'uomo dall'altra parte del parco. Da dove si trovavano, avevano una prospettiva piuttosto chiara sulla sua persona e il gruppo che lo circondava. « Lo sai cosa mi ha detto Byron quando lo hanno arrestato? » Non attende una risposta. « Ha detto.. tienili d'occhio. » Si stringe nelle spalle con noncuranza alzando gli occhi al cielo. « Si stanno smuovendo nelle retrovie vero? Non fare quella faccia, se c'è qualcuno che è ancora in contatto coi bombaroli quello sei tu.. o il tuo amico dal brindisi facile. » Gli gettò uno sguardo di sbieco. L'angolo della sua bocca si alzò appena, prima di alzare una mano nella direzione di Olympia lì di passaggio. « Voglio un incontro, con tutti quanti. Credi che potresti far passare il messaggio per me? A breve il processo finirà, e se l'esito non dovesse essere quello auspicabile, vorrei che le loro energie non diventassero distruttive. » Si schiarì la voce, dandogli una pacca sulla spalla. « Credo che nulla di ciò che abbiamo combattuto in passato è finito - ma proprio nulla. La vera tempesta sta ancora per arrivare. Vorrei che fossimo pronti prima che ci travolga. » Per un istante si guardò attorno, Tris, facendogli cenno di seguirla verso l'esterno della calca. Assicuratasi che nessuno li stava guardando, gli prese l'avambraccio ed estrasse la bacchetta puntandola contro la pelle bruna di lui, sussurrando poche parole che solo il diretto interessato avrebbe potuto sentire. « Fuoco cammina con me, Ted Lupin. » E così, il simbolo che per molto tempo li aveva uniti, tornò a vegliare sotto la pelle del giovane, in vista, ma nascosto agli occhi di chiunque non conoscesse la giusta formula.

    Prima parte: interagito con Lysander e Percy; nominati Sam, Rudy, Emilia e Jillian;
    Seconda parte: interagito con June, Ted, Daphne, Dean, e poi ancora Ted; nominati Sam e Olympia;
    Non si può capire più di tanto cosa combinano Ted e Tris in un angolino (che detta così suona malissimo) però se volete raggiungerli fate tranquillamente.




     
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