Couldn't believe that you were gone

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    Storia della magia era in assoluto la materia meno interessante della giornata, soprattutto se si trattava dell'ultima ora di lezione. Dopo un'intera giornata passata tra una lezione e l'altra finire con storia era oltremodo deprimente. Una corvonero atipica, così veniva sempre definita Ember, una corvonero con l'insolenza di un serpeverde e la faccia tosta di un grifondoro; un mix di caratteristiche che le impedivano di passare inosservata. L'argomento di oggi parlava dei rapporti tra la comunità dei maghi e quella dei folletti nei secoli, una sorta di guerra e pace del mondo magico. Estremamente entusiasmante. Era talmente annoiata che invece di prendere appunti non aveva fatto altro che disegnare; il suo quaderno era decorato da ghirigori contorti che si intrecciavano l'un l'altro, creando una sorta di illusione ottica. Il foglio era talmente saturo di disegni che era passata alla propria mano. « Vuoi anche il mio di braccio? Guarda che finisci nei casini. » Si voltò perso Jolene con un sorriso, mentre le puntava contro la penna con finto fare minaccioso. « Prima di finire nei casini morirò di noia... » Cosa molto probabile vista la scarsa pazienza della ragazza. « Capisco che la storia sia importante, ma a cosa mi serve sapere che Wolfgang era allergico alle fragole? » Informazione del tutto superflua e inutile. « Ma dai è una semplice curiosità... » Curiosità alquanto assurda. « beh potevano trovare qualcosa di più interessante per catturare la nostra attenzione... » « E quale potrebbe essere questa curiosità signorina Trambley? Ci illumini... » La voce della professoressa la prese contropiede, distratta dalla propria noia non si era accorta che la donna fosse esattamente alle sue spalle. « Una curiosità che abbia una qualche valenza storica?! » Un'allergia di fatto non era un'informazione poi così importante ai suoi occhi. La professoressa la gelò con una semplice occhiata, non si curava di nascondere il fastidio che sembrava provare in quel momento nei suoi confronti. « Se si fosse degnata di ascoltare con attenzione saprebbe fu proprio un folletto ad evitare che Wolfgang mangiasse un dolce con un emulsione di fragole al suo interno. Un salvataggio che spinse il mago a fondare la prima associazione per la difesa dei diritti dei folletti. » Lo sguardo di Ember era rimasto inespressivo, per nulla impressionata dalla valenza storica dell'aneddoto raccontato. « Quale idiota con un'allergia alle fragole non si preoccupa di chiedere se ve ne sia qualche traccia nel dolce che sta per mangiare? Uno come Wolfgang evidentemente. » Non fa una piega. Disse fra sé e sé, era da stupidi correre un rischio del genere; oltre che completamente insensato. « Confido nel fatto che troverà più sensato fermarsi alla fine della lezione signorina Trambley. » Nonostante Jolene non avesse proferito parola riusciva chiaramente a sentire un te l'avevo detto. Te l'avevo detto che ti saresti cacciata nei guai. Una frase a cui la corvonero era piuttosto abituata. « E' sempre un piacere ricevere una punizione per l'idiozia di altri, in questo caso uno che non si curava nemmeno di badare alle proprie allergie. » Le parole di Ember erano pregne di quel sarcasmo velenoso che usava come arma di difesa, quella patina di ostilità che lei era una sorta di armatura. Un lieve risatina raggiunse le sue orecchie, spingendola a voltarsi in quella direzione per incontrare due occhi azzurri a lei conosciuti. « Complimenti Signor Rosier, aspetto anche lei per la fine della lezione. » Alzò gli occhi al cielo di fronte alla punizione condivisa che li attendeva. Si voltò nuovamente verso Theseus, fulminandolo con lo sguardo. Da quando si erano lasciati aveva cercato in ogni modo di evitarlo, di non rimanere da sola in sua compagnia. Una rottura che era partita di lei. I legami sentimentali erano sempre stati complicati per lei, la vita le aveva insegnato a non fidarsi mai di chi diceva di amarti, solitamente lo faceva appena prima di abbandonarti; di lasciarti completamente sola. Solitudine che Ember aveva provato più e più volte sulla sua pelle; solitudine che continuava a fara soffrire. Quando aveva capito di essere innamorata di lui era stata presa dal panico, non aveva fatto altro che chiedersi quanto tempo sarebbe passato prima che anche lui e voltasse le spalle. E proprio per fuggire da quel dolore che aveva colpito per prima, si era fatta del male perchè se fosse stato lui il primo ad andarsene avrebbe sofferto ancora di più. Si era illusa di poter soffrire di meno, ma alla fine si era ritrovata lo stesso con il cuore spezzato. Per proteggersi cercava di tenersi alla larga da lui e di non rimanere mai sola con lui. Fino ad ora c'era sempre riuscita, ma dubitava fortemente di riuscire a fuggire quella volta. Osservò i suoi compagni uscire, alzando le spalle di fronte all'espressione dispiaciuta di Jolene, fino a prova contraria si era cacciata da sola in quella situazione. La professoressa lasciò che pile e pile di libri levitassero dal suo studio alla classe, posandosi sui banchi alle loro spalle. A occhio e croce dovevano essere un centinaio di volumi. « Questi libri andranno inseriti nella piccola libreria che abbiamo a disposizione in questa classe. Ovviamente vanno inseriti in ordine alfabetico, ma allo stesso tempo dovrete stilare un elenco di tutti i titoli presenti e dei loro autori. » Indicò loro gli scaffali che adornavano le pareti della classe; scaffali traboccanti di libri di ogni forma e colore. « E' un compito a prova di idiota vero signorina Trambley? » «Assolutamente. » Era un compito ingrato, molto probabilmente non aspettava altro che assistere al passo falso di uno studente per potergli assegnare quella punizione e risparmiarsi quel lavoro estremamente noioso. « Buon lavoro ad entrambi, passerò fra un paio d'ore a controllare. » Osservò i numerosi tomi di fronte a loro, alcuni sembravano tanto grandi da pesare quanto lei. Si chiedeva se fossero semplici complementi d'arredo per la professoressa, dopotutto non l'aveva mai vista aprire un libro di quelli. Sbuffando sonoramente si voltò verso l'ormai ex ragazzo. « Si può sapere che avevi da ridacchiare? Non vedevi l'ora di finire in punizione?! » Di fatto Ember non era infastidita dal compito di riordinare la libreria, la vera punizione per lei era rimanere sola in compagnia di Theseus; sola con la felicità a cui aveva voltato le spalle per paura. « Sai cosa ti dico?! Posso fare da sola, non ho bisogno del tuo aiuto...puoi tornare prima che torni lei e non dirò niente. » Ti prego vattene. Preferiva svolgere quel lavoro da sola piuttosto che affrontare la realtà che si nascondeva dietro la loro rottura, dietro il suo essere scostante.

     
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