Casa Scamoses

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    a casa di Lily, Dean e Sam si trova in Fawkes Street, a pochi passi dal Parco della Liberazione di Hogsmeade. All'esterno si presenta come una classica casetta a schiera londinese, dall'entrata tramite scale che introduce al piano terra. Un piccolo corridoietto conduce direttamente alla sala (1 | 2 | 3), punto nevralgico della casa che, facendo parte di un open space, ridà direttamente alla cucina (1 | 2). La sala è resa più spaziosa e illuminata da grandi vetrate che danno sul terrazzino rivolto verso il Lago Nero. Una scala in legno conduce al piano superiore, lì dove si trova il reparto notte. Vi è un solo bagno in comune, situato dietro la porta che si trova in fondo al corridoio, la prima a sinistra è la stanza di Lily, la prima a destra è invece quella di Sam ( 1 | 2 | 3) e la porta subito successiva, sempre a destra, nasconde la stanza di Dean (1 | 2 | 3). A completare la casa c'è infine il piano - 1, a cui si arriva tramite una botola a scomparsa che si trova in salotto, di fianco al finestrone. Aprendola rivela una piccola scala a chioccola che conduce direttamente al seminterrato, ormai diventato covo e frequentato porto di mare per tutti gli amici del trio, tanto da far guadagnare all'intera casa lo scherzoso nomignolo di "Batcaverna".

    Questa discussione rientra nel progetto quotidianità


     
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    1 Marzo ore 23:27

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    I minuti corrono troppo veloci perché Lily riesca a dare un senso a ciò che la circonda, alle voci che sente, alle persone che si avvicinano preoccupate, a Dean che le posa una giacca sulle spalle e alla squadra Auror che si allontana, lasciandola con troppe parole da dire - troppe perché possano venir fuori attraverso una frase correttamente formulata. Quasi non percepisce il tentativo di Leo di rassicurarla, quasi non vede Sam che corre nella sua direzione e la stringe in un abbraccio che, finalmente, le consente di abbassare ogni difesa. Sono al sicuro - è l'unica cosa che sa. Per il resto, non sa più niente - non ricorda più niente. Sente gli altri che parlano di lei, qualcuno chiede: che le è successo?, altri propongono di rifugiarsi in Scozia dai nonni e poi un'ultima voce, distante, parla della Tana... C'è James alla Tana - un barlume di speranza le accende lo sguardo verde prato, ma dura un soffio e i ricordi di pochi istanti prima la assalgono, mettendola faccia a faccia con la realtà del presente. Alla fine, qualcuno si decide a stringerle la mano - ed è allora che avverte uno strappo all'altezza dell'ombelico e si sente trascinare giù, verso il basso, una miriade di spilli a pungere la superficie della sua pelle. [...] Vede la porta di casa - troppo familiare per essere vera - e segue le due figure all'interno, il cellulare in tasca che vibra in continuazione facendole sussultare il cuore: è lui, si sono sbagliati, l'hanno già scagionato. Ma ogni volta si sbaglia. Una ventata d'aria calda la avvolge quando varca la soglia dell'ingresso - vorrebbe tanto lanciarsi sotto le coperte e chiudere a chiave la porta, dimenticandosi di tutto, ma deve tenere duro. Solo un altro po'. Deve raccontare quello che è successo. Una volta e basta. Dopo non le chiederanno più niente. Solo cinque minuti. E' l'unica testimone dell'evento - forse c'era anche Dean, ma non lo sa di preciso, non sa quando sia arrivato, non sa nemmeno se c'era davvero. Solo cinque minuti e potrà sbattere la porta della stanza alle proprie spalle, tagliando fuori il resto. Si lascia cadere sul divanetto del seminterrato - è sempre stato un luogo di festa: vederlo in quella nuova veste le mette i brividi. Mette a fuoco le persone intorno a lei e tira un sospiro profondo, gli occhi arrossati ma senza più lacrime, lo stesso vestito ancora addosso. «Grazie.», dice a chiunque l'abbia portata lì - probabilmente Sam, il cui sguardo caldo riesce ad infonderle coraggio per continuare. «Non può essere stato lui.», lo dice con sicurezza, unico punto fermo in quel vortice di eventi sconclusionati. «Dobbiamo... Dobbiamo fare qualcosa.»

    Mi sono tenuta sul vago così chiunque voglia può partecipare <3

     
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    Non appena entra in casa tira fuori il cellulare per cominciare a rispondere a messaggi e chiamate che arrivano da parte dei grandi della famiglia. Scrive ai cugini, James Scamander ha una voce trafelata mentre gli comunica che ha trovato Rolf e Luna che sono letteralmente usciti di testa. Sua nonna gli lascia la bellezza di otto chiamate perse di seguito prima di essere richiamata, pronta ad esternare tutto il suo disappunto nel non essere stata avvisata per prima, dichiarando che da lì ad un'ora sarebbe stata fuori casa loro con tanto di ciabatta da usare contro di lui. Con un occhio vigila sempre Lily, di sottecchi, cercando di reprimere l'impulso di starle addosso per accertarsi che non le manchi niente, provando a farla sentire meglio. Che poi come cazzo potrebbe fare? Io al posto suo avrei mandato affanculo tutti e mi sarei chiuso in camera. Pensa, cosciente in realtà che se fosse capitato a lei, con ogni probabilità lui avrebbe reagito d'impulso facendo qualche cazzata direttamente al Quartier Generale, arrivando forse a finire in cella a sua volta. « Mmh vi va un po' di.. » non finisce la frase mentre lancia un'occhiata a Misty e un cenno del capo per farsi seguire verso la cucina. « Sei stata molto..gentile a venire. » Commenta mentre mette la bacchetta impartisce ordini alla caffettiera e alla teiera. « Mi dispiace ti sia ritrovata incastrata in questa situazione assurda. » Mentre lo dice gli appare un concetto totalmente estraneo e al di fuori di sé, come se non fosse possibile ciò che è appena accaduto. « Ti riaccompagnerei a casa ma non.. » voglio allontanarmi. Un'altra frase in sospeso, mentre le dà le spalle, gli occhi fissi sul vapore che fuoriesce dalla teiera con i fiorellini e le apette che proprio sua cugina ha deciso di comprare per la casa, a nulla sono valse le argomentazioni da super maschio che le ha propinato per farla desistere. « Magari Dean.. » [..] « Ho scritto a Daffy, non era cento ma stava ricercando la famiglia prima di tornare a casa. » Informa l'amico prima di passare la tazza di tè a Lily, con un vago sorriso spento sulle labbra. Lui va di caffè e lo affoga con la sambuca, che recupera dall'angolino bar, senza pensarci due volte. Il seminterrato è abbastanza affollato e lui si siede su uno sgabello, mentre lancia un'occhiata al padre, poco distante, dalla faccia stanca e funerea come la propria. Lily prende a parlare e lui manda giù un paio di sorsi di caffè, amaro come il fiele. « Dobbiamo fare qualcosa sì, ma non cazzate. » Si sente un grandissimo ipocrita mentre la sua voce irrompe nel silenzio. Perché lui farebbe cazzate al posto di Lily, garantito al cento per cento. « Qualsiasi cosa diremo e faremo, dobbiamo pensare alle conseguenze che genereremo e faremo ricadere su James. » Non sa da dove viene una simile lungimiranza, forse sono gli anni passati ad ammirare la saggezza di Tris ad avergli lasciato qualcosa nella capoccia. « Ho sentito Karl e ha chiesto espressamente di continuare a condurre una vita quanto più normale possibile. » Tossicchia appena, sapendo bene che Karl, addetto stampa dei Cannons, ha rimarcato più volte quanto sia importante che Lily non rilasci alcuna dichiarazione, predisponendo già delle passaporte da recapitar loro a casa che gli faccia fare il tragitto casa - Chudley senza dover attraversare la stampa che sicuramente si accalcherà già dall'indomani fuori casa. « Forse però si potrebbe trovare un modo per farvi incontrare, nel frattempo. » Alza lo sguardo incontrando quello di Lily e poi cerca gli occhi di suo padre e poi quelli di zio Rolf. « Non lo so, magari tramite il signor Potter? Non so come funzionano queste cose ma immagino che non possano chiuderlo da qualche parte e buttare via la chiave. Le visite di parenti e congiunti rientreranno nei diritti di un povero stronzo preso a cazzo di cane per addossargli colpe che non stanno né in cielo né in terra, no? »
     
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    Nell'escalation tragica di quella serata, i problemi di Dean erano passati velocemente in secondo piano. Avrebbe voluto chiamare troppe persone, avvertirle, dir loro che una situazione del genere non era più sostenibile - ma non lo fece. A dirla tutta, nemmeno guardò il cellulare. Più tardi. Con calma. Aveva bisogno di parlare con Tris: se c'era qualcuno in grado di smuovere qualcosa in quella situazione, era proprio lei. « Magari Dean.. » Venne riscosso dai propri pensieri solo quando sentì il proprio nome, voltandosi con sguardo assente in direzione di Sam. Ci mise qualche istante a capire di cosa si stesse parlando e, data una veloce occhiata a Misty, annuì velocemente, liquidando il tutto con un cenno della mano. « Mh..sì, certo, non c'è problema. » Si avviò verso il ripostiglio, tirando giù dallo scaffale una coperta di pile pulita che portò a Lily, a cui cercò di rivolgere un sorriso tenue anche a dispetto dello sguardo assente della bionda. Era straziante vederla in quello stato, sapendo che nessuno dei presenti avrebbe potuto fare nulla per cambiare le cose. Rivolse quindi uno sguardo grave a Sam, raggiungendolo per versarsi una tazza di caffè bollente. « Grazie. » mormorò atono, stirando un sorriso stanco in direzione dell'amico. « Ho scritto a Daffy, non era cento ma stava ricercando la famiglia prima di tornare a casa. » Annuì, prendendo la bottiglia di sambuca lasciata da Sam e versando nel proprio caffè qualche goccia in più rispetto al normale. « Più tardi o domani mattina le farò una chiamata. L'importante è che stiano tutti bene. » E magari che riescano a farsi qualche ora di sonno. La serata è già stata rovinata abbastanza per tutti quanti. Si lasciò cadere sul divano, buttando giù un lungo sorso di caffè che finì irrimediabilmente per bruciargli la lingua. Una sensazione, quella, che tuttavia sembrò passare quasi inosservata all'americano, intento ad ascoltare assorto le parole dei due Scamander. A un certo punto si ritrovò a scuotere leggermente il capo. « Le visite dei parenti sì. » E tanto nel suo tono quanto nella sua pausa era chiara la presenza di un implicito però. « Non me ne intendo troppo di legge, ma non so se per Lily sarà possibile fargli visita in queste prime fasi. » Sospirò, prendendo un altro sorso più piccolo della bevanda amara. « Lei, poi, dovrà andarci coi piedi di piombo più di tutti gli altri. La stampa cercherà sicuramente di profittare sul loro legame. » Rivolse uno sguardo eloquente a Sam. Non voleva dire troppo ad alta voce per non rischiare di turbare ulteriormente Lily, ma ai suoi occhi appariva chiaro ciò che sarebbe successo. Faranno di tutto per portarla a sbilanciarsi, per farla sbottare. La loro relazione e il suo dolore verranno messi su pubblica piazza già dalle prime luci della mattina. Non ho dubbi: Lily e la famiglia di James saranno quelli a passarsela peggio in questo periodo. E noi dovremo cercare di fare quadrato intorno a loro per attutire i colpi. « Forse.. » Un'idea era balenata nella sua mente, per quanto vaga e dettata dalle considerazioni del momento. Si mordicchiò l'interno del labbro inferiore, corrucciando la fronte in un'espressione tra il pensieroso e il titubante. « ..non so quanto sia saggio rimanere qua, ragazzi. Hogsmeade è piena di gente e non mi stupirei se la casa venisse assediata dai giornalisti. » Anche facendo uno slalom, metterebbe a tutti quanti una pressione psicologica enorme. Vuotò la tazza di caffè, prendendo il coraggio per avanzare la propria proposta. « Forse potrebbe essere utile tenere il profilo basso per un po'. Insomma..uscire dai radar. » Si voltò in direzione di Sam, fissando lo sguardo su di lui. « Potremmo chiedere a Tris. Inverness è un luogo sicuro. Una soluzione temporanea..almeno fin quando non si calmeranno un po' le acque. »

     
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    Si guarda le spalle una volta al secondo, Artemis, nascosta dalla figura di Samuel Scamander e da una muraglia di fitte ipotesi su come agire nei prossimi trenta secondi. Potrebbe varcare il confine della bolla, smaterializzarsi e risolvere in questo modo il problema della sentinella mandata a controllarla. Oppure potrebbe far finta di niente, come se non le pesasse affatto: farsi vedere e sfidare apertamente Greg a raggiungerla, a dirle qualcosa. Non hai potere su di me. Ad ogni modo, Artemis non ha il tempo di prendere una vera e propria decisione, perché Sam - quello stesso Sam che fino a un attimo prima si sarebbe divertita a combattere col sarcasmo - viene raggiunto da un Patronus, e la situazione di colpo precipita in un vortice senza via d'uscita. « Non so che sta succedendo, è il patronus di mia cugina, io devo andare.. » - come se la Corvonero non avesse affatto alcun dramma nella vita, ecco che, istintivamente, decide di seguirlo in un'avventura che non promette nulla di buono, maledicendosi di fronte alla richiesta d'aiuto - « Devi venire con me. Per favore? Potrei aver bisogno di aiuto. » - che in realtà sembra quasi avere sapore di salvezza. Come se Sam avesse intuito, a ragione, che ad aver bisogno di aiuto fosse lei, Artemis. «Ok-a..», corrono fuori dalla bolla, Misty con il cellulare ancora in mano ed un messaggio mai inviato. Continua a pensare di dover controllare le notifiche, ma quando l'immagine di Dory - sconvolta - le si piazza davanti, quasi non ragiona più. E alla fine il motivo del Patronus, della fuga, degli sguardi vuoti dei presenti, della festa che improvvisamente si spegne, diventa chiaro. James Potter arrestato per l'omicidio di Draco Malfoy. Stringe Dory tra le braccia e lascia che la famiglia la riporti a casa, alla Tana, dove è certa sarà al sicuro. Sai che ci sono - le scrive, chiedendole poi di informarla sugli spostamenti e tutto il resto. Lei, invece.. [...] Si ritrova in una casa che non conosce, piccolo pesce fuor d'acqua che cerca di muovere il meno possibile qualsiasi muscolo, persino quelli respiratori, nel timore che la cosa possa dar fastidio alla Scamander più sconvolta del gruppo. « Sei stata molto..gentile a venire. Mi dispiace ti sia ritrovata incastrata in questa situazione assurda. » «Non ti preoccupare, non -», non finisce la frase, perché Lilac improvvisamente parla, e allora lei ammutolisce, in disparte, osservando i presenti che commentano la situazione. « Lei, poi, dovrà andarci coi piedi di piombo più di tutti gli altri. La stampa cercherà sicuramente di profittare sul loro legame. » «Forse sarebbe meglio -», si blocca un attimo perché si rende conto di essere intervenuta in un discorso che non le appartiene. Sente alcune paia d'occhi puntate su di lei, compreso lo sguardo arrossato di Lilac. «Forse.. Sarebbe meglio.. Non fare niente. Non..», non intendo dire di lasciare James Potter lì a marcire, ma...
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    Fa un passo indietro, finché non sfiora il muro con le dita e, poi, con l'intera superficie della schiena. «Finché non si sarà... Chiarita la situazione, ecco. Qualsiasi mossa al momento potrebbe attirare l'attenzione su di te -», si rivolge a Lily mentre parla, «- e immagino... Immagino che questo non sia un bene. Non sia un bene per... Qualunque cosa abbiat- », abbiate? Abbiamo? Hanno? Oddio. «- intenzione di fare sul serio. Nel momento in cui conterà fare qualcosa.», perché improvvisare va bene solo a teatro. «Mi sono stancata di non fare niente.», non intendevo per sempre, intendevo "far qualcosa al momento giusto"... « Forse potrebbe essere utile tenere il profilo basso per un po'. Insomma..uscire dai radar. », grazie al cielo. « Potremmo chiedere a Tris. Inverness è un luogo sicuro. Una soluzione temporanea..almeno fin quando non si calmeranno un po' le acque. », cala la testa, Misty, approvando la soluzione di Moses e continuando a sentire la pressione dello sguardo della Scamander su di sé - potesse mandarmi a fuoco, sfidarmi a duello o, perché no, uccidermi, l'avrebbe già fatto. «Magari preparo un altro tè.», si allontana con cautela, sentendosi improvvisamente più leggera nel momento in cui sfugge al radar della ragazza e si concentra sulle magie domestiche - tentando di maneggiare con delicatezza gli utensili e le tazze. «Cosa cazz..», ha giusto il tempo di esclamare, notando un cumulo di curiosi ammassati di fronte alla finestra della cucina. Certo che non hanno perso tempo. Quando torna al piano sotterraneo, la teiera fumante tra le mani, lo sguardo di chi non vorrebbe intromettersi ancora ma deve necessariamente farlo, è con voce spezzata che annuncia: «Sono qua fuori.»
     
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    « Potremmo chiedere a Tris. Inverness è un luogo sicuro. Una soluzione temporanea..almeno fin quando non si calmeranno un po' le acque. » Si smaterializzò a seguito di un messaggio, congedate Rosier e Baker (per sempre, sperava), in quella che sapeva bene essere non soltanto casa dei cugini, con fare sospettoso; cipiglio che si tramutò in scocciatura vera e propria nel momento in cui, la voce di Dean Moses, raggiunse Lysander aldilà di una porta chiusa. In qualunque stanza della casa fosse giunto, la consapevolezza di dover condividere affari e segreti di famiglia con il vero ragazzo della tipa che adesso, il Giudice Lewis, credeva essere la sua regina, lo mise alquanto in soggezione. La verità di cugino amorevole ed affettuoso dietro la facciata era una parte di lui che premurosamente s'impegnava a celare, anche alle più vicine compagnie di Lorcan e di Sam che non lo riguardavano. « Magari preparo un altro tè. » Prima di mettere piede nella stanza giusta, vide una figura esile e sinuosa di una biondina uscire a spron battuto dalla stanza e dirigersi altrove. C'era stato qualche volta, a casa di Lily e Sam, ma gli incontri con i cugini si erano consumati perlopiù alla fattoria, al campo o a casa sua e di suo fratello gemello, dove qualunque Scamander era da sempre il benvenuto. Qualunque Scamader si avvalesse di compagnie che non facevano storcere il naso a nessuno. « Ma dovevamo essere proprio tutti? » Domandò, entrando nella stanza dopo aver seguito un po' con gli occhi la sparizione della biondina, mentre finiva di scrivere un messaggio alla sorella ed al gemello per avvertirli che fosse arrivato a destinazione. Guardò prima il cugino, poi il Grifondoro - con un sopracciglio alzato, sempre più sospettoso -, poi gli zii, finché il suo sguardo azzurro non cadde sulla cugina. Dolce, dolcissima Lily, che di tutto sembrava avesse bisogno... tranne che del comportamento che gli rimproverava sempre, fino a collezionare piccoli dispiaceri da parte sua, con rammarico. « Va bene, facciamo che non dirò niente perché si tratta di Lily. » aggiunse, rivolto a tutti i presenti per mettere in chiaro le cose, avvicinandosi alla minore delle figlie di Luna per inginocchiarvisi di fronte, poggiare le mani sulle ginocchia di lei, accarezzarle e tentare, in qualche modo, di trasmetterle tutta la forza che poteva. La guardava ed il cuore che gli faceva male, mentre non riusciva a smettere di pensare a come aiutarla senza rischiare di spaccare la faccia a qualcuno o qualcosa per la rabbia. Senza rischiare di prendere, andare ad Azkaban e riportargli indietro quel coglione di James. E solo per vederla felice. « Ma è Misty Ayres quella che è appena uscita? » Domandò poi, tornando a guardare prima Sam, poi Dean, poi di nuovo Sam, intuendo che la sua eventuale presenza dovesse c'entrare in qualche modo col cugino. « Insomma hanno arrestato James Potter. » asserì un po' a tutti i presenti, incurante di sembrare indelicato, fuori luogo o di parlare nel momento più teso e sbagliato che potesse trovare, quando Lily ancora non era rinsavita del tutto. Insomma, lui l'aveva scoperto prima da un clamore generale e poi da un messaggio sul gruppo di famiglia: aveva diritto a chiarirsi un po' le idee se doveva applicare il suo prezioso intelletto a servizio della causa. « Posso dire che è più un coglione che un assass... Scusa, Lily. Intendevo dire che non ce lo faccio. Lui assassino? Per quanto mi dispiaccia ammetterlo, Azkaban non è il posto per lui. » Ho sognato tante volte di mandarcelo con le mie mani ma ora che è reale, mi sembra tutto francamente poco plausibile. Potter dove avrebbe trovato il fegato per uccidere Draco Malfoy? « Lily, amore. Tu te la sentiresti di vederlo? O preferiresti non avere scocciature per un po'? Perché devi fare un po' anche quello che vuoi tu, anche se Mister Capelli...- » guardò Dean, Ander, dalla posizione ancora sotto elevata rispetto al Grifondoro, indeciso se proseguire la frase o meno. « - ...ha ragione. Questa situazione è un bombarda atomico. » Non fece neanche in tempo a dare ragione a Moses, che Misty Ayres tornò nella stanza affollatissima come se Ander, poco prima, l'avesse invocata. « Sono qua fuori. » Diede un ultimo colpetto sulla gamba di Lily, per rimettersi in piedi e salutare l'amica con un fugace bacio sulla guancia, felice di vederla lì. In qualche modo bilanciava la presenza di Moses, anche se forse doveva ammettere che c'entrasse ancor meno del terzo proprietario della casa, in mezzo a quell'infelice gruppetto. « Artemis Ayres. Non c'era traccia di te alla festa. » le disse, dispiaciuto di non averla incrociata all'evento, pensando che la sua presenza avrebbe potuto certamente risollevare il suo umore nell'ultima parte. Si avvicinò verso una finestra che dava sull'ingresso principale quando, improvvisamente, venne colto da un flash che gli fece strizzare l'occhio azzurro destro. « Provo a vedere se riesco a... distrarli? Allontanarli in qualche modo. Vieni con me o stai? » domandò alla Corvonero, rivolgendo un'occhiata di sbieco e preoccupata a Lily. La mente di Ander elaborava piani per liberarsi di loro mentre prese a squadrare dall'interno, serio ed impassibile, i poveri lavoratori sottopagati del Daily che, malauguratamente, erano in cerca delle prove del malessere di sua cugina.
     
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    Voleva solo finire la serata con un ballo e non come la solita alcolista che passava gran parte delle serate al tavolo degli alcolici. Si era ripromessa di cercare di rilassarsi e di divertirsi, ma entrambe le cose erano fallite miseramente. Si era ritrovata quasi nel mezzo di una rissa, aveva sentito la rabbia e la tensione alleggiare nell’aria prima che Albus Potter venisse portato via da sua sorella. In quel momento, non sapeva ancora perché Olympia avesse uno sguardo perso, né perché Sam sembrasse così preoccupato. Era stata Mia Wallace a riportarla con i piedi per terra, a farle rendere conto di ciò che stava succedendo intorno a lei. James era stato arrestato per l’omicidio di Draco Malfoy. Sembrava quasi uno scherzo. Come potevano davvero pensare che James fosse un assassino? Perché Mia non stava ridendo per quella battuta di cattivo gusto? Ma era tutto vero. E quando l’aveva capito, era rimasta quasi immobile, sebbene continuasse a pensare alla sua Lily. Come poteva essere forte per lei, se in quel momento sentiva solo dolore? Come poteva essere la sua joyosa e ottimista sorellona se la confusione e la disperazione avevano la meglio in quel momento? Era corsa in bagno e si era chiusa dentro, lasciandosi andare a un momento di smarrimento e debolezza. James è innocente. E’ un malinteso. […]
    Aveva impiegato fin troppo tempo per avere il coraggio di smaterializzarsi a casa di sua sorella, rispondendo frettolosamente sul gruppo di famiglia per poter avvertire gli altri del suo arrivo. Aveva indugiato qualche secondo prima di entrare nella stanza, trattenendo il fiato prima di guardare velocemente i presenti. Si era avvicinata poi a Lily, sedendosi al suo fianco, per poi cingerle le spalle con un braccio. Poteva sentire il suo dolore, sentiva la sua paura e questo le faceva ancora più male. Niente di quello che sarebbe stato detto davvero in quella stanza l’avrebbe potuta realmente aiutare. « Posso dire che è più un coglione che un assass... Scusa, Lily. Intendevo dire che non ce lo faccio. Lui assassino? Per quanto mi dispiaccia ammetterlo, Azkaban non è il posto per lui. » Joy guardò Lysander, ritrovandosi ad annuire alle sue parole. Probabilmente, in altre occasioni lo avrebbe sgridato per il poco tatto, ma non quella volta. «Non può essere stato lui.» Scosse la testa alle sue parole, cercando di ricacciare indietro le lacrime, mentre stringeva forte la mano di sua sorella. « Non è stato lui. James non è un assassino. » Ne era sicura. James era il suo migliore amico, lo conosceva da una vita, non avrebbe mai fatto una cosa del genere. Che prove avevano contro di lui? Perché avevano arrestato proprio lui? Perché lo stavano incastrando? « Forse potrebbe essere utile tenere il profilo basso per un po'. Insomma..uscire dai radar. » Annuì alle parole di Dean. Sapeva cosa sarebbe successo a Lily di lì a poco. Sapeva quanto la stampa l’avrebbe inseguita pur di avere un pettegolezzo, pur di poter giocare con il suo dolore. « Penso che anche da nonna la situazione sarà la stessa. » Mormorò, guardando prima Sam e poi suo padre, che sembrava perso e spiazzato quanto tutti gli altri in questa stanza. « Forse però si potrebbe trovare un modo per farvi incontrare, nel frattempo. » Non sapeva come avrebbero agito nei confronti di James. Gli avrebbero fatto un processo davanti all’intero Wizengamot? Cosa gli stavano facendo in quel momento? Non potevano spedirlo direttamente ad Azkaban… « Ho chiesto… a Vicky di tenermi aggiornata. » Guardò Sam, stringendo le labbra. Quando aveva ricevuto quel messaggio dalla sua ex migliore amica aveva avuto una fitta allo stomaco. Eppure, non era il tempo adatto per continuare a provare rancore o delusione, al momento tutto ciò che importava era James. «Sono qua fuori.» Alzò lo sguardo verso la ragazza, con un po’ di nausea. Erano già qui? Che razza di avvoltoi… Non conosceva bene Artemis, si erano incontrati velocemente durante la festa, ma conosceva fin troppo bene Ades. Quanto avrebbe voluto che il suo amico le facesse dimenticare tutto quel dolore in quel momento… « Dovremmo lanciare degli incantesimi di protezione.. L’Incanto Muffliato… » Non potevano permettersi che ascoltassero qualcosa e che poi la distorcessero, usandola contro di loro.

     
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    « Lei, poi, dovrà andarci coi piedi di piombo più di tutti gli altri. La stampa cercherà sicuramente di profittare sul loro legame. » Annuisce lanciando un'occhiata alla cugina i cui occhi non incontra, riversi verso il pavimento. Quale sarà la prima notizia? Come è per colpa tua che James ha lasciato Lyra e si è ritrovato a fronteggiare un Draco Malfoy fuori da ogni grazia di Dio? Chissà quanto sarà quotato che tu stia aspettando un figlio dal ragazzo in carcere, giusto per vendere un pezzo di carta in più. Il solo pensiero gli fa venire il voltastomaco e per questo segue poco o niente il discorso di Misty. « Potremmo chiedere a Tris. Inverness è un luogo sicuro. Una soluzione temporanea..almeno fin quando non si calmeranno un po' le acque. » Si fissano per qualche secondo i due e alla fine si ritrova ad acconsentire, sentendo che quella potrebbe essere l'unica opzione valida al momento. Magari potrei chiederle quelle chiavi che non ho mai usato. « Sì, credo sia l'unica via. Sanno che abitiamo qua. » Dove abita Lily. « Non credo ci metterebbero troppo a trovare casa di nonna. Almeno ad Inverness col cazzo che possono entrarci. Sì, ottimo, chiediamo asilo a Tris. » « Ma dovevamo essere proprio tutti? » Quel particolare incedere del cugino porta Sam ad irrigidire immediatamente la mandibola. Gli lancia un'occhiata valutando che per quella sera ha già avuto troppe incazzature, tra l'incontro del terzo tipo con la Weasley, poi l'arresto di James e l'inevitabile crollo di Lily. « Va bene, facciamo che non dirò niente perché si tratta di Lily. » Però me le vuoi togliere di bocca, eh. « No, facciamo che non dici niente perché non sei a casa tua, ma mia, di Lily e di Dean. Quindi, effettivamente sì, dovevamo esserci proprio tutti e se non ti sta bene quella è la porta. » Lo fissa, la faccia dura, è evidentemente nero per tutta la serata e quel suo atteggiamento del cazzo non fa altro che provocare il suo livore. « Okay, siamo tutti un po' stanchi e provati dagli eventi. » James Scamander prova a mettersi in mezzo per mettere una pezza ma Sam non desiste e sembra sfidarlo neanche troppo velatamente, alzandosi dallo sgabello e pronto a fare..cosa? Non lo sa effettivamente nemmeno lui ma fortuna vuole che il cellulare prende a vibrare nella tasca. « Ciao, sì - aspetta un attimo » Si allontana per rispondere a Ted, lanciando un'occhiata a Misty che si trova in cucina, nettamente più a suo agio lì che con il resto della combriccola al completo. La fissa, mentre saluta Ted, e per un istante il flash di una macchina fotografica ne rischiara il volto rivolto verso la finestra. Ti pareva, sti sciacalli di merda. Digrigna i denti nel tornare nel seminterrato dopo qualche minuto, la faccia sempre più provata dalla rabbia mentre Misty comunica la bella novella. « Dovremmo lanciare degli incantesimi di protezione.. L’Incanto Muffliato… » Scocca la lingua contro il palato. « Sì, l'ha detto anche zia. » E aveva pure ragione, la complottista del mio cuore. « Potrebbe essere un'idea distrarli, ma credo che nel frattempo sia il caso di organizzarci per lasciare la casa come diceva Dean. » Fissa l'amico al cui si è sistemato nuovamente. « Puoi sentire Tris? In fondo ci dovrebbe essere quella casetta con il mio nome sopra, sai, per tutta quella roba che vomito il petrolio. » Abbassa la voce, rivolgendo quelle parole a lui soltanto con un sorriso che nasce e muore subito. « Se non lasciamo la casa stanotte, direi di farlo alle prime luci dell’alba. E potremmo prendere la macchina per non rischiare di incontrare gente indesiderata alla stazione delle Passaporte. Intanto risento Karl. » Lancia un'occhiata complice a Lily, addolcendo di molto il suo sguardo, per quanto il tumulto dentro di sé sia ancora enorme, ora mescolato all'ansia. « In quanto al resto, c'è bisogno di un fronte comune e compatto da parte di tutti. » Guarda il resto della ciurma soffermandosi maggiormente su Ander prima di tornare a Lily. C'è un modo per indorare questa pillola? Non credo. « Perché ho appena parlato con Ted e purtroppo non ha chissà quanti sviluppi, se non quello che gli Auror hanno deciso di trattenere James.. » "fino alla fine del processo" le parole che gli rimangono in bocca con gli occhi chiari in quelli della cugina e, a loro interno, un silente chiederle scusa per essere il tramite di quella notizia.


    Edited by anesthæsia¸ - 25/3/2021, 00:19
     
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    Gli occhi azzurro ghiaccio di Artemis guizzano dall'uno all'altro dei presenti, registrando le loro reazioni. Era prevedibile che si sarebbero ritrovati coi giornalisti alle calcagna - magari non così presto, ma tant'è. « Dovremmo lanciare degli incantesimi di protezione.. L’Incanto Muffliato… », il capitano delle Harpies - nonché migliore amica di Potter, se le cronache del gossip non vanno errate - ipotizza un'azione difensiva sulla casa, una sorta di sintomatico per tenere a bada la situazione. Misty non può fare a meno di correre con la mente a tutte le volte in cui l'ha evocato lei stessa, per isolarsi nella propria cameretta all'interno della mastodontica villa Ayres, vedendo frantumarsi ogni tipo di strategia nel giro di poco. Magari funzionerebbe, ma non a lungo andare. L'unica vera possibilità di sfuggire all'aguzzino che rincorre è quella del gioco che da bambina ha tanto amato - finché non è diventato la regola: nascondino. « Artemis Ayres. Non c'era traccia di te alla festa. », si volta di scatto in direzione di Lysander, inarcando le sopracciglia. Meglio così - riflette, ipotizzando che anche Greg potrebbe effettivamente non averla notata, e dunque non sapere dove si trovi in quell'esatto istante. «Non hai guardato nell'unico posto in cui era improbabile fossi. Al centro della pista, commenta, nel tentativo di rompere il ghiaccio, in quel contesto di puro disagio, con una battuta. D'altro canto, non è mai stata un'esperta ballerina, per quanto si sia sempre appassionata di arte, danza, teatro e tutto il resto. E' più quel tipo di persona che sta dietro le quinte ad orchestrarlo, lo spettacolo. Dargli vita, però, non è precisamente nelle sue corde. « Provo a vedere se riesco a... distrarli? Allontanarli in qualche modo. Vieni con me o stai? », è in quel momento, proprio quando Ander propone di distrarli, che Artemis ha un'idea possibilmente utile. Magari così la Scamander mi perdona per l'intrusione. « Potrebbe essere un'idea distrarli, ma credo che nel frattempo sia il caso di organizzarci per lasciare la casa come diceva Dean. », mentre Sam propone di sentire Tris, Artemis osserva il volto di Lily e chiude gli occhi, la pelle percorsa da alcuni guizzi e i capelli lilla che ritornano biondo grano. Gli occhi si fanno verde prato, le labbra più carnose e... E la Scamander la osserva di rimando, non sapendo se scagliarsi contro di lei per quell'ulteriore affronto oppure attendere che Misty giustifichi in qualche modo la cosa.
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    «Direi... Direi che, forse, mette in chiaro come quella sia solo un'ipotesi, perché non vuole scavalcarli in alcun modo nelle decisioni di famiglia. In un certo senso siamo simili, noi Ayres e voi Scamander, da questo punto di vista. «- potremmo sfruttare questo, e indica il proprio volto, una specie di copia, per quanto non identica, di quello di Lilac, «- per distrarre i giornalisti. Io e Ander usciamo per primi e.. Non so, facciamo in modo che ci seguano. Con un cappuccio in testa non dovrebbero notare troppo la differenza. Soprattutto se sono insieme a lui.», continua, indicando Lysander al proprio fianco. «In questo modo non dovrebbero scoprire - almeno non subito - dove siete diretti voi.», osserva i presenti per valutare quanto siano d'accordo con la proposta, mentre riflette sull'unica cosa che fino a quel momento credeva sacrosanta: mai avrei pensato di aiutare Samuel Scamander. Controlla dunque il cellulare - un po' per l'orario, un po' per l'attesa, ma non trova nessuna notifica. «Allora?», prima che il mio umore scoppiettante modifichi la chioma in rosso fuoco.
     
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    Ci pensò Sam ad intercettare l'evidente fastidio di Dean nei confronti delle uscite di suo cugino. Uscite alle quali l'americano si limitò ad alzare gli occhi al cielo, scuotendo il capo in un moto di contrariata frustrazione. Ma infatti dovevamo essere proprio tutti? Bo, non lo so, Ander, sense the room e vedi un po' se ti pare il momento di scassare il cazzo. Rimase comunque in silenzio, certo del fatto che non ci fosse bisogno di aggiungere altro in seguito all'intervento di Sam. In quel momento, tuttavia, anche l'astio di Lysander passò velocemente in secondo piano in favore di problemi ben più gravi. « Sono qua fuori. » Sospirò, alzandosi per raggiungere a lunghe falcate le scale e osservare l'esterno da uno spiraglio tra le tendine. « L'etica lavorativa non dorme mai, mi dicono. » fu il suo commento laconico alla situazione, sputato con un tono pregno di veleno. Che pezzi di merda. « Dovremmo lanciare degli incantesimi di protezione.. L’Incanto Muffliato… » Annuì, tornando velocemente nello spazio comune ed estraendo la bacchetta dalla tasca per dare immediatamente seguito a quelle parole. « Puoi sentire Tris? In fondo ci dovrebbe essere quella casetta con il mio nome sopra, sai, per tutta quella roba che vomito il petrolio. » Con sguardo serio, rivolse a Sam un cenno d'assenso. « Se non lasciamo la casa stanotte, direi di farlo alle prime luci dell’alba. E potremmo prendere la macchina per non rischiare di incontrare gente indesiderata alla stazione delle Passaporte. Intanto risento Karl. » « Sì, mi sembra una buona idea. » Fece una pausa, pensieroso. No, non è proprio il caso che Lily si smaterializzi. In questo stato rischierebbe di spaccarsi. « Io nel frattempo potrei smaterializzarmi alle porte di Inverness. Non so quanto Tris tenga d'occhio il telefono in questo momento, quindi preferirei andarci di persona - accorciamo anche i tempi per la sistemazione, così. E poi.. » fece vagare lo sguardo tra Sam e Lily, riportandolo poi di nuovo a Sam « ..più siamo e più diamo nell'occhio. » La notizia immediatamente successiva fu quella della trattenuta di James da parte degli Auror. Una notizia che, a dirla tutta, non lo sorprendeva affatto. Era successa la stessa cosa con Byron. Sospirò comunque profondamente, passandosi una mano sul volto stanco prima di lanciare un'occhiata a Lily, cercando di scrutarne la reazione. Il suo sguardo, tuttavia, cambiò presto direzione quando attirato dalla voce di Misty. « - potremmo sfruttare questo - » La bionda aveva preso le somiglianze della Scamander in una copia quasi perfetta. Solo fissandola per diversi istanti e conoscendone bene il volto originario si sarebbe potuta capire la natura di quelle sembianze. « - per distrarre i giornalisti. Io e Ander usciamo per primi e.. Non so, facciamo in modo che ci seguano. Con un cappuccio in testa non dovrebbero notare troppo la differenza. Soprattutto se sono insieme a lui. In questo modo non dovrebbero scoprire - almeno non subito - dove siete diretti voi. » Trovò l'escamotage di Misty una svolta tanto decisiva quanto essenziale in quel piano emergenziale emerso dai presenti. « Sì, vi seguiranno di sicuro. È la carta migliore che possiamo giocarci per far uscire Lily in sordina. » E magari ti porti pure via sto cafone. Due piccioni con una fava. Si voltò quindi in direzione di Joy, interrogandola con lo sguardo. « Potrebbe essere utile se ti unissi anche tu a loro due. Sei sua sorella..avvalorerebbe ulteriormente la questione. » In altre circostanze ti avrei proposto di seguirmi ad Inverness, ma in questo momento temo che portarmi dietro qualcuno che Tris non conosce già come le proprie tasche possa solo creare tensioni. « A meno che tu non voglia fare un salto alla Tana per avvertire gli altri e tenerci aggiornati sui loro sviluppi. Sicuramente le notizie su James verranno da lì in ogni caso. » E poi tu sei quella che li conosce meglio.

     
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    « Ho sentito Karl e ha chiesto espressamente di continuare a condurre una vita quanto più normale possibile. », lo sguardo di Lily si posa sullo spigolo del tavolo, incapace di girovagare per il seminterrato e incontrare quello dei cugini o di chiunque altro sia presente a casa sua in quel momento. Perché lo sa, ci sono altre persone, ma non ha davvero la forza di identificarle né di preoccuparsene. L'unica cosa che riesce a fare è chiedersi il significato di normale, perché lei davvero non lo sa più. La catena di eventi incomprensibili che sta vivendo - che stanno vivendo tutti - è tutto fuorché questo. « Forse però si potrebbe trovare un modo per farvi incontrare, nel frattempo. », quell'idea le accende la speranza, seppur minima, di poter dire a James che non resterà solo, che ci sarà qualcuno fuori a pretendere la verità. Tutto questo mentre monta, velenosa, l'idea che, per averlo arrestato, qualcuno potrebbe effettivamente averlo accusato. Ed è a questa ipotesi che si aggrappa Lily, perché ha bisogno di dare la colpa a qualcuno, di urlare le peggiori maledizioni di fronte al responsabile. La possibilità che sia davvero un'azione mossa dalla squadra Auror - e che dunque la battaglia sia contro, grosso modo, le stesse autorità che dovrebbero difendere la popolazione magica - le fa quasi arrivare un conato. Non sente più le proposte confuse dei presenti, ha giusto il tempo di dire, alla sconosciuta che sostiene la solita solfa dell'attesa e dell'esser cauti, che lei è stanca di aspettare e di starsene con le mani in mano. Lei non ne può più. E' già successo con Byron: non ha intenzione - non può permettere che si concluda allo stesso modo. Io non lo lascio là dentro. E sa perfettamente che neanche gli altri desiderino James Potter in cella - pur non potendoci giurare, in realtà, dato che non si fida di tutti con la stessa sicurezza, e in quel momento quasi li percepisce come possibili nemici -, ma al contempo devono comprendere loro stessi la sua posizione. Che è quella di non starsene qui. A piangere. Ad attendere. E' per questo che si asciuga con rabbia le lacrime, mentre intorno a lei si arriva, infine, ad una soluzione di comune accordo. Inverness. Le sembra l'unica cosa sensata, soprattutto perché in Tris ha letto, già tempo addietro, la stessa preoccupazione di guardarsi le spalle. La stessa consapevolezza che, effettivamente, il passato è tutto fuorché passato.
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    Dean è il primo a smaterializzarsi - sarà lui a chiedere asilo a Tris. La bionda inspiegabilmente uguale a lei lo segue a ruota, farneticando qualcosa in proposito di confondere le idee ai giornalisti. E' dunque a Sam che si rivolge, le sue parole un sussurro che ha voglia di trasformarsi in ruggito. Dobbiamo solo riprendere le forze. «Andrà tutto bene, vero, lo dice perché, lo sa, con Sam può permettersi di essere debole. E' consapevole non possa prometterle niente, ma ha bisogno di sapere che ci proveranno. Che non sarà come con Byron. Che non saranno solo dei ragazzi con troppi problemi a circondarli, senza alcuna idea di come procedere, di come spuntarla.
     
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