Malfoy Manor

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    l Maniero dei Malfoy (1) è una costruzione storica che sorge sulle rovine di un castello risalente al 1200. La proprietà era stata acquisita dall'antenato di Lucius Malfoy e ricostruita dalle fondamenta alla fine del 1700. Quando Draco Malfoy ha ereditato l'edificio ha deciso di rivoluzionare completamente gli interni, consigliato e guidato dal gusto raffinato della moglie Astoria. L'ingresso si apre su una magnifica scala in marmo (2) che sembra rendere l'ambiente più ampio e luminoso. Al piano terra si possono trovare l'ampia cucina, in cui spicca l'imponente isola in marmo nero. L'elegante sala da pranzo, perfetta per un pranzo in famiglia e altrettanto spaziosa per ricevere ospiti. Il salotto è semplice, caratterizzato da colori tenui e rilassanti, con un'ampia vista sulla tenuta. Al piano inferiore si può trovare anche l'ufficio personale di Draco, unica stanza ad essere rimasta inalterata dopo la ristrutturazione. A completare il piano terra vi è il bagno degli ospiti. Al piano superiore dell'ala principale si trovano le stanze da letto della famiglia, la prima è la camera dei signori Malfoy, dotata di due cabine armadio, un bagno privato e un terrazzo con vista sul parco. La seconda appartiene a Scorpius, anch'essa dotata di una cabina armadio e un bagno in condivisione con la sorella Lyra. La camera della ragazza è l'ultima del corridoio e si affaccia su uno scorcio laterale del grande parco che circonda la casa. L'ala secondaria della casa è spesso chiusa o inutilizzata, riservata agli ospiti che la famiglia decidono di ospitare tra le mura di casa Malfoy. La casa è circondata da un immenso parco super curato, parco in cui sorge la tomba di famiglia. A completare il giardino è possibile trovare la piscina con annessa fontana, commissionata dallo stesso Draco.

    Questa discussione rientra nel progetto quotidianità




    Edited by anesthæsia¸ - 31/3/2021, 20:05
     
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    Lyra era comodamente sdraiata sull'ampio e candido divano in salotto, sulle gambe una coperta e tra le mani La fiera delle vanità di Thackeray. Una serata tranquilla, se solo la sua vita non fosse stata rivoltata sotto sopra in questo momento sarebbe stata al Golden Party, ma dopo la morte di Draco non aveva alcuna voglia di esporsi. Aspen era arrotolata vicino ai suoi piedi, mentre la sua coda si muoveva sinuosamente; era sicuramente felice di essere tornata a casa Malfoy. Un ritorno che non era ancora riuscita a realizzare pienamente. « Miss Malfoy, ci sono due auror alla porta. » Si alzò, leggermente impreparata a ricevere una visita degli auror a quell'ora. Da quando Draco era morto erano praticamente una presenza fisse al maniero. «Mia madre lo sa? » La cameriera annuì mentre tornava all'ingresso per accogliere l'inaspettata visita. Venne subito raggiunta da Astoria che si sedette al suo fianco. L'unico a mancare era suo fratello Scorpius, sin da subito si era dimostrato forte; il supporto di cui lei e Astoria avevano bisogno. Con il passare dei giorni però si era fatto più chiuso e silenzioso. I due auror fecero il loro ingresso nel salotto, avvolti nei loro impermeabili, il distintivo in mostra e un fascicolo. « Signore, ci scuserete per l'ora, ma dobbiamo condividere alcune informazioni con voi. » Informazioni che non potevano aspettare domani? Il più compassato tra i due aprì il fascicolo sul tavolo, al suo interno erano contenute fotografie della scena del crimine, degli effetti ritrovati nello studio di Draco; fotografie che la fece rabbrividire. « In tarda serata, dopo la delibera del giudice Lewis è stato deliberato l'arresto del nostro principale sospettato. » Un sospettato?! Era la prima volta che gli auror li mettevano a conoscenza di un'eventuale pista. « Sapete chi è stato? » Chi era stato tanto crudele da uccidere Draco così a sangue freddo, senza alcuna pietà o riguardo. Istintivamente strinse la mano della madre, cercando il suo sostegno. « In questo momento il capo auror sta arrestando James Potter per l'omicidio di Draco Malfoy. » James. James. James. James. Il nome del ragazzo continuava a ripetersi nella sua mente come in loop, un loop orrendo che non aveva alcun senso. Vedeva la bocca dell'auror muoversi, ma nessun suono era in grado di sovrastare la baraonda nella sua mente. Un errore. Non poteva essere altro che un madornale errore. « Abbiamo ragion di credere che il signor Malfoy abbia incontrato James Potter il giorno in cui è morto. » Una possibilità quanto meno remota. Cercò di dar voce ai propri dubbi, ma l'unica cosa che riuscì a fare fu scappare in bagno per liberare il conato di vomito che l'aveva assalita. Si chiuse nel bagno, accasciandosi contro la porta mentre cercava di dare un senso a tutto ciò che era appena successo. James, un assassino. Nascose il volto contro le ginocchia, respingendo quell'assurda teoria. James era tante cose, ma non un'omicida a sangue freddo. I rapporti tra di loro non era mai stati peggio, ma si rifiutava fermamente di credere che fosse capace di provocarle un dolore tale come quello rappresentato dalla perdita di un genitore. Rimase in quel bagno per un tempo indefinito, persa nei suoi deliri. Quando trovò il coraggio per tornare in salotto si accorse che era rimasta solo sua madre. Gli auror se n'erano andati con la stessa velocità con cui erano arrivati. « E' assurdo mamma... » Per non dire impossibile. « Papà non aveva motivo di incontrare James...tollerava appena la sua presenza quando stavamo insieme, dubito fortemente che lo avrebbe invitato per un tè. » L'astio di Draco nei confronti di James non era mai stato un segreto, soprattutto da quando lui e Lyra avevano cominciato ad uscire insieme. Un legame che non aveva mai accettato. « Sono stupida a credere che sia impossibile? A credere che gli auror siano degli idioti? » La giovane Malfoy non aveva fatto mistero della sua intolleranza nei confronti degli auror, dalla morte di Draco sembravano decisi a demolire la sua vita a suon di indagini e sospetti. « Stiamo parlando di James mamma. »
     
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    Astoria Greengrass era esausta. Minuto dopo minuto quel pensiero divenne una consapevolezza e lei si abbandonò contro lo schienale della sedia con un lungo sospiro, posando le mani sopra il ventre, carezzandolo un paio di volte con entrambi i palmi nel vano tentativo di tranquillizzarsi. Quello stress non le faceva bene. Aveva le guance leggermente scavate. Nonostante si sforzasse di mangiare il suo corpo pareva essere sul punto di rifiutare qualsiasi tipo di nutrimento. Tutto ciò che riusciva ad ingurgitare senza doversi precipitare in bagno era del thè. Caldo, zuccherato, rassicurante thè. Afferrò la tazza, posata di fianco alle scartoffie sparpagliate sulla scrivania, quelle che ancora doveva catalogare, e se la portò alle labbra, prendendo un piccolo sorso. Poco prima aveva mandato un messaggio ad Alek informandolo che sarebbe tornata tardi o addirittura la mattina dopo. Con la prematura scomparsa di Draco, la vedova Malfoy si era ritrovata sommersa di pratiche e documenti di cui tener conto, oltre a quelli del funerale. Aveva bisogno di riposare, ma non era così semplice. Quando chiudeva gli occhi i pensieri tornavano a tormentarla. Sarebbe andato diversamente se lei fosse stata lì? Quella era una delle domande che le ronzavano in testa, rischiando di farla impazzire, allontanando il sonno e condannandola all’ennesima notte insonne. Non riusciva più a dormire in quella stanza, quel letto che aveva diviso con Draco per tanto tempo. Negli ultimi anni quel letto era diventato troppo stretto. Al momento non le era mai sembrato così grande. Si sentiva come quando era una bambina e nascondeva la testa sotto le coperte. Suo padre le ripeteva che era sciocca e che non c’era nessun mostro sotto il letto. Solo scheletri nell’armadio. Quelli non sarebbero mai scomparsi. Solo tra le braccia di Alek trovava riposo. Non riusciva comunque a trovare riposo, ma si sentiva protetta, tranquilla. La coperta che usava come scudo da bambina. Alzò lo sguardo quando qualcuno bussò alla porta, afferrando con le dita il legno della scrivania per aiutarsi a scivolare in avanti, drizzando la schiena mentre dava a qualcuno il permesso di entrare. Cécile, una delle domestiche, aprì piano la porta. « Signora, ci sono due Auror alla porta. » Signora. Lei stessa non avrebbe saputo come inquadrarsi in tutta quella storia. Greengrass? Vedova Malfoy? Era meglio non pensarci. «Fateli entrare. Arrivo tra cinque minuti. Avvisa i miei figli.» Se è una questione di famiglia è bene essere tutti presenti. Scorpius e Lyra non erano più dei bambini. Non poteva più tenerli all’oscuro di niente. La cameriera annuì ed uscì silenziosamente, richiudendosi la porta alle spalle. Lascia la stanza per fuggire in bagno a darsi una rinfrescata. Quando scese di sotto trovò Lyra seduta sul divano. Anche quella sera Scorpius aveva deciso di passarla altrove. Avrebbe voluto sapere dove fosse. Gli avrebbe mandato un messaggio. Ora, l’unica cosa che desiderava era perché due uomini del Quartier Generale erano alla sua porta. Si sedette vicino alla figlia, facendole scivolare una mano sulla schiena, carezzandogliela delicatamente, per poi riabbassarla nel momento in cui gli Auror fecero il loro ingresso nel salotto. Annuì quando uno dei due si scusò per l’orario, facendolo loro cenno di accomodarsi. Nonostante ciò i due rimasero immobili. Abbassò appena gli occhi sulle foto contenenti nella cartella. Percepì Lyra che rabbrividiva al suo fianco. Aveva visto lo studio. Lo aveva fatto prima che venisse ripulita. Quelle immagini le apparivano davanti continuamente. Risollevò lo sguardo. Qualcosa di più importante aveva attirato la sua attenzione. Un sospettato. Avevano un nome. « Sapete chi è stato? » Ci stavano mettendo troppo a fare quel nome. C’era qualcosa di grosso. « In questo momento il capo auror sta arrestando James Potter per l'omicidio di Draco Malfoy. » James Potter. I suoi occhi si spalancarono e le orecchie iniziarono a fischiare. Quando Lyra e il figlio maggiore dei Potter avevano cominciato a frequentarsi, Draco era furioso. Era stata Astoria a cercare di mitigare quel suo malumore, dicendogli che si trattava solo di una cotta adolescenziale. James Potter. « Abbiamo ragion di credere che il signor Malfoy abbia incontrato James Potter il giorno in cui è morto. » Vide Lyra alzarsi e correre in bagno. Non la fermò. Doveva digerire quella notizia forse più di lei. «Ne siete sicuri?» Cercò di comporsi, guardando i due uomini, il mento leggermente alzato verso l’alto, la faccia esausta. «Stiamo ancora indagando, ma abbiamo prove a sfavore del giovane Potter. Informazioni che non possiamo ancora divulgare.» Astoria indurì lo sguardo. «Non potete divulgare? Mio marito è morto.» Ex marito. I due uomini si scambiarono un’occhiata senza dire niente. Astoria sospirò, irritata, accavallando le gambe e posandoci sopra le mani con le dita intrecciate. «Fatemi capire.. Avete sotto custodia un ragazzo poco più di ventenne accusandolo dell’omicidio di mio marito e non volete rendermi partecipe del perché lo avete arrestato? A me Si posò un dito sul petto, sporgendosi leggermente in avanti. Stava provando con tutta se stessa a mantenere la calma, ma quell’ultima frase era venuta fuori con una strana autorità mista ad irritazione. «Le chiediamo di avere un po’ di pazienza, signora. Siamo qui sono per avvertirla. Tra l’altro dobbiamo andare di corsa al Quartier Generale.» Respira. Annuì, chiudendo gli occhi ed alzandosi in piedi, allungando la mano per stringerla ai due uomini. Pochi minuti dopo questi avevano già abbandonato l’abitazione. Astoria scivolò nuovamente sul divano, passandosi una mano sul volto. E’ assurdo. si voltò quel tanto che bastava per vedere Lyra venirle incontro, l’espressione sconvolta e il viso pallido. « E' assurdo mamma... Papà non aveva motivo di incontrare James...tollerava appena la sua presenza quando stavamo insieme, dubito fortemente che lo avrebbe invitato per un tè. » Non riusciva a pensare a niente. Era divisa in due: una parte le diceva che era impossibile, l’altra che era giusto che qualcuno pagasse. Qualcuno, chiunque. Qualcuno a cui dare la colpa, da accusare per il dolore suo e dei suoi figli. « Sono stupida a credere che sia impossibile? A credere che gli auror siano degli idioti? Stiamo parlando di James mamma. » Le avvolte un braccio intorno alle spalle, attirandola a sé, stringendola contro il suo petto, come quando era solo una bambina. Le carezzò i capelli biondi con un gesto lento della mano. «Non lo so, Lyra.» Non lo so se sia possibile.. Ormai non sapeva più a cosa credere. «Non so cosa sia successo, ma lo scopriremo.» Fosse l’ultima cosa che faccio. Lo avrebbe fatto per loro, per i suoi bambini, per dar loro una risposta. «Dobbiamo parlare con i Potter e se trovassimo un modo anche con James.» Voglio guardarlo negli occhi. «Parlerò con gli avvocati, domani.» Si voltò verso di lei, abbassando il viso per guardarla negli occhi. «Andremo fino infondo, tesoro. Tu e tuo fratello, nel frattempo, state attenti.. I giornalisti non aspettano altro che trovarvi in giro..»

     
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    «Non lo so, Lyra.» Io sì! Io lo so. Una certezza che nemmeno le parole degli auror erano in grado di piegare. Non si spiegava come fosse possibile che il nome di James venisse accostato a quello di sospettato; sospettato per l'omicidio di Draco Malfoy. « Lo so io, perchè James non è un assassino. » Una possibilità a cui non sarebbe riuscita a credere nemmeno di fronte a prove schiaccianti, se anche fosse stata testimone di un atto simile dubiterebbe prima della propria sanità mentale piuttosto che crederci. « Non so cosa sia successo, ma lo scopriremo. » Lyra voleva scoprire chi fosse stato tanto crudele da assassinare brutalmente Draco Malfoy e incolpare James dell'omicidio. Voleva guardare negli occhi la mente dietro quell'inganno e ripagarla con la stessa sofferenza. « E la pagheranno cara... » Quello di Lyra fu solamente un sussurro, mormorato a fior di labbra, ma pregno di rabbia e del desiderio di vendetta che sentiva scorrere nelle proprie vene. «Dobbiamo parlare con i Potter e se trovassimo un modo anche con James.» Lyra voleva sapere cosa passasse nella mente del ragazzo, quanta rabbia provasse in quel momento per un arresto talmente assurdo. Rabbia che sicuramente andava ad aggiungersi a quella che provava nei suoi confronti dopo il loro ultimo incontro. Trattenne a fatica le lacrime, soffocata da quel turbine di emozioni che le parole degli auror avevano scatenato dentro di lei. « Ho bisogno di vederlo, gli devo dire che non ci credo... » Lyra aveva paura che il ragazzo potesse pensare che lei si stesse godendo questa pubblica gogna a cui era stato condannato, che in qualche modo avesse giocato un ruolo nelle indagini che avevano portato al suo arresto. Soprattutto quando nel loro ultimo incontro aveva fatto capire chiaramente cosa pensasse di lei. «Parlerò con gli avvocati, domani.» « Ci sarà qualcuno che possiamo chiamare adesso, qualche conoscenza di papà...qualche favore da riscuotere... » Qualcosa che ci permetta di guadagnare tempo, di capire perchè proprio James. Non voleva aspettare, lasciare che le indagini proseguissero come se niente fosse. « Andremo fino infondo, tesoro. Tu e tuo fratello, nel frattempo, state attenti.. I giornalisti non aspettano altro che trovarvi in giro.. » Le tremavano le mani per la rabbia, fremevano all'idea di impugnare la bacchetta e sfogare la sensazione di impotenza che l'aveva travolta. Si alzò come un tornado raggiungendo l'ufficio di Draco, tutte le prove erano state raccolte e trasportate al ministero. L'agenda di suo padre era stata accuratamente copiata, così come tutti i documenti che avevano ritrovato sparsi per l'ufficio il giorno della sua morte. In preda a quel senso di impotenza si scagliò sull'imponente scrivania in mogano, rovesciando qualsiasi cosa trovasse sulla superficie. La plafoneria della lampada si infranse sul pavimento mentre scagliava con forza ogni cornice contro la parete opposta. Aprì i cassetti con forza, rovesciandoli ai propri piedi, alla ricerca di una risposta che sicuramente non avrebbe trovato. Si inginocchiò sul pavimento, a carponi rovistò ogni foglio che le capitava sotto mano; incurante dei tagli provocati dai frammenti di vetro sparsi per terra. « Dev'esserci qualcosa, qualcosa che non hanno visto, che farà capire loro di aver sbagliato... » di aver accusato la persona sbagliata. « Mentre loro si concentrano su James il vero assassino di papà è là fuori che se la ride, soddisfatto di sé stesso. » Una risata a cui lei stessa voleva mettere fine, che voleva troncare nel modo più crudele possibile. Mentre continuava a rovistare tra le carte le capitò sottomano una foto; una foto che ritraeva lei e Draco durante il Natale dei suoi sette anni. Avevano sempre avuto un rapporto conflittuale, troppo simili per andare d'accordo. Se Scorpius caratterialmente era più simile alla madre lei era tutta suo padre. Una somiglianza che con il tempo li aveva allontanati. Guardò quella foto con le lacrime agli occhi rimpiangendo quella bambina seduta sulle ginocchia del padre; impegnata a scartare i suoi regali. Rimpiangeva quel senso di protezione da cui ad un certo punto si era sentita soffocata. Guardò sua madre sulla porta e non poté fare a meno di provare pena per sé stessa; vergognandosi di quella scenata a cui il senso di impotenza e la rabbia l'avevano spinta. « Non è stato lui. » Non poteva crederci, perchè prendere solamente in considerazione che James avesse potuto ferirla tanto l'avrebbe spezzata irrimediabilmente; avrebbe letteralmente spezzato il suo cuore in milione di pezzi. Non avrebbe lasciato che le parole degli auror e le loro supposizioni le entrassero in testa. Suo padre aveva sempre guardato con sospetto il nuovo ministero, un sospetto che stava prendendo piede anche in lei.
     
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    « Ho bisogno di vederlo, gli devo dire che non ci credo... » Astoria Greengrass annuì piano, ma non era certa di aver sentito e compreso davvero le parole pronunciate da Lyra. La voce della figlia appariva lontana. Le sembrava di avere le orecchie tappate, come quando si modifica altitudine e il corpo cerca di adeguarsi al cambio di pressione. Pensava a tutto e a niente. Le parole parevano mescolarsi nella sua testa e lei cercava di afferrarle, di dar loro un senso logico, ma andavano troppo veloci. Per un attimo pensò che se avesse chiuso forte gli occhi per poi riaprirli qualche secondo dopo, tutto quello si sarebbe rivelato solo un brutto sogno. A volte, quando si sta dormendo, se riusciamo a concentrarci possiamo decidere di svegliarci. Basta un dettaglio che ci faccia capire che quella non è la realtà e allora noi ci aggrappiamo a quella consapevolezza, desiderando solo tornare nel mondo vero. Ma cosa accade se il mondo reale si rivela peggiore di quello che stiamo sognando? Desidereremmo sempre svegliarci così tanto? Forse no. Forse desidereremmo solo dormire per sempre. Per quanto fosse allettante l’idea di rifugiarsi in un sogno, Astoria sapeva di dover restare sveglia. Doveva farlo per quei motivi che si erano rivelati gli unici punti di appiglio saldi in una vita fatta di sfarzo e specchietti per le allodole. Uno di quei motivi era seduto accanto a lei, aveva i capelli biondi e il suo viso le ricordava il suo e quello di Draco più giovani. Voleva solo darle conforto, stringerla a sé e dirle che tutto si sarebbe risolto, anche se, al momento, il futuro appariva come una coltre di fumo nero oltre il quale non era possibile vedere. Eppure, più i secondi passavano, più Astoria stava prendendo in considerazione quanto detto dagli Auror. Non si sentiva di scartare nessuna ipotesi, per quanto assurda fosse. « Ci sarà qualcuno che possiamo chiamare adesso, qualche conoscenza di papà...qualche favore da riscuotere... » Non lo sapeva. Da un po’ di tempo gli affari di Draco Malfoy appartenevano solo a Draco Malfoy. Inoltre non era né il momento né l’orario per fare chiamate o mandare gufi. Se fossero stati intercettati sarebbe stato un problema. Forse era paranoica, ma Astoria aveva la costante impressione che qualcuno li stesse tenendo d’occhio. « Dev'esserci qualcosa, qualcosa che non hanno visto, che farà capire loro di aver sbagliato... Mentre loro si concentrano su James il vero assassino di papà è là fuori che se la ride, soddisfatto di sé stesso. » Con la coda dell’occhio notò che Lyra si era come bloccata. Teneva in mano qualcosa e voltando appena la testa riconobbe la fotografia in questione. Era stata lei a scattarla. Apparteneva a quel periodo felice in casa Malfoy, quello di cui Astoria voleva catturare ogni attimo per poterlo custodire gelosamente. I suoi occhi si soffermarono dapprima sul volto della bambina, le gote rosa e i capelli biondi come il grano. Infine si concentrò su di lui. Draco. Sorrideva. Anche lui era stato felice in quel periodo, lo aveva sempre percepito. Forse era in quel modo che doveva andare. « Non è stato lui. » Passò un braccio attorno alle esili spalle della ragazza, tirandola a sé, lasciando che la sua testa si posasse sulla propria spalla, in un gesto che voleva consolarla ma anche proteggerla. Non era facile trovare le parole giuste. Lyra era un’adulta e come tale andava trattata, ma allo stesso tempo rimaneva sempre la sua bambina. «So che vorresti andare da lui. Ma non è il momento per farlo.» Poteva sembrare dura, ma desiderava soltanto essere razionale. «Pensa se la figlia di colui che è stato a..ssassinato-» quella parola faticò ad uscire dalla sua bocca. «- andasse subito a trovare il sospettato dell’omicidio. Immagini quanto possa essere ghiotta per i giornalisti una cosa del genere? Tirerebbero fuori qualsiasi cosa e in un attimo ti ritroveresti nella lista dei sospettati, messa pubblicamente alla gogna da un branco di mediocri scribacchiani che non aspettano altro che tirare fuori un articolo.» Avrebbero rovesciato in tutti i modi la relazione passata tra la giovane Malfoy e il maggiore dei Potter, magari facendo ipotesi su un probabile omicidio passionale dovuto ad un ritorno di fiamma. Si voltò verso la figlia, guardandola negli occhi, provando ad essere più risolutiva possibile. «Lo so che fa male. Ma James è il tuo ex fidanzato e tu non sei in una buona posizione.» Era la sua paura peggiore: quella che dopo Draco provassero a portarle via anche i suoi figli, mettendo la loro vita sotto una lente di ingrandimento, rovesciando su di loro ogni battibecco e malelingue ci fossero in giro. «E se dovessi trovarmi nella situazione di dover scegliere se salvare te o James, sceglierei sempre e solo te.» Se per mera ipotesi qualcuno si fosse messo ad indagare sulla loro storia, trascinando Lyra nell’occhio del ciclone, Astoria avrebbe fatto qualsiasi cosa per tirarla fuori, anche a discapito di James. «Somigli così tanto a tuo padre, Lyra.» Un groppo in gola la costrinse a prendere fiato. «Ma dobbiamo essere cauti. Devi essere cauta. Non voglio che ti trovi in situazioni spiacevoli.»

     
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