boys r dumb! duh!

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    Stramazza al suolo, esausta, abbandonando la scopa nell’erba rada del campo a pochi metri dal suo corpo. Le fanno male anche i muscoli che non pensava di avere, ma ne è valsa la pena – lancia un’occhiata a Zelda di traverso, una palpebra serrata ed il braccio che fluttua sopra alla sua testa per ripararsi dal sole. Fa sorprendentemente caldo per Febbraio, ma probabilmente è solo un’impressione.
    «La prossima volta ammazzami direttamente», apostrofa la capitana quando, con i riccioli bagnati ancora contro all’erba fresca, la vede passare ridendo per dirigersi verso gli spogliatoi di Grifondoro.
    Resta a contemplare l’infinito nel cielo terso per un tempo che non saprebbe definire, e si alza con uno slancio solo quando ha ripreso abbastanza energie. Stretching, o domani non cammino. Zelda ha seriamente alzato il tiro per gli allenamenti da quando sono tornati dopo le vacanze di Natale. A pensarci bene, Lucy decide che tanto vale sbrigarsela ancora sul campo, visto che per quel pomeriggio non tocca a nessun altra squadra. Saluta i compagni che si avviano verso il castello nelle posizioni più disparate, la mente completamente assente mentre dedica quel ritaglio di tempo solo a se stessa — Ma che c’è per cena stasera? Che fame, cazzo. Assapora il banchetto succulento che si presenterà sui tavoli della Sala Grande, e le brontola la pancia mentre abbassa il bacino verso terra, impegnandosi con gli addominali per non cadere e picchiare la schiena come un sacco di patate. Porta le gambe al petto, abbracciandosi le ginocchia, e rilassa il capo contro l’erba. Sto così cinque minuti e mi alzo, le ultime parole famose. Ma per domani devo finire il tema di Storia della magia… va beh, niente panico. Posso chiedere a Ali se mi fa leggere il suo e in dieci minuti scrivo la conclusione e vaffanculo. Sono troppo stanca per avere una bella media. Però la mamma mi ammazza se non ho una media decente, già HAI PASSATO I M.A.G.O. PER IL ROTTO DELLA CUFFIA, LUCINDA!!!!, e sticazzi? Cioè una non può neanche respirare che Audrey Weasley è lì, addosso, le soffia sul collo, pronta a farla a pezzetti. Quella donna vede tutto. Tutto. Ha occhi ovunque. Ha le spie nel castello… Tanto a me che può fregare dei voti? Vado a giocare a Quidditch anche se NON È UNA CARRIERA!!!!! dice lei, ma non capisce un cazzo. Quindi, inutile parlarci! Che palle. Che fame.
    Si accorge che forse è il momento di sbrigarsi quando, sotto alle palpebre, il mondo le sembra molto più scuro di poco fa. Apre gli occhi, arricciando il naso e trattenendo uno sbadiglio. Il sole si è abbassato e si avvia a tramontare. Slega le gambe, si volta su un fianco e si alza senza fatica — ha guardato troppi video di allenamenti da poter svolgere in casa per non sapere come si chiude lo stretching.
    Si sente già rinvigorita, mentre cammina verso lo spogliatoio, ma scioglie comunque le spalle, alternando la sinistra alla destra e scambiando nel frattempo la mano che tiene la scopa. A giudicare dal fresco che è improvvisamente calato sui dintorni non ha molto tempo per lavarsi ed arrivare a cena in orario, quindi affretta il passo, guidata dalla voragine che le si apre nello stomaco al pensiero del caldo che viene dal camino e dal profumo di… Ma che c’è per cena stasera?
    Supera la porta, avviandosi verso il suo armadietto dove ha riposto la sacca con il cambio — infila dentro la scopa, il casco ed il resto della divisa. Si toglie i pantaloni seduta sulla panca, e li infila in una busta di plastica, perché sono sicuramente da lavare. Però ci penserà più tardi. Fa per levare anche la maglietta, quando il rumore inconfondibile di passi che si avvicinano le fa sollevare il capo d’istinto. Si alza dalla panca, la mano ancora infilata nel
    sacco per recuperare i pantaloni, nonostante la maglietta la copra comunque abbastanza da non perdere tutta la dignità. Non ha il tempo di recuperarli ed infilarli, che una figura inconfondibile, soprattutto perché quanto cazzo è alto?!, entra nel suo campo visivo, oltre alla fila degli armadietti, sicuramente ignaro della sua presenza. E per questo… completamente nudo. Si volta di scatto a fronteggiare l’altra parete, serrando comunque gli occhi per non rischiare. Le ribolle il sangue nelle vene per l’imbarazzo, che però incomincia a montare facilmente in… rabbia. «Ma che ti dico», esclama, stizzita, «sei completamente rincoglionito?!».
     
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