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    L'interrogazione di Difesa era stata ancora una volta disastrosa. Conclusasi la discussione con Alyssa e tutto ciò che ne era derivato, Mia non aveva più avuto la testa per aprire libro. Il giorno prima si era trascinata in biblioteca abbandonando il libro sul tavolo per poi andarsene a zonzo senza fare alcunché. Per tutta la giornata appena passata aveva controllato il cellulare, e altrettanto aveva fatto quel venerdì, finché non si era decisa che doveva smettere di fare la ridicola e tornare alla solita programmazione. Venerdì sera fuori, qualche drink, una chiacchierata in compagnia e poi chi si è visto, si è visto. Raggiunse i Tre Manici in anticipo, occupando uno dei tavoli più isolati in fondo al locale, chiedendo già in anticipo un drink e una grossa ciottola di patatine che iniziò a sgranocchiare in attesa dell'arrivo di Ronnie. Scorse Wiztagram per diverso tempo, perdendosi tra video di gattini e foto di studenti del college, finché non giunse sul nuovo profilo del Hound Dog. Lì in mezzo alle tante foto dell'inaugurazione, ne scorse una che la fece sorride sul colpo. Attorno al tavolo da biliardo, due loschi figurini intenti a darsi battaglia in un'agguerritissima partita all'ultimo sangue. Non ci pensò più di tanto e aprì la chat corrispondente, mandando il messaggio quasi sovrappensiero, mentre sorseggiava lo spritz distrattamente. Si pentì amaramente non appena mandò il messaggio, ma prima di poterlo cancellare e fare finta di nulla, al suo cospetto comparve Ronnie, obbligandola ad abbandonare il cellulare a testa in giù sul tavolo, rivolgendole un leggero sorriso. « Oh! Eccoti. » Alzò la mano in direzione del cameriere, finendo il suo drink, così da poterne ordinare altri due identici. « Sono arrivata un po' prima e mi sono detta, perché no! » Disse mostrandole il suo primo bicchiere già finito. Con un po' di alcol in circolo si sentiva più rilassata. Forse avrebbe dovuto attaccarsi a una bottiglia di birra già nei giorni passati. Mi sono comportata come una pazza a cazzo di cane. L'alcol risolve proprio tutto. « Allora oggi il capo vi ha fatto sudare vero? » Tamburella le dita sulla superficie del tavolo, spostando lo sguardo nel locale con fare indifferente, non sapendo esattamente da dove iniziare e cosa raccontarle in prima battuta. Alla fine si rende conto che non ha senso mantenere certi filtri con Ronnie, quindi arrivati i drink, prende un altro sorso, sgranocchia un'altra patatina e sospira. « Ok, va beh inizio.. » Tanto noi prendiamo sempre il toro per i coglioni. « Sono sparita perché ho fatto un po' di casini questi giorni. Sabato scorso, ricordi.. sono rimasta fino a tardi all'Hound Dog. » Pausa. « ..va beh in realtà manco così tardi. E' che.. sono finita da Raiden. » Una confessione corta e incisiva. « E poi domenica mi ha aiutato a studiare per Storia della Magia. » Le getta uno sguardo eloquente per spiegarle quella magnifica performance che le ha fatto guadagnare l'agognato O--. « Eh va beh.. poi sono successe altre cose, di cui poi ti parlo per bene. Fatto sta che abbiamo continuato a smessaggiare, lui però è sparito ma-non-proprio. Poi io pensavo che si è scopato una il giorno dopo, poi però mi sa che non era vero e manco era vero che era scomparso, poi però ho litigato con Alyssa ed è venuto fuori che in realtà era vero che se l'è scopata il giorno dopo. » Tutto chiaro. « Eh va beh, tu dirai chissene frega. Però boh, è per principio. Non è che scopi con una e poi il giorno dopo te ne scopi già un'altra - ma chi cazzo sei, oh, un serial killer! Ma poi manco gli spacciatori un altro po' escono di lunedì, figurati se uno esce di lunedì per scopare! Il lunedì è un giorno di merda a priori. » Certo che sei un fottuto serial killer. Fai proprio schifo, cazzo, fattelo dire. « Per giunta quando la tipa in questione è la colombiana tettona col culo perfetto, ti senti un po' come se gli fosse mancata una parte sostanziale e allora va da un'altra parte. Anche questo è body shaming che cazzo! » Non si rende nemmeno conto di quante patatine mangia al minuto mentre parla. « Ma poi io dico, non aspetti neanche che il cadavere sia freddo prima? Le hai cambiate le lenzuola prima di portarci un'altra? Dai ma che roba è! E poi manda le mimose. Le ho bruciate le cazzo di mimose! Cioè capisci? Prima mi mandi le mimose poi la sera stessa ti scopi la colombiana. » Pezzente! Pezzentissimo! « Io non la do più Ronnie! » Uno statement lapidario. Ecco basta! « Abbasso la saracinesca! Per me Britain's Got Talent finisce qui. E ti giuro che mi sono impegnata. Non va! »


     
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    Non appena l'orologio segnò le sei e mezza, Ronnie si tolse velocemente il badge dal collo, correndo dietro la porticina dello staff per tirare fuori dal proprio armadietto il cambio d'abiti che teneva sempre pronto per il weekend. In fin dei conti non poteva mai sapere se qualcuno l'avrebbe invitata ad uscire, e di certo non voleva trovarsi costretta a dire di no solo perché altrimenti si sarebbe presentata come una completa pezzente. Dunque teneva sempre pronto un outfit un po' più carino, ma pur sempre casual. Se lo infilò a tutta velocità, controllandosi poi velocemente il trucco, che andò a rifinire con un velo di mascara e una passata di tinta marrone sulle labbra. A quel punto, saltellando sul posto per infilarsi prima una scarpa e poi l'altra, arrivò a balzi verso la porta. « Siri, io devo correre. Ci pensi tu a quella coppietta lì? Hanno preso una baracca di biglietti e volevano l'orso gigante, ma l'abbiamo finito e la ragazza sta per avere un attacco isterico. » « Wow! Certo. Nome di prenotazione? » « Mh..Jonah..NO! No, Jeff! Sì, Jeff. Vabbè, io scappo, poi fammi sapere che sono curiosa. Ciaoooo! » E detto ciò, sparì come un fulmine dietro le porte del Toyland, schizzando tra la folla che cominciava a riempire le stradine di Hogsmeade per arrivare ai Tre Manici, dove Mia la stava già aspettando con un bicchiere vuoto di fronte a sé. Istintivamente guardò l'orologio, timorosa di aver fatto tardi anche nonostante la corsa. In realtà era stata abbastanza puntuale. « Wo, ok, Mia Wallace che arriva in anticipo e beve da sola. La situazione è seria. » commentò ironica nel prendere posto di fronte a lei. Minimo è ricicciato fuori Scorpius. Me lo sento. Spiegherebbe l'assenza e la faccia da Bridget Jones. « Oh! Eccoti. Sono arrivata un po' prima e mi sono detta, perché no! » « Giusto e sacrosanto! » disse, sollevando le mani con una smorfia. « Allora oggi il capo vi ha fatto sudare vero? » Sollevò le sopracciglia, sgranando gli occhi per lanciarle un'occhiata di eloquente esasperazione. « Lasciamo perdere, vah. Quando c'è lui sembra di stare in Corea del Nord. Non si ride e non si scherza: bisogna correre come piccoli soldatini. » Il che, nella mia modesta opinione, spezza pure per i clienti l'atmosfera leggera della sala da gioco. Il tempo di un breve resoconto della giornata lavorativa e i drink ordinati arrivarono al tavolo. Ronnie si avvicinò il proprio, bevendone un sorso dalla cannuccia mentre squadrava l'amica con aria guardinga. « Vabbè..insomma? Vuoi sputarlo questo rospo o devo rimanere sulle spine? » « Ok, va beh inizio.. » Annuì, sistemandosi meglio a sedere e incrociando le braccia sul tavolo nel darle la propria completa attenzione. « Sono sparita perché ho fatto un po' di casini questi giorni. Sabato scorso, ricordi.. sono rimasta fino a tardi all'Hound Dog..va beh in realtà manco così tardi. E' che.. sono finita da Raiden. » Aprì le labbra, sgranando gli occhi castani. No dai! Davvero? Quello era decisamente un plot twist che non aveva calcolato e a cui non sapeva come reagire. Doveva essere contenta? Incazzata? Neutrale? Mo vediamo in base a come va la storia. « E poi domenica mi ha aiutato a studiare per Storia della Magia. » « Hai capito! La ventiquattro ore di Le Mans. » commentò, ridacchiando, prima di prendersi un sorso di spritz e lasciarla continuare. Il resto, tuttavia, fu un susseguirsi di informazioni confuse che portò Veronica ad esprimere col proprio volto diversi stati emotivi senza sapere davvero su quale focalizzarsi, quanto a lungo o perché. « Eh va beh, tu dirai chissene frega. Però boh, è per principio. Non è che scopi con una e poi il giorno dopo te ne scopi già un'altra - ma chi cazzo sei, oh, un serial killer! » « Un serial killer. » ripeté, seria, convenendo con lei su qualcosa che non era nemmeno certa di aver davvero afferrato. « Per giunta quando la tipa in questione è la colombiana tettona col culo perfetto, ti senti un po' come se gli fosse mancata una parte sostanziale e allora va da un'altra parte. Anche questo è body shaming che cazzo! » « Che schifo! » Il tutto, infine, culminò in una promessa da pirata da parte di Mia di non darla mai più a nessuno. L'ennesima. Ma Veronica prendeva molto sul serio la propria posizione di migliore amica, e dunque l'avrebbe appoggiata a prescindere, pur se intimamente sapeva che quel proposito sarebbe andato a naufragare un po' come tutti quelli che lo avevano preceduto. A quel punto, resasi conto che del fatto che la Wallace avesse finito di parlare, Veronica rilassò la schiena contro la sedia, dandosi qualche istante per pensare mentre beveva un sorso dal proprio drink, mordicchiando la
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    cannuccia con aria meditabonda. Le scoccò poi un'occhiata. « Quindi siamo girate di culo, ma lo siamo per principio. » disse, come a cercare conferma di aver compreso bene la situazione. Noi. Perché chiaramente se tu sei girata di culo, io sono girata di culo forse anche più di te. Annuì, umettandosi le labbra prima di sistemarsi ancora una volta coi gomiti sul tavolo. « Ok..sono tante informazioni da digerire. » E cazzo, vorrei che me ne avessi parlato prima! Io di Benjamin ti ho detto tutto. Cioè, non è che sono offesa, ma magari potevamo gestircela diversamente. Adesso ho un sacco di roba da elaborare: roba che non ho vissuto di prima mano e su cui posso solo andare un po' ad istinto, senza dare opinioni oculate. « Certo che devi essere proprio un fuckboy per mandare le mimose a una e scopartene un'altra nella stessa giornata. Cioè bo, non è che nessuno ti obbliga a spedire i fiori. Dai, è cattiveria gratuita, oggettivamente! Pare proprio che ti ci vuol far credere. » Scosse il capo, mettendo su un'espressione contrita. Io questa gente non la capisco. Ti vogliono tenere all'amo ma poi fanno gli stronzi. A che pro? « Oh comunque proprio vero che sono sempre i più insospettabili. Era tanto gentile: salutava sempre! » E poi trac! Ti inculano. Tuttavia fu in quel momento che Ronnie sembrò avere una realizzazione: un dettaglio evidente che, tuttavia, pareva esserle sfuggito. « ODDIO! Ma lui è un lycan! » esordì, con un'espressione di puro panico in volto. « Cioè, voi non avete quella roba del contatto mentale che è tipo la violazione della privacy più grossa da bo..sempre? » Prese un lunghissimo sorso dallo spritz, vuotandolo e scuotendo il capo con una certa veemenza. Male. Malissimo. « MI SCUSIIII! UN ALTRO! » urlò in direzione del cameriere, mostrandogli il bicchiere vuoto prima di scoccargli un veloce sorriso gentile e riportare poi lo sguardo all'amica. « No ok, la cosa è seria. Cioè, ti avrei detto di sparire anche solo nel dubbio, ma è evidente che non puoi farlo. Quindi la devi risolvere. Per forza. » Sospirò. « Ok. Adesso andiamo a fondo della questione. Prima cosa: Alyssa come lo sa che si è scopato la colombiana? Cioè, ne siamo sicure? È tipo news certa al cento percento oppure una diceria? No perché chiaramente se ti raffreddi così di colpo, quello potrebbe fare domande e metti il caso che Alyssa ha capito male? » Sollevò un sopracciglio, eloquente. Fosse la prima volta! « Cioè dopo rischi di farci la figura della cogliona. O peggio: della stalker! » Scosse nuovamente il capo. No no, bisogna esserne sicure di questa roba. « Secondo punto: sabato..e domenica..come l'hai sentito? Col contatto, dico. Cioè ti è parso distante, tipo che te lo stava dando e basta, oppure c'era qualche coinvolgimento? No perché capisci che è strano scoparsi una tanto per e poi farla rimanere tutto il giorno seguente. E le mimose! Cioè, mandi anche le mimose? Dai! Bo, o sei proprio un crudele manipolatore che gode nel farci credere la gente, oppure bo..hai il cazzo sotto Confudus. » Che non è da escludersi. Sono piuttosto certa che alcuni ragazzi si possano spiegare solo così: come cazzi sotto Confudus. Si voltò per ringraziare velocemente il cameriere che arrivò a portargli il nuovo bicchiere di spritz, prendendone subito un discreto sorso. « Terzo e ultimo punto: tu. Cioè, ti frega? Non tipo che ti sei innammmorata - ti pare? - ma..ci hai buttato un po' l'occhio? Tipo nel senso che magari volevi vedere un po' più dove andava la cosa e questa roba te l'ha fatta scendere. » Sospirò. « Non so in che termini sei rimasta con lui, però ecco, te lo chiedo seriamente perché tanto a me puoi dire pure una cazzata, ma a lui no. Che sia per una cosa o per un'altra, quello prima o poi ti sgama per forza. Quindi ecco, se capiamo in anticipo su cosa, nello specifico, andrà a sgamarti, magari possiamo pure pensare a come prepararci. »


     
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    « Quindi siamo girate di culo, ma lo siamo per principio. Ok..sono tante informazioni da digerire. » Annuisce, Mia, rivolgendole l'espressione disperata di un cucciolo abbandonato sul ciglio della strada durante una giornata piovosa. « Ho fatto un casino.. ti prego aiutami! » Sei tu la problem solver del gruppo. E in generale probabilmente chiunque sarebbe più capace di me di risolvere questa situazione. « Certo che devi essere proprio un fuckboy per mandare le mimose a una e scopartene un'altra nella stessa giornata. Cioè bo, non è che nessuno ti obbliga a spedire i fiori. Dai, è cattiveria gratuita, oggettivamente! Pare proprio che ti ci vuol far credere. Oh comunque proprio vero che sono sempre i più insospettabili. Era tanto gentile: salutava sempre! » Corruga la fronte di fronte a quelle parole, come se non avesse nemmeno considerato quella versione nella lettura assolutamente parziale delle cose. « Aspe', ma farmi credere che.. » Scuote la testa scoppiando a ridere mentre sorseggia il suo drink in silenzio, mettendo su un'espressione tra il confuso e l'incredulo. « Ma no, ma figurati quello era uno scherzo, perché avevo attaccato il pippone sulla manifestazione dell'8 marzo. » Si convince, Mia, così come si è convinta anche sul momento, non dando poi molto peso ai fiori in sé. In fondo, erano stati la conseguenza di una serie di scambi con Jeff, che a sua volta si era prestato alla mistificazione di quella ricorrenza assolutamente ridicola. « I fiori erano una cazzata, però.. NEL CONTESTO! Capisci.. » No, la posizione di Mia non era poi molto chiara, nemmeno nel contesto. Sembrava non dare peso a nulla di ciò che aveva vissuto negli ultimi giorni, eppure a un livello più viscerale, sembrava dare a ciascun dettagli un peso più significativo di quanto lo avesse. Ecco perché alla fine aveva semplicemente deciso di non pensarci, di non ragionare sopra a nulla, né di crearsi costrutti troppo elaborati in testa. Abbiamo scopato. E' stato divertente. Tanti cari saluti. Eppure il contesto c'era, e la notizia che Alyssa le aveva dato la mattina precedente, l'aveva portata a concentrarsi ulteriormente sul contesto, trovandolo assolutamente insensato. Fu l'improvviso cambio d'umore dell'amica a distoglierla dal suo giro di boa. « ODDIO! Ma lui è un lycan! » L'espressione da cane bastonato tornò in auge con più convinzione che mai. Avrebbe voluto sotterrarsi a quel punto. Ti prego Superiore, se ci sei, sarebbe questo il momento adatto per togliermi dall'imbarazzo di tutti questi casini. « Cioè, voi non avete quella roba del contatto mentale che è tipo la violazione della privacy più grossa da bo..sempre? » Mia le rivolse uno sguardo eloquente mentre si metteva a sedere più comoda, osservandola da dietro il bicchiere con uno sguardo colpevole. « MI SCUSIIII! UN ALTRO! » La giovane Wallace si apprestò a finire il suo, chiedendone a sua volta un terzo. Voglio rovinarmi. Sticazzi. « No ok, la cosa è seria. - » « Eh però pure tu! Non mi devi dire che la cosa è seria - la cosa non-è-seria! E' una cazzata. » La interrompe così, parlandole sopra, colta dal panico e gesticolando in maniera esagerata. « - Cioè, ti avrei detto di sparire anche solo nel dubbio, ma è evidente che non puoi farlo. Quindi la devi risolvere. Per forza. Ok. Adesso andiamo a fondo della questione. Prima cosa: Alyssa come lo sa che si è scopato la colombiana? Cioè, ne siamo sicure? È tipo news certa al cento percento oppure una diceria? No perché chiaramente se ti raffreddi così di colpo, quello potrebbe fare domande e metti il caso che Alyssa ha capito male? Cioè dopo rischi di farci la figura della cogliona. O peggio: della stalker! » Le guance della mora assumono un leggero colorito rosaceo, segno che sta iniziando a sbattersi internamente cercando di far uscire le parole giuste, senza sapere esattamente quale siano. Complice l'alcol, ormai sembra esagitata, come se fosse stata colta con le mani nel barattolo dei biscotti prima di cena. Sospira e abbassa lo sguardo pronta a ripercorrere la questione per come le è stata presentata. « Allora, lunedì abbiamo parlato parecchio - roba molto simpy, eh. Io non volevo uscire, perché boh pareva davvero strano che mo ci rivedevamo dopo un giorno, Alyssa ha fatto un casino perché voleva per forza uscire con loro - DI LUNEDI'! - poi visto che lui mezzo me la metteva in mezzo la cosa di vederci, gli ho detto di andare a farci un giro boh da qualche parte, ma non mi ha più risposto fino a tardissimo. Va beh poi lui è sparito per altre cose, tipo che è andato in campeggio, ci siamo ribeccati mercoledì, ma nulla di che - poi ti racconto, storia lunghissima, Ronnie, ricordiamocela questa cosa, che è più importante! » Ma evidentemente non abbastanza a giudicare dalla parlantina di Mia. « Ieri mattina, io e Alyssa litighiamo di brutto e lei proprio così per farmi rosicare mi dice che se l'è scopata la colombiana. Tra l'altro mi aveva detto che andava a sondare il terreno - cosa che io non le ho chiesto, perché non m'interessa! » Si stringe nelle spalle. « Però mi ha fatto rosicare lo stesso - dai cioè! » Mi spiego? Non si fa a prescindere! Le presentò la situazione esattamente come le era arrivata, senza filtro alcuno. « Boh, va beh tutto, ma perché mi doveva dire una cazzata. Alyssa non è così infame. » Anche se l'aveva presa in contropiede su una cosa di cui evidentemente non voleva affrontare le conseguenze, fatica a credere che l'amica farebbe qualcosa di così cattivo. E' cattiveria gratuita, cazzo! Specie quando sai che non ho la più pallida idea di come devo comportarmi. « Secondo punto: sabato..e domenica..come l'hai sentito? Col contatto, dico. Cioè ti è parso distante, tipo che te lo stava dando e basta, oppure c'era qualche coinvolgimento? No perché capisci che è strano scoparsi una tanto per e poi farla rimanere tutto il giorno seguente. E le mimose! Cioè, mandi anche le mimose? Dai! Bo, o sei proprio un crudele manipolatore che gode nel farci credere la gente, oppure bo..hai il cazzo sotto Confudus. » Prende a mangiucchiare qualche patatina dando il tempo a Ronnie di concludere il suo ragionamento in tranquillità, senza interromperla ogni cinque secondi con parentesi e digressioni forse un po' tanto inutili. « Terzo e ultimo punto: tu. Cioè, ti frega? Non tipo che ti sei innammmorata - ti pare? - ma..ci hai buttato un po' l'occhio? Tipo nel senso che magari volevi vedere un po' più dove andava la cosa e questa roba te l'ha fatta scendere. Non so in che termini sei rimasta con lui, però ecco, te lo chiedo seriamente perché tanto a me puoi dire pure una cazzata, ma a lui no. Che sia per una cosa o per un'altra, quello prima o poi ti sgama per forza. Quindi ecco, se capiamo in anticipo su cosa, nello specifico, andrà a sgamarti, magari possiamo pure pensare a come prepararci. » Restò un po' a pensarci, giocherellando distrattamente con la cannuccia del suo drink, finendo in un gorgoglio di ricordi che hanno un sapore differente dalle parole e i fatti che ha fino a quel momento raccontato. Annuisce tra se e se e si inumidisce le labbra, cercando di capire come spiegare a Ronnie la questione. « Ok.. allora.. mmmmh, come te lo spiego.. » Non lo so come te lo spiego cazzo, non è una cosa che si spiega a parole. Se fosse così semplice, forse l'avrei spiegata direttamente a lui e ci toglievamo da questo imbarazzo inutile e per giunta pure ridicolo a schifo.
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    « Questa cosa del legame.. è una robbbbba, Ronnie. Ma proprio una roba! Cioè non so proprio come spiegartela, non so nemmeno se c'ho capito qualcosa, ma è proprio assurdo. » A riprova di ciò gesticolò con totale mind blown con annessi occhi spalancati. « Non credo che potessimo essere distanti nemmeno se lo avessimo voluto. Cioè io avevo lo stomaco in gola, immaginati tipo nella centrifuga di una lavatrice - uguale! Apri tutto.. completo. Per me è stato così. E infatti.. adesso mi sento un po' una cogliona pure per questo. Non so se è stata la stessa cosa dall'altra parte.. da quello che ha lasciato intendere nemmeno lui l'aveva fatto prima. » Si stringe nelle spalle. « E poi, non è che abbiamo fatto solo quello.. abbiamo pure parlato. Il giorno dopo abbiamo studiato ma serio.. tra le altre cose. Sono stata un botto bene. Ma tipo tanto. » Sottolinea quell'ultima parola con sin troppa serietà, gettandole tuttavia uno sguardo eloquente seguito da un'alzata di occhi al cielo. Ma nulla di serio eh! « Va beh insomma, non è che mi frega, ma alla luce di ciò, non ti posso dire che non avevo voglia di riprovarci. Cioè dai, ma quando ti ricapita uno che sa pure più o meno dove mettere le mani, ti fa pure ridere, e ci stai bene insieme. Ma così.. per scherzo, una roba scialla. Cioè non è che deve essere una roba esclusiva, anzi! Però - il giorno dopo! » Avverte la poca sincerità delle sue parole. « Che poi io dico, se ti è piaciuto, perché devi andare da un'altra. E' sbagliato essere scialli ma non andare a scoparti ogni cosa che respira? Tipo che boh, siete amici, uscite, fate tutte cose, e poi fate anche quello.. però da amici! » Un ragionamento che ai suoi occhi fila liscissimo. « Aspè ora ti do un po' di contesto.. » Giusto perché non gliene aveva dato a sufficienza, evidentemente. E dicendo ciò afferra il cellulare, strabuzzando gli occhi. Guarda l'anteprima del messaggio e si morde il labbro inferiore. La strategia in questo casi è una sola. Mise la modalità aereo, si accertò di essere offline, per poi aprire la chat di Raiden, mettendole la chat di fronte agli occhi. Scorre in alto iniziando dai messaggi dell'8 marzo, dandole il tempo di leggere tutto con calma. « Stasera è a Londra. » Ho finito. Ciao. E dicendo ciò alzò le mani a mo di arresta sbattendo la testa sul tavolo.


     
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    « Boh, va beh tutto, ma perché mi doveva dire una cazzata. Alyssa non è così infame. » Su quel punto, Veronica annuì, chiudendo la situazione della colombiana con un « Ok, allora diciamo che su questo il ragazzo è rimandato a Settembre. » In fin dei conti, di prove concrete non ne avevano, ma la testimonianza di un'amica valeva sempre più rispetto a quella del ragazzo imputato, in tali situazioni. Tanto certa roba viene fuori, figurati! Frequentate gli stessi giri e state nello stesso branco: prima o poi gli altarini escono. A quel punto passò subito alle questioni di natura più emotiva, prestandosi ad ascoltare con ancor più acuta attenzione ciò che Mia aveva da dire a riguardo. Perché in fin dei conti era quella la materia più importante: come lei si sentisse. « Ok.. allora.. mmmmh, come te lo spiego.. » « A parole tue. Ho la serata libera. » disse, ridacchiando leggera prima di prendere un sorso di Spritz e puntare gli occhi in quelli dell'amica. « Questa cosa del legame.. è una robbbbba, Ronnie. Ma proprio una roba! Cioè non so proprio come spiegartela, non so nemmeno se c'ho capito qualcosa, ma è proprio assurdo. » Annuì. Eh me lo immaginavo. Mado', sarà pure una sega per certi versi, ma su altri dovrebbe essere proprio la svolta. « Non credo che potessimo essere distanti nemmeno se lo avessimo voluto. Cioè io avevo lo stomaco in gola, immaginati tipo nella centrifuga di una lavatrice - uguale! Apri tutto.. completo. Per me è stato così. E infatti.. adesso mi sento un po' una cogliona pure per questo. Non so se è stata la stessa cosa dall'altra parte.. da quello che ha lasciato intendere nemmeno lui l'aveva fatto prima. » A quelle parole, la Rigby contrasse i muscoli facciali in un'espressione addolcita, come quella di un cucciolo. « Awwwwwww, che cosa tenera però! » commentò, portandosi una mano al petto mentre con l'altra richiamava nuovamente l'attenzione del cameriere, facendogli cenno di portargli un terzo bicchiere. Il secondo, d'altronde, stava pericolosamente in procinto di finire. « E poi, non è che abbiamo fatto solo quello.. abbiamo pure parlato. Il giorno dopo abbiamo studiato ma serio.. tra le altre cose. Sono stata un botto bene. Ma tipo tanto. » Sorrise, nascondendo le labbra dietro il sorso che vuotò lo Spritz. E questa è la risposta che mi serviva, gentili telespettatori. Perché a quel punto, Ronnie era certa di non aver bisogno di altre conferme riguardo ciò che le aveva chiesto. Già solo quell'ultima frase e il modo in cui Mia ne parlava in generale era tutto ciò di cui la Grifondoro aveva bisogno per farsi un quadro anche piuttosto preciso della situazione. Ti conosco come le mie cazzo di tasche, Wallace. « Va beh insomma, non è che mi frega, ma alla luce di ciò, non ti posso dire che non avevo voglia di riprovarci. Cioè dai, ma quando ti ricapita uno che sa pure più o meno dove mettere le mani, ti fa pure ridere, e ci stai bene insieme. Ma così.. per scherzo, una roba scialla. Cioè non è che deve essere una roba esclusiva, anzi! Però - il giorno dopo! » Annuì seria, sostituendo subito il secondo bicchiere col terzo. Ormai Ronnie la conosceva abbastanza bene da sapere come trattare con lei in quelle circostanze. Per come la vedeva, il succo era piuttosto semplice: il tipo le piaceva, ma aveva paura di metterci la testa. E il copione, anche quello ormai Veronica lo conosceva: mettere Mia di fronte a quell'evidenza non sarebbe servito assolutamente a nulla. Bisogna assecondarla e instradarla un po' ad arrivarci da sola. Altrimenti scappa come i cerbiatti. Per quel che la riguardava, il caso su Mia poteva pure chiudersi lì e spostarsi tutto su un altro punto: scoprire quale fosse la posizione di Raiden in tutto ciò e cosa intendesse fare. Perché se la sta prendendo per il culo lo scasso. No, anzi, gli rovino la vita. Per sempre. Se ne torna in Giappone con la coda tra le gambe e la valigia di cartone tenuta da uno spago come gli immigrati negli anni trenta. « Che poi io dico, se ti è piaciuto, perché devi andare da un'altra. E' sbagliato essere scialli ma non andare a scoparti ogni cosa che respira? Tipo che boh, siete amici, uscite, fate tutte cose, e poi fate anche quello.. però da amici! » « Ma infatti! Se ti è piaciuto, perché cambiare? » Sottolineò, così, molto sul vago, pescando un cubetto di ghiaccio con la cannuccia per metterselo in bocca. « Aspè ora ti do un po' di contesto.. Stasera è a Londra. » Afferrò il cellulare come se fosse un potente talismano in grado di dirle la verità sui segreti del mondo e, sorseggiando il proprio Spritz, prese a scorrere la chat. Lesse tutto con grande attenzione, senza saltare i vocali. Perché i vocali sono importantissimi. Cioè, senti anche il mood nella voce. Saltare i vocali è da principianti. Sviscerò tutto con cautela, sorridendo di tanto in tanto tra sé e sé con una certa malizia nel leggere certe cose, immedesimandosi nella situazione. Beh dai, non male. Non male per nulla sul fronte texting. Di tanto in tanto leggeva qualcosa a voce più alta per sottolinearla, oppure dava qualche
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    commento breve, ma il vero scoppio arrivò su un punto preciso. « VIENI QUI E FAMMI PARLARE..SE NE SEI CAPACE!! » lesse, scandendo ogni parola con gli occhi strabuzzati e rossa in volto, allungando una mano a stringere il braccio dell'amica con un po' troppa forza. « MA IO URLOOOOOO! AAAAAAAAAAH! » Sto male. Non ce la faccio. Ambulanzaaaa!! Un mix di stupore e soddisfazione fu quello che si lesse sul suo volto in quel momento, quando aprì le labbra e sbatté un paio di volte la mano sul tavolo, ritrovandosi poi a soffiare e ventilarsi il viso accaldato con una mano. Si ravvivò i capelli e raddrizzò meglio la schiena, ascoltando il vocale di risposta di Mia con una certa aspettativa, ma il sorriso le morì presto sulle labbra. I suoi occhi corsero in quelli della compagna, interrogandola sgomenti. « No ma allora sei proprio una cogliona, Mia, fattelo dire. Te lo tirerei sto telefono. MA MORGENSTERN COSAAAA?? No vabbè guarda io non c'ho parole, potrei finire qui e andarmene ma continuo solo per completezza. » Arrivò quindi al fatidico "sono a Londra", richiudendo a quel punto la chat con un sospiro e allungando il telefono sul tavolo per restituirlo all'amica. L'espressione contrita e un sopracciglio alzato. « Fammi bere, vah. » disse, buttando giù un lungo sorso di Spritz prima di poggiare il bicchiere e cominciare a tamburellare le dita sul tavolo, fissandola. Suspence. « Guarda, io non ho parole per descrivere la forza con cui te lo ha letteralmente schiaffato in faccia in questi messaggi. Tipo che a una certa mi aspettavo quasi una dick pic con tanto di freccia luminosa. » Ma grazie a Dio non l'ha fatto. Avrebbe rovinato tutto. Su questo penso che possa concordare chiunque. « Bo. Vuoi la mia opinione? Secondo me ci sta provando in maniera anche abbastanza palese. Non mi è ben chiaro lo scopo ultimo - e su questo bisogna approfondire - ma messo tutto sul piatto della bilancia non si può dire che abbia fatto lo gnorri o si sia tirato indietro. » Sospirò, prendendo un altro sorso dal drink e alzando un indice come a segnalare che aveva altro da aggiungere. « Ovviamente la variabile della colombiana su questo potrebbe essere indicativa. Perché se ci è andato, allora vuol dire che c'ha proprio in testa il pallino di scopare e quindi se non sei tu è un'altra - molto easy. Se invece non ci è andato.. » sollevò un sopracciglio, eloquente « ..ce sta a prova': le chiacchiere stanno a zero. » Ma secondo me, colombiana o no, ci sta provando comunque. Solo che se ci è andato lo sta facendo male e un po' da pezzo di merda. Quindi più che altro mi interrogherei sulle red flags, piuttosto che sulla sua posizione. Si scolò un altro generoso sorso di spritz, cominciando a sentirsi particolarmente leggera. « Bo, Mia, non lo so. Ma tu ci vuoi andare di nuovo? Perché da come me l'hai raccontata sembra di sì, ma dai messaggi pare quasi di no. Cioè, gli hai affondato un po' tutti i tentativi. Vero, poi comunque gli hai detto quella cosa del "se passi da qui", però sembrava che lo dicessi più per dire che altro. » Ci pensò un attimo, abbandonandosi con la schiena contro la sedia con un sospiro. « Vabbè, stasera è a Londra. Non puoi fare nulla. Però se lo vuoi ribeccare, io fossi in te comincerei a gettare le basi per domani sera. » Pausa. « Il punto è: lo vuoi ribeccare? »


     
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    « VIENI QUI E FAMMI PARLARE..SE NE SEI CAPACE!! MA IO URLOOOOOO! AAAAAAAAAAH! » Non proprio la reazione che si sarebbe aspettata. Certo, Mia si era sentita piuttosto tentata di prendere la propria felpa e lasciare la sua stanza non appena quel messaggio le era arrivato, però, al contempo, si era detta che si sarebbe esposta un po' troppo. In fondo gli aveva fatto quelle domande senza pensarci, senza poi troppe strategie. Aveva insomma buttato il sasso e nascosto la mano, come spesso faceva quando voleva sentirsi come se avesse in mano la situazione, pur non avendocela affatto. Le lasciò il tempo di ascoltare il suo vocali, alzando gli occhi al cielo, percependo già in anticipo il cambio d'umore dell'amica. Annuì tra se e se prima ancora di ascoltare la sua risposta in merito. « Lo so.. però senti.. » Una reazione che aveva tutta l'aria di un infantile ha cominciato prima lui, pur non essendo quello il caso. « No ma allora sei proprio una cogliona, Mia, fattelo dire. Te lo tirerei sto telefono. MA MORGENSTERN COSAAAA?? No vabbè guarda io non c'ho parole, potrei finire qui e andarmene ma continuo solo per completezza. Fammi bere, vah. » Sospirò abbassando la testa. Per un po' non disse niente, sgranocchiando patatine e andando avanti a sorseggiare il suo drink. « Guarda, io non ho parole per descrivere la forza con cui te lo ha letteralmente schiaffato in faccia in questi messaggi. Tipo che a una certa mi aspettavo quasi una dick pic con tanto di freccia luminosa. Bo. Vuoi la mia opinione? Secondo me ci sta provando in maniera anche abbastanza palese. Non mi è ben chiaro lo scopo ultimo - e su questo bisogna approfondire - ma messo tutto sul piatto della bilancia non si può dire che abbia fatto lo gnorri o si sia tirato indietro. [...] Se invece non ci è andato.. ce sta a prova': le chiacchiere stanno a zero.» Mia alzò gli occhi al cielo assumendo un'espressione buffamente pensosa, tamburellando le dita sul tavolo e scoccando la lingua contro il palato. Mentalmente cercava di misurare i pro e i contro di un qualcosa che già sapeva, ma che ora Ronnie le aveva sbattuto in faccia contro ogni forma di dialettica possibile. Che Raiden ci stesse provando era evidente, tanto quanto era evidente che Mia cercava ogni scusa per non farselo andare bene. Forse perché in fondo, di passare da una semplice sveltina a qualcosa di diverso le faceva paura, o forse perché in fondo sapeva già di aver superato il limite e di essersi esposta troppo. « Che poi vorrei puntualizzare che avevo paura di essere beccata fuori prima dell'interrogazione e manco mi ha interrogato l'altro giorno. Mi ha interrogato oggi. Figurati quanta voglia ho avuto di studiare. » Non si era beccata alcun voto, ma l'umiliazione dell'ennesima cazziata era bastata per fargliela scendere ancora di più. Ironico come riesco a rovinare tutto. Ma proprio tutto tutto. Ho iniziato la settimana con un O-- e la finisco con uno smacco alla mia sopravvalutata intelligenza. Metafora della mia vita. « Va beh comunque sono andata nel panico, ok? Mi sembrava strana sta cosa che dovessimo vederci sempre-sempre. Cioè non che non ne avessi voglia, però non sapevo come dire che mi andava, però non mi andava di rischiarmi gli weekend. » Si stringe nelle spalle. « Mi ha messo un po' con le spalle al muro. Gli ho fatto delle domande lecite.. » A cui mi aspettavo una risposta come conferma.. Lì sul momento si fermò per un istante ripensando alla risposta di lui, sospirò e chiuse gli occhi annuendo tra se e se. Scosse la testa sbattendosi il palmo in fronte. « ..era la sua risposta. Ma certo.. » Cogliona. Grandissima cogliona. « Bo, Mia, non lo so. Ma tu ci vuoi andare di nuovo? Perché da come me l'hai raccontata sembra di sì, ma dai messaggi pare quasi di no. Cioè, gli hai affondato un po' tutti i tentativi. Vero, poi comunque gli hai detto quella cosa del "se passi da qui", però sembrava che lo dicessi più per dire che altro. Vabbè, stasera è a Londra. Non puoi fare nulla. Però se lo vuoi ribeccare, io fossi in te comincerei a gettare le basi per domani sera. Il punto è: lo vuoi ribeccare? » Allunga la mano per farsi ridare il cellulare. Toglie la modalità aereo e torna alla realtà vedendosi comparire di colpo diverse notifiche sullo sfondo. Ci pensa un po', beve qualche altro sorso del suo drink, alza la mano e chiede il prossimo e poi assottiglia lo sguardo pensando attentamente a cosa vuole dire questa volta. « Allooooooora.. E qua-quaaaaal è lo - styling - per - un'uscita - a - Loooondra? » Mima così il primo messaggio lasciando saettare lo sguardo ogni tot sul volto dell'amica, continuando a digitare con veemenza. « Passa qua! » Avvicina il bicchiere della mora e ci scatta al volo una foto. « Da - Hogsmeade - è - tuuuuutto. Ok torniamo a noi. » Ma nonostante ciò resta ancora a fissare lo schermo per qualche istante, scorrendo la chat a ritroso, come se cercasse altri appigli e scuse.
    Non volendoci pensare troppo tuttavia, scuote la testa e appoggia il cellulare sul tavolo. Resta per un po' in un silenzio imbarazzante osservando l'amica con un sorriso leggermente malizioso, prima di inumidirsi le labbra e passare oltre. « Va beh, con l'amico Raiden però non si parla solo di questo. Praticamente.. e ti prego non spanicare » Le indica il bicchiere e glielo avvicina. « -bevi su! » Fa altrettanto prima di continuare. « Stavamo pensando di mettere su un piccolo piano di allenamenti. Sai.. per rendere un po' di gente più pronta per cose come quella che è successa a settembre. » Pausa. « Al rave. » Posa una mano sul braccio di Veronica, rinsaldando la presa istante dopo istante. Tenta in un certo qual modo di infonderle un po' di sicurezza, e forse, anche infonderla a se stessa. Di ciò che è successo non si è mai parlato granché. Forse per un po' tutti loro si sono un po' convinti che non è mai successo niente, che è stato un brutto incubo. Però non è stato così. « Parlerò anche con Troy e Gabriella, per iniziare, visto che erano con noi. » Non vedo l'ora, yey! E infatti stirò un sorriso piuttosto sgradevole e scocciato. « Bisognerà fare opera di convincimento su Alyssa - infatti in parte abbiamo litigato per questa ragione - e chiaramente intendo trascinarmi appresso anche Jesse. Quel ragazzo ha veramente bisogno di riconsiderare le sue priorità. » Sospirò sgranando gli occhi. Ci vuole tanta pazienza. « E poi dovrò parlare anche con King. Non ti dico, l'altro giorno gli ho letteralmente mollato un pugno sulle palle, tanto mi ha snervato. Quasi quasi spero di non dover fare troppa opera di convincimento. Di questo passo lo lascio senza eredi, e forse è meglio così. » Scuote la testa e si stringe nelle spalle. « Non ci siamo ancora organizzati più di tanto anche perché - beh, la situazione è stata un po' strana questi giorni - però l'idea è creare una cosa un po' inter nos, con discrezione. Anche perché, in generale - pare, ma prendilo con le pinze - è molto probabile che ai piani alti non sarebbero poi molto contenti se scoprissero di questa nostra iniziativa. Anche perché figurati, se non l'hanno fatto fino ad ora, evidentemente non è nelle loro priorità. » A quel punto sospira, prende un altro sorso, e controlla al volo il cellulare. « Ci stai, vero? Inutile dire che ci saranno un po' di collegiali.. » Le rivolge un sorriso malizioso sciabolando le sopracciglia. Perché ok che è una cosa seria, ma ora non è che dobbiamo ammazzarci e farcela prendere a male prima che ci ammazzi la Loggia. E sapeva Mia, che in un certo qual modo, quel suo atteggiamento era una forma di anestetico, per non pensarci, per non dare sfogo alle profonde inquietudini che provava. Non se la sentiva. Non si sentiva di abbandonarsi allo sconforto neanche per un istante. E forse in fondo, era anche peggio.


     
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    « Allooooooora.. E qua-quaaaaal è lo - styling - per - un'uscita - a - Loooondra? Passa qua! Da - Hogsmeade - è - tuuuuutto. Ok torniamo a noi. » Annuisce con vigore, chiudendo gli occhi con aria solenne nel portarsi la cannuccia alle labbra e schioccare tre volte le dita come a manifestare la propria approvazione riguardo la scelta di inviare un simile messaggio. Go get it gurl! « Se non manda qualche fotina hot con tipo tutta la camicia aperta è un coglione. » Ci pensò un attimo, sbottando poi a ridere senza alcuna motivazione apparente. Che a quel punto si sentisse la testa piuttosto leggera era evidente, ma questo non la frenò comunque dall'accennare al cameriere di cominciare già a preparare il prossimo Spritz. « Comunque approvo molto la scelta di fotografare i nostri due bicchieri. Non mi hai preso in foto, giusto? A parte che minimo vengo di merda, ma poi è necessario celare l'identità della compagnia eeeeeh - che te lo dico a fare? » Le rivolse un occhiolino giocoso, ridacchiando tra sé e sé nel far roteare il ghiaccio nel bicchiere con la cannuccia. « Va beh, con l'amico Raiden però non si parla solo di questo. Praticamente.. e ti prego non spanicare. » L'espressione di Ronnie si fece subito preoccupata. « Beh oddio con questo incipit. » E adesso di che parlano? No vabbè, minimo questo c'ha dei problemi seri e adesso si spiega la stranezza di certa roba. « -bevi su! » Obbedì, fregandosene della cannuccia e tracannando ciò che era rimasto del proprio Spritz. « Stavamo pensando di mettere su un piccolo piano di allenamenti. Sai.. per rendere un po' di gente più pronta per cose come quella che è successa a settembre. Al rave. » Le labbra della Grifondoro andarono immediatamente a perdere qualunque curvatura avessero, lasciando trasparire dai suoi occhi una preoccupazione che di colpo si era fatta più seria e contenuta. Aggrottò la fronte, poggiando i gomiti sul tavolo e il mento su una mano nel farsi più vicina all'amica, così da permetterle di parlare a voce più bassa. Che la serata del rave avesse lasciato la giovane Rigby con una certa paranoia latente, questo era evidente. Una volta arrivata al castello, la prima cosa a cui aveva pensato era stato recuperare il coltello che aveva nascosto dietro a un mattone durante la ricostruzione di Hogwarts; coltello che teneva la notte sotto il cuscino e il giorno sempre in borsa. Azioni, quelle, che per la mora erano diventate quasi routinarie anche a dispetto del lento innestarsi di una certa tranquillità e sicurezza nel suo cuore. Nemmeno ci pensava più in maniera cosciente, a quel pugnale, ma l'idea di averlo con sé la faceva comunque sentire più serena. Non che fosse chissà quale asso nell'usarlo, ma quanto meno sapeva di dover infilzare con la parte appuntita. « Parlerò anche con Troy e Gabriella, per iniziare, visto che erano con noi. » Aggrottò la fronte, confusa. « Troy e Ga-..? » fece per chiederle, capendo in seguito a chi la Wallace si stesse riferendo. « Aaaaaah! » disse, annuendo piano, facendole cenno di continuare. Certo certo, Maeve e Derek. Anche loro se la sono scampata per un soffio lì dentro. Non ci fossero stati lycan e sin eater ci avremmo lasciato le penne. « Bisognerà fare opera di convincimento su Alyssa - infatti in parte abbiamo litigato per questa ragione - e chiaramente intendo trascinarmi appresso anche Jesse. Quel ragazzo ha veramente bisogno di riconsiderare le sue priorità. » Sospirò, prendendo il bicchiere che il cameriere gli portò e stirandogli un sorriso questa volta più distratto in ringraziamento. « Jesse è..sensibile. » disse, lanciandole uno sguardo eloquente nel sottolineare quell'aggettivo. « Ci parlerò io. Come sin eater, se dovesse accadere qualcosa, lui sarà tra quelli più a rischio e non può permettersi di rimanere col culo scoperto. » Anche a costo di trascinarlo per le orecchie ad allenarsi. Se nulla accadrà, potrà far tesoro dell'esperienza ed eventualmente prendersela con me per averlo pressato, ma in caso contrario..beh, mi ringrazierà quando non verrà sbranato da un demogorgone. « E poi dovrò parlare anche con King. Non ti dico, l'altro giorno gli ho letteralmente mollato un pugno sulle palle, tanto mi ha snervato. Quasi quasi spero di non dover fare troppa opera di convincimento. Di questo passo lo lascio senza eredi, e forse è meglio così. » Un leggero sorriso andò a increspare le labbra della mora nel sentire quelle parole, portandola a coprirsi la bocca mentre sbuffava una lieve risata dalle narici. Prese un sorso di Spritz, sciabolando le sopracciglia. « Ah quanto avrei voluto essere una mosca! » « Non ci siamo ancora organizzati più di tanto anche perché - beh, la situazione è stata un po' strana questi giorni - però l'idea è creare una cosa un po' inter nos, con discrezione. Anche perché, in generale - pare, ma prendilo con le pinze - è molto probabile che ai piani alti non sarebbero poi molto contenti se scoprissero di questa nostra iniziativa. Anche perché figurati, se non l'hanno fatto fino ad ora, evidentemente non è nelle loro priorità. » A quello, onestamente, Veronica non aveva mai pensato. Una parte di lei
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    aveva trovato naturale lasciarsi alle spalle il trascorso delle Logge una volta chiuse, ma riflettendo sulle parole di Mia si rese conto di quanto in effetti potesse essere problematica una simile scelta. Aggrottò la fronte, pensosa, appoggiandosi contro lo schienale della sedia e accavallando le gambe per far ciondolare ritmicamente un piede come a dar ritmo alle proprie vorticanti riflessioni. Volevamo tutti dimenticare, ne avevamo bisogno anche quando, forse, non era la cosa migliore per nessuno di noi. Ma non pensavamo che sarebbe mai successo di nuovo. O se lo pensavamo, non volevamo crederci davvero, bevendoci fino all'ultima goccia quella vita che di colpo avevamo imparato ad apprezzare. « Ci stai, vero? Inutile dire che ci saranno un po' di collegiali.. » Lo sguardo di Ronnie venne come risvegliato da quella domanda, tornando negli occhi dell'amica solo per farsi un po' strano nell'udire quell'ultima frase. Stirò comunque un sorriso, facendo finta di nulla perché, in fin dei conti, dei propri piccoli drammucci personali non aveva poi questa gran voglia di parlare in seguito a quel discorso. Annuì quindi con convinzione. « Hai la mia ascia, Wallace! » disse, tra il solenne e il leggero, come a voler stemperare un po' della propria stessa tensione. Sollevò quindi di poco il proprio bicchiere, lanciandole uno sguardo eloquente prima di farlo cozzare contro quello di Mia a suggellare l'accordo appena raggiunto. Prese un sorso, poggiando poi lo Spritz sul tavolo prima di sospirare e passarsi una mano tra i capelli, umettandosi le labbra. « Dovremmo partire dalla gente fidata. Persone come Shai, Benjamin, le nostre compagne di stanza.. » lasciò cadere l'elenco come a farle capire a grandi linee a chi si stesse riferendo. Gente sul cui silenzio potevano contare, o che comunque sarebbero riuscite a convincere con una certa facilità. « Poi ci servirà l'aiuto di Pervinca e Holden per coprirci. Io, dalla mia, chiederò una mano anche ad Asher - sia mai che avere un fratello custode si riveli finalmente utile! » Che poi, anche se dovesse spifferarlo a mamma e papà, dubito che farebbero chissà quali storie. Anzi, probabile pure che facciano qualcosa per aiutarci..per quanto effettivamente possano fare. Storse le labbra, continuando a riflettere sulla questione prima di rivolgere uno sguardo all'amica. « Il resto del branco? Hai parlato con loro? Cioè..adesso non so come tu e Raiden vi divertiate nel tempo libero, ma dubito che questa idea sia saltata fuori tra uno sbaciucchiamento e l'altro. » incurvò leggermente le labbra, sorridendo e stringendosi nelle spalle. Si scherza in buona fede. « Quindi immagino che..beh..insomma..qualcosa sia venuto alla luce per far nascere questo progetto. » Ci pensò un attimo, scoccandole uno sguardo serio. « Se è successo qualcosa di brutto, davvero Mia, preferisco saperlo. Anche a costo di rovinarmi la serata. » E le restanti settimane, se è per questo.


     
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