Duetto a tre

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    the devil inside;

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    Il venerdì è un bel giorno. Lo è da sempre, per la giovane Wallace, che con infinita letizia aspetta il rintocco delle ore 14 per sgattaiolare velocemente fuori dall'aula di Trasfigurazione e darsi alla macchia. « Eeeeeee anche questa settimana è finita signori! » Si lascia cadere pesantemente sulle spalle di Shai, mentre si dirigono tra schiamazzi e chiacchiere varie verso la Sala Grande per il pranzo. Giunti in Sala Grande prendono posto in fondo al tavolo Tassorosso dove si siedono di fronte a Jessie, fratello minore di Ronnie che ormai hanno preso sotto l'ala. Lo mettono in mezzo mentre parlano delle loro avventure degli ultimi giorni, insistendo affinché il piccolo Rigby faccia altrettanto. E poi di scatto, Mia dà una leggera gomitata alla migliore amica, indicandole dall'altra parte della Sala Grande, niente meno che Maeve e Derek. « Troy e Gabriella a ore tre. » Veronica volge lo sguardo in quella direzione con fare piuttosto vago, come se cercasse qualcuno nella folla, prima di tornare a chiedere il vassoio di patate al forno che Shai le passa con naturalezza. Quel piccolo gruppetto è ormai al corrente di ciò che lentamente si sta costruendo sotto il naso di Bauldry. Beh, costruendo forse è una parola impegnativa. Mia non ne ha parlato con molta gente. Sta procedendo per gradi, un po' alla volta. Teme che qualcuno potrebbe essere di bocca larga e rovinare tutta l'operazione - e per quello c'è già Alyssa, che da sola vale per dieci. Aggiungiamoci pure Asa King e il quadretto si complica ancora di più. « Ci hai già parlato? » La Wallave scuote la testa alzando gli occhi al cielo. « Quanto non ho voglia! » E lì è Shai a intervenire scoppiando a ridere. « Dai sono tranquilli. » Tranquilli un par di palle, Shai. Tranquilli un par di palle. Non sei tu ad essere stato obbligato a recuperarli dentro la Loggia perché sono troppo imbecilli per farsi i cazzi loro. Inizia a mangiare con più voracità, torturando la povera bistecca che ha nel piatto come se fosse l'inizio e la fine di tutti i suoi mali. « Minimo propongono di spostare gli allenamenti in Svizzera. » « Coltello targato Marc Jacobs. » « Stivaletti di camoscio personalizzati by Prada. » Shai scuote la testa e alza gli occhi al cielo. « Organizziamo una raccolta fondi per le vittime della moda in battaglia. » « Su quello sei esperta. » E lì Mia zompò sulla sedia punta sul vivo, seppur apertamente divertita dalla questione. « Perché tu non mi hai vista in tenuta da cacciatrice. Potrei partecipare al Best Ass Award e vincere a mani basse. » E almeno su questo non c'erano poi troppi dubbi. « Ma non se ci partecipa pure la colombiana. » Eh no eh, qui non ci siamo. « La colombiana però, come tutto questo manico di stronzi, deve prima imparare a reggere un pugnale in mano. Voglio proprio vedere i gran guerrieri scelti quando tutta questa roba inizierà. » E via così continuarono finché la Sala Grande non prese a svuotarsi. [...] Decise di godersi il pomeriggio in solitudine. Non era dell'umore adatto per stare in compagnia. Nonostante le zelanti risposte che la giovane Wallace propinava a chiunque, non si trovava nelle migliori delle condizioni per fare assolutamente nulla. Non mi va di studiare, non mi va di socializzare, non mi va di vivere. Un mantra che sembrava perseguitarla da diversi giorni a quella parte, a discapito della sua media che non stava migliorando nemmeno un po'. Nonostante ciò, trovò giusto e doveroso dedicare quel pomeriggio a un dolce far nulla, testando piuttosto le sue capacità di arrampicarsi e saltare da un ramo all'altro, seguendo le sponde del Lago Nero in direzione della rimessa. Il venerdì pomeriggio la tenuta del castello pullulava di persone. Ma non quella zona. Salvo qualche coppietta in lontananza seduta all'ombra degli alti cespugli, l'area era piuttosto sgombra. Fu solo quando giunse in prossimità della rimessa delle barche che sentì delle risate più persistenti. Chiacchiere a cui non diede poi troppo peso e che sarebbe stata intenzionata a ignorare se solo con la coda dell'occhio non avesse riconosciuto una folta chioma di capelli color rame. Su un fazzoletto d'erba in riva al lago, Maeve Cousland e Derek Hamilton si godevano un tipico pomeriggio per coppiette. Scoccò la lingua contro il palato, conscia del fatto che dalla sua posizione non avrebbero potuto vederla e restò per qualche istante a osservarli. Inclinò la testa di lato e rimase lì, in equilibrio, cercando appoggio contro il tronco dell'albero, assistendo alla scenetta con vivido interesse. Li trovò carini, pur non volendo definirli tali nemmeno mentalmente. Colta in un momento di intimità, persino una delle golden couples di Hogwarts dimostrava vulnerabilità. Seppur non avesse programmato di passare così il pomeriggio, non appena lui si sporse per posarle un bacio sulle labbra, Mia comprese di aver voglia di rompere le uova nel paniere. Così, perché posso e perché nessuno ha il diritto di essere così felice a discapito di tutti noi stronzi. Stirò un sorriso tra se e se e sospirò. Ok, avete rotto il cazzo. E come la migliore delle importunartici seriali, si schiarì la voce lasciando loro intuire la direzione da cui proveniva quell'improvvisa intrusione.
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    « Atti osceni in luogo pubblico? Vogliamo davvero macchiare la fedina della nostra impeccabile Caposcuola in questa maniera? » A dirla tutta, la zona era tutto fuorché in vista, e forse, fu proprio questo il motivo per cui decise di avvicinarsi. Di cosa potessero pensare si curò poco. Saltò giù dal ramo con un piccolo tonfo, svelando finalmente la sua identità, superando la figura di Derek a cui diede una pacca sulla spalla, gettando uno sguardo malizioso alla giovane Maeve Cousland. Non puoi così impeccabile, Maeve. In realtà non c'era nulla di male, né Mia avrebbe solitamente rimarcato così tanto la scenetta, se solo i suoi trascorsi con la Caposcuola non avessero subito un leggera escalation. « Bravo. Così mi piaci. » Si posizionò di fronte a loro con noncuranza, sedendosi sull'erba e abbassandosi di conseguenza gli occhiali da sole scuri sul viso. « Allora.. » Disse infine dopo una breve pausa di riflessione, che si era presa con sin troppa calma. « ..come va piccioncini? Quali sono le novità dalle vostre parti? » Nel paese Riccanza i ristoranti sono ancora sempre pieni? Lo spread tutto apposto? « Sapete.. ultimamente mi è venuto questo dubbio esistenziale. Ho iniziato a chiedermi.. ma perché io non esco di più con Derek e Maeve? Certo - Derek - noi ci vediamo abbastanza.. » Se non bastasse la radio mi tocca pure vedere il tuo sorriso finto come una moneta da tre falci ogni fottuta mattina in Sala Comune. « ..però con te, Maeve! » Solleva lo sguardo verso l'alto e sospira profondamente con finto rammarico. « Non ci vediamo mai. Ci dividono questi sette piani di distanza.. è un gran peccato. » Un grandissimo peccato. « Potrei imprare un sacco di cose da te. Me lo dicono spesso anche i miei amici: esci di più con Maeve Cousland. » Un siparietto amorevole, che Mia sembra pronta a portare agli estremi senza curarsi minimamente di quanto potesse rendersi odiosa ai loro occhi. Tanto.. peggio di così! Per una volta che ho il coltello dalla parte del manico - letteralmente - devo godermela. « Anche perché ultimamente sto seriamente pensando di dedicarmi di più a questa roba dell'influencing. E infatti mi stavo chiedendo, no.. ma tu, Maeve, quanto prendi a post? » Pausa. « E' una roba almeno un po' redditizia? » Altra pausa mentre le rivolge un sorriso smagliante. « Me le ripagherebbe diciamo.. un paio di scarpette di Jimmy Choo? » E a quel punto si gira verso Derek come a voler fornirgli un'informazione confidenziale. « Sto rinnovando l'armadio, sì. » A quel punto si ferma per qualche istante passando lo sguardo da uno all'altro. « Si insomma, credo proprio che dovremmo uscire di più. Voi cosa ne pensate? »



     
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    Il sopraggiungere del venerdì, accompagnato dal suono della campanella dell'ultima lezione prima dell'ora di pranzo, aveva un solo ed unico significato per un Caposcuola: un'altra settimana d'inferno - passata fra ragazzini indisponenti ed immaturi ai limiti del sopportabile, capaci d'inventarsi i più disparati metodi per infrangere delle regole concepite appositamente per la loro disciplina e tutela - era quasi giunta al termine. Non che l'arrivo del weekend mettesse fine a tutti gli effetti, ai doveri e la miriade di compiti che Maeve seguiva con estrema fermezza, ma se non altro nei fine settimana la rossa riusciva a scorgere uno spiraglio di luce potendo abbandonare il Castello - e quella gabbia di adolescenti esagitati - per qualche ora. In verità, non erano neanche le tante mansioni, le ronde notturne o le responsabilità di cui si era fatta carico con quella spilletta - aggiunte ai suoi tanti altri impegni extracurriculari - a portarla sempre più vicina all'esasperazione; quanto probabilmente la prospettiva di un futuro sempre più prossimo che anelava, ma che al tempo stesso le appariva ancora troppo lontano. Mancavano ormai pochi mesi, alla vera e propria conquista della libertà. Non dal ruolo di Caposcuola, che avrebbe lasciato suo malgrado a qualcuno di sicuro meno zelante e capace di Lei, ma di studentessa Corvonero dell'ultimo anno. Iniziava a starci stretta soltanto in quei panni, nei dormitori e nelle zone comuni. Mentalmente, Maeve era già indirizzata verso il mondo del College e degli adulti: aveva già superato il programma scolastico della maggior parte delle materie, gettandosi in quello di Magisprudenza; non era minimamente impensierita dai M.A.G.O., né aveva dubbi su ciò che avrebbe fatto una volta diplomata... Che poi, in tutto quel futuro roseo che si era prefigurata, ci fosse anche il vero e proprio raggiungimento d'indipendenza e libertà che desiderava, andando finalmente a vivere con Derek a casa loro, era una motivazione ancor più plausibile per il suo essere intimamente impaziente ed emozionata. C'entrava meno col suo stato d'animo altalenante, assetto ormonale sballato che la portava a sbalzi d'umore frequenti, forse riconducibili alla mancanza di sonno, gli incubi persistenti e il timore associato alla minaccia intangibile della Loggia Nera. Non condivideva con nessuno quei pensieri, se non con l'Hamilton. Ed anche se entrambi erano inclini ad un atteggiamento propositivo ed incoraggiante, la giovane sapeva d'essere più scossa e preoccupata di quanto lasciasse intendere. Non le serviva ricorrere neanche alla legilimanzia, per sentire visceralmente che fosse lo stesso - o perfino peggio - anche per Lui. Come per tutti gli altri che ne erano al corrente. Alla luce di ciò, perdere tempo ed energie con le situazioni infantili in cui finivano coinvolti i suoi compagni, a volte riusciva quasi ad incrinare il suo autocontrollo infinito in merito. « .. E quindi la Lindstörm sta riscuotendo un sacco di consensi. È brava, n'est-ce pas? » « Mh, mh. » Aveva smesso di ascoltare Theseus già da un po'. Camminandogli di fianco, diretti insieme in Sala Grande dopo l'ultima lezione in comune, stavano chiacchierando del più e del meno prima che la mente della giovane prendesse a perdersi nei suoi soliti voli pindarici. « Non hai ascoltato una singola parola, vero? » Arrestò il passo, tornando presente per la gomitata che l'amico le diede, riconquistandone l'attenzione. « Certo, che ti ascoltavo. Parlavi della Lindstörm. L'improvviso interesse generale per Babbanologia, non ha nulla a che vedere col suo essere incredibilmente carina, mh? Continuo a preferire la Branwell. » Ridacchiò in maniera forzata, rivolgendo al bruno un'alzata di sopracciglia eloquente. « Così mi offendi, mon ami. » Avrebbe ripreso a muoversi, se l'altro non l'avesse fermata, afferrandole un braccio con l'estrema delicatezza targata Rosier. « Vee, so che te l'ho già chiesto, ma ultimamente sei sfuggente. Più del tuo solito. Tout va bien? Non ti starai stressando troppo? » Davvero pensi che organizzata ed appassionata come sono, soltanto degli impegni possano estenuarmi? Non mi conoscete davvero, in fondo. Si preparò interiormente a mostrare il sorriso più convincente che possedesse, per tranquillizzare Theo, ma non ce ne fu bisogno: un Elfo domestico spaurito le corse incontro in preda al panico, interrompendo il suo tentativo di depistare il compagno e al contempo spegnendo la speranza di raggiungere la sala per pranzare. Giunta nelle cucine, aveva trovato il luogo del misfatto: un'infinità di Fuochi Forsennati che balzavano da una parte all'altra della stanza, col rischio di creare un macello incredibile, perché a qualcuno era venuta la brillante idea di provare a far evanescere le fiammelle facendole invece moltiplicare. Arrivare ai colpevoli dello scherzetto ai danni dei poveri elfi era stato tanto rapido quanto indolore, così come la sottrazione di punti esorbitante che l'accompagnò mentre metteva finalmente piede in Sala Grande. Ma seriamente, perché? Col rischio di far male a quei poveracci poi. A passo cadenzato, non si soffermò sulle varie tavolate, procedendo subito verso quella designata dove sapeva avrebbe trovato Derek. Scivolò con un movimento flessuoso al suo fianco, sedendosi sulla panca Serpeverde non badando ai restanti commensali, accarezzando una spalla del giovane nel mentre si accomodava aggraziatamente. Le bastò un primo scambio di sguardi, per far sì di farsi capire e spiegargli senza l'ausilio delle parole il motivo di quel lieve ritardo. « Adesso sono anche un pompiere. E alla fine, la cattiva della situazione devo sempre farla io. Maddie è troppo comprensiva, Valtersen non sto neanche a dirtelo. E Friday... è Friday. » Sbottò sottovoce con estremo sarcasmo, seppur con la stessa pacatezza che la contraddistingueva anche quando iniziava a perdere la pazienza per idiozie del genere. Con quale criterio, Bauldry li ha scelti? Voleva un gruppo variegato? No, per capirci. Mi pare di fare tutto il lavoro al doppio, a volte. Nana non aveva tutti i torti. « Alcuni ragazzini del terzo anno hanno iniziato a chiamarmi la Sbirra. Preferivo di gran lunga la nomea da Michelle Obama, messa in giro dallo stalker Tassorosso che mi perseguita. » Aggiunse, incrociando le braccia e poggiandole sulla superficie in legno, sollevando lo sguardo verso il soffitto incantato. Quegli appellativi riusciva a trovarli divertenti, benché ridicoli. Mantenersi seria difatti, di fronte a quelle infantilità, divenne ancor più complesso non appena tornò a specchiarsi negli occhi scuri dell'Hamilton. Cambio d'umore numero mille della giornata. Affondò i denti nel labbro inferiore, tentando invano di smorzare il sorrisetto crescente. « Non fare battutine, o potrei esercitare il mio immenso potere in quanto figura autoritaria, anche su di te. » Gli puntellò l'indice contro il bicipite, punzecchiandolo col tono divertito e provocatorio di chi si stesse lasciando prendere più dai loro giochetti, che dalle malcelate minacce inesistenti. « E non come ti piacerebbe. » Concluse abbassando ancor di più la voce, sporgendosi ancora verso di lui, con un'espressione che aveva in sé una sfumatura puramente allusiva. Siete in Sala, Maevey. Eddai. Soffocò infatti una risata bassa, non riuscendo a mantenersi a lungo seria in quel posto affollato, sentendosi anche stranamente osservata. Più del solito. Con un sospiro debole, si lasciò quindi andare col viso sulle braccia, allontanando il piatto vuoto dinanzi a sé. « Non ho fame. Possiamo semplicemente scappare un po', quando hai finito le tue cose? Solo se non hai nulla di importante da fare, è chiaro. » [...] original Non aveva lanciato quella proposta di evasione con l'intento di darsi ancora una volta alla macchia per davvero. Anche se di venerdì pomeriggio c'era ben poco di nuovo con cui intrattenersi nei dintorni della tenuta ed il castello, a Maeve non piaceva monopolizzare Derek con la sua presenza, rubandogli troppo tempo che avrebbe potuto trascorrere anche con i suoi amici. Eppure, quando l'aveva presa per mano guidandola verso la rimessa senza darle molte spiegazioni, non aveva obiettato. Ritrovarsi a svignarsela per l'ennesima volta dai loro compagni e le sue amiche, per starsene da soli per i fatti loro, la portò a sorridere sempre più rasserenata. Libera. « Questa radura mi ricorda quella di una certa caccia dello scorso Giugno. » Saltellò oltre una radice esposta, superando un basso arbusto girandoci attorno, così da giungere nei pressi di uno spiazzo di terreno fra gli alberi vicino al lago, abbastanza distante dalle zone frequentate affinché potessero starsene in santa pace. Silenzio. Piroettando su se stessa, respirò l'aria primaverile a pieni polmoni, percependo la tensione e il nervosismo scivolarle via di dosso ad ogni minuto passato lontani dal caos e l'incessante vociare. Dopodiché aiutò Derek a sistemare la coperta che si erano portati dietro, lasciandosi cadere sul tessuto morbido ed aspettando che il Serpeverde si sdraiasse al suo fianco, per ricercarne un braccio contro il quale poggiò la testolina ramata. Restò in quella posizione a lungo, in rigoroso silenzio, fissando il cielo terso ed acquietandosi sempre di più man mano che passava le dita fra i ricci e sul viso dell'Hamilton. Quel genere di potere, che Derek aveva inconsapevolmente iniziato ad avere su di lei, non avrebbe mai trovato un nome che potesse rappresentarlo degnamente. « Le ragazze hanno iniziato ad insospettirsi, per le mie frequenti assenze nei fine settimana. Forse dovremmo dirlo almeno a Savannah, prima che arrivi a scoprirlo da altre fonti troppo tardi. Non voglio ricreare tensioni fra di voi. » Soltanto dopo svariati minuti passati fra quelle coccole tenere, ruppe il silenzio riprendendo a parlare a bassa voce, per non infrangere il momento di quiete. Rotolò leggermente su un fianco, sollevando il viso verso il moro per scrutarlo meglio e sorridergli. Lei, di quel passo importante che la vedeva coinvolta con Derek, non ne aveva fatto parola con nessuno. Più per riservatezza, che segretezza. Non mi interessa dei commenti e giudizi di tutti gli altri. Certi momenti restano soltanto nostri, è sempre stato così sin dall'inizio e continuerà ad esserlo. Ma Saw è tua sorella... Se la mettiamo di fronte al fatto compiuto a Settembre stesso, potrebbe andare diversamente e non voglio farla sentire messa da parte di nuovo. Caél invece è un discorso a parte. Continua a fingere tu non esista e cambia argomento ogni volta che provo a parlargli di te. Lui sì che se lo merita, il fatto compiuto. « Però devo ammettere che mi mancherà, giocare ai fuggitivi. Mi piace impersonare Bonnie e Clyde quando siamo soli, sono dei ruoli che ci rispecchiano, a discapito delle apparenze e le nostre figure rispettabili. Sono una donna onorevole e dignitosa, in fondo. » Ridacchiando finalmente più serena, iniziò a solleticare un fianco del ragazzo, rivolgendogli un'occhiata che d'innocente aveva ben poco. Accompagnò i movimenti successivi con un piccolo sorriso ammiccante, tornando a sdraiarsi sulla schiena non appena lui si sporse verso di lei, col chiaro intento di ricercarne le labbra. « Apri la mente. » Quella breve frase sussurrata, aveva assunto un po' il ruolo di loro dichiarazione personale. O una proclamazione d'intenti, considerato l'epilogo inevitabile alla quale avrebbe portato la comunanza del loro legame metafisico. La rossa, ebbe tuttavia soltanto il tempo di sfiorare le labbra del giovane con le proprie ed infilare le dita oltre la camicia di lui, lì dove era riuscita a liberare un paio di bottoncini dalle asole, prima di venir raggiunta da un suono fastidioso che infranse il momento d'idillio. S'irrigidì all'istante, scattando col viso in direzione del rumore, presagendo l'ennesima interruzione di uno dei tanti disturbatori. Non sbagliò di molto l'ipotesi, riconoscendo la voce proveniente dalla boscaglia. « Atti osceni in luogo pubblico? Vogliamo davvero macchiare la fedina della nostra impeccabile Caposcuola in questa maniera? » Sbuffò in silenzio e roteò gli occhi infastidita, lasciando andare la testa sul terreno con un leggero tonfo. Rettifico: queste continue interruzioni non mi mancheranno per nulla, invece. Condiviso quel pensiero con Derek, si riportò seduta richiudendogli la camicia, sistemandosi la gonnellina della divisa sulle cosce proprio quando Mia apparve e si unì a loro nella radura. Di suo, Maeve non aveva pressoché nulla di personale contro la Wallace. Anzi, la reputava abbastanza in gamba e tosta, dopo gli eventi del Burlesque nel quale avevano collaborato insieme a tutti gli altri; ma oltre ciò le era piuttosto indifferente, così come la maggior parte di persone che non conosceva e sulle quali evitava di soffermarsi troppo coi giudizi - e pregiudizi. La bruna sembrava di tutt'altro avviso. Come se qualcuno avesse davvero potuto prevederlo, il coinvolgimento della Loggia Nera. Puoi continuare ad accusare noi, Amunet o chi ti pare, per sentirti meno frustrata e spaventata... ma sai benissimo che sarebbe accaduto ugualmente. « Allora..come va piccioncini? Quali sono le novità dalle vostre parti? » Si armò del miglior sorriso artefatto che possedesse nel suo vasto repertorio, passandosi fra le dita un filo sottile d'erba trovato sulla coperta. « Grazie dell'interessamento. Tutto bene, Mia. Nessuna novità esorbitante. Tu? » Esordì con calma composta, serena ed intenzionata a non far sfociare quella conversazione in un'inutile e becera lotta evitabile. Conoscendo l'Hamilton, sapeva che non si sarebbe allontanato troppo da quella interpretazione diplomatica, facendo buon viso a cattivo gioco. « Sapete.. ultimamente mi è venuto questo dubbio esistenziale. Ho iniziato a chiedermi.. ma perché io non esco di più con Derek e Maeve? Certo - Derek - noi ci vediamo abbastanza..però con te, Maeve! Non ci vediamo mai. Ci dividono questi sette piani di distanza.. è un gran peccato. » Oh, okay. Vuoi giocare a questo modo sul serio? « Sì, beh potremmo sempre rimediare, come per Capodanno no? Ci siamo divertiti tutti. » Si strinse nelle spalle, replicando ancora imperturbabile e pacata, sorridendole amabilmente. « Potrei imprare un sacco di cose da te. Me lo dicono spesso anche i miei amici: esci di più con Maeve Cousland. » Eh vabbè, la fiera della paraculaggine. Perfetto. « I tuoi amici mi sono già incredibilmente simpatici. » Ulteriore risposta in cui tenne a freno il sarcasmo. « Anche perché ultimamente sto seriamente pensando di dedicarmi di più a questa roba dell'influencing. E infatti mi stavo chiedendo, no.. ma tu, Maeve, quanto prendi a post? E' una roba almeno un po' redditizia? Me le ripagherebbe diciamo.. un paio di scarpette di Jimmy Choo? » La rossa distese il sorriso, apparendo più divertita che infastidita da quel teatrino insensato. Da un lato, reputò il comportamento della bruna assurdamente infantile; dall'altro, non le fu difficile intuire quale fosse lo scopo ultimo della ragazza. Peccato che, nel corso degli anni, Maeve si fosse presto abituata - e rassegnata, in parte - a commenti odiosi, frecciatine e ostilità gratuite di quel tipo. Il discorso è sempre lo stesso. È buffo come quelle come te definiscono me la stronza classista della situazione, senza neanche conoscermi. E alla fine quella che si ritrova ad essere attaccata, pur senza aver mai fatto nulla di male se non ignorarvi ed andare dritta per la mia strada, sono sempre io. Offesa e presa di mira dalle stesse persone frustrate che, nel loro piccolo, si credono migliori ed un esempio di morale. Ma chi è davvero quella ricolma di pregiudizi qui, Mia? Cosa ti darebbe il diritto di sentenziare, su ciò che faccio e chi sono? « Mi spiace, su questo non posso aiutarti. È qualcosa di cui si occupa il mio Social Media Manager. Posso passarti il suo contatto, se sei interessata, ti darà tutte le informazioni che vuoi. » Continuò a parlare, con una voluta placidità nel tono di voce; atteggiamento impassibile e maniera di reagire a provocazioni di quell'entità, di cui si era fatta scudo nel corso degli anni, anche per via degli insegnamenti assillanti dei Cousland. Stette a quella recita, più per evitare di rovinare il pomeriggio a lei ed il fidanzato, che per mostrare all'altra quanto poco le importasse di quelle prese in giro. « Però, se posso, ti do un consiglio: non badare ai commenti della gente. Perché arriveranno, soprattutto quelli di persone che pensano di poterti fare male e ferirti per chissà quale assurda ragione - e se ti soffermi a dargli importanza, farai soltanto il loro gioco. » In altre parole: puoi continuare pure Wallace, ma non sortirai alcun effetto. Non in apparenza. « Si insomma, credo proprio che dovremmo uscire di più. Voi cosa ne pensate? » Si strinse ancora nelle spalle, spostando lo sguardo verso Derek al suo fianco, giocherellando con la mano di lui che aveva ricercato nella propria senza neanche rendersene conto. « Derek è amico di Shai, Veronica mi sta simpatica. Magari riusciamo ad organizzare qualcosa tutti insieme, prima o poi, perché no? Che dici? » Manteniamo una parvenza di civiltà e superiorità, sì. Anche perché dubito tu ci abbia interrotti soltanto perché ti andava, o avevi voglia di socializzare proprio adesso. Quanti anni abbiamo, cinque? « Bene, adesso che siamo d'accordo... Hai altro di vitale importanza da dirci? » Non so, volevi tipo aggiornarci su un nuovo improvviso cambio di Governo? Hanno arrestato qualcun altro? La rimessa sta andando a fuoco e non ce siamo accorti? Oggi è proprio giornata da incendi, pare.

     
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    Giunti ormai a meno di sei mesi dai M.A.G.O., Derek Hamilton aveva a malapena tempo per respirare. Tra la preparazione in vista degli esami, l'avvantaggiarsi su alcune materie del primo anno di Magisprudenza, il progetto BOA e i vari progetti personali o di famiglia, il vero e proprio svago era diventato un miraggio per il giovane Serpeverde ormai sempre più prossimo all'ingresso nell'età adulta. Perché in fin dei conti il college era nato solo di recente, e la mentalità del mondo magico non aveva ancora avuto il tempo necessario a processare quella che doveva essere vista come una tappa intermedia della vita: per molti di loro, specialmente i più tradizionalisti, i M.A.G.O. erano il momento in cui si diventava a tutti gli effetti un adulto. Ma le cose erano cambiate, e sebbene la testa delle persone non potesse mutare dal giorno alla notte, le loro disposizioni potevano comunque plasmarsi nella maniera più consona a quello che veniva comunemente chiamato lo Zeitgeist. Gli Hamilton, poi, sembravano particolarmente abili in quel frangente: interpretare il flusso della corrente e adattarvisi per sopravvivere. Il college aveva cambiato le cose, allungando alcuni tempi che fino a quel momento erano stati considerati come naturali dai maghi. Derek poteva idealmente permettersi di rilassarsi come qualunque ragazzo della sua età, di pensare solo ed esclusivamente allo studio, senza preoccuparsi di concorrere già per il lavoro migliore, di immischiarsi nella politica, o addirittura di firmare un prematrimoniale per convolare a convenienti nozze entro i vent'anni. Eppure, nonostante ciò, Derek se la metteva lo stesso pressione. Girava su se stesso come una trottola per arrampicarsi sempre un po' più in alto, per aggiungere sempre un'altra riga a quello che era un curriculum già piuttosto nutrito per un ragazzo della sua età. Più si avvicinava ai M.A.G.O., dunque, e più si sentiva stressato, schiacciato dal peso del proprio stesso perfezionismo e della cruda ambizione che lo muoveva. Non importava quanto fosse stanco: Derek continuava a spingere, a fare il proprio dovere e anche di più, a collezionare crediti extra e caricarsi di progetti personali mentre si destreggiava con le aspettative che il business di famiglia gli metteva addosso. Ormai provava irritazione praticamente per tutto, e persino il suo ferreo autocontrollo sembrava spesso sul punto di traballare di fronte alle cose più piccole, senza mai però cedere del tutto. Prendeva un respiro e andava avanti, come sempre, perché doveva essere perfetto per non rovinare tutto il lavoro fatto. Quel suo stato si palesò in piccola scala quando non si accorse che Maeve si era seduta accanto a lui alla tavolata Serpeverde, sobbalzando appena nel momento in cui lei gli pose una mano sulla spalla. « Adesso sono anche un pompiere. E alla fine, la cattiva della situazione devo sempre farla io. Maddie è troppo comprensiva, Valtersen non sto neanche a dirtelo. E Friday... è Friday. » Sorrise nell'incontrare lo sguardo della rossa, l'unico porto sicuro capace di rasserenarlo in quel periodo. « Alcuni ragazzini del terzo anno hanno iniziato a chiamarmi la Sbirra. Preferivo di gran lunga la nomea da Michelle Obama, messa in giro dallo stalker Tassorosso che mi perseguita. » Ridacchiò sotto i baffi nel sentire quell'appellativo, sollevando un sopracciglio ironicamente. « Beh anche la sbirra è di tutto rispetto però. Secondo me potrebbe prendere piede..è molto orecchiabile. » disse, prendendola bonariamente in giro prima di avvicinarsi per darle un buffetto sulla tempia. « Non fare battutine, o potrei esercitare il mio immenso potere in quanto figura autoritaria, anche su di te. » Fu naturale, a quelle parole, sollevare entrambe le sopracciglia, scoccandole un'occhiata eloquente. « E non come ti piacerebbe. » Sospirò. « Mh..peccato. » Una risposta a bassa voce, che le riservò piantando lo sguardo in quello di lei come per rispondere al suo tono allusivo, scoccandole poi un occhiolino. « Non ho fame. Possiamo semplicemente scappare un po', quando hai finito le tue cose? Solo se non hai nulla di importante da fare, è chiaro. » Si mordicchiò il labbro, combattuto. Quel pomeriggio avrebbe dovuto finire di scriversi il discorso per il gala di beneficienza organizzato dai genitori per la settimana successiva. Ma è venerdì, c'è ancora tempo e sono sul punto di entrare nell'albo dei giovani stragisti. Forse dovrei prendermi una pausa. E così, pur col senso di colpa che la procrastinazione gli creava, Derek sorrise, annuendo con convinzione. « Sì. Fanculo a tutto. »
    [..] Steso sull'erba umida, in un punto non distante dal lago ma abbastanza appartato da permettergli una certa privacy, Derek riuscì finalmente a prendersi il tempo di respirare l'aria primaverile a pieni polmoni. Si concesse di dimenticarsi delle proprie responsabilità, lasciando la presa su quella tensione che aveva accumulato nei mesi e specialmente nell'ultimo periodo. Intrecciò le dita a quelle di Maeve, senza dire nulla, beandosi semplicemente del silenzio e della pace che gli infondeva. Sì, ne avevo decisamente bisogno. « Le ragazze hanno iniziato ad insospettirsi, per le mie frequenti assenze nei fine settimana. Forse dovremmo dirlo almeno a Savannah, prima che arrivi a scoprirlo da altre fonti troppo tardi. Non voglio ricreare tensioni fra di voi. » Aprì le palpebre, voltando appena il viso in direzione della Corvonero e tirando un sospiro. Conosceva abbastanza bene sua sorella da sapere come avrebbe reagito nel caso in cui fosse stata messa al corrente delle cose troppo tardi - e troppo tardi, per Saw, era un tempo completamente arbitrario. « Hai ragione. La situazione potrebbe sfuggire di mano se non ci pensiamo noi a breve termine. » Pausa. Annuì. « Forse dovremmo parlarci insieme. Sai..farla sentire un po' più partecipe. Però ecco, non le farei proprio un'imboscata. » Sottolineò quella parola sollevando appena le sopracciglia. « Insomma: diciamoglielo con una certa naturalezza. » Fece quindi scorrere un braccio attorno alle spalle di lei, coccolandosela al petto con un sorriso. « Però devo ammettere che mi mancherà, giocare ai fuggitivi. Mi piace impersonare Bonnie e Clyde quando siamo soli, sono dei ruoli che ci rispecchiano, a discapito delle apparenze e le nostre figure rispettabili. Sono una donna onorevole e dignitosa, in fondo. » Ridacchiò, carezzandole leggermente il fianco mentre si sporgeva per ricercare un bacio da lei. « Apri la mente. » Ma nonostante l'anticipazione che quella frase e la sua naturale risposta da parte di Derek crearono, i due riuscirono a godersi solo pochi istanti di intimità riassumibili in un tenero bacio e in qualche carezza, prima di essere bruscamente interrotti dall'inopportuna entrata in scena di Mia Wallace. « Atti osceni in luogo pubblico? Vogliamo davvero macchiare la fedina della nostra impeccabile Caposcuola in questa maniera? » Sul serio, Mia? Sul serio? Non potevi farti gli affari tuoi? Come se non fosse piuttosto evidente che non è davvero il momento. Quell'interruzione sembrò irritarlo più del dovuto, portandolo a provare un moto di profonda rabbia e insofferenza nei confronti della concasata, senza tuttavia mostrarlo particolarmente. Strinse le labbra in una linea, socchiudendo appena le palpebre nel rivolgere alla Wallace un sorriso affettato mentre si rimetteva piano a sedere. A buon rendere, Mia. Me ne ricorderò. « Bravo. Così mi piaci. » Sollevò appena il sopracciglio, interdetto dalla pacca sulla spalla e dall'uscita della mora. Che fosse una tipa un po' sopra le righe lo aveva potuto tranquillamente constatare nel condividere con lei lo spazio della radio, ma quel pomeriggio sembrava un po' troppo amichevole nei suoi confronti. E infatti il Serpeverde le rivolse un sorriso limpido dei suoi, sbattendo leggero le palpebre con aria innocente. « Ti vedo allegra, oggi, Mia. Sei salita ad O-- anche a qualche altra materia, per caso? »
    Ligcz6Q
    Ma lei non sembrò curarsi particolarmente di quella domanda, mettendosi a sedere di fronte a loro come se fosse stata invitata ad un picnic. Non sapevo ci fosse gente a cui piace spontaneamente fare il terzo incomodo. The more you know. « [..] E infatti mi stavo chiedendo, no.. ma tu, Maeve, quanto prendi a post? E' una roba almeno un po' redditizia? Me le ripagherebbe diciamo.. un paio di scarpette di Jimmy Choo? » Domande, quelle, che lo fecero istintivamente piccare. Era chiaro come la luce del sole che Mia stesse prendendo in giro Maeve, stuzzicandola con quesiti che non le interessavano e che fungevano solo a metterla in imbarazzo per qualcosa di cui non aveva assolutamente di che vergognarsi. Strinse la mascella, trattenendosi dal riservarle una battutaccia e mantenendo quel sorriso aggraziato che era solito tenere anche a dispetto di tutto. Lasciò comunque che fosse la diretta interessata a risponderle, senza mettersi in mezzo, conscio del fatto che Maeve fosse tranquillamente capace di tener testa a simili bambinate. Tuttavia, quando la rossa finì di parlare, Derek si sentì comunque di metterci un po' del suo, sempre col sorriso sulle labbra. « Non pensavo ti interessasse l'influencing, Mia. Hai già pensato al brand da darti? Perché il brand è fondamentale. Mica puoi postare roba a casaccio. Non so..su due piedi forse..mh..foto carine e video divertenti del tuo gattino? » Tanto non è che tu sappia fare qualcosa di pubblico interesse, quindi tanto vale. « Derek è amico di Shai, Veronica mi sta simpatica. Magari riusciamo ad organizzare qualcosa tutti insieme, prima o poi, perché no? Che dici? » Sorrise angelico, annuendo. « Certo. Non ho molto tempo in questo periodo, ma una bella uscita in comitiva nel fine settimana fa sempre piacere. Possiamo organizzarla con whatsapp. » disse, facendo sciabolare le sopracciglia in un'aria ironica, come a voler scherzare bonariamente tra amici « Le meraviglie della tecnologia, eh? Puoi contattare le persone quando ti è più comodo. » Senza dover necessariamente interrompere situazioni in cui sarebbe meglio farsi gli affari propri. La butto lì, giusto come spunto per il futuro. Tuttavia, sebbene non avesse idea di dove Mia volesse andare realmente a parare, era piuttosto certo che non fosse poi così interessata ad organizzare un'uscita con loro. Non lo aveva mai fatto per tutto il tempo della loro conoscenza, per quale ragione avrebbe dunque dovuto mostrar loro tutto questo interessamento proprio adesso? « Bene, adesso che siamo d'accordo... Hai altro di vitale importanza da dirci? » Volse lo sguardo alla Serpeverde, cercando di coglierne le motivazioni che l'avevano portata lì. Perché delle motivazioni ci dovevano essere. Gratis non muove la coda nemmeno il cane. Assottigliò leggermente le palpebre, ritrovandosi a sorridere divertito prima di voltarsi in direzione di Maeve. « Mi è venuta un'ottima idea. » Dove ottima, chiaramente, stava per pessima e decisamente destinata al fallimento. « Perché non la invitate ad uscire, tu e le altre? » chiese a Maeve, indicando Mia con un cenno del capo. « Mia ha detto di volerci conoscere meglio, di essere interessata all'influencing e di desiderare un paio di Jimmy Choo. Tutte cose in cui voi potete sicuramente aiutarla. » Si voltò quindi verso Mia. « Fidati: nessuno ha occhio migliore del loro quando si tratta di farti qualche foto pazzesca per i social. E poi, almeno per i primi tempi, potrebbero anche aiutarti in ambito guardaroba. Se ne parlo con Saw, sono certo che le farà solo piacere prestarti qualcosa dal suo armadio. Se non sbaglio eravate in coppia a Capodanno, no? Vi conoscete già: è perfetto. » E lo sapeva, Derek, che nessuna comitiva era più distante dall'indole di mia di quanto lo fosse quella di sua sorella. Tu sei svelta a giudicare, ma scommetto che non resisteresti cinque minuti alla loro routine. Diede quindi un leggero colpetto con la spalla a Maeve, indicandole il cellulare che aveva lasciato accanto a sé sul prato. « Perché non la aggiungi al vostro gruppo? » E dicendolo, piantò lo sguardo in quello della rossa, sorridendole con la più totale serenità, come se fosse seriamente convinto di ciò che diceva. Tuttavia, sfruttando quel collegamento ancora aperto tra le loro teste, le rivolse un veloce messaggio destinato solo a lei. Fidati, ci sarà da ridere.


     
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    « Ti vedo allegra, oggi, Mia. Sei salita ad O-- anche a qualche altra materia, per caso? » Stirò un sorriso apparentemente cordiale, Mia, scuotendo la testa con un'aria che non lasciava poi molto spazio all'interpretazione. Era infastidita, seppur non intendesse darlo più di tanto a vedere. Che Derek non gradisse quell'interruzione era evidente, però indovina, Derek: nemmeno io gradisco un sacco di cose. E avrebbe potuto fargli una lista davvero lunga; una che decise di tenersi per sé per puro . Non era il momento di abbandonarsi a raptus emotivi, né aveva intenzione di rendersi labile ai loro occhi. Mia non era una leader, né si considerava una trascinatrice di masse; sapeva inoltre di porsi in quel momento proprio di fronte a due tipi che quelle caratteristiche, in un modo o nell'altro, le rispecchiavano in tutto e per tutto. Tutti hanno però dei punti deboli e dei punti di forza, e se in quel momento Derek aveva toccato un tasto sbagliato con Mia, affermando la sua superiorità in campo accademico, la giovane Wallace intendeva fare altrettanto a tempo debito. Decise quindi di incassare, procedendo all'attacco con la sua dolce metà; inoltrandosi nelle acque profonde del magnificente universo dell'influencing. Non sembrò darle poi molta soddisfazione, Maeve, ma non si aspettava certo nulla di differente. Lo so che tu ti senti superiore, Maeve. Probabilmente lo sei anche; il punto è che io non lo sono, e non aspiro neanche a diventarlo. Anzi, le persone superiori per principio mi stanno un po' sul culo; se ne fottono un po' di tutto. Danno già per scontato di trovarsi di fronte a individui che non valgono la pena o il disturbo. Scommetto che per te, io non valgo il disturbo. E ciò sarebbe potuto bastare perché girasse i tacchi e facesse finta che quella altro non era che una semplice incursione atta a dar loro fastidio. « Mi spiace, su questo non posso aiutarti. È qualcosa di cui si occupa il mio Social Media Manager. Posso passarti il suo contatto, se sei interessata, ti darà tutte le informazioni che vuoi. Però, se posso, ti do un consiglio: non badare ai commenti della gente. Perché arriveranno, soprattutto quelli di persone che pensano di poterti fare male e ferirti per chissà quale assurda ragione - e se ti soffermi a dargli importanza, farai soltanto il loro gioco. » Sollevò le sopracciglia annuendo tra sé e sé con un'espressione apparentemente stupita. « Sei stata illuminante. » Asserisce dopo qualche istante di riflessione, annuendo con convinzione, quasi come se quelle parole potessero davvero scalfirla. Mia aveva le sue convinzioni, e non potevano essere certo delle frecciatine non poi tanto velate a farle cambiare idea in merito. « Grazie Maeve, sei davvero un'amica. » Continuò quindi con un velo di gentilezza artefatta, stirando un sorriso in direzione della rossa. A quel punto prese la parola la sua dolce metà. « Non pensavo ti interessasse l'influencing, Mia. Hai già pensato al brand da darti? Perché il brand è fondamentale. Mica puoi postare roba a casaccio. Non so..su due piedi forse..mh..foto carine e video divertenti del tuo gattino? » Già. Immagino che è proprio questo il mio brand. Foto carine e video divertenti di Ringo. Proprio quando pensava che il problema più grosso nell'affrontare quel discorso sarebbe stata la giovane - spocchiosa Cousland, ecco che il suo partner in crime aggiunge ulteriore carico e benzina sul fuoco. La conversazione continua per un po' su toni apparentemente piatti, seppur è chiaro che il substrato passivo-aggressivo sia piuttosto presente. Capisco. Vi ho interrotto la scopata, ma sinceramente, vorrei proprio vedervi scopare lerci, con i vostri bei faccini sporchi e i vestiti ridotti a brandelli. Anzi no, preferirei di no in ogni caso. « Bene, adesso che siamo d'accordo... Hai altro di vitale importanza da dirci? » Mia abbassò lo sguardo, sorridendo tra sé e sé; non si mosse di un solo millimetro, nonostante le risultasse evidente che non era la benvenuta. E stranamente, più Derek e Maeve tentavano di scansarla, più lei sembrava sentirsi a proprio agio in quella situazione, quasi come se, il solo fatto di sapere di dar loro fastidio, decostruendo un po' alla volta quella facciata di finta gentilezza e disponibilità, la rianimasse da dentro. E' bellissimo vedervi così disperati di liberarvi di me, senza riuscire a trovare le giuste parole per farlo. Perché non mi direste mai apertamente di togliermi dalle palle vero? E io vorrei tanto che accadesse. Cazzo, ci godrei da morire. « Mi è venuta un'ottima idea. Perché non la invitate ad uscire, tu e le altre? Mia ha detto di volerci conoscere meglio, di essere interessata all'influencing e di desiderare un paio di Jimmy Choo. Tutte cose in cui voi potete sicuramente aiutarla. Fidati: nessuno ha occhio migliore del loro quando si tratta di farti qualche foto pazzesca per i social. E poi, almeno per i primi tempi, potrebbero anche aiutarti in ambito guardaroba. Se ne parlo con Saw, sono certo che le farà solo piacere prestarti qualcosa dal suo armadio. Se non sbaglio eravate in coppia a Capodanno, no? Vi conoscete già: è perfetto. Perché non la aggiungi al vostro gruppo? » Sollevò un sopracciglio, piuttosto divertita, Mia, osservando il giovane Hamilton con aria perplessa. Sul serio Hamilton? Ci tieni così tanto a darmi fastidio da mettere nella merda la tua ragazza? Ottimo. E infatti Mia non si lasciò affatto sconvolgere da quella proposta. « Stai dicendo che mi vesto di merda? » Non me sono presa, sia chiaro. Il mio senso estetico è per-fet-to! Si costrinse a non lasciarsi pungere sul vivo dall'evidente carineria del tutto fasulla del moro. Per un istante la tentazione di andarsene e lasciarli ai loro affari fu piuttosto forte. Sarebbe stato davvero semplice girare i tacchi, far finta che quello era stato niente più che uno scambio non particolarmente piacevole e tornare ai suoi affari. Lasciare Derek e Maeve nella loro dimensione sarebbe stato estremamente gradevole per la Serpeverde, e forse in fondo anche un po' auspicabile, ma nonostante questo, la sua linea di condotta le imponeva diversamente. Non era stata forse Inverness ad aver aperto le porte persino a personalità scomode quando era giunto il momento? Al di là delle sue personali antipatie, e della poca stima che provava nei confronti di una persona che la stava chiaramente prendendo in giro per questioni meramente superficiali quali i voti accademici e il gusto personale, Derek e Maeve non si meritavano di non avere la possibilità di sapersi difendere da soli. E poi, se gran parte del lavoro lo dobbiamo fare comunque noi, non sarebbe male che anche voi sappiate fare qualcosa.. almeno per la prossima volta che deciderete di andare dietro a delle fottutissime tende rosse. « Lo sai? Credo proprio che sia un'idea fantastica! » Esclamò di scatto con sin troppo entusiasmo, rivolgendosi infine alla rossa. « Perché no! Conosco già Max.. siete molto amiche vero? Ci sarà sicuramente in questo tuo gruppo. In generale comunque, troverei estremamente stimolante conoscere meglio nuove persone. » Derek le stava facendo un gran favore senza nemmeno accorgersene, e per questo Mia gli avrebbe fatto un bellissimo regalo: cinque giri di campo in più solo per te, Hamilton. « Quindi ci sto! » Si strinse nelle spalle, tirando fuori il cellulare dalla tasca dei jeans, attendendo la risposta di Maeve. Si prese con l'occasione una lunga pausa di riflessione, tempo in cui diede modo a Maeve di decidere sul da farsi - se mantenere nello specifico la facciata della brava Caposcuola disponibile e inclusiva aggiungendola al gruppo delle sue amiche, o se in alternativa slisciare la situazione con qualche scusa che avrebbe solo confermato a Mia quanto già pensava. Infine sorrise, lasciando saettare lo sguardo sui volti di entrambi i ragazzi.
    « Che poi.. a proposito di questo fatomatico.. brand.. » E lì un leggero sorriso amaro si dipinse sul volto di lei, mentre uno sguardo leggermente più rancoroso si scagliava in particolare in direzione del giovane Hamilton. « ..foto carine e video divertenti del mio gattino? Mi sarei aspettata un inquadramento più puntuale da parte di un tale esperto di comunicazione. Sembravi uno così bravo a leggere le persone, Derek. Devo ricredermi. » E lì si inumidisce le labbra schiarendosi la voce, mentre estrae dall'interno dello stivaletto un simpatico coltellino che fa scattare sotto i loro occhi, lasciando brillare la lama sotto il tiepido sole di marzo. Infine vi appoggia la punta a terra, roteandola con indifferenza, bilanciandola sul palmo, e giocherellandovi con una certa naturalezza. E' argento antico quello che ha per le mani, forgiato da mastri armaioli custodi di segreti inestimabili. « Che ne dici invece di armi e difesa personale? Moda sopravvivenza 2021? Acconciature da evitare mentre vai a sbattere contro un demogorgone? » Vi suona almeno un po' famigliare? « Potreste essere i miei primi followers. Anzi, considerati i precedenti, dovreste già essere le prime bimbe di Mia Wallace, considerato che è anche merito mio se riuscite a impartire ancora le vostre inestimabili perle di saggezza. » Stira un sorriso millimetrico a quel punto, e dopo qualche istante di pausa si inumidisce le labbra e ritrova la serietà necessaria per lasciarsi alle spalle quel giro di frecciatine infantili. E' certa che a quel punto i due ragazzi avrebbero capito perfettamente dove andava a parare quel suo discorso. Pensavate davvero che non avessi nulla di meglio da fare che stare qui a blaterare cin vostra compagnia? Non siete nella lista delle mie persone preferite, ma vorrei comunque avere la coscienza apposto, qualora questo giro sotterraneo dovesse partire. « Mi piacerebbe davvero avere la possibilità di parlare con le tue amiche, Maeve. Credo che anche loro debbano essere messe al corrente di diverse cose. E' vero che fino a questo momento abbiamo deciso di comune accordo di tacere quanto accaduto al rave di settembre, però.. la situazione è cambiata. » Compie una leggera pausa tempo in cui richiude il coltellino mettendoselo nella tasca posteriore dei jeans. Tira un lungo sospiro tempo in cui tenta di misurare le proprie parole. Sa che non può dire loro tutto, specie tutto ciò che è stato detto durante l'assemblea di Inverness. « Diverse persone.. » Si inumidisce le labbra mentre volge lo sguardo in lontananza tra le fronde degli alberi con fare piuttosto pensieroso. « ..convengono sul fatto che se è successo a settembre, potrebbe succedere ancora. » Pausa. « E se dovesse succedere di nuovo come tre anni fa? » Una domanda più che lecita, alla quale lasciò che fossero i due compagni a darsi una risposta da soli. « Allora siamo stati fortunati. C'erano sufficienti persone in grado di badare a noi. » Mia non era propriamente inclusa in quel badare. Già ai tempi era stata caricata di diverse responsabilità che per una ragazzina di appena quattrodici anni erano forse troppo. Ma nonostante ciò, non era stata né la più preparata, né la meno vulnerabile. Ha seguito il suo branco, le persone più preparate. Ho fatto del mio meglio, ma ai tempi ero tutto fuorché pronta. E ora lo era? Non ne era certa. Forse non saremo mai davvero pronti, ma possiamo almeno provarci. « Vorrei provare a dare un po' di strumenti a più studenti possibili per affrontare qualunque cosa con più cognizione di causa. Ci sono diverse persone - amici - più che preparati, che potrebbero aiutare in questo senso. Se la scuola e il Ministero non ci ha messo in condizione di farlo fino a questo momento, se nessuno ci crederebbe qualora dovessimo raccontare quanto accaduto al rave.. tanto vale tentare quanto meno di fare del nostro meglio per non lasciarci cogliere del tutto impreparati. » Lascia saettare lo sguardo negli occhi della rossa e poi del moro con eloquenza e una certa ritualità che fino a quel momento non ha mantenuto. « Inutile dire che la cosa deve restare anonima. Non sappiamo come potrebbero reagire ai piani alti - anche perché di base abbiamo già un club di combattimento, no? » Solleva un sopracciglio con fare piuttosto scettica. Un club di combattimento assolutamente inutile in cui la gente gioca senza avere un minimo di preparazione o di metodo. « Ma sappiamo tutti e tre che contro la Loggia non sarà certo il club degli stuzzicadenti a rendervi pronti ad affrontare una situazione come quella che abbiamo vissuto a settembre. » Pausa. « Vorrei sapere se alla luce di tutto ciò, siete interessati a partecipare. »

     
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    « Ti vedo allegra, oggi, Mia. Sei salita ad O-- anche a qualche altra materia, per caso? » Oh, quanto mi piacciono le tue frecciatine fintamente gentili. Originali, made in Derek Hamilton. Abbozzò un lieve, ma caldo e sincero, sorriso di divertimento per quello scambio a tre che seguì l'arrivo di Mia - ed annessa interruzione forzata. Per quanto una parte della rossa avrebbe voluto chiudere in fretta quella conversazione inconcludente, mantenere un certo aplomb anche di fronte alle indubbie prese in giro della bruna, non si rivelò particolarmente complesso per Maeve. Certo, non era evidente a livello visibile e vistoso che il sopraggiungere di quel terzo incomodo l'avesse infastidita intimamente; ma agli occhi della Caposcuola, perfino un soggetto fuori dalle righe come la Wallace, avrebbe dovuto intuire quanto fosse poco opportuno - e maleducato - inframmettersi ad una coppia, quando era lampante si fossero allontanati per stare da soli. Tuttavia, per ragioni che la giovane Cousland faticava a concepire, lo scopo di Mia pareva essere proprio quello: infrangere il locus amoenus che Maeve e Derek avevano ricercato, per sfuggire ancora una volta alle responsabilità sempre più opprimenti che facevano parte della loro vita. Non ti credo neanche così infantile per davvero, Wallace. Quindi, cos'è che vuoi? « Sei stata illuminante. Grazie Maeve, sei davvero un'amica. » Scrollò le spalle, a seguito dello scambio di consigli scaturito dalle istigazioni della bruna, annuendo con convinzione e un sorriso controllato che le arricciò a malapena gli angoli delle labbra. « Quando vuoi. » Che in realtà, stava più a significare il contrario. Non che le dispiacesse intrattenersi in conversazioni con gente che non conosceva, anzi adorava fin troppo il suono della propria voce, ma quelle bambinate erano piuttosto delle perdite di tempo ed energie, che lei in prima persona avrebbe preferito occupare in tutt'altro. Tutt'altro che tu hai interrotto. Quindi sì, sono superiore in qualsiasi reazione, ma comunque questa me la segno Wallace. Cos'avete tutti quanti, con questa fissa delle ostruzioni ai nostri danni? « Non pensavo ti interessasse l'influencing, Mia. Hai già pensato al brand da darti? Perché il brand è fondamentale. Mica puoi postare roba a casaccio. Non so..su due piedi forse..mh..foto carine e video divertenti del tuo gattino? » Per mascherare l'ennesimo sorriso divertito, si schiarì la voce e prese a sistemarsi i capelli, scostandoseli dietro le spalle mentre lanciava un'occhiata eloquente al moro. La smetti? Sto cercando di fare la seria, personcina a modo. Non farmi ridere! « In effetti è una buona idea di partenza. È risaputo: la gente adora gli animali supercute. Danno filo da torcere, anche ai profili con veri contenuti. » Proseguendo su quella falsa riga cordiale, ritornò a soffermarsi su Mia, prima che Derek si facesse cogliere da un'altra eccezionale genialata. « Mi è venuta un'ottima idea. Perché non la invitate ad uscire, tu e le altre? Mia ha detto di volerci conoscere meglio, di essere interessata all'influencing e di desiderare un paio di Jimmy Choo. Tutte cose in cui voi potete sicuramente aiutarla. Fidati: nessuno ha occhio migliore del loro quando si tratta di farti qualche foto pazzesca per i social. E poi, almeno per i primi tempi, potrebbero anche aiutarti in ambito guardaroba. Se ne parlo con Saw, sono certo che le farà solo piacere prestarti qualcosa dal suo armadio. Se non sbaglio eravate in coppia a Capodanno, no? Vi conoscete già: è perfetto. Perché non la aggiungi al vostro gruppo? » Per quanto quell'iniziativa fosse lontana anni luce, dai piani che Maeve avrebbe ipoteticamente attuato contro la Serpeverde - ovvero, la totale e soddisfacente indifferenza - non faticò nell'apprendere all'istante quale fosse il reale scopo del ragazzo. Non le servì neanche l'utilizzo di quel loro canale di collegamento privato, per intuirlo, dopo che lui ricercò il suo sguardo per invogliarla a stare al gioco. Fidati, ci sarà da ridere. Ridacchiò, mentalmente, mordicchiandosi il labbro. Conoscendo fin troppo bene tua sorella, ovvio che ci sarà da ridere. Ma magari con questa tua brillante idea, riesco anche a far capire al nostro fastidiosissimo terzo incomodo quanto si sbaglia sul nostro conto. Potrebbe essere interessante, dopotutto, farle cambiare prospettiva. Era fin troppo evidente, per Maeve, che l'altra ragazza fosse un concentrato di pregiudizi e opinioni concepite sulla base di convinzioni del tutto personali. Ed avrebbe puntato proprio all'abbattimento di quegli stessi preconcetti, aggiungendola al suo gruppo di amicizie più strette: inserendola fra le fila di quelle stesse persone che la Wallace tanto sembrava disprezzare, la vicenda avrebbe potuto concludersi soltanto con due epiloghi. O avrebbe confutato le proprie teorie, restando nella propria chiusura mentale; o, come la rossa auspicava, avrebbe capito che poi tanto male quelle ragazze non fossero. E sarà estremamente soddisfacente, vederti cedere e passare al "lato oscuro" Mia. Potete lamentarvi del sistema e la popolarità all'infinito, ma alla fine non volete davvero sovvertire l'ordine delle cose... quanto ritrovarvi voi su quel piedistallo che tanto schernite. Peccato non sia una qualità di cui tutti possono vantarsi, quella di sapere stare sotto i riflettori. « Lo sai? Credo proprio che sia un'idea fantastica! Perché no! Conosco già Max.. siete molto amiche vero? Ci sarà sicuramente in questo tuo gruppo. In generale comunque, troverei estremamente stimolante conoscere meglio nuove persone. Quindi ci sto! » Rendi le cose ancora più facili. Ma il tuo entusiasmo mi puzza... « Sì, non vedo perché rifiutare. Sono sicura che ognuna di loro, saprà ispirarti diversamente. Max a quanto pare la conosci già; Saw, è inutile ribadirlo. Poi ci sono Domiziana ed Elladora. La prima non necessita presentazioni, Ella invece... vedrai. L'adorerai. » Ripreso possesso del suo cellulare, impiegò qualche istante per inviare un rapido messaggio a quello stesso gruppo denominato Mean Girls per ironia, al quale andò ad aggiungere il contatto di Mia senza esitazioni. Giunti a quell'accordo, si aspettava che la bruna avesse finalmente recepito il concetto, comprendendo d'essere ormai esageratamente di troppo... Santo cielo, sto per farla volare nel lago. 74652ce95491fe0fb32fa2b76c0b28547df93d75_00 « Che poi.. a proposito di questo fatomatico.. brand.. foto carine e video divertenti del mio gattino? Mi sarei aspettata un inquadramento più puntuale da parte di un tale esperto di comunicazione. Sembravi uno così bravo a leggere le persone, Derek. Devo ricredermi. Che ne dici invece di armi e difesa personale? Moda sopravvivenza 2021? Acconciature da evitare mentre vai a sbattere contro un demogorgone? Potreste essere i miei primi followers. Anzi, considerati i precedenti, dovreste già essere le prime bimbe di Mia Wallace, considerato che è anche merito mio se riuscite a impartire ancora le vostre inestimabili perle di saggezza. » Rieccoci a questo discorso. Era qui, allora, che volevi arrivare. Il sospiro stanco che tirò fuori, a quel punto, la Corvonero non tentò neanche di mascherarlo dietro ulteriori sorrisi o reazioni fintamente gentili. In un altro frangente, avrebbe preso in seria considerazione l'idea di lasciar perdere, convincendo Derek ad alzarsi per trovare un altro posto; ma era decisamente da troppo che Mia si divertiva ad infierire, in un argomento che era tutto fuorché consono per delle battute pungenti. « Io invece ho una visione un po' diversa, rispetto a ciò che è accaduto. » Nel farne riferimento, all'esperienza traumatizzante che li aveva visti coinvolti nel Burlesque, l'espressione della rossa si fece via via più seria. Anche il sorriso le si spense, sostituito da una linea dura ed un tono di voce che, per quanto ancora pacato, aveva meno di artificioso. « Credo più al fatto che, se siamo qui intenti a poter perdere tempo in queste chiacchiere, è perché ognuno di noi ha collaborato con l'altro affinché potessimo uscirne. Tutti. In situazioni come il Lockdown, in circostanze come quelle dello scorso Settembre, non esistono colpe o meriti, Mia. Nessuno, si è infilato volutamente in quel casino. Nessuno, aveva il potere di prevederlo. L'abbiamo dimostrato, che la coesione ed il supporto reciproco, sono una delle armi più potenti che abbiamo. » E star qui, a sentire te che credi di dover essere elogiata, per aver fatto ciò che era giusto fare è... svilente. Non hai la minima idea, di come quell'incubo sia iniziato per noi, ancor prima di attraversare le tende rosse. Non sai cosa significa, avere tutte quelle voci e visioni spaventose nella testa. Così come io non posso capire, cosa comporta essere un lycan. « Posso immaginarlo, il motivo del tuo disprezzo e il fastidio dell'essere stata coinvolta. Ma non posso scusarmi, per un qualcosa che non è stato causato da me. Lo sai anche tu, che sarebbe accaduto comunque, in un modo o nell'altro. » E lo sapeva, Maeve, che anche di fronte a quel tentativo di riporre le armi parlandole in maniera più sentita, la Wallace difficilmente avrebbe messo fine a quella disputa priva di senso. Ciò che invece non si aspettava, fu la piega che la conversazione iniziò a prendere di lì a poco. Rivelazioni che, oltre a far capitolare Maeve in un livello di serietà maggiore, le fecero contorcere sempre di più lo stomaco in preda a strane contrazioni. « [...] E' vero che fino a questo momento abbiamo deciso di comune accordo di tacere quanto accaduto al rave di settembre, però.. la situazione è cambiata. Diverse persone.. convengono sul fatto che se è successo a settembre, potrebbe succedere ancora. E se dovesse succedere di nuovo come tre anni fa? Allora siamo stati fortunati. C'erano sufficienti persone in grado di badare a noi. » Lì, in quel preciso momento e a seguito di quelle frasi a tratti criptiche, la giovane Cousland capì che esattamente come Amunet qualche tempo prima, anche Mia non stesse dicendo loro a pieno ogni verità. Perché, ho sempre la sensazione che ci dicano lo stretto indispensabile? Scostando appena il viso verso Derek, si premunì di studiare le reazioni del giovane, prima di preoccuparsi delle proprie. Venire a conoscenza, di "acque che si smuovevano" e situazioni in procinto di cambiare, non avrebbe dovuto stupirla più di tanto. Se lo aspettava, che prima o poi, quello status quo sarebbe stato spazzato via. Così come sapeva che quello del Burlesque non avrebbe potuto definirsi a lungo, come un caso isolato. Eppure, sentire quelle parole pronunciate da Mia, carpire che ci fosse più di quanto gli stesse rivelando, non poté che portarla in uno stato di turbamento. Questa volta sarà diverso. Se dovesse accadere ancora... se dovesse scatenarsi di nuovo la Loggia Nera, ho molto più da perdere, rispetto a qualche anno fa. E non si riferiva di certo alla sua posizione sociale, o altre effimeratezze. Ciò che non poteva permettersi di perdere, questa volta, aveva un nome e cognome. Ne aveva avuto un breve, ma intensissimo assaggio la notte del 31 Agosto. Prima di conoscere Derek, prima di legarsi a Lui in quella relazione simbiotica, non sapeva minimamente cosa significasse avere qualcuno a cui tenere così tanto. Qualcuno la cui incolumità, probabilmente, sarebbe finita in primo piano rispetto a tutto il resto. La Maeve quattordicenne, durante i mesi del Lockdown, aveva agito spinta più dall'istinto di sopravvivenza - per garantire la propria salvezza in circostanze aliene e sfavorevoli, senza un vero criterio o la ragione di una maturità che ancora le mancava. Stavolta aveva invece la piena consapevolezza che le cose sarebbero andate diversamente. La tortura alla quale l'aveva sottoposta l'Altra, durante quelle che le erano apparse come ore, era stata fin troppo esaustiva sul livello di dolore e tormento che una perdita del genere avrebbe potuto causarle. Per non parlare del senso di colpa, per non essere stata abbastanza preparata affinché lui non ne uscisse ferito. Non sono riuscita neanche a fermargli l'emorragia o valutarne la gravità. « A queste altre persone, di cui immagino non ci farai il nome, quanto critica appare la situazione? Perché se hanno deciso di mobilitarsi, in un qualsiasi modo... » Allora è più grave del previsto, specie se ce ne stai parlando. La voce era calma, fredda e quasi piatta, ma le mani che andarono a posizionarsi sul ventre si strinsero in una morsa sempre più ferrea. Come se in qualche modo, quel gesto potesse placare il tumulto che le si agitava dentro senza controllo. E la nausea, che ricacciò indietro con la forza. Che diamine... Da quando non hai autocontrollo, Maevey? Non sei più una ragazzina. Stavolta sarà diverso sì, ma saremo anche più preparati. E non sarai sola, non di nuovo. « [...] Inutile dire che la cosa deve restare anonima. Non sappiamo come potrebbero reagire ai piani alti - anche perché di base abbiamo già un club di combattimento, no? Ma sappiamo tutti e tre che contro la Loggia non sarà certo il club degli stuzzicadenti a rendervi pronti ad affrontare una situazione come quella che abbiamo vissuto a settembre. Vorrei sapere se alla luce di tutto ciò, siete interessati a partecipare. » Tutto il discorso seguente, sebbene lo ascoltò senza perdersi una parola, Maeve lo seguì come un ronzio lontano e distante mentre prendeva una decisione e pensava. Non le servì neanche, troppo tempo per razionalizzarci su: una scelta l'aveva già presa, nell'attimo stesso in cui aveva appreso quanto avesse da perdere. La solidarietà generale, verso il bene comune e varie responsabilità, venivano soltanto dopo. Perché in fondo siamo tutti un po' egoisti. « Sì. » Rispose in tono fermo, piantando gli occhi in quelli di Mia mentre annuiva, rispostando poi le iridi smeraldine alla ricerca dello sguardo scuro di Derek. Per non essere invasiva non aveva sondato eccessivamente, tramite la legilimanzia, lo stato d'animo di lui; di rimando, non aveva invece badato poi molto al proprio. Si considerava abbastanza matura da non vergognarsi, nel provare paura o smarrimento, di fronte a calamità di quella portata. L'importante non è nascondere la paura o meno; la paura è umana e ci mette di fronte a ciò che temiamo di perdere veramente e a cui teniamo. La vera sfida sta nell'imparare a convivere con la propria paura e non farsi condizionare e sopraffare da essa. Ed io voglio mettere fine, ai miei incubi, una volta per tutte. Voglio essere capace di difendere me, a tutti gli effetti. E di difendere... Lui. « Concordo sul fatto che la Scuola e il Ministero non ci forniranno mai, gli strumenti necessari per affrontare ciò che potrebbe aspettarci di nuovo. Né tantomeno, ora come ora, si soffermerebbero ad ascoltarci se anche provassimo a spiegargli gli ultimi avvenimenti. Quindi sì, ho intenzione di partecipare. » Si raddrizzò con la schiena, restando seduta, piegando leggermente le gambe contro le quali si poggiò con le braccia per schermarsi da una minaccia ancora inesistente. « Come funzionerà, a grandi linee? Possiamo parlarne a un paio di persone? Completamente affidabili, mi sembra chiaro. Sappiamo che eserciti segreti e organizzazioni illegali hanno vita breve, soprattutto fra le mura del Castello, ma se serve posso far sì di dare una mano se sono previsti degli incontri sin da ora. Niente ronde o controlli. La Stanza delle Necessità è sempre la soluzione più ovvia, insieme alle celle sotterranee, quando si tratta di queste attività. Almeno finché saremo tutti bloccati ancora ad Hogwarts, fino a quest'estate, ci si dovrà arrangiare immagino. » Com'era solita fare, anche di fronte a catastrofi preannunciate e il timore che avrebbe portato nel panico i più sensibili, la rossa riuscì a far prevalere l'abilità nel ragionare con senso logico e raziocinio. A te come suona? Stai... bene? Credo che, a questo punto, sia arrivato il momento di parlarne con Savannah. Deve essere il più preparata possibile, non possiamo nasconderglielo anche alla luce di ciò. Ecco, magari non entrerei nei dettagli fino in fondo su ciò che ci è successo a Settembre. Alla fine, un'imboscata dovremmo fargliela comunque... Siamo solo passati dal dirle di casa nostra, a dover decidere se traumatizzarla ancora di più, con più di una rivelazione. Riuscendo a sdrammatizzare soltanto in ultimo, prese un respiro profondo e tenne le due conversazioni al contempo, prestando almeno all'apparenza più attenzione alla Wallace nonostante stesse dirigendo verso l'Hamilton un susseguirsi di pensieri che col tempo stavano imparando a condividere. Che fosse a lezione, o nei ritrovi pubblici, sotto certi versi era divertente - ed utile, nonché confortante - poter consultarsi con lui mentre tutti gli altri erano ignari di ciò che stesse accadendo. Si bloccò, soltanto quando venne colta da un dubbio improvviso, andando alla ricerca del contatto fisico col giovane tramite la mano. Derek. Dovrei accennarlo anche a Caél? Io non so... Quanto affidabile suo fratello avrebbe potuto essere, per Maeve era più complesso di quanto ci si potesse aspettare. Con Caél, era sempre come giocare alla sua fantomatica roulette russa. La Corvonero era certa, che in un modo o nell'altro, parlarne col maggiore dei Cousland sarebbe stato molto più problematico ed arduo che con Saw... Ma al tempo stesso, come avrebbe potuto mettere suo fratello nella condizione di non sapersi difendere, colto impreparato dagli eventi? Potremmo parlargliene ad entrambi, insieme, forse? Due al prezzo di uno. « Premesse discutibili a parte, grazie per avercelo detto Mia. Per quel che può valere, io lo apprezzo molto. » E facciamo sì che questa possa definirsi una sottospecie di tregua reale. Non dobbiamo essere necessariamente amiche, neanche mi interessa, ma compagne di disavventura mi sembra almeno un inizio.

     
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4 replies since 18/4/2021, 14:22   136 views
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